Sulle riviste di alta fedeltà si parla ultimamente delle prestazioni inaspettatamente buone che si ottengono collegando un iPod a un impianto hi-fi di classe. Cominciano anche ad essere proposte unità specializzate (docking station) per il collegamento, anche di costruzioni raffinata, con stadio di uscita a valvole.
L'iPod non ha uscita digitale (o almeno, non è facile accedervi) quindi si parla di connessioni sull'uscita analogica, che è miniaturizzata su circuito integrato, quindi teoricamente inferiore allo stadio di uscita di un lettore CD. Senza contare che l'audio è compresso in formato AAC. Un vantaggio architetturale però esiste: un passaggio di meno. Quello tra il CD e l'unità laser di lettura ottica, per il trasferimento del suo contenuto codificato in formato PCM. Un trasferimento di dati da formato digitale (sul CD) a formato digitale (sulla memoria di lavoro del convertitore digitale - analogico) che è sempre stato sospettato di degradare il risultato sonoro.
In effetti già dopo pochi anni dalla presentazione del formato CD è stata individuata una nuova forma di distorsione, chiamata jitter, che deriva da variazioni temporali nelle due fasi di trasferimento sopra ricordate. Nei lettori CD sono stati introdotti col tempo diversi sistemi per eliminare il jitter, di efficacia variabile, ma il sistema più semplice e certo è la eliminazione del doppio passaggio. Una soluzione ormai a portata di mano, con la disponibilità di memorie a stato solido dal costo di pochi Euro per Gbyte.
Una soluzione che è quella standard adottata, per forza di cose, negli iPod e negli altri lettori MP3. In molti casi in modo diretto (unità a stato solido, quelle fino a 8GB e dintorni) oppure per mezzo di una memoria tampone, nel caso dei modelli a maggiore capacità (con mini disco interno, decine di GB e oltre).
Il lettore digitale hi-fi del futuro è quindi ormai individuato, e probabilmente in qualche laboratorio di qualche corporation è già realizzato come prototipo. E' un convertitore digitale analogico di alta qualità, dotato di uno o più slot per l'inserimento di schede di memoria, ad esempio per le diffuse SD.Su una semplice SD da 1GB può trovare posto comodamente un album attuale o anche di più, usando tecniche di compressione lossless come la MLP di Meridian (già adottata nello standard DVD-Audio).Oppure si può incrementare la qualità aumentando la parola di campionamento da 16 a 24 bit (o anche meno, già 20 o 22 bit consentirebbero di risolvere i problemi del CD) e/o la frequenza di campionamento. Anche in questo caso già un incremento da 44 a 48KHz (come nel vecchio formato DAT) darebbe un percepibile vantaggio.
Nel nuovo formato non ci sarebbero vincoli derivanti dal passato e ogni formato e relativa variazione sarebbe possibile, anche soltanto sfruttando le funzionalità dei chip di conversione attualmente prodotti e usati per realizzare i convertitori.L'album a stato solido da 1GB potrebbe avere una durata fino a 2 ore con "qualità" (contenuto informativo) superiore di 1/3 rispetto al CD, o altre combinazioni.Rimane solo alla industria discografica l'onere di individuare un packaging allettante e di valore percepibile per i nuovi "dischi" a stato solido, e di rilanciare il concetto di qualità del suono presso un pubblico più vasto di quello, di nicchia, degli irriducibili appassionati di alta fedeltà.
(Originariamente pubblicato sul sito Musica & Memoria - Luglio 2008)
giovedì 1 gennaio 2009
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Si può estrarre l'uscita digitale dell'ipod con il Wadia 170i Transport l'unico che conosco che bypassi il Convertitore(DAC) interno del player di Cupertino.Non è propriamente a buon mercato (380$ su Crutchfield) però lo fà... Ciao Giamp
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