C'è un podcast de Il Post, quello tenuto da Matteo Bordone e che si chiama Tienimi Bordone, che si occupa ogni tanto di hi-fi (caso raro) con una sotto-rubrica chiamata Tanta Fedeltà. E' un sostenitore dell'alta fedeltà per tutti, wi-fi e mini casse attive e simili, e prende in giro garbatamente (ma neanche troppo) gli audiofili tradizionali, cioè noi, o almeno la maggior parte di quelli che leggono questo blog.
Istintivamente avrei voluto scrivergli per ricordargli (non è un inesperto della materia) che solo con i nostri impianti, quelli caratterizzati da due casse acustiche ben posizionate e ben distanziate, a gamma estesa, e con una sorgente di qualità, analogica o digitale, si può apprezzare un suono che possa essere definito ad "alta fedeltà".
Ma mi sono bloccato il giorno dopo, leggendo su Audiostream, il blog di Sterophile, delle ultime novità del settore, che mi hanno fatto sorgere qualche dubbio. Fino a questo oggetto che che vedete, pubblicato sullo stesso blog, che mi ha confermato ancora di più che quelli che pensano di noi che siamo degli impallinati fuori dal mondo, forse non hanno tutti i torti.
No, non si tratta di una brillante realizzazione col Meccano di un sogno notturno ad opera di un ragazzino geniale ma un po' fanatico, è proprio un giradischi, in prova. Di alta qualità, supponiamo, perché costa 360.000 dollari. E richiede, per suonare il vinile disposto sul piatto, ancora una testina e un pre-phono di costo (e si spera qualità) coerenti con il suo livello (giradischi OMA K3 e braccio Schröder).
E, qui sta il punto, il proprietario, per il quale 360.000 $ sono come per noi 3.600 € (ma non è questo il punto) è invece come noi, convinto che con componenti sempre più raffinati si possa raggiungere il suono perfetto e, soprattutto, di essere in grado di individuare senza incertezze il suo giradischi a confronto, ad esempio, con un Pro-Ject RPM-10 da, appunto, 3.500 €.
Gli altri ci vedono così
Tutti ascoltano musica, molti solo associata alle immagini, molti altri anche senza immagini, ma come sottofondo, altri ancora, sempre molti, ma meno, anche da sola e con un minimo di attenzione, ma comunque o con casse attive collegate al PC, o con un unico altoparlante wireless più o meno stereo, o (e sono quelli che ascoltano meglio) con le cuffie stereo collegate allo smartphone, come sorgenti YouTube o Spotify. E vedono tutti noi coi nostri impianti come un unico gruppo indistinto che comprende quelli che cercano di comporre un impianto con il criterio razionale del miglior rapporto qualità / prezzo e quelli che invece puntano a un'irraggiungibile qualità assoluta senza badare al prezzo. E questi ultimi sono quelli che ovviamente colpiscono di più, e caratterizzano il nostro piccolo mondo.
Ma poi, chi sono, e quanti sono?
Sempre consultando Audiostream e sempre tra i giradischi (l'oggetto più esoterico, perché anche la sua effettiva utilità è da capire) si trovano altri esempi eclatanti, come questo altro giradischi "assoluto", opera di un progettista giapponese, Hideaki Nishikawa in precedenza in Stax e poi in Micro-Seiki e infine con la sua linea di giradischi TechDas: questo è il top assoluto, il modello Air Force Zero, che si porta via (con qualche aiuto, pesa circa 350 Kg) con la discreta somma di 450.000 $, ed è enorme, come si vede rispetto al disco 33 giri.
Almeno non è esteticamente impresentabile come quello visto prima e, posizionato nella sala, sicuramente può generare un'impressione di potenza (o di follia) verso l'audiofilo che l'ha comprato. E ne esistono di acquirenti, perché nella prova il recensore precisa che la produzione è di 40 esemplari (probabilmente c'è anche un problema di materie prime, il piatto ad esempio è in titanio) e quello che il recensore ha provato ha il numero di serie 18.
Guardando l'immagine non posso non pensare al povero LP al centro, che sembra quasi intimidito dallo spiegamento di forze attorno a lui, sembra che dica "Ma sarò all'altezza?". Uno spiegamento di forze inteso, semplificando, ad annullare la forza di gravità assieme ad ogni vibrazione generata dal fatto che la Terra gira.
Ma sono molti di più
Questa ipotesi la ricavo sempre da Audiostrem, dove è pubblicata anche la rassegna Recommended Components Fall 2021 Edition, dove per ogni categoria (ad esempio, turntables) sono elencati in base ad una scala di valutazione da A+ a E. Solo nella A tra i giradischi ne sono indicati 5 A+ e 15 A. Nella A+ troviamo ovviamente quello con la gru e il modello della TechDas da 350 Kg più un giradischi svedese e il modello "stradale" della stessa TechDas (che si chiama "uno" e che costa solo 100.000-160.000 $ in base all'allestimento).
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TechDas Air Force One |
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Sat XD1 |
Gli A semplici
Questi sono di più e alcuni anche abbastanza noti e più o meno abbordabili. Classe A significa "Capable of producing the best attainable sound almost without practical considerations. A Class A system is one for which, with the best recordings, you don't have to make a leap of faith to believe you're hearing the music live". Ovvero il miglior suono ottenibile senza che all'acquirente rimanga alcun dubbio (glielo hanno tolto prima Sterophile e i suoi recensori). Può ascoltare tranquillamente la musica. Ma se comunque gli rimane il dubbio ci sono sempre i "best in class" A+. Seguono alcuni modelli scelti tra i più "esoterici".
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AMG Viella Forte Engraved
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Bergmann Galder Turntable con braccio tangenziale Odin |
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Döhmann Audio Helix One |
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J.Sikora Initial |
In questo gruppo ci sono anche modelli sotto ai 10.000 $, tra i quali alcuni ben noti come il Linn Sondek LP12, il Rega Planar 10, lo SME Model 6, il Clearaudio Concept Active e addirittura uno da 2000 €, il MoFi Ultradeck della Mobile Fidelity (qui sotto). Almeno un campione del rapporto qualità / prezzo deve esserci.
Esistono i giradischi ma anche gli audiofili che li comprano
Le immagini che sono pubblicate sopra sono selezionate tra quelli delle case di produzione che neanche io ho mai sentito nominare. Le ho pubblicate solo come esempio di un altro fenomeno noto del nostro mondo Hi-Fi: il numero spropositato di produttori. Non improvvisati, soltanto guardando questi giradischi, che hanno prezzi dai 5.000 ai 30.000 $, si capisce che dietro c'è un lungo studio di progettazione e che la produzione non è banale, richiede alti standard di precisione e un attento controllo qualità, richiede l'uso di materiali particolari e macchinari specializzati.
Se esistono e resistono da anni devono avere anche un numero di clienti sufficienti a sostenerli, Ma ci sono così tante persone che 1) hanno e comprano vinili 2) cambiano il giradischi 3) sono disposti a spendere più di 5-10.000 $?
L'unico raffronto che posso fare è sul numero di LP venduti in USA l'anno scorso, erano 22 milioni. Quanti per audiofilo? Diciamo in media 5 all'anno, sono 4 milioni, ovviamene con giradischi, quanti lo avranno cambiato con un modello di fascia così alta?
Evidentemente più di quelli che pensiamo.
In conclusione
E' inutile negarlo, il settore dell'Hi-Fi si regge per una parte importante sugli audiofili che, per vari motivi, ritengono appagante per loro comporre un impianto di alto e altissimo livello e anche cambiare spesso i componenti seguendo le mode esoteriche (ed abbandonando quelle non più di moda) e che, soprattutto, hanno mezzi sufficienti per farlo.
Per gli audiofili interessanti all'ascolto migliore possibile, da raggiungere però compatibilmente con le proprie priorità e le disponibilità finanziare e di spazio, l'offerta si restringe sempre di più ed è limitata a sempre meno marchi (come B&W, Kef, Rotel, Marantz ecc.) che producono ancora componenti per loro. Interessante osservare a questo proposito che la nota rivista online TNT-Audio, che ha come target questo tipo di audiofili (come anche questo blog) popone da anni come soluzioni alternative l'usato, la scoperta della qualità di nuove tecnologie nate economiche come la classe D e T, e il DIY (do it yourself) in varie modalità.
In conclusione, chi ci osserva da fuori difficilmente è interessato a entrare nel nostro mondo, non c'è un'offerta attraente per loro, e le stesse case tradizionali citate prima allargano sempre di più l'offerta al "loro" modo di sentire la musica (wireless speakers e cuffie) e l'offerta nella quale possono invece incappare più facilmente è quella esoterica e fuori dal mondo di cui ho dato diversi esempi in questo post.
Niente di più facile che ci considerino semplicemente degli impallinati.
Note
Non ho messo i link alle recensioni dei giradischi citati perché possono cambiare, ma si trovano tutte, per i curiosi, sul citato blog Audiostream, basta inserire nella ricerca Google:
<nome componente> site: www.stereophile.com