domenica 28 novembre 2010

Creare dischi in alta definizione con Lplex

Proseguendo nelle mini guide che pubblico ogni tanto vediamo oggi come si fa a trasferire audio digitale in alta definizione su disco, con una applicazione molto semplice e, soprattutto, gratuita: Lplex di SourceForge.
Ne avevo già accennato tra le varie soluzioni disponibili, ma adesso vediamo in pratica come si usa (le immagini esemplificative sono in fondo, come sempre).
Ricordo che le altre mini-guide riguardano Foobar2000, iTunes per l'alta definizione in ambiente Mac, GarageBand (sempre su Mac) per digitalizzare a 24 bit LP e audio analogico in genere.

Aggiungo anche che trasferire su disco audio digitale in alta definizione acquisito vai Internet (la cosiddetta musica liquida) ha lo scopo di ascoltarlo in un impianto tradizionale e di archiviarlo sempre in modo tradizionale (su supporto fisico) e riguarda quindi solo chi preferisce questa soluzione rispetto ai "media server" di cui abbiamo parlato più volte (ad esempio qui). Ovviamente, per leggere il disco ad alta definizione, che sarà un DVD, serve anche un lettore ad alta definizione, che può essere semplicemente un lettore DVD o BD (Blu Ray) di ultima generazione e di buona qualità, in grado di trattare in modo nativo audio 24 bit / 96KHz, come ad esempio i modelli della Oppo.

Lplex 
Ma veniamo a questa semplice applicazione, che si scarica dal suo sito (la attuale versione è la beta 0.2, per ambiente Windows 32) e che richiede una installazione semplicissima, in pratica viene creata solo una directory con l'applicazione e gli altri file necessari. Bisogna fare prima di tutto una operazione preliminare. Lanciando l'applicazione a vuoto (basta cliccare su lplex.exe) viene creato il file con i parametri iniziali lplex.ini. Bisogna aprirlo (basta cliccarci sopra e si apre con l'applicazione "blocco note") e sostituire la riga "video=nstc" con "video=pal" (nstc è lo standard della televisione in USA e il prodotto viene da lì).
Tutto questo è spiegato anche nel file readme.txt assieme a molte altre funzionalità non essenziali per la realizzazione di un disco.

Limiti di Lplex
Il secondo passo è la preparazione dell'input, ovvero della musica liquida che vogliamo trasformare in "musica solida" su disco. Lplex supporta solo input in definizione pari 24 bit / 96 KHz, solo stereo (non multicanale) e solo in formato non compresso PCM (WAV) o compresso lossless FLAC. L'ordine con il quale i vari brani saranno scritti su disco è dato unicamente dal nome del file. Se già non è così bisogna quindi rinominare i file premettendo un numero progressivo. Che però deve essere 01, 02, ... 10, 11, altrimenti su Windows l'ordine viene alterato (dopo 1 segue 11). I file con i vari brani devono poi essere inseriti in una directory dedicata, senza alcun altro file.

Usare Lplex
Fatta questa semplice preparazione per avviare Lplex è sufficiente trascinare con il mouse la directory sulla icona della applicazione Lplex nella directory nella quale è installata (vedi immagine sotto). Lplex partirà aprendo una finestra con il prompt dei comandi DOS, nella quale fornirà delle informazioni iniziali sul lavoro, l'avanzamento in percentuale della conversione per ogni file, e delle successive fasi di preparazione del file audio / video ("multiplexing to mpg") e di organizzazione del disco in formato DVD ("Authoring DVD" e "Creating dvd image"). Il tutto richiede alcuni minuti, tempi analoghi ad una masterizzazione.

Alla fine verrà creato un file immagine di estensione .ISO (e nome uguale alla directory) che viene posizionato, a meno che non si modifichi il file .INI del quale abbiamo parlato prima, nella directory adiacente (la successiva nell'ordine) a quella di Lplex. Può anche andare bene così, tanto è un file di lavoro che può essere poi eliminato. Nella stessa directory viene anche creata, in un'altra sotto directory, anche la struttura del DVD (sono due directory AUDIO_TS e VIDEO_TS), anche questi file di lavoro possono essere poi eliminati.

A questo punto il lavoro di Lplex è finito e l'ultimo passo che rimane da fare è creare un DVD partendo dall'immagine .ISO (attenzione: NON dalle directory in formato DVD), operazione che si può fare facilmente con qualsiasi masterizzatore per PC (Nero, Deep Burner o quello che preferite). Il risultato sarà un DVD "universale", che può funzionare quindi su qualsiasi lettore DVD (o BD) anche se non supporta il formato DVD-Audio. Se il televisore è collegato si vedrà lo schermo nero, quindi non è necessario che sia acceso. Per selezionare i brani si potrà usare il telecomando esattamente come quando si usa il lettore DVD per leggere CD. Solo che in questo caso non si tratta di un CD, ma di un disco in alta definizione.

Caso di FLAC non supportato
Può accadere che Lplex si rifiuti di partire con input FLAC, mostrando un messaggio di errore "Unable to decode flac file". Il decoder Flac inserito in Lplex nella versione beta 0.2 (che è del 2006) non è allineato all'ultima release del formato Flac.
Si può aggirare l'inconveniente convertendo il file in formato Wav, usando Foobar2000 (vedi il post in proposito) o un altro programma che fa lo stesso lavoro. E facendo attenzione, ovviamente, a mantenere la risoluzione a 24/96. Sui file in formato Wav Lplex non ha problemi (almeno, non ne ho mai incontrati) e quindi si può procedere tranquillamente.
In alternativa si può scaricare dal forum dell'applicazione  la versione attualmente in sviluppo (0.3 beta) dove il problema è risolto, ma si tratta di una versione non ancora rilasciata in modo definitivo.

E i file con risoluzione diversa?
La maggioranza della musica liquida in alta definizione è in formato 24/96, ma su HDTracks sono disponibili diversi album di provenienza SACD, quindi in formato 24/88.2 e su LinnRecords è disponibile anche materiale in formato 24/192.
Per trasferire su disco questo materiale servirebbe una applicazione più completa, come DVD Audio Solo, che è a pagamento (costa poco, circa 40 $), ma con un po' di pazienza si può fare anche con Lplex.
E' necessario procedere preventivamente ad un ricampionamento (resample) con un programma apposito. Ne esistono diversi, professionali e freeware. Un freeware semplice e che funziona bene si chiama r8brain ed è prodotto da una società specializzata in software musicale chiamata Voxengo (credo russa).
Il funzionamento è molto semplice, si specifica il file di input e di output, il numero di bit (24) e la frequenza di campionamento desiderata (96000) e si parte con il resampling, ottenendo file musicali compatibili con Lplex.
Fare attenzione anche al settaggio della qualità, il default che viene proposto è "medium" ma occorre selezionare High o Very High, la conversione sarà più lenta (richiede già di base diverso tempo) ma non si può rinunciare alla qualità proprio quando questo è il nostro obiettivo di fondo.

C'è da aggiungere solo che il passaggio da 192 a 96 non dovrebbe dare problemi di sorta, mentre quello da 88.2 a 96 secondo molti pareri in Internet può essere critico, perché è un upsampling (anche se limitato) e perché è una frazione. Non sono in grado di confermare, probabilmente è vero, ma in ogni caso non è un problema evidente e il file che si ottiene è perfettamente ascoltabile.
Non so poi che effetti abbiano sul suono tutte queste conversioni, che certo faranno inorridire i puristi, è chiaro che chi voglia stare tranquillo da questo punto di vista o abbia spesso la necessità di gestire i casi particolari, sceglierà un programma completo come quello citato prima.

Chi produce questo programma?
Lplex e' un software open source, distribuito con licenza open GNU GPL, e condivide la piattaforma di sviluppo di software open chiamata SourceForge, a sua volta gestita dalla società (americana) VA Software che, come tipico nell'ambiente open source, fornisce (a pagamento) servizi di manutenzione e personalizzazione sul software open source che ha realizzato o che ha in gestione. Chi utilizza il software "as it is", come nel nostro caso, non deve pagare nulla.

In conclusione
Senza necessità di acquistare una applicazione di authoring come DVD Audio Solo o Disc Welder Bronze, con questo semplice software si può ottenere il risultato voluto a prezzo solo di qualche operazione in più. Chiaramente DVD Audio Solo (al quale dedicherò un prossimo post) è un programma molto più completo, che consente anche di creare dischi in formato DVD-Audio, più comodi nell'uso, in formato multi-canale, oltre a diverse altre funzionalità. Anche Lplex comunque ha altre funzionalità oltre a quelle di base illustrate qui, che si possono consultare sulla guida readme.txt

Immagini
Come sempre a supporto delle spiegazioni pubblico alcune immagini esemplificative.


1. Trascinando la directory con il mouse (drag & drop) si avvia Lplex


2. La finestra di Lplex con il log della produzione del disco, in questo caso Pink Moon di Nick Drake (da cui la immagine all'inizio) in risoluzione 24/96.


3. Lplex alle prese con file in formato Flac non supportato

giovedì 18 novembre 2010

L'alta fedeltà esoterica

Leggendo i vari forum animati dagli appassionati di alta fedeltà mi sembra di assistere ad un ritorno di quella che negli anni '90 venne definita alta fedeltà esoterica. In contrapposizione all'alta fedeltà industriale, dei grandi produttori giapponesi, dei componenti dichiarati validi come suono in base alle misure di laboratorio, artigiani costruttori iniziarono a proporre apparecchi che suonavano meglio (o almeno, così si diceva) pur avendo caratteristiche tecniche inferiori, ma ricorrendo a scelte tecnologiche originali, a volte recuperando tecnologie ormai abbandonate o utilizzando materiali insoliti. Ma a prezzi ovviamente da alto artigianato.

Ma cosa significa di preciso la parola "esoterico"?
"1) si dice di dottrina filosofica o religiosa destinata a essere conosciuta solo all’interno di una ristretta cerchia di iniziati: le dottrine esoteriche di Aristotele, di Pitagora; 2) proprio di una dottrina occulta; misteriosofica: gli aspetti esoterici dello gnosticismo | ( estens.) proprio di un piccolo gruppo di persone e comprensibile soltanto a loro; segreto, misterioso: linguaggio esoterico" (Dizionario italiano di Virgilio.It)
Direi che il terzo significato si applica molto bene al nostro caso.

Ma perché parlarne qui? Per fare il solito articolo che ironizza su stranezze e bizzarrie di questo mondo? E' piuttosto pericoloso perché chi vende soluzioni di questo tipo non è dotato di molto sense of humour e reagisce subito, ho visto su un forum addirittura una richiesta di smentita con tanto lettera di avvocato e richiesta danni.

Per fare del moralismo su come certa gente spende i soldi? L'uomo ha scelto (magari in modo non proprio spontaneo) il libero arbitrio parecchi anni fa, quando era nel Giardino Terrestre, quindi ognuno è libero di fare le sue scelte soprattutto se, come in questo caso, non fa del male a nessuno (casomai del bene) e se fa del male è soltanto a sé stesso e al suo conto in banca. Ci sono persone che fanno collezione di sigari di valore (senza fumarseli) o di bottiglie d'annata (senza bersele) e quindi questo hobby, a mio parere, non è neanche il più strano del mondo.

Su un blog orientato ad ottenere il massimo dall'alta fedeltà in termini di piacere d'ascolto con il minimo sforzo economico e di tempo (sempre mantenendo però l'attenzione alla qualità) forse una rassegna di alcune di queste soluzioni anticonvenzionali e apparentemente prive di senso può essere interessante.
Non parlo però di valvole, amplificatori a bassa potenza, altoparlanti monovia, preamplificatori passivi o giradischi analogici, che hanno provato la loro validità, se ben progettati e realizzati, a dispetto delle misure strumentali apparentemente insufficienti (a breve un altro post su questo argomento: a che servono le misure?), ma dei famosi ...


Accessori.
Pellicole dalla composizione non nota da sovrapporre ai CD. Piedini antirisonanti per isolare i vari componenti, sostituendo quelli originali. Cavi elettrici speciali per la connessione alla rete. Cavi USB speciali (l'alta fedeltà esoterica è arrivata anche nel mondo digitale). Liquidi speciale da spalmare sui contatti pin-jack. Pasta da spalmare sui contatti per favorire la conduttività, magari in materiale prezioso. Diffusori di ioni negativi da sparare con delle specie di phon sempre sui dischi ottici per migliorare la leggibilità da parte del raggio laser. Assorbitori di vibrazioni da posizionare su diversi componenti. Piccole pietre antimagnetiche in materiali variamente preziosi da appoggiare o legare a vari elementi dell'impianto, cavi inclusi, oppure addirittura all'interno dei componenti elettronici. Stabilizzatori di vario tipo da piazzare sempre su CD (o anche SACD). Smagnetizzatori esterni sempre per CD e altri dischi ottici. Liquidi da spalmare sui vinili (per chi si fida) aumentandone la leggibilità da parte della puntina. CD con suoni speciali che, suonati ad elevato comune, "ripuliscono" l'impianto (elettroniche e diffusori) e rendono migliore il suono.

Vado a memoria e ne ho sicuramente dimenticato parecchi. Hanno tutti o quasi due caratteristiche in comune:
- qualcuno del settore (di solito riviste) li ha provati e, pur se in un primo momento incredulo, ha percepito un udibile miglioramento
- nessuno di questi accessori è diventato di uso universale o comunque diffuso, anzi spesso hanno avuto un periodo di grande risonanza per poi sparire o tornare sotto traccia.

Il secondo punto dimostra, penso ci siano pochi dubbi, che gli effetti positivi, se pure ci sono, non sono così eclatanti da obbligare in qualche modo i costruttori ad adottarli come uno standard. Sono, appunto, esoterici, nel senso di dedicati ad una ristretta schiera di conoscitori (o di adepti).

Il primo - non metto assolutamente in dubbio la buona fede di chi ha sentito le differenze - mi fa invece pensare ad uno strano fenomeno che ho osservato io, come molti altri cultori dell'alta fedeltà: le inspiegabili differenze di suono dell'impianto. Senza cambiare niente un giorno ci sembra perfetto o quasi, o almeno rispondente a quanto ci aspettiamo da lui, e un altro sentiamo difetti inattesi. Sempre di sfumature parliamo, s'intende, ma la sensazione rimane. Il motivo può essere legato alla psicoacustica o semplicemente alla psicologia, anche se alcuni positivisti ad oltranza del settore tirano in ballo le fluttuazioni della rete elettrica (e da qui il successo di filtri e condizionatori di rete che, comunque, male non fanno).

Inutile dire quale ipotesi potrebbe spiegare il fenomeno a mio parere. E anche che difficilmente troverete prove in "doppio cieco" che dimostrino in modo incontrovertibile l'effetto migliorativo di questo o quell'accessorio. Le prove in doppio cieco peraltro non sono molto popolari nel settore, come raccontavo in un post tempo fa.

Scorrendo la lista sorgono spontanee anche altre considerazioni. La prima è la fragilità incredibile dei componenti che usiamo per l'alta fedeltà. Pensiamo ai dischi ottici, ai CD, SACD o DVD e ai loro sistemi di lettura. Pare che debbano essere stabilizzati, bilanciati, smagnetizzati, caricati con ioni positivi (o negativi, non ho capito bene) altrimenti non suonano bene. Ma non ci possono pensare i costruttori che mettono in commercio lettori CD da 5000 o 7000 €, a prevedere e contrastare tutti questi fenomeni dannosi?
Oppure, se è vero e i costruttori sono dei noncuranti profittatori, tagliamo la testa al toro e sostituiamo i CD e derivati come supporti passando alle memorie a stato solido (chiavette, schede, hard disk, quello che volete). Qui non c'è niente in movimento e le connessioni sono su circuiti stampanti interni, sui quali gli inventori di accessori avranno più difficoltà ad intervenire. Ma probabilmente, quando sarà il momento, ci riusciranno lo stesso.

Non parliamo delle vibrazioni, che affliggono evidentemente amplificatori o lettori progettati male, pur essendo per forza assai costosi (non penserete mica che questi accessori possano migliorare apparecchi budget, questa sarà la prima obiezione quando il neofita ingenuo affermerà di non sentire alcuna differenza: "il tuo impianto non è abbastanza selettivo!").

Oppure della conduzione non perfetta tra connettori maschio e femmina, e poi tra i due estremi dei cavi, e degli altri mille modi nei quali in un impianto, pare, viene ostacolato il libero movimento degli elettroni. Ma è così difficile e accessibile solo a persone con tempo prossimo all'infinito l'alta fedeltà? Per ascoltare la musica bisogna passare la maggior parte del nostro scarso tempo libero a mettere a punto l'impianto per raggiungere infine (nel poco tempo rimasto, se ne rimane) il Nirvana del suono? Cosa deve pensare un neofita di questo mondo? Si allontana e continua ad ascoltare in cuffia con l'iPod, penso.

Non sono uno scettico ad oltranza, ed alcuni di questi accessori li ho anche comprati e messi in opera. Di sicuro non hanno peggiorato il suono. Quelli che non devono fare altro che rimanere lì (tipo piedini o cavi in materiali speciali) stanno lì, ma quelli che bisogna applicare in modo sistematico non sono riusciti a diventare un'abitudine. Segno che sono troppo pigro, o che non ho sentito imperdibili miglioramenti, o che "il mio impianto non è abbastanza selettivo"?

Se proprio devo fare una sintesi direi che quelli più logici (tipo i condizionatori di rete) danno comunque la rassicurante sensazione di aver fatto tutto per mettere il nostro impianto nelle migliori condizioni operative. Ma il resto del tempo lo dedicherei a cercare e trovare la tanta musica che sta lì per essere ancora scoperta ed ascoltata.


Le figure si riferiscono ad alcuni componenti esoterici o comunque non usuali come scelta tecnologica che però anche gli audiofili più scettici accoglierebbero con favore o almeno curiosità nel loro impianto: amplificatori finali mono via e mono valvola (Unison Research 845 - 25W) o integrati stereo con 300B (Audion Silver Night, 7W, qui sopra), pre passivo (Perreaux Silhouette SXP2), casse mono via con altoparlante Lowther (Terasonic Magus Silver XRC e Creation Audio C-Horn).

domenica 7 novembre 2010

I prezzi dell'alta fedeltà

Da sempre oggetto di polemiche tra gli appassionati, la domanda che si continuano a porre è se siano proporzionati alla qualità e giustificabili in base alla costruzione, ai materiali, alla ricerca necessaria per produrre i componenti.

Qualche esempio
Ma per capire di cosa parliamo vediamo qualche esempio, preso a caso tra le prove dagli ultimi numeri della principale rivista italiana di Hi-Fi,Audio Review:
  • 314 (9/2010) - Lettore CD/SACD McIntosh MCD500: 11.600 €
  • 314 (9/2010) - Diffusori B&W 802D: 14.000 € (coppia)
  • 314 (9/2010) - Pre e finale a valvole VAC Signature Pre MkII e Phi 300.1: 39.500 €
  • 313 (7/2010) - Lettore multiformato McIntosh MVP881BR: 12.000 €
  • 312 (6/2010) - Diffusori Dynaudio Consequence Ultimate Edition: 54.800 € (coppia)
  • 309 (3/2010) - Preamplificatore Phono Accuphase C27: 10.250 €
  • 309 (3/2010) - Diffusori: Audio Physic Cardeas: 20.580 € (coppia)
  • 307 (1/2010) - Pre Phono Audio Research Reference Phono 5: 14.100 € 
  • 307 (1/2010) - Pre e finale a stato solido Viola Cadenza + Legacy: 70.000 €
Un elenco lungo, ma Audio Review da anni spara 3-4 prove di componenti super costosi a numero, e quindi potrei continuare per pagine e pagine. Ho anche scritto loro che una piccola moratoria non sarebbe male (diciamo, massimo uno a numero), ma sono stato totalmente ignorato.

Sorgono spontanee molte domande, ad esempio quanti tra i lettori di Audio Review siano in grado di pianificare un acquisto di questo impegno, quale sia il valore aggiunto, specialmente per componenti relativamente semplici come un pre phono, quale sarà il costo complessivo di un impianto se un solo componente costa alcune decine di migliaia di €, se effettivamente qualcuno mai comprerà o ha mai comprato questi oggetti a prezzo pieno, quanti ne siano stati prodotti e venduti (a parte le marche note), se in un confronto alla cieca sono effettivamente preferiti a prodotti di categoria media o addirittura budget.


Naturalmente quello che a un comune lavoratore dipendente appare un prezzo folle, perché superiore ad un anno di stipendio e perché dovrebbe lavorare 3 o 4 anni solo per pagarsi l'impianto, a qualcun altro potrebbe apparire un prezzo allineato ad altri oggetti di lusso. Senza andare ai classici yacht ormeggiati a Porto Santo Stefano o ad Antibes, anche una "normale" barca a vela da 12 metri costa 350 o 400 mila Euro e 30 o 40 mila all'anno di manutenzione. O una macchina tedesca di grossa cilindrata o un Suv si può avvicinare ai 100 mila €, e l'anno dopo già vale la metà. 
Per restare in ambito musicale, quanto costa un pianoforte a coda, o un violino o un violoncello di grande qualità? Stiamo sempre parlando di priorità, di scelte individuali che non fanno male a nessuno (a parte forse agli eredi) ma che fanno invece bene a qualcun altro.

Alla fine il mondo si divide sempre in due, tra gli scettici che disprezzano chi finanzia col proprio reddito, sudato o no, produttori dediti unicamente a vendere a 100 quello che a loro è costato 5, e appassionati più fiduciosi che ritengono questo un atteggiamento "la volpe e l'uva" e che solo con forti sacrifici si può accedere all'empireo del suono, che chi ne rimane fuori mai potrà capire.

Anche sui prezzi che appaiono totalmente sproporzionati rispetto ai componenti (la classica domanda / proposta dell'appassionato smanettone scettico è: datemi gli stessi componenti elettrici e te lo faccio a un decimo del prezzo") bisogna sempre considerare che si tratta di oggetti fatti in piccola o piccolissima serie. Pure una Panda se fosse prodotta in 80 esemplari costerebbe 50 mila € a macchina o più. Per ammortizzare i costi di progettazione e predisposizione della linea di produzione.


Qualche anno dopo
Ma almeno questo investimento iniziale poi si manterrà nel tempo? Comprando questi oggetti spesso dichiarati "definitivi" (nulla di meglio si potrà mai fare al mondo) si è a posto definitivamente, e anni dopo saranno sempre al top? 

Anche qui si può provare a fare qualche verifica, spulciando i vecchi numeri (è il vantaggio di chi li conserva tutti). Ad esempio alcuni numeri del 2003-2004, per confrontarci sempre in era Euro.

Nel numero 235 del maggio 2003 erano per esempio in prova le Triangle Magellan, il diffusore definitivo della casa francese, un oggetto che certo non passava inosservato con i suoi 218 cm di altezza, e che costava 32.000 € del 2003. Controllando sul loro sito queste ci sono ancora, e costano ora 43.000 €. Quindi un costruttore noto e stabilizzato può garantire una buona tenuta dell'investimento.

I diffusori sono però una tecnologia piuttosto consolidata. Vediamo le elettroniche, era in prova sempre a maggio 2003 un pre HT con decodifica audio / video di una casa americana collegata alla notissima Mark Levinson, la Proceed, con il modello AVP2. Che incautamente in copertina è definito "il pre che non invecchia mai" (perchè consentiva upgrade firmware). Purtroppo l'anno dopo questa marca è stata assorbita dalla Harman Kardon, marchio consumer, e la produzione è presto cessata. Quindi è invecchiato eccome, con le evoluzoni intervenute nel settore HT. Quanto era costato ai fiduciosi acquirenti? 14.160 Euro.


Passando allo stereo e a componenti tradizionali in genere si nota una certa resistenza dei modelli, per fortuna, oltre ai diffusori anche i produttori di amplificatori sia a stato solido sia a valvole mantengono in massima parte  i modelli per diversi anni, soprattutto quelli di fascia alta. Anche qui con qualche eccezione, come ad esempio il ben noto e apprezzato marchio inglese Musical Fidelity, che attua una politica di forte rotazione dei modelli. Spulciando sempre tra i vecchi numeri, a dicembre 2004, troviamo a circa 7.400 € un amplificatore integrato con alimentatore separato che aveva la caratteristica di avere una potenza di ben 500W, il modello KW500. Non più in produzione da tempo, ma non solo, Musical Fidelity non produce neanche più amplificatori con questa impostazione, ma i suoi modelli di punta sono di minor potenza (50-100W) ma in pura classe A.


Chiaramente invecchiano più facilmente i componenti digitali (qui l'evoluzione tecnologica è continua) e oggetti prodotti da ditte semi-artigianali, che a volte non resistono agli andamenti ciclici del mercato. Si suppone che chi spende cifre importanti per prodotti con queste caratteristiche è consapevole della quota di rischio che si sta accollando.

In conclusione
A chi interessano i componenti Hi-Fi "senza compromessi"? A me personalmente no, dato che, come la maggior parte delle persone, devo invece affrontare qualche compromesso tra gli investimenti nell'ascolto della musica e quelli necessari al resto della vita materiale, e anche ad altre piacevoli attività (non c'è solo la musica). Le riviste, come scusa per le prove di questi componenti, affermano spesso che è importante conoscere e ascoltare queste realizzazioni spinte all'estremo per confrontare ad esse i prodotti medi.
Mi pare invece scontato che un progettista o un produttore che non devono sottostare ad alcun compromesso per ottenere il miglior rapporto qualità prezzo, raggiungano un ottimo risultato. E mi stupisco quando avviene il contrario (capita). Mi interessano invece di più quelli che questo problema se lo pongono, e raggiungono prestazioni musicali elevate senza "sprechi".

Questo sì che è un compito difficile ed affascinante.
Ma poi ci sono quelli che leggono riviste di yachting anche se non possono comprarli, sublimano questa mancanza nella lettura, e lo stesso vale per le supercar o le case di lusso.
Che anche nell'alta fedeltà si scivoli pian piano verso la super-hifi solo da guardare (e difficilmente da ascoltare) penso sia una contraddizione con l'obiettivo di fondo. Ascoltare la musica al meglio, e non inseguire status symbol (che danno ben poco status in questo caso, al confronto di quelli che elencavo prima). Tenendo anche conto che pure per i prodotti "medi" occorre investire comunque cifre non indifferenti, perché si tratta sempre di oggetti che richiedono una elevata qualità di realizzazione e che vengono prodotti in piccola serie.