Il dubbio che rimane è duplice: a cosa serve e quale player per tablet o smartphone supporta contemporaneamente l'alta definizione e il protocollo Google Cast.
A cosa serve (o servirebbe)
A semplificare la vita. Se abbiamo una libreria su uno storage server NAS o simili con file audio ad alta risoluzione, sarebbero sufficienti il nostro tablet (o anche uno smartphone), un economico componente Chromecast Audio più un player compatibile per il tablet (anche se a pagamento costerà al massimo 5-8 €) per scegliere e ascoltare la musica anche in HD sul nostro impianto. Niente music server o network player, basta solo il nostro iPad o tablet Android che fa anche da telecomando.
L'immagine pubblicitaria di Chromecast Audio |
Un servizio che sfrutta questa nuova possibilità esiste già, si tratta della versione "Sublime" del servizio di streaming lossless Qobuz. E' un po' impegnativo, anche se non in termini economici, perché richiede il pagamento anticipato per un anno. Il costo in realtà non è superiore a quello del servizio standard di streaming, anzi prevede come sconto il pagamento di un mese in meno (219 € contro poco meno di 240) ma occorre impegnarsi più a lungo. Attivando questa opzione è possibile scaricare file audio in alta definizione (comprandoli però) e inviarli all'impianto per la riproduzione tramite Chromecast.
A parte questo caso particolare, sono da escludere, per gli scopi di questo articolo, gli altri prodotti e servizi che Chromecast Audio propone di default. Spotify e Deezer sono all'origine lossy e non leggono file esterni, e anche Google Play Music che pure può fungere anche da player per file audio presenti sulla device, supporta i formati FLAC anche in HD ma li trascodifica in MP3 320Kbps per la riproduzione (vedi il link al supporto).
Rimane Apple Music (ex iTunes player) che nella sua libreria può ospitare e gestire anche file audio in alta risoluzione, basta che siano in formato ALAC. Il problema è farglieli vedere. Se sono su una libreria esterna devono essere trasferiti preventivamente su cloud e per farlo vengono ricodificati in formato compresso AAC 256Kbps, addio HD. Ho provato allora a trasferire un file HD collegando l'iPad a un PC ed usando iTunes per il trasferimento, ma come si vede dalla immagine, comunque prima dell'archiviazione il software di Apple (l'alta definizione e anche il lossles continuano ad essere lontani dai loro pensieri) va in downgrade ad AAC. Servirebbe un file transfer diretto da memoria a memoria ma è necessaria una modifica al sistema operativo IOS (jailbreak) e sono cose che evito di fare e anche di consigliare.
I player terze parti
Bisogna quindi tentare con i player compatibili con il protocollo Google Cast, prodotti come app per tablet / smartphone, tra i quali, secondo alcuni accenni individuati in forum e blog, avrebbero la possibilità di gestire file audio in FLAC e anche a 24 bit. Soltanto che nella documentazione dei relativi prodotti non si fa cenno mai di queste funzionalità, si diffondono solo sui vari formati video, che evidentemente suscitano maggior interesse. Occorre quindi testare questa funzionalità sulle app player che sembrano orientate anche alla buona riproduzione audio. In base ad alcune recensioni lette sul web le app selezionate sono state:
- AllCast di Clockwordmod
- Localcast di Stefan Pledl
- Cloudplayer di doubleTwist (solo Android)
Per i test ho utilizzato 4 file audio in formato di qualità crescente (16/44.1 - 16/48 - 24/48 - 24/96) archiviati sia su storage server collegato in DLNA sia su cloud ( su Dropbox e Google Drive). Nella prova su Android, dove è meno complicato, ho provato anche con i file audio archiviati in locale sullo smartphone.
AllCast
E' una applicazione piuttosto nota e gestisce, come le altre, sia l'audio sia il video sia le immagini, consentendo di inviare i contenuti a Chromecast Audio o a Chromcast HDMI. Il materiale audio o video può essere archiviato in locale sull'iPad (nel caso in questione) o su altro dispositivo simile oppure su cloud (Google Drive o Dropbox) oppure ancora su un media server DLNA (NAS o simili).
Molto lineare sia nella interfaccia sia nel funzionamento, nel test si è dimostrata però molto sensibile alla banda disponibile, in confronto alle applicazioni native di Google (YouTube, Google Play Music e Google Photo) probabilmente perché non molto ottimizzata. Il risultato è che se i sorgenti (anche le foto) sono in cloud il funzionamento è veramente molto lento almeno con un ADSL di medie prestazioni come il mio.
Come si presenta l'interfaccia di AllCast per la gestione dei contenuto musicali archiviati sull'iPad. |
Per i nostri scopi, ovvero per riprodurre materiale in alta definizione, è poi del tutto inutile perché vede file audio solo in formato compresso AAC o MP3. Un'affermazione basata sui test in tutte le condizioni che ho citato e non sulla documentazione (che non c'è). Se visitatori del blog hanno invece trovato un'altra strada sono invitati cortesemente a farcelo sapere.
Da aggiungere che tutte le funzioni sono disponibili con la versione free (con pubblicità) e che con la versione premium, che ho provato, sparisce solo la pubblicità, non sono aggiunte nuove funzioni.
L'interfaccia per la gestone dei contenuti in Google Drive (immagini in questo caso) |
LocalCast
Un'applicazione molto più minimal nella interfaccia e di conseguenza anche non molto intuitiva, la pubblicità poi ogni tanto ricopre i comandi, ma fa ai nostri scopi perché supporta il formato FLAC.
Anche in questo caso il materiale audio o video può essere sulla device, in cloud (stessi servizi di AllCast) o su un server locale. Anche in questo caso per l'accesso ai servizi in cloud bisogna dare alla più o meno sconosciuta società l'accesso alla nostra area Dropbox o Google Drive (hanno bisogno di username e password) e quindi se la usiamo per altri scopi ci conviene creare un'area ad hoc solo per queste visualizzazioni.
Per i nostri scopi i file audio in HD saranno invece quasi certamente archiviati su uno storage locale, NAS o semplice che sia, e quindi non si pone alcun problema di privacy.
L'interfaccia per la gestione della libreria musicale su LocalCast, su iPad. Curiosamente almeno nella versione free funziona solo in verticale. |
Il bello di LocalCast è che selezionando file audio in formato FLAC in risoluzione 16/44.1 (standard CD), 16/48 (DVD Video), oppure 24/48 (HD o DVD Video) la riproduzione è possibile. Il player "preleva" il flusso digitale dal media server, lo trasferisce a Chromecast Audio che lo converte in analogico e lo invia al nostro impianto per farcelo sentire (e godere, se risponde ai nostri gusti musicali).
Ci fermiamo però ai 48KHz perché a frequenza superiore (88.2 o 96) LocalCast non da' il via alla riproduzione (nessun messaggio di errore esplicativo neanche in questo caso). Non dovrebbe trattarsi di una limitazione del protocollo Chromecast ma proprio del player. Per averne la certezza dovrei però riuscire a caricare su iPad o iPhone un file FLAC in HD
Aggiornamento aprile 2017: Nei successivi update del prodotto la limitazione a 48KHz è stata superata. La verifica è stata fatta nella pratica perché nulla è stato scritto sulla documentazione della app Localcast, ma su IOS è confermato che la riproduzione funziona almeno fino 24/96.
Cloudplayer
Poiché Chromecast è un prodotto Google può darsi che Android sia un ambiente più amichevole e con maggiori funzionalità, quindi ho provato anche un'altra applicazione dichiarata compatibile con FLAC che però è disponibile solo su Android, il dispositivo era uno smartphone Samsung Galaxy S IV.
Cloudplayer si presenta come un prodotto facile e agevole da usare anche nella versione free e molto veloce nell'individuare le librerie di sorgenti da gestire. Per quanto riguarda la musica, può essere presente su cloud (Dropbox e Google Drive oltre a Instagram sono gli ambienti supportati, come per LocalCast e AllCast) oppure in locale, mentre non supporta il protocollo DLNA. La differenza è che con questo dispositivo e con Android caricare file in locale è semplicissimo perché è incluso uno slot per schede MicroSD e quindi basta caricare sulla scheda i file audio e rimetterla sul dispositivo (oltre ad altri metodi meno diretti).
Risultati: i file audio 24/96 da questa app vengono ricevuti e anche riprodotti, ma solo sul dispositivo, non vengono invece inviati a Chromecast. Anche qui il limite è 24/48. Niente 96KHz quindi, anche perché il codec interno del Samsung non credo proprio che supporti audio 24/96, dovrebbe essere limitato a 16/44.1 e operare un downgrade preventivo. Lo deduco dal fatto che Sony qualche mese fa ha lanciato sul mercato uno smartphone Android che come elemento distintivo aveva proprio un codec HD. (Nelle immagini successive l'interfaccia utente di Cloudplayer su Android)
LocalCast su Android
Come ultimo test ho provato questa applicazione anche nella versione Android. Stessa situazione che su iPad, funziona solo fino a 24/48, non è una limitazione IOS. Aggiungo se può interessare che Cloudplayer è molto più veloce e quindi consigliabile come lettore universale per Android.
In sintesi
Dobbiamo ancora attendere un'applicazione in grado di sfruttare queste potenzialità di Chromecast Audio. A meno che qualche visitatore sia in grado di segnalarne un'altra da me non individuata, ovviamente. Quelle attualmente esistenti individuate per il test (LocalCast e Cloudplayer) possono essere interessanti come curiosità, ma convertire una intera libreria HD (che sarà in maggioranza 24/96) al meno comune 24/48 per poterla riprodurre anche tramite Chromecast non ha molto senso, a parte il tempo che sarebbe necessario per fare la conversione.