sabato 2 marzo 2019

DSD: DoP o nativo?

DoP sta per DSD over PCM mentre “nativo” vuole indicare che nessuna azione viene eseguita. Quindi un DAC in grado di funzionare in nativo sembra avere caratteristiche superiori. In parte è così, ma non perché viene alterato in alcun modo il flusso di dati, in entrambi i casi non viene effettuata alcuna conversione. Le due modalità riguardano infatti solo il trasporto del flusso DSD tramite la porta USB al DAC. Porta USB (2 o 3) che peraltro è obbligata, perché la velocità di trasmissione di un collegamento coassiale o toslink non sarebbe sufficiente per le caratteristiche del formato DSD alle risoluzioni più elevate.
In questo post alcune informazioni e chiarimenti utili per chi si accinge ad acquistare un nuovo DAC.

Dal sito dell'etichetta norvegese 2L The Nordic sound alcune immagini riprese durante la registrazione del disco, disponibile anche in Quad DSD, nomination ai Grammy Awards come "Best Immersive Audio Album 2019". Il titolo è Folketoner, musica corale norvegese, questa è la direttrice Anne Karin Sundal-Ask  intenta a verificare la registrazione multicanale e stereo alla consolle DXD-DSD,
DoP
La porta USB riconosce solo audio codificato in PCM, non in DSD. Il sistema più semplice per trasmettere un flusso DSD e’ quindi incapsularlo in “pacchetti” riconoscibili dall'unità ricevente (il DAC). Che provvederà quindi, se conforme DoP, ad estrarre dal pacchetto il contenuto DSD, a ricomporlo nel file originale e a passarlo alla sezione di conversione in anaogico. Questa operazione di impacchettamento comporta un raddoppio della dimensione dei dati e quindi la necessità per il trasmettitore (il PC), il ricevente (il DAC) e la porta USB di gestire una velocità di trasmissione doppia di quella del DSD, ovvero DSDx2 ovvero 5,6Mbps. Queste prestazioni non sono un problema per PC e DAC recenti, e quindi la trasmissione DOP non è sicuramente un problema per i più diffusi file audio provenienti da SACD, quindi DSD64 ovvero 2,8Mbps.

Il coro nell'ambiente di esecuzione (una chiesa, come si vede)
DoP e DSD2PCM
Importante: il DoP è un sistema di trasporto, non è da confondere con DSD2PCM che, come suggerisce il nome (2=to) è una funzione di conversione da DSD a PCM inclusa, nei player che gestiscono il formato DSD, per garantire la compatibilità con schede audio e DAC solo PCM. Quindi nei vari Audirvana o J River ma anche in Foobar2000, con gli appositi component. Una funzione peraltro presente anche negli studi di registrazione per fare in PCM operazioni di editing non possibili o non supportate in DSD (e poi tornare al DSD nella versione finale). Stessa ambiguità nel termine “nativo”: trasporto nativo significa diretto senza impacchettamento dei campioni (vedi dopo). Conversione nativa significa che il DAC è in grado di trattare nativamente il formato a 1 bit DSD.

DSD a risoluzione superiore
Per la riproduzione di file audio DSD in risoluzione superiore, quindi disponibili solo in download, la trasmissione in DoP ha però un limite superiore. Attualmente fino a DSDx2 ovvero DSD128 ovvero Double DSD ovvero 11,2Mbps non ci sono problemi, ne’ sul lato del PC ne’ sul lato del DAC (che ovviamente deve supportare il formato DSD). A risoluzione ancora superiore, ovvero DSDx4 o DSD256 o Quad DSD oppure DSDx8 o DSD512 può’ essere necessaria la trasmissione nativa per limitazioni di potenza della CPU del PC o del DAC. Su quella del DAC vedere nel seguito.

Trasporto DSD nativo
Utilizzando un driver ASIO è possibile informare la porta USB che il flusso di dati in invio e’ “speciale” non a livello di pacchetto ma dell’intero file e quindi far arrivare al DAC il flusso DSD “nativo”. Perché il DAC possa trattarlo e’ necessario però che sia in grado di supportare le frequenze di campionamento più elevate. Ovvero 352,8Khz per DSDx4 o DSD256 (88,2Khz x4) oppure 705,6 (88,2Khz x8) per DSD512. Esistono anche DAC che arrivano oltre, per gestire anche il formato DXD (estensione del PCM HD) e quindi a 96x8 ovvero 768Khz e che ovviamente possono supportare anch’essi DSD512 nativo.
Su MAC i driver bit perfect ASIO o WASAPI non servono perché la porta audio è già bit perfect e viene riconosciuto automaticamente il DAC conforma DSDS nativo e scaricato il suo driver specifico.
In entrambi i casi il DAC ha pressoché sempre un LED che si illumina per indicare il flusso di ingresso in DSD nativo e quindi è sempre controllabile se stiamo ascoltando in DSD nativo o in DOP e quindi se abbiamo eseguito tutte le operazioni di configurazione sul player necessarie allo scopo.

La direttrice Anne Karin Sundal-Ask in azione
Quindi in sintesi, cosa preferire?
Abbiamo visto che fino a DSD128 ovvero in Double DSD tutti i DAC “DSD ready” sono equivalenti. Ci si può concentrare quindi sulla qualità del DAC. Chi invece ha già acquisito album o tracce in formato DSD256 o DSD512 (rarissimi per ora in quest’ultimo formato) o ha intenzione di farlo man mano che saranno resi disponibili, è opportuno che faccia un approfondimento sulle caratteristiche del DAC che sta scegliendo.
Quelli basati su chip più recenti supportano quasi sempre anche il PCM/DXD fino a 32/765 (o 705,6 in alcuni casi) e di conseguenza tipicamente supportano la modalità nativa (non avrebbe senso il contrario) e quindi la possibilità di scelta è ampia.
Possibili criticità possono riguardare quindi soltanto:
  • DAC che supportano solo la trasmissione DOP anche per DSD256 e che dovranno essere gestiti da PC non molto recenti, che possono avere problemi di prestazioni in trasmissione;
  • Chi utilizza un PC Mac e non Windows: deve verificare se il DAC scelto garantisce le stesse prestazioni anche su macOS, con un proprio driver proprietario.
E tutti quelli che hanno un DAC valido ma che non va oltre il DS64?
Il materiale disponibile è ancora molto raro nei formati superiori DSD128 e DSD256 ed inoltre non è di interpreti celebri, è prodotto da etichette indipendenti “audiophile” come Blue Coast Records (folk e jazz soprattutto) o 2L The Nordic Sound (classica e contemporanea soprattutto). Rarissimo poi il DSD512 e da verificare se la produzione, sin dalla registrazione, sia in questo formato ad altissima risoluzione.
Conviene in questo caso aspettare e ascoltare serenamente la buona musica che avete, considerando anche la continua innovazione nel settore dei DAC.

Il set di microfoni utilizzato dai tecnici di 2L per registrare il suono e l'ambienza della chiesa
Il tecnico del suono al lavoro sulla consolle digitale

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