mercoledì 21 dicembre 2016

Lo streaming in HD (per la classica) - II Parte

Attenzione:  ClassicsOnline ha annunciato il 25 gennaio la chiusura delle attività il 31 gennaio 2017. Quindi anche del servizio streaming in alta definizione provato in questo post e nel precedente. Nei commenti è riportato l'annuncio per i clienti a pagamento e in trial. Nel frattempo però Tidal ha annunciato l'avvio ufficiale del suo servizio di sreaming in HD, non solo per la classica, che utilizza il sistema di compressione lossless MQA. Il post successivo  illustra le principali caratteristiche di Tidal con MQA.

Dopo la veloce recensione del nuovo servizio di streaming ClassicsOnline di Naxos e OraStream, condotta nella configurazione più semplice possibile, ovvero iPad + cuffia di qualità, completo la prova utilizzando il servizio come sorgente per l'impianto di casa e per l'impianto in auto, quindi in mobilità.

1. Con l'impianto di casa

Il collegamento
Non è molto versatile, non è supportato Chromecast e il servizio non è incluso tra quelli "on board" nei network player attuali. L'unico modo per arrivare all'impianto è quindi tramite un PC e un DAC esterno. Nel mio impianto c'è un music server realizzato con un Mac Mini (vedi gli articoli che ne descrivevano la realizzazione) e quindi il problema non si pone, ma chi avesse scelto invece la soluzione network player dovrebbe utilizzare per forza un notebook e installare su di esso la app desktop di ClassicsOnline, se vuole usare un DAC di qualità e non il DAC interno di un iPad e la sua uscita cuffia.

La app desktop per Mac
Come altri servizi di streaming la libreria, il motore di ricerca per la scelta dei brani e il player sono attivabili anche da browser, ma viene consigliato di installare l'apposita app per maggiore semplicità d'uso (e forse prestazioni). Così ho fatto sul mio Mac Mini. Installazione veloce e senza complicazioni, L'unico problema incontrato è stato la necessità di configurare esplicitamente il DAC collegato (un HRT Music Streamer), altrimenti il player non partiva senza dare messaggi di sorta. Una volta partito si presenta così (è visibile anche il pannello di configurazione sulla destra),


Il funzionamento è intuitivo e quello che restava da fare era soltanto provare software in HD con diverse configurazioni strumentali. Come si vede dall'immagine sono partito dal pianoforte che in queste incisioni usciva molto bene, Non erano possibili confronti con gli stessi brani quindi non posso dare informazioni su eventuali perdite o miglioramenti rispetto ad una configurazione tradizionale (con materiale ottenuto via download o ripping, ma posso testimoniare che quello che usciva dai miei diffusori era un pianoforte timbricamente corretto, ampio e credibile.

Ho provato anche brevemente la installazione e l'utilizzo della app gemella per ambiente Windows, stessa facilità di installazione e immediatezza d'uso, qualche attenzione in più (tipica dell'ambiente Windows) deve essere dedicata alla configurazione dell'uscita audio, anche in dipendenza del DAC usato.

Gli altri ascolti
Non ho mancato di risentire anche Schubert ripensato da Busoni nella interpretazione del pianista italiano Enrico Vincenzi, che anche in questa modalità di ascolto appariva affascinante e tecnicamente valido.


Sugli archi e in particolare con il quartetto d'archi da camera avevo avuto qualche perplessità. Ho trovato tra il materiale Hi-Res questa trascrizione per quintetto d'archi e pianoforte del bellissimo concerto n.20 di Mozart, l'unico in modo minore. Un ottimo ascolto,nessun difetto particolare, non entusiasmante forse per il pianoforte un po' indietro.


Proviamo la voce a questo punto. Non c'è molto che conosco già almeno tra i titoli messi in evidenza. C'è di Mahler lo splendido Das Lied Von De Erde ma ancora una volta con accompagnamento per quartetto d'archi e non per orchestra (penso che le case discografiche risparmiano con queste trascrizioni). Allora scelgo qualcosa di ancora più concentrato sulla voce, come questo:


Una selezione di arie del noto compositore tedesco ma francese di adozione, maestro dell'opera lirica più melodrammatica e più gradita al pubblico della seconda metà dell'800, riproposta con la sola voce della soprano israeliana Sivan Rotem con l'accompagnamento del pianoforte. La voce qui esce in modo molto convincente grazie ad un'ottima registrazione, si apprezza in particolare la grande dinamica e la stabilità dell'immagine virtuale. Potrei azzardare che è un buon esempio di alta definizione e di cosa si può ottenere, anche se si tratta solo di un 24/44.1.

L'ultimo test l'ho dedicato alla prova più impegnativa, la grande orchestra, che sinora non avevo ascoltato in streaming HD. Cercando qualcosa di non troppo insolito e di già conosciuto (da me) per rendere più significativo il confronto, ho trovato questa esecuzione (dal vivo) del primo concerto per violino di Brahms con l'orchestra di Uppsala e un valido solista anche lui svedese, Nils-Erik Sparf.


Anche questa è una registrazione quasi HD, in risoluzione 24 bit ma con frequenza tagliata (in post-produzione) a 44.1KHz. Suona però molto bene, violino solista in evidenza ma non troppo, molto musicale e fluido, orchestra potente e con grande dinamica, buona ricostruzione spaziale e localizzazione delle varie sezioni di strumenti e dei fiati con parti solistiche. Convincente anche se non da standing ovation.

In sintesi
Il servizio in streaming CalssicsOnline nell'ascolto sul nostro impianto si mostra all'altezza dell'ascolto tradizionale con materiale in download o acquisito via ripping (o suonato da un lettore multiformato SACD). Il catalogo ancora non molto ricco di materiale HD lo rende per ora, anche considerando il costo molto basso, soprattutto una fonte di acqusizione di contenuti complementare e non sostitutiva degli altri canali citati.

2. In auto

Parliamo ovviamente di un'auto dotata di un impianto specializzato per l'ascolto della musica, non di un impianto di serie, dove nel 99% dei casi anche l'ascolto di un servizio streaming in qualità standard risulta troppo impegnativo per l'impianto stesso (meglio ascoltare qualcosa di diverso dalla musica, per rispetto alla musica, salvo rari e costosissimi impianti opzionali per rare e costosissime auto come le BMW Serie 6).

Qui sono passato da un'ottima impressione iniziale a un giudizio negativo, sempre rispetto alle alternative disponibili nello streaming. L'impressione iniziale era positiva perché nel primo trasferimento casa - ufficio che ho fatto, accompagnato dall'ascolto dalla musica con ClassicsOnline ho avuto la piacevole sorpresa di interruzioni zero, pur con un impegnativo flusso HD. Come ho testimoniato altre volte, con una connessione 4G e un buon smartphone recente (nel mio caso iPhone SE, identico a un iPhone 6 ma più compatto) con Spotify e altri servizi streaming a compressione, anche alla qualità più alta non si rilevano interruzioni nel flusso praticamente mai, con Qobuz o Tidal in qualità CD a volte capita, anche se in genere l'ascolto è possibile senza interruzioni momentanee. Il tutto a Roma e in un percorso variabile, anche in galleria e con gestore TIM.

L'algoritmo adattativo
La prestazione eccellente aveva però una motivazione molto semplice a cui non aveva pensato in un primo tempo: l'algoritmo adattativo, ovvero la riduzione della risoluzione e del bitrate in base alla qualità del segnale. Qualcosa di simile come concetto a quello che ha realizzato Netflix per il video. Solo che in Netflix la risoluzione ridotta riguarda le fasi iniziali di un film, poi il sistema si stabilizza e utilizza opportunamente il caching per stare il più possibile vicino alla qualità HD, mentre qui la risoluzione scende tutte le volte che la qualità scende. Peraltro avevo anche lasciato il settaggio standard, quindi poteva scendere fino a 160Kbps.

Non me ne sono accorto guardando lo schermo dell'iPhone dove il player ClassicsOnline riporta in continua il bitrate, ovviamente, altrimenti avrei probabilmente tamponato qualche auto davanti alla mia. Ma ho percepito una certa approssimazione nel suono, qualcosa di lontano dalle aspettative rispetto all'ascolto in qualità CD a cui ero abituato. L'ascolto era con il concerto di Mozart con trascrizione per quintetto d'archi.

Una videata durante il primo ascolto.
In seguito con questo software 24/96 il bitrate è arrivato anche a oltre 2300Kbps
In un successivo ascolto in un tragitto più calmo (ovvero con molti semafori) ho controllato più spesso il bitrate e ho scoperto il motivo: in questo caso era Brahms che ho citato prima, e si passava dai 160Kbps al massimo a 520 mentre, come si vede nell'esempio sopra, collegato all'ADSL era a 1300 ed oltre.
Da aggiungere anche che, sarà stato il bitrate compresso, sarà stato l'algoritmo di compressione adattativo, ma il violino di Nils-Erik Scarf che sentivo così potente e pulito a casa, in auto lo era un po' di meno, solo un accenno, ma stridente. Eppure a volte il mio impianto per auto mi è apparso più preciso e analitico di quello di casa.

Invece in un'altra zona della città e in un orario diverso (la sera)
non si riusciva a salire oltre i 508-520 Kbps
Attenzione ai settaggiLa disabilitazione dell'algoritmo adattativo è comunque possibile, così come la scelta se limitare comunque il bitrate a un livello inferiore nel funzionamento in 4G, per evitare di consumare i MB disponibili nel proprio contratto.

In sintesi
Impossibile quindi pretendere un vero HD in auto con questo sistema sfruttando al massimo le possibilità dell'algoritmo adattativo, in base alle prove fatte non si arriva ad una stabilizzazione su un livello ottimale, nel difficile ascolto in auto, mentre probabilmente è più facile usando il 4G quando ci si trova in un posto senza wi-fi (per esempio in vacanza).
L'unico vantaggio rispetto a Spotify (sempre in auto) rimane quindi il costo più basso mentre per avere le prestazioni ottimali si dovrà ricorrere al caricamento offline o alla rinuncia dell'algoritmo adattativo, quindi rispetto a Qobuz o Tidal ci sarebbe solo il vantaggio di potere ascoltare anche in HD, ma non sempre, e lo svantaggio di un catalogo al momento meno ampio.
I test sono comunque alla portata di tutti (la prova è gratuita) e quindi se qualche visitatore volesse avventurasi sarà molto interessante leggere nei commenti le sue impressioni.


giovedì 15 dicembre 2016

Finalmente lo streaming in HD. Ma solo per la classica

Attenzione:  ClassicsOnline ha annunciato il 25 gennaio la chiusura delle attività il 31 gennaio 2017. Quindi anche del servizio streaming in alta definizione provato in questo post e nel successivo. Nei commenti è riportato l'annuncio per i clienti a pagamento e in trial. Nel frattempo però Tidal ha annunciato l'avvio ufficiale del suo servizio di sreaming in HD, non solo per la classica, che utilizza il sistema di compressione lossless MQA. Il post successivo  illustra le principali caratteristiche di Tidal con MQA.

Mentre aspettiamo da circa due anni Tidal con il promettente sistema di elaborazione HD MQA (vedi articolo) qualcuno lo streaming in alta definizione l'ha effettivamente lanciato sul mercato. Anche da un po', io l'ho appreso da un articolo (che parlava d'altro) del noto sito Audiostream. Nel mondo piuttosto statico dell'hi-fi italiana (sia web sia cartaceo) non pare che se ne sia accorto ancora nessuno.

ClassicsOnline
Così si chiama il servizio proposto dalla nota etichetta indipendente (di classica, ovviamente) Naxos con il partner tecnologico OraStream (basato a Singapore). E' disponibile tranquillamente in Italia, costa poco, funziona molto bene e il catalogo (che comprende anche altre etichette) è piuttosto ampio. Anche se ovviamente i divi della classica non ci sono.
I benefit di un servizio come questo sono i soliti: se non tutta, una grande quantità di musica a disposizione al costo di un CD al mese (o anche meno in qualità CD), la possibilità di ascolto in mobilità e su più device, la possibilità di selezionare quello che veramente vale il nostro tempo (in base ai nostri opinabili gusti) senza comprare un CD o un SACD ma, in più, con la superiore qualità dell'alta definizione.

ClassicsOnline si present così sul nostro browser

Prova pratica

Per provare il servizio (come per tutti gli altri analoghi) non serve abbonarsi a scatola chiusa, è disponibile un trial breve di 7 gg. senza carta di credito e uno più lungo, con carta di credito ma senza addebito (come tutti gli altri da Spotify in poi) di 30 giorni. Nessuna limitazione durante il periodo (e meno male).

Il catalogo
Ovviamente bisogna iscriversi. Ma senza neanche iscriversi si può già fare un giro sul catalogo. Che è piuttosto vasto e variegato, un po' in stile Hyperion: non solo classici classici ma anche molti autori minori e di varie geografie, quindi classica da scoprire, nonché contemporanea (vera, ovvero di oggi). Non tutto il materiale è in HD, gli album che lo sono (non molti al momento, apparentemente) hanno un piccolo logo HI-RES e possono essere 24/48, 24/96 o 24/192. Tutti gli altri in qualità CD 16/44.1. Niente multicanale.

La ricerca sul catalogo (si può anche avere come lista)

La iscrizione

Per la prova di 7 giorni basta una email e il proprio nome e cognome (possibilmente reali, se poi vogliamo procedere). Una volta completata la classica form iniziale ed eseguito il login con la password che abbiamo creato noi si accede ma passa un breve periodo prima di essere attivati. Senza essere attivati si sfoglia solo il catalogo, e si selezionano i brani, e inoltre si possono definire i vari parametri per l'ascolto (es. HD solo in wi-fi, consigliabile se non si ha sufficiente capienza contrattuale, ma il 4G è sufficiente per ascoltare). Poi quando passa (automaticamente) in stato attivato si può procedere alla normale operatività in streaming.

Utenza non attiva

E' possibile cambiare i parametri

Dopo 2-3' l'utenza è attiva

Alcuni ascolti
Ho cominciato in qualità CD, con un brano di Hindemith da camera. Tutto fluido, nessuna interruzione, audio buono. Gli ascolti sono stati fatti con un set molto semplificato (ero molto curioso di provare questo nuovo servizio) ovvero un iPad con la app di ClassicsOnline e una buona cuffia (Grado RS80). Mi riprometto di provare in seguito con l'impianto principale.

Come si vede viene mostrata in alto la risoluzione e anche il bitrate istantaneo. Che è adattivo. all'inizio quando il caching è meno efficace è più basso (120-160) poi si assesta sui valori standard per la risoluzione del file sorgente (qui 16/44.1)

Poi arriviamo al plus di questo servizio, l'HD: cominciamo da una novità discografica per solo pianoforte, la risoluzione è 24/48. Un pianoforte veramente eccellente, esteso, presente. Uno di quei casi in cui il test si prolunga perché facciamo fatica a interrompere un ascolto così piacevole. Ho anche scoperto un Busoni classico ma comunque creativo che non conoscevo proprio in una eccellente esecuzione.

Qui la risoluzione della registrazione originale è 24/48 e il bitrate ovviamente superiore.

Continuo con qualcosa di più impegnativo e rivelatore: un classico quartetto d'archi (Brah        ms) in risoluzione 24/96. Ottimi violini e viole, il violoncello un po' meno presente: sarà la registrazione o la cuffia o il DAC interno di un iPad 2? Comunque un ascolto piacevole, da riprovare.

La risoluzione qui è 24/96 e il bitrate supera i 2300kbps a regime
Ancora in 24/96 un classico di Stravinky, l'Histoire du Soldat, che ha anche parti parlate: presenza, timbrica eccellente dei vari strumenti ad arco e a fiato, spazialità (in cuffia, ma si capisce che è assai promettente con una separazione così netta e precisa), niente da obiettare e tutto da ascoltare.

Nello screenshot della Histoire du soldat un esempio dell'algoritmo adattativo: la risoluzione è 24/96 ma all'inizio bastano 360Kbps di bitrate (anche perché è il parlato)
Ancora un ascolto di archi: ho trovato questa incisione della Chamber Symphonie di Schostakovich, bella la esecuzione e anche la registrazione, anche la sezione bassi sulla destra (sembra violoncello e contrabbasso) è molto naturale, presente e anche giustamente profonda.

Prova di ascolto con l'orchestra

Interessante, ma quanto costa?
Costa poco, confrontato con gli altri servizi streaming:


Per circa 5 € al mese o 40 all'anno abbiamo una quantità di musica classica in grado di soddisfare qualsiasi appassionato, e ci resta anche qualche soldo se vogliamo comprare l'ultima esecuzione di qualche funambolica diva cinese del pianoforte (anche ben dotata sul lato glamour) tipo Yuja Wang.
La scelta di questo servizio rispetto a quelli in qualità CD (che hanno anche un'ampia sezione di classica) dipende dalla quantità di materiale in HD, che attualmente non è molto ma è sicuramente in crescita.

Cosa ci danno per questa modica cifra è dichiarato nella stessa pagina:

ClassicsOnline is the first High-Resolution and Lossless CD QUALITY classical music streaming service to use adaptive bitrate streaming technology which allows subscribers to listen to classical music at the highest possible sound quality available on their home or mobile networks with minimal loss of sound quality. More than 250,000 tracks and over 12,000 albums from the following labels: Naxos, Ondine, Capriccio, Altissimo, Dynamic, Marco Polo, SWR Classic, Orfeo, Amadis, Grand Piano, CPO, Proprius and Swedish Society, available for streaming at up to 192khz/24 bit.

E la loro mission dichiarata è questa qua:

Naxos developed ClassicsOnline service with the classical music and audiophile consumer in mind. An intuitive search engine crafted specifically for classical music provides users unprecedented search options, allowing them to discover new repertoire and recordings.

Come fanno ad avere questi costi?
Sorge spontanea la domanda su come facciano a tenere così bassi i prezzi, considerando che nella musica moderna i costi sono 2 o 4 volte superiori e nessuno dei player attuali (neanche Spotify) sta in realtà facendo ricavi, a quanto pare. Ma bisogna notare che le registrazioni di musica classica sono già pagate, nel senso che gli esecutori di queste piccole etichette sono praticamente nella totalità già stipendiati da varie orchestre nel mondo. Quindi l'album serve anche a loro per aumentare il loro valore come esecutori e si accontentano della giornata, come i turnisti, quando non sono addirittura esecuzioni dal vivo in concerto. La produzione ormai costa poco e abolendo anche i costi del supporto fisico (soprattutto quello della distribuzione) magari ci rientrano più facilmente dei big dello streaming.

venerdì 9 dicembre 2016

Come *non* installare un impianto hi-fi - Secondo esempio

Ogni tanto nelle riviste di arredamento compare qualche traccia di un impianto per ascoltare la musica. Di solito non è assolutamente contemplato e quando c'è, è collocato contro ogni regola (vedi l'esempio numero uno) garantendo così un risultato inferiore ad un compatto da media store.
Questa volta però, nella casa di due professionisti danesi, Nikoline e Sven, architetto e scenografo, arredata da loro stessi, la foto che apriva il servizio sembrava molto promettente: due giradischi, una sparata di vinili. La casa di un appassionato di musica. Restava da scoprire dov'era il resto dell'impianto. 

Dovrebbe essere qui. Riuscite a trovarlo?


Se aguzzate la vista, in alto nella libreria, ai due angoli, si scorgono due mini diffusori con woofer da 13 cm, probabilmente danesi, forse Dynaudio. Tra i due giradischi, che sembrano a trazione diretta, da DJ, uno strano componente, che sembra una console di missaggio, ma forse fa anche da amplificatore per le due cassettine. A meno che sia nascosto nel cassetto sotto i giradischi (non va bene, ma è improbabile). Da qualche parte ci potrebbe essere un sub woofer, ma nelle altre foto non ce n'è traccia. 

Quindi riepilogando: una collezione di vinili, ben due giradischi anche correttamente installati, nessun CD (e neanche un lettore), ma:
  • nessuna traccia di preamplificatori phono
  • due mini diffusori piazzati vicino al soffitto
  • mini diffusori quasi certamente bass reflex con condotto posteriore rivolto verso il fondo della libreria, senza "aria" intorno all'uscita del condotto;
  • posizionamento all'angolo e appiccicato al soffitto (è come se fosse a terra nell'angolo di una stanza): una posizione molto diversa da quella per cui i mini diffusori sono stati progettati
In sintesi, ammesso che l'impianto suoni veramente o non sia lì per bellezza, un altro esempio di come NON si deve installare un impianto di alta fedeltà, vanificando cioè ogni possibilità di riconoscimento spaziale della direzione del suono, creando un rinforzo innaturale sui bassi, comunque carenti e alterando il suono previsto di mini-diffusori di pregio. .

Eppure il proprietario o la proprietaria dovrebbe essere un appassionato di musica, visto che, vinili a parte, nel soggiorno c'è anche posto per una tastiera e (probabilmente) il suo amplificatore Vox.
E il soggiorno non è tanto piccolo, due casse amplificare a torre ci entrerebbero facilmente.

Ecco la foto iniziale con l'impianto minimal in primo piano. Una guida piuttosto completa di come si installa un impianto alta fedeltà si può leggere su questa pagina di Musica & Memoria.