martedì 6 gennaio 2009

Il Blu Ray nasce già vecchio?

Dopo una lunga guerra commerciale il Blu Ray Disc, sponsorizzato dalla Sony, ha avuto la meglio sul concorrente HD-DVD sponsorizzato dalla Toshiba. L'obiettivo era duplice: rimpiazzare il DVD (e quindi provocare il solito aggiornamento del parco hardware, benefica occasione ricorrente per i conti delle società di elettronica) e avere un supporto adatto per introdurre a livello di massa l'alta definizione nel video. Avendo anche qui l'opportunità di un rinnovamento del parco software (film) e di un rilancio, o un innalzamento, delle vendite nel mercato consumer.

Ora ci sono arrivati e nei negozi si trovano i lettori Blu-Ray, a un prezzo che è circa 3 volte quello di un lettore DVD buono (e anche sei volte quello di un entry-level) e qualche sorpresa tecnologica per i primi entusiasti acquirenti, come il tempo di attesa veramente lungo (stile PC), nei primi modelli in commercio, tra l'inserimento del dischetto e la comparsa del menù sullo schermo del televisore.

Tutta la giustificazione tecnologica del Blu Ray disc, come di tutti gli altri supporti a disco ottico che lo hanno preceduto, è la possibilità di archiviare grandi quantità di dati digitali (come quelle richieste per il video ad alta definizione), con un costo minore rispetto alle memorie a stato solido o a disco fisso.

Il fatto è che nel frattempo le memorie a stato solido, ormai da anni disponibili in formato rimovibile con vari fomati (tipo Secur Data SanDisk o simili) sono in continua diminuzione di prezzo da anni, così come le memorie su hard-disk.

Vediamo i prezzi a gennaio 2009 (fonte: Kelkoo): - Blu ray 25GB 2x non riscrivibile: 10-12 € - Blu Ray 25GB 2x riscrivibile: 14-20 € - Memoria Secure Digital 1GB riscrivibile: 2,5 - 3 € - Memoria Secure Digital 8GB riscrivibile: 12 - 15 € - Memoria Secure Digital 16GB riscrivibile: 25-30 € - Memoria Secure Digital 32GB riscrivibile: 100 € (i lettori Blu-Ray sono ancora intorno a 300-400 €)

Da notare che: a) i dischi hanno ancora tempi di scrittura estremamente lenti (2x) mentre le schede di memoria sono molto più veloci (anche quelle non speciali); b) abbiamo messo per confronto il prezzo anche di una scheda da 1GB, che era di ca. 10 € fino a un paio di anni fa, e si è ridotta a un quarto; c) per un film ad alta definizione non sono necessari per forza 25 GB, con varie tecniche di compressione lossless (senza perdita di qualità) si può archiviare il film su memorie di capacità inferiore; d) vista la praticità di gestione delle schede e l'accesso immediato un film si può anche sudividere su due schede a prezzo inferiore (es. primo e secondo tempo); e) la scheda di memoria è unversale, e può essere usata per la visione del film anche su un PC, un notebook o addirittura su un telefonino.

In sintesi le schede costano di più, ma il trend di discesa dei prezzi è probabilmente più veloce, perché il mercato è più vasto. E' probabile quindi che si arrivi in breve a un pareggio dei costi a parità di funzionalità.

E a quel punto diventerà discriminante il fondamentale vantaggio delle memorie su scheda: la minore complessità e la maggiore affidabilità. Chiunque utilizza un DVD (o un CD) sa infatti che se la superficie è sporca con ditate o altro o rigata la lettura può anche essere impossibile, nonostante i sistemi di correzione di errore previsti dal sistema. Perché il disco ottico è un sistema complesso all'origine: i dati sono messi su un supporto (il dischetto) con un metodo di archiviazione e trasferiti sull'hardware con un sistema di lettura laser di tipo elettro-meccanico (motore per la rotazione, braccio e testa di lettura laser ecc.); per definizione, è qualcosa che si può rompere.

Una scheda di memoria archivia i dati e li presenta già come li richiede il decoder di un DVD (che è un computer specializzato) o un PC. Senza meccanica, senza elettronica di controllo, senza parti in movimento. Un ipotetico "lettore DVD" o un "lettore Blu-Ray" a stato solido potrebbe avere la dimensione di un iPod e un prezzo a tendere di poche decine di Euro.

Scontato il relativo successo tra gli appassionati di nuove tecnologie, non sarà ormai tardi, per il Blu-Ray, per una affermazione di massa?

sabato 3 gennaio 2009

Il Povero CD

L'industria discografica, sempre alla ricerca di successori del CD che possano in qualche modo compensare la continua discesa dei fatturati, pare abbiano ideato una soluzione: un nuovo supporto che potremmo chiamare Povero CD. Non si tratta di una novità tecnologica, il dischetto vero e proprio è come tutti gli altri, senza nessuna funzionalità in più o in meno. La novità è tutta nel packaging, che è stato ridotto all'osso. Si tratta di una specie di digi-pack semplificato, un contenitore di cartone plastificato nel quale è infilato il supporto di plastica dove va incastrato il dischetto. Una lunetta sul lato consente di spingere fuori il CD.

Il libretto? Non c'è, è stato eliminato assieme a tutte le informazioni che conteneva, come i testi delle canzoni, il personale che ha suonato nel disco, le foto della registrazione e tutte le altre cose che si solito si potevano leggere su di esso.

Addirittura, sono eliminate anche le informazioni minime indispensabili che erano presenti quasi sempre anche sulle etichette dei dischi in vinile, quindi anche sui dischi con busta non personalizzata. Ci riferiamo ai nomi degli autori delle canzoni e alla durata delle suddette canzoni.Per salvare i diritti degli autori sul Povero CD si possono leggere, sul bordo, scritte come questa: "For credits write to UMGI, 364-366 Kensington High Street, London". L'esempio è tratto dal disco di Amy Winehouse "Frank", che è pubblicato appunto dalla Universal Music Group - Island.

Ridotto in questo modo il CD è veramente un supporto e nulla più, consente appunto di portare la musica dall'editore al consumatore in modo alternativo al download da Internet.Il costo è lo stesso (ovviamente il Povero CD costa meno del CD, il senso dell'operazione è tutto qui) e le informazioni che mancano (testi, autori ecc.) si possono trovare su Internet. Così come avviene per il download musicale.

Vantaggi rispetto al download: formato non compresso e maggiore semplicità per chi non ha tanta dimestichezza con Internet e con iTunes e/o non ha una carta di credito o prepagata.Svantaggi: tutto il resto, a cominciare dalla praticità, il download, ad esempio, di Frank della Winehouse, richiede pochi minuti e quello che si scarica può essere immediatamente utilizzato in molti modi.

Una operazione che appare quindi più una mossa per contrastare iTunes o per coprire fette di mercato residuali. ma in controtendenza con quanto la logica suggerirebbe: aumentare il valore dell'oggetto CD, rappresentato non solo dalla musica, ma anche dalla bellezza della confezione e dalla ricchezza dei contenuti informativi accessori. Gli elementi che hanno fatto la fortuna dell'LP in vinile, e che gli hanno consentito di sopravvivere contro tutto e contro tutti, anche a 25 anni di CD.

Il Povero CD spogliato di ogni valore si mostra per quello che è: un dischetto con un contenitore. E qualunque acquirente sa che quel dischetto costa poche decine di centesimi di Euro, e la copertina poco di più. Mentre la casa discografica vorrebbe vendercelo a 10 Euro. Naturalmente è un formato alternativo a quello standard, che quindi le case discografiche ritengono di poter vendere con maggiore credibilità ai soliti 20 Euro (loro ossessivo obiettivo, di anno in anno sempre più irrangiubile). Il problema è che poi, passati pochi mesi, vengono magari rimessi in vendita gli stessi CD come catalogo a 12, 13 o 15 Euro.

Tutti elementi (incertezza sul prezzo effettivo, poca chiarezza di comunicazione sul valore del prodotto, variazioni di prezzo nel tempo, canali alternativi in competizione) che tradizionalmente hanno un effetto sicuro: deprimono la domanda.

Slot Music. L'album a stato solido diventa una realtà

In un post precedente erano esposte le potenzialità delle schede di memoria (memory stick, tipo SD e similari) come possibili sostituti del CD, nuovo supporto per la distribuzione della musica. Secondo alcune notizie di stampa pare che ci stiamo arrivando, ma con premesse piuttosto diverse (ed esiti, penso, meno promettenti, sia per l'industria sia per gli appassionati di musica).

La notizia, riferita da Ernesto Assante su La Repubblica - Affari e Finanza, è che la SanDisk, la casa leader nelle memorie a stato solido intercambiabili, lancerà a partire da metà ottobre sul mercato americano, facendo anche leva su un accordo con la grande distribuzione USA (Wal Mart e Best Buy), oltre che con le 4 major, un nuovo supporto chiamato Slot Music. In pratica una scheda SD da 1 GB contenente un album con vari contenuti extra (video ecc.) a un prezzo iniziale che dovrebbe essere di 15$ o forse qualcosa di meno. I titoli che saranno disponibili per il lancio saranno all'inizio solo 29, in attesa, evidentemente, di vedere come andrà.

L'annuncio (del 22 settembre 2008) è stato ripreso da molti, ma cosa c'è dentro queste memory stick e chi le vende in realtà? Non sembra un annuncio epocale come è stato presentato: nessuna traccia sul sito della Sony e neanche su quello della SanDisk, solo un link nelle news. In mezzo a tanti che ripetono con copia e incolla l'annuncio iniziale, l'articolo più informato sembra questo del New York Times.

In sintesi: 1) gli album sono venduti in realtà dalle case discografiche, SanDisk fornisce solo il supporto, come qualsiasi stampatore di CD, mentre la dsitribuzione è curata da alcune grandi catene di distribuzione e centri commerciali USA; 2) il formato scelto è il Micro-SD da 1GB, le schede delle dimensioni di un'unghia usate soprattutto nei telefonini (è molto più piccola della foto, il lato corto è 1 cm. ca.); 3) il target è quindi chiaramente rappresentato dai telefonini di ultima generazione con lettore MP3 incorporato, sui quali effettivamente non è sempre facile scaricare la musica da iTunes o da Internet; 4) il costo dovrebbe essere comparabile a quello della scheda SD vergine (10-15 dollari, 10€ da noi); la attrattiva economica principale sembra quindi rappresentata dalla possibilità di riusare la scheda in seguito; 5) il formato sarà MP3 "alta qualità" (320Kbps) senza protezioni DRM, quindi analogo ai download iTunes ad "alta qualità", niente alta definizione quindi (e neanche la media definizione del CD) e nessun tentativo di indirizzare il settore Hi-Fi; 6) non si parla da nessuna parte del packaging, quindi è improbabile che questo aspetto sia stato indirizzato come prioritario, le schede Micro-SD sono vendute normalmente in confezioni di plastica saldata di 4-5 cm di lato assieme a un contenitore per usarle su slot SD (quelli dei computer o delle macchine fotografiche digitali), è possibile che sia associato un libretto con i titoli ecc.; 7) da nessuna parte si parla dei titoli dei 29 album, quindi è probabile che siano stati selezionati da catalogo, magari recenti, e orientati al mercato USA, quindi nessun inedito per trainare l'iniziativa; 8) le Slot music non sono utilizzabili così come sono sui coordinati Hi-Fi di casa e neanche sulle autoradio predisposte per iPod e lettori MP3, da qualche parte si parla di adattatore MP3 (un oggetto comunissimo del costo di 10 € e meno) ma non credo che ne sarà venduto uno per ogni Slot Music, per evidenti motivi di costo. Magari sarà offerto come accessorio a parte, personalizzato per lo scopo; 8) la musica vera e propria occuperà 1/3 delle schede, grazie al formato compresso (ah ahi, poveri appassionati di Hi-Fi sempre dimenticati), il resto sarà riempito con "contenuti extra", i soliti video clip, interviste esclusive altre minuzie che già aggravano inutilmente i DVD (ma li guarda mai qualcuno?); 10) la rinuncia al DRM (protezione dalle copie) sarà stato estorto alle major probabilmente proprio perchè il nuovo supporto rimarrà probabilmente confinato al mondo dei telefonini (oltre al ridotto numero di titoli iniziale).

Prospettive? Non sembra affatto una iniziativa epocale o in grado di indicare una nuova strada. Sembra piuttosto una iniziativa mirata ad un target ben preciso, una nicchia non ben coperta da iTunes, magari anche una nicchia profittevole. Per sostituire il CD manca: a) un incremento di qualità; b) un incremento percepibile di valore (c'è solo la possibilità di riuso, non so se basta); c) un incremento di praticità. Bisogna anche vedere se sarà proposto in Europa e in Italia. Resta invece a nostro parere sempre interessante l'adozione della tecnologia delle memorie a stato solido in una logica di incremento delle prestazioni e della qualità del CD.

(Pubblicato originariamente su Musica & Memoria nel mese di ottobre 2008)

La radio digitale terrestre

La società della Rai che si occupa della gestione della rete, Rai Way, ha presentato in un convegno tenutosi a Roma il 24 settembre, le nuove iniziative per la radio digitale, che si collocano nell'ambito delle attività della ARD (Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia), costituita a marzo 2008 assieme ad Aeranti-Corallo e RNA (Radio Nazionali Associate), "per la promozione, l’avvio lo sviluppo pluralistico della nuova radio digitale terrestre in Italia".

Combinando le tecnologie DMB, Visual Radio e IP è stato sviluppato un nuovo terminale mobile radio, dotato anche di display video, di dimensioni compatte ed integrabile con lettore MP3. L'idea (non è spiegata nelle presentazioni sul sito di Rai Way) sembra quella di proporre un nuovo tipo di terminale per entertainment da fruire in mobilità, presumibilmente e/o prevalentemente con cuffiette, che andrebbe quindi ad aggiungersi, o più probabilmente finirebbe in competizione, con telefonini e lettori MP3, con un target orientato al pubblico giovane e un plus rappresentato dal video.

Una proposta che appare poco coerente con l'effettivo utilizzo della radiofonia in Italia, la cui platea è stimata da una recente Relazione Agcom, in 38,7 milioni di ascoltatori nel 2007 nel giorno medio, quindi al 73,3% della popolazione italiana con età superiore agli undici anni. Ma che utilizza in prevalenza, come noto, la radio dell'automobile oppure, ma in misura molto inferiore, radio fisse nelle abitazioni (tradizionali o, più spesso, incluse nei coordinati Hi-Fi) oppure ancora, in mobilità, il ricevitore FM del telefonino.

Il mercato per la nuova radio digitale presentata con lo slogan "Il futuro della Radio è qui" e descritta nella presentazione come "piccola e maneggevole, molto simile ad un lettore mp3, sul quale peraltro si può caricare, con uno schermo che consentirà di godere dei "contenuti aggiuntivi" ..." appare quindi essere una potenzialità tutta da esplorare.Non risultano invece indirizzati i mercati, molto più interessanti, della radio in auto (si pensa probabilmente ad una soluzione non integrata, tipo lettore iPod) o della radio come sottofondo casalingo o per esercizi commerciali. Tutti usi per i quali un piccolo display video rappresenta un plus del tutto superfluo e/o inapplicabile. Sembra quasi che la radio si vergogni di non avere un video, mentre invece proprio questo è il plus del mezzo.

Viene contestualmente anche confermato l'abbandono della sperimentazione dello standard europeo DAB, iniziata molti anni fa e mai andata realmente sul mercato. In sintesi: la radio digitale terrestre sembra sempre in alto mare in Italia, anche se l'Agcom continua a parlare di transizione a partire dal 2009.

(Pubblicato originariamente su Musica & Memoria nel settembre 2008)

giovedì 1 gennaio 2009

L'album a stato solido

Sulle riviste di alta fedeltà si parla ultimamente delle prestazioni inaspettatamente buone che si ottengono collegando un iPod a un impianto hi-fi di classe. Cominciano anche ad essere proposte unità specializzate (docking station) per il collegamento, anche di costruzioni raffinata, con stadio di uscita a valvole.

L'iPod non ha uscita digitale (o almeno, non è facile accedervi) quindi si parla di connessioni sull'uscita analogica, che è miniaturizzata su circuito integrato, quindi teoricamente inferiore allo stadio di uscita di un lettore CD. Senza contare che l'audio è compresso in formato AAC. Un vantaggio architetturale però esiste: un passaggio di meno. Quello tra il CD e l'unità laser di lettura ottica, per il trasferimento del suo contenuto codificato in formato PCM. Un trasferimento di dati da formato digitale (sul CD) a formato digitale (sulla memoria di lavoro del convertitore digitale - analogico) che è sempre stato sospettato di degradare il risultato sonoro.

In effetti già dopo pochi anni dalla presentazione del formato CD è stata individuata una nuova forma di distorsione, chiamata jitter, che deriva da variazioni temporali nelle due fasi di trasferimento sopra ricordate. Nei lettori CD sono stati introdotti col tempo diversi sistemi per eliminare il jitter, di efficacia variabile, ma il sistema più semplice e certo è la eliminazione del doppio passaggio. Una soluzione ormai a portata di mano, con la disponibilità di memorie a stato solido dal costo di pochi Euro per Gbyte.
Una soluzione che è quella standard adottata, per forza di cose, negli iPod e negli altri lettori MP3. In molti casi in modo diretto (unità a stato solido, quelle fino a 8GB e dintorni) oppure per mezzo di una memoria tampone, nel caso dei modelli a maggiore capacità (con mini disco interno, decine di GB e oltre).

Il lettore digitale hi-fi del futuro è quindi ormai individuato, e probabilmente in qualche laboratorio di qualche corporation è già realizzato come prototipo. E' un convertitore digitale analogico di alta qualità, dotato di uno o più slot per l'inserimento di schede di memoria, ad esempio per le diffuse SD.Su una semplice SD da 1GB può trovare posto comodamente un album attuale o anche di più, usando tecniche di compressione lossless come la MLP di Meridian (già adottata nello standard DVD-Audio).Oppure si può incrementare la qualità aumentando la parola di campionamento da 16 a 24 bit (o anche meno, già 20 o 22 bit consentirebbero di risolvere i problemi del CD) e/o la frequenza di campionamento. Anche in questo caso già un incremento da 44 a 48KHz (come nel vecchio formato DAT) darebbe un percepibile vantaggio.

Nel nuovo formato non ci sarebbero vincoli derivanti dal passato e ogni formato e relativa variazione sarebbe possibile, anche soltanto sfruttando le funzionalità dei chip di conversione attualmente prodotti e usati per realizzare i convertitori.L'album a stato solido da 1GB potrebbe avere una durata fino a 2 ore con "qualità" (contenuto informativo) superiore di 1/3 rispetto al CD, o altre combinazioni.Rimane solo alla industria discografica l'onere di individuare un packaging allettante e di valore percepibile per i nuovi "dischi" a stato solido, e di rilanciare il concetto di qualità del suono presso un pubblico più vasto di quello, di nicchia, degli irriducibili appassionati di alta fedeltà.

(Originariamente pubblicato sul sito Musica & Memoria - Luglio 2008)

I produttori di contenuti

A differenza di quanto è ormai consolidato nel mercato USA, in Europa si va affermando una progressiva separazione tra produttori di contenuti e gestori della rete di diffusione. Questo vale sia nel principale mercato dei media, la televisione (analogica, via satellite o digitale) sia nel nuovo mercato Internet sia nel settore radiofonico.

In campo televisivo l'offerta si sta aggregando attorno a tre grandi compagnie, che stanno crescendo per acquisizioni. La ben nota Endemol, la società olandese di John De Mol, dal 2007 sotto il controllo di Mediaset (maggiore ma non unico azionista), diventata grande con il successo mondiale del primo reality show, il Grande Fratello (ormai familiarmente chiamato GF in Italia), ma anche forte di quiz di grandissimo e duraturo successo come Chi vuol essere milionario? o Affari tuoi.
La seconda è la società di origine inglese FremantleMedia, che detiene ad esempio i diritti del talent show X-Factor (recentemente sbarcato anche in Italia con grande successo) e The Farmer Wants a Wife (Un contadino cerca moglie, anche questo format è arrivato in Italia, con medio riscontro, anni fa) e soprattutto per un format di grande successo in USA e in molti altri paesi: Idols.

Il terzo player europeo sta diventando invece il gruppo De Agostini con la sua divisione Communications, dopo l'acquisizione di Magnolia (Italia, una impresa creata da Giorgio Gori), il cui punto di forza è il format L'isola dei famosi, e della svedese Zodiak, specializzata nel mercato del Nord Europa. Le prime due viaggiano su fatturati dell'ordine del miliardo di Euro, ma sembra esserci spazio di crescita anche per altri player. Su due piani paralleli di format specializzati per area culturale locale (paesi di abitudini simili) o per il mercato globale, come quelli citati.

In campo Internet i tentativi di proporre programmi di intrattenimento, con interattività media, alta o bassa (tipo la televisione attuale) tramite portali che puntano a grandi volumi di contatti, tipo Alice Home TV, passerà inevitabilmente per una forte richiesta di contenuti, causa la grande frammentazione, che vuol dire anche offerta specializzata per target anche molto focalizzati, che è tipica del media Internet (ed è anche un suo punto di forza). Territori inesplorati per i creativi del mercato dei media. Soprattutto se sapranno affrancarsi dal modello TV con fruizione passiva.

(Originariamente pubblicato sul sito Musica & Memoria - Giugno 2008)

Collecting societies in Italia

Per analizzare l'andamento del mercato discografico ci si concentra prevalentemente sui supporti fisici, mentre già da tempo l'editore discografico (sia piccolo sia grande) ha sviluppato una attenzione maggiore alla gestione globale dei propri diritti. Questo compito è affidato in molte economie avanzate a società specializzate, le collecting societies che, in base ad un contratto sottoscritto con i detentori dei diritti, si dedicano alla individuazione di ogni possibile utilizzo delle opere di ingegno sotto copyright (della musica in questo caso) e all'esazione dei diritti.

In Italia, oltre alla SIAE che gestisce gli utilizzi più tradizionali, operano l'Aidro nel settore libri e la SCF nel settore della musica. La SCF (Società Consortile Fonografici) è un consorzio privato che rappresenta ad oggi 228 case discografiche (sette anni fa, quando è stato formato, erano 10). Il settore coperto dalla SCF è la raccolta dei diritti connessi discografici, spesso sconosciuti dagli stessi detentori (emittenza radio-televisiva, utilizzazioni nei pubblici esercizi: sonorizzazioni usate come sottofondo nei locali pubblici, discoteche, bar, alberghi, nuovi sistemi di distribuzione simulcasting e webcasting, incluse le webradio). Un settore in costante crescita, ad una media di oltre il 20% per anno (rapporto Bocconi sul mercato italiano 2006), mentre il mercato tradizionale dei supporti fisici si è ridotto del 15% nell'ultimo anno, che ha raggiunto un fatturato di circa 33 milioni di euro, ripartiti equamente tra discografici ed artisti (attraverso l’IMAIE).

Numeri non trascurabili ma certo ancora abbastanza marginali per un mercato che arrivava nei tempi d'oro anche a 300 milioni di Euro con i soli supporti fisici.

Per saperne di più: www.scfitalia.it

(Originariamente pubblicato sul sito Musica & Memoria - Febbraio 2008)

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