tag:blogger.com,1999:blog-11771951355492662212024-03-17T16:30:21.122+01:00Musica & Memoria - Tecnologia & MercatoBlog sulle novità tecnologiche e di mercato collegato al sito Musica & Memoria. Gli articoli sono aperti ai commenti e alle osservazioni dei visitatori del blog.Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.comBlogger325125tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-30765082582313486102024-01-14T00:51:00.004+01:002024-01-14T09:56:03.099+01:00Il "Nuovo Audiofilo" e lo Streamer<p>Prima di tutto, cosa si intende per audiofilo? Una persona che ama la musica, che concepisce l’usanza di ascoltarla non solo come sottofondo, ma dedicando ad essa tutta l’attenzione, e consapevole che con appositi strumenti si può ascoltare cogliendo tutti i suoi elementi, estensione, timbro, dinamica, collocazione spaziale di chi suona. Il <b><span style="color: #990000;">Nuovo Audiofilo</span></b> quindi è chi condivide questo obiettivo ma per età o scelta non comprende la necessità di un componente intermedio tra la musica registrata e l’impianto che la fa sentire a lui. Componente che ovviamente è il CD o il vinile.</p><p>Il Nuovo Audiofilo ha solo la necessità di una connessione, una interfaccia, tra il suo impianto, minimale o complesso che sia, e l’archivio nel quale si trova la musica, ormai al 99,9% digitalizzata. Archivio che può essere sul “cloud” oppure a casa propria , tipicamente su un NAS.<br />Questa interfaccia ha ormai un nome condiviso, streamer, ovvero strumento per creare un “flusso” di dati dall’archivio al componente che ricrea la musica (il DAC e quello che segue).</p><p><b><span style="color: #bf9000;">Lo streamer </span></b><br />Può essere un componente a sé stante, che fa solo questa funzione, o essere contenuto come funzionalità aggiuntiva in altri componenti, oppure avere anche altre funzioni oltre quella di interfaccia, Da aggiungere che l’importante funzionalità di selezione della musica e gestione dell’ascolto è sempre una app specifica dello streamer per smartphone e tablet. Ma può essere anche soltanto una app su un computer, uno smartphone o un tablet.<br />Facciamo una rassegna delle alternative:</p><p></p><ol style="text-align: left;"><li><span style="color: #990000;"><b>Smartphone o Tablet</b></span>: installando la app del servizio streaming scelto (Tidal o Qobuz tipicamente) e collegando l'uscita dati a un DAC (vedi ........) abbiamo realizzato il più smplice ed economico streamer. Con questa soluzione è però più complicato creare una interfaccia verso il NAS e soprattutto non è disponibile un media center software come J River o Roon per gestire la libreria.</li><li><b><span style="color: #990000;">Computer fisso o mobile</span></b>: simile alla precedente con la differenza che la connessione al NAS è immediata essendo il NAS sempre gestito da un PC e che, inoltre, è possibile utilizzare un media center e quindi avere una soluzione completa</li><li><span style="color: #990000;"><b>Streamer puro</b></span>: fornisce solo, con la sua app, una interfaccia tra i servizi streaming o il NAS e il DAC, a differenza di PC, Tablet o smartphone, è un componente dedicato, particolarmente progettato per non introdurre anche minime alterazione nelle sua funzione di "bridge" tra la musica e l'impianto. E' in pratica un PC specializzato e dedicato a questa unica funzione, con tutti i vantaggi funzionali e prestazionali che si possono intuire. Pochi modelli proposti.</li><li><span style="color: #990000;"><b>Streamer+DAC</b></span>: funzionalmente è come la precedente, ma include anche il DAC con il vantaggio di essere più semplice e ready-to-use ma lo svantaggio di non poter fare in seguito un upgrade del DAC (il componente sul quale c'e piu competizione e proposta di modelli, con possibilità quindi di upgrade). Con questa soluzione sono da aggiungere solo l'amplificatore e le casse acustiche copre solo le casse acustiche, se attive. E' la più diffusa tipologia di streamer, molti modelli da fascia medio-bassa ad altissima.</li><li><b><span style="color: #990000;">Streamer+DAC+Amplificatore</span></b>: aggiungendo un amplificatore nello stesso cabinet, cosa ormai semplice con gil amplificatori in classe D, al nuovo audiofilo rimane solo l'onere di scegliere le casse acustiche. </li><li><span style="color: #990000;"><b>Amplificatore+DAC+streamer</b></span>. apparentemente è come il precedente, la differenza è che l'ampli aggiunto è (salvo limitati casi hi-end) tipico di aziende la cui produzione è soprattutto sul digitale e gli ampli sono spesso in classe D, mentre l'ampli con streamer (+ DAC, obbligatoriamente) è proposto da alcune aziende specializzate e spesso "storiche" per estendere la loro clientela</li><li><span style="color: #990000;"><b>Casse attive Wi-Fi + Streamer</b></span>: in una cassa attiva che si può connettere è già presente sia un DAC che l'accesso al web, quindi è un gioco da ragazzi aggiungere una scheda standard che fornisce le funzioni di streamer più la app per smartphone e tablet e qui di è quasi sempre inclusa. E' ivviamente la soluzione più semplice e, con l'ampiezza complessiva delle offerte, potrà garantire anche soluzioni di elevato livello. </li></ol><div><b><span style="color: #bf9000;">Elementi per la scelta</span></b><br />Il minore costo, accompagnato anche da una qualità adeguata, è rappresentato ovviamente dalla soluzione 3 con PC, Chi cerca invece una soluzione più semplice e immediata nell'uso ha un'ampia libertà di scelta. L'elemento che incide di più sulla qualità audio è il DAC e quindi chi tiene di più a un ascolto ottimale dovrebbe preferire uno streamer puro, ma non è giudicato interessante dai produttori e i modelli disponibili sono pochissimi.<br />Gli streamer con o senza amplificatore sono molti e, sempre riguardo alla qualità del suono, gli elementi che incidono di più sono il DAC interno e la connessione a un DAC esterno per futuri upgrade. </div><div><br /></div><div>Per il DAC la differenza la fa l'uso previsto, se è solo streaming da servizi è sufficiente una risoluzione 24/192 mentre se c'è anche musica acquisita in download e archiviata su NAS può essere necessaria anche la decodifica in formato DSD (almeno fin a DSD128 o in risoluzione maggiore (32 bit e frequenza raddoppiata) e quindi un DAC di ultima generazione (ormai disponibili a prezzo economico). In questa classe di prodotti però quelli raggiungibili (sotto ai 1000 €, partendo da 500 circa) sono quasi tutti, con poche eccezioni ancora dotati di un DAC "basic" 24/192. ma esistono alcuni modelli che possono riprodurre senza conversioni anche file audio in codifica DSD, ance in DSD128. Introvabili</div><div>invece veloce ma no troppo, quelli con uscita USB per un DAC esterno. Per queste funzionalità bisogna andare alla produzione Hi-End dove però siamo sulle migliaia di €, come nel caso delmolto citato Rose 150B (che è anche video).</div><div><br /></div><div>Da notare infine che le case cinesi che stanno sfidando i fornitori tradizionali con DAC, network player, ampli per cuffie di qualità e prestazioni sempre più elevati (ovvero TOPPING, S.M.S.L. ecc.) no n propongono streamer.<br /><br /></div><div><b><span style="color: #bf9000;">Alcuni esempi</span></b></div><div>Per fissare meglio le idee conviene ricorrere ad alcuni modelli tipo delle varie scelte tecnologiche proposte dai produttori, cominciando dalla più semplice. Metto qui solo i riferimenti, gli approfondimenti sulle specifiche e le prove si possono leggere facilmente in rete.<br />Ovviamente la scelta è solo di componenti esemplificativi per la categoria, non si tratta di suggerimenti di acquisto, questo blog non ha pubblicità né alcuna relazione con produttori del settore. Per la scelta si consiglia sempre di consultare le molte recensioni presenti sul web, incluse quelle di chi li ha acquistati, presenti su diverse piattaforme, oltre che vedere e provare il componente in negozio ogni volta che è possibile. </div><p></p><b>(3) PRO-JECT Stream Box S2 Ultra</b><br /><ul style="text-align: left;"><li>Uno dei pochi streamer puri in commercio, tramite wi-fi o Ethernet si connette ai servizi streaming o al NAS supportando tutti i formati e livelli di risoluzione, e passandoli (bridge) al DAC collegato via USB, il tutto adottando una serie con una serie di accorgimenti pensati per garantire il minimo degrado durante questa funzione di trasporto. Selezione e ascolto sono gestiti dalla sua app (recentemente migliorata) ma è anche Roon ready e quindi si può usare anche questa raffinata e flessibile interfaccia.</li></ul><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDkMyu09kcE9qnn71bnaePisqetLnl-CfRo51XAD16xGDLr2nr1_6aqrjpPcfujA9Qd36slROhTHt3Vl-EBiZi_SOm4r9JzcpVVd3eUF6mdZmJa1uDtKUaCFCMWHbgG15BDFqr2xhUzjLid8j5QnDC0rr_MSHKit3N2aLk1Nq1i83teGoJlpfPBpdSM2VZ/s560/project_Stream_BoxS2_Ultra.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="232" data-original-width="560" height="133" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDkMyu09kcE9qnn71bnaePisqetLnl-CfRo51XAD16xGDLr2nr1_6aqrjpPcfujA9Qd36slROhTHt3Vl-EBiZi_SOm4r9JzcpVVd3eUF6mdZmJa1uDtKUaCFCMWHbgG15BDFqr2xhUzjLid8j5QnDC0rr_MSHKit3N2aLk1Nq1i83teGoJlpfPBpdSM2VZ/s320/project_Stream_BoxS2_Ultra.jpg" width="320" /></a></div><ul style="text-align: left;"><li>Costa più di uno streamer con DAC integrato ma lo streamer puro è una soluzione quasi obbligata per chi punta alla massima qualità audio e non vuole impiegare come bridge un computer. Il prezzo indicativo (come gli altri che seguono) è 650 €. Un'alternativa con funzionalità e prestazioni (e prezzo) quasi identiche ma meno spinte è il <b>Primare Prisma NP5 MK2</b>.(prezzo 540 €)<br /><br /></li></ul><b>(4) AUDIOLAB 7000N<br /></b><ul style="text-align: left;"><li>Tra i molti streamer con DAC integrato è segnalato spesso nelle recensioni e liste "best by" come uno dei più consigliabili probabilmente per l'equilibrio tra le varie funzionalità e l'efficienza della app a corredo. Inoltre per le connessione Wi-fi utilizza il protocollo Play-Fi di DTS (noto standard per il multicanale) che è tecnicamente superiore, in special modo per l'alta definizione, rispetto a Google Cast, Sonos e Air Play. Qualcosa che però serve per il multisala o altre sorgenti non per l'ascolto stereo, tranne eventuali casse attive Wi-fi che supportino il protocollo Play-Fi.<br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6kVcTMiKILN4tYOrLr-YQdAPyE9SFxai-ywjQjh1hupOmTzxTMbJSVY-Wnpp3AHlLbpgwsiNYFRnYuj8SGPHub-1W9o_EMBq1yHlGBKSQFIuSZJAmOLJVK7lYsHMKOnyW_I5W6RdLJFD1WC4XgpxTUZ70fVhUBkz4kAp7Zxr9BTMaAh6r3WY5NiVbhyA4/s998/audiolab_7000ns_wireless_audio_streaming_player.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="998" height="80" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6kVcTMiKILN4tYOrLr-YQdAPyE9SFxai-ywjQjh1hupOmTzxTMbJSVY-Wnpp3AHlLbpgwsiNYFRnYuj8SGPHub-1W9o_EMBq1yHlGBKSQFIuSZJAmOLJVK7lYsHMKOnyW_I5W6RdLJFD1WC4XgpxTUZ70fVhUBkz4kAp7Zxr9BTMaAh6r3WY5NiVbhyA4/w320-h80/audiolab_7000ns_wireless_audio_streaming_player.jpg" width="320" /></a></div>Significativo esempio di questa categoria ha tutte le caratteristiche standard: risoluzione 24/192, DAC esterno collegabile su uscita ottica Toslink o coassiale, schermo incorporato, estetica gradevole per l'inserimento in ambiente casalingo. Prezzo 660 €.<br /><br /></li></ul><b>(5) Cocktail Audio N25AMP<br /></b><ul style="text-align: left;"><li>In questa categoria di componenti audio c'è una discreta varietà in fatto di prestazioni e funzionalità, scelgo come esempio un componente di fascia medio-alta, con caratteristiche, per la parte streamer, superiori a quelle dei tipici prodotti della categoria precedente, che si basa sul modello N25 di Cocktail Audio. In particolare, il DAC incluso è di ultima generazione (ESS Sabre 9018K2M) ed è grado quindi di decodificare senza downgrade anche file audio 32/384, DSD256 e anche MQA per chi crede ai benefici di questa codifica. Altra funzionalità superiore ai tipici streamer con DAC è la presenza di una uscita USB adatta a collegare un DAC esterno.</li></ul><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg64R0ORo5obiC0mdkkpMyL1RI_VCx8DucVhEMuwx1UCGfZvl7sR45Z1D6H_LNkq4Dt6KKXS-0BriXEN2JKoEhfh2xZmiXkjtxsjyii8IjJsSD_Sa6JoWa6EOIW33AYo_YKznEJB1A5WBV1hZhChWmjgmyAJDaka4emS_zGecV62UBfkOXHvay8fB6GQjsY/s2473/n25AMP.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="571" data-original-width="2473" height="93" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg64R0ORo5obiC0mdkkpMyL1RI_VCx8DucVhEMuwx1UCGfZvl7sR45Z1D6H_LNkq4Dt6KKXS-0BriXEN2JKoEhfh2xZmiXkjtxsjyii8IjJsSD_Sa6JoWa6EOIW33AYo_YKznEJB1A5WBV1hZhChWmjgmyAJDaka4emS_zGecV62UBfkOXHvay8fB6GQjsY/w400-h93/n25AMP.jpg" width="400" /></a></div><br /><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Di rilievo anche l'amplificatore incluso che è in classe D (come quasi tutti in questa categoria) e ha una potenza di 150 W. (prezzo circa 1.300 €, N25 senza amplificatore ca. 1000-1100 €)</span></div></blockquote><p><b>(6) NAD C700 </b></p><ul style="text-align: left;"><li>Le funzionalità di base sono le stesse della categoria precedente quindi l'elemento che può giustificare la scelta è l'amplificatore, magari fornito da un produttore specializzato in questi componenti. Come è appunto NAD che propone diversi modelli di amplificatori con sezione streamer, questo è l'entry level ma ci sono anche modelli di fascia alta come lo M33 posizionati oltre i 5000 €. Il NAD C700 è basato ovviamente sulla piattaforma proprietaria di NAS che si chiama Bluos e che è a tutti gli effetti un marchio a parte. Quindi ha tutte le funzionalità tipiche degli streamer più evoluti, incluso supporto Roon, l'unica differenza (forse una scelta politica) è che per il collegamento alla libreria musicale su Nas non supporta il diffuso protocollo DLNA (o UPnP) ma a piattaforma SAMBA. Funzionalità simili ma meno adottata. <br /><br /></li><li><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn77MhkQ-ALGaXQgxw01_AFDdkNURmjPuAe8DH4bcWczbCGDrJnqRmofHTpWi7H3o4Dhbbtl7R5i3YJ4dyUq8CaZiUmaWzBOroqyP-QLYjLEZqtdXKzP9NaYRpOJSlpLXLVI5fmmrSgnfY1Mdc8Iuh8fojnVX_cTFNU4NuXEWeiCVR4asVq5ZS2HPMjn6O/s1111/nad-c-700.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="624" data-original-width="1111" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhn77MhkQ-ALGaXQgxw01_AFDdkNURmjPuAe8DH4bcWczbCGDrJnqRmofHTpWi7H3o4Dhbbtl7R5i3YJ4dyUq8CaZiUmaWzBOroqyP-QLYjLEZqtdXKzP9NaYRpOJSlpLXLVI5fmmrSgnfY1Mdc8Iuh8fojnVX_cTFNU4NuXEWeiCVR4asVq5ZS2HPMjn6O/s320/nad-c-700.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div>L'amplificatore incluso anche in questo caso è in classe D ma fa ricorso a una evoluzione proprietaria NAD della tecnologia di Hypex Electronics, come gli ampli in classe D più performanti e musicali (secondo le recensioni). E' basata su una integrazione tra il DAC e l'ampli, non semplice da sintetizzare, per saperne di più si può leggere questo <a href="https://nad.de/wp-content/uploads/2017/03/HybridDigital_WhitePaper.pdf" target="_blank"><b>paper di NAD</b></a>.<br />Il C700 ha un amplificatore da 80 W e costa indicativamente 1.500 €. Interessante ma a 2.500 € il modello superiore <b>M10 V2</b> che ha un ampli da 100 W, il DAC che arriva fino a 24/384 e soprattutto il sistema di correzione ambientale Dirac Live Room che è effettivamente un upgrade considerevole.<br /></li></ul><b>(7) KEF LS50 Meta Wireless<br /></b><ul style="text-align: left;"><ul><li>La proposta di casse attive wireless con caratteristiche Hi-Fi è in crescita e si affacciano anche diversi nuovi produttori oltre ai nomi storici dell'alta fedeltà. Questi diffusori attivi della KEF che ho anche provato (in una versione precedente) anni fa continuano ad essere il riferimento del mercato e quindi mi limito<b> <a href="https://musicaememoria-tecno.blogspot.com/2019/12/breve-prova-delle-kef-ls50-wireless.html">a riportare il link</a>.</b> <br /><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiedV7YYTtqWdEH0l6OO_m6ym0Fsn1g0of3CyqtSzl__1pKLLrUh0hzYkKm8r1rXzQzM_DmvCyZMwZJiR7lCyf67QGCsoetNJg4VnklyYxDJXCjcV7sz7s3qjUC0Y3MAu6zI56UQY8AYe6x3gvlyU6aMiZE7kKPQgIg6YIAu4OubZZj0qU14dxH5hq_kUuu/s1000/kef-ls50w-ii-carbon-black-front-back.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="669" data-original-width="1000" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiedV7YYTtqWdEH0l6OO_m6ym0Fsn1g0of3CyqtSzl__1pKLLrUh0hzYkKm8r1rXzQzM_DmvCyZMwZJiR7lCyf67QGCsoetNJg4VnklyYxDJXCjcV7sz7s3qjUC0Y3MAu6zI56UQY8AYe6x3gvlyU6aMiZE7kKPQgIg6YIAu4OubZZj0qU14dxH5hq_kUuu/s320/kef-ls50w-ii-carbon-black-front-back.jpg" width="320" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Con questa scelta non serve niente altro per ascoltare in streaming dai servizi streaming musicali e neanche per ascoltare la musica memorizzata su un NAS accessibile con protocollo DLNA. Il vero tutto-in-uno.</span></div></li></ul></ul><div><b>In sintesi</b><br />L'offerta come si vede è piuttosto ampia e il Nuovo Audiofilo può certamente trovare la combinazione migliore per le sue esigenze, del tutto integrata (7) se la praticità e la sicurezza del risultato sono le sue priorità, oppure, se punta a prestazioni ancora superiori, magari ricorrendo a diffusori e/o amplificatore usati (il mercato dell'usato è piuttosto ricco) sceglierà uno streamer che fa da interfaccia tra digitale e analogico (5) senza o con ampli integrato (6-7). Molto minore la scelta per chi vuole scegliere il DAC</div><div><br /></div><div>Scegliendo i componenti tipo da citare ho fatto caso al grande dinamismo del settore, ovvero alla continua proposta di nuovi componenti e la rapida sostituzione e uscita di scena dei modelli precedenti. E' quindi facile scegliere "il meglio" come rapporto qualità/ prezzo, ma piuttosto difficile che sia ancora "il meglio" uno o due anni dopo. Ampiezza dell'offerta e dinamismo fanno ritenere che i Nuovi Audiofili non siano pochi e costituiscano già un mercato interessante e promettente.<br /><br /></div><div>Per contro il settore dove la competizione è più intensa, ovvero quello dei DAC, dove produttori cinesi danno l'assalto alle firme tradizionali spingendosi sempre più verso le prestazioni e le funzionalità più elevate, mantenendo prezzi ancora umani, fa pensare che non sano comunque moltissimi. Il target principale rimangono gli audiofili boomers alla inesausta ricerca di miglioramenti al loro impianto tradizionale.stream box <br /><br /></div><div><b><span style="color: #38761d;">Appendice - Il retro degli apparecchi esemplificativi presentati, con gli ingressi e le uscite</span></b></div><div><b><span style="color: #38761d;"><br /></span></b></div><div>Un buon modo per avere un'idea immediata degli ingressi e uscite, e quindi delle funzionalità e flessibilità di un componente, è guardare il pannello posteriore ( cliccare per ingrandire).</div><div><br /></div><div><br /></div><div><b><br /></b></div><div style="text-align: center;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqWStWSagvHM2T3fH0cGf3iE68-hiuVr2hvISME6lVSWo1XfjHHjjHI48OcCWgQokBcmlykiB3yL-o0qrZLQn_CwpvyQ04V1pxC1xQQ9Ti-dRZnOdoJBv-WwXM0hyJHtFs2Wlkh1p0KXgWmfud5WB7y_XtVh5Psnnhke2m6fLF2Zr7zIO8TkY2kdCDdRK/s2560/project_Stream_BoxS2_Ultra-Rear.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1145" data-original-width="2560" height="143" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkqWStWSagvHM2T3fH0cGf3iE68-hiuVr2hvISME6lVSWo1XfjHHjjHI48OcCWgQokBcmlykiB3yL-o0qrZLQn_CwpvyQ04V1pxC1xQQ9Ti-dRZnOdoJBv-WwXM0hyJHtFs2Wlkh1p0KXgWmfud5WB7y_XtVh5Psnnhke2m6fLF2Zr7zIO8TkY2kdCDdRK/s320/project_Stream_BoxS2_Ultra-Rear.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_bnbWDBVHAhjbVovq4TN-KFmuQyww8-pMpAd_QIhji-98FSxIFjOCxS-RXQBar_G5t8bCiG3Fdr_Evd3uq9rCnoK7_L-5rl2Y2qf1YGdOK7obDp_unCYbyN4Wm0VUsu4FMkPM68w88v0NXGRFQuqZ-gjd70_OGoodvaMMZujpGF69dxCK7ae4qJTysY5T/s997/audiolab-7000n-play-rear.png.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="374" data-original-width="997" height="150" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_bnbWDBVHAhjbVovq4TN-KFmuQyww8-pMpAd_QIhji-98FSxIFjOCxS-RXQBar_G5t8bCiG3Fdr_Evd3uq9rCnoK7_L-5rl2Y2qf1YGdOK7obDp_unCYbyN4Wm0VUsu4FMkPM68w88v0NXGRFQuqZ-gjd70_OGoodvaMMZujpGF69dxCK7ae4qJTysY5T/w400-h150/audiolab-7000n-play-rear.png.jpg" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe0_tBrRDOZebO6Hm8sm8biioMNOqPnis8cdxxYQg1niSM66DPRP4avuZcBcJl8ScslosfAPyJSJZSIIzvJqyhF1KyvSXgzUMRxNaF-1HBnwbnY4uJ4e88eBfUkZr6x3Y7mDd8VOkk0BFyXX2b5U9Vy0a3Z2-kElTW0q0OoIPWQgQpHbYtBvahE4BULBho/s991/NaD-C700-R.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="991" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe0_tBrRDOZebO6Hm8sm8biioMNOqPnis8cdxxYQg1niSM66DPRP4avuZcBcJl8ScslosfAPyJSJZSIIzvJqyhF1KyvSXgzUMRxNaF-1HBnwbnY4uJ4e88eBfUkZr6x3Y7mDd8VOkk0BFyXX2b5U9Vy0a3Z2-kElTW0q0OoIPWQgQpHbYtBvahE4BULBho/s320/NaD-C700-R.jpg" width="320" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM6-n9ObcYC7Yhf2yceuwWJkl25mS2M-yGxZ07V3-6FlGx2VNAjh2Wrrh06oMVmZBSMPyZftXkvfioF4yawRLyOtuJDdnsL368qN87NA-oyQ5kNCRotjZiL7YFGigh2WMGsKhY-Gmu6ZEBDWmxVlqqbkJDR9t8ewECMrVD65TTcSrMqGyStTJhVmPQqpfD/s1170/n25-amp-rear.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="1170" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM6-n9ObcYC7Yhf2yceuwWJkl25mS2M-yGxZ07V3-6FlGx2VNAjh2Wrrh06oMVmZBSMPyZftXkvfioF4yawRLyOtuJDdnsL368qN87NA-oyQ5kNCRotjZiL7YFGigh2WMGsKhY-Gmu6ZEBDWmxVlqqbkJDR9t8ewECMrVD65TTcSrMqGyStTJhVmPQqpfD/w400-h205/n25-amp-rear.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div style="text-align: center;"><br /></div><br /><b><br /></b></div><div><br /></div><p><br /></p><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-58803548496576805052023-12-07T23:22:00.001+01:002023-12-07T23:23:37.632+01:00Il CD ha un futuro?<p>Perché ci dovrebbe interessare il futuro del CD? In effetti non interessa a tutti, interessa solo a quegli appassionati di musica che ritengono importate "possedere" la musica che hanno scelto di ascoltare, quindi comprarla registrata su un supporto fisico o anche in forma di file da caricare su una propria memoria per computer ma, preferenzialmente su CD, su cui dovrebbero essere pubblicati tutti i titoli, e che è semplice nell'uso ed economico.. Per poterlo fare è necessario che qualcuno la venda in questo formato, e non solo nella ormai dominante modalità streaming, in abbonamento o gratis con pubblicità.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Qual è la situazione?</b></span><br />Secondo i dati del 2022 (<a href="https://www.musicaememoria.com/mercato_musica_2022.htm" target="_blank"><b>vedi la sintesi</b></a> su M&M) in USA la musica digitale ha l'88% del mercato e, nella musica digitale, il digital download, ovvero l'acquisito del proprio file musicale, è al 5%. In questo 12% inoltre sono inclusi, oltre al CD, DVD musicali, Cassette, SACD, Pure Audio Blu Ray e, soprattutto LP. Tra i supporti fisici infatti il vinile ha superato il CD sia come valore economico sia come numero di dischi venduti. Ma non è questo il problema.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Il problema è la disponibilità</b></span><br />Il CD era, fino ad oggi, il supporto fisico standard, ogni nuova uscita o ristampa da catalogo era messa in commercio su CD e poi eventualmente in altri formati, vinile soprattutto, o su streaming. Considerando il calo costante degli acquirenti e il costo di produzione e distribuzione di un nuovo CD, per molti musicisti e il loro produttore l'uscita su CD sta diventando un'operazione economicamente a rischio di perdita, con margini bassi, in particolare con le tirature limitate.<br />Molto semplice come alternativa è la creazione di un video per spingere una canzone su YouTube, video che può avere anche costi bassissimi se sorretto da una buona idea, come questo video delle <span style="color: #990000;"><b>Rainbow Girls</b></span>, famose solo su YouTube, eppure questo video veramente basic ha 314.000 visualizzazioni e altri video del gruppo più datati sono oltre i 3 milioni.<br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/XbIOqio2J4Y" width="320" youtube-src-id="XbIOqio2J4Y"></iframe></div><p>Con appena un poco più di impegno nella regia del video si possono raggiungere risultati ancora superiori, questi sono i <span style="color: #990000;"><b>Southern Raised</b></span> anche loro con una cover, il risultato sono 11 milioni di visualizzazioni in 2 anni. Certo, bisogna anche avere qualcosa da dire ed essere bravi e comunicativi (li ho scelti apposta i due video: se qualche visitatore li vorrà vedere non resterà deluso).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/oG85zhpgmJY" width="320" youtube-src-id="oG85zhpgmJY"></iframe></div><p>L'album sospinto dai video può esser poi acquistato in formato digitale mettendolo su un sito digital download o, più semplicemente, su un servizio streaming che consente anche il download, come Qobuz, o anche su un supporto fisico, che a questo punto può essere anche il vinile, che garantisce margini più alti.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">E quindi, il povero CD?</span></b><br />Può essere alla fine dimenticato tra i vari formati scelti, come segnala con dovuto allarme il coordinatore della ottima sezione di recensioni musicali di Audio Review, Federico Guglielmi, nell'editoriale di Ottobre 2023. L'audiofilo che è anche musicofilo e che alla sua libreria musicale ci tiene, rimarrebbe così senza il supporto più pratico ed economico.<br />Ma non è ancora una sparizione di massa, è un fenomeno agli inizi e forse neanche certo. Utilizzando come statistica le recensioni di Audio Review, che sono decine ad ogni numero si nota che:<br /></p><ul style="text-align: left;"><li>la musica moderna, rock, folk, indie ecc. e' proposta in massima parte sia in CD che in LP, ma alcune uscite sono solo in download (DL) e altre solo in vinile</li><li>il jazz è quasi sempre pubblicato in CD, a volte anche su LP, alcune volte solo in DL</li><li>la classica è sempre pubblicata su CD, a volte anche su SACD </li></ul><b><span style="color: #bf9000;">Ma il vinile non può essere l'alternativa?</span></b><br />Più no che sì, prima di tutto perché non sempre è disponibile per le nuove uscite e le ristampe, fanno una scelta in base alle vendite attese, ma soprattutto perché non è adatto per la libreria musicale di un audiofilo moderno, che non penso voglia rinunciare alle semplificazioni della più recente tecnologia, il CD già digitale può invece essere "rippato" e inserito in una libreria musicale digitalizzata, con catalogo automatico, ricerca istantanea e così via ,oltre che fruito in mobilità o per altri scopi (colonne sonore ecc.). Peraltro, come sappiamo, il successo attuale del vinile è essenzialmente di immagine, un gadget da mostrare, molto lontano quindi dagli scopi che sto illustrando.<div><br /></div><div><span style="color: #bf9000;"><b>E' necessario anche poterlo far suonare, il CD</b></span><br />Va bene il desiderio di possesso, può darsi che qualche musicofilo sia interessato più al contenitore (la copertina, il libretto) che al contenuto, che comunque può ascoltare in streaming ma, a parte che questo uso come gadget vale soprattutto per gli LP su vinile, si suppone che chi compra un supporto fisico che contiene musica debba avere un lettore per ascoltarlo.<br />E qui bisogna rendersi conto che, a parte le case degli audiofili con il loro prezioso impianto, ben poche case oggi hanno un lettore CD, perché lo hanno abbandonato per ingombro e scarso uso o perché non è mai entrato in casa. Quest'ultima è la situazione normale per tutti gli sposati nati da 1990 in poi, nelle loro adolescenza i CD stavano sparendo con l'arrivo del peer-to-peer e poi di iTunes, ne avevano quindi pochi, regalati magari, o non ne avevano.<br />Più frequente probabilmente la presenza incidentale della funzionalità negli impianti Home Theater , anche i più economici, per la presenza di un lettore DVD o Blu Ray., che può leggere anche i CD. Ma anche questi lettori sono in via di sparizione con l'arrivo dello streaming, ancora più massiccio in questo settore.</div><div><br /></div><div><span style="color: #bf9000;"><b>In sintesi</b></span></div><div>Rimangono quindi in una nicchia ben ristretta i musicofili che potranno soffrire per la scomparsa o la rarefazione delle nuove uscite in CD. Molti sono probabilmente poco interessati al nuovo, e per la produzione precedente nel mercato dell'usato con i miliardi di CD prodotti troverà sicuramente quello che cerca mentre quelli che ritengono assolutamente da avere una produzione recente probabilmente soddisferanno la loro esigenza di possesso con un LP se interessati anche all'immagine e/o con il digital download.<br />Il destino del CD, se fosse legato solo al ritorno economico, sarebbe segnato, ma possiamo essere certi che . la produzione cesserà o sarà minimale solo quando la domanda sarà veramente ridotta, e i numeri attuali, anche se calati moltissimo, costituiscono comunque un mercato molto ampio. Farà in tempo a diventare vintage e ricercato anche lui, oggetto curioso e affascinante del tempo che fu (che per tutti è sempre il migliore, come sappiamo), <br /><br /></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-76095706101045017282023-11-05T23:12:00.006+01:002023-11-05T23:12:57.217+01:00Nuova vita per la Tivoli Audio Model One<p>La Tivoli Audio Model One è una radio FM totalmente analogica, mono e dl suono sorprendente per le dimensioni che ha. Apparentemente fuori tempo quando è stata proposta sul mercato (era il 2000, massima espansione del CD e tramonto ormai totale dei sintonizzatori negli impianti Hi-Fi) è invece diventata nel tempo uno status symbol, per una volta a ragione, perché consentiva di ascoltare le radio musicali, anche di classica, con ottima qualità e costo accessibile. Ma era anche un oggetto dall'estetica minimal e raffinata, che era piacevole esibire in casa, evidentemente.</p><p>In un post di diversi anni fa (2011) ho descritto questo piccolo miracolo di tecnica e di semplicità e quindi rimando per informazioni su come è fatta al post <a href="https://musicaememoria-tecno.blogspot.com/2011/01/la-tivoli-audio.html#comment-form" target="_blank"><b>La Tivoli Audio</b></a>. Io ne ho comprato due tra il 2005 e il 2010, una per la cucina e una per lo studio, ma da qualche anno erano inutilizzate perché il "far west dell'etere" in Italia e specialmente a Roma non è mai stato regolato, le emittenti si sovrappongono tuttora dopo 57 anni dalla liberalizzazione una all'altra e sovramodulano per farsi ascoltare. Le poche radio musicali sopravvissute e che trasmettono con qualità ragionevole sono praticamente inascoltabili per una radio tutta analogica, essendo pesantemente disturbate da radio commerciale che invadono le loro frequenze. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4xUwscdS6u_d5Y5v4KRzlFoXS6vAjUSECajJKp2y2j1kvv7mikiPIZRxY5WkjY5OH-xOAsPbI3Y92CPvRQReMQ4dFxDmO8DHMLSKxvI5hoMzveEhKRg8x5FPVGy8g4IDwN8032HywW4E40c096vma0jAT4aK3Yqh2OBXCmSWFmfVUoj8bYYaYzbY51mYq/s4032/tivoli-audio-alexa.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2697" data-original-width="4032" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4xUwscdS6u_d5Y5v4KRzlFoXS6vAjUSECajJKp2y2j1kvv7mikiPIZRxY5WkjY5OH-xOAsPbI3Y92CPvRQReMQ4dFxDmO8DHMLSKxvI5hoMzveEhKRg8x5FPVGy8g4IDwN8032HywW4E40c096vma0jAT4aK3Yqh2OBXCmSWFmfVUoj8bYYaYzbY51mYq/w400-h268/tivoli-audio-alexa.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><span style="color: #bf9000;"><b>Un uso alternativo (ma non troppo) di Alexa<br /></b></span>Molti anni dopo ho comprato, stimolato dalla curiosità, Alexa di Amazon, ho scoperto che comprende con grande efficacia i miei comandi ma che, come assistente, la uso poco, per lavoro uso molto PC e iPad e le informazioni che mi servono posso trovarle sul web come ho sempre fatto. Ma è anche una radio volendo, può fornire un sottofondo musicale, ma con la qualità dell'altoparlante di uno smartphone. Sotto un certo livello di qualità la musica non la sento e così Alexa è rimasta un soprammobile.</p><p>Fino a che non ho avuto una idea molto semplice, quelle del tipo "perché non ci ho pensato prima?" ovvero usare La Tivoli Audio come altoparlante di Alexa, Entrambi gli oggetti hanno una uscita / ingresso mini jack stereo e quindi basta un cavetto doppio maschio per collegarle. Certo si perde l'ottimo sintonizzatore analogico FM a component discreti della Model One e il suono arriva invece da chipset digitali di qualità commerciale grande serie, sia per il sintonizzatore digitale sia per il DAC digitale-analogico, si perde qualcosa in finezza (ma solo se la radio selezionata trasmette in buona qualità) ma in compenso si ha la comodità dei comandi vocali per cercare le radio, che includono anche le emittenti DAB (tra cui Lifegate, unica trasmittente di quasi solo buona musica non classica).</p><p>Un consiglio tecnico: l'ingresso AUX della Tivoli Audio è "minimal" come tutto il resto, non è un circuito separato e quini è in comune col sintonizzatore FM, si limita a silenziare il flusso sonoro della emittente e a far passare quello dell'ingresso esterno. Ho notato però che se la emittente sovramodula o distorce i disturbi passano e sporcano il suono dell'ingresso AUX. La soluzione è individuare una stazione che viene ricevuta senza disturbi, con la spia di ricezione (la luce gialla) è' al massimo della luminosità e stabile. Non importa che sia una radio dei romanisti o Radio Maria, non si sentirà nulla della emittente ma neanche disturbi.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi </span></b><br />Con un pizzico di soddisfazione per la piccola rivincita sulle mie odiate radio commerciali, ora la Tivoli Audio mi accompagna ancora quando voglio accompagnare con musica che mi piace le mie attività. E la rinascita ma ha dato lo spunto per riusare anche la seconda, portandola nella casa al mare, che è in una zona tranquilla e poco popolata dove qualche radio decente (come Rai 3) si riesce ancora a sentire grazie al minor numero di radio commerciali nella zona.</p><p><br /></p><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-89316196879477570612023-10-26T23:11:00.005+02:002023-11-05T23:45:51.117+01:00 Bassa fedeltà e Infima fedeltà<p>Come ascolta la musica la gente? Non ci sono statistiche che possano rispondere a questa domanda ma un primo dato possiamo dedurlo: sono molto pochi quelli che l’ascoltano in “real stereo” ovvero con due casse acustiche con estensione sufficiente e ben posizionare, nonché pilotate da un front end hi/fi. Lo si deduce dal fatto che questi componenti sono spariti ormai da più di un decennio dai mega-store di elettronica tipo Media World e simili e che i negozi specializzati superstiti sono pochissimi (meno di 5 a Roma). </p><p>Non è un acquisto che si può fare su Amazon (anche se qualcosa c’è) e quindi è evidente che la domanda di nuovi impianti è minima, è un settore di nicchia riservato ai pochi che vengono a sapere magari col passa parola che un altro ascolto è possibile, oltre ovviamente ai “boomers” contagiati dalla passione Hi-Fi negli anni '70-'80. Che sono poi quelli che ancora sostengono questo strano mercato con centinaia di produttori e prezzi spesso senza senso.</p><p>Quindi proseguendo con l'ascolto della musica, che si sceglie, e calando in qualità di ascolto, possiamo incontrare una nuova generazione di ascoltatori che scelgono componenti all-in-one come il Naim Muso, o utilizzano (a volte per un ascolto da scrivania) casse attive economiche, ma comunque quasi hi-fi, in vendita su Amazon collegate a un PC o a uno smartphone/tablet. Per restare in campo hi-fi da citare ovviamente anche le cuffie stereo per smartphone/tablet. Che anzi possono avere qualità e prezzo molto elevati.</p><p>Andando più giù troviamo ancora i pesanti “compattoni” con bassi pompati, dedicati ai cultori della musica techno o simili, per ascolti anche in esterni oppure come colonna sonora dei game preferiti. Ma siamo ormai del tutto fuori dal concetto di H/Fi.</p><p>Più o meno allo stesso livello di qualità (molti meno bassi ma minore distorsione) c'è il mezzo probabilmente più usato in assoluto, ovvero lo smartphone, con gli auricolari, con una cassettina Bluetooth o anche da solo .</p><p>Un ascolto che quindi nel minore dei casi fa i conti con molti compromessi, ma nella maggio parte dei casi inevitabilmente in <span style="color: #990000;"><b>BASSA FEDELTA' </b></span>, una scelta molto spesso inconsapevole.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6pxMrESUTVveqWcvd_xRSROzRWvVqtO_bGp98qkdWRNmYCHZ5H0cgkfrjhpcxh9YcEIaGa0gPrhqt8Es_M1wVO1kk_gBsGEFwchGNm8OQTL7w0PcJgHofnXZckpaHbkbp2VjGRyskD3drOuvuFodZ2vlCC1fbPUg72NgOsO9Nb1HUqZgIfj-7fNZFsr2k/s3438/RCF.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3438" data-original-width="3016" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6pxMrESUTVveqWcvd_xRSROzRWvVqtO_bGp98qkdWRNmYCHZ5H0cgkfrjhpcxh9YcEIaGa0gPrhqt8Es_M1wVO1kk_gBsGEFwchGNm8OQTL7w0PcJgHofnXZckpaHbkbp2VjGRyskD3drOuvuFodZ2vlCC1fbPUg72NgOsO9Nb1HUqZgIfj-7fNZFsr2k/w351-h400/RCF.jpg" width="351" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #bf9000;">Ma si può fare di peggio ...</span></b><br />Sì, perché finora ho considerato gli ascoltatori che scelgono la loro musica: il brano o l'album oppure la stazione radio o web conforme ai propri gusti oppure all'umore del momento. Ma la musica ci insegue in ogni ambiente, anche i più incongrui, cercando a quanto pare di cancellare un benefico e preferibile silenzio da ogni momento della nostra vita in città. In ogni supermercato, dal barbiere o dal parrucchiere per le donne, nelle sale d'aspetto, nei negozi di abbigliamento e in particolare in quelli di moda per giovani (fascia 15-55 al momento) anche con invasiva musica techno a tutto volume, in palestra,al ristorante (esclusi in genere quelli stellati: il silenzio si paga e pure caro), negli stabilimenti balneari, nei bagni degli autogrill, perfino, e siamo forse al punto più basso, nel parcheggio dei centri commerciali o dei supermercati. </p><p><b><span style="color: #bf9000;">E arrivare alla INFIMA FEDELTA</span></b>'<br />La salsedine di una spiaggia e del vento del mare, i gas di scarico e l'umidità di un garage, l'umidità e l'aria stagnate di un bagno pubblico, sono minacce pericolose per un altoparlante se non è ben protetto (esistono gli altoparlanti per esterni). Però ne servono parecchi, e i gestori delle spiagge attrezzate, i celebri "balneari" spesso protagonisti della politica italiana (siamo un Paese speciale) e i proprietari dei centri commerciali vogliono senza dubbio osservare l'obbligo (evidentemente è cosi, ma non so da chi sia stato imposto, forse da Soros e Bill Gates) ma non spendere troppo. Tanto la qualità non è un problema, basta che si capisca che è musica. e così adottano altoparlanti come <b><span style="color: #990000;">quelli della foto sopra</span></b>, fotografati nello storico centro commerciale Cinecitta 2 di Roma (storico perché stato il primo nella capitale) aperto negli anni '80.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><span style="text-align: left;">Altoparlanti della nota ditta RCF realizzati con la stessa tecnologia dei megafoni, altoparlanti a tromba ripiegata studiati per amplificare al massimo la voce parlata con poca potenza, senza curarsi troppo della distorsione inevitabile. Qualsiasi brano musicale ha una estensione molto più ampia della voce umana e si può immaginare cosa esca fuori da questa specie di tritacarne musicale. Che sarà anche qualche accorgimento per diffondere in qualche modo anche un contenuto musicale, ma vi assicuro che anche i brani pop più semplici e banali escono da questi tubi collocati in quantità sul soffitto con una distorsione tremenda, oltre che tagliati pesantemente in basso in alto.</span></div><p>Invitando così a salire al più presto in macchina, a chiudere i finestrini e lasciare al più presto il parcheggio. Ma forse era questo il vero obiettivo di questa sonorizzazione.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi </span></b><br />Noi sappiamo che è possibile un ascolto coinvolgente della musica, e ci sono anche nuove generazioni che ne sanno qualcosa, ma non hanno probabilmente interesse a sperimentarlo, considerando questa alternativa troppo costosa ed essendo convinti che basta così per quello che la musica da a loro. E bisogna dire che se la musica che interessa e’ quella di Lazza o Ariete forse hanno anche ragione. Non per disprezzare questa musica, ma perché obiettivamente l’ascolto hi-fi in questi casi aggiunge poco.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJcitQH_seMrdXNXekODnWAezfPC7ToVDtVCM8eLXVlJfVtIBdnXbtCCJ_x3NwtiQ7GV091LWNXtVN9IoHXx6SIStu2iwEd9ZyrRYhX8lN2kl7R4JucHp4OFY1UKKt8DS5UP-qNNgxhJ_WOYu8BNSJ9YFMvpI6aiDz9GqeldFawb8TwWnKD-418XmOQFUH/s1024/finlandia-n6-002.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="683" data-original-width="1024" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJcitQH_seMrdXNXekODnWAezfPC7ToVDtVCM8eLXVlJfVtIBdnXbtCCJ_x3NwtiQ7GV091LWNXtVN9IoHXx6SIStu2iwEd9ZyrRYhX8lN2kl7R4JucHp4OFY1UKKt8DS5UP-qNNgxhJ_WOYu8BNSJ9YFMvpI6aiDz9GqeldFawb8TwWnKD-418XmOQFUH/w400-h266/finlandia-n6-002.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #bf9000;">Il silenzio.</span></b><br />Ma l'abitudine a sentire male la musica rende evidentemente anche sopportabile sentirla pesantemente distorta nei luoghi più impensati, tagliata in basso in alto, la espressività del o della cantante svanita, le parole quasi incomprensibili. E fa dimenticare il meraviglioso suono del silenzio, di un lago, di un bosco, di una notte d'estate a finestre aperte in campagna, rendendo sopportabili, o anche preferibili, i suoni distorti che accompagnano quasi tutti i nostri passi.</p><p><i>(Rantasalmi, Finlandia, Foto di A,M, Truffi)</i></p><p></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-54466388383091701242023-08-04T21:35:00.005+02:002023-09-07T14:31:36.029+02:00L'alta definizione ha vinto. Ma nessuno se n'è accorto<p>Su questo blog negli anni passati sono stati pubblicati molti post dedicati all'alta definizione in musica, che doveva essere il passo successivo verso la massima qualità per la musica digitale, dopo il primo passo rappresentato dal CD. Ci sono stati tentativi falliti (la sostituzione del CD con il SACD) polemiche e un discreto numero di appassionati che la ritenevano solo una mossa commerciale, perché loro non sentivano alcuna differenza, test accademici di esito favorevole o contrario, c'è stata una diversione invece apprezzata dai suddetti appassionati (il DSD). E, soprattutto, c'è stato un boicottaggio ostinato da parte delle case discografiche, che hanno tentato per due decenni di venderla a un prezzo maggiorato, che quasi nessuno però voleva pagare. E invece ora, 22 anni dopo, la situazione è questa.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQy5uevAjTFDQ1HBXobyZUfs1VuR34KNChdSk5afwmWgu82X7ZkohdTZiForEHQtUs7hB5lvNbgQmHuZ--U2lZGV32fIDrFTN16Vyi74Pa6nvoZKdsyopUKR6kqkAVAJ4K4gZqw8UM5bjgSsh4Z0k9oMVhN3ViRZA8QTRLMZ3fvn3w1sHVKECyW8GE10R0/s1366/Qobuz-ago-23.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQy5uevAjTFDQ1HBXobyZUfs1VuR34KNChdSk5afwmWgu82X7ZkohdTZiForEHQtUs7hB5lvNbgQmHuZ--U2lZGV32fIDrFTN16Vyi74Pa6nvoZKdsyopUKR6kqkAVAJ4K4gZqw8UM5bjgSsh4Z0k9oMVhN3ViRZA8QTRLMZ3fvn3w1sHVKECyW8GE10R0/w400-h225/Qobuz-ago-23.jpg" width="400" /></a></div><p>Questa è la rassegna delle novità discografiche proposta da Qobuz oggi. Come si vede (anche scorrendo la pagina) salvo poche eccezioni le nuove uscite sono proposte in alta definizione. Il che è abbastanza logico visto che sono registrate sempre in alta definizione, e nella diffusione in streaming o in download non ci sono esigenze diverse per l'ascolto o l'acquisizione con la qualità CD o i formati compressi. In altre parole, si usano le stesse app.</p><p>Quello che cambia tra i vari album è la frequenza di campionamento, che spazia su tutti le possibili opzioni (anche in questo piccolo campione), dove ci sono album HD a 192, 96, 88.2, 48 e 44.1 KHrz. Il campionamento a 44.1 KHrz è abbastanza penalizzante rispetto alla qualità, mentre gli altri 4 formati garantiscono comunque un ascolto HD.<br /><br />La scelta del campionamento è delle case discografiche e, faccio un'ipotesi, dipende probabilmente dalla necessità di banda in mobilità, che può essere insufficiente per frequenze superiori a 48KHz, una criticità facilmente aggirabile in streaming potendo abbassare la frequenza nel lettore, ma che richiede però un intervento umano e un possibile passaggio ad un altro album. Quindi, potrebbero scegliere la frequenza in base al target, 192 per chi probabilmente ascolta a casa o in zona WiFi e via a scendere. Il che pare confermato dalla preferenza che si osserva del 44.1 per gli album classificabili in area pop,</p><p>Quindi l'alta definizione, anche se talvolta è media definizione, è diventata lo standard per la musica diffusa via web, sia ascoltata in streaming che dopo download, ovvero è disponibile per il 90% delle persone che ascoltano musica, anche se devono scegliere un servizio che non sia Spotify o YouTube., ovvero pagare qualcosa. Rimane esclusa la distribuzione su supporti fisici, che rimane confinata alle poche etichette di classica che pubblicano ancora su SACD.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Nessuno se n'è accorto?</b></span><br />Pare proprio di sì,i Le riviste che spingevano a tutto spiano l'alta definizione non ne parlano più e la citano solo incidentalmente. Nei test raramente è specificato (e qualche volte è il Pure Audio Blu Ray), nella sezione musica non è mai specificato nelle recensioni, nelle quali l'informazione è solo sul supporto fisico o meno (CD,LP; DL = Download), l'avevo fatto presente via email ma pare sia troppo complicato acquisre considerando il numero di recensioni pubblicato, anche perché le case discografiche non lo evidenziano sempre. (Faccio riferimento alla principale rivista del settore in Italia) .Anche sul web il tema sembra sparito o trattato solo occasionalmente quando si parla di DAC, D'altra parte è logico visto che il massimo sforzo dell'industria del settore, in parallelo con il massimo interesse degli appassionati, è rivolto al vinile.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">E il DSD?</span></b><br />Sembrava per un po' il nuovo Nirvana musicale, ma rimane un Nirvana per pochi (ammesso che lo sia). Sullo streaming nessuno prova a proporlo (costa di più e il target potenziale è molto piccolo o forse proprio non c'é) e le etichette che provano a proporre contenuti sono molto piccole, e quindi i contenuti o sono di musicisti semisconosciuti o arrivano da master storici e molto datati (spesso registrati in mono) dove l'apporto della qualità della codifica DSD è tutto da vedere.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi<br /></span></b>E' tutto sommato una buona cosa che la lunga diatriba e il tempo passato abbiano abbassato l'aspettativa sull'alta definizione, come tecnologia che renda sistematicamente migliore l'ascolto. E' ormai opinione condivisa che la registrazione e la creazione del master sono gli elementi che incidono maggiormente sul risultato finale. Ma resta il fatto che proprio le registrazioni più accurate e quindi più vicine all'evento musicale o all'idea dell'artista meritano di essere ascoltate con la massima qualità e precisione possibile oggi.</p><p><br /><br /></p><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-15364562476630887522023-07-09T17:07:00.003+02:002023-07-09T19:44:28.111+02:00La durata della musica (e dei film)<p>Molte recensioni ai film recenti rimarcano che sono troppo lunghi, che si perdono in un eccesso di storie laterali o di ripetizioni. Effettivamente lo standard per un film sia "commerciale" che "artistico" (o presunto tale) sembra essere arrivato a una durata di due ore o più. I film dal 2015 circa sono tutti proiettati in digitale e quindi la durata non è più un problema tecnico né per la proiezione né per la distribuzione, e quindi si suppone che sia quest il motivo scatenante esi rimpiangono inevitabilmente i tempi della pellicola analogici, quando la durata standard era di 90' divisi i due tempi di 45'.<br /><br />In realtà non era sempre così, ad esempio era così nei film di "serie B" tipo <b><span style="color: #6aa84f;">L'insegnante</span><span style="color: #3d85c6;"> </span></b>con <b><span style="color: #6aa84f;">Edwige Feneck</span></b> o <span style="color: #6aa84f;"><b>La supplente</b></span> con <span style="color: #6aa84f;"><b>Carmen Villani</b></span>, ma anche nei "film d'autore" come praticamente tutti quelli di <b><span style="color: #6aa84f;">Bergman</span></b>, di <span style="color: #6aa84f;"><b>Godard</b></span> e anche di <span style="color: #6aa84f;"><b>Nanni Moretti</b></span>. Mentre nei film che avevano più protagonisti, o una storia che si snoda su più anni e più vicende, come <span style="color: #6aa84f;"><b>Una vita difficile</b></span> di <span style="color: #6aa84f;"><b>Dino Ris</b></span>i, <span style="color: #6aa84f;"><b>C'eravamo tanto amati</b></span> di <span style="color: #6aa84f;"><b>Ettore Scola</b></span> o <span style="color: #6aa84f;"><b>La vita è meravigliosa</b></span> di <b><span style="color: #6aa84f;">Frank Capr</span>a</b> la durata arrivava sopra i 100' e spesso anche sopra le due ore. E non mancavano quelli "extra large" come <span style="color: #6aa84f;"><b>Il Gattopardo</b></span> di <span style="color: #6aa84f;"><b>Luchino Visconti</b></span> (3h25') o <span style="color: #6aa84f;"><b>C'era una volta il West</b></span> di <span style="color: #6aa84f;"><b>Sergio Leone</b></span> (2h55') assieme a molti altri.<br /><br />Non c'era quindi alcun vincolo dovuto alla tecnica analogica, che infatti già all'origine scontava un problema di dimensioni della pellicola 35mm. I film sin dai primi anni del 900 erano distribuiti in bobine (reels) delle dimensioni di circa circa 27 cm che contenevano 304 metri di pellicola (1000 ft) per una durata di 11' di film (a 24 ft/sec). In seguito, dal secondo dopoguerra, sono state usate bobine più grandi, da 2000 ft (22') e diametro 38 cm, e poi anche da 3000 ft, Con il contenitore una bobina da 11' arrivava a circa 30 cm e cosi è nata la definizione italiana di "<span style="color: #6aa84f;"><b>pizze di film</b></span>". Ne servivano quindi 8 per un film da 90', o 4 se di durata doppia,<br /><br />Quindi solo i primi film, le comiche ad esempio di <span style="color: #6aa84f;"><b>Chaplin</b></span> o di <span style="color: #6aa84f;"><b>Stanlio e Ollio</b></span> potevano essere proiettate in due tempi, gli altri film, anche dei tempi del muto, avevano durata maggiore, come<b><span style="color: #6aa84f;"> La corazzata Potemkin</span></b> di <b><span style="color: #6aa84f;">Eisenstein</span></b> (67') o <b><span style="color: #6aa84f;">Dracula il vampiro</span></b> (quello del 'ì '31 con <b><span style="color: #6aa84f;">Bela Lugos</span></b><span style="color: #6aa84f;">i</span>, 68').<br />Per la visione continua il sistema più semplice era l'uso di due proiettori. Con marcature semi-manuali o sincronizzazione realizzata in vari modi la visione passava da un proiettore all'altro in modo continuo, e in quello non in uso il proiezionista caricava la bobina successiva. Con questo sistema si poteva proiettare un film di qualsiasi lunghezza.</p><p>L'unico limite era il tempo massimo di attenzione dello spettatore, che infatti era messo in conto per il tipo di film. Ad esempio i cartoni animati avevano una durata inferiore (60-70') così come i documentari. Nei film per grandi valeva un altro elemento.<br /><br />Mi ha stupito infatti in questi controlli scoprire che un capolavoro di <span style="color: #6aa84f;"><b>Billy Wilder</b></span> come <span style="color: #6aa84f;"><b>L'appartamento</b></span>, con <b><span style="color: #6aa84f;">Shirley MacLaine</span></b> e <b><span style="color: #6aa84f;">Jack Lemmon</span></b>, che pure non ha complessità nella trama né una vicenda he copre molti anni, ha una durata di 2 ore e 5'. Eppure io che l'ho visto anche 2 o 3 volte, non l'ho mai considerato un film "lungo" (come penso nessun altro), ma un film in cui tutto quello che c'era era essenziale, e nel quale la mia attenzione, e il piacere della visione, non sono mai calate, anche nella visione televisiva, che non beneficiava dell'interruzione tra primo e secondo tempo.</p><p>Quindi questo è il problema dei film attuali "troppo lunghi": non tutto quello che proiettano è essenziale, ma questo non lo impone la tecnologia digitale. Questa casomai fa "venire la tentazione" di fare un film lungo a piacere, ma a volte bisogna resistere alle tentazioni.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_cTBZHMMsZWGLfyUpr9qTBKwdajAbv8ubAwOSKh_0NKo8pRrZylGbM4JLT2vJFw_1JCSLgd8NZG-HWn8rnkDZTG7NiDSu0eb-fNO0KMrI4NKZghP2qfF2kZbofvm4RY5qthCAyb4IDUrq6JlwixG8RGs_7-qDj1NUDg9vTpWDAEF8wMWw17v977VZ7C7A/s1000/ummagumma%20front_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_cTBZHMMsZWGLfyUpr9qTBKwdajAbv8ubAwOSKh_0NKo8pRrZylGbM4JLT2vJFw_1JCSLgd8NZG-HWn8rnkDZTG7NiDSu0eb-fNO0KMrI4NKZghP2qfF2kZbofvm4RY5qthCAyb4IDUrq6JlwixG8RGs_7-qDj1NUDg9vTpWDAEF8wMWw17v977VZ7C7A/w400-h400/ummagumma%20front_.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #bf9000;">Torniamo alla musica</span></b><br />Questa lunga introduzione era significativa secondo me, perché nella musica il passaggio al digitale (avvenuto 30 anni prima) ha incontrato lo stesso problema, per quanto riguarda la musica registrata. Nella musica a differenza del cinema il limite esisteva veramente, ed era la durata del supporto. Con i 78 giri era di 3' per facciata e di conseguenza l'unica tipologia di musica supportata era l"aria"di un'opera lirica o il lieder della musica classica, gli antenati della canzone, e la canzone. Estratti d'opera lirica o di musica per orchestra erano comunque realizzati, usando più dischi, ma l'ascolto continuo non era possibile,</p><p><span style="color: #bf9000;"><span><b>Il microsolco, ovvero l'LP</b></span><br /></span>Tutto é cambiato col microsolco (il "vinile") nel secondo dopoguerra, ora si poteva registrare un concerto su un solo lato (30' minuti ma) e una sinfonia su un disco (se non era la nona o una di Mahler o Bruckner). Ma soprattutto, aveva il via la stagione di un nuovo formato per la musica moderna, l'album, applicabile al jazz, al rock, al pop, al songwriting, a tutti i generi moderni. La durata si è stabilizzata nel corso del tempo sui 45', nel senso che la grande maggioranza degli album in vinile nel periodo d'oro del LP stereo (dal 1960 alla fine degli anni '70) avevano questa durata, che non sfruttava tutta la capienza garantendo così una qualità leggermente superiore, alcuni album di progressive potevano essere più lunghi (ad esempio alcuni dei Genesis) e soprattutto esistevano i dischi doppi su 4 facciate, a partire dal celebre "Disco bianco" dei Beatles del 1968.</p><p>Per una strana combinazione però anche nelle musica è prevalsa una lunghezza "aurea" degli LP, ovvero i 45' citati prima, la metà (un tempo) di un film "standard", anche se in realtà su un LP con un po' di impegno (e compromessi di qualità) si poteva arrivare a un'ora e più.<br />In questa durata entravano 10-11 canzoni di durata superiore allo standard del singolo 45 giri, giustificando la maggiore importanza (e prezzo) del 33 giri oppure si poteva, con l'arrivo del progressive, dedicare una facciata a una suite classicheggiante (come in <span style="color: #6aa84f;"><b>Atom Heart Mother</b></span> dei <b><span style="color: #6aa84f;">Pink Floyd</span></b> o <span style="color: #6aa84f;"><b>Valentyne Suite</b></span> dei <span style="color: #6aa84f;"><b>Colosseum</b></span>), e nei dischi doppi si poteva dedicare un disco a esecuzioni dal vivo e l'atro a registrazioni in studio (come in <b><span style="color: #6aa84f;">Ummagumma</span></b> dei <span style="color: #6aa84f;"><b>Pink Floyd</b></span> o <span style="color: #6aa84f;"><b>Sweet Child</b></span> dei <b><span style="color: #6aa84f;">Pentangle</span></b>).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh5uXqcFzwhksSPfgW-dMIJtn1sFTNLq4xBx2li6kwUfzBzzJduDry7XbzeBiSAG4YiAFKGgSKHECWCKetrPmxFRsExDq6htxAQxldBR8YZJjZzrPB0CNE5Lx42IeU91A-UCshukXS8AeI2Rvn_08W8HU0a74o_S1Ehosh0A60vOLDzqjBRZWTd8jdSu7/s1171/ummagumma.rear-2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1171" data-original-width="1170" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoh5uXqcFzwhksSPfgW-dMIJtn1sFTNLq4xBx2li6kwUfzBzzJduDry7XbzeBiSAG4YiAFKGgSKHECWCKetrPmxFRsExDq6htxAQxldBR8YZJjZzrPB0CNE5Lx42IeU91A-UCshukXS8AeI2Rvn_08W8HU0a74o_S1Ehosh0A60vOLDzqjBRZWTd8jdSu7/w400-h400/ummagumma.rear-2.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>Con questo minutaggio e con questo accorto uso del frazionamento su più facciate (e relative scelte oculate sul primo e ultimo brano di ogni facciata) sono stati creati un numero imprecisato di LP pressoché perfetti, ovvero dove non si "butta niente", dove ogni canzone è essenziale e nessuno può sentire il desiderio di saltare una traccia. Ognuno ha i suoi ovviamente, ma i primi che mi vengono in mente per dare un esempio sono <a href="https://www.musicaememoria.com/david_crosby_if_i_could.htm" target="_blank"><b>If I Could Only Remember My Name</b></a> di <span style="color: #6aa84f;"><b>David Crosby</b></span>, <a href="https://www.musicaememoria.com/rolling_stones_sticky_fingers.htm" target="_blank"><b>Sticky Fingers</b></a> dei <span style="color: #6aa84f;"><b>Rolling Stones</b></span>, <a href="https://www.musicaememoria.com/Traffic-JBMD.htm" target="_blank"><b>John Barleycorn Must Die</b></a> dei <span style="color: #6aa84f;"><b>Traffic</b></span>.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Poi è arrivato il CD</b></span><br />Partiva all'origine da 70' ma è arrivato presto a 80', non era obbligatorio riempirlo tutto ma, poiché veniva messo in commercio a un prezzo molto superiore al disco in vinile preferivano riempirlo di musica come compensazione.<br />E così si è persa progressivamente quella durata "aurea" che si allineava perfettamente con i tempi di mantenimento della massima attenzione da parte degli ascoltatori appassionati, nonché della capacità creativa non sempre infinita dei musicisti.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>L'epoca dei filler (e delle cover)</b></span><br />Ed è così che l'era del CD è diventata l'era dei filler, i brani riempitivo inseriti al solo scopo di arrivare a un minutaggio superiore a quello tipico degli LP. Una crescita progressiva, perché gli album degli anni '80 continuavano a essere pubblicati anche su LP, e così i classici anche di maggior successo come <span style="color: #6aa84f;"><b>Brothers in Arms</b></span> dei <span style="color: #6aa84f;"><b>Dire Straits</b></span> erano ancora entro i 45', ma dalla fine del decennio la durata è cresciuta fino ai 55-60' (<span style="color: #6aa84f;"><b>Achtung Baby</b></span> degli <span style="color: #6aa84f;"><b>U2</b></span>, <span style="color: #6aa84f;"><b>Siamese Dream</b></span> degli <span style="color: #6aa84f;"><b>Smashing Pumpkins</b></span>).<br /><br />Questi sono esempi di album storici tra i migliori e più apprezzati del periodo, di artisti al loro momento migliore e che potevano reggere l'attenzione dell'ascolto. Ma la crescita valeva per tutti e quindi è nata la necessità dei filler, i brani riempitivo, che un tempo erano una cover o due ed ora diventavano un po' di più, brani nuovi su cui gli autori e i produttori non erano troppo convinti, ma che magari a qualcuno potevano piacere, ma inserirli a quanto pare era sempre meglio che presentare un CD povero perché conteneva troppa poca musica.<br />E poi, se un brano non piaceva, c'era sempre la possibilità, grande novità del CD, di saltarlo e passarlo al successivo.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Un esempio: Under The Pink di Tori Amos (1993)</b><br /></span>Qui entriamo nell'area dei gusti personali ma credo che chiunque può trovare i suoi esempi. Questo è un album famoso e apprezzato, grande successo. Dura quasi 57' e contiene alcuni brani di grande efficacia come Cornflake Girl , God, Pretty Good Year, Past The Mission. Ma una certa uniformità e brani non sempre di attacco immediato diluiscono il piacere di ascolto. Come sarebbe stato più efficace questo album se la cantautrice avesse rinunciato a 12 minuti e selezionato solo i brani di maggiore presa.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Un contro esempio: Out Of Time dei R.E.M. (1991)</b><br /></span>Una selezione drastica che hanno fatto invece i R.E,M. nel loro periodo di più grande creatività diretta (nel senso che arrivava subito a tutti), altri brani pronti ne avevano certamente, visto che l'anno dopo hanno presentato un altro capolavoro del rock come Automatic For The People. Stipe e compagni, anche se eravamo nel 1991, sono rimasti nei 45' e così hanno creato un album dove tutti i brani sono "killer" e non c'è nessun "filler", un album che si può sentire molte volte tutto di seguito e senza stancarsi mai.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi</span></b><br />Proprio perché la musica attualmente fa fatica a mantenere quel livello di uniforme qualità che caratterizzava il periodo di grande creatività degli anni '70, sarebbe bello che chi la crea, gruppi o songwriters, fossero più selettivi, e ci regalassero ancora album da ascoltare, scoprire e riascoltare, che non ci facciano cadere nelle tentazione di pigiare il pulsante "prossima traccia" sul telecomando o sulla app. Ma mi rendo conto che è un'esigenza di chi è affezionato al buon vecchio formato album, mentre una parte credo molto maggioritaria degli ascoltatori lo ha abbandonato da tempo per la playlist, spesso neanche personale, ma creata da un'applicazione del servizio streaming.<br /><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-62203246927813055212023-03-11T23:26:00.000+01:002023-03-11T23:26:47.616+01:00Un nuovo supporto fisico analogico: la cassetta audio <p>Vintage + analogico è una formula che suscita interesse crescente, al punto che è ormai avviato il ritorno in vendita anche per le cassette audio, ovvero le musicassette Philips (sigla MC), che chiamerò nel seguito, semplicemente cassette, come abbiamo sempre fatto. Accompagnato dal ritorno in produzione dei registratori a cassette, i componenti hi-fi che gli anglosassoni chiamano "cassette deck" e noi traducevamo come "piaste a cassette",</p><p>Sembra una cosa priva di senso, ricordando i limiti di questo sistema che quasi tuti i boomers hanno ampiamente sepimentato, ma forse per i millenials il presunto "suono analogico" del nastro costituisce una attrattiva sufficiente, che giustifica un vero interesse commerciale, speciale..</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>La produzione di registratori cassette nuovi</b></span><br />Chi ha in casa filmini Super-8, registrazioni audio o nastri preregistrati su bobine (reel-to-reel), video in formato VHS, Betamax o DV, diapositive 35 mm o 120, DAT, mini-Disc se vuole riprodurre i contenuti di questi supporti ha co e sola opzione di cercare e comprare sul mercato dell'usato.<br /><br />C'era sinora un solo supporto fisico che si era sottratto al progressivo oblio e alla necessità di cercare nell'usato componenti in grado di ascoltarli o vederli, ed è ovviamente il disco microsolco, il vinile come ormai universalmente chiamato. Anzi, marche e modelli di giradischi sono ora in numero molto superiore a quelli disponibili nei tempi d'oro, quando il microsolco non aveva alternative o quasi.<br />Ma l'unica alternativa analogica al vinile, la cassetta, pare abbia trovato qualcuno che crede in lei come alternativa anche in questo bizzarro mondo vintage e analogico, ed è ricominciata sia la pubblicazione di nuovi album su cassetta che di "piastre" a cassetta nuove. Vediamo.</p><p><span style="color: #bf9000;"><b>Entra sul mercato un nuovo supporto fisico analogico: la cassetta</b></span><br />C'erano stati tentativi di piccole etichette ma ora pare proprio che l'industria del disco sia puntando seriamente a rimettere in produzione le cassette, intravvedendo un mercato promettente, sulla scorta della crescita costante del vinile, Perché non proporre un'alternativa? E così anche le ultime uscite della cantautrice numero uno al mondo, senza rivali, ovvero <span style="color: #cc0000;"><b>Taylor Swift</b></span> sono state pubblicate anche su cassetta. I tre screenshot da Amazon italiano il 10 marzo 2023 illustrano meglio di mille parole la motivazione economica e marketing di questo ritorno, che qualche riga sopra avevo definito insensato.</p>
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<table border="0">
<tbody><tr>
<td align="center"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC2aKAEr-sWLQ2ctisa5KmnXwvN60jNLXeDPMgZfI2jwLVn87qs1uQeUJVq8MaIOuYVUYbIGhbVVBpfGzOPH5ApVDF2ardKWNNf5mNgUD0vv5E3QZXXswUh27DGOxMl0Q7yESmiFPfTdAxV6Gj1D92EEJ12aGQg4VBNCsOknRnuXwBUB3OF_ytpvZibg/s400/img_400_evermore%20CD.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="265" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgC2aKAEr-sWLQ2ctisa5KmnXwvN60jNLXeDPMgZfI2jwLVn87qs1uQeUJVq8MaIOuYVUYbIGhbVVBpfGzOPH5ApVDF2ardKWNNf5mNgUD0vv5E3QZXXswUh27DGOxMl0Q7yESmiFPfTdAxV6Gj1D92EEJ12aGQg4VBNCsOknRnuXwBUB3OF_ytpvZibg/w133-h200/img_400_evermore%20CD.jpg" width="133" /></a></div><br /></td><td align="center"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi31lnDnb-PUKARdXxWuEb07nUDufnufkNkxznIrMeliH5UCA47kUWzMpf9D07hqMIeXd0kVgB7jR-LgPzxXSnAUf12-9o8-VJa1OM7PeizLWU5jYdmv1Gdm-admIAVsiLVDYZHfMRyRgw9QK4UrMHn074JcEwRHSINEMr2XbOdu9XFwzexXNI4SCh0EA/s400/img_400_evermore%20MC.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="236" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi31lnDnb-PUKARdXxWuEb07nUDufnufkNkxznIrMeliH5UCA47kUWzMpf9D07hqMIeXd0kVgB7jR-LgPzxXSnAUf12-9o8-VJa1OM7PeizLWU5jYdmv1Gdm-admIAVsiLVDYZHfMRyRgw9QK4UrMHn074JcEwRHSINEMr2XbOdu9XFwzexXNI4SCh0EA/w118-h200/img_400_evermore%20MC.jpg" width="118" /></a></div><br /></td><td align="center"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EHK_DhxZAEMMb5ww7MNCZp_2RrBpRQ6zRY1dEt06Ybdhli4JG63dsD7hQapUccLydp8kwWu1Rgy-3M8aP7fqlIHxkphZmkn9SPKoWdkcIxNQAs7dKxZMc9upw1LAPRQAXSN6sV9Tr1zoPJw7FolSok3Y23TgLzmBun9aL1Gaekyl0tA-XYKHqwC5hw/s400/img_400_evermore%20LP.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="247" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4EHK_DhxZAEMMb5ww7MNCZp_2RrBpRQ6zRY1dEt06Ybdhli4JG63dsD7hQapUccLydp8kwWu1Rgy-3M8aP7fqlIHxkphZmkn9SPKoWdkcIxNQAs7dKxZMc9upw1LAPRQAXSN6sV9Tr1zoPJw7FolSok3Y23TgLzmBun9aL1Gaekyl0tA-XYKHqwC5hw/w124-h200/img_400_evermore%20LP.jpg" width="124" /></a></div><br /><br /></td>
</tr>
</tbody></table>Come si vede il prezzo è basato sull'aspettativa del potenziale cliente. Chi si limita desiderare un supporto fisico come testimone della "sua" musica (vedi post precedente) ha il CD, chi ha fede nel "suono analogico", con soli 10 euro in più del CD può sperimentarlo senza le complicazioni e i costi di un set giradischi, basta magari solo tirare fuori da qualche cantina la "piastra cassette" (cassette deck) e infilarci una inattesa cassetta del 2023. E infine, per chi non accetta compromessi e cerca il vero e indubitabile "suono analogico" con solo altri 10 euro in più rimane comunque il mitico vinile.</div><p><b><span style="color: #bf9000;">I nuovi registratori a cassette</span></b><br />Da molte parti si ripete che la produzione di registratori-lettori a cassette è ripresa, ma in realtà si trovano solo, almeno per ora, alcuni componenti della Teac, più altri, molto simili, commercializzate da una ditta USA che si chiama Pyle, che in catalogo ha anche forni per esterni, termometri industriali e una quantità di altre cose. Visto che le piastre Teac non hanno nulla a che fare con la produzione storica viene il dubbio che siano entrambi oggetti economici made in Ciina brandizzati. Quello disponibile anche in Italia su Amazon e altri shop Online a un prezzo tra i 350 e 450 € è questo modello W-1200.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzuIFm0L8FDmmMfQrDpiBdZ1ugkdvZ_UVPyjYrHWZq3Qj8XFOOuO0gsGb38njd8TofuwLEuVueinscOeTQjoItNkxSbv20_L-riXlAFiU8HGnCTS_pPY-Wce5X5V4UDtVTvlQ9250gImdIYosDCLahv7mmfG82wEaw2MetWhDlbvLhzlnt3XxnGIjNQ/s546/TEAC-W1200%201.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="229" data-original-width="546" height="168" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuzuIFm0L8FDmmMfQrDpiBdZ1ugkdvZ_UVPyjYrHWZq3Qj8XFOOuO0gsGb38njd8TofuwLEuVueinscOeTQjoItNkxSbv20_L-riXlAFiU8HGnCTS_pPY-Wce5X5V4UDtVTvlQ9250gImdIYosDCLahv7mmfG82wEaw2MetWhDlbvLhzlnt3XxnGIjNQ/w400-h168/TEAC-W1200%201.jpg" width="400" /></a></div><p>Come si vede già dall'immagine e poi si conferma leggendo le funzionalità, sembra prodotto per altri scopi, diversi dal godimento del vero "suono analogico". E' un dual cassette, funzionalità un tempo usata per fare due copie in un colpo solo del disco appena comprato o prestato da un amico, e non si capisce a chi possa essere utile ora, poi è anche digitale, può convertire al volo in digitale, ma solo in MP3 a 128Kbps, ed è un tradizionale modello con testina lettura /scrittura Dolby B.</p><p>L'impressione è che sia pensato per un mercato rimasto a 50 anni fa, nel quale le cassette ancora sono usate e servono per copiare e moltiplicare i CD, ancora cari. Paesi così ce ne sono.<br />Sono presenti nel sito anche altri modelli, non si capisce se ancora in produzione, accoppiati con lettore CD o radio.e senza doppia cassetta.<br /></p><p><b><span style="color: #bf9000;">Se l'obiettivo è ascoltare il suono analogico, bisogna suonarle bene queste cassette</span></b><br />Non è facile capire cosa sia questo suono analogico, ma l'unica cosa certa è che distinguerlo non è facile, e serve un impianto in grado di percepire le differenze, e valutarle. Ma, prima ancora, serve una sorgente che riproduca il master con precisione e un lettore che la trasformi in audio senza introdurre distorsioni e altre alterazioni.</p><p><b><span style="color: #bf9000;">La cassetta preregistrata</span></b><br />Riguardo alla prima esigenza, la cassetta preregistrata (quelle di Taylor Swift lo sono) ha una pessima fama di bassa qualità, giudicata universalmente inferiore al CD ma anche agli stessi album registrati con cin cura con la piastra di casa, E magari dipendeva anche dal nastro, che non era dei tipi più evoluti come i famosi nastri al cromo. Erano quindi poco diffuse ma non solo per questo motivo, anche perché costavano quasi come un LP e quindi conveniva comprare l'LP e registrarlo, e si aveva anche la grande confezione con la copertina 30x30. Erano vendute essenzialmente per l'ascolto in auto da parte di persone che non avevano né registratore né impianto.<br /><br />Secondo alcune rare recensioni che danno importanza a questo tema le la qualità del suono delle cassette di Taylor Swift prese a esempio è ottima e a livello del CD.<br />Mi accontenterei di sapere su quale tipo nastro sono registrate, se standard o CR02 (biossido di cromo) e con quale sistema di riduzione del rumore di fondo (qui dovrebbe essere Dolby B).<br />Ma non si trova da nessuna parte questa informazione di base (cercherò ancora) il che però mi fa temere che non sia la qualità (vera) la caratteristica più ricercata,</p><p><b><span style="color: #bf9000;">Il lettore di qualità</span></b><br />Diciamo "lettore" perché la funzione di registrazione, comunque sempre presente (e tuttora disponibili le cassette vergini) non ha senso nei Paesi con una rete Internet e 4G-5G diffusa e a basso costo, a meno che ci sia qualcuno convinto che copiando un CD su una cassetta con il registratore di casa si ottiene il sullodato "suono analogico".<br />Ma sulla scarsa qualità delle cassette come supporto fisico bisogna sfatare un mito. Negli ultimi anni, prima di essere spazzate via dai masterizzatori, le cassette avevano raggiunto una qualità che poteva realmente stare testa a testa col vinile.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95mzI2-RNik0v6-F58gwHA8nzyV9Inqs32btVRwJKqeA6q6gpfLxwNxHzHuxRcPgk5wbbHd3jI3-aBhLsrjHWVCRlnFQBUFSoO24vInLOZvmLpZ1IMyMRBZbKMnes2yIbiXFgMv1SGNvVKP-MW9aQvdDB1i1li6INEKh4qt98dZB5lXE4qll5xxFxgA/s771/technics_rs_b100-1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="264" data-original-width="771" height="138" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95mzI2-RNik0v6-F58gwHA8nzyV9Inqs32btVRwJKqeA6q6gpfLxwNxHzHuxRcPgk5wbbHd3jI3-aBhLsrjHWVCRlnFQBUFSoO24vInLOZvmLpZ1IMyMRBZbKMnes2yIbiXFgMv1SGNvVKP-MW9aQvdDB1i1li6INEKh4qt98dZB5lXE4qll5xxFxgA/w400-h138/technics_rs_b100-1.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Technics RS-B100 (1984)</td></tr></tbody></table><p>Questo grazie alla disponibilità su piastre dal costo accessibile della brillante soluzione di Ted Nakamichi delle testine separate per lettura e scrittura, Una testina dedicata consente di ottenere la massima qualità, mentre la testina unica è una soluzione di compromesso con i relativi e inevitabili limiti.</p><p>Seconda innovazione sono stati i riduttori di rumore di fondo superiori al Dolby B standard (comunque benemerito per il successo del supporto). Erano il Dolby C e il DBX.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm47SmFZC5cwZ1GBHqpn1VCdCtKxuVRGES_vtd3I20YFtOIzrgYjrZlSRkSae5qXlZDjaeB9XnM7G0nNn8-c6YaqvDzK8lPymuE7HIJtrip3ZWq8xdgzyAPiN13h6CZmh9YSz68Lzs_oJ4-tGa6nX_ETBX9qGM-QMPH3nQiFowNP5QUhecvW0Yejq0xg/s784/teac-v-5000%202.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="296" data-original-width="784" height="151" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjm47SmFZC5cwZ1GBHqpn1VCdCtKxuVRGES_vtd3I20YFtOIzrgYjrZlSRkSae5qXlZDjaeB9XnM7G0nNn8-c6YaqvDzK8lPymuE7HIJtrip3ZWq8xdgzyAPiN13h6CZmh9YSz68Lzs_oJ4-tGa6nX_ETBX9qGM-QMPH3nQiFowNP5QUhecvW0Yejq0xg/w400-h151/teac-v-5000%202.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">TEAC V-5000 (1991)</td></tr></tbody></table><p>Trovando sul mercato dell'usato piastre di questa classe come i registratori a cassette con 3 testine TEAC V-5000 (con Dolby C) e Technics RDS-B100 (con DBX e compensazione di fase) visibili in queste foto, si poteva effettivamente copiare su cassetta un LP senza riduzione della qualità e con una correttezza di ascolto comparabile al vinile, anche con musica più complessa e ad alta dinamica come la classica o il progressive. Si trovano usati in buine condizioni entrambi intorno ai 500 €.</p><p>Questo servirebbe, assieme ovviamente ad una cassetta di qualità, per verificare veramente un livello di qualità superiore (o comunque preferibile in base ai gusti personali) rispetto al CD o alla musica digitale in genere, che giustifichi i costi e l'impegno dell'ascolto "moderno" su cassette,</p><p><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi</span></b><br />Le motivazioni economiche delle case discografiche le intuiamo, i margini con lo streaming sono ridotti e si compensano solo con grandi numeri di vendita, i supporti fisici invece consentono alti margini anche con numeri ridotti. Se si crea una moda e un mercato di nicchia come per i vinili l'interesse economico c'è, a maggior ragione perché i costi della produzione delle cassette sono anche inferiori.</p><p>La motivazione per gli acquirenti è invece meno chiara, e difatti nei vari articoli che con parole molto simili annunciano questa nuova era digitale (c'è il sospetto che la fonte sia chi li produce) viene sempre ripetuta la possibilità che offrono di accedere al mitico "suono analogico" che ho citato più volte.<br />Un risultato improbabile, de non nella propria immaginazione, per chi pensa di raggiungerlo solo con le cassette ma non ha un impianto adeguato. Più probabile per chi invece ha già un buon impianto e investe nella ricerca e acquisto di un registratore a cassette top come quelli citati (ma ce ne sono altri), Qui ancora una volta prevale la soddisfazione e il piacere di far rinascere tecnologie del passato e dimostrare la validità che conservano, </p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-42735850298807896922023-03-02T09:51:00.003+01:002023-03-02T09:51:22.304+01:00Come ricordiamo la "nostra" musica, e cosa c'entra con i supporti fisici? <p>Se sentiamo citare un quadro o una scultura non abbiamo difficoltà a visualizzarlo nella nostra mente, sono arti figurative e quindi basta recuperarli nella memoria con la loro immagine, memorizzata perché l'abbiamo vista coi nostri occhi in una galleria o in museo, o perché l'abbiamo vista con una riproduzione stampata o sul web.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMOxj4HovCwcrrcZfOLbfyryq4ZBNXAYXHWGI7etFQBAy5LCF3oa1A8vIZogV5_-tg5TyHEfxpJ6gC1XIq6XnUQkIUuL1flmDkzeWTIMa-we3lvtZ0I0PA6OUKIFsE7WYg_w7TiDislZzkI8J1cI32CZYmug7fbJRCNhOaEtmzhgdEHRUw7raYIYZgNg/s649/paolina.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="462" data-original-width="649" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMOxj4HovCwcrrcZfOLbfyryq4ZBNXAYXHWGI7etFQBAy5LCF3oa1A8vIZogV5_-tg5TyHEfxpJ6gC1XIq6XnUQkIUuL1flmDkzeWTIMa-we3lvtZ0I0PA6OUKIFsE7WYg_w7TiDislZzkI8J1cI32CZYmug7fbJRCNhOaEtmzhgdEHRUw7raYIYZgNg/w400-h285/paolina.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nessuna difficoltà, per esempio, a richiamare alla mente l'omaggio di Canova a Paolina Bonaparte Borghese che guarda i visitatori nel Museo Borghese di Roma (la foto è stata presa durante una installazione a contrasto di opere dello scultore inglese Damien Hirst)</td></tr></tbody></table><p>Per i libri è diverso, è letteratura, dobbiamo ricordare la trama, o alcune parti, o i personaggi, tutte informazioni da ritrovare nella nostra mente, che possiamo aiutare solo chiedendo al web o agli amici.</p><p>Per la musica è ancora diverso, è l'arte più astratta che ci sia, se è musica strumentale non fa riferimento a nulla di reale, se non quanto è legato alla sua creazione (strumenti, citazioni ecc.) mentre se è accompagnata da un testo vuol dire che è un'opera in parte letterario e vale quanto detto per i libri.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">L'immagine della musica</span></b><br />E quindi come fa a ricordarla, a ricrearla nella mente chi non conosce la musica (quindi la maggioranza delle persone) e non la sa riprodurre se non con grande approssimazione? E, se è una canzone straniera, chi non conosce la lingua?</p><p>Forse proprio per questo dagli anni '50 e '60 in poi, per ricordarla meglio e quindi anche comprarla meglio, è stata aggiunta alla musica un'immagine, la copertina, aggiungendo un'informazione visiva che aiuterà molto il ricordo, tanto più quanto più è efficace. Un ausilio strettamente legato al modo con cui si è venduta tutta la musica fino al 2000, ovvero con un supporto fisico che deve essere protetto con una confezione, che è il veicolo ottimale per aggiungere alla musica la sua immagine.</p><p>Quando però i supporti fisici sono diventati superflui, per l'ascolto della musica scelta e acquistata da noi l'immagine, ora solo simbolica, è rimasta lo stesso anche se la confezione non c'era più, e in tutti i servizi di digital download o di streaming l'album o la canzone da acquistare o da ascoltare è accompagnata dall'immagine di copertina, anche se (per alcuni album succede) il supporto fisico proprio non è stato realizzato.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Sentiamo la mancanza di un supporto fisico?</span></b><br />Il fatto che, seppur simbolico e dematerializzato, continuiamo a usarlo, fa propendere per il sì, ma forse è solo una comodità, un segnaposto per aiutare la memoria. Ed è in effetti così per chi la musica la usa come un rullo senza fine, melodie e parole da ascoltare come sottofondo o occasionale fonte di emozione e poi da sostituire con altre.<br />Ma per tutti quelli per cui la musica è importante, per chi costruisce nel tempo, come per i libri, le proprie preferenze e i propri punti fermi nel mondo della musica, per chi va ai concerti degli artisti preferiti, per chi quindi costruisce nel tempo la "sua" musica è diverso. Serve qualcosa di più di una immagine di copertina virtuale, utile e visibile solo per sé stesso, una specie di libreria personale, interiore, privata.<br />Come in fondo è anche la libreria di libri di chi li prende solo in biblioteca e li restituisce o di chi, più numerosi, usa solo Kindle o Kobo. </p><p>Per gli altri, quelli che desiderano trasmettere (anche a sé stessi nel tempo) la loro storia personale di conquista della cultura e della bellezza e non viverla solo nel loro mondo interiore l'unica opportunità sono i supporti fisici superstiti, da riservare agli artisti e alle opere da non dimenticare, ovviamente.<br /><br />Questo è il motivo per cui i supporti fisici sono ancora prodotti e venduti, nonostante non abbiano più alcuna motivazione pratica, dal momento che è possibile ascoltare con i servizi streaming la stessa musica con la stessa qualità (a volte anche superiore) con costi molto inferiori e impegno molto ridotto. Sono (siamo) non molti a comprarli, una piccola percentuale dei consumatori di musica, ma sufficienti per sostenere, seppure sempre a livello di nicchia, la crescita del vinile, il ritorno (che ormai si intravede) dei CD e persino delle musicassette.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b><br />Concentrarsi, come rifugio rispetto alla enorme e inarginabile produzione musicale odierna, nelle musiche che sappiamo di nostro gradimento e consolidare la "nostra" musica su supporti fisici, oppure esplorare liberamente ma inevitabilmente a caso tutte le musiche del mondo e del tempo grazie allo streaming? Il bello di questa nuova e inedita possibilità è la possibilità di scelta, e di passare liberamente da un approccio all'altro. Nei tempi d'oro era impossibile e anche inimmaginabile, e anche ora è possibile solo nella musica, non nel cinema, non nella letteratura.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-82913552673464763182022-11-23T00:34:00.002+01:002023-02-09T22:59:57.233+01:00Abbiamo bisogno di un amplificatore per le cuffie stereo?<p>La risposta era probabilmente no, quando tutti gli amplificatori avevano un'uscita per le cuffie (siglata "phones") e le cuffie erano usate solo in studio di registrazione o a casa, quando l'appassionato voleva ascoltare di notte, o apprezzare alcuni dettagli della musica che ascoltava oppure controllare se sulle casse acustiche qualcosa non andava. Le marche erano poche e il mercato se lo dividevano la Koss per le cuffie chiuse e la Sennheiser per quelle semi-aperte. Poi i tempi sono cambiati e, partendo dai walkman, le cuffie hanno conquistato il mondo, diventando il dispositivo di ascolto principale in mobilità e fuori casa, con una produzione vastissima e anche di livello e costo molto alti. Un raro mercato in crescita nel nostro settore, nel quale si buttano in tanti.</p><p>Durante questo percorso le cuffie hanno perso di importanza per l'ascolto casalingo, gli amplificatori per essere o sembrare hi-end hanno perso progressivamente comandi tra cui l'uscita cuffia, rimasta solo sui rari ampli moderni versatili (come gli entry level Rotel) o per case particolari come la Naim.</p><p><b>L'amplificatore dedicato alla cuffie</b><br />Ovviamente negli ampli l'uscita per le cuffie è servita da un piccolo amplificatore dedicato, al quale arriva il suono della sorgente selezionata, e la chiusura del circuito disconnette automaticamente le casse acustiche confermando l'utilizzo preferenziale di "ascolto privato".<br />La potenza richiesta è poca, il compito poco impegnativo e di conseguenza per le uscite venivano (e credo vengano ancora) utilizzate soluzioni molto economiche. Già negli anni d'oro quindi si cominciava a intravedere la necessità di un ampli dedicato di maggiore qualità e qualcuno ha cominciato a produrlo, anche se non è mai diventato un componente comune. Ora è però proprio una necessità, se vogliamo ascoltare le sorgenti collegate all'amplificatore con le cuffie stereo, a casa nostra,</p><p><b><span style="color: #e69138;">Quello che vogliamo e come ottenerlo</span></b><br />Ci basta quello che consentiva un classico ampli degli anni '70, un Marantz o uno Yamaha: ascoltare una qualsiasi delle sorgenti connesse all'ampli, silenziare le casse acustiche, un'amplificazione corretta e curata come quella destinata alle casse. Ma non è così semplice ora, dipende dalla flessibilità come ingressi dell'ampli delle casse (e dell'ampli cuffie, vediamo dopo alcuni modelli). Vediamo i vari casi</p><p><span style="color: #e69138;"><b>La connessione standard</b><br /></span>Gli amplificatori per cuffie analogici sono pensati per un amplificatore che ha almeno una uscita "line", che a suo tempo era chiamate di solito "tape" o "recorder" perché serviva soprattutto per registrare la musica su registratore a cassette o nastro. Questa uscita bypassa il pre e quindi il controllo di volume e lascia quindi il controllo del volume all'ampli per cuffia, come vogliamo. Perché sia utilizzabile immediatamente per collegare le cuffie è necessario però che l'amplificatore abbia anche la "doppia barra di registrazione" ovvero che possa inviare l'input sia all'uscita line, sia alle casse. Serviva per registrare una cosa mentre ne ascoltavi un'altra, esigenza sentita nell'era delle musicassette.<br />Nel nostro caso serve invece a silenziare le casse, perché la doppia barra (che consiste in un secondo selettore input) include anche una posizione "off" che serve per registrare senza ascoltare nulla, ed è quello che cerchiamo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPj6WM_EhqCjJaYN14WFauBGMvlZ8_6lax0B-8uG02wXJhVSOmQV_h58IBVibL26uOdOtaBX72VpgwSwQk6-2Q1rz0m4hlxWDF95RG2jRARULI6-Bxi5TKPFyLUDLj6NhPYa2TyZNFoEpxi8qirYbIWG3Nk5PoFvrwfX_b759FjcRbrBy0A7FAVDJbBA/s704/accuphase-ampli.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="232" data-original-width="704" height="131" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPj6WM_EhqCjJaYN14WFauBGMvlZ8_6lax0B-8uG02wXJhVSOmQV_h58IBVibL26uOdOtaBX72VpgwSwQk6-2Q1rz0m4hlxWDF95RG2jRARULI6-Bxi5TKPFyLUDLj6NhPYa2TyZNFoEpxi8qirYbIWG3Nk5PoFvrwfX_b759FjcRbrBy0A7FAVDJbBA/w400-h131/accuphase-ampli.jpg" width="400" /></a></div><p><b><span style="color: #e69138;">I workaround: se la doppia barra di registrazione non c'è</span><br /></b>Questa è le situazione di praticamente tutti gli ampli moderni, con poche eccezioni come ad esempio gli integrati Accuphase (mio sogno proibito) che propongono la più recente e raffinata tecnologia mantenendo la grande versatilità degli ampli di un tempo (vedi immagine sopra, integrato E-270), con un occhio di riguardo anche per chi vuole perseverare nella registrazione analogica (su nastro a bobine, ovviamente).</p><p>In questo caso bisogna aggirare il problema, e di solito è abbastanza facile: dato che l'ingresso line (ancora presente su molti integrati recenti) non passa per il controllo volume basta portare a zero il volume. Quasi sempre, perché se il volume è "digitale", ovvero a step, può darsi che portandolo a zero si annulli anche l'uscita line. Così è ad esempio nel mio Audio Analogue Puccini Rev2.0. Serve quindi un aggiramento doppio, mettere il livello a mute e passare al primo step. Alle casse arriverà qualcosa ma a livello bassissimo. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGtliU5FgjklBO6ntIXbx6fqP7jPuiNKxUvA-JmIT-BallOmLBsX587QFKJiRfHaviH2Foj_Eu8haS3BPyojs0g6rT9l8ObARnzv8krKiZ1Mbe2sm_yqL-EbpYvGWrdl3JU_cWMxNKQKlR8OO5qsuERnkHv_dODaSlsJUbA4YS_zXsu55ZGCxFG0q5WQ/s1011/primare-prsma.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="1011" height="175" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGtliU5FgjklBO6ntIXbx6fqP7jPuiNKxUvA-JmIT-BallOmLBsX587QFKJiRfHaviH2Foj_Eu8haS3BPyojs0g6rT9l8ObARnzv8krKiZ1Mbe2sm_yqL-EbpYvGWrdl3JU_cWMxNKQKlR8OO5qsuERnkHv_dODaSlsJUbA4YS_zXsu55ZGCxFG0q5WQ/w400-h175/primare-prsma.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'amplificatore integrato Primare Prisma I-25 è un esempio di ampli moderno con uscita Line e uscita Pre</td></tr></tbody></table><p><b><span style="color: #e69138;">I Alternativa: L'uscita pre<br /></span></b>Quando non c'è neanche l'uscita tape potrebbe esserci l'uscita del preamplificatore, di solito assieme all'ingresso del finale. Servono per sostituire il finale con uno più potente o per utilizzare l'integrato come finale. Nel loop pre-finale può essere inserito un altro componente e quindi anche un ampli per cuffie. L'ampli cuffie ha un interruttore che invia l'input alle cuffie o all'indietro al finale dell'ampli principale chiudendo il loop e cosi garantisce che nell'ascolto in cuffie le casse siano silenziosem ma anche ci si possa passare facilmente all'ascolto dalle casse,</p><p>E' la configurazione più semplice anche nell'uso ed è ben comprensibile in questa immagine di un economico ma molto valido ampli per cuffie, il Schiit Magni+, come si vede ci sono un ingresso e una uscita RCA e il selettore Input (suona la cuffia) oppure output (suonano le casse connesse al finale o le casse attive). Magni+ funziona quindi come pre.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizC_CD_Ox36AS3et7lbqbEZu5CQI7dm6LfVz078HAPq8MMI4Nwr19Ln2XctF7A0uUE1Uv0stF_lh0Rf-LPxChHCuRQIFWqiB93KoXTL5GOUMlgKK5RFrNl7nOCyZyWxr0qIhX1MraMJRKLWJGs8H5t8tjUWAxlVzMRVocwEBS7jWUC9WKw9NNT0bXTbw/s1157/schiit%20magni%20plus%20rear%201920.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="521" data-original-width="1157" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizC_CD_Ox36AS3et7lbqbEZu5CQI7dm6LfVz078HAPq8MMI4Nwr19Ln2XctF7A0uUE1Uv0stF_lh0Rf-LPxChHCuRQIFWqiB93KoXTL5GOUMlgKK5RFrNl7nOCyZyWxr0qIhX1MraMJRKLWJGs8H5t8tjUWAxlVzMRVocwEBS7jWUC9WKw9NNT0bXTbw/w400-h180/schiit%20magni%20plus%20rear%201920.jpg" width="400" /></a></div><div><br /></div>Rimangono però due problemi: 1) il volume del pre è attivo, degrado probabilmente non avvertibile ma il segnale passa per due pre, e bisogna bilanciare bene i due volumi 2) e, soprattutto, non sono molti i moderni ampli con pre e finale.<br /><p><b><span style="color: #e69138;">II workaround: Se c'è solo uscita pre</span></b><br />Gli amplificatori integrati della Rotel hanno solo l'uscita pre, e presumo non siano i soli, L'ampli per cuffie può essere collegato come nel caso precedente con lo stesso non fondamentale limite del doppio comando del volume. Ma c'e' un problema più importante: le casse continuano a diffondere la musica. Il fatto è che questa connessione serve proprio a questo, attivare un secondo finale e un secondo paio di casse, magari in un'altra stanza, per soluzioni multiroom. Almeno sui componenti Rotel un workaround però si trova; su questi amplificatori le uscite ad alto livello per le casse sono doppie, se la seconda copia di casse non c'è, basta selezionare la seconda uscita come "tappo" dal quale non esce il suono.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikBsaaR7ePnY-2KhYzsyt7EY6ZzSbLgAWio7Qga4fA6R4B5aa5M23VxEqlzLQ7lgc3tizukUCO4MWjdAfz3Te_rmaCoshJTy8f9rfLg5VYYta88l2OerVPSC260bZYg83bTI02FCdHwCIq43gnfMh9GXv6aYJo_5fuzv2ub8aBiTdA3YkrdlYbcLTncw/s1085/Rotel-MK12.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="1085" height="148" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikBsaaR7ePnY-2KhYzsyt7EY6ZzSbLgAWio7Qga4fA6R4B5aa5M23VxEqlzLQ7lgc3tizukUCO4MWjdAfz3Te_rmaCoshJTy8f9rfLg5VYYta88l2OerVPSC260bZYg83bTI02FCdHwCIq43gnfMh9GXv6aYJo_5fuzv2ub8aBiTdA3YkrdlYbcLTncw/w400-h148/Rotel-MK12.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Amplificatore Rotel A12-MK2, l'uscita pre è il numero 22</td></tr></tbody></table><br /><p><b><span style="color: #e69138;">L'alternativa digitale</span><br /></b>Tutto quanto riportato sin qui riguarda un ascolto in cuffia che preservi le sorgenti analogiche senza alcuna conversione, e nel quale sorgenti digitali basate su supporti fisici (CD o SACD) siano rappresentate da lettori che effettuano anche la conversione in analogico. Se invece l'impianto è incentrato sulle sorgenti digitali, quindi il componente centrale non è un amplificatore ma un "music server". In questo caso il problema è di facile soluzione se il "music server" (non esiste un nome, ogni produttore usa il suo) ha un'uscita digitale. In questo caso basta scegliere un amplificatore per cuffie con DAC (o, se preferite, un DAC con uscita cuffia) e il problema è risolto. A patto che abbia prestazioni superiori a quello dell'ingresso cuffie del music server, perché col ritorno delle cuffie è tornato anche questo, Un esempio è lo streamer Marantz 6006 che ha, come si vede in figura, sia un'uscita digitale ottica che un'uscita "line" (qui la chiamano "fixed" e può usare tutti i tipi di ampli per cuffie.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujf5jcN_V3FjCqVtDnSa3nym0VffSD6ernPJ67NENL4b7U0Oj0L-ks58czo6yWdwJLmRRQONrFUeAde_WRlYy7SQXF7X2Wit5J8W0L417BbNAa26UWkYaH-VntqyGe6t_EviVRdp1BVT-oVUCaJMAon1iQI2zKJj8LUg_dxbUXuU8VQQxbsBCo_35sA/s1129/Marantz_NA_6006_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="285" data-original-width="1129" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiujf5jcN_V3FjCqVtDnSa3nym0VffSD6ernPJ67NENL4b7U0Oj0L-ks58czo6yWdwJLmRRQONrFUeAde_WRlYy7SQXF7X2Wit5J8W0L417BbNAa26UWkYaH-VntqyGe6t_EviVRdp1BVT-oVUCaJMAon1iQI2zKJj8LUg_dxbUXuU8VQQxbsBCo_35sA/w400-h101/Marantz_NA_6006_.jpg" width="400" /></a></div><p>Ma, cercando esempi, ho notato che se il music server è completo e include anche l'amplificatore per pilotare le casse acustiche, l'uscita digitale spesso non c'è. Forse dipende dal fatto che il componente promette di includere tutto. Con questi componenti (gli esempi sono il Cambridge Audio Evo 75, nella foto, il Naim Uniti Atom, Roksan Attessa) usare un ampli cuffie esterno non è possibile, a meno che trai molti comandi non ce ne sia uno che inibisce l'uscita alle casse.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Y2xNV2dFYg-Pj3QmEd6liQLnhtdze356jnVkLzf55OpQdcCtB4NPjcabkIhRswQKBOsns_9lZHZahmLKw55dmV8sBe6H4x3NmHoKX8_WHoRCg-YMvrPdYQQBCRfyuRScSRAHFAtB_gPP0DB13dQ3qHy-vXxNw2tr-sLw1JryuUxueD3oAbK6aeXQVw/s4920/Cambridge_Audio_Evo_75_06.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1943" data-original-width="4920" height="158" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1Y2xNV2dFYg-Pj3QmEd6liQLnhtdze356jnVkLzf55OpQdcCtB4NPjcabkIhRswQKBOsns_9lZHZahmLKw55dmV8sBe6H4x3NmHoKX8_WHoRCg-YMvrPdYQQBCRfyuRScSRAHFAtB_gPP0DB13dQ3qHy-vXxNw2tr-sLw1JryuUxueD3oAbK6aeXQVw/w400-h158/Cambridge_Audio_Evo_75_06.jpg" width="400" /></a></div><br /><p><b><span style="color: #e69138;">In sintesi:</span></b></p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>per collegare un amplificatore per cuffie serve sull'ampli una uscita che bypassa il pre, denominata di solito "line", "tape" o "fixed", se è anche presente la doppia barra di registrazione è meglio ma non indispensabile;</li><li>in alternativa può essere usata anche una uscita pre, regolando opportunamente il volume, a patto che l'amplificatore abbia anche l'ingresso finale per chiudere il loop;</li><li>se c'è solo una uscita pre, è presente solo per collegare un secondo sistema in multiroom e non è adatta a collegare un ampli per cuffie</li><li>se tutti gli ingressi sono digitali o convertiti in digitale su un music server si può adottare un ampli per cuffie con DAC</li><li>la maggior parte dei nuovi amplificatori o music server hanno un ingresso cuffie di serie, in questo caso un ampli dedicato per cuffie ha senso solo quando è di qualità superiore a quella dell'ingresso interno.</li></ul><div><b><span style="color: #e69138;">Gli amplificatori per cuffie</span></b><br />Dopo aver spiegato come si collegano è utile aggiungere anche una sezione sui componenti in quanto tali, si tratta di un settore molto specializzato, i produttori raramente sono di primo piano, e quindi alcuni esempi possono essere utili per sapere di cosa si parla. Ovviamente sono riferimenti destinati a diventare obsoleti, considerato l'elevato turn-over che ormai caratterizza anche il mercato hi-fi.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #6aa84f;">Schiit Magni+</span></b><br />Campione nel rapporto qualità / prezzo secondo molti recensori, costituisce certamente la prima alternativa da considerare. Nella figura precedente si vedono gli ingressi e uscite, quando si connettono le cuffie l'uscita viene automaticamente annullata. Il selettore frontale consente di impostare il guadagno su tre valori (0dB, +15dB, -10dB) per adattarsi alle diverse sensibilità delle cuffie stereo. Costa ca. attualmente 109 $. </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0rDFX1_3XqAt2OpqPltT3RFY7sNa5MNYmDkUsAesPmDD3Kz1vaDOw8qONEVc8nP314oYIKo7p8Ik5EFsgMnARWppo_GTlpAAqE5Nk6cHRDAFZT_-4F_fDAdQx08r1EcL3ZHlcQeb-Cn7avb7-3Xtd85KJ0egzr29aNMNVQUYC_LmBumC_y99c8Wuu3Q/s1765/schiit%20vali2plus-front-1920.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1371" data-original-width="1765" height="311" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi0rDFX1_3XqAt2OpqPltT3RFY7sNa5MNYmDkUsAesPmDD3Kz1vaDOw8qONEVc8nP314oYIKo7p8Ik5EFsgMnARWppo_GTlpAAqE5Nk6cHRDAFZT_-4F_fDAdQx08r1EcL3ZHlcQeb-Cn7avb7-3Xtd85KJ0egzr29aNMNVQUYC_LmBumC_y99c8Wuu3Q/w400-h311/schiit%20vali2plus-front-1920.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div>Tra i 5 modelli di headphones amp prodotti da Schiit, che è un produttore USA con sedi in California e Texas (progettazione USA e produzione in oriente) c'è anche un modello superiore Magni + che costa circa il doppio che ha in più uscite bilanciate sia per le cuffie che per l'uscita verso finale o casse amplificate, Più interessante la versione a valvole chiamate Vali, identiche funzionalità e comandi, costa solo 149$ attualmente, per chi vuole sperimentare se il suono delle valvole (una in questo caso) è veramente magico. Altri due modelli sono a valvole ma senza trasformatori (OTL) in uscita (considerati di classe più elevata), modello Valhala e infine il top Lyr che è ibrido, a scelta valvole o stato solido.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #6aa84f;">S.M.S.L. SH 8S</span></b></div><div>Un'alternativa tutta cinese ma di una ditta che produce molti buoni DAC e componenti vari è questo modello tutto analogico. Costo sempre sui 100 € come il Magni+ ma in più ci sono ingressi e uscite bilanciate (le cuffie con ingresso bilanciato sono in crescita). Secondo le recensioni è un componente che punta alla massima trasparenza del suono. Una caratteristica coerente con l'uso delle cuffie come analizzatori della qualità della sorgente e del materiale audio, e come confronto con le casse. Ma non sempre apprezzata per l'uso di puro ascolto perché piuttosto severe con materiale audio carente per età o cattivo mastering. </div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqw1GIYlA4MmDQ9qHlvwBBMznT0ChHbwzNKuRt1miEpneWk_mlbkebiELERIWgMkFH8HW4OZP5jI5rn2VzEYOIJHHXiVkMfSiN1KV5RI8jrvU8cd5KYy0XECUJGhbD3opiXfrYYwWGMblIa54PjVTL7ho_492-k6Vp8V4IjqBxMQrtF5L-eSOVuvPgGA/s728/smsl%20sh%208s.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="365" data-original-width="728" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhqw1GIYlA4MmDQ9qHlvwBBMznT0ChHbwzNKuRt1miEpneWk_mlbkebiELERIWgMkFH8HW4OZP5jI5rn2VzEYOIJHHXiVkMfSiN1KV5RI8jrvU8cd5KYy0XECUJGhbD3opiXfrYYwWGMblIa54PjVTL7ho_492-k6Vp8V4IjqBxMQrtF5L-eSOVuvPgGA/w400-h200/smsl%20sh%208s.jpg" width="400" /></a></div><b><span style="color: #6aa84f;">iFi Audio Zen CAN Signature 6XX / HFM</span><br /></b><div>Salendo nell'investimento si può pensare anche a un ampli per cuffie prodotto in UK da una ditta sempre più apprezzata e valutato addirittura come finalista nel settore accessori dalla prestigiosa rivista online Stereophile. Particolarmente positivo il giudizio sul suono raffinato di questo modello dalla forma vagamente retro e dai comandi non proprio ergonomici. Caratteristiche simili agli altri, particolarità anche qui gli ingressi e uscite bilanciate e in più i 4 livelli selezionabili per il guadagno la possibilità di equalizzazione. Una particolarità curiosa di questo componente e possibile plus è che viene venduto in due configurazioni equalizzate e personalizzate : la 6XX per le diffuse Sennheiser HD250 e la HFM per le cuffie prodotte dal marchio HIFIMAN, attualmente di grande successo (molti modelli, alcune nel range 200-400 e gli altri che costano in genere più delle STAX). L'equalizzazione si può escludere (e perdere) da chi ha cuffie di altre marche e modelli, una scelta di marketing quindi piuttosto curiosa, i modelli prescelti sono molto diffusi, ma modelli e marchi di cuffie sono molti e in crescita. Circa 300 € il prezzo attuale.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0YIOQ8sqPrrbVSZRET6qBS1_41WiLWx1Y_x8YDiRWSM2XrvtCrhvojMcyE6tnmGnwWbnlejoucA03ujQ7OTOifeaWDLj-7kKLViKcGnIx1p8MQbhCREbLisHPypM-lOopLwcP6Mhy12I6KZUQA7rk1m7LqYM-dbUOKbaMFPLwli1yCBtbHIF0GsAyhQ/s1500/iFi%20Audio%20Zen%20CAN%204.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="884" data-original-width="1500" height="236" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0YIOQ8sqPrrbVSZRET6qBS1_41WiLWx1Y_x8YDiRWSM2XrvtCrhvojMcyE6tnmGnwWbnlejoucA03ujQ7OTOifeaWDLj-7kKLViKcGnIx1p8MQbhCREbLisHPypM-lOopLwcP6Mhy12I6KZUQA7rk1m7LqYM-dbUOKbaMFPLwli1yCBtbHIF0GsAyhQ/w400-h236/iFi%20Audio%20Zen%20CAN%204.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div><div><br /></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-28157430571807824892022-10-15T18:47:00.002+02:002023-07-12T10:38:43.965+02:00Il tramonto della musica liquida<p>"Musica liquida" ovvero "non solida" è l'efficace nome che Paolo Nuti, nome importante dell'Hi-Fi italiano e fondatore della rivista Audio Review, ha dato al nuovo modo di distribuire e ascoltare la musica, che nasceva agli albori del millennio dall'unione della digitalizzazione del messaggio musicale e della possibilità di trasporto illimitato dei file audio tramite Internet, ovvero la ragnatela mondiale ovvero "il web". In sintesi, la musica digitale,</p><p>Il nome ha avuto fortuna in Italia, molto meno all'estero dove la diffusione e distribuzione della musica digitale è stata da subito chiamata semplicemente "<b><span style="color: #cc0000;">digital download</span></b>".</p><p><b><span style="color: #f1c232;">La storia del digital download</span></b><br />La storia del digital download o, se preferiamo la definizione italiana, della musica liquida, la ricordiamo bene: prima l'esplosione grazie alla compressione MP3, ai protocolli peer-to-peer (Napster, eMule, BitTorrent ecc.) e alla diffusione gratuita, ma illegale, poi il ritorno allo sfruttamento economico con la geniale idea di Steve Jobs, l'accoppiata iPod - iTunes (che è anche stato il trampolino di lancio per la Apple, futuro n.1 al mondo) aiutata anche, ammettiamolo, dal deciso contrasto della pirateria avviato dalle case discografiche superstiti.<br /></p><p>Il terzo step per il passaggio definitivo doveva essere la disponibilità in digital download anche della musica in formato lossless, quindi alla stessa qualità del CD, e poi a seguire quella in qualità HD. Ma qui il processo si è incagliato sui veti delle case discografiche, che hanno escluso molti Paesi (l'Italia fino a pochi anni fa), preteso prezzi superiori al CD (ormai sempre più economici perché in crisi di vendita, e con un sempre più esteso mercato dell'usato) e molto superiori per il poco HD disponibile.</p><p>Mentre iTunes rimaneva solo in formato compresso (e non era più strategico per Apple, che nel frattempo aveva lanciato l'iPhone, e cambiato il mondo), ben poche case discografiche hanno creato il loro sito di digital download e nessun altro investitore ha avuto la forza o l'idea di creare un iTunes per la qualità CD e quindi una possibile alternativa al CD. Il digital download rimaneva ristretto a pochi siti specializzati come il celebre <b><span style="color: #cc0000;">HDtracks</span></b> e alla pirateria. che proseguiva con altri mezzi (ma meno globale). La situazione ideale per un nuovo strappo verso la dematerializzazione e virtualizzazione della musica.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Arriva lo streaming</b></span><br />Lo strappo, reso possibile dalla velocità sempre crescente della rete, è consistito semplicemente nell'abolizione della parola "download": perché scaricare in locale un album quando lo puoi ascoltare direttamente da dove, nel vasto web, è archiviato? Qualcosa che nei fatti già esisteva e che già era la fonte della musica per molti utenti smartphone e che si chiamava YouTube, nato per altri scopi (video) ma che veicolava moltissima musica, ascoltabile direttamente e senza scaricarla, Il tutto gratis, salvo un po' di pubblicità.<br />Due imprenditori svedesi hanno ipotizzato che qualcuno poteva essere interessato a pagare una ridotta cifra mensile per un'alternativa di YouTube, orientata solo alla musica e nella quale gli album disponibili erano ben organizzati e facilmente ricercabili, più altre funzionalità, ed è nata <span style="color: #cc0000;"><b>Spotify</b></span>, aggiungendo per prudenza anche il servizio free ma con pubblicità,</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM8xk8bFrRcqCBcc3bPAW6eassbPMksXVKIILjlxYkwcCNrONFVyQBoEE2T7bWVrdI9jhFymI_upykaditi5Cr1rbxdauKsGuaQOQFxSlk2X7FDoEhFx-lJkGYYtUjKo4UdQukuMUrwT-cNcBo2m5Bdo0vPy6mPtYGUSX00cm2yfuehsCM3WcLGLKS3A/s514/streaming-versus-download.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="514" data-original-width="406" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjM8xk8bFrRcqCBcc3bPAW6eassbPMksXVKIILjlxYkwcCNrONFVyQBoEE2T7bWVrdI9jhFymI_upykaditi5Cr1rbxdauKsGuaQOQFxSlk2X7FDoEhFx-lJkGYYtUjKo4UdQukuMUrwT-cNcBo2m5Bdo0vPy6mPtYGUSX00cm2yfuehsCM3WcLGLKS3A/w316-h400/streaming-versus-download.jpg" width="316" /></a></div><p><span style="color: #f1c232;"><b>Il seguito lo conosciamo<br /></b></span>Ed è sintetizzato in questo grafico a torta, che riguarda il mercato USA nel 2021, e mostra il ruolo ormai marginale del digital download. E' sceso ora al 4% del mercato (nel 2015 era ancora il 66%) ed è poco più di un terzo della musica su supporto fisico che, ai tempi dell'invenzione del termine "musica liquida" avrebbe dovuto soppiantare. Il restante 83% è appannaggio della musica che viene semplicemente ascoltata, non importa dove sia e come faccia ad arrivare alle nostra cuffie e alle nostre orecchie quando la scegliamo.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">La proprietà della musica</span></b><br />Lo streaming ha definitivamente diviso in due categorie gli ascoltatori: quelli che la musica l'ascoltano per il tempo necessario a fruirne e quelli che vogliono anche possederla, quindi esserne proprietari anche quando non l'ascoltano. La differenza fondamentale è che possederla non è obbligatorio per sentirla, salvo pochi casi di musica molto particolare, e anche quelli del secondo gruppo possono ascoltare tutta la musica del mondo, basta sottoscrivere un contratto streaming, anche gratuito eventualmente. <br /><br />Essere proprietari della musica che si ama, scelta in base ai propri gusti personali, ha motivazioni di altro tipo, Ne ho parlato altre volte: c'è la testimonianza visiva e trasmettibile a chi ci conosce o verrà dopo di noi delle nostre scelte, dei nostri gusti, della nostra cultura. C'è il piacere di avere in mano un oggetto fisico, di consultare un libretto anziché un sito web, di essere almeno per un po' staccati da computer, smartphone e tablet, della manualità nello scegliere e caricare la musica sul lettore. Tutte esigenze che caratterizzano l'appassionato di musica, e che non interessano se non occasionalmente il consumatore di musica.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Supporti fisici e supporti digitali</span></b><br />Non tutti hanno questo desiderio di proprietà e questa necessità di trasmettere la loro idea di musica e, per gli USA, sappiamo anche quanti erano nel 2021: il 15% dei consumatori. Penso che in Italia la percentuale non sia molto diversa, non è poco tutto sommato, <br />La maggioranza dei "prprietari" sceglie, e sceglierà sempre più, probabilmente, un supporto fisico: vinile, CD, SACD. E' logico, se le motivazioni sono quelle riassunte sopra. Non c'è paragone tra l'efficacia con cui trasmette un messaggio una libreria fisica, rispetto a una libreria J River o Roon mostrata (con intenzione di farlo) sullo schermo di un tablet. E non c'è paragone come valore (non solo simbolico) tra una collezione di vinili, o anche di CD (prezzi in aumento, ne riparlerò) rispetto a un hard-disk di PC con Terabytes di musica, che però si può ascoltare tranquillamente con ogni servizio streaming, incluso YouTube.<br /><br />Ed infine, elemento decisivo: il costo. Sui servizi di digital download rimasti il costo di un album è dello stesso ordine di grandezza dell'equivalente fisico. Probabile la scelta del supporto fisico, si spende per qualcosa che si vede e che rimane e, anche se solo in digital download e in qualità CD, si potrà ascoltare comunque in HD in streaming, se si vorrà. Perché l'appassionato di musica ha sempre anche un contratto streaming, per scoprire e testare nuova musica.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Ultima domanda: a chi sono rivolti le librerie digitali come Roon, J River, Audirvana?</span></b><br />Sembra una contraddizione la mia previsione sul declino del digital download, visto l'interesse crescente per questi prodotti e per i music server che possono fornire servizi analoghi "PC free" dal costo sempre più elevato nell'ordine delle migliaia di Euro.<br />Ma è una contraddizione solo parziale, perché gli acquirenti son per una buona parte appassionati che hanno digitalizzato la loro vasta discoteca, e ne possono fruire con maggiore facilità (mantenendola).<br />Inoltre, sia Roon che Audirvana supportano anche i servizi streaming, e Roon fornisce le sue funzionalità aggiuntive (molto apprezzate) anche per l'ascolto da streaming. Lo streaming quindi può coesistere, e servizi come Roon o music server che liberano l'utente da PC hanno uno spazio. <br /></p><p><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi</b></span><br />Il mondo cambia continuamente, e a volte corregge anche quelle previsioni che non valutano tutti gli aspetti dei nostri desideri e dei nostri bisogni.</p><p><br /></p><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-36766932136289299612022-10-01T17:26:00.004+02:002022-10-02T19:37:05.525+02:00L'alta fedeltà come hobby<p>Sulle riviste e anche su questo blog si criticano spesso gli appassionati dell'impianto, quelli che ascoltano l'impianto più che la musica, che dedicano più tempo alla messa a punto che all'ascolto, che cambiano frequentemente i componenti per sperimentarne di nuovi e mai ascoltati, che si dedicano ai miglioramenti veri o presunti con piedini speciali, liquidi pulisci contatti e simili. </p><p>Giuste critiche per chi da' priorità alla musica, ma ormai, con il digitale che ha raggiunto ampiamente livelli qualitativi comparabili con quelli dei componenti analogici di fascia alta. Per esempio, con prodotti come le recenti casse acustiche attive wireless Kef LS60 che ho descritto nel precedente post, che garantiscono oltre al resto anche dinamica e risposta sui bassi riservati sinora solo a grandi impianti di fascia alta, un appassionato di musica e basta può ascoltarla praticamente senza compromessi avendo un impegno di installazione e configurazione del tutto analogo a quello necessario per un TV a grande schermo di ultima generazione. E avendo come unico componente aggiuntivo la app di Qobuz o Tidal da installare sul suo smartphone e tablet. </p><p>Sono lontani i tempi in cui, per potere mettere un LP sul piatto e ascoltare in stereo (più o meno) venivano venduti sistemi integrati come questo, o il mitico compatto di Selezione del Reader's Digest (è una pubblicità su un numero di Linus del 1972.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiADndWmo4OZ_fmY5sTlWF3JG0oUoHMvjf_Y5L7ipnOZUnZGqqCBj00UaYFfTGpt3lX1injizuwMsbeCJk_IbLphhDdqS-47UliyBrzykFEo7w_eS4bM0DunQn_wZmBs96XtOvW0j8FgDD6cGTg2GDMXnpw2IsMEiZ5VB1BiymPVUQprYO4g-5Vzv7ypA/s1981/impianto-linus-72.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1458" data-original-width="1981" height="295" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiADndWmo4OZ_fmY5sTlWF3JG0oUoHMvjf_Y5L7ipnOZUnZGqqCBj00UaYFfTGpt3lX1injizuwMsbeCJk_IbLphhDdqS-47UliyBrzykFEo7w_eS4bM0DunQn_wZmBs96XtOvW0j8FgDD6cGTg2GDMXnpw2IsMEiZ5VB1BiymPVUQprYO4g-5Vzv7ypA/w400-h295/impianto-linus-72.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pubblicità sulla rivista Linus, anno 1972. Impianto Furcht Hi-FI Equipment MKII</td></tr></tbody></table><p>Per il salto di qualità era necessario acquistare una "catena" giradischi - amplificatore - casse acustiche, e qui per scegliere bene e per installarla nasceva la necessità di diventare esperti (più o meno) andando ogni mese in edicola ed acquistare una rivista di alta fedeltà, quindi Stereoplay o Suono Stereo.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Ricerca della perfezione</span></b><br />Ora non è più così, ormai l'ultimo confine è superato, e per decidere il salto all'impianto "custom", scelto e composto dall'appassionato, servono quindi ormai motivazioni extra musica, che quindi trasformano l'impianto dell'oggetto di un vero e proprio hobby a sé state. Una motivazione che può essere (ed è forse prevalente), l'esplorazione dei limiti a cui arrivare la tecnologia nella riproduzione fedele del messaggio musicale, e quindi la scelta di puntare a impianti di livello ancora più alto, che adottano tecnologie innovative e/o esclusive e dedicare una buona parte del proprio tempo a verificare i miglioramenti ottenuti o le carenze da superare. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">Scoprire e dominare tecnologie vintage</span></b><br />Oppure, affiancare al piacere di ascoltare la musica quello di ascoltarla con apparecchi basati su tecnologie superate dall'avanzata del modo digitale ma che, se applicate con rigore e attenzione e scontando costi superiore e preparazione più complessa e impegnativa, garantiscono un piacer d'ascolto comparabile se non superiore, o magari percepito come tale proprio in ragione dell'impegno necessario per raggiungerlo. Tanto da ottenere un effetto sorpresa, per esempio dalla estensione della risposta e dal realismo nell'ascolto di un vecchio LP comprato usato o dalla presenza nella ricostruzione spaziale ottenuta riproducendo un vecchio nastro a bobine.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>L'alta fedeltà personale</b></span><br />Altra motivazione che accompagna questo mondo da sempre è il do it yourself, realizzare in proprio i componenti per comporre l'impianto. Un tempo per risparmiare qualcosa sul componente, con i kit per appassionati che erano già attrezzati con attrezzi da segheria casalinga o saldatore, come i kit della Kef degli anni '70, che arrivavano pre-montati o gli amplificatori a valvole o a transistor da costruire con i progetti delle riviste Elettronica o Audiocostruzioni o del sito TNT-Audio. Ma anche obiettivi più ambiziosi e personalizzati: sfidare i produttori top con progetti di diffusori basati su altoparlanti particolari come i gamma intera (full range) Lowther o senza compromessi sulla risposta ai bassi, quindi senza limiti di dimensioni.<br />Non comprare ma costruire e addirittura progettare, diventare creatori in proprio degli oggetti che ci consentono di ascoltare l'amata musica, e raggiungere obiettivi fuori portata economica. Grande soddisfazione per chi vuole essere<span style="color: #cc0000;"><b> homo faber</b></span>.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl3NzcW9JCpnDpe2p1LZiD80mqDn4E__dz1q4sGEXXMs58xeMyf4E4JDYNdmYzI3_sYld9eFgvb7cVhnYcEs4kkXTPgLzLNApRB7R80U506z9w0bveTPEfx-zBUBGpQjrNKOcFFdn-DcCQXWpTB-lY_4hAvtNjUQ_1K66P4CPy2DbErKhsmLc0WEsReQ/s509/lowther-project-labyrint-2.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="446" data-original-width="509" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhl3NzcW9JCpnDpe2p1LZiD80mqDn4E__dz1q4sGEXXMs58xeMyf4E4JDYNdmYzI3_sYld9eFgvb7cVhnYcEs4kkXTPgLzLNApRB7R80U506z9w0bveTPEfx-zBUBGpQjrNKOcFFdn-DcCQXWpTB-lY_4hAvtNjUQ_1K66P4CPy2DbErKhsmLc0WEsReQ/w400-h350/lowther-project-labyrint-2.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Uno dei tanti progetti realizzati utilizzando l'altoparlante full range Lowther, in questo caso con u caricamento acustico a labirinto si sfrutta l'emissione posteriore per estendere la risposta sui bassi</td></tr></tbody></table><p><b style="color: #f1c232;">L'alta fedeltà allora è un pretesto?</b><span style="color: #f1c232;"><b><br /></b></span>Questo si potrebbe pensare riguardo alle motivazioni ipotizzate qui sopra. Ma non è esattamente così, senza la musica, senza questo risultato finale (ascoltarla bene e con emozione) tutto il lavoro di selezione dell'impianto, messa a punto, sperimentazione, sostituzione, costruzione, progettazione, perde di senso completamente. Sono hobby, passione tecnologica e anche a volte collezionistica, che si affiancano alla fruizione casalinga di una forma d'arte. Rubando un po' di tempo alla seconda, questo è vero.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi</b></span><br />Quindi ritengo che si debba avere tolleranza per chi non ritiene che i componenti per ascoltare, con le loro multiformi e numerose scelte tecnologiche, siano solo un mezzo privo di interesse in sé, ma qualcosa che fa parte della storia musica, come gli strumenti musicali, e quindi si appassioni anche alla riscoperta della loro storia, alla sperimentazione delle potenzialità raggiungibili o dei limiti superiori che s possono forse ancora alzare.</p><p>In particolare devo ritenerlo tale io, da quando mi sono reso conto che faccio parte del gruppo. Non cambio spesso i componenti, ma ho messo assieme negli anni un impianto che va ben oltre le esigenze base e mi consente di ascoltare la musica per mezzo di quasi tutti i supporti fisici o immateriali inventati per distribuirla: vinile microsolco, CD, SACD, DVD-Audio, Dual-Disc, MiniDisc, FM Stereo, Musicassette, Nastri a bobine, Musica digitale archiviata in locale, Streaming HD. Manca solo il DAT, un formato per il quale però non è mai stata prodotta musica pre-registrata, a quanto so. E formati veramente di scarsa diffusione come le Elcaset degli anni '70 o la cassetta digitale DCC della Philips, sconfitta dal MiniDisc Sony.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-18852854797539697102022-09-04T16:23:00.008+02:002022-09-04T16:33:56.228+02:00Casse acustiche con woofer laterali e lato frontale stretto<p>Avrei potuto scrivere il titolo del post in inglese e forse si capiva meglio: "Side woofers and narrow baffle speakers". Il tema è comunque l'adozione o meno di queste scelte di configurazione nel progetto delle casse acustiche e la loro efficacia nel consentire di raggiungere i tre sostanziali vantaggi (incolmabili) delle casse acustiche rispetto ai sempre più diffusi speaker wireless compatti: la ricostruzione spaziale dell'evento musicale, l'estensione verso i bassi e una dinamica comparabile ad un evento dal vivo.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">I vantaggi di un baffle stretto</span></b><br />Il termine anglosassone per indicare il pannello frontale di un diffusore, quello dove sono montati gli altoparlanti, è <span style="color: #cc0000;">baffle</span>, mutuato probabilmente da altri settori (nel dizionario è "paratia" o "griglia"). Se è stretto, il diffusore approssima meglio una sorgente puntiforme e quindi la sorgente della musica registrata, dove la posizione degli strumenti viene ricostruita grazie alle differenze di fase e intensità (facendola semplice). Il piccolo mondo dell'Hi-Fi ha raggiunto la consapevolezza di questo importante requisito negli anni d'oro delle mini-casse, ma in realtà anche modelli che avevano conquistato molti appassionati adottavano una sezione frontale ridotta al minimo montando gli altoparlanti in "casse" e "cassettine" di diverse dimensioni, come ad esempio nelle Dahlquist DQ10 e nelle prime B&W 801. Era anche questo il segreto del loro successo.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjEAjP89GmoWIXtJBgY0J4Mv3FRrqCLl8GBUEhjIWldm_kqgOGYd1EqDqrxelLc83kIMwFr7cMDegOGXNfVqg35sf5b6Qs9VKxPPefvS7O-VDcfvZl6g7AFKyItXBVuDSnPDoQj3BMcX0JmOOHuw9uVEr9SVBASUBUfR1cyGii09Pvj15WUUVwVHnorQ/s429/minima-amator.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="429" data-original-width="361" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjEAjP89GmoWIXtJBgY0J4Mv3FRrqCLl8GBUEhjIWldm_kqgOGYd1EqDqrxelLc83kIMwFr7cMDegOGXNfVqg35sf5b6Qs9VKxPPefvS7O-VDcfvZl6g7AFKyItXBVuDSnPDoQj3BMcX0JmOOHuw9uVEr9SVBASUBUfR1cyGii09Pvj15WUUVwVHnorQ/w336-h400/minima-amator.jpg" width="336" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Sonus Faber Minima Amator</td></tr></tbody></table><p><b><span style="color: #f1c232;">Gli svantaggi di un baffle stretto<br /></span></b>Escludendo i diffusori "sezionati" citati prima per loro natura più costosi, un baffle stretto (idealmente alle dimensioni del midrange) pone problemi per scendere sulle basse frequenze, e infatti nelle Minima Amator o nelle LS3/5A, per citare le due mini-casse più famose e grandi responsabili del successo di questa categoria di diffusori, la questione era risolta facendo fare al mid anche il woofer, ma garantendo, con una progettazione evoluta della configurazione bass reflex e un'accorta scelta dell'altoparlante e del circuito di cross-over, una risposta sui bassi non estesa ma comunque adeguata a un ascolto Hi-Fi.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOmKOZ5XR26scx2ciILiX8DyPLMJFIEuRu1mE8CmKIp2x80cytL-xtGG5Lz4i_XpCcfk0exSi-JQX8WgJfcb61Os2VhppRfHViVB7JE1Rt51PaU0yTbUTfYx5kCF5M5TIezQDDvCMtRm0kyJC7r7ZOTR9vjLGQw62EwsptI_GSVlqObYLmVNPdAvjVhA/s488/Rogers-Ls3_5a.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="391" data-original-width="488" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOmKOZ5XR26scx2ciILiX8DyPLMJFIEuRu1mE8CmKIp2x80cytL-xtGG5Lz4i_XpCcfk0exSi-JQX8WgJfcb61Os2VhppRfHViVB7JE1Rt51PaU0yTbUTfYx5kCF5M5TIezQDDvCMtRm0kyJC7r7ZOTR9vjLGQw62EwsptI_GSVlqObYLmVNPdAvjVhA/w400-h320/Rogers-Ls3_5a.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rogers LS3/5A</td></tr></tbody></table><p>L'evoluzione della tecnologia degli altoparlanti (spinta anche dal settore car-audio) ha reso disponibile col tempo woofer in grado di scendere in frequenza e garantire una pressione adeguata anche con diametri inferiori a quelli dei wooer classici. Negli anni '60 una cassa seria doveva avere al minimo un 30 cm, poi lo standard è diventato un 25 cm o anche un 20 con il passaggio al bass-reflex e ora si scende ancora, fino ai 16-15-13 cm. Il trucco ormai assai diffuso è utilizzare più altoparlanti in serie, di solito 2 ma anche 3 o più. In questo modo la quantità di aria che si sposta, e quindi la pressione sonora, eguaglia più o meno quella dei grandi woofer di un tempo, ma con una estensione verso l'alto e una risposta ai transienti molto migliori. Rimane il vincolo fisico della discesa verso i 20-25Hz ma ci sono i subwoofer per chi non ne può fare a meno, oppure diffusori composti da più sezioni separate come i modelli costruiti con più sezioni come i B&W e Dahlquist citati prima.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS30Mlf4Pq61mCiQ3-B6jTKv4GScc3frmBTG7FqCFtjEbGBW7caNmuG_1M9VTuARx-KoMEiVOM6UfEerUFDcneBE_Q0d_Fxf69tpqnz4qv_UX5ZNJSwo24f21E2M5gSFmwQNHp6lI2HgaKaTPwaN9wy9tnXBzdm-WpKad92sJozUkfeyxHVc3SW9CiuQ/s863/B&W-801-series-1.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="863" data-original-width="760" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgS30Mlf4Pq61mCiQ3-B6jTKv4GScc3frmBTG7FqCFtjEbGBW7caNmuG_1M9VTuARx-KoMEiVOM6UfEerUFDcneBE_Q0d_Fxf69tpqnz4qv_UX5ZNJSwo24f21E2M5gSFmwQNHp6lI2HgaKaTPwaN9wy9tnXBzdm-WpKad92sJozUkfeyxHVc3SW9CiuQ/w353-h400/B&W-801-series-1.jpg" width="353" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">B&W 801 1a Serie</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdZtt8VyrHiawBTd_-QFGAMLjkhD8hGS4lHvAw3yNSqbMf__dPeI_MXrEZLAHDWzbQlUP82hzJ43mlvxtdqxUPxV7RPVyBq95rlahMyEFkASXPa6I1W6zlVneswoP74tXhC_YCz3C_v2hNUzAioEbD0RvKE0Y0d5Af5TfM42QRt2sR6_bjp52_jkthpQ/s610/dahlquist-DQ10-01.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="433" data-original-width="610" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdZtt8VyrHiawBTd_-QFGAMLjkhD8hGS4lHvAw3yNSqbMf__dPeI_MXrEZLAHDWzbQlUP82hzJ43mlvxtdqxUPxV7RPVyBq95rlahMyEFkASXPa6I1W6zlVneswoP74tXhC_YCz3C_v2hNUzAioEbD0RvKE0Y0d5Af5TfM42QRt2sR6_bjp52_jkthpQ/w400-h284/dahlquist-DQ10-01.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dahlquist DQ10, nell'immagine sotto l'interno con la struttura in pannelli separati</td></tr></tbody></table> <br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKXK4WsZqTY4cEQFl6XfH2ZM2QK2VSpxFdJOBTSM9tGrHDURUoZ7yMNnjXter3egainTbeqAXJ1yo3F_FTM-ubP9RsC6I4oxEGtElVb8N-X5Xs4jVGGGMkMM3RgsfSzHNWvWTydV9FzgD8dVdFvTGgACLtNRh_3ng4kYX2gRJYVezVhbRRfO2FdaQRSw/s420/dahlquist-DQ10-02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="420" data-original-width="335" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKXK4WsZqTY4cEQFl6XfH2ZM2QK2VSpxFdJOBTSM9tGrHDURUoZ7yMNnjXter3egainTbeqAXJ1yo3F_FTM-ubP9RsC6I4oxEGtElVb8N-X5Xs4jVGGGMkMM3RgsfSzHNWvWTydV9FzgD8dVdFvTGgACLtNRh_3ng4kYX2gRJYVezVhbRRfO2FdaQRSw/w319-h400/dahlquist-DQ10-02.jpg" width="319" /></a></div><p><span style="color: #f1c232;"><b>Il woofer laterale<br /></b></span>Esiste però una soluzione molto più semplice ed elegante. I diffusori stretti, per garantire ai woofer un volume d'aria comunque sufficiente per un efficace recupero della emissione posteriore, hanno una forma stretta di fronte ma profonda sul lato lungo. Dove si può inserire facilmente un woofer anche di grandi dimensioni. Si potrebbe pensare che due altoparlanti non rivolti all'ascoltatore ma ognuno di fronte all'altro abbiano un effetto negativo sulla localizzazione degli strumenti e sulle riflessioni in ambiente. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6os-On7w31Q74FN1sOY6beNMEIYvJmMZZAfLoij2fvYnKJUv-GiTAQTWv0dvfxKMMB0YGzE25TE8crL9Qd7HgPlQh6YdoHc3NN8tAnkI_bYFXovbtlCE9bdlhrGicqPeqJ_FaCm1H2BCaR77eLmkHZTTqhXEjbtg6Kxtrn7Fi-bEv_emIsTnA0uK_gA/s588/JBL-L7.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="588" data-original-width="527" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6os-On7w31Q74FN1sOY6beNMEIYvJmMZZAfLoij2fvYnKJUv-GiTAQTWv0dvfxKMMB0YGzE25TE8crL9Qd7HgPlQh6YdoHc3NN8tAnkI_bYFXovbtlCE9bdlhrGicqPeqJ_FaCm1H2BCaR77eLmkHZTTqhXEjbtg6Kxtrn7Fi-bEv_emIsTnA0uK_gA/w359-h400/JBL-L7.jpg" width="359" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">JBL L7, un modello anomalo per la casa americana</td></tr></tbody></table><p>Ma non è così, anzitutto se il woofer è limitato alle basse frequenze non direttive, ovvero se è tagliato in basso. In questo caso le due emissioni sono molto simili e, unendosi al centro tra di esse producono un rinforzo dell'emissione, teoricamente di 3dB quindi del doppio. Ricordiamoci sempre che in un impianto stereo individuiamo la posizione del contrabbasso o della batteria solo grazie alle corde pizzicate o alle percussioni e ai charleston. Anche se però il woofer è tagliato per l'emissione più in alto è da considerare il diagramma di emissione, che è quasi omnidirezionale per questo altoparlante e si estende quindi a 90° raggiungendo anche il punto di ascolto.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Uno svantaggio c'è, ma esiste il rimedio</b></span><br />La soluzione del side woofer sembra ideale, ma è adottata da pochi produttori pur essendo più economica. Presenta infatti un particolare problema realizzativo: il woofer ha movimenti avanti-indietro che provocano vibrazioni alla cassa (per il principio di azione-reazione) che non sono contrastate dalla lunghezza della base (come succederebbe se fosse sul baffle) e potrebbero essere non tanto "micro" e influire sul suono. La soluzione c'è: un secondo woofer speculare che muove il diaframma in senso inverso.</p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7e9IhGrl9P9MAJxyxs7Drbwiowr8Tyaq6GC-uBaVodLMk_LKlDuNOl0fpFaNjGQOWoKLV2bpOxKJi86rlaYW_hczZ4MP_AqxUTb16VvxDhCX5FkSNAdxvR8ZbKzAE6Buz9mmqOdesLdPDCIqaSRS4SbliwT0xkGMQtdc_EVL7MLKARXxVQ2xj8lYLg/s662/uni-core.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="662" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7e9IhGrl9P9MAJxyxs7Drbwiowr8Tyaq6GC-uBaVodLMk_LKlDuNOl0fpFaNjGQOWoKLV2bpOxKJi86rlaYW_hczZ4MP_AqxUTb16VvxDhCX5FkSNAdxvR8ZbKzAE6Buz9mmqOdesLdPDCIqaSRS4SbliwT0xkGMQtdc_EVL7MLKARXxVQ2xj8lYLg/w400-h268/uni-core.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il sistema Dual Core di Kef per muovere i woofer in senso opposto con un solo driver</td></tr></tbody></table><br /> Questa configurazione si chiama "dual force canceling speaker" (o simili denominazioni) e consiste nel contrapporre un secondo woofer sul lato opposto, che si muove in fase acustica (spinge fuori l'aria in sincronia con il gemello) ma ovviamente in senso opposto essendo sul lato opposto. Il risultato è un eccellente annullamento delle vibrazioni. migliore anche di quello ottenibile con rinforzi o aumento del peso della cassa acustica. L'emissione aggiuntiva sulle pareti opposte può provocare al limite un eccesso di bassi da controllare con il posizionamento. Questo sistema ha anche altre applicazioni, ovviamente per i subwoofer ma anche per diffusori particolari come gli ibridi elettrostatici-dinamici Martin Logan. Nei modelli più grandi è usata per annullare le vibrazioni del woofer, in una cassa elettrostatica potrebbero estendersi anche al pannello con effetti negativi sul suono.<p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhggDbhi2swYpk1GArnlyoSQUSOUThcSVc-zfos_YR1pFV6BTvNwq5RD0CRdHPU3NMh-lJS-fgFVSogmoZI_srzGnCMCAe4fMw0wzWEYFY8ytzQoKZZMXdIyRMh9JeTwql_8z8mWh9YXn5MZqTg3tqI6YOTqTAFwkf__PaBo3X00HXkLUa8rmIc00kuWw/s432/martin-logan-renaissance.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="281" data-original-width="432" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhggDbhi2swYpk1GArnlyoSQUSOUThcSVc-zfos_YR1pFV6BTvNwq5RD0CRdHPU3NMh-lJS-fgFVSogmoZI_srzGnCMCAe4fMw0wzWEYFY8ytzQoKZZMXdIyRMh9JeTwql_8z8mWh9YXn5MZqTg3tqI6YOTqTAFwkf__PaBo3X00HXkLUa8rmIc00kuWw/w400-h260/martin-logan-renaissance.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Martin Logan Renaissance ESL 15A</td></tr></tbody></table><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwTRn7fqvpppsAUGQPVRWlWBUQFtMxmB1eNURXC19Z_DKEQf9CM5UaeLA7p6ZxGKMu8s4L8WiCT1Clcwh9UMD9p8oq2QWjLNFHUcm-NZPzsp2st3sVq3Pu01h46KQ6eE0ptTlWIcI09BMZJEWcQNeGG62BBb9aBZJ7qKFz9Bo198-Gz4qB8VaIO7OOWQ/s448/martin-logan%20Renaissance-Cut-away-Right-Side.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="448" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwTRn7fqvpppsAUGQPVRWlWBUQFtMxmB1eNURXC19Z_DKEQf9CM5UaeLA7p6ZxGKMu8s4L8WiCT1Clcwh9UMD9p8oq2QWjLNFHUcm-NZPzsp2st3sVq3Pu01h46KQ6eE0ptTlWIcI09BMZJEWcQNeGG62BBb9aBZJ7qKFz9Bo198-Gz4qB8VaIO7OOWQ/w286-h320/martin-logan%20Renaissance-Cut-away-Right-Side.jpg" width="286" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I due woofer contrapposti nel modello Renaissance di Martin Logan</td></tr></tbody></table></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p><b><span style="color: #f1c232;"><br />La configurazione D'Appolito o MTM<br /></span></b>Sul baffle stretto gli altoparlanti, quindi solo tweeter e midrange, sono posizionati normalmente sovrapposti e centrati, con il tweeter sopra per arrivare più facilmente alla famosa "altezza degli orecchi" dell'ascoltatore seduto non per terra. Il noto progettista di componenti elettronici Joseph D'Appolito ha notato però diversi anni fa che con questa intuitiva configurazione la dispersione verticale non è uniforme, poiché si formano due "lobi" non allineati in fase e con interferenza tra loro (vedi le immagini, tratte da Biro Technology (Vertically Symmetric Two-Way Loudspeaker Arrays)</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjijtvM6d0rHsrQHYIZn2Hr_KrrFRkf2rED7U5rSA1YMS_iV-bnB5yJSKYULaIi1-9JijFpe1bm5Sb6tjhkxt8ho0-D3H7kI90-nqxcdtjZGZAJIquMEdv0TAc80XtfInpO6eGC5oQVqIC0QDgxO5qWwaPt_M_u_n9_tjHC-7UE2u2wkzQFqT2I85tOWg/s483/velodyne-df-661.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="309" data-original-width="483" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjijtvM6d0rHsrQHYIZn2Hr_KrrFRkf2rED7U5rSA1YMS_iV-bnB5yJSKYULaIi1-9JijFpe1bm5Sb6tjhkxt8ho0-D3H7kI90-nqxcdtjZGZAJIquMEdv0TAc80XtfInpO6eGC5oQVqIC0QDgxO5qWwaPt_M_u_n9_tjHC-7UE2u2wkzQFqT2I85tOWg/w400-h256/velodyne-df-661.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Velodyne DF661, un riuscito esempio di applicazione della configurazione D'Appolito</td></tr></tbody></table><p>Con una configurazione MTM (Midrange-Tweeter-Midrange) allineate in verticale a distanza prestabilita e usando un filtro crossover opportuno (Butterworth 3° ordine) la risposta torna coerente sul piano verticale e simile a quella di un coassiale Tweeter-Midrange, senza le complessità di realizzazione di un coassiale.</p><p>L'effetto all'ascolto è una maggiore precisione nella riproduzione avvertibile come una più efficace localizzazione delle origini del suono (quindi spazialità) grazie alla origine del suono che approssima meglio una sorgente puntiforme, con un effetto di realismo soprattutto sul piano verticale. Un miglioramento non così radicale però, perché altrimenti tutti i diffusori di una certa pretesa sarebbero MTM, e invece non è così.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Applicazioni pratiche</span></b><br />Al termine di questa rapida rassegna tecnica abbiamo visto che un sistema ideale deve avere un frontale stretto, tweeter e midrange allineati e, per una buona estensione sui bassi, può utilizzare una configurazione con woofer laterali, che possono anche essere duplicati per raggiungere così anche l'obiettivo di eliminare le dannose vibrazioni della cassa (o cabinet).</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijH2iGsLqlFsr-Ij46Fl14rk2fYKgoKuA7Kt7tlEWfQLxvaLTjEsIjm9WUEZDQiL7B7kDj1GCN7Sza-f3E6LmodezW01dM0b3RNwZGHvt1zORp83EvpX_i7YP9Ri0lQ3xpvbLV-BxvembMQGiPEFnQS9to34Z0jQ7gLaHC33du-7HLkS3KHH6oHV-I-A/s571/kef-blade-one-meta.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="478" data-original-width="571" height="335" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijH2iGsLqlFsr-Ij46Fl14rk2fYKgoKuA7Kt7tlEWfQLxvaLTjEsIjm9WUEZDQiL7B7kDj1GCN7Sza-f3E6LmodezW01dM0b3RNwZGHvt1zORp83EvpX_i7YP9Ri0lQ3xpvbLV-BxvembMQGiPEFnQS9to34Z0jQ7gLaHC33du-7HLkS3KHH6oHV-I-A/w400-h335/kef-blade-one-meta.jpg" width="400" /></a></div><p>Come, ad esempio, questo diffusore dalla forma insolita, recensito ovunque in modo molto positivo, e che mi piacerebbe avere a casa mia, se non costasse quello che costa e se mia moglie accettasse di farlo entrare nella nostra sala. Il frontale è stretto e in più curvilineo, midrange e tweeter sono allineati nell'ormai classico UNI-Q, ormai molto perfezionato dopo 30 anni di miglioramenti e 12 versioni, i bassi sono gestiti da 4 unità da 25 cm contrapposte per annullare le vibrazioni. E' il modello top della KEF, dal nome immaginifico <span style="color: #cc0000;"><b>Blade One</b></span>. C'è anche un Blade Two un po' più economico, con woofer da 16 cm.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi82BCh_lVK1Rdzs9RcliZLIUbpfvcMLjU2vDAScYVDmwJw18JJRlEvwF7ybJkftdJ8b8fTIJEQM57AniaG4i1SQ58iKYJucid_O2NNSk9piKqKDzH_kN5lwiL499PhHUjz4TKRs1o9YHzwKYhDoB-Jl2e_axO3wG6-8ATivkeGiLZnjFywVHHwregc5A/s708/kef-blade-one-ambient.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="343" data-original-width="708" height="194" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi82BCh_lVK1Rdzs9RcliZLIUbpfvcMLjU2vDAScYVDmwJw18JJRlEvwF7ybJkftdJ8b8fTIJEQM57AniaG4i1SQ58iKYJucid_O2NNSk9piKqKDzH_kN5lwiL499PhHUjz4TKRs1o9YHzwKYhDoB-Jl2e_axO3wG6-8ATivkeGiLZnjFywVHHwregc5A/w400-h194/kef-blade-one-ambient.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le Blade One in un scenografica ambientazione proposta dalla Kef</td></tr></tbody></table><p>Qualcuno potrebbe avere perplessità sulla riproduzione corretta delle frequenze medio basse, ed in effetti l'unità UNI-Q è tagliata a 320 Hz e le frequenze basse diventano non direttive circa a 200 Hz. Ma i woofer ome anticipato non sono direttivi e irradiano ben oltre i 180°, anche se con pressione sonora decrescente. In particolare a 90° hanno tipicamente un calo di 3db (quindi la metà) ma essendo contrapposti recuperano quasi completamente la pressione e anche i medio bassi in ambiente sono preservati (spiegazione ovviamente molto semplificata, mi perdonino gli esperti). Così è in effetti per le Blade secondo le recensioni unanimi, mi pongo l'obiettivo di ascoltarle prima o poi.</p><p>Per chi preferisse una configurazione più tradizionali la Kef propone una configurazione "super" D'Appolito, che include i woofer, come nelle Reference 3.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH9EEbWkICI-ao-BdLVTAutHQ4To5qIkpKAgv-u6qY0u-PS3thWPsa68D_8Rk60292FpMKtG0-nvtGMdJKMg3YAeNd3iDlgdFC4e4bzZP-cWP4WY8Hlix-8njJb6x89rhoXkQX3mLaF66-UcBadCucV_KocNmTVKxWhTJpEo01uJ5HwDuW8trwjiGoug/s468/kef-reference-3-meta.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="468" data-original-width="334" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH9EEbWkICI-ao-BdLVTAutHQ4To5qIkpKAgv-u6qY0u-PS3thWPsa68D_8Rk60292FpMKtG0-nvtGMdJKMg3YAeNd3iDlgdFC4e4bzZP-cWP4WY8Hlix-8njJb6x89rhoXkQX3mLaF66-UcBadCucV_KocNmTVKxWhTJpEo01uJ5HwDuW8trwjiGoug/w285-h400/kef-reference-3-meta.jpg" width="285" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">KEF The Reference 3</td></tr></tbody></table><p>Anche in questo caso i woofer sono tagliati abbastanza in alto essendo il midrange UNI-Q versione 12 di diametro di 5"( ovvero 12,5 cm), quindi riproducono anche le medio basse, e beneficiano della ottimizzazione dei lobi di dispersione consentiti dalla configurazione D'Appolito. Inoltre essendo doppi hanno una pressione sonora analoga a quelle di un woofer equivalente alla loro superfice totale collocati di lato.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw-T9sVQqlrXTOb2q3le2tYuegX9JMLBaTXqMWWO2RUtUcxOjgqqTwWMdy8JkADdYTwO3pG5-S2JhgfuczoVqLaWjTUTOfLYrqYgDz6QgGanuwMwiDqN81yEG3myZoWsagY8ucd2mmYzWqk6zziv7TID6wgwtgxa4iB97N8FGXJo9NeccJI5jcHA5vjw/s1119/Kef-R5.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1119" data-original-width="798" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgw-T9sVQqlrXTOb2q3le2tYuegX9JMLBaTXqMWWO2RUtUcxOjgqqTwWMdy8JkADdYTwO3pG5-S2JhgfuczoVqLaWjTUTOfLYrqYgDz6QgGanuwMwiDqN81yEG3myZoWsagY8ucd2mmYzWqk6zziv7TID6wgwtgxa4iB97N8FGXJo9NeccJI5jcHA5vjw/w285-h400/Kef-R5.jpg" width="285" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Kef R5</td></tr></tbody></table><p>La Reference 3 prodotta in UK costa ancora un po' e chi rinuncia a qualche raffinatezza e soprattutto ha un ambiente che non può valorizzarle in pieno può scegliere le R5 non fabbricate in UK (indovinate dove) che ottengono risultati analoghi con woofer da 13 cm. grazie anche in questo caso alla configurazione e al raddoppio delle unità. Le R5 sono, per inciso, le mie casse acustiche attuali. Per chi ha più spazio esiste però anche una R7 con doppi woofer da 6,5" (16,5 cm).</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBCgrTiw6PukWcSTQCtnxuDnhiH6Erd_vLpUO7ePuuLuIIGmBjhVCI0ZhAwebLPEnhgzu4nb5CuaQG87fRuLFSuYIhNAAuvaJm5O50lNkMU9_ak5QToY670gdDXXO_DYmPixcQ6L5X7_Pxo5GO07etSXAsX8rrmNKs9atK0I0cBRsfPe3c2Sq0d5SA-w/s953/Kef-R7.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="953" data-original-width="644" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiBCgrTiw6PukWcSTQCtnxuDnhiH6Erd_vLpUO7ePuuLuIIGmBjhVCI0ZhAwebLPEnhgzu4nb5CuaQG87fRuLFSuYIhNAAuvaJm5O50lNkMU9_ak5QToY670gdDXXO_DYmPixcQ6L5X7_Pxo5GO07etSXAsX8rrmNKs9atK0I0cBRsfPe3c2Sq0d5SA-w/w270-h400/Kef-R7.jpg" width="270" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">KEF R7</td></tr></tbody></table><p>Per completare la rassegna di come possono essere applicate queste tecniche di progettazione da un'azienda che punta alla tecnologia per raggiungere i risultati che si propone, sono da segnalare in evidenza anche le recenti LS60, casse attive che sono un upgrade con risposta estesa verso i bassi delle formidabili LS50 (vedi prova d'ascolto) e che adotta proprio i woofer laterali con una configurazione force cancelling. Obbligata in questo caso vista la forma particolarmente stretta e alta del frontale (penso che con musica con molti bassi potrebbero crollare su un lato). Non è la stessa usata nelle blade e in modelli di altri produttori ma una soluzione Kef interessante, perché più compatta ed economica, che hanno chiamato Uni-Core Force Cancelling Driver. Il driver è unico per le due unità ma con un equilibrismo tecnologico le spinge in direzioni opposte.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95fUHVk3LZgmdIki7gQWROVfzH80hXid4oioer3LJ1QlcNsuQDxubC6S9A8hqUZzn6AUSJwJwQAF0xpNPuY0N0FPmAwPEFqfbu-b8TegWJCEmjc2qIimw5c9Zx3Tc02n0GFHeJKnIqmgFS8jh84AzQmbQRh0zDYHYAnqvShRXyd3zvu05XOmwMt00OQ/s1167/img-clp-ls60w-stn16-flts-dt.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1167" data-original-width="1164" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi95fUHVk3LZgmdIki7gQWROVfzH80hXid4oioer3LJ1QlcNsuQDxubC6S9A8hqUZzn6AUSJwJwQAF0xpNPuY0N0FPmAwPEFqfbu-b8TegWJCEmjc2qIimw5c9Zx3Tc02n0GFHeJKnIqmgFS8jh84AzQmbQRh0zDYHYAnqvShRXyd3zvu05XOmwMt00OQ/w399-h400/img-clp-ls60w-stn16-flts-dt.jpg" width="399" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">KEF LS60 in tre colori</td></tr></tbody></table><p><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi<br /></b></span>Una rassegna di alcune promettenti tecnologie usate da alcuni produttori per i diffusori, con esempi tratti soprattutto dall'attuale produzione Kef, non per pubblicità, ma per il semplice motivo che ho scelto i diffusori Kef da anni e quindi li conosco abbastanza bene. Potrei fare una rassegna analoga per il principale concorrente, B&W, che segue strade in parte diverse e comunque altrettanto apprezzate, ma avendole ascoltate poco e in condizioni non ideali sarebbe solo una rassegna di quello che si trova sul web.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-58075398220124520972022-07-24T10:43:00.002+02:002022-07-24T15:42:05.938+02:00Una discoteca con 10.000 CD?<p>Leggo a volte nelle auto-presentazioni di chi chiede consulenze su TNT-Audio o scrive ad Audio Review, che l'appassionato in questione ha creato negli anni una propria discoteca di 5.000, 7.000 o anche 10.000 CD, oppure, per quelli che hanno iniziato prima, migliaia di LP seguiti da migliaia di CD, che arrivano sempre a cifre di questi ordini di grandezza. Sono numeri che per prima cosa mi fanno sospettare di essere un appassionato molto modesto, visto che tra LP, CD e digital download ne ho accumulati circa 1.500.<br />Mi chiedo dove li mettono, visto che pur avendo una casa di medie dimensioni, un discreto numero di CD, ormai digitalizzati, stanno in uno sgabuzzino, nonostante mia moglie sia molto accondiscendente sull'impatto casalingo di un marito audiofilo, ma c'è qualcos'altro che mi lascia perplesso.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Da quanti anni compriamo i CD?</span></b><br />In Italia la commercializzazione, ad opera della CBS, è iniziata nel 1983 con 180 titoli promozionali di musica classica, in qell'anno la quasi totalità dei nuovi titoli in uscita erano ancora su LP e ben poche erano le riedizioni. Nel 1984 è iniziata la diffusione nei negozi di dischi ed è iniziata la produzione dei nuovi titoli anche su CD, nel 1985 è iniziato il boom con l'album "Brothers in Arms" dei Dire Straits che ha raggiunto il milione di copie vendute. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsFPUUhO03LDNdGCVmK7sC3H_7WqUC6di5WApP02M0QFWar1RvzJE23ZIlOe7e0Sx2hKGES7xE9h_04kLkUzhe-fAIjfjGKnz99HJMkXKJL6nlkt2AcggC2zLhnORf-U7iO064O1va1Q8k8J12C46boj6lh3_Qujw0mZlRGoAjO33xNDY3u39EuB3nfw/s355/brothers-in-arms-ann.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="353" data-original-width="355" height="398" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsFPUUhO03LDNdGCVmK7sC3H_7WqUC6di5WApP02M0QFWar1RvzJE23ZIlOe7e0Sx2hKGES7xE9h_04kLkUzhe-fAIjfjGKnz99HJMkXKJL6nlkt2AcggC2zLhnORf-U7iO064O1va1Q8k8J12C46boj6lh3_Qujw0mZlRGoAjO33xNDY3u39EuB3nfw/w400-h398/brothers-in-arms-ann.jpg" width="400" /></a></div><p><b><span style="color: #f1c232;">Una proposta che puntava alla qualità non al prezzo</span></b><br />Il CD era stato lanciato come "la perfezione del suono digitale" in grado quindi di raggiungere prestazioni impossibili per il vinile, e di aggiungere a questo plus anche la compattezza, la resistenza ad urti e graffi e la comodità d'uso, ovvero la possibilità di selezionare facilmente un brano, saltarei brani o cambiarne l'ordine. </p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Un salto in avanti (nel futuro digitale) che giustificava il prezzo</b></span><br />I CD quindi erano proposti a un prezzo superiore a quello degli LP, che già costavano un occhio (circa 14.000 lire nel 1982), pur avendo, i CD, un costo di produzione inferiore. Se non ricordo male era almeno il 20-30% in più, sulle 18.000. Per fare un confronto uno stipendio medio nel 1982 (erano tempi di inflazione, fare raffronti precisi è difficile) era sulle 700.000 lire, quindi, all'incirca, nel 1982-83, un LP costava l'equivalente di 40 € e un CD di 50 €. E infatti nei negozi di dischi Ricordi i CD erano sotto chiave. D'altra parte allora qualcuno riusciva addirittura a rubare gli LP mettendoli sotto la giacca a vento.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Anche i primi lettori non erano economici</span></b><br />Ovviamente serviva anche un lettore, che nel 1982 poteva essere ovviamente soltanto Sony e Philips, rispettivamente i due storici lettori CDP-101 e CD-100. Costavano come un giradischi alto di gamma, i modelli economici sono arrivati dopo un paio d'anni quando è aumentato il numero dei produttori.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3bGk3VioeNALwROxPhk6FxR74UjF6ElIom8If_kyNebXNVFAHXTadqJeQB7VSxnrEP1ydVLvo3osE2iOtAjyGfpHV-FeGJKmtuL25u9kGEamvb5sXLo-W2Yzssl4AnS8tzCoC3CsxJ6kohAbKsvAYbe36vcK9i2suztVYzx3vLEbspDMvrGKMETYx_Q/s1113/philips-CD101.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1113" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3bGk3VioeNALwROxPhk6FxR74UjF6ElIom8If_kyNebXNVFAHXTadqJeQB7VSxnrEP1ydVLvo3osE2iOtAjyGfpHV-FeGJKmtuL25u9kGEamvb5sXLo-W2Yzssl4AnS8tzCoC3CsxJ6kohAbKsvAYbe36vcK9i2suztVYzx3vLEbspDMvrGKMETYx_Q/w400-h250/philips-CD101.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Philips CD-101. Da me comprato per passare al CD verso la fine degli anni '80, quando era in</td></tr></tbody></table> svendita e poi incautamente venduto. Non per la qualità ma per l'interesse storico<br /><p><span style="color: #f1c232;"><b>Un ritmo di acquisti piuttosto sostenuto e un impegno considerevole<br /></b></span>Iniziando dal 1983 e considerando i 10.000 raggiunti nel 2021 sono 38 anni di acquisti, quindi, arrotondando, sono in media, 263 CD all'anno e 22 al mese. Un impegno economico consistente, che per uno stipendio medio dei primi anni '80 richiedeva circa metà della retribuzione (400.000 lire) e anche un discreto impatto sull'arredamento, visto che a questo ritmo ogni anno richiede 2,6 metri lineari di scaffali in più per posizionare i nuovi CD (il jewel box ha uno spessore di 10 mm). Ma l'audiofilo appassionato spende cifre di un ben più elevato ordine di grandezza per amplificatori a valvole e giradischi esoterici e quindi investire 5.000 € all'anno in CD (riportando ai costi attuali) per questo soggetto non è un problema.</p><p>Come può non esserlo lo spazio in casa, visto che per lui sono o sono stati prodotti (e venduti) mastodonti come le Wilson Audio WAMM o le Klipsh La Scala (e altre decine). E poi, per 10.000 CD e quindi 100 metri lineari da sistemare in una libreria, basta una parete di 6 metri (larghezza) e 3 metri (altezza) può ospitare una libreria alta 2,85 metri con 18 ripiani di altezza 15 cm (il jewel box del CD è alto 10 cm) che hanno quindi una lunghezza totale di 108 metri (6x18) e che quindi può ospitare 10.000 CD. D'altronde l'hanno chiamato proprio "disco compatto". Il problema sarà casomai trovare l'album che l'appassionato vuole ascoltare (ammesso che si ricordi tutti quelli cha ha comprato).</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il problema non è questo</span></b><br />Disponibilità economiche e spazio non sono infinite ma possono essere estese moltissimo per un appassionato facoltoso. Quello che non è estendibile, come purtroppo sappiamo, è il tempo. I 22 CD da acquistare ogni mese corrispondono proprio, casualmente, ai giorni lavorativi di un mese, con l'orario standard di 5 giorni a settimana. E infatti, mantenere il ritmo di 22 CD al mese (per 38 anni) sembra proprio un lavoro, che consiste anzitutto nello scegliere i CD da acquistare, leggendo recensioni o ascoltando alcune canzoni estratte dall'album alla radio o in altro modo, poi nell'acquistarli in un negozio (dove sicuramente l'appassionato sarà conosciuto e accolto con gioia) e infine arrivare al loro scopo, ovvero ascoltarli. </p><p>Circa un'ora al giorno per CD non sembra un impegno eccessivo, eppure, per chi fa anche altro nella vita (tipo lavoro, impegni famigliari, esigenze della vita materiale e altri impegni ricreativi, come andare al cinema o leggere un libro o fare sport) può non essere così semplice ritagliare questo spazio. E in ogni giorno perso si accumula un altro CD da ascoltare, almeno una volta. In sintesi, più che una passione diventa un lavoro, per 38 anni, che, casualmente, aggiungendo il riscatto degli anni di laurea, sono proprio il periodo che serve per maturare (almeno per ora) la pensione anticipata. L'appassionato audiofilo, se avesse avuto l'accortezza di assumersi da solo e pagarsi i contributi, potrebbe ora, nel 2022, finalmente ritirarsi ed ascoltare i CD che ha già, smettendo di comprarne di nuovi.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Ma forse non è proprio così</span></b><br />Ci sarà forse qualcuno che ha veramente 10.000 CD, magari comprati in buona parte in quei cofanetti con l'opera omnia di questo e quello, e che di solito rimangono in buona parte inascoltati e magari anche nel cellophane, e magari ci scriverà un commento per dire la sua. ma è possibile che i 10.000, o 7.000 o 5.000 dichiarati non siano esattamente CD. Certamente lo erano in origine, ma prima di essere stati "rippati" e messi a disposizione di tutti, gratis, su eMule o quasi gratis su qualche sito di "cyberlocker" russo o neozelandese. <br />La discoteca quindi non avrebbe bisogno di 100 metri di scaffali né richiederebbe di investire cifre consistenti e incompatibili con uno stipendio medio. Rippati lossless, in un hard disk esterno da 1TB, che costa ormai meno di 40 €, ci entrano 4.000 CD, se però sono in MP3 compresso a 256bps riescono a entracene anche 10.000. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b><br />Una discoteca da 10.000 album pubblicati su CD non è affatto impossibile, un po' più difficile ascoltarli tutti. D'altra parte a tutti capita di avere dei CD mai ascoltati o abbandonati dopo un paio di brani, io ne avrò almeno una ventina. In questo post ho scherzato un po' sull'ansia di accumulo che prende a volte gli audiofili (me compreso) e sulla necessità ineluttabile di considerare sempre il fattore tempo, se pensiamo all'uso per cui sono nati (ascoltarli, magari più di una volta). </p><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-67223133876514601832022-06-23T19:39:00.003+02:002022-06-23T19:48:59.817+02:00Il Backup, ovvero come mettere al sicuro la propria musica digitale<p>Mettere al sicuro la musica su supporto fisico, vinile o CD, significa essenzialmente riporla bene, visto che il maggior rischio è la caduta rovinosa e questo quasi solo per gli LP, perché nei CD la cosa più fragile è il famigerato jewel box (quello di plastica, che però si può ricomprare). Servono quindi armadi capienti, ben fissati al muro e con gli sportelli a prova del gatto di casa, che magari sceglie i bordi degli LP per rifarsi le unghie. Anche i furti sono improbabili, considerato lo scarso valore per il ladro, a meno che siano dischi da collezione, tipo la prima stampa di Please Please Me o una rara copia di un LP del progressive italiano. Ma i collezionisti sanno come proteggere i loro tesori.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX9f7XwP3SA-bNKtGMxKrprfePBOxnlcnelVyuKjDEnLdJirjUVu7vnqak3U8Uw7Vkreyaa0Y7tnvuvIeuoeNJJYSAbILvMXLgXayFP6PLek-X59UxSHIqW_gh7FmWWwlhg7KytVmS1s3gKqCJPC-f0nRh3OCH_vj6mrdix8r062dxo-DskbHsQolTZA/s600/ian%20carr%20labyrinth.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="600" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX9f7XwP3SA-bNKtGMxKrprfePBOxnlcnelVyuKjDEnLdJirjUVu7vnqak3U8Uw7Vkreyaa0Y7tnvuvIeuoeNJJYSAbILvMXLgXayFP6PLek-X59UxSHIqW_gh7FmWWwlhg7KytVmS1s3gKqCJPC-f0nRh3OCH_vj6mrdix8r062dxo-DskbHsQolTZA/w400-h400/ian%20carr%20labyrinth.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">In fondo anche Arianna aveva pensato a un backup (casualmente, Labyrinth di Ian Carr è uno dei miei album preferiti, suggerimento di ascolto)</td></tr></tbody></table><p><span style="color: #f1c232;"><b>Problemi inediti<br /></b></span>La libreria musicale digitale pone invece problemi inediti, che meritano un'integrazione al precedente post sul sistema di archiviazione, il NAS (Network Attached Storage). Una libreria digitale deve essere maggiormente protetta considerando quanto è costata per l'acquisto (la parte acquisita in download) nonché per il tempo impiegato per crearla (il ripping di CD o LP) e, soprattutto, quanto è facile e rapido farla sparire. I rischi infatti sono:</p><p></p><ol style="text-align: left;"><li>rottura del disco/i su cui è archiviata la libreria musicale</li><li>cancellazione accidentale di file audio (alcuni, molti, tutti) per un errore manuale</li><li>cancellazione accidentale di file audio (alcuni, molti, tutti) per rottura del NAS o malfunzionamento del software</li><li>furto temporaneo delle libreria per mano di ladri informatici che usano virus di tipo ransomeware (sistema del ricatto)</li></ol><div>Il rischio (1) si risolve semplicemente acquistando un NAS al minimo con RAID 0 (2 dischi) e intervenendo tempestivamente in caso di warning inviati dal software.</div><div><br /></div><div>Per risolvere con la massima sicurezza il (2) e il (3) la soluzione si chiama "<span style="color: #cc0000;"><b>Backup incrementale</b></span>" e consiste nella possibilità di tornare sempre indietro, a prima dell'incidente.</div><div><br /></div><div>Per risolvere con la massima sicurezza il rischio (4), a quanto pare ormai non più tanto improbabile, la soluzione si chiama "<span style="color: #cc0000;"><b>Backup Disaster recovery</b></span>", Vediamo le ultime due.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">Backup incrementale della libreria musicale</span></b></div><div>E' un sistema di sicurezza fortemente consigliabile in ambienti di lavoro dove file dati sono modificati di frequente (sviluppo di software, produzione di contenuti ecc.). Il normale cestino non può bastare per recuperare "2 errori fa" e per alcuni errori manuali. Non è questo il caso di una libreria musicale, dove i file audio non vengono modificati se non in casi molto rari (es, conversioni di formato) e al peggio possono essere cancellati per errore, e in questo caso basta abilitare il cestino.<br />Inoltre, i file audio che contengono un album non sono originali e possono essere quasi sempre recuperati, se sono CD o vinili facendo nuovamente il ripping, se sono acquisiti da un sito di digital download scaricandoli di nuovo (tutti i siti consentono di scaricare più volte un album acquistato). Se poi sono andati persi o rubati, si possono sempre ricomprare, solo innrari casi saranno introvabili su quasiasi supporto fisico o "liquido".</div><div><br /></div><div>Per la maggiore tranquillità si può comunque decidere di attivare anche il backup incrementale, oltre alla copia in parallelo su due dischi. Ma bisogna considerare che è piuttosto impegnativo in tutti i sensi, per i seguenti motivi:<br /><ul style="text-align: left;"><li>le dimensioni della libreria, che viene ulteriormente raddoppiata</li><li>la relativa staticità della libreria, che solitamente viene creata a partire da una libreria fisica, e a seguire con un numero di integrazioni non rilevanti rispetto alle dimensioni iniziali</li><li>il tempo necessario per la copia completa (che va effettata la prima volta, ma anche ripetuta periodicamente per maggiore sicurezza)</li><li>la possibilità di recuperare eventuali file audio aggiunti (o cancellati per errore) dalla copia fisica o con un nuovo download,</li></ul><div>Non è invece un problema il costo perché esistono eccellenti software di backup, come Uranium Backup, anche in versione free.<br />Un problema può essere invece la velocità di trasferimento. E' consigliabile che sia il PC sui cui gira il software di backup sia il NAS siano collegati in Ethernet al router,</div></div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">Copia di Disaster recovery della libreria musicale</span></b></div><div>Se effettivamente gli incrementi non sono numericamente consistenti e frequenti, può essere sufficiente anche la copia per il disaster recovery. Si tratta di una copia completa, da effettuare su un hard disk esterno di sufficiente capacità e affidabilità e, soprattutto, da tenere sempre offline dopo la copia, al sicuro quindi dal blocco dei dati, che può essere attuato da un software pirata ransomware che riuscisse a penetrare nel PC che controlla la libreria musicale, superando le protezioni degli antivirus.</div><div>La periodicità dell'operazione dipende molto dai tempi necessari, ma certamente non deve essere frequente, per ridurre l'esposizione sul web e quindi il rischio di contagio. Tenendo conto della presenza di altri backup un buon compromesso potrebbe essere una volta al mese. In molti casi avvenuti e di cui si è saputo, si è scoperto che per DB professionali la periodicità era anche più lunga (quando un sistema di disaster recovery era previsto, e non sempre pare che sia così).</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b><br />La libreria musicale è un capitale, in termini di impegno economico e di impegno personale per realizzarla e mantenerla, un capitale che quindi va tutelato. Riepilogando, le azioni che si suggerisce caldamente di mettere in campo sono:</div><div><ol style="text-align: left;"><li>Archiviare la libreria su un NAS a livello di ridondanza doppio disco (obbligatorio)</li><li>Conservare i supporti fisici originali (obbligatorio)</li><li>Fare a cadenza almeno mensile un salvataggio completo per "disaster recovery" su una terza unità, da mantenere poi offline dopo il completamento della copia (fortemente consigliato)</li><li>Configurare e un processo di backup incrementale dell'intera libreria su una quarta unità di medesima capacità. (opzionale). </li></ol></div><div>La dimensione complessiva richiesta per gli archivi dipende ovviamente dal numero di album. Se sono tutti in formato CD, la dimensione di un album può variare da 250 a 450 GB (esempi: un album uscito su vinile come Sticky Fingers dei Rolling Stones: 278GB, oppure un disco recente e abbastanza lungo uscito su CD come Songs in A Minor di Alocia Keys; 405 GB) un disco da 1 TB può archiviare 2.800-3.000 album. Se un certo numero sono in HD o, ancor più, in DSD, il numero ovviamente cala ma almeno 1000-1500 album possono essere archiviati, con un mix realistico.</div><div><br /></div><div>Quindi per una libreria musicale da 1TB, serve un NAS con 2 dischi da almeno 2 TB più 2 altri hard disk esterni da 1 TB ciascuno, in totale 4 TB.</div><div><br /></div><p></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-9288250239504295692022-05-09T23:57:00.003+02:002022-05-09T23:57:34.348+02:00Amazon Music Unlimited HD alla prova<p>Da poco meno di un anno ai due servizi di musica in streaming che consentono anche l'ascolto in alta definizione (High-Res), ovvero <b><span style="color: #cc0000;">Qobuz</span></b> e <span style="color: #cc0000;"><b>Tidal</b></span>, si è aggiunto anche il servizio streaming del gigante Amazon. Per quest'ultimo l'ascolto in High-Res era possibile in USA e altri Paesi anche in precedenza, ma è stato esteso anche all'Italia e ad altri Paesi. Quindi è un'alternativa, e in questo post vediamo analogie e differenze con gli altri, e anche un flash sull'ascolto.</p><p>Doverosa premessa sul costo, che è uguale a Qobuz per un abbonamento a cadenza mensile (14,99 € / mese) mentre Tidal è a 19,99 € / mese,</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Amazon Music si presenta così</span></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; font-weight: bold; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2mVlD_0bAqoq_cfw3UoQET2U2G0jinO9are6sirtJo3WVJYtf97gyA7OkgWR2FSM1Ok-Fpucw_wu6DNuLJocUa-w_FIzcRM2OSgT4c_GAY9V2PgUQ_IVyYS6tpPON2PGWVoAGZJ8AMyrqWdNuSWj7CmwCfTf6dCmox0DTZ0ON8Hhc-HjI_IPBA7hiCg/s1366/amazon-02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2mVlD_0bAqoq_cfw3UoQET2U2G0jinO9are6sirtJo3WVJYtf97gyA7OkgWR2FSM1Ok-Fpucw_wu6DNuLJocUa-w_FIzcRM2OSgT4c_GAY9V2PgUQ_IVyYS6tpPON2PGWVoAGZJ8AMyrqWdNuSWj7CmwCfTf6dCmox0DTZ0ON8Hhc-HjI_IPBA7hiCg/w400-h225/amazon-02.jpg" width="400" /></a></div><br />Una presentazione dei contenuti che punta quindi alle playlist e ai generi musicali più popolari e non orientati a un ascoltare giovane (magari mi hanno profilato), Niente classica, niente jazz e soprattutto è ignorato il formato album. Grosse differenze quindi, ad esempio con la pagina iniziale di Qobuz, dedicata agli album novità, di tutti i generi, anche se classica e jazz sono un po' di meno di quelli di musica popolare moderna.<p></p><p>L' approccio diverso e maggiormente diretto a un pubblico generalista si vede anche nella seconda (scarna) pagina di ricerca ...</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9tu2338lvmyECcNiN138cGxGbmQMY9rh1TGVy14_trGBiATs3hdLwYzioP9_ZoWVdATVZnV1iE6kX_f2MILJTJ6AAeSiSsZNiIdvUfEXkky7Z6gNSSnDsQl7gngNYiMfruM-bH5IzIJLrTRBXse9ZbV6GsCvUKqOUxqR8ETUK-lXQsBpwI0Itd0rvWw/s1366/amazon-01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9tu2338lvmyECcNiN138cGxGbmQMY9rh1TGVy14_trGBiATs3hdLwYzioP9_ZoWVdATVZnV1iE6kX_f2MILJTJ6AAeSiSsZNiIdvUfEXkky7Z6gNSSnDsQl7gngNYiMfruM-bH5IzIJLrTRBXse9ZbV6GsCvUKqOUxqR8ETUK-lXQsBpwI0Itd0rvWw/w400-h225/amazon-01.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>... che mette in evidenza la musica di accompagnamento e di sottofondo (radio e playlist). la musica più ascoltata, di successo (classifiche) e infine le novità. Il target quindi è ben definito: il target a cui l'alta definizione non interessa, e forse non la conosce neppure (vedi il post recente <a href="https://musicaememoria-tecno.blogspot.com/2022/03/spotify-hi-fi-in-qualita-cd-cinque-anni.html">su Spotify</a>). Forse ci sbagliamo, forse Amazon vuole anticipare i tempi, forse aggiungerla non gli costa niente o quasi e quindi lo fa.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il catalogo</span><br /></b>Considerando la potenza della corporation ci aspettiamo che sia il più vasto di tutti, come anche è dichiarato, per sapere se c'è veramente un plus di solito verifico su alcuni artisti che in Qobuz non si trovano, come ad esempio Van Morrison che ha (aveva) una presenza ridotta a pochi titoli per beghe sul copyright. Test fallito perché il suo catalogo ora è completo anche su Qobuz, ma dovendo scegliere qualcosa in High-Res da ascoltare sono rimasto su Van Morrison e sul suo album più popolare, Moondance, disponibile anche in alta definizione. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">La scelta del brano e le funzioni del player</span></b><br />Quindi rimanendo sulla produzione di Van Morrison vengono proposti come sempre per primi i brani più celebri, una selezione degli album e l'elenco completo. I suoi molti album mi sembra ci siano tutti.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqK-WDJsU-3zcBsbHekLhVclnMQiMa7HmjywJHg1xC2AYahtrls87x5be6az82KD9NR4jMUMCE0XYayEeZCaJ82o28OXGN_jUv91NtcZpWLYsXIxkJ-HVUEbawpUK9WzI6Y-4WLSyqvyNxgHibOU1ZGH3_eQsQJDeSywq19UAi8hq8bNqHrLZgFNTWRw/s1366/van-morrison-06.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiqK-WDJsU-3zcBsbHekLhVclnMQiMa7HmjywJHg1xC2AYahtrls87x5be6az82KD9NR4jMUMCE0XYayEeZCaJ82o28OXGN_jUv91NtcZpWLYsXIxkJ-HVUEbawpUK9WzI6Y-4WLSyqvyNxgHibOU1ZGH3_eQsQJDeSywq19UAi8hq8bNqHrLZgFNTWRw/w400-h225/van-morrison-06.jpg" width="400" /></a></div><br /><p>Non manca ovviamente la scelta per brani, i più popolari o quelli scelti da qualche algoritmo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv3QvGpJZPciSOYqADFAJDmg5ABSqfOQfbqAVXs_9FktllByqcVk_SPwJ9XNHmqUAt-FBA9d6qoRAUaT808FqnH_FRtpb-Dnrc9jTc0-DrbbJ5lqHzDVIyciA7xXdnbluJ4MUVwpQdXrqA5HAXJNtzGAr-73S6WBVt6deI68h4ONYGfJuJL4RDxFY2KA/s1366/van-morrison-04.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv3QvGpJZPciSOYqADFAJDmg5ABSqfOQfbqAVXs_9FktllByqcVk_SPwJ9XNHmqUAt-FBA9d6qoRAUaT808FqnH_FRtpb-Dnrc9jTc0-DrbbJ5lqHzDVIyciA7xXdnbluJ4MUVwpQdXrqA5HAXJNtzGAr-73S6WBVt6deI68h4ONYGfJuJL4RDxFY2KA/w400-h225/van-morrison-04.jpg" width="400" /></a></div><p>Scegliamo invece Moondance album, come anticipavo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkQQBNiskBI7BWbF2rJQgzLsdk4Jad5NjwTqHCcI8JrMtNFnp5hYnrrltEXgwAxx_yF8T31qxYUJB_XH6nOm4LKfeMK1qM2pGCBn7mRMhWjhjX2BmV_yOTkcL0Lw0qK24i7y12mo5VvgE5T7u6Hy27m6lIpzh_JpQ8opjRMckgdVKqD3F6SIliBw0haw/s1366/van-morrison-03.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhkQQBNiskBI7BWbF2rJQgzLsdk4Jad5NjwTqHCcI8JrMtNFnp5hYnrrltEXgwAxx_yF8T31qxYUJB_XH6nOm4LKfeMK1qM2pGCBn7mRMhWjhjX2BmV_yOTkcL0Lw0qK24i7y12mo5VvgE5T7u6Hy27m6lIpzh_JpQ8opjRMckgdVKqD3F6SIliBw0haw/w400-h225/van-morrison-03.jpg" width="400" /></a></div><p>Amazon Music ha una funzione esclusiva, il testo visualizzabile durante l'ascolto nella app, che scorre a tempo come nei karaoke.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSvUMkxvMDEu3f8c62ARBSKXRS6HfVJBYNCpHepA985-uZtqxULRZNOD0f9VS6hRZHhLbb8LstJjq4RhbrXEOXOl0nBQXyBTvmzbx7p-bag2dMu3fG3RODIQY59OGwdmrNsaSk4FujHzn5fvb_bAGavtKpAF1PXZBIOqOWi7TGLHCM0aTJOwDQsBZzA/s1366/van-morrison-02.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLSvUMkxvMDEu3f8c62ARBSKXRS6HfVJBYNCpHepA985-uZtqxULRZNOD0f9VS6hRZHhLbb8LstJjq4RhbrXEOXOl0nBQXyBTvmzbx7p-bag2dMu3fG3RODIQY59OGwdmrNsaSk4FujHzn5fvb_bAGavtKpAF1PXZBIOqOWi7TGLHCM0aTJOwDQsBZzA/w400-h225/van-morrison-02.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuVikG5xbPvqoys4MvE_vjAxWEe8ciSrbb6K3dHIUUPEQyKXSafD5MWmJ5_3mkIy-UJo1He96d_Ch2fybW1BX0HUESSKIbNDYZzLUhQIQKaBJUvaQjUHBjNK49QlSi_0i7g4uHTaFxkSgAUW78FnteDSXm-yL5xxtFLav6qhu4VQgOf9roSqtVz-xNQw/s1366/van-morrison-01.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuVikG5xbPvqoys4MvE_vjAxWEe8ciSrbb6K3dHIUUPEQyKXSafD5MWmJ5_3mkIy-UJo1He96d_Ch2fybW1BX0HUESSKIbNDYZzLUhQIQKaBJUvaQjUHBjNK49QlSi_0i7g4uHTaFxkSgAUW78FnteDSXm-yL5xxtFLav6qhu4VQgOf9roSqtVz-xNQw/w400-h225/van-morrison-01.jpg" width="400" /></a></div><p><span style="color: #f1c232; font-weight: bold;">Torniamo al catalogo con altre ricerche</span><br />Per trovare conferme della maggiore ampiezza di Amazon Music sono andato sulle recensioni di Audio Review di jazz e inseriti nella sezione "non la solita musica" alla ricerca di artisti veramente poco noti. alla fine dopo una decina di tentativi un album non disponibile su Qobuz ma invece ascoltabile su Amazon l'ho trovato: un album di musica ambient costruito a distanza da due specialisti del genere, Roedelius e Tim Story, dal titolo 4 Hands,</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIBNVLBuBF7puk4JpRzUzIhxJCV-Yp7uELtwWWsnWxphF0UuicTKI_RGyK-fd6ybV6rzFLZsA13W4S8Yzg4Lz7_6QN_tWxsldiFlEtrhoJY1_0yZ9MwRGZWigrDcG6VgI_CPS19OEq7ZaW69pzJWqPf4JgNIYQbXucIIn1g4T7NvfNlkk_jatF96GI1w/s1366/4-hands.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1366" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIBNVLBuBF7puk4JpRzUzIhxJCV-Yp7uELtwWWsnWxphF0UuicTKI_RGyK-fd6ybV6rzFLZsA13W4S8Yzg4Lz7_6QN_tWxsldiFlEtrhoJY1_0yZ9MwRGZWigrDcG6VgI_CPS19OEq7ZaW69pzJWqPf4JgNIYQbXucIIn1g4T7NvfNlkk_jatF96GI1w/w400-h225/4-hands.jpg" width="400" /></a></div><p>Però durante la ricerca avevo anche trovato in precedenza un album di jazz di Walter Bishop JR's 4th Cycle (Keeper On My Soul, una ristampa di un album minore degli anni '70) che si trova su Qobuz ma non su Amazon Music.<br />Per fare emergere una completa valutazione dell'effettiva ampiezza del catalogo servirebbero prove più estese, ma da questo primo test non sembra che questo sia un plus decisivo per lo streaming di Amazon.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b><span>L'ascolto e le sue sorprese</span></b><br /></span>Dopo aver selezionato Moondance ovviamente ho anche avviato l'ascolto per verificare che tutto andasse bene, in particolare che effettivamente l'audio fosse in alta definizione. Il mio DAC ha un display a LED e correttamente indicava 96Kbps come sample rate. Tutto bene, salvo che dopo qualche minuto di ascolto qualcosa non mi tornava, la voce di Van Morrison, che mi è sembrata più chiara di quanto mi ricordavo e anche la base musicale, che era piuttosto scarna e con con bassi"freddi", che sembravano così senza code. Ho fatto subito un confronto con l'ascolto in locale, perché è un album che ho anche in digital download e in HD, e ascoltando con Foobar2000 ma sullo stesso DAC tutto andava a posto, suono e voce pieni e con tutte le sfumature, </p><p>Un problema del master usato da Amazon? Ho provato allora a confronto altri brani che conosco bene e che uso per i test, All Or Nothing At All interpretato da <b><span style="color: #cc0000;">Diana Krall</span></b>, accompagnata solo dal suo piano e dal contrabbasso di Christian McBride, e Black Crow interpretata da <b><span style="color: #cc0000;">Cassandra Wilson.</span></b> In misura minore ma l'effetto "camera anecoica" persisteva. Infine l'ultima prova sempre con Cassandra Wilson con un album in HD (l'album con Black Crow è in qualità CD) e la sua cover di Fragile, primo brano del suo album <span><span style="color: #cc0000; font-weight: bold;">Glamoured</span>, </span> e qui la differenza si sentiva bene, ancora una sensazione di musica asciugata e priva di contorni e sfumature,</p><p>Improbabile che fosse un problema nei master, bisognava indagare sul player, controllando magari la sua configurazione. Ebbene, probema risolto, era in modalità di ascolto standard e non Ultra HD. In Amazon quindi considerano "standard" un ascolto in alta definizione (apparente) ma compresso (e molto immagino).</p><p>Dovevo controllare prima e non fidarmi solo del sample rate. Ma senza volere ho fatto un test interessante (per questo lo riporto qui) sulla differenza tra musica compressa e musica in HD, che si percepisce piuttosto bene e che si può anche individuare nelle sue conseguenze più evidenti senza grande impegno o competenza.</p><p>Inutile aggiungere che posizionando l'ascolto in Ultra HD le differenze tornavano nell'area delle non percepibili ad un ascolto anche attento ma limitato a pochi brani e all'ascolto in cuffia.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi<br /></b></span>Da questa prova a mio parere non emergono elementi di vantaggio di Amazon Music rispetto ai due player a confronto. Se devo dare una preferenza mi permetto di consigliare ancora Qobuz.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-56639910465455988162022-05-05T22:47:00.007+02:002022-05-05T23:23:01.884+02:00"Svelato il segreto dei violini Stradivari"(<span style="color: #2b00fe;">Post breve</span>) - Il segreto, come si apprende dall'articolo dell'AGI citato sotto, è che "suonano bene". A parte l'umorismo involontario, leggendo la descrizione di questa ricerca che ha impegnato il CNR, 70 maestri liutai, il Politecnico di Milano e l'Università di Padova, possiamo ricavare qualcosa che interessa anche a noi "audiofili" che non sappiamo suonare un violino.<div><br />Il metodo scientifico che è stato adottato per questa ricerca multidisciplinare è stato infatti l'ascolto affidato a esperti (70 liutai) già in possesso delle capacità di individuare e valutare i vari parametri che concorrono alla gradevolezza del suono. Seguendo questo metodo è stato confermato che i violini Stradivari hanno oggettivamente caratteristiche di equilibrio timbrico superiore a violini più recenti o di altre scuole, che li fanno preferire agli altri usati per confronto.<br /><br /></div><div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVxS-kHQyFxujKWkeX1W3qynMiQboy_oYuYbvPfwb15DZFVSp6ysV4ad3YCyRChvV-jnWsGuz55RTBPUHCjBDaDZhE7UJG-OCCjmv1bhKGWK5GS3cHl8elStuQp-7RoKTw8-Ua2UJzrj70hpl_auTBfRgOdxTh3w5rYCpGMtqCgTMaWKl1i2Qoy0hUOQ/s602/lena-yo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="382" data-original-width="602" height="254" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVxS-kHQyFxujKWkeX1W3qynMiQboy_oYuYbvPfwb15DZFVSp6ysV4ad3YCyRChvV-jnWsGuz55RTBPUHCjBDaDZhE7UJG-OCCjmv1bhKGWK5GS3cHl8elStuQp-7RoKTw8-Ua2UJzrj70hpl_auTBfRgOdxTh3w5rYCpGMtqCgTMaWKl1i2Qoy0hUOQ/w400-h254/lena-yo.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La violinista Lena Yokoyama suona con uno Stradivari alla Villa Reale di Monza<br /><span style="font-size: xx-small;"><br /></span></td></tr></tbody></table>Nessun segreto sulla tecnica di costruzione degli storici violini di Cremona è stato svelato, ma è stato individuato un riferimento, una particolare combinazione di parametri, anche fissata con misure sulle vibrazioni, lacui conoscenza può servire nella realizzazione e nella messa a punto della timbrica di violini moderni.</div><div><br /></div><div>A noi interessa in particolare il metodo usato, basato su un audio da ascoltare il più possibile neutro, ascoltatori esperti, e ascolto in doppio cieco, ovvero né gli ascoltatori né gli organizzatori sapevano quale dei suoni a confronto provenivano da violini Stradivari e quali no. </div><div><br /></div><div>Con questo metodo, non so poi se da definire scientifico o più semplicemente di buon senso, si è anche smentito il test di alcuni anni fa nel quale passanti ed anche musicisti avevano preferito violini moderni ad uno Stradivari o non avevano individuato le differenze. Così come chi beve vino e lo apprezza non è detto che sappia distinguere due annate di un Sassicaia, anche un violinista non è detto che sappia riconoscere due violini diversi e possa preferire uno o l'altro in base ai suoi gusti personali.</div><div><br /></div><div>In sintesi, è consigliabile mantenere adeguata cautela nel fare propri i giudizi e le descrizioni del suono di un componente Hi-Fi (incluse quelle che faccio io, quando mi ci avventuro), se non è stato effettuato un confronto in doppio cieco, o almeno in cieco (ovvero, mai, sulle riviste online e no). Meglio considerarli un parere da approfondire,</div><div><br /></div><div><a href="https://www.agi.it/scienza/news/2022-05-04/segreto-violini-stradivari-16596641/" target="_blank">Il link all'articolo.</a></div><div><br /></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-75966911104173066232022-04-20T22:32:00.004+02:002022-06-25T08:59:02.919+02:00Come dividere in tracce un album registrato <p>Alcuni post precedenti sono dedicati alla registrazione analogica o digitale di un album partendo dagli LP oppure da un servizio streaming (solo per copia di album che già possediamo). Quello che si ottiene è, nella operazione standard, un file audio unico, e quindi rimane il compito di dividerlo in tracce come l'album originale. Un'operazione che è ancora in gran parte manuale e non tanto breve, e che merita un post.</p><p><span><b><span style="color: #bf9000;">Le alternative</span></b><br /></span>Non per gli LP ma per la registrazione in digitale, una semplice alternativa è registrare una traccia alla volta, ha lo svantaggio di dover ascoltare tutto l'album e fermarsi ad ogni brano, ma se fa piacere riascoltare l'album può anche essere una soluzione, alla fine dell'ascolto, un po' più lungo del normale, sarà quasi tutto fatto.<br />Ma se l'album è intero le alternative sono (sempre considerando Audacity come registratore):</p><p></p><ol style="text-align: left;"><li>Trovare un file .cue e e utilizzare un programma "cue splitter" per separare le tracce</li><li>Creare un file .cue e e utilizzare un programma "cue splitter" per separare le tracce</li><li><span style="color: #cc0000;"><b>Utilizzare la funzione di Audacity "Export multiple"</b></span></li><li>Utilizzare le funzioni di editing di Audacity per tagliare, copiare ed esportare singolarmente ogni traccia (cut & paste).</li></ol><p></p><p></p><div>La prima alternativa, trovando il file, è l'unica che potrebbe essere automatica e rapida, basta solo dare in input il cue file a un programma di spacchettamento come il noto Medieval CueSplitter, ma trovare il file giusto è quasi impossibile ora e quindi la salto. E' citata solo per ricordare che qualcuno ha pensato a una soluzione, ed era molto usata ai tempi del peer-to-peer, ma quei tempi sono passati. Anche l'alternativa di creare noi file cue ha più svantaggi che vantaggi e in pratica rimangono praticabili solo le ultime due. Chi non è interessato a sapere perché è quasi impossibile creare i file cue può saltare subito all'alternativa 3.</div><p></p><div><b><span style="color: #bf9000;">2. Creare un file clue</span></b><br />Si tratta di un file di tipo testo con un formato standard che fornisce al programma di splitting le istruzioni su dove inizia e dove finisce ogni brano, più alcuni tags come opzione aggiuntiva.</div><div>E' un file di tipo testo e quindi si può anche creare a mano, ma esistono molti programmini free che possono generarlo. Su Discogs o Wikipedia è facile trovare la durata delle tracce, che è l'unica informazione che serve, e quindi sembra tutto molto facile. Se non ci fossero peò le pause tra un brano all'altro, che non sono di lunghezza standard, e a volte neanche ci sono.<br />I file che si trovavano un tempo erano di solito associati a un album e venivano generati nella stessa fase di ripping o registrazione da LP, quindi riportavano gli esatti "punti di inizio" (cue in inglese). Ma di quella edizione dell'album, e quindi non certi al 100% neanche quelli.<br /><br />Per farli noi dovremmo individuare i punti di inizio a vista, o la durata delle pause, osservando lo spettrogramma. Esiste un'applicazione che fa questo lavoro (credo l'unica), si chiama Visual Audio Splitter & Joiner ed è prodotta da una società che si chiama ManiacTools. Buona idea se non fosse quasi inutilizzabile perché mostra lo spettrogramma in una finestra alti pochi millimetri e individuare i punti di inizio, anche ingrandendo. è impresa quasi impossibile. Inoltre, è a pagamento, e ha un costo assurdo, al mese quasi uguale a Sky con l'opzione sport, perché insieme ti vogliono dare altri 20 tools dall'uso improbabile.<br />Il tutto per fare un lavoro che può fare molto meglio Audacity.</div><p></p><div><b><span style="color: #bf9000;">3. La funzione di Audacity "Export multiple"</span></b></div><div>Su Audacity osservando lo spettrogramma è possibile con relativa facilità individuare i punti di inizio delle varie tracce e quindi nel software è inclusa la possibilità di marcarli e poi di esportare le tracce come file audio singoli. L'operazione non è complessa in sé, lo diventa nell'implementazione perché consente una serie di varianti di dubbia utilità che complicano l'uso. Quindi è utile una breve guida.</div><p></p><div><span style="color: #990000;"><b>Configurazione</b></span><br />La prima cosa da controllare sono i settaggi iniziali, devono essere questi (ma di solito sono di default), Controllare:<br /><ul style="text-align: left;"><li>Edit > Labels > Type to create a label (flaggato)</li><li>Edit > Preferences > Tracks > Tracks Behaviour - flaggare:</li><ul><li>Select all audio if selection required</li><li>Type to create a label</li></ul></ul></div><div><span style="color: #990000;"><b>Il processo di splitting passo-passo</b></span></div><div>Si parte ovviamente dal file audio con la registrazione dell'intero album, obbligatoriamente in WAV.</div><div style="text-align: left;"><ol style="text-align: left;"><li>Individuare l'inizio del primo brano e controllare (anche ascoltando) che non ci sia nessun contenuto audio prima. Se c'è, tagliarlo con Ctrl-X</li><li>Individuare l'inizio del secondo brano e posizionare il cursore in questo punto</li><li>Ingrandire col comando + lo spettrogramma per verificare il punto di inizio effettivo e posizionare il cursore a questo punto</li><li>senza muovere il cursore rimpicciolire fino a vedere anche il punto di inizio precedente e selezionare con il mouse tutto il contenuto audio da inizio a inizio</li><li>creare la traccia ("label" la chiama Audacity) col comando Ctrl-B</li><li>viene così creata una nuova finestra "Label Track " sotto a quella con gli spettrogrammi dei due canali stereo (fig. 1 e 2)</li><li>Nella finestra sottostante cliccare col tasto destro sul rettangolino che compare (un mistero perché abbiano scelto questa grafica) (fig.3)</li><li>Nel menu a tendina selezionare "edit label" e compare un pop-up con una scheda (in alternativa si può scrivere direttamente nel rettangolino)</li><li>Nella scheda inserire il nome del brano che sarà anche il nome del file, consiglio di numerarli (01. Nome e così via). Non serve inserire altro; (fig. 4)</li><li>Continuare nello stesso modo fino all'ultimo brano</li><li>Alla fine, selezionare File > Export > Multiple</li><li>Si apre una scheda nella quale si può scegliere il formato del file, si può quindi già direttamente creare il brano in formato FLAC</li><li>Per ogni brano viene proposta una form per inserire i tag (e con già il nome del brano inserito prima). Conviene rimandare il tagging a dopo (perché si fa molto prima) e dare solo Ok per ogni brano</li><li>Finito. Nella directory che abbiamo selezionato si trovano tutti i brani separati </li><li>Chiudere Audacity salvando il progetto (cioè il lavoro di separazione che abbiamo fatto. Potrebbe servire ancora).</li><li>Rimane da completare solo il tagging, ma lo vediamo dopo. </li></ol></div><div>Negli screenshot seguenti i passi principali della funzione Export multiple</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0avrrW0606TpAfmnzvXC0ipkq7mDas43eCKsDbaZBUogvuELlarKR0kjtsWB6tYo6nF2IawSOcJKvgN8CAujANPpQZ2OpY-DfKSUv7808a7xqkRFB3Csfk6gXPQCBjeorPWfANO0p1SzZy6ZFaX6LjkfIvZpqO3hM73T_cztx0bhyHGN8wezResnOsg/s1056/aud-label-02.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="688" data-original-width="1056" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0avrrW0606TpAfmnzvXC0ipkq7mDas43eCKsDbaZBUogvuELlarKR0kjtsWB6tYo6nF2IawSOcJKvgN8CAujANPpQZ2OpY-DfKSUv7808a7xqkRFB3Csfk6gXPQCBjeorPWfANO0p1SzZy6ZFaX6LjkfIvZpqO3hM73T_cztx0bhyHGN8wezResnOsg/w400-h260/aud-label-02.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">1. La creazione con CTRL-B di una Label Track</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3AN-PM_FDuQGgpPcBUSgmEKyGLQMEmp-aJqPgs7WOwkQNf-3bOcwZtGpIkDILhHjxhm22vZgxjIqTjDkURJuyD5BNXQz_aJiqahxIOWr8GgrjcDe5inJFUuQ0JzU8XFSrtfS71xOu8k584kDWLshMd3aRmuwy32Zu0lupopWPf6JumPkOoVbci0ZQuA/s1060/aud-label-03.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="690" data-original-width="1060" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3AN-PM_FDuQGgpPcBUSgmEKyGLQMEmp-aJqPgs7WOwkQNf-3bOcwZtGpIkDILhHjxhm22vZgxjIqTjDkURJuyD5BNXQz_aJiqahxIOWr8GgrjcDe5inJFUuQ0JzU8XFSrtfS71xOu8k584kDWLshMd3aRmuwy32Zu0lupopWPf6JumPkOoVbci0ZQuA/w400-h260/aud-label-03.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">2. Prima traccia creata con nome del file audio</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-_fHpPi_uq2NJZijsIvBF_A_H-DREegvWdi1RQ9mMZaWZBPKgwjWHnY57Jg657bbfMoP5hDq7zAjLgMwqwSQqQj8jYQngrnHOSDaxs4OpXFTUNrcMYXbyZrxRtjdkcku7roswOvM2zmuAyIIjkShk116eKqHFo5YGIsWF9uNNvDlRm4O3EanUKy-zwg/s1057/aud-label-04.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="696" data-original-width="1057" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-_fHpPi_uq2NJZijsIvBF_A_H-DREegvWdi1RQ9mMZaWZBPKgwjWHnY57Jg657bbfMoP5hDq7zAjLgMwqwSQqQj8jYQngrnHOSDaxs4OpXFTUNrcMYXbyZrxRtjdkcku7roswOvM2zmuAyIIjkShk116eKqHFo5YGIsWF9uNNvDlRm4O3EanUKy-zwg/w400-h264/aud-label-04.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">3, Il menu a tendina che si apre cliccando sul piccolo rettangolo</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhahfH_jw9Nqct1cEKmGCsIoGiS2HCqQ1_OdoGKUDPGcVmYoXn8mLuFNY94DAzWuttk_LgjH5y2DZTrNMsHPrsiiZNaoZFRt0TMBEqMiOGC0m59tmHr0J6E4OO4k1fh42iuT0r-8HNaXW5Dal4gepPTjP0AdWMUcYrvxTpRqFbsGjx9B_OhP5bFXB5EWg/s1062/aud-label-05.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="693" data-original-width="1062" height="261" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhahfH_jw9Nqct1cEKmGCsIoGiS2HCqQ1_OdoGKUDPGcVmYoXn8mLuFNY94DAzWuttk_LgjH5y2DZTrNMsHPrsiiZNaoZFRt0TMBEqMiOGC0m59tmHr0J6E4OO4k1fh42iuT0r-8HNaXW5Dal4gepPTjP0AdWMUcYrvxTpRqFbsGjx9B_OhP5bFXB5EWg/w400-h261/aud-label-05.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">4. La scheda per l'inserimento delle informazioni sulla traccia</td></tr></tbody></table><br /><div><b style="color: #bf9000;">Difetti</b></div><div>Il processo una volta capito è abbastanza fluido e in caso di errori si può tornare indietro, per completare un album occorre comunque pianificare un tempo non breve 15-30'. Dipende molto da come è organizzato l'album, ovvero se ha le pause tradizionali di silenzio tra un brano e l'altro, facilmente individuabili, o se invece nel master sono previsti passaggi con una pausa minima o nulla tra i brani, come è tipico per gli album live o anche per album studiati come questo gioiello dei Working Week che ho usato come test.<br />In questo secondo caso individuare il punto giusto non è semplice e, soprattutto, se all'ascolto dell'album ci accorgiamo che all'inizio rimane una coda del precedente o alla fine inizia il successivo, bisogna rifare tutto il lavoro da capo. Per album organizzati in questo modo è preferibile il metodo successivo.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #bf9000;">4. La funzione cut & paste di Audacity</span></b></div><div>Audacity è un editor per audio digitale in formato WAV e quindi sul file audio ottenuto dalla registrazione e che contiene un intero album si può operare come in qualsiasi editor, con le classiche funzioni di cut & paste. Quindi: </div><div><ol style="text-align: left;"><li>individuare una traccia aiutandosi anche con l'ascolto<br /></li><li>selezionare col mouse tutta la traccia includendo anche la coda delle precedente e l'inizio della successiva</li><li>fare CTRL-X</li><li>aprire una nuova finestra di Audacity: File > New</li><li>copiare la traccia con CTRL-V (sarà visualizzata con dettaglio elevato)</li><li>individuare il punto esatto di inizio, selezionare l'audio precedente e tagliarlo con CTRL-X</li><li>individuare il punto esatto di fine, selezionare la fine effettiva del brano e tagliarlo con CTRL-X (nelle due operazioni può essere utile diminuire il dettaglio)</li><li>Salvare il file audio "ripulito" con il comando File > Export, nella form successiva selezionare ovviamente il formato WAV e poi nella form del tagging inserire solo il nome del brano preceduto al numero della traccia (01. ecc.). </li><li>Chiudere la nuova finestra creata</li><li>Viene richiesto di salvare il progetto, rispondere No perché non serve più, </li><li>Dopo il No si torna al file audio con tutto l'album e si ricomincia il processo fino all'ultima traccia</li><li>Completate tutte le tracce e salvate nella directory di destinazione, aprirle con Foobar2000 e convertirle da WAV a FLAC.</li></ol><div>Gli screenshot per questo secondo metodo di spacchettamento.</div></div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3uqF6g_nlRPfmHh-Z5yuhELQmhI2SX7E0cJjfmyzZ4Nvep0nj4Fz_Cx47wJTfxHPl_gprm28nSh4-3uW9BQmhYjngRIITiPZNcUgnRAQcG5MZuanuJV4tfAvxtnhirCLtJkNECT1WPzrpQIUKMRNyEe722BlVZnUUy__AsZxX1XENlgYe80YBn6ePw/s988/cutpaste-02.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="988" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhW3uqF6g_nlRPfmHh-Z5yuhELQmhI2SX7E0cJjfmyzZ4Nvep0nj4Fz_Cx47wJTfxHPl_gprm28nSh4-3uW9BQmhYjngRIITiPZNcUgnRAQcG5MZuanuJV4tfAvxtnhirCLtJkNECT1WPzrpQIUKMRNyEe722BlVZnUUy__AsZxX1XENlgYe80YBn6ePw/w400-h285/cutpaste-02.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Selezione della traccia da tagliare e copiare</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihdS0hkELa-BqNUl2rn_Z6i_Q9yH_Ubo0PfGW5RaGXNKT8pkTpR3F3hTECr7UPGuW5BWTnzmUu3R8xghGxStz5Gt5bc2jF6SnGSLO_9R68jsQ5Xgq_sZQohSjcPJql_4Jt73ef4zLrhLUZlb3fSdafpVuHrs_AxlbGqoGCpaq7Qni-PeqfTS_MtHEuZg/s1063/cutpaste-03.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="1063" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihdS0hkELa-BqNUl2rn_Z6i_Q9yH_Ubo0PfGW5RaGXNKT8pkTpR3F3hTECr7UPGuW5BWTnzmUu3R8xghGxStz5Gt5bc2jF6SnGSLO_9R68jsQ5Xgq_sZQohSjcPJql_4Jt73ef4zLrhLUZlb3fSdafpVuHrs_AxlbGqoGCpaq7Qni-PeqfTS_MtHEuZg/w400-h264/cutpaste-03.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La traccia tagliata e copiata in una nuova finestra, ampiezza elevata</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijopNJj93xT6mTPPIhKm5aLARoKc_zeg4bdpsj0m3lMvq70UJoy1wX_mIe3ehwo-1SH95JCLgz5Csao1CIt5uyFLfYEBLy1AJ-2ZM-Xzjt8NlKBDg0hosRyM-UrstR37GC8SQ6-2VQqk67nhHmOpFsdHynCb3NhA6QK1qhw4lBHLEAwSl-P7bZOaPAvg/s1061/cutpaste-04.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="697" data-original-width="1061" height="263" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijopNJj93xT6mTPPIhKm5aLARoKc_zeg4bdpsj0m3lMvq70UJoy1wX_mIe3ehwo-1SH95JCLgz5Csao1CIt5uyFLfYEBLy1AJ-2ZM-Xzjt8NlKBDg0hosRyM-UrstR37GC8SQ6-2VQqk67nhHmOpFsdHynCb3NhA6QK1qhw4lBHLEAwSl-P7bZOaPAvg/w400-h263/cutpaste-04.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Controllo della coda e tagli dell'inizio del brano successivo</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin4r7pRL5NgPu7VIF9xzZlvSQ2Sd0Pl1Xi_sHJbFpxaw_VLFkzfmjFmmVOvL46ZgF9mPjv6fmOg8OcyqU0Q1-g0Mdm8OZ2q_EHrUHuLOjrFOZpdUaWDCleBWXBtCb3S1qJuOqMIjCS8-xd7GtM001C31ckxH2UEUyBXbQ5RWEaOIFsnaWD7dOUqX3mtQ/s1061/cutpaste-05.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="703" data-original-width="1061" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEin4r7pRL5NgPu7VIF9xzZlvSQ2Sd0Pl1Xi_sHJbFpxaw_VLFkzfmjFmmVOvL46ZgF9mPjv6fmOg8OcyqU0Q1-g0Mdm8OZ2q_EHrUHuLOjrFOZpdUaWDCleBWXBtCb3S1qJuOqMIjCS8-xd7GtM001C31ckxH2UEUyBXbQ5RWEaOIFsnaWD7dOUqX3mtQ/w400-h265/cutpaste-05.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Esportazione della traccia singola</td></tr></tbody></table><br /><div><div><b style="color: #bf9000;">Difetti</b></div><div>Questo metodo è apparentemente più semplice del primo però richiede attenzione, perché la sequenza deve essere sempre eseguita correttamente in serie e, in caso di errore, si perdono le informazioni o si può compromettere il file audio "master" (farne sempre una copia di sicurezza prima di iniziare).</div></div><div><b style="color: #f1c232;"><br /></b></div><div><b><span style="color: #bf9000;">Il tagging</span></b></div><div>Alla fine nella directory di destinazione, sia con l'alternativa 3 che con l'alternativa 4 si avranno tutte le tracce numerate, in formato FLAC o in WAV. Però senza tags, che volendo potevamo mettere a mano per ogni brano in entrambi i metodi. Un processo lungo con molte cose da scrivere che si può evitare e automatizzare con la funzione di tagging di Foobar2000.</div><div><br /></div><div>Selezionando con CTRL-A tutte le tracce e poi premendo il tasto si apre un menu nel quale c'è anche l'opzione "tagging". Di default è incluso prendendo le informazioni su FreeDB (apre Get tags from FreeDB). Questo contenitore spesso non trova l'album e quindi conviene aggiungere due components ulteriori:</div><div><ul style="text-align: left;"><li>foo_musicbrainz</li><li>foo_discogs</li></ul><div>Entrambi richiedono di inserire il nome dell'album e/o dell'artista e poi partono nella ricerca (che può richiedere un po' di tempo) e propongono alcune alternative. Discogs inoltre richiede di registrarsi appunto su Discogs e di eseguire anche un processo di autenticazione. Impossibile dire qual è il più completo, conviene quindi installarli tutti e due per avere le maggiori probabilità di successo.</div></div><div>Una volta individuato l'album col comando Write o Update si inseriscono in un attimo e in modo automatico tutti i tags e il lavoro è completo. Rimane solo da inserire la cover dell'album facilmente trovabile sul web (foo_discogs inserisce anche questo).</div><div>Gi screenshot:</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimS93UAYKBt-tbou-t2eXYYMVIVtOQg2cX6MQOh8PN8i2ezSWenbtg2hZLHT4NNz0u8P8qt6W6iR6swFGaLUxpgfxRWLwOqMBL45RADHNAQZK-TMRGuWNiJ_BnkEtkLYQUbFnjurIWEEx5ERzH7qZk0GUpo3ZuegJfljBvzbI1meIRX91K3Hq6-rwvsw/s1155/tagging-01.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="713" data-original-width="1155" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimS93UAYKBt-tbou-t2eXYYMVIVtOQg2cX6MQOh8PN8i2ezSWenbtg2hZLHT4NNz0u8P8qt6W6iR6swFGaLUxpgfxRWLwOqMBL45RADHNAQZK-TMRGuWNiJ_BnkEtkLYQUbFnjurIWEEx5ERzH7qZk0GUpo3ZuegJfljBvzbI1meIRX91K3Hq6-rwvsw/w400-h248/tagging-01.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nella funzione di tagging sono state installate le opzioni aggiuntive Discogs e Musicbrainz (selezionata)</td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpjzWi8MxGTtsMF1RGP3vh55d6xC6CbcjGFv-qmC92shpME52z-1pKsIJys1WV4VyuS0UHH1-kSndssPMGMX7jIqp1D43uaDQzp4mCKOkgCYKKlQZSNOV8Mp9Hfdcp5-_rOgNkvWIRi9e_6xaJJ5f7fROJN95VSrge_RWzbuVgcTCTVjc7totCGgS_0Q/s906/tagging-02.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="583" data-original-width="906" height="206" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjpjzWi8MxGTtsMF1RGP3vh55d6xC6CbcjGFv-qmC92shpME52z-1pKsIJys1WV4VyuS0UHH1-kSndssPMGMX7jIqp1D43uaDQzp4mCKOkgCYKKlQZSNOV8Mp9Hfdcp5-_rOgNkvWIRi9e_6xaJJ5f7fROJN95VSrge_RWzbuVgcTCTVjc7totCGgS_0Q/s320/tagging-02.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La ricerca in questo caso non è automatica in base alle tracce ma deve essere aiutata specificando artista e album (o altre informazioni) </td></tr></tbody></table><br /><div><b><span style="color: #bf9000;">In sintesi</span></b></div><div>Il processo di spacchettamento o splitting delle tracce richiede un po' di tempo, con album con molte tracce anche mezz'ora. I due sistemi proposti hanno tempi molto simili e conviene sperimentarli entrambi e scegliere il più adatto volta per volta. </div><div><br /></div><p></p><div><b><span style="color: #38761d;"><i>Appendice - Creare un file cue</i></span></b></div><div><div>Si tratta di un file di tipo testo con un formato standard che fornisce al programma di splitting le istruzioni su dove inizia e dove finisce ogni brano, più alcuni tags come opzione aggiuntiva.</div><div>E' un file di tipo testo e quindi si può anche creare a mano, ma esistono molti programmini free che possono generarlo. Su Discogs o Wikipedia è facile trovare la durata delle tracce, che è l'unica informazione che serve, e quindi sembra tutto molto facile. Se non ci fossero le pause tra un brano all'altro, che non sono di lunghezza standard, e a volte per scelta nel mastering neanche ci sono e non sono di durata simile tra tutti i brani.<br />I file che si trovavano un tempo erano di solito associati a un album e venivano generati nella stessa fase di ripping o registrazione da LP, quindi riportavano gli esatti "punti di inizio" (cue in inglese). Ma di quella edizione dell'album, e quindi non certi al 100% neanche quelli.<br /><br />Per farli noi in modo semplice dovremmo individuare i punti di inizio a vista, o la durata delle pause, osservando lo spettrogramma. Esiste un'applicazione che fa questo lavoro (credo l'unica), si chiama Visual Audio Splitter & Joiner ed è prodotta da una società che si chiama ManiacTools. Buona idea se non fosse quasi inutilizzabile perché mostra lo spettrogramma in una finestra alta pochi millimetri e individuare i punti di inizio, anche ingrandendo. è impresa quasi impossibile. Inoltre, è a pagamento, e ha un costo assurdo, al mese quasi uguale a Sky con l'opzione sport, perché insieme ti vogliono dare altri 20 tools dall'uso improbabile.<br />Il tutto per fare un lavoro che può fare molto meglio Audacity.</div><div><br /></div><div>Quindi: alternativa 2 impraticabile.</div></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br />Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-63947853171398568322022-04-11T23:38:00.011+02:002022-06-11T16:03:46.054+02:00Registrare in digitale su un PC Windows o Mac<p>In un post di <a href="https://musicaememoria-tecno.blogspot.com/2019/12/registrazione-digitale-in-alta.html" target="_blank"><b>qualche tempo fa</b></a> era spiegato come si possono registrare in digitale i contenuti audio disponibili in streaming, senza passare per una conversione in analogico. Un'operazione ammessa solo per digitalizzare album di cui siamo già in possesso su supporto analogico, quindi essenzialmente LP, in modo molto più semplice e con risultato certo, rispetto ad una digitalizzazione diretta da LP. E' sufficiente, come intuibile, che l'album sia disponibile, almeno in qualità CD, sulla piattaforma di streaming. <i><span style="color: #38761d;">[11.6.2022 - alcuni aggiornamenti sul processo di registrazione]</span></i></p><p><b><span style="color: #f1c232;">Ma c'è un problema</span></b><br />L'operazione descritta nel post precedente del 2019 non era complessa, ma nel frattempo è emerso un problema: sia il trasmettitore che il ricevitore del flusso tutto digitale sono usciti di produzione. Come trasmettitore infatti si proponeva di usare Chromecast Audio, che ha un output anche in digitale ottico (Toslink) e come ricevitore un Mac Mini, che ha tra i vari ingressi un digitale ottico Toslink. Purtroppo Chromecast Audio è stato dismesso da Google proprio nel 2019 e l'ultima edizione del Mac Mini con ingresso digitale è del 2014. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">La soluzione</span></b><br />... sarebbe semplice: un convertitore da digitale ottico o coassiale a USB per dotare qualsiasi PC Windows o Mac di un ingresso digitale e, nel caso la sorgente non sia già digitale (ad esempio se vogliamo registrare da una tastiera elettronica o da un mixer digitale), un convertitore da uscita USB a digitale, per consentire a qualsiasi PC di diventare la sorgente, dopo aver attivato il servizio streaming e avviata la riproduzione del LP da registrare.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Semplice, ma introvabile o quasi</span></b><br />Probabilmente non è un caso, considerando il possibile abuso, ma pare che esistano interfacce veramente per tutte le combinazioni tranne che per questa, e le poche esistenti sono uscite di produzione. O meglio, sono introvabili per questo scopo, su mixer digitali ci sono, così come per altri componenti da studio di registrazione. Che hanno però in genere costi molto elevati, probabilmente superiori alla alternativa di comprare i CD degli album in LP e farne il ripping.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">I componenti Hifime Audio</span></b><br />Ma nel vasto mondo dei componenti digitali esiste per fortuna una piccola ditta cinese che si è indirizzata a questa nicchia di mercato, si chiama Hifime Audio e produce proprio, probabilmente unica al mondo, quello che cerchiamo. Scovata da un visitatore del blog che l'ha segnalata, ha diversi modelli di convertitori e altri componenti specializzati, a costi ragionevoli (decine di Euro, pochi oltre i 100) tra cui i due che ci servono: </p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>Hifime UR23 SPDIF: Optical to USB converter</li><li>Hifime UT23 – USB to Optical SPDIF converter</li></ul><p></p><p>Il primo l'ho acquistato, dopo aver fatto altri due infruttuosi tentativi di soluzione del problema con interfacce prodotte con altri scopi (vedi Appendice), e qui di seguito c'è la prova con le istruzioni e le avvertenze d'uso.</p><p>Costano entrambe circa 30 € ma bisogna aggiungere il costo di spedizione dall'Irlanda e la dogana e in totale sono circa 45 € cadauno. Non sono disponibili su Amazon.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0AWzQQF14SlUNx-9zivGujhA7Rp7QMrrt2noE1TSJGAu79RI9u9ZolHGy1zc0WHR-h-K_WUtS-1vQie2ZmSV-7nODc3w1UZlQlGrM7daGvtFeoRF55VbBqUzxcS4c0wY9zGgHgJGQWlBRW7ifLnN4enEyI6sADTbNRFJpGYjysrt2TXEbsEMlAMZcg/s2769/hifime-ur23.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1832" data-original-width="2769" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgv0AWzQQF14SlUNx-9zivGujhA7Rp7QMrrt2noE1TSJGAu79RI9u9ZolHGy1zc0WHR-h-K_WUtS-1vQie2ZmSV-7nODc3w1UZlQlGrM7daGvtFeoRF55VbBqUzxcS4c0wY9zGgHgJGQWlBRW7ifLnN4enEyI6sADTbNRFJpGYjysrt2TXEbsEMlAMZcg/w400-h265/hifime-ur23.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il set di prova</td></tr></tbody></table><p><span style="color: #f1c232;"><b>La registrazione digitale in pratica: 1) la sorgente<br /></b></span>La sorgente delle musica digitale da registrare è un player con uscita digitale. Può essere:</p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>uno streamer (o network player) con uscita digitale al quale si connette il servizio di streaming; ad esempio Cocktail Audio X35 o X45, Cambridge Audio CXN e simili;</li><li>un connettore Wi-Fi come Sonos Connect o Bluesound Node (o Chromecast Audio per chi ancora ne ha uno) e una sorgente (smartphone o tablet) che si connette in Wi-Fi;</li><li>un PC, utilizzando il componente di Hifime UT23 citato prima. </li></ul>L'uscita dovrebbe essere digitale ottica, ma anche se fosse digitale coassiale sono disponibili economici connettori. Il player naturalmente deve fare solo il suo lavoro, la relativa complessità è solo sul lato della registrazione.<p></p><p><b><span style="color: #f1c232;">La registrazione digitale in pratica: 2) La registrazione con Audacity e Hifime UR23</span></b><br />Il primo passo è naturalmente connettere la piccola unità UR23, che ha già un cavetto USB tipo B, a un ingresso USB 3.0 del PC. Il driver si installa automaticamente (è già in Windows) e l'unità è visualizzata tra le altre unità di registrazione, selezionando in Windows</p><p><span> </span><span> </span>Pannello di controllo > Audio > Registrazione </p><p>L'unità è identificata su Windows come "Interfaccia SPDIF" e viene impostata automaticamente alla connessione come "Dispositivo predefinito" e con formato di default 24bit / 48Khz.</p><p>Il secondo passo consiste nel configurare Audacity per la registrazione digitale, ovvero per il trasferimento diretto senza modifiche dall'ingresso digitale alla memoria del PC, su un file audio. Le configurazioni si fanno tutte selezionando da Edit (Modifica) la sezione Preferenze e configurando le schede:</p><p><b><span style="color: #cc0000;">Device:</span></b><br /><b><i><span style="color: #6aa84f;">Interface Host</span></i></b>: deve essere impostata Windows DirectSound, solo in questa modalità il flusso dati in ingresso non viene convertito in analogico dal driver di ingresso, vanificando l'obiettivo. Si può controllare che il flusso sia effettivamente digitale dal selettore di ingresso (quello che ha il simbolo del microfono): se è stato convertito in analogico il cursore può scorrere e regolare il volume in ingresso, se è rimasto in digitale puro il cursore è disabilitato e rimane fisso al massimo.<br /><i><b><span style="color: #6aa84f;">Recording Device</span></b></i>: Interfaccia SPDIF (UR23 USB SPDIF). Essendo impostato come dispositivo dovrebbe essere già così ma è preferibile controllare.</p><p><span style="color: #cc0000;"><b>Recording</b></span>: <br /><span style="color: #6aa84f;"><i><b>Options</b>:</i></span> è consigliabile sempre monitorare l'input selezionando "Software playthrough of input"; <br /><b><span style="color: #6aa84f;"><i>Sound Activated Recording:</i></span></b> comoda funzione che fa partire la registrazione al rilevamento del suono, è possibile con uno slider Level (dB) regolare il livello di silenzio (es -40dB).</p><p><b><span style="color: #cc0000;">Quality:</span></b><br />Risoluzione (<b><i><span style="color: #6aa84f;">Sample rate e sample format</span></i></b>): deve essere la stessa della sorgente dell'unità di registrazione (vedi dopo)<br /><span style="color: #6aa84f;"><b><i>Real time conversion e High quality conversion</i></b></span>: non dovrebbe esserci nessuna conversione e neppure downsampling oppure upsampling ma comunque per prudenza è meglio impostare Best quality.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Volume in ingresso</span></b><br />L'audio in ingresso è digitale ed è quindi disabilitato il controllo del livello di registrazione di Audacity, che agisce sull'audio analogico prima di passarlo al codec analogico-digitale (dentro il PC ovviamente tutto è digitale).<br />Un controllo di volume può essere applicato però nel player di ingresso, ed è sicuramente previsto nella app del servizio di streaming. Ci accorgiamo della sua esistenza perché variandolo cambia anche il livello di registrazione che vediamo su Audacity. Senza entrare qui nei dettagli di funzionamento del volume digitale ricordo che per la copia ideale il livello dovrebbe essere al massimo perché il controllo digitale opera in attenuazione riducendo la risoluzione.<br /><br />In Audacity però il controllo del contenuto in ingresso è attivo anche nella registrazione da digitale a digitale e i display per il controllo della registrazione sono sensibili al volume impostato sul player, indicando "rosso" ovvero saturazione se troppo alto. Viene quindi il sospetto che questo possa avere effetto sulla qualità della registrazione e quindi l'idea di abbassarlo (ad esempio al 75%) per evitare un possibile effetto negativo.</p><p>In realtà da prove che ho fatto in seguito, su registrazioni che sembravano in saturazione sui picchi (tutti alla stessa identica altezza, quindi presumibilmente tagliati) non sono emerse differenze riducendo il volume del player (Vedi gli spettrogrammi in Appendice 3) il che vuol dire che era già così nel flusso di input inviato da Qobuz. Ha tagliato i picchi Qobuz per adeguarsi al LUFS (vedi ultimi articoli su Audio Review 441 e 442)? Oppure erano già tagliati nel master usato per la stampa su LP o su quello per il CD? Mi riprometto di fare la prova a confronto a partire dallo stesso album su LP.</p><p>In mancanza di riscontri oggettivi il consiglio è per ora di regolare il volume prossimo al massimo (es 75-80%) ma non al massimo.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Avvertenze<br /></b></span>Il vincolo principale per la registrazione con questa configurazione è la perfetta coerenza tra la risoluzione della sorgente e la risoluzione impostata sul driver della unità UR23 e su Audacity. Se sono diverse si verificano disturbi e anomalie nella registrazione. Sono molto evidenti in ascolto e quindi accorgersi del problema (o della dimenticanza) è facile. A patto però che sia abilitato il monitor (playthrough), se si fa tutto sulla fiducia e sulla memoria si potrebbe sbagliare un intero album. </p><p>Il vincolo dipende dal driver della unità UR23 che non effettua nessun adattamento alla risoluzione d'ingresso. Da ricordare che invece Audacity opera upsampling o downsampling riportando sempre il flusso al valore impostato nella scheda "Quality". In altre parole se la sorgente è in qualità CD ma è impostato 24/96 su Audacity avremo dei file teoricamente 24/96 ma in realtà in qualità CD. Pur non essendo un vincolo che impedisce la registrazione è quindi sempre consigliabile allineare anche questa impostazione.</p><p>Altra avvertenza riguarda il settaggio standard: alla connessione dell'unità UR23 viene sempre riportato il settaggio al valore di default 24/48 e quindi prima di registrare, se il PC nel frattempo è stato spento, bisogna sempre controllare e impostare la configurazione (pannello di controllo > Registrazione > Avanzate) alla stessa risoluzione della sorgente. </p><p>Inoltre, l'unità UR23 ha la possibilità di gestire una risoluzione massima limitata a 24/96. Se sul servizio streaming l'album è disponibile in risoluzione 24/192 bisogna impostare una limitazione della risoluzione. Se come sorgente si usa la app del servizio per smartphone o tablet bisogna andare su Il mio Qobuz > Impostazioni e selezionare la risoluzione massima 24/96 per la riproduzione (questo con Qobuz, con Tidal ci sono certamente comandi simili). Se come sorgente si usa uno streamer bisogna verificare sulle istruzioni come effettuare questa operazione.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhur7oxg5UOzqhdSqg-mjSb91-uyBEw4vFXt1UDdX2N338uGFr1Aj1lUBx8MQpuDKNaAXxqFl_6DlEaAC7-tNsXfUqxKcHpjZKWEucUiDEIFcTm72tcxs1ddOswhLVZtMSqvvHII-eJ7I5OffZCKOMvtByFJiKwMuTQhhzxNXe73VmhxWETjYyht9pUnQ/s2950/hifime-ur23-acc.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2214" data-original-width="2950" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhur7oxg5UOzqhdSqg-mjSb91-uyBEw4vFXt1UDdX2N338uGFr1Aj1lUBx8MQpuDKNaAXxqFl_6DlEaAC7-tNsXfUqxKcHpjZKWEucUiDEIFcTm72tcxs1ddOswhLVZtMSqvvHII-eJ7I5OffZCKOMvtByFJiKwMuTQhhzxNXe73VmhxWETjYyht9pUnQ/w400-h300/hifime-ur23-acc.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Come arriva HifMe UR23. Nella dotazione il cavo ottiche e il comodo adattatore da presa quadrata a mini-jack</td></tr></tbody></table><p><span>Infine un'avvertenza sul player, se la sorgente è un servizio streaming che stiamo usando su un PC desktop o laptop: non bisogna attivare l'ascolto dal browser ma bisogna usare solo la app Windows o Mac da installare sul computer, l'ascolto sul browser è limitato normalmente a 16/44.1 e solo con la app specifica si può trasferire l'audio in HD (prova pratica effettuata tempo fa).</span></p><p><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi<br /></b></span>E' confermato che questa semplice interfaccia, che spero rimanga in produzione ancora per un bel po', è effettivamente la soluzione per trasferire e archiviare in digitale senza conversioni un contenuto originale in formato digitale. Se si tratta di un album rimane "solo" lo splitting del contenuto in tracce, che non è un'operazione così immediata come sembra e alla quale ho deciso di dedicare il prossimo post, per non appesantire troppo questo.</p><p><br /><span style="color: #38761d;"><i><b>Appendice 1 - Tentativi falliti <br /></b></i></span>Prima di acquistare l'interfaccia UR23 ho fatto gli ultimi due tentativi che avevo in programma per registrare su un PC da una porta USB direttamente in digitale. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMrqxugZxJdxdVzTGBsZkGSAcu6UMintyk1tOUb0DmzYryDMLUBHvdTdCR6pAzjx5jSanuVGJK-yZDsUWVd1_jrkZDhO9WjmtU8wVoZl-qaYbT-Xeo9llFxwy_n1JacQgbwFtTF1iGswKt_HrnOI3zumv-vDl9h745bs24yAfcWywcJyCof6SFnVqPOw/s1072/51umhCa8DWL._AC_SL1200_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1072" data-original-width="845" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMrqxugZxJdxdVzTGBsZkGSAcu6UMintyk1tOUb0DmzYryDMLUBHvdTdCR6pAzjx5jSanuVGJK-yZDsUWVd1_jrkZDhO9WjmtU8wVoZl-qaYbT-Xeo9llFxwy_n1JacQgbwFtTF1iGswKt_HrnOI3zumv-vDl9h745bs24yAfcWywcJyCof6SFnVqPOw/w158-h200/51umhCa8DWL._AC_SL1200_.jpg" width="158" /></a></div><p><i><span style="color: #38761d;"><b>L'interfaccia OTG<br /></b></span></i>Il primo tentativo era utilizzare una interfaccia OTG (on-to-go) per smartphone o tablet (quella della foto sopra). Un componente già usato e provato per collegare un DAC esterno a queste device. La funzionalità OTG serve per istruire il driver di uscita dello smartphone o del tablet ad inviare la riproduzione audio, ancora in digitale, all'uscita Lightning (per iPhone) o USB-C (per quasi tutti gli Android) e non agli speaker interni. Avevo comprato allo scopo questo componente che effettivamente, una volta connesso a un DAC, faceva e fa quello che promette. </p><p>Bastava quindi in teoria collegarlo all'ingresso USB del PC, avviare Audacity e verificare se arrivava effettivamente un flusso digitale. L'unico ostacolo è che l'uscita USB del connettore è di tipo femmina così come quella dell'ingresso di tutti i PC. Convertitori USB maschio-maschio non ne avevo, ma con due in serie l'ho realizzato ugualmente. Risultato: non funziona, l'audio va sugli speaker della device (e niente ad Audacity). Probabilmente nei vari passaggi l'OTG veniva disabilitato. Allora ho deciso di tagliare la testa al toro: comprare un'interfaccia con uscita USB maschio. C'è tutto in questo campo, ma questa configurazione proprio no (penso non a caso, ma forse anche perché lo scopo di queste interfacce è un altro: collegare le uscite di fotocamere o cineprese digitali allo smartphone per scaricare foto o film), quindi, niente da fare. Per scrupolo ho comprato anche un'interfaccia integrata maschio-maschio ma nulla da fare, non è una soluzione.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUsxcb3r7MDuBlbwdrcItYNy-piZgPBTkSJT8v_rZ2X8-VNmJV1FI1r99WcWAKI121MTRO3ZOWYu1C3K62k8eZzyQ-PThgqKI1GKlZNNdvzcJ52vqEBtI0wfM8glCJZ_pQSl7HzZWHhaSgQqHW2lN7MCIIcssOs9s2SdQlrcJOoES5XwZcjgex-ealJg/s907/51QIunhdTTS._AC_SL1000_.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="819" data-original-width="907" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUsxcb3r7MDuBlbwdrcItYNy-piZgPBTkSJT8v_rZ2X8-VNmJV1FI1r99WcWAKI121MTRO3ZOWYu1C3K62k8eZzyQ-PThgqKI1GKlZNNdvzcJ52vqEBtI0wfM8glCJZ_pQSl7HzZWHhaSgQqHW2lN7MCIIcssOs9s2SdQlrcJOoES5XwZcjgex-ealJg/w200-h181/51QIunhdTTS._AC_SL1000_.jpg" width="200" /></a></div><p><b><span style="color: #38761d;"><i>L'interfaccia HDMI</i></span></b><br />Su tutti i PC nuovi è sempre presente, ma ho scoperto che è solo funzionante in uscita. Esistono però delle interfacce pensate per registrare contenuti video su PC connettendo un cavo HDMI a una sorgente video, come quello in figura (e altri simili) si chiamano piuù o meno sempre <span style="color: #cc0000;"><b>Video Capture</b></span>, costo circa 16 €. Ho pensato quindi di provarlo per inviare i contenuti audio con Chromecast (quello video, ancora in produzione) che, come avevo già visto in un'altra prova, può anche trasmettere solo in audio.</p><p>Già all'origine si partiva però con un handicap: i contenuti audio trasmessi da Chromecast sono limitati a 24/48. Inoltre anche in questo caso era necessario un connettore USB maschio-maschio. Stavolta però era veramente trasparente e l'audio arrivava correttamente ad Audacity per essere registrato.<br />Bisognava solo capire, con quale qualità, sulle scarne specifiche allegate all'oggettino made in China era indicato solo "audio format : L-PCM" ovvero Linear PCM, che non vuol dire nulla perché vale per qualsiasi risoluzione. Comunque, provando a registrare, tutto sembrava funzionare e potevo dedurre che, almeno la qualità CD era preservata. Ma, stante così le cose, valeva la pena di puntare al componente di Hifime e l'ho ordinato.</p><p>Facendo però qualche altro test di questa interfaccia per questo post, sono andato sul pannello di controllo, dove questa unità di registrazione compare come "USB 3.0 Capture" e ho scoperto che è configurabile solo mono. Risoluzione 96K ma solo un canale. Per scrupolo ho provato a registrare lo stesso ed è proprio così, se Audacity è settato stereo registra la stessa traccia sui due canali. Cercando su Internet pare che dipenda dal fatto che usano un driver Microsoft per le webcam. Pare proprio che non sia un problema di configurazione, è fatto così. Per registrare video da TV evidentemente a qualcuno basta, perché tra le molte recensioni ne ho trovato solo una che cita questa mancanza.</p><p>Mancanza che però lo rende totalmente inutile per il nostro scopo. Il componente Hifime UR23 rimane l'unica soluzione.</p><p>Nelle immagini che seguono il Video capture in test e le impostazioni sul pannello di controllo.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXA-BSlQZYsXjbD5xPyba27ocSMaf9GwOCmtDWnxoJH9CxKBgxgxFpdh_FVySCgvofqpkvJ74A34nVKV62tFYpxTX0Eff7j0hz9cIswVFvjZzO1Z2vOh8TUElxi5j0oya4UtJonLQvyGDhPhdTMvLT8bnzrinHxJAssajD80s4nRo12DhC9clg0PciYw/s3249/video-capture-3.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2519" data-original-width="3249" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXA-BSlQZYsXjbD5xPyba27ocSMaf9GwOCmtDWnxoJH9CxKBgxgxFpdh_FVySCgvofqpkvJ74A34nVKV62tFYpxTX0Eff7j0hz9cIswVFvjZzO1Z2vOh8TUElxi5j0oya4UtJonLQvyGDhPhdTMvLT8bnzrinHxJAssajD80s4nRo12DhC9clg0PciYw/w400-h310/video-capture-3.JPG" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhse5aMDLvZwnrzVTcaFeHwHBAfajIBybWz2Ins7q48etXr-Okt9EVMqfy9BRGyWpOa1qnl1wFmpyrx1ZPMpQYe53okyp_F7jBHyZa8GUWbBLcb3Ti0V4Wpo3CLw9SBDksCilEpmefRjSZK52d8XgC2mWYVHqBgGbPhdLm5wX0CUNZBjcrMmZIHoMQvtg/s461/video-capture-1.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="461" data-original-width="427" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhse5aMDLvZwnrzVTcaFeHwHBAfajIBybWz2Ins7q48etXr-Okt9EVMqfy9BRGyWpOa1qnl1wFmpyrx1ZPMpQYe53okyp_F7jBHyZa8GUWbBLcb3Ti0V4Wpo3CLw9SBDksCilEpmefRjSZK52d8XgC2mWYVHqBgGbPhdLm5wX0CUNZBjcrMmZIHoMQvtg/s320/video-capture-1.jpg" width="296" /></a></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpF-dU_UKaNereZCMAvJ99gU8YbUQS75MtSmyKvIuQT0wzsOpBL-neBOa-OP0maSd06KtpBi61oYRzgnOfqdCduPtfBt_AZU1P-BYPLdfHTpmUM8yw_R1iuyI5cxYVVwbMVLNd3DuywDT-V0nQ7SO8tIkhK540IrFiahiZ0R6PBpVDO__qyVTjHnQYtA/s453/video-capture-2.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="453" data-original-width="396" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpF-dU_UKaNereZCMAvJ99gU8YbUQS75MtSmyKvIuQT0wzsOpBL-neBOa-OP0maSd06KtpBi61oYRzgnOfqdCduPtfBt_AZU1P-BYPLdfHTpmUM8yw_R1iuyI5cxYVVwbMVLNd3DuywDT-V0nQ7SO8tIkhK540IrFiahiZ0R6PBpVDO__qyVTjHnQYtA/s320/video-capture-2.jpg" width="280" /></a></div><br /><div><b><span style="color: #38761d;"><i>Appendice 2 - Test: effetto del volume della sorgente sulla registrazione</i></span></b></div><div><b><span style="color: #38761d;"><i><br /></i></span></b></div><div>Nei due spettrogrammi che seguono un brano di John Lennon (Cleanup Time) a confronto, registrato prima con il volume di Qobuz prima all'88% e poi al 70%. Come si vede l'azione probabile di taglio dei picchi in saturazione è presente in entrambi.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYhPWSKkmwbEI8eRg2T7isRVokTeyXlSgTG8jt3S2QIGaHlTAFWe3i4ayA-JAdnpZro1_U5YJ2znqNQjQA-ukkWaubExe-pu-ZnXe5v8SXnzjQhNSkrNLP8zT0jJiyQNKBMNvtt9GixDJl0ap49vEPZC5VPqPqo4D9JktG9tFFle7e0tr-hdhH3_7Y8g/s824/lennon-cleanup-time-88.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="824" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYhPWSKkmwbEI8eRg2T7isRVokTeyXlSgTG8jt3S2QIGaHlTAFWe3i4ayA-JAdnpZro1_U5YJ2znqNQjQA-ukkWaubExe-pu-ZnXe5v8SXnzjQhNSkrNLP8zT0jJiyQNKBMNvtt9GixDJl0ap49vEPZC5VPqPqo4D9JktG9tFFle7e0tr-hdhH3_7Y8g/w400-h333/lennon-cleanup-time-88.jpg" width="400" /></a></div><div><br /></div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXayzFspegsoMtZem0ua2soKaLhDNvkm9a8D6BPgv4QBrUsgGg3AChP981rfqX-OU3cDf5i2SbD65Ppc7ecKE49mtyhkncSo2qnUE-R-QtMBmXvk2wsSTGb-ye_3tgGxmKFYPENAPIjALX_Z-wEePbB1HLjRAhoFL3JkOgarCv7cA06U7Dd47TSX9N4g/s900/lennon-cleanup-time-70.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="621" data-original-width="900" height="276" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXayzFspegsoMtZem0ua2soKaLhDNvkm9a8D6BPgv4QBrUsgGg3AChP981rfqX-OU3cDf5i2SbD65Ppc7ecKE49mtyhkncSo2qnUE-R-QtMBmXvk2wsSTGb-ye_3tgGxmKFYPENAPIjALX_Z-wEePbB1HLjRAhoFL3JkOgarCv7cA06U7Dd47TSX9N4g/w400-h276/lennon-cleanup-time-70.jpg" width="400" /></a></div><br />Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-21689529575729443602022-03-27T22:02:00.003+02:002022-03-27T22:02:53.243+02:00"La verità sullo streaming"<p>Questo è il claim in copertina dell'ultimo numero di Audio-Review (440),Il titolo dell'articolo in realtà è un po' diverso (<i>Streaming: Alta Fedeltà ... ma a che cosa?</i>) e punta a dare risposte sui dubbi degli utenti di servizi streaming in merito alla effettiva qualità di quello che le piattaforme trasmettono.<br />In effetti, mentre se guardiamo Netflix quando abbassa la qualità per prestazioni di rete insufficienti, ce ne accorgiamo subito se non vediamo più in HD, mentre in musica non è immediato. Il dubbio che ho sentito più spesso è sulla effettiva qualità in HD di servizi come Qobuz e Tidal, alcuni sospettano che siano semplici upsample di materiale in qualità CD. e non effettive registrazioni HD, Cosa peraltro non difficile da verificare con strumenti anche semplici.</p><p>L'articolo però non prende in esame questo dubbio, e neanche l'alta fedeltà propriamente detta, ovvero la fedeltà rispetto al contenuto musicale originale, ma la fedeltà rispetto al master originale e quindi in sostanza al supporto fisico originale. In effetti le informazioni su quale emissione dello stesso album sia stata inserita nella libreria musicale non si trovano quasi mai e sarebbe meglio che ci fossero, ma in genere non si trovano neanche sui CD fisici e, peraltro, non abbiamo neanche informazioni, se non nel caso di album molto celebri, su quale sia il master migliore (e poi, migliore rispetto a cosa?).</p><p><b><span style="color: #f1c232;">I LUFS, la loudness war e le scelte dei servizi</span></b><br />Il punto centrale analizzato, visto che sul master si può scoprire ben poco, è invece l'impatto che ha sulla differenza lo standard introdotto alcuni anni fa dalla ITU (International telecommunications Union) per normalizzare l'ascolto sui media di diffusione della musica, il LUFS (Loudness Units relative to Full Scale) che misura il volume medio sotto al livello massimo riproducibile (che è 0dB). Il livello medio viene scelto dal servizio, a volte comunicato e a volte no, e a volte l'utente può scegliere tra 2-3 livelli distinti.<br />La qualità dell'ascolto può essere impattata dall'applicazione di questo standard perché in queste operazioni di normalizzazione il servizio potrebbe applicare una compressione dinamica superiore a quella presente sul master (o che sul master non c'era), Questo sia nel caso in cui il volume medio originale sia troppo alto, sia che l'utente scelga un volume superiore al target del servizio. Nel primo caso mantenendo lo stesso range dinamico i "pianissimo" sarebbero troppo bassi ed è necessario un adeguato intervento di compressione. Idem nel secondo caso se il contenuto dinamico dell'originale fosse già compresso mandando i picchi fuori dallo standard.</p><p>Si scopre leggendo l'articolo che riguardo a questi spetti alcuni servizi dichiarano la loro politica riguardo al volume medio misurato in LUFS, e che lo fa in particolare il più diffuso, Spotify. Per altri sono state effettuate misure indipendenti (riportate nel blog del sito <a href="https://www.masteringthemix.com/" target="_blank">Mastering The Mix</a>) che mostrano una certa variabilità di scelte.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVama7BMgih3896iJ4gg1n739C0__Z_g8I8HFyJamo1ABMAyG4eKpwsSmQqB4s7uSN8KrLqXMhEH3vfgZJzbT0iB3xiHJJ57E6yyyKoMuns9lz12HqsK-Jwpmw3fwzn89hxp8DTU6hwv608GUXZw91Op5hDc0C1GrY-8-6ZfCCJ5NsYTBCACJk45iSEA/s2048/qobuz-1.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVama7BMgih3896iJ4gg1n739C0__Z_g8I8HFyJamo1ABMAyG4eKpwsSmQqB4s7uSN8KrLqXMhEH3vfgZJzbT0iB3xiHJJ57E6yyyKoMuns9lz12HqsK-Jwpmw3fwzn89hxp8DTU6hwv608GUXZw91Op5hDc0C1GrY-8-6ZfCCJ5NsYTBCACJk45iSEA/w400-h300/qobuz-1.PNG" width="400" /></a></div><p><b><span style="color: #f1c232;">Mastering specializzato<br /></span></b>Uniformare il volume ha senso evidentemente solo nella diffusione broadcast (streaming o radio) mentre non ha senso nell'ascolto casalingo da un supporto fisico o da contenuti acquisiti in digital download, quindi teoricamente il master engineering e gli studi dovrebbero preparare master specializzati per canale d'ascolto. Impresa non semplice considerando la variabilità delle scelte ed anche il fatto che non siano sempre dichiarate e che sia dichiarato che sarebbero sempre seguite.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">A chi interessa tutto questo?</span></b><br />A leggere l'articolo essenzialmente a chi è abbonato ai servizi che diffondono musica in streaming solo in formato compresso, visto che nella tabella e nelle misurazioni del sito citato prima non sono inclusi Qobuz e Tidal. Ma dovrebbe essere il contrario, visto che le registrazioni in alta definizione dovrebbero logicamente essere accurate anche nel preservare la dinamica del master originale e/o della esecuzione reale e gli utenti di questi servizi vorrebbero essere rassicurati che nulla venga fatto in tal senso.<br />Non possono essere rassicurati perché nessuno dei due pubblica informazioni esaurienti sulla normalizzazione del volume e/o del loudness, Qobuz non da' proprio alcuna informazione in merito, almeo alla data, mentre Tidal adotta la loudness normalisation dal 2017. Il livello scelto da Tidal è -14 LUFS quindi come Spotify Standard, più alto del livello consigliato di -16. Questo fa supporre che una compressione dinamica sia necessaria per contenuti con dinamica estesa, ma non ci sono conferme in merito.<br />Per contro in Qobuz, non essendo dichiarato nulla, il parere prevalente è che non venga svolta alcuna operazione e che i contenuti siano diffusi così come sono archiviati nella libreria musicale.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Vantaggi e svantaggi<br /></span></b>Nella ipotesi che Qobuz non adotti alcuna normalizzazione gli svantaggi possono essere nelle variazioni di volume ascoltando playlist da album diversi e nella difficoltà di ascoltare a volume adeguato in contesti non hi-fi, tipo in cuffia in mobilità, in auto e simili. Mentre ha sicuramente un vantaggio nell'ascolto sull'impianto casalingo dove si può apprezzare il realismo di una dinamica elevata, simile a quella di un evento dal vivo.</p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Le altre differenze<br /></b></span>Preservare la dinamica è importante ma a volte una limitata compressione può portare alla luce particolari che sfuggivano, aumentando il piacere dell'ascolto, qualcosa di simile ad una foto più contrastata rispetto ad una foto "morbida" dello stesso soggetto, Sono molti altri i parametri che rendono diverso l'ascolto della stessa musica, e anche su questi sarebbe interessante fare un confronto tra i due servizi "rivali" che interessano agli audiofili. Impresa non semplice e che deve partire dagli stessi master per essere significativo il confronto, ma che Audio Review si ripromette di fare. Confermando che inizia ad esserci un interesse per lo streaming di qualità anche nel mondo finora piuttosto conservatore degli audiofili.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ2mtqKlXj_zKz2yZaBUUGfsbLCqlxW_YxqZk9iu_G8Ii6L3s-o2pL7ag1y800F3kKQUkEc__Hz41cIwjd580anjlPOoUqvtkz1WfM2iEqE9kHj6-qop3uYw_ap03_kU3QhNCRlgoS6ez4Q2eQVgQAaSNELAvQiZRke8MizyAjSfBNsvMZiNQvNru1KQ/s2048/qobuz-2.PNG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQ2mtqKlXj_zKz2yZaBUUGfsbLCqlxW_YxqZk9iu_G8Ii6L3s-o2pL7ag1y800F3kKQUkEc__Hz41cIwjd580anjlPOoUqvtkz1WfM2iEqE9kHj6-qop3uYw_ap03_kU3QhNCRlgoS6ez4Q2eQVgQAaSNELAvQiZRke8MizyAjSfBNsvMZiNQvNru1KQ/w400-h300/qobuz-2.PNG" width="400" /></a></div><br /><p><br /></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-33511247888593791292022-03-12T18:32:00.003+01:002022-03-27T22:05:40.353+02:00Spotify Hi-Fi in qualità CD? Cinque anni di rinvii.<p>Mentre una parte degli audiofili si dispiace per la transizione all'alta definizione che non arriva mai, anche la transizione dalla musica compressa almeno alla qualità CD non è che stia molto meglio.<br />E' stato annunciato da Spotify nel 2017 come una nuova opzione che avrebbe allineato il servizio ai concorrenti (che proponeva già quasi tutti anche la qualità CD), è rimasto nel limbo fino all'inizio del 2021 quando era annunciata la disponibilità entro la fine dello stesso anno, ma non è successo niente. Ora le ultime notizie lo danno come non pianificato, cioè, non esplicitano che non lo faranno mai, ma non lo fanno lo stesso.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Perché Spotify è importante?</span></b><br />Perché il servizio di streaming nato in Svezia è di gran lunga leader del settore con il 31% del mercato globale, includendo anche Paesi "extra Google" ovvero Cina e Russia. Nel solo nostro mondo "occidentale" (culturalmente parlando) la quota di mercato equivale quasi alla somma del mercato dei servizi streaming delle tre big del web (Apple, Amazon e Google)..</p><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiyx6aS6Qj4CJXs8hsTRKDcGZg5ryTbD0Rs9uYBIvJWV7sBckPAjmCj_zLm8gQ2wRVKE4Y1w2CRmmx1DQ5lSnV3XJTVEy6ihL40NS9k_lRTU--_IxcdcfRSE9b64shkB77_A-fftvcX-07pG0yazXIYrPL4h3wf6R5m0s25_qAMpc2g47RqDO0OzLfCFA=s654"><img border="0" data-original-height="425" data-original-width="654" height="260" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiyx6aS6Qj4CJXs8hsTRKDcGZg5ryTbD0Rs9uYBIvJWV7sBckPAjmCj_zLm8gQ2wRVKE4Y1w2CRmmx1DQ5lSnV3XJTVEy6ihL40NS9k_lRTU--_IxcdcfRSE9b64shkB77_A-fftvcX-07pG0yazXIYrPL4h3wf6R5m0s25_qAMpc2g47RqDO0OzLfCFA=w400-h260" width="400" /></a></div><div><br /></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">Tencent e Netease sono servizi streaming cinesi, Yandex Music è un servizio </span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-size: x-small;">streaming russo. Sono ovviamente rivolti al mercato interno. Dati Q2 2021</span></div><p>Spotify sta inoltre ulteriormente crescendo anche al di fuori della musica, essendo la piattaforma di riferimento per i <span style="color: #cc0000; font-weight: bold;">podcast</span>, il<span style="color: #cc0000; font-weight: bold;"> </span><span>nuovo apprezzatissimo canale per le news e l'intrattenimento (come noto stiamo abbandonando progressivamente la scrittura per tornare gradatamente al "verbo", quindi all'inizio).</span></p><p><span>E' quindi molto importante approfondire le scelte del n.1, tenendo conto che anche due dei tre "followers" sono anch'essi ancora "lossy". Se non si decide ad un passo che peraltro non richiede grandi investimenti avrà i suoi buoni motivi, ed è interessante quindi comprenderli. Che sono di due tipi: economici e tecnici.</span></p><p><span><b><span style="color: #f1c232;">Motivi economici: ma la domanda esiste?</span></b><br />Spotify ha lanciato il progetto Hi-Fi ovvero la disponibilità dell'ascolto lossless, in risposta alla competizione, quasi tutti gli altri servizi stavano proponendo la qualità CD con un sovrapprezzo (e solo a pagamento), un plus che, speravano, avrebbe avuto un riscontro in termini di abbonamento e di fatturato. Per prudenza o forse per motivi organizzativi stavano arrivando comunque tardi e hanno fatto in tempo a verificare che l'attesa domanda e progressivo abbandono della codifica complessa "lossy" premium a favore della qualità CD non c'erano stati.<br /></span></p><p><span>Anzi, i principali promotori (Tidal e Qobuz) hanno rilanciato puntando all'alta definizione, e trovando una nicchia di audiofili interessati che comunque, per quanto piccola, è stata sufficiente per ora per sostenere i costi, garantire un margine e rendere così stabile il servizio (anche con successiva riduzione del prezzo).</span></p><p><span>Per gli utenti generici l'attrattiva si è rivelata trascurabile, per gli stessi motivi già proposti come spiegazione nel post precedente.</span></p><p><span>A fronte di questo traino insufficiente per Spotify poteva essere anche un rischio: è un servizio che è gratuito con pubblicità o premium, il servizio gratuito da' il maggior numero di abbonati, quello premium la maggior parte dei ricavi. Affiancare a premium un'alternativa dichiarata migliore ne abbassa il valore e anche l'attrattiva. In assenza di un vantaggio percepito e condiviso e senza una politica di prezzi aggressiva (= riduzione dei margini) il ritorno economico diventava problematico. Essendo per loro anche più costoso tenendo conto del grande numero di utenti che hanno. Probabilmente hanno fatto 5 anni di risk analysis e il risultato è stato sempre lo stesso.</span></p><p><span><b><span style="color: #f1c232;">Motivazioni tecniche: la percezione della migliore qualità</span></b><br />Sono regolarmente accolte con interesse le continue novità nel settore dei monitor TV (e dei contenuti) o delle fotocamere degli smartphone, senza polemiche sull'interesse delle case produttrici, quindi deve esserci una differenza ed elementi specifici che la generano. </span>Ed in effetti:</p><p></p><ol style="text-align: left;"><li><span>il nostro senso della vista è molto più addestrato ad osservare le differenze rispetto al senso dell'udito, in special modo se utilizzato per seguire suoni "astratti" (la musica) e non rumori e suoni di ambiente</span></li><li><span>la ricerca della "qualità" non è detto che sia la ricerca della "fedeltà" </span></li></ol><div><span style="color: #f1c232;"><b>La fedeltà del suono e la fedeltà delle immagini</b></span></div><div>Cominciamo dal secondo elemento perché influisce anche sul primo. In un test a confronto tra due monitor HD che adottano le ultime innovazioni (4K, HDR, OLED ...) il commesso chiederà certamente "quale le piace di più" dopo aver scelto un video adatto. Non chiederà mai, "quale è più vicino alla realtà". Ed è ovvio perché il video demo, come il 90% dei contenuti video che il cliente guarderà, è stato costruito in un set, che siano serial Netflix o HBO, film, talk show, sia che siano stati registrati in studio, in un luogo selezionato o all'aperto. Il cliente non ha modo di confrontare quello che vede con la scena originale, lo confronta quindi con la sua aspettativa di un video di alta qualità, una scelta estetica, che di solito punta a premiare i colori più vividi e contrastati e la naturalezza dell'incarnato per le persone (la sua personale idea di naturalezza).<br /><br /></div><div>Nella musica, se Hi-Fi ha un senso, il riferimento invece c'è, ed è la ricostruzione di un'esecuzione dal vivo, ma con strumenti acustici, "fedele" nella timbrica, nei dettagli, nella distribuzione spaziale stereo. In tutti gli altri casi, e sempre, per un ascoltatore che non ha mai ascoltato quegli strumenti dal vivo, anche per l'ascolto della musica la scelta è essenzialmente estetica. Difatti anche in questo caso la domanda al cliente che sta facendo una prova è quasi sempre "quale le è piaciuto di più tra l'amplificatore A e l'amplificatore B?".</div><div><br /></div><div><span style="color: #f1c232;"><b>Il criterio non è la fedeltà</b></span></div><div>Il criterio che guida la scelta, questo ha capito probabilmente Netflix, in musica per la clientela di massa non è la fedeltà, certificata da esperti redattori e dalle loro prove d'ascolto, questo poteva essere vero negli anni '70 ma non è più così. Il criterio è la personale estetica del suono che apprezza il cliente, e non la troverà nel passaggio alla qualità CD, anche per la motivazione (1) indicata sopra, ovvero la difficoltà di individuare le differenze in un ascolto veloce. Molto di più farà la scelte delle cuffie stereo.<br />Meglio restare alla qualità premium (320Kbps) risparmiando gli investimenti sulla piattaforma di diffusione della musica in streaming.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">La fedeltà può anche abbassare la qualità percepita</span></b><br />Senza andare lontano, di questo paradosso siamo testimoni tutti quando fotografiamo col nostro smartphone. Il processore interno è programmato proprio per realizzare foto "infedeli", che trasformano un giorno di colori spenti in un giorno di colori accesi, che correggono l'incarnato, che, addirittura, negli ultimi modelli trasformano una scena di notte in scarse condizioni di luce in una scena illuminata. E regalare al possessore immagini che sembrano più vere del vero, come questa che ho scattato io con un iPhone neanche recentissimo, qualche mese fa.</div><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjJTk0Dy5h80wYWRbCjMhEtt5Fi0cDID-dJFtBwvbbVQMoYBv3n_yO90c8BNGF-m9dbb6jPJy8o1orsdt1MBb_uPAzPDgOLJN2RzWr0zXCdhGdpHDhDVYjdrX1NOoGCnLgjyKWe68xd1Lqq4Pn6iXuqRFIR8Wzwcn8w9b7DYTM938aXwvQVCZ6eAXT0ow=s899" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="899" data-original-width="717" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjJTk0Dy5h80wYWRbCjMhEtt5Fi0cDID-dJFtBwvbbVQMoYBv3n_yO90c8BNGF-m9dbb6jPJy8o1orsdt1MBb_uPAzPDgOLJN2RzWr0zXCdhGdpHDhDVYjdrX1NOoGCnLgjyKWe68xd1Lqq4Pn6iXuqRFIR8Wzwcn8w9b7DYTM938aXwvQVCZ6eAXT0ow=w319-h400" width="319" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><div>Il Palazzo delle Civiltà e del lavoro, per i romani il "Colosseo quadrato" all'EUR, in una notte d'estate. La foto non è ritoccata digitalmente, è come è stata scattata con le impostazioni standard dall'ormai vetusto iPhone 8</div><div><br style="text-align: left;" /></div></td></tr></tbody></table><div><b><span style="color: #f1c232;">Succede anche in musica</span></b><br /></div><div>L'alta definizione ha lo scopo di rilevare la maggior parte possibile di particolari del suono originale. Ma non è detto che chi ascolta la musica sia alla ricerca di tutti i particolari e non invece di una musica netta, contrastata, diretta, nella quale gli strumenti fisici o elettronici che siano, si riconoscono bene, che emoziona. Questo è emerso in un esteso test in doppio cieco tenuto anni fa, dove un buon numero di partecipanti al test, specialmente se erano abituati ad ascoltare in cuffia, preferivano l'audio compresso alla qualità CD. E' qualcosa di simile alla preferenza che diamo normalmente ad una foto contrastata rispetto ad una foto a basso contrasto. La seconda contiene più particolari (i mezzi toni) ma appare grigia e meno emozionante (un esempio in Appendice).</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b></div><div>La scelta di Spotify appare logica dal loro punto di vista, sia economicamente che per mantenere il ruolo di preminenza nel mercato. Potrebbe forse fornire anche la qualità CD più avanti, ma solo per uniformarsi ai competitors, </div><div><br /></div><div><b><i><span style="color: #6aa84f;">Appendice</span></i></b></div><div>Per un esempio di foto che perde qualcosa passando da alto contrasto a stampa "morbida" (con più mezzi toni) utilizzo una celebre foto naturalistica di Sebastiao Salgado. La prima qui sotto è l'originale, nella seconda il contrasto è stato ridotto con un editor di immagini digitali schiarendo la scena. Si vedono più particolari del suolo, ma l'immagine è meno emozionante. Lavorando sul negativo la differenza poteva essere anche molto più visibile.</div><div><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhcMvkFYS_h4AoeGtnYcK1Y235XZq030jKLVQpcDMOO9nLgSZTnk4iBCm2qmHrGF27KdgUR4JFmDVWZYSNM9e_l8oT9bXrxkbDMWmwwODfEe2LxiQjGUBU53VrEq5UqETHuMen-SH-8ku1u6OG3nxAOGpmMpCEpAYjq2mMqHAftNXazIYWEIx_OC9nSCg=s1200" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="878" data-original-width="1200" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhcMvkFYS_h4AoeGtnYcK1Y235XZq030jKLVQpcDMOO9nLgSZTnk4iBCm2qmHrGF27KdgUR4JFmDVWZYSNM9e_l8oT9bXrxkbDMWmwwODfEe2LxiQjGUBU53VrEq5UqETHuMen-SH-8ku1u6OG3nxAOGpmMpCEpAYjq2mMqHAftNXazIYWEIx_OC9nSCg=w400-h293" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgANmyX74EPHWSO_8CAoqrMgQpnEWPhwIFrHieR9cu38XQX3ha1tsS8OwewYXYU-GvuS1-eh9vDjq_OubHjGoxOO9amQuG-ZsdCyhHRyqFGLz8rY7E8XgmGDOHZifIswONv1dAvA4SgLoKRrkR4xwjKa9pkRRPr9lIbHNBBv1k4xDknjNbKp6JfLSt59g=s1200" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="878" data-original-width="1200" height="293" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgANmyX74EPHWSO_8CAoqrMgQpnEWPhwIFrHieR9cu38XQX3ha1tsS8OwewYXYU-GvuS1-eh9vDjq_OubHjGoxOO9amQuG-ZsdCyhHRyqFGLz8rY7E8XgmGDOHZifIswONv1dAvA4SgLoKRrkR4xwjKa9pkRRPr9lIbHNBBv1k4xDknjNbKp6JfLSt59g=w400-h293" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div><br /></div><div><br /></div><p></p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-38922781224356285982022-02-27T23:03:00.005+01:002022-03-11T00:32:58.903+01:00L'alta definizione ha un futuro?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgAmNuqz_ahx0YfdasscSnBcemQWAfHnyB3PNuSY18ExXM9HZew4kq7V4pQYYSYRKxux3u7oNZosXryf-7Gkwjk8ricBt9r1aylKd9tU2qf-virvsVzd_p39UlXdAb6tYqAS7DRCgWSjqv1jtkg5hQoumrIOyRezhVhBVMrI-XWaQoK96JLwXjoIV_jFQ=s298" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="298" data-original-width="298" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgAmNuqz_ahx0YfdasscSnBcemQWAfHnyB3PNuSY18ExXM9HZew4kq7V4pQYYSYRKxux3u7oNZosXryf-7Gkwjk8ricBt9r1aylKd9tU2qf-virvsVzd_p39UlXdAb6tYqAS7DRCgWSjqv1jtkg5hQoumrIOyRezhVhBVMrI-XWaQoK96JLwXjoIV_jFQ=w200-h200" width="200" /></a></div>Sarebbe più giusto chiamarla <b><span style="color: #990000;">alta risoluzione</span></b>, visto che il logo ufficiale è Hi-Res Audio. E' commercializzata da 20 anni ormai, ma è ancora la nicchia di una nicchia, quella dei cosiddetti "audiofili", possessori di impianti stereo di variabile complessità e impegno economico, unici interessati. Che già sappiamo che sono pochi ed in maggioranza di età matura ed oltre. Si riconoscono perché sono tutti quelli che hanno un DAC, un oggetto con molti produttori e molta offerta, che ha senso logico acquistare solo da parte di chi ha contenuti in alta definizione, quindi album ottenuti in download o diffusi in streaming dai servizi HD.<p></p><p>Una situazione anomala, le innovazioni tecnologiche destinate al mercato consumer hanno solo due esiti: il successo, sostituendo o marginalizzando la tecnologia precedente, o il flop, e vent'anni sono tanti. In questo periodo abbiamo assistito ad esempio al flop della televisione 3D o del multicanale in musica (quello solo per la musica) o al successo totale degli smartphone o quello quasi totale della musica digitale sui supporti fisici digitali (decisamente marginalizzati) o quello, totale, della fotografia digitale, dove la produzione di apparecchi analogici è addirittura cessata (vedi post precedente).</p><p><b><span style="color: #bf9000;">I paradossi dell'alta definizione</span></b><br />Una situazione peculiare e anche paradossale per diversi motivi:</p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>I possibili fruitori di contenuti HD sono una minima minoranza sul totale dei fruitori di musica, ma una gran parte delle nuove uscite e delle riedizioni di album è <b><span style="color: #990000;">Hi-Res</span></b></li><li>La tecnologia precedente, in termini di risoluzione, risale ad ulteriori 20 anni prima, giusto 40 anni alla data di questo post, un'era geologica nel campo dell'informatica e del digitale</li><li>Il congelamento riguarda solo i fruitori, chi produce musica usa l'alta e altissima risoluzione da sempre, man mano che è stata disponibile. </li><li>Come conseguenza, il costo all'origine dei contenuti in Hi-Res e il medesimo, per i produttori, del costo dei contenuti in qualità CD o compresso.</li><li>Anche dal lato dei fruitori la riproduzione in Hi-Res dai device più diffusi (gli smartphone) avrebbe un costo nullo, non richiederebbe alcuna sostituzione. E gli smartphone potrebbero fungere da lettori anche per impianti tradizionali.</li><li>Alla fine degli anni '70 praticamente in ogni casa che aveva una sala e un televisore (a colori nel secondo quinquennio) era presente la "catena hi-fi" spesso mono-fornitore e non di qualità eccelsa, ma comunque superiore (e di molto), se ben installata, a uno smartphone collegato a uno speaker bluetooth. Era uno status-symbol ma anche la testimonianza del valore che si dava alla musica in famiglia. Ma dagli anni '90 in poi questi impianti sono finiti in cantina, o peggio, e mai più sostituiti.</li></ul><div>Una transizione che sarebbe stata impegnativa e costosa (ma neanche più di altre) nel 2000 del lancio (fallito) del SACD ma che da molti anni sarebbe a costo anche zero e disponibile per tutti.<br />Ma che non avviene. Proviamo a individuare i possibili motivi.</div><div><span style="color: #990000;"><br /></span></div><div><b><span style="color: #990000;">1. L'interesse economico di case discografiche e produttori di hardware</span></b></div><div>Per anni avete letto che l'alta definizione in musica era tutta una speculazione delle case discografiche e dei produttori di hardware per vendere qualcosa che non serviva. Non sarebbe uno scandalo perché il mercato dell'entertainment funziona così e i produttori non sono società no profit, e certo all'inizio questo è stato l'intento. Ma il primo tentativo è andato a vuoto (SACD e DVD-Audio) e i successivi (Dual Disc, Pure Blu Ray) sono rimasti ignoti ai più. </div><div><br /></div><div>A questo punto le case discografiche avrebbero dovuto far riconoscere il valore dell'HD ad una platea il più possibile vasta avendo anche il vantaggio che nel frattempo era diventata solo "liquida", dematerializzata, con costi pressoché nulli di produzione dei file audio e da bassi a nulli per i clienti. Ma non ci hanno neanche provato, hanno beneficiato solo delle iniziative dei produttori hardware di DAC e poi di quelle dei servizi streaming HD, indirizzando solo il target audiofili. <br />Per la clientela di massa la mancanza di un supporto fisico che rappresenta in modo tangibile l'elevamento di qualità è stato considerato (o è stato nei fatti) un ostacolo insuperabile per puntare al successo. Ed infatti, alla fine, per trovare un oggetto tangibile che testimoni l'elevamento della qualità hanno dovuto rispolverare il vinile, rimasto miracolosamente in vita grazie all'opera di ostinati (e fortunati) appassionati della musica analogica e senza alcun merito delle case discografiche e dei grandi produttori di hardware.</div><div><br /></div><div>Sul lato dei produttori di hardware a frenare ogni iniziativa dopo i flop degli anni zero è stato l'avvento dello smartphone. Un oggetto che poteva tranquillamente suonare anche i file HD con solo pochi interventi, li tagliava in prospettiva fuori dal mercato di massa. Non hanno fatto quindi alcun investimento, anche perché le major non si muovevano e si sono dedicate al mercato degli audiofili e dei proprietari di impianti producendo DAC e streamer, rinunciando al mass market.</div><div><br /></div><div>Quindi Motivo n.1: Nessuna promozione verso il grande pubblico</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #990000;">2. Una tecnologia obsoleta, ma non si vede</span></b><br />Premesso che ci sono tecnologie e pratiche obsolete che ci affascinano e hanno un mercato (vedi la cucina regionale o le moto Harley-Davidson) qui la tecnologia obsoleta è una tecnologia digitale, e il grado di obsolescenza è veramente enorme (guardate il bitrate) confrontato con l'evoluzione di un'altra tecnologia digitale e informatica come il PC.</div><div><br /></div><div><div align="center"><table border="1"><tbody><tr><td bgcolor="#000080" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b><span style="color: #2b00fe;"><font face="Arial" size="2">Anno</font></span></b></p></td><td bgcolor="#000080" width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b><span style="color: #2b00fe;"><font face="Arial" size="2">Utente Musica</font></span></b></p></td><td bgcolor="#000080" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><span style="color: #2b00fe;"><b><font face="Arial" size="2">Bit Depth</font></b></span></p></td><td bgcolor="#000080" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b><span style="color: #2b00fe;"><font face="Arial" size="2">Sample Rate</font></span></b></p></td><td bgcolor="#000080"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b><span style="color: #2b00fe;"><font face="Arial" size="2">Bit Rate</font></span></b></p></td></tr><tr><td align="center" height="23" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">1982</font></p></td><td height="23" width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">Consumer</font></p></td><td align="center" height="23" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">16 bit</font></p></td><td align="center" height="23" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">44,1 kHz</font></p></td><td align="center" height="23"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">1.411 bps</font></p></td></tr><tr><td align="center" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">1982</font></p></td><td width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">Studio di registrazione</font></p></td><td align="center" height="23" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">16 bit</font></p></td><td align="center" height="23" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">44,1 kHz</font></p></td><td align="center" height="23"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">1.411 bps</font></p></td></tr><tr><td align="center" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">2022</font></p></td><td height="23" width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">Consumer</font></p></td><td align="center" height="23" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">16 bit</font></p></td><td align="center" height="23" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">44,1 kHz</font></p></td><td align="center" height="23"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">1.411 bps</font></p></td></tr><tr><td align="center" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">2022</font></p></td><td width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">Consumer HD</font></p></td><td align="center" height="23" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">24 bit</font></p></td><td align="center" height="23" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">192 kHz</font></p></td><td align="center" height="23"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">4,608 bps</font></p></td></tr><tr><td align="center" width="48"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">2022</font></p></td><td width="146"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">Studio di registrazione</font></p></td><td align="center" height="23" width="71"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">32 bit</font></p></td><td align="center" height="23" width="87"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">384 kHz</font></p></td><td align="center" height="23"><p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><font face="Arial" size="2">24.576 bps</font></p></td></tr></tbody></table></div><div><br /></div></div>
<div align="center"><table border="1">
<tbody><tr>
<td width="48">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b><span style="color: #2b00fe;">
<font face="Arial" size="2">Anno</font></span></b></p></td>
<td width="88">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b>
<font color="#2B00FE" face="Arial" size="2">PC </font></b></p></td>
<td width="77">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b>
<font color="#2B00FE" face="Arial" size="2">CPU </font></b></p></td>
<td width="81">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b>
<font color="#2B00FE" face="Arial" size="2">RAM</font></b></p></td>
<td>
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;"><b>
<font color="#2B00FE" face="Arial" size="2">Disco</font></b></p></td>
<td>
<b><font color="#2B00FE" face="Arial" size="2">Tecnologia </font>
</b></td>
</tr>
<tr>
<td align="center" height="23" width="48">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">1982</font></p></td>
<td height="23" width="88">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">PC IBM </font></p></td>
<td align="center" height="23" width="77">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">2.9 MHz</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="81">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">16-128 KB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">160KB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">Floppy Disk</font></p></td>
</tr>
<tr>
<td align="center" height="23" width="48">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">1983</font></p></td>
<td height="23" width="88">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">PC IBM XT</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="77">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">3.1 MHz</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="81">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">128-640 KB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">10 MB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">HDD</font></p></td>
</tr>
<tr>
<td align="center" width="48">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">2020</font></p></td>
<td height="23" width="88">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">Notebook i5</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="77">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">2.4 GHz</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="81">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">4 GB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">500 GB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">HDD</font></p></td>
</tr>
<tr>
<td align="center" width="48">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">2022</font></p></td>
<td width="88">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">Notebook i7</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="77">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">2.9 GHz</font></p></td>
<td align="center" height="23" width="81">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">8 GB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">250 GB</font></p></td>
<td align="center" height="23">
<p style="margin-left: 2px; margin-right: 2px;">
<font face="Arial" size="2">SDD</font></p></td>
</tr>
</tbody></table>
</div>
<div><br /></div><div>L'evoluzione non è stata così clamorosa come per le memorie e la potenza dei computer, ma è comunque sempre più di 6 volte per gli utenti che ascoltano in HD e oltre 17 volte per gli studi di registrazione più attrezzati (ovviamente in crescita, considerando che i codec con queste prestazioni sono ormai in produzione di massa).<br />E' veramente difficile pensare che a fronte di questo aumento di prestazioni non ci sia stato un aumento di qualità (quello che abbiamo sperimentato in modo estremamente elevato nei PC e negli smartphone ma anche nei monitor TV) anche perché l'evoluzione nel settore professionale è stata sempre seguita. </div><div><div><div><br /></div><div>La differenza però è che questo salto tecnologico non si "vede" nel senso che non è facile percepire la differenza, come conseguenza, ascoltare oggi un file audio su un PC con la tecnologia di 40 anni fa non è come guardare i film in casa con un televisore a colori a tubo catodico degli anni '80. </div></div><div><br />Motivo n.2: L'audio del 1982 è invecchiato ma non si vede. Non crea imbarazzo e "bisogno" di sostituzione.</div></div><div><br /></div><div><span style="color: #cc0000;"><b>3. La musica è cambiata</b></span></div><div>La musica negli anni '70 era diventata centrale nel settore dell'entertainment, confinante in questo caso con l'arte: una esplosione di creatività, la riscoperta quasi di massa della musica classica e poi della musica barocca, il movimento progressive con suoni e arrangiamenti sempre più elaborati, le musiche del mondo da scoprire. L'impianto stereo di qualità era una necessità assoluta per apprezzare il progressive, popolarissimo e seguitissimo, e lo stesso valeva per la classica. <br />Passano gli anni e la centralità della musica è insidiata e poi superata dal gaming, dalla musica in mobilità con il Sony Walkman, e la qualità diventa un'esigenza sempre più trascurabile con il punk, l'hip-hop e il rap, per il quale basta il "boombox" (in Italia "il bambino"), lo stereo compatto ma ipertrofico con i bassi gonfiati. La musica è accompagnamento, sottofondo e consumo, sempre meno solo quelli che l'ascoltano come opera d'arte da ascoltare con attenzione e quasi con sacralità. Il formato "album" inizia il suo percorso di marginalizzazione.</div><div><br /></div><div>Motivo n.3: La musica non è più centrale, da ascoltare con sacralità, si perde anche interesse all'ascolto in stereo, come può suscitare interesse di massa lo stereo Hi-Res? </div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-0yvQo7W8w8orFfkEAq-DKe_E1luE87LoQ4AHD345ufncMg2gRC1yu02qnKijclGTUVytB-8FlNtw_7oPg6840TFKlMsE1355XhmWdFMFQMY89YM7G3gbVVWeXef_JD0VT5H3HH_O5V00QLoVQvGGzhWSurJqe8_huNu7CRcPLqlisl215Ps3ODjCog=s567" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="427" data-original-width="567" height="301" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi-0yvQo7W8w8orFfkEAq-DKe_E1luE87LoQ4AHD345ufncMg2gRC1yu02qnKijclGTUVytB-8FlNtw_7oPg6840TFKlMsE1355XhmWdFMFQMY89YM7G3gbVVWeXef_JD0VT5H3HH_O5V00QLoVQvGGzhWSurJqe8_huNu7CRcPLqlisl215Ps3ODjCog=w400-h301" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un boombox anni '90 in azione (<i>immagine 123RF- thumbnail size 1/10</i>)</td></tr></tbody></table><br /><div><span style="color: #cc0000;"><b>4. L'alta fedeltà è diventata un mondo chiuso</b></span></div><div>Quando l'alta fedeltà era di moda e in ogni salotto c'era un impianto (magari super-economico) la tecnologia affascinava e più o meno tutti conoscevano il significato del termine bass-reflex. Negli anni successivi l'alta fedeltà è diventata elitaria, "esoterica", hi-end. Di questo mondo di impallinati arrivano solo alla massa delle persone già meno interessate alla musica perché impegnate in altre passioni, vaghe notizie di costi stratosferici e dimensioni concepite per villoni da oligarchi russi.<br /><br />Il che però è anche comprensibile se si legge Audio Review negli ultimi due numeri (438 e 439) dove venivano presentati un paio di diffusori dal costo di 65.000 € e dal peso di 140 Kg l'uno e nel secondo di un finale mono (ne servono quindi due) dal costo complessivo di più di 50.000 € e dal peso di 60 Kg ciascuno (erano i diffusori Albedo Acclara Diamond e l'amplificatore Audia Fight Strumento n.8, entrambi prodotti italiani). Componenti sicuramente validi, dal costo e inserimento inconcepibili per una persona normale e presentati nella recensione come in grado di far scoprire veramente la musica senza nascondere nulla di quanto registrato. Il che però significa che impianti e componenti di minor costo (ma sempre fuori portata per quasi tutti) sono lontani dal massimo. Che peraltro, leggendo le riviste, è molto erratico.</div><div><br /></div><div>L'utente medio inevitabilmente pensa: se ascoltare la musica realmente in stereo hi-fi è qualcosa per me irraggiungibile, e anche facendo uno sforzo sarei comunque molto lontano dal top, rinuncio e mi tengo le mie cuffie Beats collegate allo smartphone, con le quali secondo me si sente benissimo. Questo pensa l'utente potenziale medio.</div><div><br /></div><div>Motivo n.4. L'interesse per l'alta fedeltà, obiettivo irraggiungibile e pure incerto, è ai minimi storici</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #cc0000;">5. Non si sente la differenza</span></b></div><div>E questo è normalmente considerato il motivo principale, ma deriva in realtà, a mio parere, dai primi quattro. Certo non è immediato percepirla come per un monitor TV HD o 4K rispetto ad uno di 15 anni fa (anche perché vengono usati per confronto video studiati allo scopo), ma se: </div><div>1) nessuno fa pubblicità alla nuova tecnologia, </div><div>2) la differenza non si vede, non faccio la figura di un pezzente come quello che ha ancora la TV LCD di 15 anni fa, </div><div>3) la musica che mi piace la sento benissimo così, </div><div>4) è qualcosa che riguarda solo quegli impallinati dell'alta fedeltà, costa un boato di soldi </div><div>non mi interessa neppure cercarla questa fantomatica differenza.</div><div><br /></div><div><span style="color: #f1c232;"><b>In sintesi</b></span></div><div>Dalle considerazioni fatte e dai molti elementi che le supportano appare improbabile una transizione di massa al nuovo standard, al massimo (ma non è certo) si potrà assistere al superamento della musica compressa (che è compressa rispetto al CD) rendendo universale il formato CD 16/44.1 per tutti gli usi audio. Mentre lo Hi-Res Audio rimarrà, perché a differenza degli altri standard precedenti abbandonati non ha costi da sostenere per mantenerlo in vita, ed anche perché è lo standard utilizzato nelle registrazioni del 99,9% della musica che ascoltiamo, e rimarrà di interesse solo per la nicchia degli appassionati audiofili.</div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-4675172914293249082022-01-12T23:20:00.002+01:002022-01-12T23:20:28.936+01:00Come ascoltare (bene) con le cuffie stereo<p>L'ascolto in ambiente è normalmente preferito all'ascolto in cuffia, essendo più naturale, più vicino all'ascolto del vivo, mentre le cuffie stereo sono di solito riservate all'ascolto approfondito, sia per una maggiore conoscenza di un brano, sia per motivi professionali.</p><p>Eppure due buone cuffie stereo, possibilmente con un amplificatore specializzato e dedicato, consentono di raggiungere, su molti parametri, una qualità del suono che per un impianto completo, con amplificatore e casse acustiche, richiede investimenti anche di 5 o 10 volte tanto.<br />Non per tutti i parametri purtroppo, perché l'ascolto in cuffia taglia fuori, per intuibili motivi, tutte le informazioni di "ambienza" ovvero i tempi di propagazione delle onde sonore e la loro direzione, le riflessioni nell'ambiente, il ruolo dell'orecchio esterno, quindi le informazioni che il nostro raffinato sistema uditivo ha sviluppato per individuare l'origine dei suoni. Un'esigenza fondamentale per l'evoluzione della specie, essendo l'homo sapiens fin dai primordi sia cacciatore che preda.</p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh3p3UE2aa1wuzCVmhnhGF2EXwwXm8ILzXeh2sFep2Y0tC3m_XbLmU2Je4prr2oPaOVPreURIQG_zGdXGuSy_FClkTscA-8Hx8Kw0wP1CqjSOrIK7_YR1AXnPz4nGGQI7j4TDh3jRUmyuhG9eWuhT1bqu2TbVxZUD1ALGOf-2AWmZw7fzE6q8XKZQKX-Q=s700" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="593" data-original-width="700" height="339" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh3p3UE2aa1wuzCVmhnhGF2EXwwXm8ILzXeh2sFep2Y0tC3m_XbLmU2Je4prr2oPaOVPreURIQG_zGdXGuSy_FClkTscA-8Hx8Kw0wP1CqjSOrIK7_YR1AXnPz4nGGQI7j4TDh3jRUmyuhG9eWuhT1bqu2TbVxZUD1ALGOf-2AWmZw7fzE6q8XKZQKX-Q=w400-h339" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le Grado SR 80, le cuffie usate per il test del Meier Crossfeed</td></tr></tbody></table><p>In un impianto stereo le informazioni di ambienza sono riprodotte grazie alla presenza di due sorgenti sonore posizionate opportunamente, delle riflessioni della stanza e dal fatto che ovviamente le nostre orecchie sono libere di ricevere tutti i suoni, e anche di ascoltarli da direzioni diverse muovendo il capo (anche questo aiuta a riconoscere l'origine di un suono, e difatti lo facciamo istintivamente quando cerchiamo di individuarlo).</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Ma ascoltare bene in cuffia si può</span></b><br />Ed è molto utile perché ci sono molte situazioni in cui può servire, quando l'impianto non è agibile, quando siamo per un certo periodo in un'altra casa o in viaggio per lavoro, quando non si può ascoltare con l'impianto, per esempio di notte. Servono, in sintesi, due cose:</p><p></p><ul style="text-align: left;"><li>un buon set di ascolto (cuffie + sorgente) e un audio da ascoltare di qualità</li><li>un sistema efficace per ricostruire almeno in parte l'ambienza</li></ul><div><b><span style="color: #f1c232;">Il set di ascolto in cuffia</span><br /></b>Ovviamente ci sono molte alternative, quello che illustro è il set che ho usato per provare il sistema di ricostruzione dell'ambienza. Un set semplice, economico e facilmente replicabile, costituito da:</div><div><ul style="text-align: left;"><li>un notebook Windows (HP i5 con Windows 10)</li><li>un music player software (Foobar2000 rel. 1.6.2)</li><li>un DAC con uscita cuffia (S.M.S.L. M3)</li><li>una cuffia dinamica di buona qualità (Grado Prestige SR 80)</li></ul></div><p></p><p>DAC e cuffie potrebbero essere di livello superiore o potrebbe essere anche aggiunto un amplificatore specializzato per l'ascolto in cuffia, pilotato dal DAC. L'importante è che gli altri parametri di ascolto che la cuffia può garantire: bassa distorsione, dinamica, estensione sui bassi, timbrica corretta ecc. siano di elevato livello e quindi in grado di supportare gli interventi migliorativi sull'ambienza. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il sistema di ricostruzione dell'ambienza</span></b><br />L'unico intervento che si può fare è sul tempo di propagazione delle onde sonore nei due canali, ovvero la ricostruzione del <b><span style="color: #cc0000;">crossfeed</span></b>. Il crossfeed (incrocio delle sorgenti del suono) è ciò che avviene in un impianto stereo e costituisce il principale mezzo col quale nell'ascolto hi-fi riusciamo a ricostruire la direzione del suono: il suono emesso dalla cassa destra si ascolta, attenuato e ritardato, anche dall'orecchio sinistro e viceversa. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">I filtri "natural crossfeed"</span></b><br />Ricostruire questo fenomeno nell'ascolto in cuffia (dove ovviamente ogni orecchio ascolta solo la sua cuffia, nello stesso istante) è qualcosa che è stato tentato da decenni, anche nel mondo analogico mediante un semplice mix dei due canali in misura percentuale. Una funzione presente in molti amplificatori d'annata, come ad esempio il Dynaco SCA-80. In questo modo però viene aggiunto un suono attenuato e ritardato anche ai suoni (e agli strumenti) che sono registrati al centro, introducendo una interferenza che peggiora la qualità del suono,<br />Sono stati sviluppati e realizzati nel mondo digitale filtri più complessi e raffinati, che individuano il suono dei diversi strumenti, la loro presenza sui canali destro e sinistro e la loro posizione in un arco di 180°. Una volta individuati, applicano l'intervento in modo proporzionale, ricreando in modo più preciso l'effetto crossfeed. Si chiamano quindi filtri "natural crossfeed"</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il filtro Meier-Audio Crossfeed</span></b><br />Un filtro natural crossfeed molto apprezzato è quello sviluppato dalla casa tedesca Meier-Audio per la sua linea di amplificatori per cuffie Corda. Un benemerito sviluppatore finlandese con nickname Case ha realizzato in software questo filtro come component (plug-in) per Foobar2000, quindi gratuito con licenza ISC, e ci consente quindi di provare e, come vedremo, apprezzare, l'efficacia di questo sistema per rendere più gradevole, e concorrenziale con l'impianto come risultato e piacere d'ascolto, l'ascolto in cuffia.<br />Sul sito di Meier-Audio, a <a href="http://www.meier-audio.homepage.t-online.de/crossfeed.html" target="_blank"><b>questo link</b></a>, sono spiegati con maggiore dettaglio i principi di realizzazione e di funzionamento del filtro e la sua efficacia con alcuni esempi da ascoltare.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Prove di ascolto in natural crossfeed</span></b><br />Dopo aver installato su Foobar2000 il component <b><span style="color: #cc0000;">Meier Crossfeed DSP</span></b> (foo_dsp_meiercf) l'azione da fare è attivare in playback su Foobar2000 la funzione DSP Manager, selezionare il Meier Crossfeed e scegliere la sua intensità di intervento. Comando:<br />File > Preferences > Playback> DSP Manager > Meier Crossfeed. </p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiNdqU8O10TnCnuOmiOLHynaXwD2wA3ptmqm0E-GgMHGWkvJ-jEOvETYpKGWfCckWROLlj-fC3H3oekG61h8o3z8B1o6vFxBIwew6sR-SewOcfMYcqYCBBYbxOy0x2aN3eNE6_Ztq32u_8fk1ctQcPJergYAYObr9_6wyuxuzo0Neh85Nnja6QvG4S9vg=s1132" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="614" data-original-width="1132" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiNdqU8O10TnCnuOmiOLHynaXwD2wA3ptmqm0E-GgMHGWkvJ-jEOvETYpKGWfCckWROLlj-fC3H3oekG61h8o3z8B1o6vFxBIwew6sR-SewOcfMYcqYCBBYbxOy0x2aN3eNE6_Ztq32u_8fk1ctQcPJergYAYObr9_6wyuxuzo0Neh85Nnja6QvG4S9vg=w400-h217" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Applicando la sequenza di comandi riportata sopra si apre il pop-up con il cursore che consente di regolare da 0 a 100 l'effetto del filtro crossfeed</td></tr></tbody></table><p>Come audio musicale ho scelto una esecuzione acustica: è più facile individuare la provenienza di strumenti acustici che di strumenti elettronici, e quindi sembra più adatta a evidenziare l'efficacia del filtro, ho scelto un'esecuzione dal vivo, che di solito è meno soggetta a interventi in mastering e quindi ha una probabile maggiore quantità di informazioni sulla direzione dei vari suoni. Tra le molte alternative ne ho scelta una con pochi strumenti e universalmente nota per essere una delle migliori registrazioni dal vivo di sempre, ovvero Sunday At The Village Vanguard del trio di <span style="color: #cc0000;"><b>Bill Evans</b></span>, che ho anche in alta definizione 24/88.2. </p><p>Ho messo quindi il software nelle condizioni ideali ma, nonostante ciò, non ero molto ottimista sul risultato perché, provando a suo tempo analoghe applicazioni per migliorare l'ascolto in cuffia (per iPad e anche per Foobar), avevo fatto molta fatica ad individuare i miglioramenti promessi.</p><p><b><span style="color: #04ff00;">Bill Evans Trio - Sunday At The Village Vanguard (Solar)</span></b><br />Ho quindi iniziato l'ascolto della esecuzione del trio di un brano di Miles Davis particolarmente efficace, utilizzato anche per alcuni test su AudioStream (che mi hanno dato l'idea). Mettendo l'effetto del filtro al minimo l'ascolto è decisamente poco realistico: il contrabbasso di Scott La Faro arrivava tutto nell'orecchio destro, poco sopra la mia testa, davanti ci sono la batteria e i piatti di Paul Motian e a destra a circa ore 3 il piano di Bill Evans. Come se fossi sul palco del Village Vanguard Club in mezzo a loro tre, ma con Scott La Faro che suona rivolto verso di me piuttosto che verso il pubblico. </p><p>Spostando il cursore verso il massimo invece si avvertiva distintamente l'effetto del recupero del crossfeed: il contrabbasso arretrava e si poneva alla sinistra della batteria, un po' più avanti, e lo stesso il piano sulla destra, senza nessun effetto sulla qualità del suono, che restava magnifico e consentiva di apprezzare l'inesauribile fantasia espressa da Scott in questo brano e in queste sessioni, con il suo strumento distinguibile nota per nota, oltre alla maestria di Evans e Motion. Un ascolto che diventava ora gradevole e anche rilassante, perché la mente non doveva sforzarsi di riposizionare con l'immaginazione gli strumenti secondo la logica e la realtà.</p><p><b><span style="color: #04ff00;">Amber Rubarth - Sessions from the 17th Ward (vari brani)</span></b><br />Questa musicista folk americana difficilmente la conoscete, ho questo album in HD perché è stato registrato con la testa artificiale dalla Chesky Record ed ero curioso di verificare il realismo che questa tecnica dovrebbe consentire di raggiungere. Un album comunque piacevole, ma l'effetto non lo sentivo proprio, sembrava di essere in ginocchio davanti alla cantante e chitarrista, e i due altri strumentisti ai lati, un po' dietro. Molto meglio con le casse, ma bisognava spostarle ai lati del punto d'ascolto, non molto pratico. <br />Con il crossfeed al massimo l'effetto si riduce, ma senza sparire del tutto: gli strumenti di accompagnamento vanno ora al loro posto a fianco di Amber (come nelle foto sul disco) e la cantante è più arretrata ma sempre un po' alta e un po' vicina. Si cambia di poco. Probabile conseguenza dell'utilizzo di questa tecnica di ripresa del suono</p><p><b><span style="color: #04ff00;">Diana Krall - Turn Up the Quiet (Like Someone In Love, Isn't It Romantic)</span></b><br />Nella presentazione del DSP Meier-Sound preavvertiva che il miglioramento è meno avvertibile su musica registrata già in modo naturale, senza artifizi, insomma con registrazioni moderne. Ho provato quindi un album recente di Diana Krall, anche questo solo acustico, stavolta in 16/44.1, rippato dal CD. Effettivamente il miglioramento è meno clamoroso, il contrabbasso è registrato evidentemente vicino alla musicista canadese (come avviene nei concerti dal vivo visibili su DVD) e quindi è già a posto, ma proseguendo nell'ascolto, in particolare nel secondo brano, il pianoforte, troppo spostato a destra, torna dove dovrebbe stare (ovvero assieme alla voce della pianista e cantante) e anche la chitarra sulla sinistra torna al suo lato ma più vicino, Minor impatto immediato ma preferenza netta per l'uso del crossfeed. Da notare anche la voce di Diana particolarmente affascinante e presente, in primo piano in questo ascolto in cuffia, probabilmente un effetto "mono" dovuto anch'esso dalla correzione del crossfeed.</p><p><b><span style="color: #04ff00;">R.E.M. - Out Of Time (Half A World Away, Belong)</span></b><br />Restava da provare musica non acustica dove mi attendevo, da premesse, un effetto meno marcato. E' stato così per il primo brano scelto, dove il miglioramento più che sulla posizione degli strumenti e suoni vari di completamento, era sulla maggiore compattezza del fronte sonoro, che sembrava meno "scollato", ma non era una differenza molto significativa. Più marcato l'intervento su Belong, che inizia con applausi ritmati e piccole percussioni su entrambi i lati, che senza correzioni apparivano ai due lati e con il crossfeed tornavano nel fronte sonoro che era così ricompattato e più realistico, ricreando l'effetto stage.</p><p><b><span style="color: #04ff00;">Beatles - Rubber Soul (Girl)</span></b><br />Rimaneva però la curiosità di provare l'intervento con una celebre incisione stereo "anni '60" con effetto stereo portato all'estremo (anche per farlo percepire dagli impianti casalinghi dell'epoca: non tutti avevano un impianto Marantz-AR, c'erano anche i mobili Grundig). In Girl di John Lennon, in particolare, la voce di John era stata posta nel master stereo sul lato destro, isolata, sul sinistro le chitarre (inclusa la sua) e il basso, e il coro a destra-centro. Operando sul crossfeed (vicino al massimo) il risultato è notevole e il fronte sonoro si ricompone in una immagine quasi realistica, con i musicisti davanti a noi da destra a sinistra in fronte compatto. Meglio anche della incisione mono che molti preferiscono, per i motivi citati prima.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b><br />Adottare un sistema di recupero del crossfeed è sicuramente consigliabile, e questo plug-in disponibile con Foobar2000 è senza dubbio efficace, ed ha anche il vantaggio di non costare nulla. Una possibile criticità segnalata da alcuni è un peggioramento della definizione quando si applica il cossfeed al massimo. In altre parole, si perde qualcosa della direttività che consente di ascoltare con grande attenzione ogni dettaglio di suono, l'ascolto "monitor" tipico delle cuffie. Durante i test non ho in realtà mai avvertito questa limitazione, dovrei fare delle prove più approfondite con la cuffia elettrostatica, ma nel caso lo si avverta la soluzione è semplice: si porta il potenziometro virtuale del filtro verso lo zero.<br /><br />Questo significa che bisogna regolare l'effetto per ogni brano? Teoricamente sì, per ottenere il massimo bisognerebbe anche trovare nel brano le parti maggiormente soggette a miglioramento. <br />Ma così si perde il piacere di scoprire un nuovo album, ascoltando con rilassata continuità quindi il consiglio è di passare dalla teoria alla pratica e scegliere un intervento del 70-80% che garantisce buoni risultati nella maggior parte delle situazioni. E lasciare la correzione di fino solo ai brani più "starati". Una buona soluzione considerando che nelle registrazioni dai '70 in poi gli sbilanciamenti più consistenti sono molto rari. </p><p>Una limitazione più consistente invece deriva dal fatto che si può apprezzare l'intervento di recupero di questo plug-in solo con Foobar2000, quindi è escluso l'ascolto in streaming. Per questo servono dei media player con questa ulteriore funzionalità, come Roon, che prima o poi dovrò provare.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-55458692959110875002022-01-03T16:30:00.001+01:002022-01-03T22:30:34.101+01:00Vinile e fotografia analogica: un destino comune?<p><span style="color: #38761d;">Di cosa si parla in questo post: <br /></span></p><ul style="text-align: left;"><li><span><span style="color: #38761d;">il vinile è solo una moda passeggera e sparirà come la fotografia analogica?</span></span></li><li><span style="color: #38761d;">quali sono le differenze tra due passioni (od hobby) che hanno molti punti in comune?</span></li><li><span style="color: #38761d;">ha invece qualche possibilità di tornare anche la fotografia analogica, nonostante o magari grazie al progresso inarrestabile della fotografia digitale?</span></li></ul><p></p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il vinile è una moda passeggera?</span></b><br />Ovvero, è solo uno sfizio per nostalgici benestanti destinato a durare poco, perché l'alternativa digitale è vincente da tutti i punti di vista? Così ha scritto qui sul blog in un commento un visitatore molto scettico sulla "moda del vinile". Come cultore della fotografia oltre che della musica il dubbio mi ha interessato e mi sono ripromesso di approfondire, anche per capire se il vinile ha effettivamente un futuro oppure, al contrario, se anche la fotografia analogica potrebbe tornare, tra la sorpresa di tutti.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Somiglianze e differenze</span></b><br />Per prima cosa fotografia e ascolto della musica sono espressioni artistiche che richiedono anche conoscenza della tecnologia, forse anche per questo motivo hanno coinvolto lo stesso genere di appassionati (spesso cultori di entrambe) e hanno avuto sviluppo nello stesso periodo, ovvero dagli anni '70 agli '80, con un po' di anticipo per la fotografia analogica.<br />Le differenze però ci sono e sono significative:<br /></p><ul style="text-align: left;"><li>la fotografia analogica è un hobby o una passione <span style="color: #cc0000;"><b>attiva</b></span>, la tecnologia serve per creare le foto e per fare belle foto bisogna dominarla molto bene, la fruizione (guardare le foto) è alla portata di chiunque e non richiede alcuna tecnologia </li><li>l'ascolto della musica in alta fedeltà è una passione soprattutto <span style="color: #cc0000;"><b>passiva</b></span>, la tecnologia serve per scegliere e configurare l'impianto per ascoltarla, solo per pochi (musicisti professionali o amatoriali) dominare la tecnologia è necessario per crearla (per suonare o per registrarla);</li><li>nella fotografia il passaggio al digitale ha costituito una semplificazione molto significativa, mentre nella musica ha comportato solo un cambiamento del supporto e della sorgente;</li><li>sul piano della qualità, nella musica, si è passati da un primo periodo nel quale il digitale era considerato superiore, poi a un secondo periodo nel quale (anche se non all'unanimità) si è considerato superiore il vinile analogico, a un terzo periodo (attuale) nel quale le aspettative si equivalgono;</li><li>nella fotografia invece la superiore qualità della fotografia analogica, con processo chimico, è stata riconosciuta dai professionisti solo nei primi anni di diffusione del digitale (primi anni 2000) poi anche la maggior parte (se non la totalità) dei professionisti è passata al digitale, che nel frattempo è arrivato a livelli di qualità e di possibilità di cattura di immagini irraggiungibili per l'analogico.</li></ul><b><span style="color: #f1c232;">La produzione di nuova tecnologia analogica</span></b><br />Le differenze riassunte sopra hanno comportato la più evidente e radicale divaricazione tra i due mondi: per il vinile la produzione di giradischi, testine e preamplificatori ha visto (soprattutto in questi ultimi anni) una fortissima espansione: i produttori sono molti di più (penso anche più di 10 volte tanto) di quelli attivi ai tempi in cui il vinile dominava incontrastato e, inoltre, sono presenti molti modelli che puntano ai più alti livelli di qualità con prezzi elevatissimi (ma che pare abbiano anche acquirenti).<br /><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7DDXuP8YZ4GBgZ4nWPwABuezQJ0FudYMydbnKLIBEolWkXCDiih83fNaJMfmEUm2rkF2UfjSjL9vDHtTqG5NA8arW47HIdtcILlrsgOgpOs_j3kSwLq4wfY9VOvj9PsYK1gbW8aSI3IgCtkgZgFHG1gunb7GcK8QrDS1MBdQM46MJJvqUvShhjf31Ow=s550" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="463" data-original-width="550" height="336" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh7DDXuP8YZ4GBgZ4nWPwABuezQJ0FudYMydbnKLIBEolWkXCDiih83fNaJMfmEUm2rkF2UfjSjL9vDHtTqG5NA8arW47HIdtcILlrsgOgpOs_j3kSwLq4wfY9VOvj9PsYK1gbW8aSI3IgCtkgZgFHG1gunb7GcK8QrDS1MBdQM46MJJvqUvShhjf31Ow=w400-h336" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Nikon F6, ultima reflex analogica. Ha resistito in produzione fino al 2020. Si trova ancora semi-nuova su e-Bay e simili a partire da 1.100 € solo corpo.</td></tr></tbody></table><div><p>In fotografia invece, dove il tipo di macchina fotografica quasi universale era diventato da anni la reflex 35 mm, ormai con esposizione e messa a fuoco automatica, era rimasto in produzione fino al secondo decennio del 2000 un unico apparecchio, la <b><span style="color: #cc0000;">Nikon F6</span></b>, la cui produzione è però stata sospesa nel 2020. Unici apparecchi che si possono comprare nuovi rimasti sono solo due modelli Leica a telemetro, la Leica M-P (con esposimetro) e la <span style="color: #cc0000;"><b>Leica M-A </b></span>(solo manuale) ovviamente non molto economici e diretti a quella nicchia di fotografi che ancora preferivano (o accettano) le macchine con mirino (rangefinder).<br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgD4HVodWjwmvtltw9Bd7rTqGpmnjhMObD48gco1RnlpAtyR81--_HJ-esrvfAlvV1aRlnxIDD2sRoGlgq41I8QCZou3iPrYn5GxT6XnlKMksvSL00JwNtiIfXBBcQHg5pSeEyoGTBwMoKdRWQ33kaP3UUbZpZukKA-_O0wJJ-irEZpRBcbORkWl86vgw=s1241" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="753" data-original-width="1241" height="243" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgD4HVodWjwmvtltw9Bd7rTqGpmnjhMObD48gco1RnlpAtyR81--_HJ-esrvfAlvV1aRlnxIDD2sRoGlgq41I8QCZou3iPrYn5GxT6XnlKMksvSL00JwNtiIfXBBcQHg5pSeEyoGTBwMoKdRWQ33kaP3UUbZpZukKA-_O0wJJ-irEZpRBcbORkWl86vgw=w400-h243" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Leica M-A, a fine 2021 unica macchina fotografica analogica in produzione. Unica ancora funzionante con le pellicole 35 mm, assieme alla sorella M-P con esposimetro TTL. Costa 4.575 €</td></tr></tbody></table><div><br /></div>Poi rimangono alcuni apparecchi a grande formato per foto architettoniche (Linhof e altre), un settore molto specializzato che non ha suscitato un grande interesse per i produttori di apparecchi digitali, ma che non comporterebbe nessuna difficoltà pratica e realizzativa, se volessero a indirizzarlo.</div><div><p><b><span style="color: #f1c232;">Un problema di domanda</span></b><br />Non è una questione di scelta specifica ma solo un problema di domanda, difatti anche in musica la produzione di registratori analogici a bobine (che pure hanno qualità del suono superiore al vinile) è cessata da anni e per il nuovo c'è un solo produttore, ma dall'incerto futuro e con costi altissimi. Non sarebbe difficile, se ci fosse una domanda appena percettibile a livello mondiale, rimettere in produzione a prezzi umani una reflex classica di fascia media come la Asahi Pentax K1000 o la Yashica FX oppure un registratore come il Revox A77. Ma non c'è una domanda percepibile che possa supportare l'investimento. Sia in fotografia che in musica (per i registratori reel-to-reel) i pochi appassionati si rivolgono quindi all'ancora vasto mercato dell'usato, dove sono presenti anche diversi laboratori che forniscono un prodotto dell'epoca refurbished.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Perché in musica sì e in fotografia no</span></b><br />Per il vinile, per motivi essenzialmente simbolici, d'immagine, un mercato esiste ed è anche in crescita. Motivazioni pratiche non esistono, ma se un numero imprecisato di persone ritiene che un giradischi in casa fornisca al proprietario della casa un'immagine raffinata, la risposta a questa domanda da parte dell'industria discografica (reduce dal tracollo dei primi due decenni del 2000) e di una pletora di produttori semi-artigianali (più uno industriale: Pro-Ject) non si fa attendere.<br />Per fortuna, per di più, il vinile ascoltato con un buon impianto garantisce un ascolto di alta e anche altissima qualità e quindi questa scelta, seppure in gran parte simbolica, non penalizza il vero risultato finale (ascoltare la musica in alta fedeltà). Di conseguenza la previsione di molti è che resterà con noi ancora per un bel po'.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">In fotografia invece no</span></b><br />Ed è comprensibile. Esistono tre tipi di fotografia: 1) la fotografia per ricordo; 2) la fotografia professionale; 3) la fotografia amatoriale, con pretese artistiche e di qualità.<br />E la situazione è questa:</p><p></p><ol style="text-align: left;"><li>Il primo tipo di fotografo ormai usa in prevalenza il suo smartphone, ma quando anche cerca una qualità superiore (ma gli smartphone crescono in qualità anno dopo anno) non prende neanche lontanamente in considerazione un ritorno alle scomodità della foto analogica;</li><li>i fotografi professionisti sono ormai passati tutti al digitale;</li><li>i fotografi amatoriali vorrebbero sentirsi professionisti e hanno seguito senza tentennamenti il loro passaggio al digitale.</li></ol><div><b><span style="color: #f1c232;">Esiste ancora uno spazio per la fotografia analogica?</span></b></div><div>Anche in musica per almeno 2 o 3 decenni un ritorno del vinile sembrava impossibile, eppure è successo. In fotografia però è molto più difficile, non basta comprare un buon giradischi e far montare in negozio una buona testina e collegarlo a un buon amplificatore. Bisogna dominare una tecnologia con la quale, è vero, era più difficile sbagliare una foto nell'ultima generazione di macchine fotografiche (le SLR con messa a fuoco automatica motorizzate) ma con la quale raggiungere la stessa qualità d'immagine garantita ormai anche dagli ultimi iPhone 12 o Samsung richiede attenzione estrema (e a volte, in scarsa luce, è proprio impossibile). E poi, per essere veramente un fotografo analogico, bisognerebbe seguire anche le fasi successive di sviluppo e stampa, come facevano i fotoamatori del secolo scorso. E qui, le difficoltà crescono di molto.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgM1e2H3Eco9smLJzCpRGUqa1CKNKpQgceYah5XN_cpwItGi8B3L_UaBb2gNoMSXDBAeFmM2EF7E27qJgv0ym87k8y_gFyF9erkFdywO89JalwFacuCSTjRTTkRrAoiP0zayNU7XEWaRHREX-4KPMPmKGAOxVQ-vo23LOhHwndyjzEC89UVMc5Esm1OIg=s661" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="539" data-original-width="661" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEgM1e2H3Eco9smLJzCpRGUqa1CKNKpQgceYah5XN_cpwItGi8B3L_UaBb2gNoMSXDBAeFmM2EF7E27qJgv0ym87k8y_gFyF9erkFdywO89JalwFacuCSTjRTTkRrAoiP0zayNU7XEWaRHREX-4KPMPmKGAOxVQ-vo23LOhHwndyjzEC89UVMc5Esm1OIg=w400-h326" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Nikkormat della Nikon, un buon apparecchio non elettronico e non autofocus che consente di sperimentare la fotografia analogica raggiungendo ottimi risultati. Si trova usata in buone condiziona a 300-400 € e sono reperibili facilmente anche molti obiettivi Nikkor.</td></tr></tbody></table><br /><div><b><span style="color: #f1c232;">Potrebbe essere una sfida</span></b></div><div>La fotografia digitale con gli ultimi apparecchi professionali (ma anche con gli ultimi modelli di smartphone) sta raggiungendo anno dopo anno livelli di qualità di ripresa anche nelle situazioni più difficili (scarsa luce, elevata gamma di luce, soggetti in movimento) talmente elevati da rendere quasi impossibile la foto tecnicamente sbagliata. E a questo si aggiunge la possibilità di interventi radicali in post produzione.<br />In pratica la capacità tecnica diventa alla portata di tutti, con la conseguenza di produrre migliaia e migliaia di foto buone, mettendo in crisi il fattore tempo per la scelta delle foto giuste, assieme al fattore distintivo della competenza. Un fattore tempo al quale la tecnologia sta pensando ma la strada è più lunga e difficile.</div><div><br /></div><div>La sfida alla base di un ritorno all'analogico potrebbe essere quindi:<br /><ul style="text-align: left;"><li>dimostrare la propria capacità di raggiungere risultati di qualità elevati con un apparecchio analogico;</li><li>riappropriarsi della scelta delle foto, non fare cioè centinaia di foto per perdere poi decine di ore a scegliere le migliori, ma fare le scelte direttamente in ripresa, con il film da 36 pose.</li></ul><div>Vedremo come andrà, per un fotoamatore nostalgico (anche giovane) può essere anche un obiettivo divertente. E anche per amici e familiari un modo per vedere veramente qualche foto non virtuale, invece che migliaia di foto virtuali viste per un attimo via whatsapp e poi perdute, o mai viste da nessuno.</div></div><div><br /></div><p></p></div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-29911407356144521212021-12-14T22:38:00.003+01:002021-12-14T22:38:33.566+01:00Un DAC esterno per iPhone o iPad<p>Tutti gli smartphone hanno un DAC interno per riprodurre i contenuti audio, sull'altoparlante o sull'uscita cuffia. Nei modelli recenti è certamente di discreta qualità, ma sui modelli Apple e in diversi Android la risoluzione massima è limitata a 24/48 o anche a 16/44.1 e, considerando il costo sempre più abbordabile dei DAC e i servizi streaming ormai disponibili in HD (Tidal, Qobuz e Amazon Music) può essere interessante dotarsi di un DAC esterno di buona qualità.</p><p>Personalmente ho risolto il problema da tempo passando per una connessione wi-fi, con Chromecast Audio, che però non è più in vendita, le alternative sono costose o non molto pratiche (anche quella proposta nel post precedente, con Chromecast Video via HDMI) e, soprattutto, non sono adatte all'uso in mobilità, E' quindi interessante provare l'alternativa rappresentata da una semplice connessione fisica via cavo, verificando in particolare come si realizza e se anche in questo caso mantiene la risoluzione del file audio in ascolto senza introdurre un downsampling. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">La connessione fisica</span></b><br />Gli smartphone hanno una sola uscita digitale con standard diverso a seconda del produttore, la Apple adotta un suo connettore proprietario che chiama Lightning (fulmine), un connettore a 8 pin compatto e senza verso. I vari produttori Android adottano in massima parte un connettore USB compatto, che può essere il vecchio standard Micro-USB nei modelli meno recenti o il più recente USB-C di caratteristiche analoghe al Lightning (anche questo è senza verso ed è più affidabile nell'inserimento).<br />Sull'altro lato i DAC hanno sempre un ingresso USB, che può essere USB-B, Micro-USB o USB-A, affiancato, nei DAC che hanno anche ingressi digitali ottici e/o coassiali da un altro ingresso USB per l'alimentazione. <br />In sintesi, occorre normalmente un cavetto speciale o un connettore di passaggio, e solo in pochi casi è utilizzabile direttamente il cavo di serie che termina con un USB-A maschio da inserire nella spina / adattatore per la presa elettrica da muro. Nel mio caso, ho tre DAC, due con USB-B ed uno con Micro-USB, che sono in effetti gli ingressi più diffusi. </p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il cavetto per il test</span></b><br />Il DAC da utilizzare per il test (il solito S.M.S.L. M3) ha un ingresso Micro-USB e avevo bisogno di un adattatore. Invece che utilizzare per collegare l'iPhone il normale cavetto USB-A ho deciso di provare il cavo Lightning - USB-C che viene fornito ora con gli ultimi modelli di iPhone per la connessione con i power bank o gli adattatori a muro più recenti, che stanno convergendo su questo standard, più pratico e universale. Il motivo di questa scelta (poco felice, come si vedrà) era che l'adattatore è molto compatto ed economico, coerente con le caratteristiche del piccolo DAC. L'adattatore USB-C <> Micro-USB è disponibile su Amazon in confezioni da 2 a poco più di 5 € ed è arrivato in un paio di giorni, Ma il test non è andato a buon fine. I connettori sono fatti per connettere e non mi attendevo sorprese, ma collegando l'iPhone non succedeva niente: il DAC non vedeva la nuova sorgente accendendo il suo LED, e l'iPhone continuava a suonare l'audio che avevo selezionato per il test sul suo altoparlantino, ignorando il collegamento.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Analisi del problema</span></b><br />Ovviamente i sospetti si sono subito concentrati sull'economicissimo adattatore, ma per escludere ogni altra possibile causa ho voluto verificare se invece:</p><ol style="text-align: left;"><li>la trasmissione audio verso un dispositivo USB deve essere abilitata su IOS</li><li>il cavo che stavo usando è limitato solo alla funzione di caricamento della batteria. </li><li>lo standard USB-C ha limitazioni sulla trasmissione audio</li></ol><p></p><p>Solita ricerca sul web e sulle varie guide YouTube ma nessun riferimento all'abilitazione per audio, solo che è necessario abilitare USB per ragioni di sicurezza, pensavo quindi di aver trovato la causa. Riprovato, nessun cambiamento.<br />Riguardo al cavo per confermare che fosse limitato in una sua funzione di base era necessario il collegamento al PC, per questo scopo serviva però un altro connettore, da USB-C femmina a USB-A maschio. Ormai avevo iniziato e dovevo continuare e l'ho comprato, soliti 7 Euro circa. Provato, funziona. L'ipotesi 2 è da escludere.<br />Per escludere la 3 dovevo collegare l'iPhone col cavo standard, questo richiedeva un connettore USB-A femmina - femmina che ho, e anche in questo caso la ipotesi è stata esclusa, perché non funzionava neanche in questo modo, escludendo l'economico adattatore sotto accusa.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">La scoperta del cavo OTG</span></b><br />Ormai dovevo venirne a capo e ho esteso la ricerca, resa più difficile dal fatto che la connessione audio è molto meno trattata, rispetto al video, alle foto, o alla ricarica con power bank di ogni tipo. La mia attenzione è però stata catturata da una sigla che compariva su alcuni cavi di connessione e non su altri: OTG ovvero On-To-Go, riferito di solito alla possibilità di connettere una videocamera o una fotocamera all'iPhone (o smartphone in genere). </p><p>Sorgeva spontaneo un sospetto: anche i file video e foto sono file dati, ed evidentemente non vengono trasmessi a un'unità USB dall'iPhone se il cavo non è OTG e l'unità esterna non è un PC. Non ho voluto cercare il motivo di questa limitazione, mi sono limitato a cercare una conferma. Che ho trovato solo sulle recensioni Amazon di uno di questi cavi, nelle quali due acquirenti confermavano di averlo usato per collegare il loro DAC a un iPhone.<br />Bastava quindi comprare un cavo OTG Lightning <>USB-A femmina per connettersi al cavetto standard del DAC, collegarlo all'iPhone e ascoltare finalmente l'audio in cuffia pilotato dal DAC. E così è stato.<br /></p><p><b><span style="color: #f1c232;">Tirando le somme</span></b><br />Ho perso un po' di tempo ma ho imparato un paio di cose: 1) mai fidarsi della parola "standard", i produttori di hardware sono in grado di rendere fuori standard anche gli standard di connessione più comuni, con varianti ed evoluzioni, 2) utilizzare col giusto distacco critico le guide che abbondano su YouTube e sul web su ogni cosa, quelle che ho consultato (più d'una) per verificare se sbagliavo in qualcosa perdevano più della metà del tempo e dello spazio a spiegare cos'è un DAC ma ce ne fosse stata una che pronunciasse la sigla magica OTG.<br /><br />Ho anche scoperto le motivazioni della nascita dell'USB-C: le prestazioni insufficienti per video 4K o foto RAW in alta definizione dello scomodo Micro-USB. E anche perché praticamente nessun DAC adotta la connessione USB-C: per l'audio anche in HD non ci sono problemi con le prestazioni dell'USB 2,0.</p><p><b><span style="color: #f1c232;">Il test</span></b><br />Ho collegato quindi l'iPhone e l'iPad al DAC esterno inviando in riproduzione audio in risoluzione a risoluzione superiore allo standard 16/44.1 avendo la conferma che viene inviato in riproduzione senza riduzione di qualità, come si vede nella seconda delle due immagini che documentano la riproduzione di un album di Simon & Garfunkel ora disponibile a risoluzione 24/96, che risultava correttamente inviato e gestito dal DAC.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5wABAtmi2fVHllgKF60lYVP3HyduWlKTUnV6IhGQubDfWGWgUY4vcf_m8__o4YHbdRKpUBGMGqN8Jj3RRbRN0ofRAk4Qimbv4Z8OVzaSjDPlu1ZIhx2pwZohaTy-m0pIqqMDeRH1nJFZY/s1024/WhatsApp+Image+2021-11-25+at+11.16.11.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="721" data-original-width="1024" height="281" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5wABAtmi2fVHllgKF60lYVP3HyduWlKTUnV6IhGQubDfWGWgUY4vcf_m8__o4YHbdRKpUBGMGqN8Jj3RRbRN0ofRAk4Qimbv4Z8OVzaSjDPlu1ZIhx2pwZohaTy-m0pIqqMDeRH1nJFZY/w400-h281/WhatsApp+Image+2021-11-25+at+11.16.11.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6O6D1Ydd9bCVaYg8fpGSyjtNVuS3lzmOckR6n4CulEvRE9gFDTbTAT-JkrAdqaVwabTEODgLDYALXd5jDBP5ti48aKFQqwKNwOLHrNwAvSGk_DECGDzGkAk_SCuwuSScVhv-2h8zee3VL/s1024/WhatsApp+Image+2021-11-25+at+11.11.53.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="684" data-original-width="1024" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6O6D1Ydd9bCVaYg8fpGSyjtNVuS3lzmOckR6n4CulEvRE9gFDTbTAT-JkrAdqaVwabTEODgLDYALXd5jDBP5ti48aKFQqwKNwOLHrNwAvSGk_DECGDzGkAk_SCuwuSScVhv-2h8zee3VL/w400-h268/WhatsApp+Image+2021-11-25+at+11.11.53.jpg" width="400" /></a></div><p>La stessa trasparenza dovrebbe essere garantita anche per audio in risoluzione 24/192, poiché se ci fosse un intervento del driver IOS questo sarebbe già accaduto a 24/48, in base alla poca informazione esistente. Non posso però confermarlo con questo set di misura perché il DAC sulla porta USB gestisce audio in input solo fino a 24/96 e quindi fornisce questa informazione al dispositivo mobile, che effettua automaticamente un downsample.</p>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1177195135549266221.post-89406934920559161942021-12-01T19:00:00.002+01:002021-12-15T23:51:04.687+01:00L'alternativa a Chromecast Audio esiste ... è Chromecast<p>In realtà volevo semplicemente collegare YouTube all'impianto stereo. YouTube infatti è teoricamente un servizio per diffondere video, ma in buona parte (forse prevalente) diffonde musica, spesso accompagnata solo da un'immagine fissa della copertine o qualche foto. Per scelte non so da cosa motivate però su YouTube è selezionabile per l'invio solo Chromecast standard ovvero per video e non Chromecast Audio.</p><p>Poiché ho comprato tempo fa un convertitore da HDMI a digitale ottico o analogico mi è venuta l'idea di utilizzarlo per far arrivare tramite Chromecast standard il solo audio di YouTube all'impianto. Chromecast standard ha una sola uscita HDMI che può essere collegata a un monitor TV, che esegue poi la conversione dei contenuti digitali per la proiezione e l'ascolto, quindi il dispositivo non ha un convertitore interno. Che invece è presente nel convertitore (che si chiamava TianCai quando l'ho acquistato ad aprile ed ora, quasi uguale, si chiama Tihokilem, sempre su Amazon, costo simile intorno ai 20 €). L'input del convertitore è ovviamente un ingresso HDMI femmina, nel quale va inserita l'uscita Chromecast, affiancato da un selettore per input multicanale 5+1, stereo 2ch o bypass, sullo stesso anche l'alimentazione,</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiATZhz-X1ZEtH4YPb0mel2mHEtzk9zxrp1HP9hIz6gZ19FRxozHY55Hr69LaXF-hfbUaLXQ47dm9wdNpMhnASMYDBPZ8aq94a9SlYOzQOj1Gn2lIjqoUAP5mTBn7UO-uM57PBaRK6xmuG3SK0zpMLcXpdjqAl74HVt9A_kwRchg6sn1QhEf7BCywQiSA=s2939" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="757" data-original-width="2939" height="103" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEiATZhz-X1ZEtH4YPb0mel2mHEtzk9zxrp1HP9hIz6gZ19FRxozHY55Hr69LaXF-hfbUaLXQ47dm9wdNpMhnASMYDBPZ8aq94a9SlYOzQOj1Gn2lIjqoUAP5mTBn7UO-uM57PBaRK6xmuG3SK0zpMLcXpdjqAl74HVt9A_kwRchg6sn1QhEf7BCywQiSA=w400-h103" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />L'output ha invece tre uscite:</div><br /><div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1L8cgM_DfrzXnmj5tr3H8tp16jS4vDrlvy_fFP3BDimGFcjfH2wOushLeleIQyPrjHW-f7HZfKOnGDbt3SePkB-hchlkKF7jfLS6LfCb5YJ-BBnL-cpXE7jBWD6ODDPbT7zKfUA4YQhZOZZwjES7Aiv2KvC678gZYoq898_724lPqY02SuZYGbBNtCg=s2907"><img border="0" data-original-height="743" data-original-width="2907" height="103" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1L8cgM_DfrzXnmj5tr3H8tp16jS4vDrlvy_fFP3BDimGFcjfH2wOushLeleIQyPrjHW-f7HZfKOnGDbt3SePkB-hchlkKF7jfLS6LfCb5YJ-BBnL-cpXE7jBWD6ODDPbT7zKfUA4YQhZOZZwjES7Aiv2KvC678gZYoq898_724lPqY02SuZYGbBNtCg=w400-h103" width="400" /></a></div><p><span>L'uscita centrale SPDIF ottica (toslink) consente di collegare un DAC per la conversione in analogico. In alternativa si può usare il DAC interno di questo componente per collegarsi direttamente ad un ingresso dell'amplificatore con le due uscite RCA. In più un'uscita HDMI consente di inviare in uscita anche i contenuti video in parallelo a quelli audio sulle altre due uscite.</span></p><p><span style="color: #f1c232;"><b>Come funziona<br /></b></span>In teoria abbiamo così a disposizione tutto quel che serve, non resta che provare. Sia Chromecast che il convertitore devono essere alimentati e quindi servono due prese vicino all'amplificatore, e questa è stata l'unica difficoltà che ho dovuto affrontare, nello spazio angusto che ho a disposizione il risultato è stato un intrico di cavi esteticamente non molto attraente.<br />Il funzionamento è immediato come da aspettative, avendo solo cura di collegare bene i vari cavi. Il primo test era ovviamente con il collegamento diretto all'uscita analogica.</p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL9PsXnsAwUL_i2V398stSTPzWHK1ZuLoM_fAgB-At6SwiRJqTRdOPO1uUFHe4TFrBxSOeoqdpjA2ERrYGsQVnSHrgUfoDfZUNFWDh1qiJLDtSQ8EtlBNEbm7Up5d_S2z1jMgEkKuqkVOQ/s2048/chromecast-1.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL9PsXnsAwUL_i2V398stSTPzWHK1ZuLoM_fAgB-At6SwiRJqTRdOPO1uUFHe4TFrBxSOeoqdpjA2ERrYGsQVnSHrgUfoDfZUNFWDh1qiJLDtSQ8EtlBNEbm7Up5d_S2z1jMgEkKuqkVOQ/w300-h400/chromecast-1.JPG" width="300" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="text-align: left;">Il dispositivo Chromecast HDMI è quello sulla sinistra (l'altro è Chromecast Audio)</span></td></tr></tbody></table><br /><b><span style="color: #f1c232;">Connessione con DAC esterno e verifica risoluzione<br /></span></b><div>Il secondo test è invece sulla connessione alternativa con un DAC esterno, che ovviamente è il solito utilissimo e compatto S,M.S.L. M3. Un test che consente anche di verificare se con questa serie di passaggi la risoluzione dell'audio sorgente viene modificata o ridotta.</div><div><br /></div><div>Si connette quindi con un cavo ottico toslink il convertitore al DAC, come si vede nella foto tra l'intrico di cavi, e il DAC oltre che suonare, mostrerà la risoluzione che vede in input.</div><div><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeYjqGC4q9LQbC1jh79sCBucXUinbx0xEW-wI5BVQ8ViHBHIQ9MZBEG_iKVCL0XrtIuqdeYsg7r2ynrSoWVLzDm8z7gKePAfKdeUA6ta54nTOCD19Wenr5prIPcJ76lT8vGqBnAKlyXKJO/s2048/IMG_8095.JPG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1037" data-original-width="2048" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeYjqGC4q9LQbC1jh79sCBucXUinbx0xEW-wI5BVQ8ViHBHIQ9MZBEG_iKVCL0XrtIuqdeYsg7r2ynrSoWVLzDm8z7gKePAfKdeUA6ta54nTOCD19Wenr5prIPcJ76lT8vGqBnAKlyXKJO/w400-h203/IMG_8095.JPG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"></td></tr></tbody></table><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWxbpyL8Xjnccd2-ggqxcVgBnim554rYuXtCZ7QWpqWgPN8o_JSQq6v3UG1Qy9jClDwCjJ-B7fm_3mpNKUZ2lLEaH12PP2ZVK2L4tN4PkEk4uQ0ygaFfVrcIg-V8VvfvtNyHgOJ1I40Bm9/s2528/IMG_8097.JPG" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1244" data-original-width="2528" height="196" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiWxbpyL8Xjnccd2-ggqxcVgBnim554rYuXtCZ7QWpqWgPN8o_JSQq6v3UG1Qy9jClDwCjJ-B7fm_3mpNKUZ2lLEaH12PP2ZVK2L4tN4PkEk4uQ0ygaFfVrcIg-V8VvfvtNyHgOJ1I40Bm9/w400-h196/IMG_8097.JPG" width="400" /></a></div><br /><div>Come si vede meglio nella seconda immagine la risoluzione in input al collegamento è 24bit / 48KHz, ovvero la risoluzione standard per l'audio nei contenuti video. Per verificare se il convertitore ha aggiunto qualcosa occorre provare cosa succede con risoluzione inferiore (44.1) o superiore (96). Il primo test (lo vediamo dopo) è con un album di qualche anno fa di Donna Summer ripubblicato in HD 24/44,1: si conferma che il convertitore opera in by-pass perché sul DAC è mostrato 44.1. Seconda prova a 24/96 con un album di Simon & Garfunkel, Bookends: la risoluzione in ingresso al DAC è ora 48KHz. Il dispositivo Chromecast quindi fa un downgrade in uscita per ricondurre il flusso allo standard audio-video. Non è grave, anche 24/48 è HD.</div><div><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">L'ascolto</span></b></div><div>Il primo test è stato fatto direttamente utilizzando una applicazione per la quale non è previsto Chromecast standard, ovvero Qobuz, L'album scelto casualmente (è una recente riedizione in HD) è I'm a Rainbow di Donna Summer. Come si vede nel secondo screenshot Chromecast standard (Sala da pranzo) è selezionabile.<br /><br /></div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2To85RRa5eDXG0C2f9M23fmfDniHygGvIVaOBEv73OJEL8hd0tU6GoShc1k4-_uZ2XhcsqcVBxW2XB0QWioH7KwwoQPAjME9cYUCLgMQRs1dC4NfLD2meGNdBC6Br__k0pTFDmYf0vNdX/s2048/IMG_3300.PNG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2To85RRa5eDXG0C2f9M23fmfDniHygGvIVaOBEv73OJEL8hd0tU6GoShc1k4-_uZ2XhcsqcVBxW2XB0QWioH7KwwoQPAjME9cYUCLgMQRs1dC4NfLD2meGNdBC6Br__k0pTFDmYf0vNdX/w400-h300/IMG_3300.PNG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'album di Donna Summer del 1996 preso come esempio</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZRdbhmv_dBkEZ8CXQSUx5z_A7ujmnE4fCsTGVmBSB_RsRTuw-F5f3mvzRxMFOxou5CyYB2lSkhUw7jq3J-MamP_86TQKSYQHY-pfKeHucNyOY551RbmBRCoChuLxSvepVu3LkHV-nj_nr/s2048/shes.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZRdbhmv_dBkEZ8CXQSUx5z_A7ujmnE4fCsTGVmBSB_RsRTuw-F5f3mvzRxMFOxou5CyYB2lSkhUw7jq3J-MamP_86TQKSYQHY-pfKeHucNyOY551RbmBRCoChuLxSvepVu3LkHV-nj_nr/w400-h300/shes.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da Qobuz sono selezionabili entrambi i Chromecast</td></tr></tbody></table><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLBfGxz2R1ynpm3YhcxNbhxRP8M96GPre0AhAD0hgKwn4fqhyevw8saJ0m_6vnD13rDpBwAKlK6xPIqgXBZlwA9sZqzQNN8V_QMxHJypbjT5wuQ8qC_PDP81ST3ST6m06NfM2VQi3hdcxr/s2048/IMG_3301.PNG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiLBfGxz2R1ynpm3YhcxNbhxRP8M96GPre0AhAD0hgKwn4fqhyevw8saJ0m_6vnD13rDpBwAKlK6xPIqgXBZlwA9sZqzQNN8V_QMxHJypbjT5wuQ8qC_PDP81ST3ST6m06NfM2VQi3hdcxr/w400-h300/IMG_3301.PNG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La selezione sul Chromecast "non audio" va a buon fine senza problemi<br /><div style="text-align: left;"><br /></div></td></tr></tbody></table>A questo punto proviamo anche con YouTube, la scelta cade sul simpatico gruppo USA Southern Raised.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih0BegXULZpFyz_4fn2afZLqN7AlJLVJtEkQkEioLDFnLK7Ypw0510bf9CkVtJpv2dcCcRr937o1I9V4I3O-NWK0pEPxdtBRVzKKV9qk1akfBIR_Bq8nfFdZZd348chot_e_REZZYXASjw/s2048/IMG_3302.PNG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih0BegXULZpFyz_4fn2afZLqN7AlJLVJtEkQkEioLDFnLK7Ypw0510bf9CkVtJpv2dcCcRr937o1I9V4I3O-NWK0pEPxdtBRVzKKV9qk1akfBIR_Bq8nfFdZZd348chot_e_REZZYXASjw/w400-h300/IMG_3302.PNG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chromecast standard è ovviamente selezionabile<br /></td></tr></tbody></table><br /><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2m9P6qIqOmhr0CvGR4KqiKn8KJBUTLVV4zZny-0Z2yob0nI7kpreALJEcUN4-da3BQwup5rJtxqQl5MpxsBngBWoP0JM7mumfxZXCm2YodFTOI1X_JDuLC-xGorkMaWAfJK1QzF789gE/s2048/IMG_3303.PNG" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgK2m9P6qIqOmhr0CvGR4KqiKn8KJBUTLVV4zZny-0Z2yob0nI7kpreALJEcUN4-da3BQwup5rJtxqQl5MpxsBngBWoP0JM7mumfxZXCm2YodFTOI1X_JDuLC-xGorkMaWAfJK1QzF789gE/w400-h300/IMG_3303.PNG" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">E l'ascolto parte senza problemi sull'impianto</td></tr></tbody></table><br /><div><span style="color: #f1c232;"><b>Qualità dell'ascolto</b></span></div><div>Come riportato in precedenza abbiamo due alternative: collegare un DAC esterno in digitale ottico oppure sfruttare il DAC interno del convertitore, collegandolo direttamente a un ingresso ad alto livello (RCA) dell'amplificatore. Nella prima configurazione il dispositivo Chromecast effettua solo il trasporto del flusso dati senza elaborazione, se non il downgrade del campionamento a 48KHz se la risoluzione in ingresso è superiore (88, 96 o 192). Gli effetti di un'azione di questo tipo non sono facilmente percepibili e l'ascolto risulta quindi del tutto soddisfacente senza rilevare evidenti differenze a confronto con Chromecast Audio.<br /><br />Diversa è la situazione nella seconda alternativa, dove la delicata operazione di conversione da digitale ad analogico è affidata a un chipset interno di un componente che fa molte altre funzioni e che è costato 17 € (e nei modelli ora disponibili continua ad essere in questo intorno di prezzo). La tecnologia procede continuamente verso rapporti prezzo / prestazioni sempre più favorevoli ma a quanto pare (e si sente) c'è ancora un limite inferiore da superare, e l'ascolto è risultato ad un livello di qualità insufficiente.<br /><br />Il confronto l'ho fatto molto semplicemente con l'ascolto da YouTube degli stessi brani (jazz per Youn Sun Nah e soul per Cat Power) tramite Chromecast e convertitore rispetto all'ascolto direttamente in cuffia dall'iPad. Con la prima configurazione l'ascolto non è adeguato, molto spostato sugli alti e anche poco preciso sui bassi, basso elettrico in particolare. Il semplice confronto in cuffia ha escluso problemi sui contenuti presenti su YouTube (dove l'audio è come noto sempre compresso) non mostrando nessuna anomalia evidente e consentendo comunque un ascolto piacevole. Non posso affermare che altri modelli di convertitore abbiano gli stessi problemi ma sappiamo da tempo che è sempre consigliabile usare un DAC esterno. Che peraltro ormai può costare anche meno di 100 € pur garantendo una qualità veramente Hi-Fi (come quello citato).<br /><br /></div><div><b><span style="color: #f1c232;">In sintesi</span></b></div><div>Chromecast Audio era una soluzione pratica, versatile, performante e super-economica per collegare un servizio streaming a un impianto tradizionale, ma Google ha deciso di sospenderne la vendita. Le alternative esistono e sono parecchio più costose (Bluesound e Sonos) o più limitate (Yamaha, non collegabile a DAC esterno). Fare ricorso al Chromecast superstite consente di ottenere quasi le stesse prestazioni a un costo comparabile (costa 25-30 € più i 20-30 del convertitore). Può essere quindi un'alternativa interessante, a patto che Chromecast video sia accompagnato da un buon DAC. Il DAC, perché l'operazione rimanga economicamente interessante anche non ricorrendo a un DAC già presente nell'impianto, potrebbe essere un DAC entry level come quello citato e le molte alternative anche più recenti, oppure quello già incluso in molti modelli recenti di amplificatore.</div>Albertohttp://www.blogger.com/profile/14197836157280014733noreply@blogger.com6