sabato 27 febbraio 2021

La via più semplice alla musica liquida

Nel blog ho scritto molti post che cercano di facilitare la strada a chi vuole passare alla "musica liquida", sia che si tratti già di un appassionato col suo impianto consolidato, sia che inizi ora, ma sia consapevole che la qualità dell'ascolto è un valore a cui non rinunciare, ed è pure accessibile.

Il problema è che, mentre per suonare un CD o un LP il lettore, il player, è un componente ben definito, nel caso della musica memorizzata su file la creatività dei produttori di hardware si è scatenata proponendo front end in varie combinazioni di funzionalità (DAC+ampli, streaming + DAC + DLNA senza ampli, streaming + DAC + ampli + hard disk, streaming e DLNA e basta, ecc.). All'appassionato l'onere della scelta non solo del modello con il miglior rapporto qualità / prezzo, ma anche della combinazione ottimale per lui. Con l'aggravante che il componente più critico, più soggetto all'obsolscenza funzionale o prestazionale, ovvero il DAC, è inserito e non intercambiabile. Rischiando di far diventare obsoleto tutto il front-end.

Facciamo un reset
Un reset anche rispetto ai molti post del blog e alle classificazioni, peraltro inevitabilmente soggette a obsolescenza anch'esse. Cominciamo con il circoscrivere questa generica "musica liquida", che alla fine può essere:

  1. memorizzata in cloud, e accessibile in streaming
  2. memorizzata su un NAS DLNA, un componente dedicato nella rete locale casalinga
Nel secondo caso il NAS conterrà la musica acquisita via digital download, o digitalizzata in proprio a partire da CD (o LP) già posseduti.
Sul lato opposto ci sono le casse acustiche e il loro amplificatore (separato o incluso, se sono casse attive), quello che c'è in mezzo è il "componente" da semplificare.

L'anello di congiunzione dal file alle casse (all'ascoltatore)
Fino a un paio di anni fa veniva in soccorso un componente eccezionalmente funzionale e super economico fornito da Google, ovvero Chromecast Audio. Ma Google ha deciso di sospendere la produzione e un sostituto altrettanto universale e altrettanto economico non è stato proposto da nessuno. Lasciando quindi ancora una volta la scelta all'appassionato oppure a chi lo consiglia, alle prese con componenti dai prezzi più vari (e comunque superiori) e per di più soggetti a obsolescenza.

Cercando in casa, invece ce l'abbiamo già
Difatti, quello che ci serve alla fine non è altro che una piattaforma su cui installare un player, che nel caso (1) è la app del servizio streaming (Qobuz, Tidal, Music Unlimited HD) e nel caso (2) un player digitale, che possa trasferire il file decodificato sul DAC. Ma questo mestiere lo può fare qualsiasi PC, e pure un tablet, volendo.
Con solo uno svantaggio: si ritorna al cavo, che deve connettere il PC o il tablet al DAC. Ma con un vantaggio: costo quasi nullo.

Una scomodità relativa 
Con Chromecast Audio, un tablet, uno smartphone o un notebook poteva scegliere e mandare in esecuzione la musica da qualunque punto della casa. Sostituendolo con un cavo tutto dipende da dove si trova l'impianto. Se è nello studio dove già abbiamo un PC (che ormai è essenzialmente un notebook) basta un cavo un po' lungo (nessun problema) tra il DAC e l'amplificatore e si risolve tutto.
Se l'impianto è nella posizione classica, nella sala davanti a poltrona o divano, è un po' più complicato. Da escludere un PC fisso sia per l'estetica e la necessità di avere tastiera e schermo separati sia perché solitamente umoroso, sarà necessario usare un notebook, che può essere dedicato a questo scopo o spostato quando serve. Sarebbero ideali a questo scopo i notebook ultrasottili e con batterie lunga durata di ultima generazione.
Portare il notebook vicino all'impianto, collegare il cavo USB al DAC, è tutto quello che serve per iniziare ad ascoltare la musica.

Bitches Brew, un classico album da ascoltare in poltrona e senza interruzioni (vedi dopo)

Cosa serve
In sintesi, poche cose, per cominciare, la musica:
  1. l'abbonamento a un servizio streaming (Qobuz, Tidal o Music Unlimited HD al momento) e l'installazione della relativa app per desktop;
  2. l'archiviazione su un NAS (ridondante o meno, ridondante è ovviamente meglio) dei file audio posseduti, organizzati per directory e sottodirectory, ma solo per semplicità di gestione (ma per iniziare può bastare un hard disk collegato al notebook, basta fare un backup ogni tanto).
E poi il player, che puo essere per Mac:
  1. J River Media Center (vedi la prova)
  2. Audirvana Plus (vedi la prova)
Entrambi a pagamento, ma non molto esosi (60 € il primo, 100 € il secondo)

Invece per Windows:
  1. J River Media Center
  2. Audirvana Plus
  3. Foobar2000
Foobar2000 ha il vantaggio ben noto di essere gratuito e di avere funzionalità e prestazioni simili agli altri due, ed in più una estesa disponibilità di add-on per qualsiasi uso. Ma più complesso perché deve essere "assemblato" installando vari plug-in (o "component"). Inoltre, come si può intuire, non è disponibile per Mac.
I player che ho indicato ovviamente sono anche dei media center, includono quindi anche la libreria musicale che costruiscono automaticamente accedendo al NAS e che consentono di gestire.
Infine, un amplificatore, 2 diffusori stereo, un notebook, un DAC, la rete wi-fi, i cavi e niente altro.


Un'operatività paragonibile a quella tradizionale
L'operatività non è molto diversa da quella tradizionale, se vogliamo ascoltare un intero album, una sinfonia o un concerto. Bisogna alzarsi dalla poltrona, prendere il CD o l'LP, metterlo nel lettore o sul piatto, farlo partire e tornare a sedersi per godersi la musica, con l'unico ausilio, quando c'è, del telecomando del volume dell'amplificatore. Anche qui la sequenza è simile, ci si alza dalla poltrona, si accende il notebook, si avvia il player software, si cerca (più facilmente) l'album da ascoltare, si avvia il player e si torna alla poltrona. In tempi paragonabili.

E l'ascolto in poltrona?
Ma l'arrivo degli smartphone e dei tablet loro derivati ci ha abituati ad una comodità prima sconosciuta, ovvero fare tutto comodamente seduti in poltrona e, in più, passare da un brano all'altro o da un album all'altro o da un genere all'altro usando solo la "mobile device" che teniamo in mano. Si può fare anche questo, con un un impegno tecnologico ridotto. Vediamo i tre casi.

Ascolto in poltrona dal NAS con i player a pagamento citati
Nessun problema, basta procurarsi l'apposita app "remote" che ciascuno dei due produttori rende disponibile a modico prezzo (ca. 10 €) e lo smartphone o il tablet diventa un potente telecomando e non è più necessario operare sul notebook (basta che sia acceso, come l'amplificatore, peraltro). Comodo, veloce, tutto sottomano, difficile chiedere di più.

Ascolto in poltrona in streaming
Purtroppo invece la funzione "remote" non è disponibile per nessuno dei servizi in streaming in qualità CD/HD elencati. Era disponibile fino a qualche anno fa per Spotify ma la app (Spot Remote) è in seguito stata ritirata. Non è una realizzazione molto semplice perché richiede un componente "gateway" da installare sul PC, oltre alla app per mobile device.
L'unica soluzione disponibile senza complicare la configurazione con un nuovo componente (che faccia le veci di Chromecast Audio) è installare sul tablet (in questo caso, obbligatorio, per via dello schermo) una app per "desktop remoto", che consente cioè di portare sul tablet stesso lo schermo, il mouse e la tastiera del notebook, e quindi comandarlo a distanza. Si fa login sul notebook (che ovviamente non deve aver nessun utente attivo), si avvia la app desktop di Tidal o di Qobuz, e si procede come se si fosse davanti al notebook, con solo qualche lentezza e impaccio in più.

Operare in desktop remoto
Per valutare quanto impaccio in più, ho provato questa operatività con una delle tante app che fanno questo mestiere, quella proposta da Microsoft (desktop remoto Microsoft, il nome). 
Qualche difficoltà iniziale per connettere il notebook, bisogna modificare i settaggi standard in Windows 10 per consentire la connessione remota e individuare l'account di rete e inoltre bisogna ricordarsi di configurare l'audio su notebook e non sul tablet, e poi l'operatività è discreta come velocità, un po' contro-intuitiva nell'uso del mouse (non basta il dito, il dito deve andare sul puntatore) ma accettabile.
Per un uso normale, ovvero ascoltare la musica preferita in relax, senza bisogno di saltare compulsivamente da un brano all'altro o da un album all'altro, ma solo con occasionali variazioni della "scaletta" va bene. Altrimenti può rallentare parecchio, e quindi biosgna passare alla app dedicata per tablet del servizio streaming, con ascolto in cuffia; oppure dalle casse acustiche, ma acquistando un componente "cast" che faccia le funzioni di Chromecast, per l'invio dell'audio al DAC, come Yamaha WXAD-10 o Sonos Connect. Che rimane la soluzione più comoda e pratica, comunque.

Una soluzione per Foobar2000?  (sezione aggiornata il 28/03/2021)
Rimane da trattare il popolare media center e player gratuito, per il quale non è stato realizzato dal suo progettista Peter Pawlowski una app per il controllo remoto, nè è inclusa tra i "components ufficiali", ovvero quelli inseriti nell'apposita sezione di foobar2000.org. La società Ventis Media, che sviluppa e commercializza il noto player MediaMonkey ha però deciso di proporre la sua app per il controllo remoto del player anche per il concorrente Foobar2000. La app si chiama MonkeyMote ed è stata provata in tempi successivi alla prima versione di questo post. E' risultata del tutto adeguata allo scopo e quindi consente di considerare Foobar2000 un'alternativa equivaente come funzionalità alle due elencate prima. Ha un costo molto limitato (2,29 €) e approfondire le sue funzionalità si può leggere la prova prima citata.

In sintesi
Come si è visto, anche acquistando o recuperando una semplice accoppiata amplificatore-diffusori stereo, ed usando il notebook di casa, si può mettere assieme un eccellente impianto hi-fi con sorgente "liquida" della musica, basta aggiungere solo un DAC (ma in alcuni amplificatori di recente produzione è incluso). Una soluzione apparentemente banale, certamente non penalizzante il suono, da considere accanto alle altre basate su componenti specializzati più o meno "all-in-1".

venerdì 5 febbraio 2021

Mconnect Player: una app DLNA e Chromecast che funziona bene

La musica e i video sono su un NAS connesso in rete con protocollo DLNA. Voglio sentirli e vederli su uno smartphone o su un tablet usandolo come una cuffia senza filo o come un visore remoto e portatile. Ma voglio ascoltarli anche sul mio impianto Hi-Fi inviando i contenuto digitalizzati in rete con il protocollo Chromecast.  App che fanno questo mestiere apparentemente ce ne sono decine ma, o sono solo per il video, oppure, come l'unica anche audio, funzionano male ed ora per niente (PlayerXtreme, anche provata qui nel 2018). Ma ne esiste per fortuna una che funziona bene e che è disponibile anche in versione free: Mconnect Player di Conversdigital, una società coreana. Che è l'oggetto di questa breve prova.

Mconnect Player per iPhone
La prova è su smartphone, della versione Lite, gratuita e con pubblicità. Su iPad funziona ma è la stessa app, in verticale, a tutto schermo. Esiste anche Mconnect Player HD per iPad, orizzontale, a pagamento. La versione free, a parte una pubblicità non molto invasiva, non ha funzioni in meno.

Avvio e settaggio della libreria
La videata home è veramente senza fronzoli. Per la configurazione iniziale bisogna andare su Play To in basso, e si passa al pannello dove si sceglie l'origine della musica (l'iPhone stesso o un NAS collegato con UPnP) e il dispositivo dove suonarla (l'iPhone o via Chromecast, icona in alto a destra).
In una fascia in basso lo spazio per la pubblicità, se è la versione Lite.

Selezionando UPnP Devices con l'icona di aggiornameto sulla destra si visualizzano i servizi DLNA disponibili in rete. Uno solo in questo caso. Si tratta in realtà di J River Media, come si capisce anche dal logo, ma Mconnect inserisce il nome del router attraverso il quale lo ha rilevato. Cliccando sul nome però si possono visualizzare tutte le informazioni sul servizio (vedi lo screenshot più avanti). In realtà nelle rete locale c'è anche un altro servizio DLNA (PS3 Media Server) che però è un po' obsoleto e non è visto da Mconnect. Attenzione: a volte per la visualizzazione dei servizi DLNA è necessario attendere per più di qualche secondo.

Per scegliere cosa ascoltare si deve passare al pulsante Browser, che mostra tutte le opzioni. Come si vede è possibile centralizzare anche l'ascolto dei servizi streaming in qualità CD/HD.



Accedendo alla media library su J Remote, si sceglie sempre con la funzione Browser il tipo di media che si vuole riprodurre (Audio) e si può scendere al pannello di ricerca per Album, Artisti, Genere ecc. 

Figura 5

Figura 6


A questo punto si sceglie un artista (Belle and Sebastian) e un album (Fold Your Hands) e si può avviare l'ascolto di una canzone.




La canzone è I Fought in a War e nel player troviamo una gradita sorpresa: le informazioni sulla codifica e sulla risoluzione dei contenuti audio che stiamo trasferendo (FLAC 24/48 in questo caso). Naturalmente prima dell'ascolto avremmo dovuto decidere dove ascoltare, ma possiamo farlo anche ora, il comando è sempre Play To. Cliccando sull'icona di Chromecast si possono elencare i servizi cast disponibili e selezionare quello prescelto. Nel caso mostrato sono, come si capisce anche dalle icone, un servizio Chromecast Audio e un servizio Chromecast "standard", ovvero video. Quello ancora disponibile in vendita.



Si arriva quindi fino all'ascolto con una serie di azioni e menu' molto lineari e logici, e tutto procede sempre con passaggi molto fluidi e veloci, sia che si scelga l'ascolto in locale, sull'iPhone sia che si scelga di inviarlo all'impianto con Chromecast Audio.

A questo punto verifichiamo se sono supportati tutti i formati, anche il DSD. L'album è Nashville Skyline di Bob Dylan e la bellissima Girl From The North Country è riprodotta senza problemi sull'iPhone, anche se è un file DSF in codifica DSD64 proveniente da un SACD di qualche anno fa che ho.



Il file in formato DSF e in codifica a 1 bit DSF viene quindi trasferito e ascoltato correttamente dopo trascodifica, visto che il DAC dell'iPhone non supporta il DSD (e neanche il PCM oltre 48KHz).
Nel secondo screenshot vediamo il dettaglio del servizio DLNA citato prima.

Compatibilità e qualità audio
Restano da fare alcune verifiche di compatibilità e di qualità effettiva in riproduzione:
  • riproduzione su Chromecast di file audio DSD
  • effettiva risoluzione nel trasferimento tramite protocollo Chromecast
Per la prima verifica fare altro che inviare un brano codificato DSD in riproduzione su Chromecast invece che sull'iPhone, per controllare se la trascodifica viene applicata anche in questo caso. La risposta è "probabilmente" no, perché Mconnect continua a girare senza che la riproduzione parta. E' possibile che a livello di protocollo di trasmissione non sia implementato.

Per la seconda verifica ho utilizzato il piccolo DAC SMSL M3 che uso per l'ascolto da notebook. Chromecast è collegato sull'ingresso ottico, ed ecco la conferma che nulla si perde, in PCM:
  • Prima prova - 24/48 OK
  • Seconda prova - 24/88 OK
  • Terza prova - 24/96 OK
  • Quarta prova 24/192: downgrade a 24/96 e suona correttamente
Il test di riproduzione a risoluzione 24/88. In ascolto Cannonball Adderley.

La gestione dei video
la stessa app può consentire di vedere un video sul tablet in qualsiasi luogo della casa o di usare lo smartphone come un telecomando per mandare con Chromecast su un monitor TV video, film, concerti o riprese personali, archiviate sul NAS  DLNA.
La gestione è la stessa, basta selezionare (vedi figura 5) "Video" invece che "Audio" e si visualizzano le varie categorie in cui è suddivisa (in modo un po' arbitrario, dipende da come sono classificati i video, "show" oppure "movie" ad esempio) e quindi, all'interno di una categoria, il video da vedere.


Il video selezionato è di un bel concerto di Fiorella Mannoia del 2005, rippato su NAS a partrire da un DVD della mia libreria di video di concerti. Che si può così vedere tramite Mconnect sullo smartphone, oppure (meglio) trasmettere con Chromecast su un monitor TV (altro test fatto).



La scelta in realtà non è casuale ma obbligata perché dal test si appura che, a differenza dell'audio, per i video Mconnect (almeno nella versione Lite) non supporta tutti i formati. Anzi forse solo uno, MP4, e sicuramente non i più diffusi AVI e MKV che nel mio caso sono derivati in genere da ripping con DVD Shrink dai DVD fisici. Per qualche casualità che non ricordo quello della Mannoia è l'unico MP4 tra i non molti video che ho sul NAS. Ho cercato sul sito di Conversdigital se sono specificati i formati supportati ma, a differenza che per l'audio, non è presente alcuna informazione in merito.

E' stata però l'occasione per risentire una bellissima canzone di Ivano Fossati, "I treni a vapore" nella splendida interpretazione di Fiorella Mannoia.