sabato 30 luglio 2016

Alta definizione: si sente veramente la differenza?

L'ultimo post di questo blog sulla capacità o meno di ascoltare le differenze tra audio in bassa e in alta definizione risale a oltre due anni fa. Sono stati pubblicati altri studi e altri test in seguito, da centri studi come la AES con metodologie analoghe, da appassionati con sistemi più artigianali ma efficaci, come l'invio via rete dei file da confrontare (ovviamente opportunamente camuffati per non renderli riconoscibili) a un numero molto elevato (centinaia) di volontari, con un questionario da compilare. L'obiettivo era sempre individuare quanti erano tra i partecipanti al test quelli che riuscivano a individuare senza incertezze e quindi con prove ripetute, la differenza tra un MP3 e un CD, tra un CD e un HD o addirittura tra un MP3 e un HD.

I risultati erano più o meno simili, e simili al test che è stato illustrato qui con ampiezza nel post citato prima: la maggior parte dei "tester" non riuscivano ad individuare in modo sicuro le differenze, un certo numero le individuava alcune volte e solo con alcuni generi musicali, un numero ridotto, tra il 15 e il 20%, le individuava senza incertezze in quasi tutti i test.

In un mondo abituato al sistema democratico dove "la maggioranza vince" dovremmo concludere che il popolo ha votato, e anche più volte, e quindi il responso è che la differenza non si sente. Ma non era questo lo scopo dei test, non è un referendum, ma una verifica delle capacità del sistema uditivo di noi umani.


E' confermato: gli umani possono riconoscere l'alta definizione
Sotto questo punto di vista, come era riportato nelle conclusioni del post precedente, che riassumevano quello dello studio, i test dimostrano proprio il contrario, ovvero che una percentuale non grande ma non trascurabile di persone la differenza la sente, quindi si può sentire. In più, il test e quelli successivi hanno mostrato anche che questa percentuale è molto elevata tra chi si occupa di musica per mestiere o in modo intenso, ingegneri del suono, musicisti, progettisti di sistemi audio professionali. E, per tutti gli altri, che la percentuale di test corretti aumenta in modo molto significativo quando sono forniti prima del test indicazioni  sugli elementi sui quali soffermarsi per individuare le differenze di ascolto. 

Considerazioni banali, se solo cambiamo settore. Ad esempio nel popolare settore dei vini di qualità, io stesso, come molti dei lettori del blog, immagino, troverei molte difficoltà a percepire le differenze tra due annate di Brunello di Montalcino, e probabilmente anche a riconoscere due diversi tipi di vini di uvaggio simile. Ma se qualcuno mi insegnasse come utilizzare i miei sensi al meglio (training: un corso da sommelier) la mia performance sicuramente migliorerebbe. E in ogni caso mai mi azzarderei a sostenere che siccome io non la sento, la differenza non c'è e che chi afferma di sentirla è un povero illuso pronto a farsi spolpare da chi vende a 100 o 200 € una bottiglia di Sassicaia di un'annata particolare. 

Eppure nella musica funziona così, in una discussione su un articolo de Il Post di un anno fa circa, basato sul solito articolo di un giornalista inglese, in questo caso, che sosteneva che l'alta definizione era inutile, se non una bufala, perché lui in una dimostrazione hi-fi non aveva sentito alcuna differenza, in risposta a tutti quelli che dicevano che era proprio così, ho usato le stesse considerazioni, ma senza successo. Dicevano che non c'entrava nulla, che erano cose diverse. Eppure erano sempre i nostri sensi che stavamo utilizzando, eredità di quando eravamo cacciatori o cacciati e onnivori migranti alla ricerca di qualche fonte di sostentamento. L'udito raffinato e selettivo era fondamentale per individuare le prede o evitare di diventarle noi, il palato raffinato era indispensabile per individuare ciò che era commestibile da quello che non lo era o non lo era più. Poi è arrivata l'agricoltura, la fine dei bisogni elementari e lo sviluppo della cultura che ha dato a questi sensi altri e più piacevoli scopi.

E tra questi scopi c'è la musica, che si può ascoltare, cantare o suonare o dirigere o creare. Per ascoltarla basta essere interessati, si può apprezzarla anche se non sappiamo riconoscere uno strumento da un altro, già per cantare senza far scappare gli altri occorre un certo "orecchio" ovvero una educazione alle regole della musica che ci consente di individuare i nostri difetti, le stonature, e correggerli. Per suonare occorre saper individuare le altezze dei suoni, i toni, per accordare uno strumento ad esempio o verificare se è scordato, e anche molto di più se andiamo verso la composizione o la direzione di un'orchestra o il mastering di una registrazione. Anni e anni di conservatorio o di pratica. Tutto quello che si chiama educazione e competenza nel settore.

I risultati della meta-analisi in sintesi
L'abstract dello studio del prof. Joshua Reiss, della Queen Mary University di Londra, nonché membro della AES, Audio Engineering Society, è riportato nel seguito, a seguire la presentazione grafica e la traduzione, il link allo studio completo, di lettura non troppo difficile. Gli interessati che lo richiedono nei commenti possono ricevere anche i file excel sui dati completi dello studio, che sono anch'essi liberamente disponibili e che ho scaricato.

There is considerable debate over the benefits of recording and rendering high resolution audio, i.e., systems and formats that are capable of rendering beyond CD quality audio. We undertook a systematic review and meta-analysis to assess the ability of test subjects to perceive a difference between high resolution and standard, 16 bit, 44.1 or 48 kHz audio. All 18 published experiments for which sufficient data could be obtained were included, providing a meta-analysis involving over 400 participants in over 12,500 trials. Results showed a small but statistically significant ability of test subjects to discriminate high resolution content, and this effect increased dramatically when test subjects received extensive training. This result was verified by a sensitivity analysis exploring different choices for the chosen studies and different analysis approaches. Potential biases in studies, effect of test methodology, experimental design, and choice of stimuli were also investigated. The overall conclusion is that the perceived fidelity of an audio recording and playback chain can be affected by operating beyond conventional levels.

Il grafico che riassume questi risultati è quello che segue. E' un grafico per scostamenti (bias) forse non immediatamente leggibile per non addetti ai lavori, A destra della linea verticali di correttezza ci sono i numeri di risposte corrette (nel senso che sono riuscite a discernere tra CD e HD) che aumentano nei test (sono elencati per righe) che hanno applicato il training (si può ingrandire).


Quella che segue è la traduzione dell'abstract:

"E’ in corso un acceso dibattito sui vantaggi della registrazione e il rendering audio ad alta risoluzione, cioè, sistemi e formati che sono in grado di andare oltre la qualità CD. Abbiamo intrapreso una revisione sistematica ed una meta-analisi per valutare la capacità dei soggetti sottoposti ai test di percepire una differenza tra alta risoluzione e lo standard, 16 bit, 44,1 o 48 kHz audio. Tutti i 18 esperimenti pubblicati ufficialmente e per i quali i dati ottenuti dati possono essere considerati sufficienti sono stati inclusi, fornendo una meta-analisi che coinvolge oltre 400 partecipanti in oltre 12.500 prove. I risultati hanno mostrato un numero picco ma statisticamente significativo di soggetti sottoposti al test capaci di discriminare il contenuto ad alta risoluzione, e questa capacità è aumentata in modo molto significativo quando i soggetti di prova hanno ricevuto una formazione completa (sulla modalità di ascolto). Questo risultato è stato verificato da un'analisi di capacità sensoriale per la quale sono state seguite scelte diverse negli studi scelti e diversi approcci di analisi. Sono stati anche indagati i potenziali scostamenti negli studi, effetto della metodologia di test, del disegno sperimentale, e la scelta degli stimoli (campione musicale scelto). La conclusione generale è che la fedeltà percepita di una registrazione e di una catena audio di riproduzione può essere incrementata andando oltre i livelli convenzionali (di qualità proposti dal mercato)."

Lo studio completo si può scaricare da questa pagina dell'AES dove è presentato. Nel caso il link fosse modificato si può scaricare anche da questo link.

Il training più efficace (da Viaggineltempo)

domenica 3 luglio 2016

Alla ricerca della ricostruzione spaziale (Prova di ascolto di Ambiophonics)

Questo test, come diversi altri su questo blog, ha la caratteristica di essere ripetibile da tutti i lettori interessati. A differenza dei classici test hi-fi dove è necessaria la disponibilità del componente testato (magari assai costoso) qui servono soltanto un minimo investimento di tempo e, ma non obbligatoriamente, un ancor più ridotto investimento economico (5 € per la precisione).

L'obiettivo è la ricostruzione spaziale dell'evento originale (nel caso di registrazione acustica) o del palcoscenico virtuale che il musicista assieme al tecnico del suono ha immaginato per la sua opera. Quindi lo stesso obiettivo della stereofonia e poi delle varie implementazioni in multicanale. La metodologia Ambiophonics punta a raggiungere e superare questi sistemi eliminando il "crosstalk" ovvero l'ascolto da parte dell'orecchio sinistro dei suoni provenienti dall'altoparlante destro (per via delle riflessioni in ambiente) e viceversa. Un fenomeno che riduce di molto la possibilità di individuare l'origine dei suoni originati da due diffusori posti davanti a noi, almeno secondo i sostenitori di questo sistema. In pochissime parole eliminando il crosstalk e sfruttando simula un palcoscenico virtuale che si estende fino a 180° utilizzando e per farlo sfrutta una diversa posizione delle casse

Un sistema non nuovo, si contano diverse sperimentazioni e dimostrazioni sin dal 1981, in pochissime parole si è visto o meglio sentito che, eliminando il crosstalk e sfruttando le riflessioni della stanza e con una diversa posizione delle due casse è possibile simulare un palcoscenico virtuale che si estende fino a 180° da vanti a noi. Un sistema che  ha riacquistato un discreto interesse grazie alla tecnologia digitale, che ha consentito di implementare via software l'algoritmo di cancellazione del crosstalk che è alla base del sistema, che diventa così una funzione DSP (Digital Signal Processing) implementabile facilmente ed economicamente su programmi per PC o app. Riguardo al noome, non esiste una traduzione in italiano, controllando l'esistenza di un termine "Ambiofonia" sul web si scopre che è usato solo in Polonia. Quindi userò il nome in inglese.

Miles Davis durante le sessioni di registrazione di Someday My Prince Will Come,
uno dei test di ascolto più interessanti
Per saperne di più
Esiste il sito della organizzazione che ha sviluppato e diffonde questo sistema come logica evoluzione della stereofonia e del multicanale (www.ambiophonics.org), che ha sviluppato anche un algoritmo public domain chiamato RACE (Recursive Ambiophonic Crosstalk Elimination). Il sito contiene un vero e proprio libro in 9 capitoli che descrive teoria e pratica della metodologia. Per una trattazione più sintetica esiste però anche la voce "Ambiophonics" su Wikipedia, molto ben fatta (sempre in inglese). Ma, visto che si può sperimentarne l'effetto con il nostro stesso impianto, una alternativa può essere anche seguire le istruzioni di installazione e provare nel nostro ambiente d'ascolto se i risultati sono effettivamente interessanti e migliorativi, per noi e non in teoria.
Ciò è possibile perché alcune società, come la tedesca Xivero, hanno realizzato delle applicazioni per PC Windows o Mac e ora anche app per tablet e smartphone, che implementano l'algoritmo RACE. Sono applicazioni a pagamento ma di costo non elevato (15 € per PC e 5 € per l'app). In particolare l'applicazione per PC è anche un decoder e accetta molti formati di input, mentre quella per mobile è solo un player e legge i file dalla libreria iTunes (ora Apple Music). Esisteva un tempo anche un'applicazione gratuita (Ambiophonics) ma non è più disponibile s Apple Store e comunque non funziona più con le ultime versioni di IOS.

Cosa serve
Solo due cose: spostare le casse in una diversa posizione e il DSP. Può essere incluso in una applicazione per PC o in una app per smartphone o tablet . Per maggior comodità nel test che ho eseguito ho scelto la seconda soluzione. La app per iPad della Xivero si chiama  AMTRA
 e consente l'ascolto in ambiophonics per soli 30" nella versione free. Ma la versione a pagamento costa 4,99 € e per i test conviene dotarsene. La app funziona bene e senza incertezze, l'unica avvertenza è che effettua il digital processing sui file audio presenti nella libreria Apple Music (o iTunes) dell'iPad e quindi bisogna caricare preventivamente nella libreria i file di prova (possibilmente in formato CD, non compressi, anche se non è un obbligo). I passi per fare questa operazione sono descritti in appendice nel post precedente. La configurazione di prova quindi è semplicissima, così come il controllo dell'effetto dell'intervento.:

  • file audio di test ---> AMTRA app / iPad ---- (uscita cuffia)--- > Ingresso linea Amplificatore
  • file audio di test ---> Music app / iPad ---- (uscita cuffia)--- > Ingresso linea Amplificatore

Il posizionamento delle casse.
Invece che ai due vertici di un triangolo equilatero ideale (al terzo ci siamo noi) ovvero, se preferite, distanziate rispettivamente di 30° a sinistra o destra (60° complessivi) dal punto davanti a noi di un cerchio ideale al cui centro siamo noi, le casse devono essere avvicinate a 8-10° rispettivamente, quindi max 20° complessivi circa. In pratica vicine davanti a noi. Il punto di ascolto può rimanere lo stesso o essere avvicinato (di poco) e le casse possono essere orientate o mantenute parallele, negli esempi in rete ci sono diverse combinazioni. Occorre fare qualche prova, io ho scelto la più semplice, anche per vincoli di stanza, leggermente orientate e posizione avvicinata. Per chi abbia tempo e libertà di collocazione (e casse non troppo pesanti da spostare) consiglio di provare anche altre combinazioni. Ma dopo aver provato la collocazione più comoda e aver verificato gli effetti, per migliorarli, altrimenti diventa un labirinto di prove.

I risultati
Dico subito che il sistema funziona, che la efficacia dipende dal software, ovvero dai file audio scelti, e che quando funziona il risultato è ben avvertibile e si può parlare veramente di ricostruzione spaziale. Qualcosa quindi da provare, anche se il secondo passo, ovvero modificare il layout dell'impianto, non è detto che ci sarà, per vari motivi (vedi dopo).

I test sono stati eseguiti in massima parte con file audio in formato CD trasferiti su iPad (ma con gli equivalenti compressi in AAC alta qualità non si rilevano differenza sostanziali). In sintesi alcune prove:


Diana Krall - Glad Rag Doll
Risultati difficilmente percepibili, il fronte sonoro si allargava poco oltre le casse anche se gli strumenti erano distribuiti correttamente e non confinati in altezza dentro le casse, che erano praticamente affiancate davanti a me, voce ben centrata. Provato un altro brano dello stesso album senza avvertire differenze sostanziali. Era una prova veloce con un file audio compresso AAC e mi è venuto il dubbio che fosse quello il problema, ma prima ho provato un altro brano con strumenti in parte acustici che avevo già sulla libreria iPad e sempre compresso AAC (ma anche in vinile).


Cat Power - Fortunate Son
Una prova senza grandi aspettative e invece ecco il risultato aspettato: i violini che accompagnano questa scarna ma successiva cover del noto brano dei Creedence Clearwater Revival, che parlava ai ragazzi americani costretti a partire per il Vietnam, comparivano ben delineati all'esterno della cassa di destra, la voce della cantante americana era ben centrata ma più indietro, forse troppo, l'effetto eco che nell'ascolto stereo normale era appena avvertibile veniva molto enfatizzato. Faceva un certo effetto ascoltare un palcoscenico virtuale così ampio e apparentemente non originato dai diffusori.

A questo punto la prova diventava interessante e mi sono dedicato a trasferire sull'iPad un po' di brani di prova più significativi, tutti in formato CD ovviamente.

John Coltrane - Live at Village Vanguard / Joe Henderson - Lush Life (Isfahan)
I primi ascolti del nuovo set sono stati con un gruppo jazz acustico, una registrazione storica di Coltrane, e una più recente (anni '90) di Joe Henderson, la prima in quartetto la seconda in duo sax tenore e contrabbasso, uno dei brani che uso più spesso come test.
Delusione, risultati praticamente nulli, il fronte sonoro non si allargava oltre le casse, la separazione tra gli strumenti non si avvertiva se non ovviamente per il duo.

A questo punto mi era venuto il dubbio che l'algoritmo nella implementazione Amtra fosse ottimizzato per audio compresso. Avevo letto qualcosa che mi faceva venire questo sospetto. Quindi ho ricaricato e provato gli stessi brani compressi (MP3 320 questa volta). Dubbio privo di fondamento, non cambiava nulla. Proviamo a cambiare brano.

Miles Davis - Some Day My Prince Will Come
Altra registrazione storica ma eccelsa, un classico dei test (e anche un piacere sentire) ed ecco di nuovo l'effetto Ambiophonics. Descrivo il posizionamento degli strumenti davanti a me come l'ho segnato sul taccuino (per verificare poi a confronto con la collocazione stereo standard è possibile fare solo così): la tromba con sordina di Miles ben posizionata al centro, dietro alle casse e alla giusta altezza, il contrabbasso di Chambers sulla destra, un po' in sottofondo, soprattutto in evidenza il piano di Wynton Kelly, netto, in un punto preciso e percepibile sempre, anche quando è in accompagnamento. Molto bella sia l'entrata al sax di Hank Mobley sulla destra, morbido e con toni scuri, e a seguire, dopo un altro pregevole assolo del leader, il sax di Coltrane sulla sinistra. Tutto molto bello, la ricostruzione spaziale come la si desidera ma ... stranamente il suono delle spazzole sui tamburi nell'accompagnamento alla batteria di Jimmy Cobb sembrava proprio avanti, mentre doveva stare più indietro, eppure quando tornava alle bacchette e alla grancassa tutto tornava a posto, sulla stessa linea di profondità del sax, centrato.

Il confronto con l'ascolto in stereo
Un paio di giorni dopo ho fatto il confronto con i diffusori in posizione standard (lo spostamento non è immediato con diffusori piuttosto pesanti e da risistemare e il tempo è sempre tiranno). Nessuna drammatica caduta, per fortuna, ma il pianoforte ritornava più in sottofondo e meno identificabile come posizione nelle parti di accompagnamento, mentre le spazzole, sempre piuttosto in evidenza in questa registrazione, tornavano più indietro, la batteria ora era un po' spostata sulla destra e il contrabbasso, più netto.

Un altro confronto interessante riguardava Fortunate Son, questa volta in vinile. Qui, come ricordavo, la voce era appena accompagnata da un effetto eco, meno evidente, e anche i violini erano meno spostati sulla destra, una collocazione spaziale meno netta ma anche apparentemente più vicina alla collocazione decisa dal tecnico del suono.

Gli altri ascolti
La cosa diventava interessante, ogni album poteva contenere sorprese, quindi ho continuato con diversi altri brani, scegliendo ovviamente tra quelli che conosco bene e che ho ascoltato molte volte, per facilitare il confronto a memoria.
Cominciando da Joe Henderson (un disco che utilizzo molto spesso per i test per la sua variabilità di formazioni). L'obiettivo era verificare se la mancanza di effetto "spaziale" derivava dalla formazione con soli due strumenti. Ascolto quindi un brano in quintetto, U.M.M.G, e nulla cambia, nessuna espansione spaziale.
Che invece si manifesta bene negli altri ascolti:

Pentangle: I Loved A Lass - chitarra a sinistra e contrabbasso sempre a sinistra ma ben separati, la voce di Bert Jansch leggermente arretrata ma ben centrata (e anche qui una leggera eco) la seconda chitarra di Jansch a destra sempre ben posizionata, tutto a posto. Da segnalare che anche in un successivo ascolto (The Trees They Do Grow High) la voce di Jacqui McShee ha un leggero effetto eco.

Pentangle: Three Part Thing: solo strumentale, i 3 strumenti più le molte percussioni di Terry Cox sono ben posizionati davanti a me. Anche la timbrica appare corretta-

Diana Krall - It Could Happen To You (da This Moment On): è un brano con accompagnamento orchestrale e le varie sezioni, fiati e archi sono ben distinte e disposte su un fronte ampio, bella e precisa anche la batteria, la voce è "grande", molto in evidenza, sempre molto stabile al centro (ma onestamente nel mio impianto questa non è mai stata una carenza).

Come si sente senza Ambiophonics
L'altro test di verifica, ovvio, è ascoltare gli stessi pezzi musicali senza l'intervento del DSP, quindi direttamente dalla app Music dell'iPad. I diffusori diventano in pratica dei Near Field Monitor, ma li ascoltiamo più arretrati. Il risultato è quello che ci si aspetta: tutto diventa piccolo e confinato dentro i due diffusori, molto vicini tra loro e, per esempio, Miles Davis con la sua tromba con sordina diventa alto all'incirca come le mie Kef 103/4 Reference (quindi circa 1 metro) e posizionato al centro tra di esse. L'effetto del DSP insomma esiste ed è molto incisivo.

Personalizzazioni e parametri
L'algoritmo DSP Ambiophonics utilizato, RACE, prevede inoltre una serie di parametri che possono essere modificati per personalizzare l'effetto in base all'ambiente o al file sorgente. Nelle prove sono state mantenute le impostazioni di default, perché bisognerebbe studiare gli effetti e poi pianificare gli interventi per ottenere un risultato. Andare per tentativi richiederebbe un tempo improponibile, tenendo conto anche delle altre variabili come la distanza del punto di ascolto il raggio di ampiezza della disposizione delle casse, la distanza dalle pareti e così via, e quindi del grande numero di possibili combinazioni. Ho rimandato quindi questi interventi ad un'altra prova, ma qualcuno può avventurarsi su questa strada. E' possibile che, intervenendo su alcuni parametri, le anomalie riscontrate per alcuni strumenti o addirittura l'effetto insufficiente possano essere ridotti o eliminati. I parametri su cui è possibile agire sono:

  • RACE attenuation: l'entità dell'attenuazione del crosstalk, dipendente dall'entità del crosstalk presente (che dovrà essere verificata a orecchio, per tentativi)
  • Delay: il tempo di ritardo ovvero la durata dell'efficacia dell'attenuazione
  • Center: il livello di enfatizzazione dei suoni da posizionare al centro (o effetto mono), ovvero in che misura occorre stabilizzare la immagine centrale (voce, strumento solista)
I valori di default, adatti nella maggior parte dei casi secondo gli sviluppatori, sono i seguenti:



Vantaggi e svantaggi
I vantaggi li abbiamo visti, gli svantaggi in parte anche, non tutti i brani beneficiano allo stesso modo del trattamento (i motivi sono spiegati nella documentazione citata) e bisognerebbe lavorarci sopra, intervenendo sui parametri o addirittura sull'analisi dei file sorgenti (e sulle varie edizioni e masterizzazioni) per arrivare ad un risultato migliore. Per questo scopo servirebbe l'altro software di digital processing, quello che trascodifica in ambiophics i nostri file originali. Gli altri svantaggi di ordine pratico sono la necessità di spostare i diffusori e il punto di ascolto obbligato. Se i diffusori potessero poi restare sempre nella nuova posizione (a parte gli amici audiofili che li guarderebbero molto male) nessun problema, ma la necessità di ascoltare anche brani non "amiophonics ready" richiederebbe addirittura due impianti separati.
Infine, tutta la musica che vogliamo ascoltare dovrebbe essere digitalizzata e trasferita su file, inclusi i CD e a maggior ragione la musica su supporto analogico. Un cambio quindi abbastanza radicale.

Tirando le somme
Questo set di prove effettuato con i parametri di default e senza interventi sull'ambiente di ascolto, a parte lo spostamento dei diffusori, consente già di fare alcune considerazioni su questa metodologia. La prima è che si conferma la sensibilità dell'algoritmo alla tecnica di registrazione (come affermano anche le varie fonti). Non tutte le registrazioni possono essere elaborate digitalmente in modo efficace per ricreare le informazioni di ambienza. Ci sono alcune considerazioni tecniche sulle fonti citate relative soprattutto alle scelte effettuate sui microfoni, numero e posizionamento.

E' probabile quindi che la idiosincrasia con una registrazione normalmente apprezzata come quella di Lush Life dipenda proprio da questo. Riguardo alle anomale di posizionamento di alcuni strumenti o della voce nel palcoscenico virtuale è possibile che dipendano invece dal posizionamento in ambiente. Come ho accennato, si è trattato di uno spostamento minimale, anche per verificare se quello che afferma chi propone questo nuovo approccio (ovvero che non richiede stravolgimenti) risponde al vero. Quindi solo spostamento della casse, in un ambiente abbastanza assorbente (pavimento in legno, tappeti, tende, divani) ma anche con una grande libreria chiusa in legno più vetro (ma alle spalle e di lato dei diffusori), quadri e altri elementi riflettenti, per di più la stanza è di forma irregolare, con una parete angolata. Lavorando sul posizionamento e sui parametri e potendo agire in modo più radicale sugli arredi alcuni di questi effetti si potrebebro forse ridurre o eliminare.
Lettori del blog che volessero continuare questi test e lo facessero sapere nei commenti potrebbero dare altre utili informazioni in questo senso. Da considerare infine l'effetto ancora più radicale avrebbe l'inserimento di due diffusori alle spalle del punto di ascolto, una seconda opzione del sistema Ambiophonics, ottenendo una ricostruzione audio a 360°. C'è molto da sperimentare ancora.

Adottarlo sì o no?
Nel mio caso no, e un po' mi dispiace perché in molti casi l'efficacia è dimostrata e l'aumento del piacere d'ascolto è garantito. Ma in altri è meglio l'ascolto standard e bisognerebbe spostare ogni volta due casse dal peso di quasi 20 Kg l'una. Non molto consigliabile. Inoltre io ascolto anche da sorgenti analogiche, vinile, registratore a bobine, radio FM che non potrebbero passare per il DSP (a meno di averlo integrato nell'ampli o di digitalizzare, cosa che non ho intenzione di fare) e che sarebbero inascoltabili senza DSP.
Chi non ha questi vincoli, dopo un test approfondito che conferma i risultati positivi anche nel suo ambiente d'ascolto, un pensiero può anche farlo.