Il player che avevo scelto a suo tempo a questo scopo e provato per il blog, Media:Connect di Persona Software, non è più disponibile negli store (le start-up a volte diventano end-up, la recensione è di 5 anni e mezzo fa) e così ho dovuto cercarne un altro. Scoprendo che non ce ne sono molti, in particolare per IOS. Anzi, volendo anche avere la possibilità di ascoltare la musica da un network storage (comunemente anche se non sempre correttamente chiamato NAS) sono soltanto due:
- Neutron Player di Neutron Code Ltd
- NePLAYER di Radius
Il più noto è un altro, Onkyo HF Player, ma può riprodurre solo musica copiata in locale sul dispositivo.
Sono tutti a pagamento, prezzi irrisori se confrontati con i componenti hi-fi, ma alti se confrontati con le normali app: 6 € per Neutron e Onkyo e "addirittura" 15 € per il NePlayer. Che però ha le funzionalità più spinte in termini di qualità ed è quindi l'oggetto della prova.
Le caratteristiche particolari del NePlayer di Radius
E' scontato che possa suonare musica in alta definizione fino a bitrate elevati e che supporti tutti i formati lossless più diffusi (Flac, Alac, ecc.). In più dichiara:
- il mantenimento della qualità del file sorgente fino al DAC (e dovrebbe essere scontato)
- il mantenimento della qualità del file sorgente nel trasferimento dal NAS al dispositivo (e questo è esclusivo)
- l'upgrade della qualità audio del file sorgente fino a 24/48 (e oltre, su Android)
- il supporto anche dei formati DSD
Prima di entusiasmarci facciamo però un approfondimento sul DAC, che alla fine è indispensabile ed è un attore altrettanto importante ai fini del risultato finale.
Il DAC del dispositivo
Qui non è un DAC esterno, se vogliamo usare il dispositivo assieme alla cuffia in modo semplice e pratico: è il DAC interno del dispositivo, quello che fornisce l'output analogico sul jack cuffia (iPhone fino al 6) oppure integrato nella cuffia (cuffia per uscita digitale lightning da iPhone 7 in poi). Un DAC basato su chipset dei produttori del settore (Cirrus Logic per Apple) che almeno per ora sui dispositivi Apple è limitato a 24 bit e 48KHz.
Quindi attenzione: la qualità audio, indipendentemente dalla elevata qualità del file sorgente, sarà sempre ridotta (downgrade) a 24/48.
E su Android? Dipende dal modello e dal produttore. Alcuni dichiarano il supporto fino a 24/96, altri non dichiarano nulla. Bisognerebbe analizzare caso a caso.
Quindi attenzione: la qualità audio, indipendentemente dalla elevata qualità del file sorgente, sarà sempre ridotta (downgrade) a 24/48.
E su Android? Dipende dal modello e dal produttore. Alcuni dichiarano il supporto fino a 24/96, altri non dichiarano nulla. Bisognerebbe analizzare caso a caso.
E' un dramma? Cosa si perde?
Qualcosa, ma non è un dramma. Un ascolto a 24 bit e 48KHz è già in HD. Prima di tutto l'incremento di qualità maggiore lo garantisce il campione, non più solo a 16 bit ma a 24 bit. E' l'equivalente di un incremento consistente di pixel nelle macchine fotografiche digitali. Aumenta la risoluzione propriamente detta.
Con la riduzione (il dimezzamento, di solito) della frequenza di campionamento avvengono invece due fenomeni:
- per il teorema di Nyquist vengono tagliati tutti i contenuti audio di frequenza superiore a 24KHz
- le variazioni tra un campione e l'altro vengono ridotte (sempre a metà nel caso di downgrade da 96KHz)
Nel primo caso perdiamo qualcosa che di solito non c'è (gli strumenti acustici normali non producono "ultrasuoni") o è a livelli molto bassi (vedi nostri test) e comunque che non possiamo sentire (perché solo da giovani arriviamo a 20 KHz e dopo i 40 anni siamo di solito limitati a 16KHz). E' vero che alcuni test hanno dimostrato la possibilità in alcuni casi e per alcuni soggetti di percepire comunque una differenza, ma pare che la percezione si ottenga grazie ad alcune parti dello scheletro del cranio. Mentre noi ascolteremo in cuffia e quindi usando come "sensore" solo i nostri timpani e l'orecchio.
A parte queste ipotesi "estreme" si tratta comunque di un sacrificio trascurabile.
A parte queste ipotesi "estreme" si tratta comunque di un sacrificio trascurabile.
Maggiore in teoria il sacrificio nel secondo caso, ma nella gran parte dei contenuti musicali verranno probabilmente eliminati campioni uguali o con variazioni minime. Anche qui percepire una differenza, anche in base alle nostre esperienze, rimane alla portata di ascoltatori veramente in grado di apprezzare le minime variazioni di suono. Voi siete in grado di accordare un pianoforte? Se come probabile la risposta è no, probabilmente anche per questo downgrade potete stare tranquilli e prendervela con quelli della Apple solo per principio (ma comunque rimangono condannabili per la loro insensibilità sull'HD).
La prova del NePlayer
Dopo queste premesse veniamo alla prova, orientata a verificare quanto dichiarato dal costruttore e la funzionalità del prodotto.
Il primo set di prove è dedicato alla configurazione più comoda e razionale, quindi con il materiale audio da ascoltare è archiviato su un NAS. Anche per verificare una funzionalità esclusiva del prodotto, ovvero la trasmissione senza downgrade dal NAS al dispositivo, che ovviamente è via wi-fi. La prova è stata effettuata con un iPad 2 e con un iPhone SE, tutti e due all'ultima versione di IOS alla data (9.3.5). La cuffia era di classe medio-alta, una Grado SR-80.
La prova con NAS
Se nella rete wi-fi è presente un NAS sulla videata iniziale di Neplayer (veramente minimal come grafica) compare su un lato il simbolo tipico del wi-fi (il ventaglio) in dimensioni minuscole. Cliccandoci sopra il player si connette all'unità e si può navigare con i soliti sistemi (per folder, per genere ecc.) fino al brano da ascoltare.
Nel mio caso avevo deciso di iniziare da 24/96 e ho scelto un album di Diana Krall (in queste prove non manca mai), Love Scenes, uno dei miei dischi test. Nello screenshot che segue le informazioni che propone Neplayer per l'album e per il singolo brano.
Nella prima immagine viene mostrato in alto a destra il bitrate in scaricamento, in input a Neplayer (sopra) e in output (sotto), quest'ultimo non applicabile per questa configurazione (Neplayer può essere usato anche con device esterne prodotte dal fornitore).
Il display conferma quindi che il trasferimento avviene a 24/96, senza downgrade. Dobbiamo fidarci in mancanza di strumenti di misura ma, come si vedrà nel seguito, la comprova empirica esiste e lo conferma.
Le altre informazioni che ci interessano, sul contenuto musicale "live", in questa modalità di ascolto non sono mostrate, e quindi rimandiamo alla prova con musica in locale. Una informazione però viene data sul bitrate supportato dalla device, che è 48KHz per i dispositivi Apple.
Concentriamoci quindi sull'ascolto.
La prima prova d'ascolto
La prova più significativa tra i brani ascoltati è stata quella di How Deep Is The Ocean, una delle migliori interpretazioni dell'album, per sola voce e pianoforte. La voce è sempre un buon test, rivelatore, soprattutto se ricca di sfumature come quella della pianista canadese, in particolare evidenza in questo caso. Una ricchezza preservata in questo ascolto e ben apprezzabile grazie all'ascolto in cuffia.
La prova con NAS
Se nella rete wi-fi è presente un NAS sulla videata iniziale di Neplayer (veramente minimal come grafica) compare su un lato il simbolo tipico del wi-fi (il ventaglio) in dimensioni minuscole. Cliccandoci sopra il player si connette all'unità e si può navigare con i soliti sistemi (per folder, per genere ecc.) fino al brano da ascoltare.
Nel mio caso avevo deciso di iniziare da 24/96 e ho scelto un album di Diana Krall (in queste prove non manca mai), Love Scenes, uno dei miei dischi test. Nello screenshot che segue le informazioni che propone Neplayer per l'album e per il singolo brano.
Nella prima immagine viene mostrato in alto a destra il bitrate in scaricamento, in input a Neplayer (sopra) e in output (sotto), quest'ultimo non applicabile per questa configurazione (Neplayer può essere usato anche con device esterne prodotte dal fornitore).
Il display conferma quindi che il trasferimento avviene a 24/96, senza downgrade. Dobbiamo fidarci in mancanza di strumenti di misura ma, come si vedrà nel seguito, la comprova empirica esiste e lo conferma.
Le altre informazioni che ci interessano, sul contenuto musicale "live", in questa modalità di ascolto non sono mostrate, e quindi rimandiamo alla prova con musica in locale. Una informazione però viene data sul bitrate supportato dalla device, che è 48KHz per i dispositivi Apple.
Concentriamoci quindi sull'ascolto.
La prima prova d'ascolto
La prova più significativa tra i brani ascoltati è stata quella di How Deep Is The Ocean, una delle migliori interpretazioni dell'album, per sola voce e pianoforte. La voce è sempre un buon test, rivelatore, soprattutto se ricca di sfumature come quella della pianista canadese, in particolare evidenza in questo caso. Una ricchezza preservata in questo ascolto e ben apprezzabile grazie all'ascolto in cuffia.
Subito dopo ho fatto un confronto con il player precedente, Media:Connect, e la differenza si percepiva. Non era un ascolto a confronto immediato, non era possibile in questa configurazione. Con Media:Connect la riproduzione era pur sempre corretta, ma il respiro e la ricchezza di sfumature non raggiungevano la stessa pienezza. Sempre sfumature percepibili con un ascolto attento, lo ribadisco, ma sono indizi di quelle differenze che poi si consolidano nel tempo. E, cosa più importante, l'ascolto era veramente appagante.
La prova con musica in locale
Per provare tutte le funzionalità la prova è quindi proseguita con materiale audio trasferito in locale sull'iPad e poi sull'iPhone. Anche perché a risoluzione più elevata, ma anche spesso a 24/96, si sono evidenziati problemi di prestazioni del mio iPad (non recente), problemi su cui ritorno dopo.
Con le modalità descritte nel precedente post dedicato appunto a come trasferire file audio in alta risoluzione su IOS (un ambiente non troppo accogliente per l'HD) ho fatto quindi una serie di test a risoluzione via via crescente:
La prova con musica in locale
Per provare tutte le funzionalità la prova è quindi proseguita con materiale audio trasferito in locale sull'iPad e poi sull'iPhone. Anche perché a risoluzione più elevata, ma anche spesso a 24/96, si sono evidenziati problemi di prestazioni del mio iPad (non recente), problemi su cui ritorno dopo.
Con le modalità descritte nel precedente post dedicato appunto a come trasferire file audio in alta risoluzione su IOS (un ambiente non troppo accogliente per l'HD) ho fatto quindi una serie di test a risoluzione via via crescente:
- PCM: 24/88.2 - 24/96 - 24/192 - 24/352
- DSD: DSD64 (2.8Mb) - DSD128 (5,6Mb) - DSD256 (11.2Mb)
Non mostro tutti i test per brevità, cominciamo da 24/192, è un brano test di jazzisti giapponesi alle prese con il classico tema di Biancaneve oggetto di una celebre rivisitazione da parte di Miles Davis. Quello che interessa è il display dinamico mostrato in alto a destra.
Nella parte superiore è mostrato il contenuto musicale come esce dal Neplayer, suddiviso per frequenza, nella parte bassa come invece esce dalla device in uso (in questo caso un iPad, anche se neplayer lo chiama "other" perché non è una device di Radius, suppongo). Si nota subito che contenuto musicale oltre i 48KHz in origine ce n'è molto poco. Il grafico è dinamico ed ho fotografato un istante del flusso musicale, ma raramente si vedeva qualcosa di più consistente. Che comunque viene ovviamente tagliato passando a 48KHz come campionamento. Nulla di nuovo quindi rispetto alle analisi del contenuto musicale in HD pubblicate su questo blog diversi anni fa.
Ho provato anche una risoluzione più elevata (24/352) disponibile tra i file esempio di 2L The Nordic Sound ma ovviamente nulla cambiava.
Più interessanti le prove di materiale audio in formato DSD, che Neplayer è in grado di gestire ovviamente con conversione in PCM (poiché il DAC del dispositivo è solo PCM). Si possono settare due diverse modalità di conversione: DoP (DSD over PCM) online, o con conversione preliminare. Nel primo caso, se le prestazioni del dispositivo sono insufficienti si può generare rumore spurio (dicono).
Ho provato anche una risoluzione più elevata (24/352) disponibile tra i file esempio di 2L The Nordic Sound ma ovviamente nulla cambiava.
Più interessanti le prove di materiale audio in formato DSD, che Neplayer è in grado di gestire ovviamente con conversione in PCM (poiché il DAC del dispositivo è solo PCM). Si possono settare due diverse modalità di conversione: DoP (DSD over PCM) online, o con conversione preliminare. Nel primo caso, se le prestazioni del dispositivo sono insufficienti si può generare rumore spurio (dicono).
Nella immagine si vede cosa succede in riproduzione del brano di Britten, scelto perché particolarmente breve. In DSD128 (quello mostrato) in formato DSD sono infatti già 135MB per 1'37" di musica, a DSD256 sono il doppio, 270MB. Il tutto per ascoltare sempre a 48KHz.
Si notano anche delle spurie ad alta frequenza. Che sono presenti però solo in DSD64 e DSD128, nella prova che ho fatto a DSD256 (su iPhone) invece non ci sono. Non dovrebbero essere problemi di prestazioni della CPU perché rimangono anche abbassando i parametri di qualità. Sembrano proprio nei file in input, misteri dell'audio digitale che non so spiegare.
Ma sono prove solo teoriche. Il DSD su un dispositivo mobile non ha senso: non si apprezza in pieno usando il DAC interno (che non è DSD), richiede una quantità enorme di memoria locale e tempo conseguente di trasferimento, mette sotto stress l'architettura.
La funzionalità di upgrade
Rimane da provare la possibilità offerta di default da NePlayer di convertire comunque in 24/48 (sempre su IOS) il file in input, a meno di disabilitare la funzionalità. Basta quindi suonare un qualsiasi brano in risoluzione standard, come questo:
Si tratta di uno screenshot "live" e, come si vede, la conversione è effettuata e, addirittura, aggiunge qualcosa (che non c'era) sopra i 44.1 KHz. Si tratta probabilmente di rumore di fondo non è un problema.
Le prestazioni: un punto critico
Neplayer è un player "audiofilo" e a quanto sembra non fa uso di caching ma tutto il processo avviene in modalità diretta. Mette quindi sotto stress la potenza elaborativa del dispositivo, per le varie conversioni necessarie, e anche la rete wi-fi nel caso dell'uso del NAS.
Partiamo dal secondo aspetto, che è il primo che ho sperimentato. Nel senso che già a 24/96 con l'iPad si verificavano a volte delle interruzioni. Passando sul più recente e performante iPhone (la CPU e tutta l'architettura è quella dell'iPhone 6) il problema spariva. Almeno sino al 24/192 dove a volte il fenomeno si è ripetuto.
Abbiamo in questo modo la conferma empirica che non viene effettuato alcuna ottimizzazione e compressione dei file audio per trasmetterli in wi-fi.
Anche in riproduzione in locale su iPad si sono verificate interruzioni su materiale 24/96 mentre su iPhone SE fino a 24/192 tutto veniva gestito bene.
Ho quindi scoperto grazie a Neplayer che il mio iPad, che è un iPad 2 quindi di qualche anno fa, ma che per tutto il resto va benissimo, ha dei limiti come player in HD. E anche che la mia rete, che è basata su componenti powerline di qualche anno fa anche loro, da 300Mb (ma, misurata, rimane piuttosto al di sotto di questo target) incomincia ad essere insufficiente per bitrate di 9Mb/sec continui richiesti dal 24/192.
Si notano anche delle spurie ad alta frequenza. Che sono presenti però solo in DSD64 e DSD128, nella prova che ho fatto a DSD256 (su iPhone) invece non ci sono. Non dovrebbero essere problemi di prestazioni della CPU perché rimangono anche abbassando i parametri di qualità. Sembrano proprio nei file in input, misteri dell'audio digitale che non so spiegare.
Ma sono prove solo teoriche. Il DSD su un dispositivo mobile non ha senso: non si apprezza in pieno usando il DAC interno (che non è DSD), richiede una quantità enorme di memoria locale e tempo conseguente di trasferimento, mette sotto stress l'architettura.
La funzionalità di upgrade
Rimane da provare la possibilità offerta di default da NePlayer di convertire comunque in 24/48 (sempre su IOS) il file in input, a meno di disabilitare la funzionalità. Basta quindi suonare un qualsiasi brano in risoluzione standard, come questo:
Si tratta di uno screenshot "live" e, come si vede, la conversione è effettuata e, addirittura, aggiunge qualcosa (che non c'era) sopra i 44.1 KHz. Si tratta probabilmente di rumore di fondo non è un problema.
Le prestazioni: un punto critico
Neplayer è un player "audiofilo" e a quanto sembra non fa uso di caching ma tutto il processo avviene in modalità diretta. Mette quindi sotto stress la potenza elaborativa del dispositivo, per le varie conversioni necessarie, e anche la rete wi-fi nel caso dell'uso del NAS.
Partiamo dal secondo aspetto, che è il primo che ho sperimentato. Nel senso che già a 24/96 con l'iPad si verificavano a volte delle interruzioni. Passando sul più recente e performante iPhone (la CPU e tutta l'architettura è quella dell'iPhone 6) il problema spariva. Almeno sino al 24/192 dove a volte il fenomeno si è ripetuto.
Abbiamo in questo modo la conferma empirica che non viene effettuato alcuna ottimizzazione e compressione dei file audio per trasmetterli in wi-fi.
Anche in riproduzione in locale su iPad si sono verificate interruzioni su materiale 24/96 mentre su iPhone SE fino a 24/192 tutto veniva gestito bene.
Ho quindi scoperto grazie a Neplayer che il mio iPad, che è un iPad 2 quindi di qualche anno fa, ma che per tutto il resto va benissimo, ha dei limiti come player in HD. E anche che la mia rete, che è basata su componenti powerline di qualche anno fa anche loro, da 300Mb (ma, misurata, rimane piuttosto al di sotto di questo target) incomincia ad essere insufficiente per bitrate di 9Mb/sec continui richiesti dal 24/192.
In sintesi
Neplayer garantisce prestazioni di ascolto elevate e consente di godere del suono in alta definizione anche da uno smartphone e tablet recente e dotato di un buon DAC audio. Non è molto intuitivo e pratico nel funzionamento e ha alcune limitazioni funzionali nell'uso casalingo più comodo, ovvero in unione a un NAS e comunque richiede una rete wi-fi ad alte prestazioni. Non è il partner ideale per dispositivi IOS che, come noto, hanno diverse limitazioni (volute, per proteggere l'ambiente "chiuso" IOS) nel trasferimento di file dall'esterno.
Alternative e semplificazioni
La prima semplificazione consiste nell'utilizzare un sistema Android. Ipotesi scartata all'origine da chi ha adottato da anni il sistema IOS (come me) ma sicuramente da prendere in considerazione per gli altri.
Si può anche pensare di utilizzare uno smartphone Android ancora valido ma sostituito da uno più fashion (in ogni casa ormai ce n'è uno) a questo solo scopo.
Altra semplificazione consiste nel ridurre già in origine il bitrate a 24/48. E' una operazione molto semplice utilizzando un convertitore di bitrate come R8brain (gratuito) assieme a Foobar2000 per la conversione a/da Wav (r8brain lavora solo in Wav). Un po' lunga quindi anche perché in tre passi ma si possono convertire in ogni singola fase interi album.
Infine una ulteriore semplificazione consiste nell'abbandonare proprio l'ipotesi di usare il nostro smartphone e rivolgersi a un componente specializzato, ovvero un DAP (Digital Audio Player) in HD come l'Onkyo DP-X1. Alternativa sicuramente valida ma non economica, questi oggetti partono dai 500 € o giù di lì.
Oppure l'alternativa ancora più radicale: ascoltare l'HD in casa e passare allo streaming in SD fuori, evitando così di perdere tempo prezioso nel caricare e scaricare memorie di dispositivi mobili.
Neplayer garantisce prestazioni di ascolto elevate e consente di godere del suono in alta definizione anche da uno smartphone e tablet recente e dotato di un buon DAC audio. Non è molto intuitivo e pratico nel funzionamento e ha alcune limitazioni funzionali nell'uso casalingo più comodo, ovvero in unione a un NAS e comunque richiede una rete wi-fi ad alte prestazioni. Non è il partner ideale per dispositivi IOS che, come noto, hanno diverse limitazioni (volute, per proteggere l'ambiente "chiuso" IOS) nel trasferimento di file dall'esterno.
Alternative e semplificazioni
La prima semplificazione consiste nell'utilizzare un sistema Android. Ipotesi scartata all'origine da chi ha adottato da anni il sistema IOS (come me) ma sicuramente da prendere in considerazione per gli altri.
Si può anche pensare di utilizzare uno smartphone Android ancora valido ma sostituito da uno più fashion (in ogni casa ormai ce n'è uno) a questo solo scopo.
Altra semplificazione consiste nel ridurre già in origine il bitrate a 24/48. E' una operazione molto semplice utilizzando un convertitore di bitrate come R8brain (gratuito) assieme a Foobar2000 per la conversione a/da Wav (r8brain lavora solo in Wav). Un po' lunga quindi anche perché in tre passi ma si possono convertire in ogni singola fase interi album.
Infine una ulteriore semplificazione consiste nell'abbandonare proprio l'ipotesi di usare il nostro smartphone e rivolgersi a un componente specializzato, ovvero un DAP (Digital Audio Player) in HD come l'Onkyo DP-X1. Alternativa sicuramente valida ma non economica, questi oggetti partono dai 500 € o giù di lì.
Oppure l'alternativa ancora più radicale: ascoltare l'HD in casa e passare allo streaming in SD fuori, evitando così di perdere tempo prezioso nel caricare e scaricare memorie di dispositivi mobili.