mercoledì 24 marzo 2010

Magia dell'analogico: 2. Il Wi-Fi degli anni '60

Riprendendo a raccontare di come negli anni dell'analogico si potesse ascoltare la musica con ancora maggior fedeltà del tanto celebrato vinile eccoci a ricordare una tecnologia Wi-Fi degli anni '60. Una alternativa ai "bobina", i registratori a bobine aperte (reel-to-reel) e ai nastri pre-registrati, allora praticamente non diffusi da noi, che personalmente sto continuando ad acquistare (in USA di solito) incappando in registrazioni spesso eccezionali.

La tecnologia a cui alludo è molto nota, e penso che molti trovino bizzarro o insensato accostarla a un suono di qualità. Parlo infatti dell'FM Stereo. Che era sicuramente senza fili, ma sorprendentemente anche di alta qualità, almeno prima di ... ma non precorriamo i tempi. Alta qualità rispetto all'LP, naturalmente, che all'epoca non era circondato dalla incondizionata ammirazione di ora. Stampe non perfette, vinile di bassa qualità, giradischi e bracci non sempre impeccabili, usura e necessità di pulizia, rendevano questo sistema di non facile gestione (per questo poi il CD è stato accolto, almeno all'inizio, come una liberazione).

La radio FM nella sua versione stereo non aveva questi problemi d'origine, e per un certo periodo è stata la sorgente preferita in molti impianti di alto livello, come testimoniato dalla presenza sul mercato di sintonizzatori di costo assai elevato, come il famoso Sequerra della foto, che costavano come una utilitaria dell'epoca.

Non in Italia, però
Da noi le cose sono andate diversamente. La radio diffusione era nata in modulazione di ampiezza AM, ed è rimasta tale sino agli anni '40-'50, quando la nuova tecnologia in modulazione di frequenza (FM), che consentiva una migliore ricezione ed una risposta in frequenza più ampia (e quindi anche di trasmettere la musica in modo adeguato) è diventata disponibile commercialmente, prima in USA e poi nei paesi europei. Il passo successivo per arrivare all'alta fedeltà era aggiungere i due canali necessari per l'ascolto in stereo, e quindi per la ricostruzione spaziale. A questo risultato si è arrivati all'inizio degli anni '60 (nel 1961 in USA è stato approvato dalla commissione governativa preposta lo standard e sono iniziate le trasmissioni).

In Italia invece c'era un monopolio chiamato Rai. Con i suoi laboratori all'avanguardia, ma anche con i suoi tempi lentissimi. Quasi subito, pochi anni dopo la disponibilità della nuova tecnologia, sono iniziate anche in Rai le sperimentazioni in FM Stereo. Solo per poche ore al giorno ed apprezzabili solo dai pochi che investivano in sintetizzatori stereo, costosi ma utilizzabili per ben poche trasmissioni. Come sarà stata valutata la efficacia di questa sperimentazione non lo sappiamo, ma sta di fatto che è durata dai primi anni '60 sino agli anni '70, fino a quando il monopolio è caduto con la esplosione delle radio libere, che hanno iniziato ad utilizzare in modo esteso anche questa tecnologia, ormai matura. Nel 1982, in uno scenario del tutto mutato, sono iniziate le trasmissioni regolari in stereo anche da parte della emittente pubblica, che seguivano quelle in filodiffusione attive sin dagli anni '60.

C'è da dire che negli anni dell'immobilismo Rai qualcun altro trasmetteva in FM Stereo, era Radio Vaticana (quindi quasi solo musica classica) e gli appassionati si rivolgevano anche a questa emittente.

Negli anni '70 finalmente l'FM Stereo era quindi una realtà. Purtroppo del tutto inutile per chi cercava la qualità. Nel frattempo infatti era iniziato l'assalto all'etere, l'affollamento delle radio, le sovrapposizioni di frequenza, le sovramodulazioni, e parlare di qualità d'ascolto era quasi ironico, tenendo conto che spesso non era garantito neanche l'ascolto, neanche dalle stazioni maggiori. Oltre 30 anni dopo, a testimonianza di come riusciamo in Italia a rendere stabili le situazioni instabili, la situazione non è molto migliorata. Anche dove l'ascolto è diventato quasi stabile e con segnale forte e non disturbato è rimasta lo stesso una promessa. Le stazioni commerciali hanno infatti iniziato ad adottare sistemi computerizzati per la diffusione della musica, archiviata ovviamente in formato compresso (MP3 e simili) con le ben note limitazioni in termini di qualità. Il canale trasmissivo è ora di migliore qualità, ma il contenuto trasmesso è compresso, non può raggiungere i parametri di qualità richiesti dall'Hi-Fi.

Il suono FM
A fronte di una risposta in frequenza meno estesa rispetto a quella consentita teoricamente dal disco microsolco (LP in vinile), 15KHz anziché 20KHz, la tecnologia FM Stereo garantisce un minore rumore di fondo e una gamma dinamica spesso superiore, e in generale una superiore musicalità e ricostruzione spaziale. A patto che il segnale sia sufficientemente forte, l'antenna ben posizionata, il programma all'origine ben registrato.

Negli anni dell'analogico, se la musica arrivava da un LP evidentemente non si poteva migliorare di molto, magari un vantaggio c'era perché il giradischi non era quello del mobile Hi-Fi Grundig o JBL, ma un formidabile (e ora ricercatissimo) EMT professionale.

Ma il vero plus si otteneva se quello che era diffuso era un programma registrato dal vivo, o addirittura trasmesso dal vivo. Nel primo caso era registrato su nastri master di alta qualità, nel secondo caso era trasmesso senza interposizioni e conseguenti perdite di qualità. Se i microfoni erano disposti bene (ed erano tempi in cui in queste cose si guardava meno ai costi rispetto ad ora) il risultato non poteva che essere ottimo, di solito superiore all'LP.
Naturalmente parliamo soprattutto di musica classica, ma non mancavano, per esempio alla BBC, concerti dal vivo di musica folk o moderna, che sono poi diventati dischi anni dopo (come le BBC sessions dei Pentangle)

Il risultato, per chi viveva in zone dall'etere poco congestionato e poteva ascoltare in FM stereo Radio Vaticana o i pochi programmi Rai sperimentali, era una qualità che poteva tenere testa alla migliori registrazioni su vinile e anche superarle in molti casi. Esattamente come avveniva negli USA, dove difatti era una situazione comune vedere negli impianti hi-fi, anche di livello elevato, un sintoamplificatore invece del tradizionale amplificatore specializzato.

E ora?
E' ancora una tecnologia di qualche interesse, per chi voglia sperimentare strade alternative nell'analogico? Direi di sì. la situazione nella radiofonia è rimasta infatti più o meno uguale a quella degli anni '70 e '80, l'unica differenza è che ora quasi tutte le trasmissioni FM, Rai e private, sono in stereofonia (con quale qualità è poi da vedere) e che il "far-west dell'etere" creatosi negli anni '70 non è stato risolto (in fondo sono passati solo 30 anni), ma si è cristallizzato. Continua ad essere difficile in alcuni casi e in alcune aree affollate (come Milano o Roma) ascoltare emittenti, incluse quelle Rai, che trasmettono attenendosi ai parametri. Ma in generale, investendo magari in una antenna esterna, è possibile raggiungere una ricezione adeguata.

In teoria tutta la radiofonia dovrebbe essere passata già in digitale, da quasi dieci anni, con il nuovo standard DAB (Digital Audio Broadcasting) o con l'alternativa T-DMB. In realtà invece sono in corso solo sperimentazioni ma non esistono piani certi di diffusione. Una scheda sulla situazione della radio digitale terrestre si può leggere qui. Ma il ritardo, per gli appassionati di alta fedeltà, è in questo caso un bene. Lo standard DAB prevede la diffusione del segnale in formato compresso e non ha come obiettivo un miglioramento della qualità rispetto all'FM, ma altri servizi e un migliore sfruttamento dell'etere. meno che mai l'alta definizione (anche se tecnicamente sarebbe possibile tutto). Quindi, meglio così.

In sintesi, come si può provare il suono analogico FM?
Per prima cosa, se non c'è nell'impianto, bisogna procurarsi un sintonizzatore. Sono componenti ormai spariti dai negozi di alta fedeltà, cancellati dal caos dell'etere, ma si trovano facilmente su eBay, soprattutto in Germania o nel Regno Unito, dove la transizione alla radio digitale terrestre è stata invece effettivamente avviata. I modelli sono moltissimi, sono affidabili, tutta elettronica e non soggetti a grande invecchiamento; conviene rivolgersi a quelli relativamente più recenti a sintesi di frequenza (come le autoradio). L'antenna può essere il solito doppino a T dentro casa o, meglio per chi può, una antenna esterna. Nei negozi di elettronica ben forniti si trovano ancora facilmente questi componenti.
I programmi in effettiva alta fedeltà che si possono ascoltare sono quelli musicali di Radio Vaticana, alcuni programmi di Radiorai 3 (eccezionali i concerti dal vivo) o le trasmissioni in FM stereo del canale di musica classica della filodiffusione FD5 (100.300) che trasmette 7x24, a volte però registrazioni storiche, magari interessanti, ma in mono e di qualità non eccelsa, e soprattutto ad un livello molto basso, probabilmente per attenersi ai parametri o forse per vincoli legati alla filodiffusione (che incredibilmente esiste ancora e ha ancora abbonati, non si sa quanto consapevoli di esserlo) con conseguente rischio di rumore di fondo.

Tutto il resto, inclusa la migliore emittente musicale italiana (Lifegate Radio) pare proprio che sia trasmesso a partire da audio compresso, l'ascolto può anche essere piacevole, ma si sente la differenza.

Quindi pochissime emittenti e pochi programmi, e in maggioranza di musica classica, ma quando la trasmissione è quella giusta si riesce ad ascoltare con una naturalezza del suono ed una efficacia nella ricostruzione spaziale sorprendenti, che consentono di apprezzare anche in questo caso la magia dell'analogico.