mercoledì 12 gennaio 2022

Come ascoltare (bene) con le cuffie stereo

L'ascolto in ambiente è normalmente preferito all'ascolto in cuffia, essendo più naturale, più vicino all'ascolto del vivo, mentre le cuffie stereo sono di solito riservate all'ascolto approfondito, sia per una maggiore conoscenza di un brano, sia per motivi professionali.

Eppure due buone cuffie stereo, possibilmente con un amplificatore specializzato e dedicato, consentono di raggiungere, su molti parametri, una qualità del suono che per un impianto completo, con amplificatore e casse acustiche, richiede investimenti anche di 5 o 10 volte tanto.
Non per tutti i parametri purtroppo, perché l'ascolto in cuffia taglia fuori, per intuibili motivi, tutte le informazioni di "ambienza" ovvero i tempi di propagazione delle onde sonore e la loro direzione, le riflessioni nell'ambiente, il ruolo dell'orecchio esterno, quindi le informazioni che il nostro raffinato sistema uditivo ha sviluppato per individuare l'origine dei suoni. Un'esigenza fondamentale per l'evoluzione della specie, essendo l'homo sapiens fin dai primordi sia cacciatore che preda.

Le Grado SR 80, le cuffie usate per il test del Meier Crossfeed

In un impianto stereo le informazioni di ambienza sono riprodotte grazie alla presenza di due sorgenti sonore posizionate opportunamente, delle riflessioni della stanza e dal fatto che ovviamente le nostre orecchie sono libere di ricevere tutti i suoni, e anche di ascoltarli da direzioni diverse muovendo il capo (anche questo aiuta a riconoscere l'origine di un suono, e difatti lo facciamo istintivamente quando cerchiamo di individuarlo).

Ma ascoltare bene in cuffia si può
Ed è molto utile perché ci sono molte situazioni in cui può servire, quando l'impianto non è agibile, quando siamo per un certo periodo in un'altra casa o in viaggio per lavoro, quando non si può ascoltare con l'impianto, per esempio di notte. Servono, in sintesi, due cose:

  • un buon set di ascolto (cuffie + sorgente) e un audio da ascoltare di qualità
  • un sistema efficace per ricostruire almeno in parte l'ambienza
Il set di ascolto in cuffia
Ovviamente ci sono molte alternative, quello che illustro è il set che ho usato per provare il sistema di ricostruzione dell'ambienza. Un set semplice, economico e facilmente replicabile, costituito da:
  • un notebook Windows (HP i5 con Windows 10)
  • un music player software (Foobar2000 rel. 1.6.2)
  • un DAC con uscita cuffia  (S.M.S.L. M3)
  • una cuffia dinamica di buona qualità (Grado Prestige SR 80)

DAC e cuffie potrebbero essere di livello superiore o potrebbe essere anche aggiunto un amplificatore specializzato per l'ascolto in cuffia, pilotato dal DAC. L'importante è che gli altri parametri di ascolto che la cuffia può garantire: bassa distorsione, dinamica, estensione sui bassi, timbrica corretta ecc. siano di elevato livello e quindi in grado di supportare gli interventi migliorativi sull'ambienza. 

Il sistema di ricostruzione dell'ambienza
L'unico intervento che si può fare è sul tempo di propagazione delle onde sonore nei due canali, ovvero la ricostruzione del crossfeed. Il crossfeed (incrocio delle sorgenti del suono) è ciò che avviene in un impianto stereo e costituisce il principale mezzo col quale nell'ascolto hi-fi riusciamo a ricostruire la direzione del suono: il suono emesso dalla cassa destra si ascolta, attenuato e ritardato, anche dall'orecchio sinistro e viceversa. 

I filtri "natural crossfeed"
Ricostruire questo fenomeno nell'ascolto in cuffia (dove ovviamente ogni orecchio ascolta solo la sua cuffia, nello stesso istante) è qualcosa che è stato tentato da decenni, anche nel mondo analogico mediante un semplice mix dei due canali in misura percentuale. Una funzione presente in molti amplificatori d'annata, come ad esempio il Dynaco SCA-80. In questo modo però viene aggiunto un suono attenuato e ritardato anche ai suoni (e agli strumenti) che sono registrati al centro, introducendo una interferenza che peggiora la qualità del suono,
Sono stati sviluppati e realizzati nel mondo digitale filtri più complessi e raffinati, che individuano il suono dei diversi strumenti, la loro presenza sui canali destro e sinistro e la loro posizione in un arco di 180°. Una volta individuati, applicano l'intervento in modo proporzionale, ricreando in modo più preciso l'effetto crossfeed. Si chiamano quindi filtri "natural crossfeed"

Il filtro Meier-Audio Crossfeed
Un filtro natural crossfeed molto apprezzato è quello sviluppato dalla casa tedesca Meier-Audio per la sua linea di amplificatori per cuffie Corda. Un benemerito sviluppatore finlandese con nickname Case ha realizzato in software questo filtro come component (plug-in) per Foobar2000, quindi gratuito con licenza ISC, e ci consente quindi di provare e, come vedremo, apprezzare, l'efficacia di questo sistema per rendere più gradevole, e concorrenziale con l'impianto come risultato e piacere d'ascolto, l'ascolto in cuffia.
Sul sito di Meier-Audio, a questo link, sono spiegati con maggiore dettaglio i principi di realizzazione e di funzionamento del filtro e la sua efficacia con alcuni esempi da ascoltare.

Prove di ascolto in natural crossfeed
Dopo aver installato su Foobar2000 il component Meier Crossfeed DSP (foo_dsp_meiercf) l'azione da fare è attivare in playback su Foobar2000 la funzione DSP Manager, selezionare il Meier Crossfeed e scegliere la sua intensità di intervento. Comando:
File > Preferences > Playback> DSP Manager > Meier Crossfeed. 

Applicando la sequenza di comandi riportata sopra si apre il pop-up con il cursore che consente di regolare da 0 a 100 l'effetto del filtro crossfeed

Come audio musicale ho scelto una esecuzione acustica: è più facile individuare la provenienza di strumenti acustici che di strumenti elettronici, e quindi sembra più adatta a evidenziare l'efficacia del filtro, ho scelto un'esecuzione dal vivo, che di solito è meno soggetta a interventi in mastering e quindi ha una probabile maggiore quantità di informazioni sulla direzione dei vari suoni. Tra le molte alternative ne ho scelta una con pochi strumenti e universalmente nota per essere una delle migliori registrazioni dal vivo di sempre, ovvero Sunday At The Village Vanguard del trio di Bill Evans, che ho anche in alta definizione 24/88.2. 

Ho messo quindi il software nelle condizioni ideali ma, nonostante ciò, non ero molto ottimista sul risultato perché, provando a suo tempo analoghe applicazioni per migliorare l'ascolto in cuffia (per iPad e anche per Foobar), avevo fatto molta fatica ad individuare i miglioramenti promessi.

Bill Evans Trio - Sunday At The Village Vanguard (Solar)
Ho quindi iniziato l'ascolto della esecuzione del trio di un brano di Miles Davis particolarmente efficace, utilizzato anche per alcuni test su AudioStream (che mi hanno dato l'idea). Mettendo l'effetto del filtro al minimo l'ascolto è decisamente poco realistico: il contrabbasso di Scott La Faro arrivava tutto nell'orecchio destro, poco sopra la mia testa, davanti ci sono la batteria e i piatti di Paul Motian e a destra a circa ore 3 il piano di Bill Evans. Come se fossi sul palco del Village Vanguard Club in mezzo a loro tre, ma con Scott La Faro che suona rivolto verso di me piuttosto che verso il pubblico. 

Spostando il cursore verso il massimo invece si avvertiva distintamente l'effetto del recupero del crossfeed: il contrabbasso arretrava e si poneva alla sinistra della batteria, un po' più avanti, e lo stesso il piano sulla destra, senza nessun effetto sulla qualità del suono, che restava magnifico e consentiva di apprezzare l'inesauribile fantasia espressa da Scott in questo brano e in queste sessioni, con il suo strumento distinguibile nota per nota, oltre alla maestria di Evans e Motion. Un ascolto che diventava ora gradevole e anche rilassante, perché la mente non doveva sforzarsi di riposizionare con l'immaginazione gli strumenti secondo la logica e la realtà.

Amber Rubarth - Sessions from the 17th Ward (vari brani)
Questa musicista folk americana difficilmente la conoscete, ho questo album in HD perché è stato registrato con la testa artificiale dalla Chesky Record ed ero curioso di verificare il realismo che questa tecnica dovrebbe consentire di raggiungere. Un album comunque piacevole, ma l'effetto non lo sentivo proprio, sembrava di essere in ginocchio davanti alla cantante e chitarrista, e i due altri strumentisti ai lati, un po' dietro. Molto meglio con le casse, ma bisognava spostarle ai lati del punto d'ascolto, non molto pratico.
Con il crossfeed al massimo l'effetto si riduce, ma senza sparire del tutto: gli strumenti di accompagnamento vanno ora al loro posto a fianco di Amber (come nelle foto sul disco) e la cantante è più arretrata ma sempre un po' alta e un po' vicina. Si cambia di poco. Probabile conseguenza dell'utilizzo di questa tecnica di ripresa del suono

Diana Krall -  Turn Up the Quiet  (Like Someone In Love, Isn't It Romantic)
Nella presentazione del DSP Meier-Sound preavvertiva che il miglioramento è meno avvertibile su musica registrata già in modo naturale, senza artifizi, insomma con registrazioni moderne. Ho provato quindi un album recente di Diana Krall, anche questo solo acustico, stavolta in 16/44.1, rippato dal CD. Effettivamente il miglioramento è meno clamoroso, il contrabbasso è registrato evidentemente vicino alla musicista canadese (come avviene nei concerti dal vivo visibili su DVD) e quindi è già a posto, ma proseguendo nell'ascolto, in particolare nel secondo brano, il pianoforte, troppo spostato a destra, torna dove dovrebbe stare (ovvero assieme alla voce della pianista e cantante) e anche la chitarra sulla sinistra torna al suo lato ma più vicino, Minor impatto immediato ma preferenza netta per l'uso del crossfeed. Da notare anche la voce di Diana particolarmente affascinante e presente, in primo piano in questo ascolto in cuffia, probabilmente un effetto "mono" dovuto anch'esso dalla correzione del crossfeed.

R.E.M. - Out Of Time (Half A World Away, Belong)
Restava da provare musica non acustica dove mi attendevo, da premesse, un effetto meno marcato. E' stato così per il primo brano scelto, dove il miglioramento più che sulla posizione degli strumenti e suoni vari di completamento, era sulla maggiore compattezza del fronte sonoro, che sembrava meno "scollato", ma non era una differenza molto significativa. Più marcato l'intervento su Belong, che inizia con applausi ritmati e piccole percussioni su entrambi i lati, che senza correzioni apparivano ai due lati e con il crossfeed tornavano nel fronte sonoro che era così ricompattato e più realistico, ricreando l'effetto stage.

Beatles - Rubber Soul (Girl)
Rimaneva però la curiosità di provare l'intervento con una celebre incisione stereo "anni '60" con effetto stereo portato all'estremo (anche per farlo percepire dagli impianti casalinghi dell'epoca: non tutti avevano un impianto Marantz-AR, c'erano anche i mobili Grundig). In Girl di John Lennon, in particolare, la voce di John era stata posta nel master stereo sul lato destro, isolata, sul sinistro le chitarre (inclusa la sua) e il basso, e il coro a destra-centro. Operando sul crossfeed (vicino al massimo) il risultato è notevole e il fronte sonoro si ricompone in una immagine quasi realistica, con i musicisti davanti a noi da destra a sinistra in fronte compatto. Meglio anche della incisione mono che molti preferiscono, per i motivi citati prima.

In sintesi
Adottare un sistema di recupero del crossfeed è sicuramente consigliabile, e questo plug-in disponibile con Foobar2000 è senza dubbio efficace, ed ha anche il vantaggio di non costare nulla. Una possibile criticità segnalata da alcuni è un peggioramento della definizione quando si applica il cossfeed al massimo. In altre parole, si perde qualcosa della direttività che consente di ascoltare con grande attenzione ogni dettaglio di suono, l'ascolto "monitor" tipico delle cuffie.  Durante i test non ho in realtà mai avvertito questa limitazione, dovrei fare delle prove più approfondite con la cuffia elettrostatica, ma nel caso lo si avverta la soluzione è semplice: si porta il potenziometro virtuale del filtro verso lo zero.

Questo significa che bisogna regolare l'effetto per ogni brano? Teoricamente sì, per ottenere il massimo bisognerebbe anche trovare nel brano le parti maggiormente soggette a miglioramento. 
Ma così si perde il piacere di scoprire un nuovo album, ascoltando con rilassata continuità quindi il consiglio è di passare dalla teoria alla pratica e scegliere un intervento del 70-80% che garantisce buoni risultati nella maggior parte delle situazioni. E lasciare la correzione di fino solo ai brani più "starati". Una buona soluzione considerando che nelle registrazioni dai '70 in poi gli sbilanciamenti più consistenti sono molto rari. 

Una limitazione più consistente invece deriva dal fatto che si può apprezzare l'intervento di recupero di questo plug-in solo con Foobar2000, quindi è escluso l'ascolto in streaming. Per questo servono dei media player con questa ulteriore funzionalità, come Roon, che prima o poi dovrò provare.

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