Prima parte: Lo storage server e la rete
Seconda parte: Il media player
Terza parte: L'ascolto in streaming con Spotify
Quarta parte: Il player Hi-Fi Fidelia in prova
Quinta parte: L'uso pratico
L'architettura della soluzione era questa.
Cosa è cambiato dopo 4 anni e mezzo
Parecchie cose sono successe nella musica liquida e nell'impianto:
- Affermazione progressiva dell'alternativa streaming, ora disponibile anche in qualità CD e anche HD
- iTunes è diventato un prodotto residuale per Apple
- E' tornato il formato DSD ed è diventato nella opinione generale il più quotato tra i formati HD
- La tecnologie e le prestazioni dei DAC hanno fatto impressionanti passi avanti
- Il Mac Mini, che era già di qualche anno prima, è rimasto fermo alla versione OSX 10.7
- Lo storage server su disco singolo ha cessato di funzionare dopo 4 anni e mezzo
- Nel settore dei Network Audio Player sono usciti molti nuovi modelli da produttori tradizionali (come Marantz o Naim) o nuovi e specializzati (Cocktail Audio) e altri produttori sono spariti
- La Oppo Digital ha cessato la produzione.
Lasciando per ultimo lo streaming, vediamo i vari punti.
iTunes
Anche Apple è passata allo streaming con Apple Music (vedi il test) ma iTunes come prodotto resiste ancora ma, pare, per pura sopravvivenza. Considerando le limitazioni di questa libreria musicale (vedi quinta parte) derivante dalle scelte proprietarie di Apple, non ha molto senso continuare con un player come Fidelia che non ha alternative ad esso. Aggiungendo inoltre che le ultime versioni non sono compatibili con la versione OSX ancora supportata sul Mac Mini. Bisognerebbe comprarne uno nuovo.
Il DSD
Un music server che non consente di verificare e/o di sfruttare le nuive frontiere dell'alta definizione digitale è una grossa limitazione, considerando anche l'abbondante offerta di musica in questo formato (a risoluzioni sempre più elevate). Qui il music server su PC presenta un importante vantaggio rispetto a quello di tipo "appliance" (Network Audio Player). Basta infatti cambiare il DAC.
Le prestazioni dei DAC
In 4 anni, a parte la inclusione in tutti i nuovi modelli della conversione in DSD, prestazioni che erani appannaggio solo di modelli alto di gamma, semi professionali, sono state raggiunte anche da modelli dal costo di poche centinaia di Euro, anche miniaturizzati. Il tutto grazie alla proposta sul mercato di chipset sempre più performani da parte della case del settore.
Su Mac la connessione "bit-perfect" è di default e quindi anche gli ultimi modelli sono sempre supportati. L'investimento su un nuovo DAC è quindi quasi un obbligo. Da verificare invece il supporto del player.
Molti nuovi DAC inoltre gestiscono più sorgenti, quindi possono servire sia il music server sia altre sorgenti come Chromecast.
Molti nuovi DAC inoltre gestiscono più sorgenti, quindi possono servire sia il music server sia altre sorgenti come Chromecast.
L'obsolescenza dei PC (e dei Network Audio Player)
Qualunque sia la scelta, un Mac Mini, un notebook Windows, un PC Windows, la obslescenza colpisce sempre dopo un numero di anni non breve ma neanche tanto lungo. Nel mio impianto è presente e funziona ancora perfettamente e senza necessità di alcun intervento un sintonizzatore RDS Kenwood di oltre 40 anni fa (comprato usato 15 anni fa) mentre sul Mac Mini di 10 anni fa quasi tutte le nuove versioni di software non sono più supportate. Inclusa ad esempio la app di Tidal che supporta MQA. E' un elemento da tenere presente quando si sceglie la soluzione Music Server: sarà necessario prima o poi rimetterci mano, e comunque lavorarci sopra per tenerlo comunque funzionante.
Niente di diverso però per la soluzione alternativa Network Audio Player: sono "appliance" ovvero sempre PC internamente ma personalizzati per una sola funzione. Forse ancora più soggetti a obsolescenza (vedi dopo).
Lo storage server
La scelta era stata di un componente a disco unico, senza backup integrato e automatico quindi, dato che non avevo intenzione di liberarmi dell'ampia collezione di CD. Probabilmente a causa del non efficace funzionamento della funzione sleep (vedi "Parte 5") e dell'utilizzo di un disco interno standard e non H24 dopo 4 anni e mezzo il Lacie Cloudbox ha cessato di funzionare. I backup c'erano per tutta la musica in HD e anche per i CD "rippati" ma, come sempre avviene, non per gli ultimi. Si conferma per un music server (ma anche per un Network Audio Player) un NAS ridondante è un obbligo.
I Network Audio Player
L'alternativa che avevo valutato era il Marantz NA7004, non più in produzione da tempo e che all'epoca era una scelta quasi obbligata, con poche alternative. Nel frattempo la Marantz ha immesso sul mercato nuovo modelli che ovviamente ora hanno quasi tutto, il settore si è molto sviluppato e altre case propongono alternative con diverse combinazioni, ad esempio con ampli integrato o con storage integrato. Nuovi produttori sono entrati nel settore come Cocktail Audio spesso proposto come soluzione ottimale da TNT-Audio. Assieme a molti altri marchi high-end.
Alcuni invece sono spariti, come Olive Audio di cui avevo presentato alcuni prodotti e che sembrava leader del mercato a suo tempo.
Rimangono sempre le stesse limitazioni rispetto al music server su PC:
Niente di diverso però per la soluzione alternativa Network Audio Player: sono "appliance" ovvero sempre PC internamente ma personalizzati per una sola funzione. Forse ancora più soggetti a obsolescenza (vedi dopo).
Lo storage server
La scelta era stata di un componente a disco unico, senza backup integrato e automatico quindi, dato che non avevo intenzione di liberarmi dell'ampia collezione di CD. Probabilmente a causa del non efficace funzionamento della funzione sleep (vedi "Parte 5") e dell'utilizzo di un disco interno standard e non H24 dopo 4 anni e mezzo il Lacie Cloudbox ha cessato di funzionare. I backup c'erano per tutta la musica in HD e anche per i CD "rippati" ma, come sempre avviene, non per gli ultimi. Si conferma per un music server (ma anche per un Network Audio Player) un NAS ridondante è un obbligo.
I Network Audio Player
L'alternativa che avevo valutato era il Marantz NA7004, non più in produzione da tempo e che all'epoca era una scelta quasi obbligata, con poche alternative. Nel frattempo la Marantz ha immesso sul mercato nuovo modelli che ovviamente ora hanno quasi tutto, il settore si è molto sviluppato e altre case propongono alternative con diverse combinazioni, ad esempio con ampli integrato o con storage integrato. Nuovi produttori sono entrati nel settore come Cocktail Audio spesso proposto come soluzione ottimale da TNT-Audio. Assieme a molti altri marchi high-end.
Alcuni invece sono spariti, come Olive Audio di cui avevo presentato alcuni prodotti e che sembrava leader del mercato a suo tempo.
Rimangono sempre le stesse limitazioni rispetto al music server su PC:
- La rapida obsolescenza di un sistema chiuso e non modulare e aggiornabile a nuove funzioni. Il NA 7004 ad esempio non sarebbe ora compatibile né con DSD né con MQA, nè aggiornabile, solo da cambiare con un nuovo modello.
- La necessità di utilizzare comunque un PC per creare e gestire la libreria digitale e di un NAS ridondante e con backup per ospitarla.
Rimane il vantaggio non marginale: gestione semplice, disponibilità immediata per le funzioni implementate e pronte, ovvero: più tempo da dedicare all'ascolto della musica,
Oppo Digital
Era l'alternativa a cui stavo pensando per superare le necessità di intervento e manutenzione sul music server, adottando un network audio player di Oppo Digital, che sono anche lettori multifornato audio-video, e hanno (avevano) un rapporto qualità / prezzo imbattibile. Ma nel frattempo il produttore californiano (con produzione in Cina) ha cessato l'attività nel silenzio generale. Nel senso che il sito del produttore lo comunica senza possibilità di dubbio ma sinora le riviste del settore (e i partner) non ne parlano.
Streaming in espansione continua
Lasciate per ultime ma decisamente le più importanti, le evoluzioni dell'offerta in streaming, forte crescita sul mercato e sempre nuove funzionalità, Tanto importanti da cambiare anche le prospettive per la musica liquida e l'alta definizione. Vediamo csa è successo, dal 2014:
- Nel febbraio 2015 è arrivato il primo servizio streaming lossless (qualità CD) disponibile anche in Italia: Tidal Hi-Fi;
- Da febbraio 2017 su Tidal è disponibile anche l'alta definizione con il particolare formato di compressione MQA, per la parte del catalogo disponbile in HD e in questo formato;
- Da inizio 2018 anche Qobuz, l'altro servizio streaming in qualità CD, è disponibile in Italia;
- Dal 2018 lo streaming Qobuz è anche in alta definizione, con compressione standard FLAC e su tutta la produzione già in HD;
- L'etichetta specializzata Blue Coast Music sta analizzando la possibilità di proporre un servizio streaming in DSD.
In questo nuovo contesto è proprio la necessità di una libreria musicale digitale (e di un music server per ascoltarla al meglio) che viene messa in dubbio:
- Perchè "rippare" i propri CD se si possono ascoltare con la stessa qualità dal servizio streaming?
- Perché "sopportare" i tempi di attivazione del music server per ascoltare i CD, se la stessa identica qualità si può ottenere anche utilizzando un tablet? Basta infatti collegare Chromecast all'ingresso ottico del nostro DAC per avere la stess qualità di ascolto.
- Perché comprare, scaricare e archiviare album in HD se gli stessi si possono selezionare ed ascoltare con Qobuz HD, anche da tablet? (Serve un discorso a parte per Tidal e MQA),
Per chi ha già un abbonamento in qualità CD con Tidal o Qobuz viene certamente il dubbio: il vantaggio è evidente. Per gli altri, che devono fare un investimento di 25 € / mese forse lo è meno, soprattutto se ascoltano pochi dischi nuovi, ma il vero punto dirimente è un altro.
Perchè comprare nuovi supporti fisici?
Se li ha già e non ha esigenze irrinunciabili di spazio sono certo che qualsiasi audiofilo che si definisca tale non se ne libererà, in qualsiasi formato siano.
Ma comprarne di nuovi non ha motivi razionali, se non per musica non disponibile in streaming, qiuindi per eccezioni. Ma qui serve un altro (prossimo) post.
Ma comprarne di nuovi non ha motivi razionali, se non per musica non disponibile in streaming, qiuindi per eccezioni. Ma qui serve un altro (prossimo) post.
La nuova configurazione
Raccogliendo tutte queste sollecitazioni e cambiamenti, la configurazione (ed il futuro) del music server sono cambiati ed è ora come illustrato qui nel seguito e nello schema.
- Player e libreria digitale sono stati sostituiti da J River Media (che era peraltro l'applicazione consigliata da Masciarotte). Un altro mondo rispetto a iTunes, in effetti.
- Il DAC è stato sostituito con un Pro-Ject DAC DS2+ che ha ingresso USB, ottico e coassiale (e che supporta il DSD nativo)
- Lo storage server è stato realizzato temporaneamente su un hard disk esterno collegato in USB (e formattato exFAT) con un disco mirror gemello (in attesa di prendere decisioni su un NAS)
- Nello storage server è archiviata solo musica in HD (e i CD già rippati e recuperati)
- Il music server è usato solo per l'ascolto della musica liquida in HD
Quindi in sintesi, l'ascolto sull'impianto hi-fi avviene così:
- Musica in HD non su supporto fisico: Music Server + DAC Box Pro-Ject
- Musica in HD su SACD fisico: Lettore multiformato Oppo
- CD disponibili in streaming: iPAD collegato a Chromecast collegato al DAC Box
- CD non disponibili in streaming: Lettore CD Audio Analogue Paganini
- Vinili: Giradischi + Pre Phono Pro-Ject
Prossimi passi (2019):
- Upgrade di Qobuz in HD e ulteriore riduzione dell'uso del Music server ai soli album in HD non disponibili in streaming o in formato DSD.
- Libreria musicale: su NAS e aggiornata periodicamente, a disposizione per l'ascolto in cuffia da tablet o smartphone o da speaker esterni e come archivio unico e facilmente accessibile.