martedì 13 marzo 2012

La composizione dell'impianto hi-fi

Prima che la musica liquida divenisse un'alternativa concreta, la composizione dell'impianto hi-fi era molto semplice e ripetitiva: dalla seconda metà degli anni '80 era formato da un lettore CD, un amplificatore integrato (o un pre + finale), una coppia di casse. Il "contagio" con il mondo dell'informatica e del computer rende le cose più complicate e le alternative possibili sono molte e intrecciate tra loro.
A giudicare dalle email che ci arrivano questo sembra essere uno dei punti meno chiari e una continua fonte di dubbi. Anche se diversi articoli del blog sono dedicati a descrivere queste alternative, è probabilmente utile riassumerle in un unico post, almeno le principali, collegandole alle "tipologie" di ascoltatore. Limitandoci ad impianti solo audio e solo stereo, altrimenti le cose si complicano troppo.

0. Rimango al CD almeno per un po' 
L'impianto standard per l'audiofilo che non si pone al momento l'obiettivo di passare all'alta definizione o alle comodità della musica liquida, ma anche alla necessità di essere coinvolti nelle complessità del download digitale. Con il costo in discesa dei CD può essere una scelta giustificata. L'impianto è sempre quello tradizionale, illustrato in figura.

Per chi ascolta ancora in vinile, o l'ha riscoperto in tempi recenti, basta aggiungere un giradischi e un preamplificatore phono.


1. Preferisco lasciare a distanza il mondo del PC
La musica liquida può anche essere vista come un canale alternativo di distribuzione, particolarmente interessante per l'audiofilo interessato all'alta definizione o al multicanale, ma che ha ancora un'ampia collezione di CD, o anche di vinili, ai quali non vuole rinunciare e che normalmente ascolta. Non ha problemi a gestire una libreria musicale fisica e non è interessato a comporre playlist al volo, a cercare ispirazione nella sua raccolta per la scelta della musica, ascolta ancora gli album per intero e con calma, uno alla volta. E preferisce lasciare separato il mondo dell'informatica e quello dell'ascolto hi-fi, anche se sa perfettamente come usare il PC per tutte le operazioni di acquisizione e gestione.

La soluzione ideale è in questo caso l'utilizzo, al posto del lettore CD, di un lettore multiformato, dotato anche di ingresso USB (ormai tutti ce l'hanno). La musica liquida in media definizione sarà trasferita ("solidificata") su CD, quella in alta definizione su DVD, eliminando ogni dubbio su come vengono gestite le conversioni dai vari strati del software, se da qualche parte viene fatto un downgrade o se in qualche modo si creano alterazioni nel suono. Il lettore multiformato potrà inoltre accogliere supporti fisici in formato SACD o DVD-Audio.
In più, per ascolti al volo potrà usare la porta USB trasferendo i file audio al lettore con una pen-drive o con un hard disk USB, senza alcuna perdita di qualità.


2. Basta con i CD, ma per semplificarsi la vita, non per complicarla ancora di più
L'audiofilo che fa questa scelta è interessato soprattutto alla praticità, alla possibilità che la sua intera libreria musicale, che occupa pareti intere a casa sua, possa essere ridotta e racchiusa dentro a un componente delle stesse dimensioni del lettore con, in più, la possibilità di cercare comodamente ogni singolo album o singolo brano, raggrupparli per genere o in qualsiasi altro modo o addirittura provare anche un ascolto creativo, creando proprie playlist in pochi minuti.
La soluzione ideale, sia per chi ha già una discoteca di CD, sia per chi parte da zero, è un componente all-in-1, un "music server" che racchiude tutto quello che serve, dall'archiviazione alla decodifica alla organizzazione della libreria.

3. Musica liquida sì, ma con la stessa flessibilità e selettività del mio impianto hi-fi
L'appassionato che punta allo stesso risultato, ma che non vuole rinunciare alla flessibilità e alla scelta del componente con miglior rapporto qualità / prezzo per ogni funzione, preferirà invece mantenere separate le funzioni di decodifica da quelle di archiviazione. La struttura e la installazione dell'impianto saranno più complesse, ma non di molto, e potranno crescere in modo meno vincolato. E rimarrà sempre la separazione tra l'impianto e il mondo dei computer e di Internet che, anche in questo caso, serviranno solo per caricare la musica sul nuovo componente specializzato: lo storage server.
Per eventuali CD che ancora girano per casa potrà essere presente, a fianco del network audio player che è la sorgente primaria in questo impianto, un normale lettore CD, a questo punto anche di fascia media.
In più, come nello schema precedente, ma con ancora più estese possibilità operative, l'appassionato potrà comandare tutto l'impianto, libreria musicale compresa, con un telecomando veramente potente ed interattivo, un iPhone (o anche un iPad, ancora più comodo) collegato in wi-fi al network player.


4. Non ho problemi a collegare il PC all'impianto hi-fi
Anzi, in questo modo ho tutti i programmi di gestione sotto mano e posso aggiornarli continuamente alle mie esigenze. E poi, siccome il PC ce l'ho già, spendo anche meno.
Lo schema è quello illustrato nella figura seguente. E' indicato un notebook perché sarà la soluzione più comune, grazie alla sua versatilità e portabilità. Ma potrebbe anche essere un PC fisso dedicato a questo scopo, in particolare un Mac Mini che sembra progettato apposta per questo scopo. Anche se ha bisogno di un monitor, che potrebbe essere anche un apparecchio TV, ma avevo premesso che non si volevano complicare le possibili combinazioni aggiungendo anche le funzioni video.

Il PC con un media player installato (ad esempio Foobar2000) può anche includere la libreria musicale, ed essere quindi un componente all-in-1 quasi completo, con l'unica esigenza di avere a disposizione un DAC esterno collegato in USB.
In più il PC può essere comandato con un iPhone e le apposite App, in modo anche più completo rispetto ad un network player, eliminando la esigenza di interagire con esso mediante tastiera, mouse e monitor. Il monitor anzi può essere anche spento, ed è consigliabile farlo.


In alternativa la libreria musicale può essere archiviata, come nel caso precedente, su uno storage server collegato in rete. Per la rete è indicato l'utilizzo della tecnologia powerline, per preservare le massime prestazioni nel caso di materiale in alta definizione, infatti, al momento non è consigliabile utilizzare il diffuso wi-fi. Ci vuole una connessione via cavo e, in un ambiente domestico, normalmente non cablato con cavi dati, l'unica alternativa è usare i cavi elettrici, come fanno per l'appunto i comodi e affidabili componenti a tecnologia powerline.


In sintesi
Riepilogando, abbiamo visto le 4 alternative principali per comporre un impianto che consenta di utilizzare la musica liquida. Quello che cambia nei 4 casi è la sorgente:
  1. Solo download di musica liquida, libreria musicale ancora solida e ascolto incentrato sui supporti solidi: sorgente = lettore multiformato.
  2. Passaggio completo alla musica liquida e massima semplicità di gestione e configurazione: sorgente = music server con storage integrato.
  3. Passaggio completo alla musica liquida e massima flessibilità: sorgente = network audio player supportato da uno storage server separato.
  4. Integrazione completa con il mondo PC: sorgente = PC (notebook) supportato da un DAC esterno.