giovedì 19 novembre 2009

E' la terza volta che compriamo gli stessi dischi!


"E' la terza volta che compriamo gli stessi dischi!". Questo era il grido di dolore che era sgorgato dal cuore a non pochi audiofili degli anni '90 quando si sono resi conto che stavano comprando ancora una volta gli album dei Pink Floyd, dei Rolling Stones, dei Beatles.


Una prima volta da adolescenti in vinile, poi, negli anni '80, quando l'industria discografica ha lanciato la "perfezione del suono digitale", in CD, finalmente senza fruscio e tic, eredità dei fetenti giradischi da giovani squattrinati. Poi, ecco che si scopre che il CD non è così privo di difetti e anzi i primi riversamenti in digitale sono del tutto innaturali, da dimenticare, ed è necessario tornare al vinile, unico supporto che può fare giustizia a quegli amati dischi. Ed ecco quindi il terzo acquisto di Sgt. Pepper, o Dark Side Of The Moon, o Disraeli Gears, questa volta su pregiato vinile da 180 gr.

Ma non finisce qui, bisogna trovare un successore al CD e quindi l'industria (quella dell'hardware, soprattutto) propone il Super Audio CD (o SACD), ma anche il DVD-Audio, tanto per complicarsi un po' la vita. Non ce la fanno a pubblicare tutto in questo nuovo formato, ma qualcosa sì. E così ad esempio gli appassionati dei Genesis saranno arrivati anche al quarto acquisto, grazie alla confezione rimasterizzata di tutti i loro album, proposta in SACD proprio l'anno scorso.

Ma anche il SACD e il DVD-Audio dopo una decina d'anni di tentativi infruttuosi vanno verso un rapido tramonto, e si annuncia una nuova era: il download digitale in qualità CD, o addirittura in alta definizione, a 24 bit. Destinazione: la libreria iTunes o addirittura l'iPod. Ma i dischi rimangono sempre gli stessi.

Ad esempio quelli dei Beatles. Messi al sicuro dall'infido mondo digitale sin dalle origini ed ora finalmente disponibili, dal 7 dicembre, su una poco romantica "chiavetta" da 16GB, che contiene tutti gli album del quartetto più famoso del mondo, ovviamente rimasterizzati, ripuliti e così via. Resa un poco più appetibile, come regalo di Natale, da una confezione a forma di mela (una micro-mela) che cita sia l'immagine simbolo della storica etichetta dei Beatles, la Apple, sia la Apple di Steve Jobs, sponsor, a quanto si capisce, della operazione (che però è nominalmente della casa discografica dei Beatles, la EMI).

Il target però sono sempre loro, gli adolescenti degli anni '60, ormai ultra cinquantenni, e si suppone anche abbastanza danarosi, dopo 30 o 40 anni di lavoro, da ricomprare ancora Revolver o Rubber Soul in digitale per ascoltarlo su PC, spendendo 250 $ o giù di lì.


Sulla chiavetta gli album sono disponibili comodamente già pronti per l'iPod o qualsiasi altro lettore, in formato MP3 a 320Kbps (quindi a qualità più alta del normale, anche se ancora "lossy") ma anche in formato lossless a qualità superiore del CD, a 24 bit, addirittura in formato Flac, quindi, presumibilmente, senza protezioni.


Ma niente paura, si sono lasciati da parte la possibilità di proporre ai fan dei Beatles degli anni '60, quando avranno appunto 60 anni ed oltre, gli stessi quattordici album in qualità ancora maggiore, perché nella chiavetta infilata nella mela di plastica verde hanno provveduto ad inserire la musica codificata sì a 24 bit, ma limitata a 44,1KHz come frequenza di campionamento, la stessa del CD. Un deterrente per la copia selvaggia, forse.


Nessuno sa se qualcosa sarebbe cambiato come qualità sonora (i master originali certo non erano né a 16 né a 24 bit, erano analogici, alcuni addirittura mono, pare) se li avessero inseriti a 48, 96 o 192KHz.
Ma è sicuro che tra qualche anno proveranno a proporre il quinto acquisto rendendoli disponibili a 24/192.

Sarebbe forse il momento, per i ragazzi degli anni '60, di scoprire anche qualcosa di nuovo, non importa in quale formato.

sabato 14 novembre 2009

Il PC come componente Hi-FI: la soluzione DAC USB


Aggiornamento 2014: Attenzione, questo post è del 2009. Nel frattempo la tecnologia per l'ascolto della musica da PC ha fatto molti passi avanti ed in particolare il mercato dei DAC ha avuto una fortissima evoluzione, con molti nuovi modelli proposti anche dalle case principali del settore, tutti in alta definizione e con interfaccia USB. Per un quadro aggiornato della situazione consigliamo di leggere gli articoli più recenti (vedi la pagina di indice) o la completa sezione di FAQ sulla musica liquida sul sito Musica & Memoria, cui questo blog è collegato.

Nel precedente post nel quale ponevo la domanda se il PC può essere un componente Hi-FI (nello specifico, un lettore di musica digitale, possibilmente in alta definizione) mettevo in evidenza la criticità della scheda audio, che per questo uso deve essere sostituita con una di adeguata qualità, interna od esterna.

Nel frattempo il mercato (un mercato per modo di dire, veramente agli inizi) pare dirigersi in modo abbastanza deciso verso la soluzione esterna, con il moltiplicarsi di proposte di convertitori digitale - analogico (DAC) da collegare comodamente ad una porta USB del computer, oppure ad una uscita digitale ottica o coassiale.

Questi oggetti, proposti da diverse ditte specializzate, apparentemente di livello ancora decisamente artigianale, sostituiscono la scheda audio e si connettono quindi logicamente al player software che utilizziamo nel PC per ascoltare la musica, che può essere ad esempio Winamp o MediaMonkey, Foobar2000 o lo stesso iTunes o i molti altri disponibili. L'uscita può essere poi di diverso tipo, ma quella che interessa a noi è la uscita analogica, fornita su due tradizionali spinotti RCA, collegabili poi al resto dell'impianto (vedremo poi le alternative). Da notare che non è solitamente un DAC puro, ma si comporta come un pre+DAC, perché è sensibile al comando di volume del PC.

La catena sarà quindi formata dal player, ad esempio Winamp che si assumerà il compito di decodificare il formato del file musicale (ad esempio compresso lossless in Flac) e portarlo al formato standard digitale PCM, qui dovrebbe intervenire la scheda audio con il suo DAC integrato, che viene invece by-passata, trasmettendo invece il flusso via connessione USB al DAC esterno.

Qui un decoder di maggiore qualità e isolato dal "rumore" del PC sarà in grado di generare un segnale analogico che si può definire in alta fedeltà.

E' veramente così?
Secondo la ben nota rivista Internet di alta fedeltà TNT-Audio, sì. Proprio sull'ultimo numero di novembre c'è una prova molto positiva di alcuni DAC USB, peraltro di costo non elevato (sotto i 300 €). Che sono giudicati decisamente superiori ad equivalenti lettori CD specializzati, non dico dello stesso ordine di prezzo, ma anche di prezzo superiore.

Possono essere usati anche per la musica in alta definizione?
Non tutti. Due di quelli provati da TNT-Audio (KingRex e DevilSound) ad esempio no, sono DAC a 16 bit e quindi servono solo con materiale di qualità CD.
Per ascoltare il materiale in alta definizione a 24 bit scaricato da HDtracks o Linn Records occorrono DAC USB di categoria superiore, come i Benchmark (partiamo dai 1000 € o poco meno) o i Wavelenght Audio (componenti  high-end molto costosi) e comunque di solito limitati a 96 KHz (che non sarebbe un gran problema). Le caratteristiche tecniche della connessione USB non consentono infatti di trasferire facilmente flussi di dati a 24bit e frequenza di campionamento più elevata (non mi soffermo sui dettagli).

Con la parziale eccezione dell'oggetto illustrato nella foto sopra, prodotto da una ditta (di Hong Kong) che si chiama DiyKits (nome che suona orientato ad una produzione artigianale). L'oggetto si chiama SuperPro 24/192 e, come suggerisce il nome, supporta anche la conversione in analogico a partire da una codifica PCM a 24 bit. Dalla prova di TNT-Audio sembra anche piuttosto valido come qualità sonora. Dalle specifiche che mi sono fatto inviare (non molto chiare) sembra però che la frequenza massima di campionamento sia limitata a 48 KHz e che i 24 bit siano disponibili solo sull'ingresso digitale ottico o SPDIF (quindi, nella pratica, per i Mac). Non si può avere tutto dalla vita. Comunque 24/48 garantisce una qualità decisamente superiore ai 16/44,1 del CD.

Cosa ci si fa con l'output analogico?
I tre usi possibili dipendono dalla disposizione del nostro PC (o notebook, più probabilmente) e dalla scelta che facciamo per ascoltare la musica:

1. Alle due uscite RCA sbilanciate stereo (i soliti spinotti presenti in tutti i componenti Hi-FI) colleghiamo due casse amplificate, come le Genelec illustrate nel precedente post. Per ascoltare musica in modo eccellente non serve altro. Il Notebook con il suo disco interno (o esterno) diventa anche un archivio di musica, un super iPod in grado di contenere intere collezioni di dischi. Magari anche su iTunes (se supportasse magari il formato Flac ...). Oppure si possono usare memorie esterne per memorizzare intere discografie. Ad esempio una normalissima "chiavetta" da 4GB può contenere l'equivalente di 15-16 CD in formato complesso lossless WMA o Flac. L'intera discografia di un tipico gruppo rock. Ma può anche suonare musica in streaming. Possibilmente non quella di YouTube (bassa qualità) ma alcune webradio incominciano a trasmettere a qualità discreta.


2. Come sopra, ma collegando gli spinotti all'amplificatore e quindi all'impianto stereo tradizionale. Nessuna differenza, se non di criticità di layout, di disposizione. Ci torno dopo.

3. Al preamplificatore di una cuffia elettrostatica (Stax, nel 99,9% dei casi). Soluzione elegante e funzionale, se è gradito l'ascolto in cuffia. Ai massimi livelli possibili, in questo caso. Se il PC è un notebook, a parte qualche problema di prese elettriche, l'ascolto potrà avvenire ovunque in casa, o nella casa fuori, e comunque sempre in vera alta fedeltà, molto alta. E una cuffia normale, dinamica? Non con tutti gli scatolotti si può, se non hanno l'output per cuffia, serve un amplificatore per cuffia esterno. Molti DAC la includono già, come il DAC1 di Benhmark.


Il layout
Come si assemblano tutti questi componenti così sparpagliati e, purtroppo, tutti con qualche esigenza di alimentazione? Proviamo a fare una lista:
- Notebook: teoricamente funziona a batteria ma, come sappiamo, prima o poi si scarica e occorre cercare una presa;
- SuperPro: teoricamente funziona anche lui a batteria oppure addirittura con l'alimentazione USB (se è 2.0) ma già quest'ultima possibilità è caldamente sconsigliata dai recensori (perché peggiora la qualità, effettivamente l'alimentazione è sempre un punto critico), anche lui dovrà essere probabilmente alimentato a rete;
- Disco esterno: se usiamo uno storage server per tutta la musica e i film, anche questo dovrà essere collegato; di solito sono USB ed è solo quindi un problema di dove appoggiarlo.

Dopodiché l'impianto o le casse amplificate avranno le altre loro connessioni di rete.
E il Notebook non potrà stare perennemente collegato all'impianto o alle casse (se no, che portatile è). E il PC fisso dovrebbe essere piazzato proprio vicino all'impianto, e non sarà sempre (anzi quasi mai) la sua posizione naturale. E poi c'è il problema del rumore, della ventola, se non è un MacBook.

In sintesi il rischio è che prima di ascoltare la musica si debba assemblare ogni volta tutto il sistema di lettura (notebook + USB dac + storage server) con tutti i suoi alimentatori esterni. Oltre ad accendere il PC e aspettare pazientemente che parta (se non è un Mac). Qualcosa di molto meno immediato che inserire un DVD nello sportello del lettore.

Insomma, affascinante, ma a prezzo di qualche scomodità. La soluzione alternativa di trasferire la musica digitale in HD su DVD sembra avere ancora una sua considerevole attrattiva. E oltre a tutto, fino a che non saranno disponibili DAC ad alta definizione di prezzo basso ed affidabili, è anche meno costosa.

E l'ascolto dei CD?
Le prove fatte da TNT-Audio sono orientate solo ai tradizionali CD a 16 bit. Quindi anche le osservazioni sulle lievi carenze del SuperPro valgono solo per questo formato. Non si sa invece come suona su materiale a 24 bit. E' presumibile che i risultati siano migliori, sino ad annullare ogni differenza.

Se l'input è comunque un CD, inteso come supporto fisico, si introduce un'altra variabile (o complicazione): come si trasferisce il contenuto musicale al PC? La soluzione più immediata sarebbe quella di usare il lettore CD integrato nel PC o nel notebook (se c'è). Ma questo vorrebbe dire usare per la lettura un componente di qualità ignota per questo uso, probabilmente assai carente.
Per mettersi nelle migliori condizioni bisognerebbe prima trasferire il CD sul disco del PC (rip) ovviamente non in formato compresso "lossy" (con perdita, come l'MP3) ma in formato pieno (WAV) o compresso "lossless" (senza perdita, conme il Flac o il WMA Lossless o l'Apple Lossless selezionabile in iTunes).

Una ultima cosa
Nel mondo del PC niente è semplice e chi vi si è avventurato consiglia di fare attenzione anche ad un altro elemento: il driver software che supporta l'audio. Quello standard dei sistemi Microsoft non ha, pare, qualità adeguata, e deve essere sostituito. E i lettori non sono tutti uguali. Ad esempio ora nei vari forum si parla particolarmente bene di Foobar. Anche qui, prima di partire con l'ascolto, bisogna assemblare l'ambiente software, leggendo prove e forum, confrontando, e installando le ultime versioni. Decisamente un approccio molto lontano dal plug & play. Per ascoltatori pazienti, ovvero disposti ad impiegare parecchie energie e ad aspettare il tempo necessario per poter ascoltare al meglio la loro musica.

(I componenti SuperPro - foto in alto -  Benchmark - foto centrali, modello DAC1 - e DevilSound sono disponibili tramite il negozio on-line Item Audio. I componenti Wavelenght Audio - nella foto in basso il modello Cosecant, che parte da 3500 $ - che includono anche modelli a 16 bit di prezzo un po' inferiore, sono descritti in dettaglio nel sito del produttore).

mercoledì 4 novembre 2009

La Deutsche Grammophon nel mondo digitale

Altra interessante fonte di audio digitale in alta definizione scaricabile via Internet è il sito della Deutsche Grammophon. La più classica delle case discografiche specializzate in musica classica è da sempre attenta alla tecnologia ed è ben inserita anche nel nuovo scenario della musica digitale scaricabile da Internet (quella che alcuni chiamano musica "liquida"). E per di più, essendo la famosa etichetta entrata anni fa nella UMG (Universal Music Group) ed essendo di proprietà della suddetta major UMG anche la sua storica rivale Decca, dallo stesso sito è possibile scaricare anche gli album Decca.

Dal sito è possibile acquistare gli album della DG via posta (a un buon prezzo: 15,99 per un album standard a cui si aggiungono però le spese di spedizione) oppure scaricarli con tre diverse modalità: in qualità CD in formato FLAC (12,99 €, solo intero album, qualità 16/44,1, senza protezione DRM), MP3 320Kbps (10,99 intero album, oppure singoli brani, con prezzo variabile in base alla durata) oppure anche in streaming a 0,99 € per album (su questo ci torniamo dopo).

Il catalogo è molto ricco, essendo quello della principale casa di musica classica (con occasionali incursioni all'esterno, come nel caso del nuovo disco di Sting, If On A Winter's Night ... che esce proprio per DG) e include incisioni di interpreti tra i più famosi, da Pollini a Lang Lang ad Anne-Sophie Mutter. 

La DG non pare dare molto credito, almeno ora, molto all''alta definizione: pochi i titoli al momento, soltanto 6 in tutto, l'ultima uscita è del 2006, e tutti in formato SACD. Mi pare di ricordare che in passato fossero usciti più titoli, forse nel frattempo sono andati fuori catalogo. Nelle FAQ è affermato (diplomaticamente, penso) che l'interesse permane, ma nei fatti hanno sospeso le uscite. E' invece affermato chiaramente che non supportano il DVD-Audio (e questa è un posizione UMG) perché non ci sono accordi chiari sui sistemi di protezione. Insomma ritengono che i DVD-Audio, in quanto usabili anche sui PC, si possano copiare facilmente. Solita fissa delle case discografiche, per evitare il rischio che qualcuno copi la musica, preferiscono non venderla affatto.

Ma soprattutto, come già notato nei commenti ad un precedente post, non è possibile scaricare i brani musicali in qualità superiore a quella CD, neanche quando il master originale (come in tutte le incisioni recenti) era a 24 bit. Si tratta evidentemente di una scelta. Ho chiesto via e-mail se è in programma in futuro anche questa possibilità, ma sinora senza risposta.

Lo streaming: una idea interessante
Da notare una interessante funzionalità, non presente in altri siti analoghi: la possibilità di ascoltare l'intero album per pochi centesimi di Euro in modalità streaming (senza scaricarlo, cioè). L'ascolto non è certo in alta definizione, è sicuramente in formato compresso (non è dichiarato il fattore di compressione, dovrebbe essere dalla parti dei 96KHz, ma comunque almeno è in stereo), Ho provato la travolgente versione di Anne-Sophie Mutter del concerto per violino ed orchestra op. 64 di Mendelssohn, che all'origine era un SACD, sul mio notebook il volume è un po' basso, ma la qualità è comunque ancora adeguata per un ascolto in cuffia da PC.
 


Il costo è di 0,99 € per un album intero, ma la possibilità di ascolto è limitata a 7 giorni. L'idea è quindi evidentemente quella di provare se vale la pena di acquistare l'album, avendo comunque la possibilità di ascoltarlo per intero anche più volte. Poche volte? Quanti dei dischi che avete acquistato li avete ascoltati solo una volta e forse neanche per intero?

Certo, è più frequente con la musica pop o alternativa che con la classica, per questi generi sarebbe assai più utile questa modalità di acquisto in prova. Speriamo che la interessante idea sia seguita anche da altre etichette. Ah, ovviamente i 99 centesimi saranno scontati in caso di acquisto (ci hanno pensato, non è questo che fa la differenza, ma è apprezzabile la cura dei dettagli).

A qualcuno potrebbe anche venire in mente di catturare lo streaming con uno dei molti programmi che fanno questo mestiere, ma non mi sembra una grande idea: la qualità con l'ulteriore passaggio si degrada ulteriormente (io ho provato con il noto Wondershare SAR) ed è veramente un delitto ascoltare in queste condizioni musica classica registrata con il massimo impegno e la massima qualità possibile.

Se la molla dell'acquisto non scatta non è un problema, a mio avviso: di musica ce n'è ancora tanta. Continuiamo la ricerca.