La società della Rai che si occupa della gestione della rete, Rai Way, ha presentato in un convegno tenutosi a Roma il 24 settembre, le nuove iniziative per la radio digitale, che si collocano nell'ambito delle attività della ARD (Associazione per la Radiofonia Digitale in Italia), costituita a marzo 2008 assieme ad Aeranti-Corallo e RNA (Radio Nazionali Associate), "per la promozione, l’avvio lo sviluppo pluralistico della nuova radio digitale terrestre in Italia".
Combinando le tecnologie DMB, Visual Radio e IP è stato sviluppato un nuovo terminale mobile radio, dotato anche di display video, di dimensioni compatte ed integrabile con lettore MP3. L'idea (non è spiegata nelle presentazioni sul sito di Rai Way) sembra quella di proporre un nuovo tipo di terminale per entertainment da fruire in mobilità, presumibilmente e/o prevalentemente con cuffiette, che andrebbe quindi ad aggiungersi, o più probabilmente finirebbe in competizione, con telefonini e lettori MP3, con un target orientato al pubblico giovane e un plus rappresentato dal video.
Una proposta che appare poco coerente con l'effettivo utilizzo della radiofonia in Italia, la cui platea è stimata da una recente Relazione Agcom, in 38,7 milioni di ascoltatori nel 2007 nel giorno medio, quindi al 73,3% della popolazione italiana con età superiore agli undici anni. Ma che utilizza in prevalenza, come noto, la radio dell'automobile oppure, ma in misura molto inferiore, radio fisse nelle abitazioni (tradizionali o, più spesso, incluse nei coordinati Hi-Fi) oppure ancora, in mobilità, il ricevitore FM del telefonino.
Il mercato per la nuova radio digitale presentata con lo slogan "Il futuro della Radio è qui" e descritta nella presentazione come "piccola e maneggevole, molto simile ad un lettore mp3, sul quale peraltro si può caricare, con uno schermo che consentirà di godere dei "contenuti aggiuntivi" ..." appare quindi essere una potenzialità tutta da esplorare.Non risultano invece indirizzati i mercati, molto più interessanti, della radio in auto (si pensa probabilmente ad una soluzione non integrata, tipo lettore iPod) o della radio come sottofondo casalingo o per esercizi commerciali. Tutti usi per i quali un piccolo display video rappresenta un plus del tutto superfluo e/o inapplicabile. Sembra quasi che la radio si vergogni di non avere un video, mentre invece proprio questo è il plus del mezzo.
Viene contestualmente anche confermato l'abbandono della sperimentazione dello standard europeo DAB, iniziata molti anni fa e mai andata realmente sul mercato.
In sintesi: la radio digitale terrestre sembra sempre in alto mare in Italia, anche se l'Agcom continua a parlare di transizione a partire dal 2009.
(Pubblicato originariamente su Musica & Memoria nel settembre 2008)
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