sabato 21 luglio 2012

Foobar 2000 come convertitore di formati audio

Il mondo della musica liquida vede ancora una discreta diversificazione nei formati di compressione. Parliamo di formati di compressione lossless, senza perdita, naturalmente, in coerenza con gli obiettivi di questo blog.

Come si discuteva nel post precedente, il formato più diffuso è attualmente il FLAC (Free Lossless Audio Code), ma una alternativa che si sta affermando è l'equivalente di Apple, ALAC (Apple Lossless Audio Code), e alcuni siti di download adottano anche la soluzione proposta dal concorrente Microsoft, WMA Lossless (Windows Media Audio). In più esistono altri due formati non proprietari, meno usati ma che sono comunque presenti in rete: WAVpack e APE di Monkey Audio (il noto media player multi piattaforma alternativo a iTunes).

E poi ci sono i formati non compressi, che sono sostanzialmente due: WAV (che proviene dallo standard CD) e l'equivalente di Apple che si chiama AIFF.

Esigenza della conversione
Un media player universale come Foobar2000, con gli appositi codec, può gestirli indifferentemente tutti, ma per altri non è così (iTunes in primis). Inoltre la riproduzione potrebbe essere affidata ad un componente specializzato, un network audio player, oppure a un lettore CD o BD che supporta altri formati in input, una funzionalità presente in quasi tutti i modelli recenti, ad esempio nel lettore BD Oppo BDP-95 che abbiamo descritto in un post mesi fa.
In questi casi non tutti i formati sono gestiti direttamente, solo i principali, spesso il solo Flac, oltre al formato non compresso Wav.
Per poter ascoltare il nostro materiale non sarà rara la necessità di dover procedere preventivamente a conversioni da un formato all'altro.
Senza contare che, per altre necessità può servire anche, occasionalmente, la compressione in qualche formato compresso.


Per questo mestiere esisteva un tempo una applicazione free molto popolare e diffusa, dBpoweramp. Che però negli anni è diventata a pagamento, con funzioni nuove che sono il duplicato di altre e funzioni che invece sono sparite, e il tutto senza una particolare facilità d'uso. Penso sia corretto che il software si paghi, ma se qualcuno gentilmente lo rende disponibile gratuitamente e per giunta con qualità elevata e sufficiente praticità, penso sia inevitabile rivolgersi a questo, e quindi al nostro Foobar2000.
Una funzione che avevamo già visto velocemente nella mini guida dedicata a Fobbar2000 e che in questo post approfondiamo.

Foobar2000 come convertitore di formati
Oltre a tutte le altre cose che può fare egregiamente, Foobar2000 ha anche una completa sezione per la conversione da un formato all'altro. Per attivarla, ad esempio per un album intero (il primo di Laura Marling, nell'esempio) occorre semplicemente selezionare tutte le canzoni e poi attivare il menu contestuale con il tasto destro del mouse, scegliendo la funzione Convert. Tra le tre opzioni quella da scegliere la prima volta è senza nome, quella con i tre puntini.


Si attiva così il dialogo per la conversione, che presenta tre sezioni: il formato nel quale si vogliono convertire i file audio, la cartella di destinazione sul PC, e la possibilità di eseguire un processamento digitale del contenuto dei file (DSP). La cartella di destinazione sarà una nostra scelta e non richiede commenti particolari. Le funzioni DSP servono solo per usi particolari e magari le vediamo dopo, concentriamoci sulla cosa più importante: i formati audio.




Come si vede nella immagine seguente, teoricamente disponibili ce ne sono parecchi, 12 per la precisione, presentati mischiati tra lossless e lossy.
Dico "teoricamente" perché nel kit base che si scarica dal sito del media player (dove si nota che gli sviluppatori, a quanto pare, sono fan dei tremendi Rammstein) non tutti sono inclusi all'origine.
I principali ci sono (Wav, Aiff). Altri, bisogna aggiungerli dopo. 





Aggiungere convertitori in Foobar2000
Per fare un esempio esempio supponiamo che la conversione che ci interessa sia verso il formato Wavpack. Improbabile ma è solo un esempio. Se selezionamo questo formato come output Foobar2000 ci chiede di indicarci dov'è l'encoder, perché lui non ce l'ha.
Occorre quindi trovarlo in rete. una breve ricerca su Google ci indirizza, ovviamente, al sito degli sviluppatori, che è free come il concorrente Flac, e nella sezione download troviamo il nostro encoder. Non però così facilmente. L'encoder in questo caso, ma di solito è così, è contenuto nel kit di installazione della applicazione, che si chiama WavPack Win3 (Windows command-line programs and user documentation) ed è il primo della lista. Aprendo il contenitore compresso troviamo infatti l'applicazione wavpack.exe che con ogni probabilità è l'encoder, cioè il programma principale di un codec audio.




Non dobbiamo fare altro che inserirlo in una cartella sul nostro PC (Windows ovviamente, Foobar2000 non è disponibile per Mac) e far sapere in quale cartella cercarlo a Foobar.
A questo punto appuriamo che l'eseguibile che abbiamo copiato è proprio l'encoder che cercavamo, la conversione si attiva e il file convertito compare in pochi secondi (pochi minuti per l'album) nella directory di destinazione che avremo scelto.




Come si vede è una operazione molto semplice ma passa obbligatoriamente, per formati non supportati in modo nativo, per una ricerca su Internet che richiede un minimo di familiarità con queste cose. Un po' come tutto il mondo Foobar2000.

Il post processing con le funzioni DSP
Per finire le possibilità di intervento sul file audio prima della conversione di formato. Alcune funzionalità consentono di intervenire sul segnale in input, come l'equalizzatore a 18 bande, con possibilità di salvare le curve di equalizzazione che abbiamo messo a punto per questa o quella esigenza.
Strumento potente ma di uso piuttosto specializzato e che comunque cambia le scelte di registrazione fatte dal tecnico del suono (se stiamo lavorando su musica registrata) e comunque va fatta normalmente in produzione, non in post-produzione.

Vere e proprie ulteriori possibilità di conversione sono invece quelle che riguardano il passaggio dell'audio su diverse modalità di gestione dei canali del nostro impianto in ascolto:

  • Downmix channels to mono: trasforma in mono  file audio originali (in stereo (come normalmente sono); si ottiene materiale monoaurale, ormai raro, utile nella fase di messa a punto dell'impianto (vedi)
  • Convert mono to stereo: è la funzione opposta; da usare con attenzione, sconsigliabile normalmente. Meglio lasciare il materiale in mono.
  • Convert 5.1 to stereo: nel caso che il materiale originario sia multicanale; piuttosto raro, di solito è presente in entrambe le opzioni, può riguardare le colonne sonore.
  • Convert stereo to 4 channels: un ennesimo sistema per creare materiale in multicanale sumulato; da vedere se l'algoritmo è migliore o peggiore di quelli inseriti in qualsiasi componente multicanale.
  • Reverse stereo channels: uso intuitivo; correzione di errori in produzione. Utilizzo raro.
  • Skip silence: elimina le pause tra un brano e l'altro. Utile se all'origine era un flusso continuo (musical e simili non correttamente registrati o riversati).
(La prova delle funzionalità è stata eseguita in ambiente Windows 7, versione 6.1 - Serviz Pach 1, e Foobar2000 alla release 1.1.8)

lunedì 9 luglio 2012

ALAC versus FLAC

L'uscita progressiva della musica liquida dal recinto ristretto e low-fi del suono compresso, dei lettori portatili e degli auricolari, per approdare finalmente al suono in alta fedeltà, è strettamente collegata alla affermazione come nuovo formato standard del FLAC, Free Lossless Audio Code, lo standard di compressione senza perdita, lossless, open source.

Ci siamo occupati già diverso tempo fa di questo standard di compressione e delle caratteristiche che hanno consentito la sua affermazione, ma ora sta emergendo una alternativa.

Il FLAC ha in effetti un limite, pur se non intrinseco, che dipende dalla scelta della principale industria che opera nel settore (e ormai dell'intero IT) la Apple, di non includere questo popolare formato tra quelli supportati, e di proporre in alternativa un proprio formato, proprietario già dal nome, ALAC, o Apple Lossless Audio Code. Con scarso esito sino a novembre scorso, perché ben pochi siti di download proponevano questo formato (neanche quello della Apple, peraltro) e la carenza di convertitori ostacolava l'unificazione su questo formato.

Da novembre 2011 però la Apple ha deciso di rendere pubbliche le API che consentono di scrivere convertitori da altri formati ad ALAC, e di conseguenza questo formato è diventato una valida alternativa, forse preferibile per flessibilità e praticità. Come vediamo nel resto del post, che ovviamente è consigliato solo a chi riesce a sopportare la gabbia di un ambiente proprietario. Gli altri possono anche chiudere qui ...

Un unico formato per tutti gli usi
Abbiamo un album in qualità CD o definizione standard (SD) o addirittura in alta definizione (HD), di un artista che apprezziamo e seguiamo, e lo abbiamo acquisito in formato liquido, abbiamo quindi una cartella di file musicali. Possiamo ascoltarlo in molti modi, con la tecnologia attuale: dal nostro sistema hi-fi con un network player o un PC che si connette via rete all'hard disk che contiene i file, da una device mobile sulla quale abbiamo scaricato gli stessi file, oppure da una device mobile che accede agli stessi contenuti musicali trasmessi in un'area di rete, sul cloud, secondo la definizione attuale.

Se le device mobili sono quelle di casa Apple, le prime e più diffuse, quindi iPhone o iPad, e la modalità di trasferimento della libreria musicale e' quella di Apple, ovvero iTunes Match (peraltro l'unica disponibile in Italia) scegliere FLAC come il formato di archiviazione comporta la necessita' di utilizzare un formato compatibile con il mondo Apple, che poteva essere solo un formato non compresso, WAV standard o AIFF di Apple. Con le dimensioni dei dischi attuali e con le velocità di rete disponibili non e' in teoria un grande problema. In teoria, perché una libreria e file musicali più leggeri sono una grande comodità nell'uso pratico, a cui e' difficile rinunciare.

Tutto in ALAC
Ora e' possibile una alternativa: convertire tutto in ALAC. Vediamo nei dettagli come funzionerebbe una libreria musicale multi-uso, una volta scelta questa strada.

Prima di tutto sarà consigliabile selezionare questo formato, quando disponibile, sui siti di download dove acquistare la musica. Come ad esempio sul sito della casa discografica Hyperion.
In tutti gli altri casi sarà necessario passare per una conversione dal formato originale, che sarà spesso il diffuso FLAC. Alle tecniche di conversione dedicherò un prossimo post, per ora anticipo solo che lo strumento giusto e preferibile e', ancora una volta, proprio Foobar2000.

Il secondo passo sarà quindi la organizzazione dell'archivio fisico nel quale generare i file convertiti, per esempio raggruppando le cartelle per genere o per artista.

Per collegare iTunes alla libreria fisica si utilizzerà il comando "aggiungi cartella" e una volta completata questa fase tutte le funzioni elencate prima saranno disponibili esattamente come se i file fossero nello standard per iTunes, vale a dire AAC, mentre ora l'ascolto non sarà più in formato compresso ma, al minimo, in SD.

In ambiente Mac non sarà necessario nulla di più anche per gestire e ascoltare materiale in HD, tranne forse un player specializzato per questo uso, come Fidelia.

In ambiente Windows invece, come sappiamo, iTunes e' limitato ancora a 16/44.1 e quindi occorrerà ancora fare ricorso al nostro preferito media player, il già citato Foobar2000.
La stessa libreria fisica può essere vista da due o più media player e quindi la funzionalità complessiva sarà salvaguardata, con appena un po' di complessità in più.


Il terzo passo in ambiente Windows sarà quindi la configurazione dei due media player sulle stesse cartelle sul disco fisso o sullo storage server che contengono i file audio in formato ALAC. In Foobar2000 e in iTunes. L'ascolto in alta definizione si effettuerà da PC tramite Foobar2000, mentre iTunes sarà usato solo per gestire la libreria musicale su cloud (sincronizzare le librerie, sistemare le immagini e i metadati, e così via), a beneficio delle altre device mobili o fisse che la condividono. Se però nella libreria non è presente musica in alta definizione e se non si pensa di passare a questo formato ancora per un po' iTunes può anche essere l'unico media player anche in questo ambiente operativo.


Nella figura seguente è schematizzata questa organizzazione con due media player, per ambiente Windows.


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In alternativa per il caricamento dei CD si potrà utilizzare la funzione prevista in iTunes, avendo cura di selezionare preventivamente "apple lossless" come modalità di importazione, e il controllo di errori opzionale, come mostrato nella immagine seguente. Sarà poi Foobar2000 in questa seconda modalità a dover vedere i file lossless Alac nella libreria iTunes. La loro collocazione si potrà visualizzare facilmente tra le opzioni di iTunes. Il caricamento sarà più veloce (ca. 4-5' per album) ma si rinuncia in questo modo al controllo in fase di ripping con Accuraterip. A mio parere è preferibile il primo sistema ma cito anche questo, appena più semplice, per completezza.