Nel precedente post con la prova di J River Media Center, il popolare software per la gestione (e l'ascolto) della nostra libreria musicale digitale, non avevo trattato queste esigenze e queste funzionalità, che si aggiungono a quella più consueta di libreria musicale. Ne ho fatto esperienza, assieme all'utilizzo e riferisco qui.
La migrazione della libreria J River
E' un'esigenza indiretta, perché dopo anni di onorato servizio ho mandato in pensione il mio vecchio Mac Mini. Pur se di prestazioni non comparabili ai nuovi era sufficiente per il carico non elevato rappresentato dalla riproduzione della musica (anche in HD e DSD). Il fatto è che, essendo proprio uno dei primi modelli, la seconda serie, del 2006, le ultime versioni del MacOS non erano più supportate da anni, così come molte applicazioni che uso (Fidelia per esempio, o il player Qobuz). Non così J River, che però era bloccato alla versone 24 (ora è alla 27). E' l'obsolescenza dei PC, che non dipende quasi mai dall'hardware ma quasi sempre dal software. I componenti elettronici non avevano questi problemi. Il mio sintonizzatore Kenwood per esempio, che è del 1978, continua a funzionare perfettamente con zero manutenzione e a mostrare sul display una data di 43 anni dopo, che mai avrebbe supposto di raggiungere. Il problema qui però è che nel frattempo sono sparite le radio FM stereo che trasmettono in analogico.
Ma torniamo alla migrazione, che è un'operazione molto semplice ma non automatica. J River indicizza i file audio su una o più librerie, in pratica crea un data base con le informazioni legate ai brani e agli album. I file audio non erano nel Mac Mini ma in un disco eserno e quindi la migrazione dei contenuti è senza problemi. La libreria era necessario solo copiarla sul nuovo Mac (che è un modello usato, di fine 2014, l'ultimo con l'utilissimo ingresso digitale) e, dopo le installazioni, l'aspettativa era di rivedere sul nuovo Mac la libreria di 1.200 album esattamente come l'avevo lasciata.
E' andata effettivamente così. Quasi. Perché gli album c'erano tutti, la musica suonava, ma di parecchi album era sparita la copertina, Che, nel mondo digitale non servirebbe, ma per noi umani che usiamo le librerie digitali pare invece irrinunciabile (e così è, anche per me). Ricostruendo la situazione ho verificato che nelle directory di molti album l'immagine della copertina non c'era. Effettivamente avevo usato spesso per comodità e rapidità la comoda funzione Cover Art > Get from Internet. Le immagini erano comunque archiviate nella libreria-DB e quindi pensavo che sarebbero tornate fuori.
Invece, probabilmente le librerie erano in una diversa posizione nelle directory del disco o in più librerie separate (bisognerebbe conoscere in dettaglio l'architettura software di J River) e i link non funzionvano più.
Risultato: ho dovuto ricercare e copiare di nuovo qualche centinaio di copertine. Non ho usato più la funzione citata prima, e le ho invece caricate nelle directory di ogni album. Nel caso di una futura migrazione così non dovrò rifare queso lavoro (J River le trova auomaticamente con la funzione Quick find file in directory), non ci è voluto molto e facendolo ho anche sisemato alcune anomalie nell'architettura dei file, ma avrei preferito fare altro. Quindi, uniche avvertenze:
- fare sempre i backup delle librerie J River
- segnarsi il path delle directory che contengono le librere e replicarlo
- adottare come regola quella di completare ogni directory che contiene le tracce audio con la immagine della copertina.
Ho cercato quindi un'alternativa, che abbondano, ma possibilmente free. Per esempio la celebre Kodi, che pare essere la preferita nel settore. Non capisco come mai, visto che è un'applicazione assurda, per cominciare è l'unica che conosco che prende un controllo esclusivo sul PC. Nel senso che quando parte nessun altra funzione del PC è accessible, l'unico modo per recuperarlo è chiudere Kodi. Se arriva una email non la possiamo vedere (neppure la notifica) se vogliamo cercare qualcosa sul web dobbiamo prendere l'iPhone o l'iPad. Poi ha la solita interfaccia semplificata per fare senza problemi (o quasi) le funzioni che secondo i programmatori di Kodi sono standard. Per le altre bisogna cercarle sul web (spegnendo Kodi e rientrando) e non è facile e immediato perchè di infomazioni ce ne sono molte e riguardano versioni diverse, magari, vecchie.r
Infine anche qui, il problema copertine (senza la visione delle copertine che libreria sarebbe? a questo punto basterebbero le direcory di Window o MacOS). Quando va bene (film USA in genere) le trova automaticamente anche con un'ampia scheda informativa in inglese. Quando non le trova bisogna fare più operazioni e perfino ingannare l'applicazione cambiando il nome del file se Kodi si ostina ad esempio a presentare un film indiano al posto di un film francese perchè ha lo stesso titolo (Welcome).
Poichè i DVD trasferiti su PC sono tipicamente cog,nvertiti in formato ISO, torniamo al problema della visione dei file ISO, che in J River Mac ho scoperto si può anche aggirare (per J River Windows è invece previsto). Aggiungendo tra i tipi di file da importare anche "data" J River importa nella sua libreria video anche i file ISO. Cliccando sul film J River apre il file ISO e ne mostra il contenuto.
Un file ISO è un contenitore e contiene in questo caso due folder: AUDIO_TS e VIDEO_TS (TS sta per Title Set), il primo è previsto per i DVD-Audio, quindi è vuoto, il secondo è il film, archiviato in alcune decine di file con estensione .BUP, .IFO o .VOB. Tra questi ultimi quelli che contengono il film (VOB=Video OBject) si chiamano VTS_02_x.VOB. Il primo, VTS_02_0.VOB contiene il menu dei titoli o altre informazioni peliminari al film vero e proprio, i successivi 1, 2, 3 ... contengono il film suddiviso però in più parti di lunghezza pari a circa 20'. La lunghezza tipica di un film è 90' e quindi di questi file ce ne saranno di solito 5, di dimensione 1,07 GB i primi 4 e inferiore l'ultimo.
Per vederli su J River su Mac occorre aver installato anche un lettore universale, come VLC e, aprendo Video TS, cercando VTS_02_1.VOB e cliccandoci sopra parte la visione.
E' consigliabile quindi, anche indipendememente dall'intenzione di creare una libreria digitale dei film, pensare al trasferimento su PC dei propri DVD e, se non sono veramente pochi, sarà necessario ricorrere a un'applicazione a pagamento.
La qualità quindi era allineata alla risoluzione massima di un monitor TV dell'epoca, ovvero 720 x 576 pixels a 25 frame per secondo per monitor europei a 50 Hz (720 x 480 pixel at 29.97 frame per secondo per i TV USA). Tutti i DVD commercalizzati da noi hanno la risoluzione massima europea. Inoltre, il DVD nella prima edizione aveva una capacià di 4,5GB che non era sufficiente per film di lunga durata e per aggiungere le informazioni aggiuntive che, secondo il marketing, erano necessarie per giustificare il costo maggiore e l'abbandono dei VHS (ma che non sono guardate quasi da nessuno senza che ciò abbia compromesso il rapido abbandono del VHS). La decisione quindi è stata di memorizzare il contenuto video in formato compresso, e la codifica adottata scelta è stata la MPEG-2, definita dalle organizzazioni internazionali ISO e IEC.