L'ultimo post di questo blog sulla capacità o meno di ascoltare le differenze tra audio in bassa e in alta definizione risale a oltre due anni fa. Sono stati pubblicati altri studi e altri test in seguito, da centri studi come la AES con metodologie analoghe, da appassionati con sistemi più artigianali ma efficaci, come l'invio via rete dei file da confrontare (ovviamente opportunamente camuffati per non renderli riconoscibili) a un numero molto elevato (centinaia) di volontari, con un questionario da compilare. L'obiettivo era sempre individuare quanti erano tra i partecipanti al test quelli che riuscivano a individuare senza incertezze e quindi con prove ripetute, la differenza tra un MP3 e un CD, tra un CD e un HD o addirittura tra un MP3 e un HD.
I risultati erano più o meno simili, e simili al test che è stato illustrato qui con ampiezza nel post citato prima: la maggior parte dei "tester" non riuscivano ad individuare in modo sicuro le differenze, un certo numero le individuava alcune volte e solo con alcuni generi musicali, un numero ridotto, tra il 15 e il 20%, le individuava senza incertezze in quasi tutti i test.
In un mondo abituato al sistema democratico dove "la maggioranza vince" dovremmo concludere che il popolo ha votato, e anche più volte, e quindi il responso è che la differenza non si sente. Ma non era questo lo scopo dei test, non è un referendum, ma una verifica delle capacità del sistema uditivo di noi umani.
E' confermato: gli umani possono riconoscere l'alta definizione
Sotto questo punto di vista, come era riportato nelle conclusioni del post precedente, che riassumevano quello dello studio, i test dimostrano proprio il contrario, ovvero che una percentuale non grande ma non trascurabile di persone la differenza la sente, quindi si può sentire. In più, il test e quelli successivi hanno mostrato anche che questa percentuale è molto elevata tra chi si occupa di musica per mestiere o in modo intenso, ingegneri del suono, musicisti, progettisti di sistemi audio professionali. E, per tutti gli altri, che la percentuale di test corretti aumenta in modo molto significativo quando sono forniti prima del test indicazioni sugli elementi sui quali soffermarsi per individuare le differenze di ascolto.
Sotto questo punto di vista, come era riportato nelle conclusioni del post precedente, che riassumevano quello dello studio, i test dimostrano proprio il contrario, ovvero che una percentuale non grande ma non trascurabile di persone la differenza la sente, quindi si può sentire. In più, il test e quelli successivi hanno mostrato anche che questa percentuale è molto elevata tra chi si occupa di musica per mestiere o in modo intenso, ingegneri del suono, musicisti, progettisti di sistemi audio professionali. E, per tutti gli altri, che la percentuale di test corretti aumenta in modo molto significativo quando sono forniti prima del test indicazioni sugli elementi sui quali soffermarsi per individuare le differenze di ascolto.
Considerazioni banali, se solo cambiamo settore. Ad esempio nel popolare settore dei vini di qualità, io stesso, come molti dei lettori del blog, immagino, troverei molte difficoltà a percepire le differenze tra due annate di Brunello di Montalcino, e probabilmente anche a riconoscere due diversi tipi di vini di uvaggio simile. Ma se qualcuno mi insegnasse come utilizzare i miei sensi al meglio (training: un corso da sommelier) la mia performance sicuramente migliorerebbe. E in ogni caso mai mi azzarderei a sostenere che siccome io non la sento, la differenza non c'è e che chi afferma di sentirla è un povero illuso pronto a farsi spolpare da chi vende a 100 o 200 € una bottiglia di Sassicaia di un'annata particolare.
Eppure nella musica funziona così, in una discussione su un articolo de Il Post di un anno fa circa, basato sul solito articolo di un giornalista inglese, in questo caso, che sosteneva che l'alta definizione era inutile, se non una bufala, perché lui in una dimostrazione hi-fi non aveva sentito alcuna differenza, in risposta a tutti quelli che dicevano che era proprio così, ho usato le stesse considerazioni, ma senza successo. Dicevano che non c'entrava nulla, che erano cose diverse. Eppure erano sempre i nostri sensi che stavamo utilizzando, eredità di quando eravamo cacciatori o cacciati e onnivori migranti alla ricerca di qualche fonte di sostentamento. L'udito raffinato e selettivo era fondamentale per individuare le prede o evitare di diventarle noi, il palato raffinato era indispensabile per individuare ciò che era commestibile da quello che non lo era o non lo era più. Poi è arrivata l'agricoltura, la fine dei bisogni elementari e lo sviluppo della cultura che ha dato a questi sensi altri e più piacevoli scopi.
E tra questi scopi c'è la musica, che si può ascoltare, cantare o suonare o dirigere o creare. Per ascoltarla basta essere interessati, si può apprezzarla anche se non sappiamo riconoscere uno strumento da un altro, già per cantare senza far scappare gli altri occorre un certo "orecchio" ovvero una educazione alle regole della musica che ci consente di individuare i nostri difetti, le stonature, e correggerli. Per suonare occorre saper individuare le altezze dei suoni, i toni, per accordare uno strumento ad esempio o verificare se è scordato, e anche molto di più se andiamo verso la composizione o la direzione di un'orchestra o il mastering di una registrazione. Anni e anni di conservatorio o di pratica. Tutto quello che si chiama educazione e competenza nel settore.
I risultati della meta-analisi in sintesi
L'abstract dello studio del prof. Joshua Reiss, della Queen Mary University di Londra, nonché membro della AES, Audio Engineering Society, è riportato nel seguito, a seguire la presentazione grafica e la traduzione, il link allo studio completo, di lettura non troppo difficile. Gli interessati che lo richiedono nei commenti possono ricevere anche i file excel sui dati completi dello studio, che sono anch'essi liberamente disponibili e che ho scaricato.
L'abstract dello studio del prof. Joshua Reiss, della Queen Mary University di Londra, nonché membro della AES, Audio Engineering Society, è riportato nel seguito, a seguire la presentazione grafica e la traduzione, il link allo studio completo, di lettura non troppo difficile. Gli interessati che lo richiedono nei commenti possono ricevere anche i file excel sui dati completi dello studio, che sono anch'essi liberamente disponibili e che ho scaricato.
There is considerable debate over the benefits of recording and rendering high resolution audio, i.e., systems and formats that are capable of rendering beyond CD quality audio. We undertook a systematic review and meta-analysis to assess the ability of test subjects to perceive a difference between high resolution and standard, 16 bit, 44.1 or 48 kHz audio. All 18 published experiments for which sufficient data could be obtained were included, providing a meta-analysis involving over 400 participants in over 12,500 trials. Results showed a small but statistically significant ability of test subjects to discriminate high resolution content, and this effect increased dramatically when test subjects received extensive training. This result was verified by a sensitivity analysis exploring different choices for the chosen studies and different analysis approaches. Potential biases in studies, effect of test methodology, experimental design, and choice of stimuli were also investigated. The overall conclusion is that the perceived fidelity of an audio recording and playback chain can be affected by operating beyond conventional levels.
Quella che segue è la traduzione dell'abstract:
"E’ in corso un acceso dibattito sui vantaggi della registrazione e il rendering audio ad alta risoluzione, cioè, sistemi e formati che sono in grado di andare oltre la qualità CD. Abbiamo intrapreso una revisione sistematica ed una meta-analisi per valutare la capacità dei soggetti sottoposti ai test di percepire una differenza tra alta risoluzione e lo standard, 16 bit, 44,1 o 48 kHz audio. Tutti i 18 esperimenti pubblicati ufficialmente e per i quali i dati ottenuti dati possono essere considerati sufficienti sono stati inclusi, fornendo una meta-analisi che coinvolge oltre 400 partecipanti in oltre 12.500 prove. I risultati hanno mostrato un numero picco ma statisticamente significativo di soggetti sottoposti al test capaci di discriminare il contenuto ad alta risoluzione, e questa capacità è aumentata in modo molto significativo quando i soggetti di prova hanno ricevuto una formazione completa (sulla modalità di ascolto). Questo risultato è stato verificato da un'analisi di capacità sensoriale per la quale sono state seguite scelte diverse negli studi scelti e diversi approcci di analisi. Sono stati anche indagati i potenziali scostamenti negli studi, effetto della metodologia di test, del disegno sperimentale, e la scelta degli stimoli (campione musicale scelto). La conclusione generale è che la fedeltà percepita di una registrazione e di una catena audio di riproduzione può essere incrementata andando oltre i livelli convenzionali (di qualità proposti dal mercato)."
Lo studio completo si può scaricare da questa pagina dell'AES dove è presentato. Nel caso il link fosse modificato si può scaricare anche da questo link.
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