La musica liquida e l'alta definizione rendono forse anacronistico l'attaccamento ostinato al disco in vinile e, per gli irriducibili dell'analogico il vero empireo è rappresentato, come si sa, e come ho documentato a suo tempo, dal nastro magnetico e dai registratori a bobine di alta classe.
Ciononostante, dopo molti anni di onorato servizio, e ad ormai più di 10 anni dalla completa revisione in un laboratorio autorizzato, ho deciso di mandare in pensione il mio venerando giradischi Thorens TD-165 e di inserire nell'impianto un modello di recente progettazione, con l'obiettivo di iniziare a recuperare in pieno la magia del vinile.
La scelta, l'acquisto e soprattutto i risultati conseguiti mi hanno consentito di imparare diverse cose nuove, che quindi può essere utile condividere, visto che il vinile e quello che ci gira intorno dimostra di essere ancora ben vivo.
La scelta
Un giradischi di classe media, perché comunque non potrà essere la sorgente principale dell'impianto per carenza di nuove edizioni di dischi, un modello di moderna progettazione, perché nel campo dei giradischi i quasi 30 anni dall'era del CD non sono passati invano, corredato da recensioni o possibilmente ascolti positivi, questi erano i requisiti. Con in pi
ù una buona veste estetica, necessaria per un componente che, per forza di cose, deve imporsi in un ambiente.
Un giradischi con queste caratteristiche era stato individuato, era il Pro-Ject 6 Perspex, recente modello di quello che e' da alcuni anni il produttore numero uno di questo settore in sorprendente espansione, con tutte le caratteristiche per essere una ottima scelta, almeno per chi punta al risultato rapido e con poche variabili da far convergere, come me.
La verifica e l'alternativa
Ovviamente avrei voluto anche vederlo in azione e provarlo, prima della scelta definitiva. Ma, pur abitando nella capitale, e dopo aver girato quattro dei non molti negozi di hi-fi superstiti, ho appurato che questo semplice passo preliminare non era possibile, pur non trattandosi certo un giradischi raro o insolito. Al massimo potevano ordinarlo, cosa che peraltro potevo fare anche io (nuovo) tramite eBay. L'unico vantaggio residuo dell'acquisto in negozio rimaneva quindi la messa a punto, in questo caso il solo montaggio della testina. L'altra cosa che cercavo, una possibile alternativa, mi e' stata proposta, anche con una certa perseveranza, solo da un negozio, quello dove peraltro di solito mi fornisco e dove avrei poi concluso la vendita.
Era un modello sempre di una casa di area tedesca (la riscossa del vinile deve molto alla Germania) il Classic Wood della Acoustic Solid. Costava un po' di più (quasi il 20%) ma a detta del gestore del settore hi-fi del noto negozio era molto superiore, anche perché più consistente e pesante come costruzione. Avevo letto recensioni positive di un modello inferiore della stessa casa ( il 111) e sono andato alla ricerca di recensioni, che erano mediamente positive, ma allo stesso livello del Pro-Ject, e della possibilità di ascolto o visione.
Roma Hi-End
Una occasione per sentire qualcosa e avere anche altre idee e' stata questa recente fiera dedicata all'audio di qualità, tenutasi a inizio 2012. Il vinile doveva farla da padrone, mi aspettavo, e infatti la Acoustic Solid era presente con tutta la produzione, incluso il solito modello "reference" montato su enormi cilindri di alluminio e dal costo stratosferico per un comune mortale. Gli altri modelli c'erano, incluso il Classic Wood, ma tristemente scollegati. E facevano suonare invece un loro lettore CD collegato ad un impianto molto complesso, con 2 amplificatori mono e casse di un altro produttore tedesco, impianto che suonava francamente piuttosto male. Ho proseguito il giro trovando fantastici sistemi che i distributori facevano suonare con musica rock in grado di annullare qualsiasi differenza nell'ascolto tra un impianto top e uno da centro commerciale. Nel caso di un front-end McIntosh con Quad elettrostatiche costretto a suonare Peter Frampton dal vivo o qualcosa del genere, ho chiesto di ascoltare uno dei CD che avevo portato con me per precauzione (Diana Krall con Christian McBride, rigorosamente in acustica) e la sala si e' riempita ...
Ma tornando ai giradischi in un'altra sala ho trovato finalmente qualcosa di ben suonante, il giradischi SME con un ottimo impianto e come diffusori le recenti ProAc K7, e materiale musicale adeguato. Impossibile non restare ammirati e sorpresi dalle potenzialità del vecchio vinile se ben sfruttate. Purtroppo era fuori dalla mia portata. Sono tornato nella saletta del distributore dell'Acoustic Solid e almeno ho convinto il titolare a far ascoltare qualche LP sul monumento al vinile che troneggiava silenzioso nella stanza. E ho appurato che, pur con un impianto non ben assemblato, tirava fuori un bel suono da quel vecchio disco di De Andre'. Certo, era un modello che costava oltre 10 volte il mio target.
Le prove dei giradischi
... Sono peraltro piuttosto opinabili. Se ne leggono molte in rete e nelle riviste. Ma cosa staranno provando in realtà quei redattori o blogger che discettano di bassi troppo morbidi o acuti troppo dettagliati? Il giradischi in realtà fa poco di più di ciò che dichiara con il suo nome. Oltre a far girare il disco alla velocità' nominale (compito che appare non difficilissimo) se include il braccio deve anche consentire alla testina di seguire il solco nelle condizioni di angolazione e peso previste. Il risultato sonoro dipende pero' in buona parte dalla capacità della testina di seguire le ondulazioni dei solchi e trasformarle in segnale elettrico e dal lavoro del pre amplificatore phono, abbastanza complesso da giustificare in alcuni modelli prezzi ben superiori anche a quelli di giradischi di fascia alta.
Per individuare l'apporto positivo o negativo di questo o quel modello bisognerebbe confrontarlo in condizioni controllate con altri, ma con medesime testine e pre phono, e anche in questo modo potrebbero esserci alterazioni nel giudizio determinate dalla interfaccia dei componenti, particolarmente complessa e soggetta a variazioni, ai bassi livelli di segnale necessari, cosa che pero' nessuno fa.
In conclusione io posso credere alla buona fede di qualcuno che afferma che una certa combinazione suona meglio di un'altra, ma non penso si possa escludere che il risultato potrebbe essere opposto con una combinazione diversa.
La scelta finale
Escludendo quindi una prova a confronto dall'esito comunque opinabile ma, soprattutto, assolutamente non fattibile, la scelta e' stata basata su altre considerazioni. Il Pro-Ject e' un modello di progettazione originale, che adotta nuove tecnologie, come il braccio in fibra di carbonio o la sospensione in parte magnetica del contro telaio, e adotta un sistema a telaio flottante anziché rigido, come il Thorens che avevo, garantendo quindi una continuità (secondo alcuni esperti le due soluzioni portano differenze di suono) e nel Thorens l'elemento debole era proprio il braccio.
Il Classic Wood per contro sembrava un ottimo prodotto artigianale, assemblato a partire da un noto braccio disponibile anche per terze parti, il Rega RB 300, una base in massiccio MDF (polvere di legno e resina, qualcuno ha notato che il nome che gli hanno dato e' un po' improprio) un piatto in alluminio pieno e un motore disaccoppiato a bassa potenza. Tra alcuni anni potrà essere benissimo uno dei tanti tentativi dei tanti piccoli produttori lanciati in un settore in discreto sviluppo nel secondo decennio del secolo, settore per il quale non e' richiesta una particolare ricerca tecnologica per raggiungere buoni risultati. E poi c'era la veste estetica, sicuramente più d'effetto per il Pro-Ject, almeno secondo me. Quindi dopo aver superato non senza fatica la resistenza del commesso del negozio Hi-Fi, molto convinto delle sue opinioni, è arrivata la scelta definitiva.
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Il braccio 9cc Evolution in fibra di carbonio adottato anche dal Majk LP12 di Linn |
La consegna
Un modello di serie, non certo fabbricato su richiesta, un momento commerciale piuttosto debole per il settore, una situazione generale di crisi economica annunciata, erano elementi che mi facevano pensare che i tempi ragionevoli prospettati dal negozio potevano essere rispettati. Anche se, dopo una verifica con l'importatore Audiogamma erano già saliti di un paio di settimane perché, riferivano, non era disponibile in Italia ma doveva arrivare dall'Austria (che non mi pare così lontana) in una data però non prevedibile né pianificabile.
Sta di fatto che non arrivava proprio e dopo il secondo mese di attesa (non nervosa, mi era stato chiesto solo un piccolo acconto) ho scritto direttamente alla casa madre e dopo un secondo tentativo sono entrato in contatto direttamente, non me lo sarei aspettato, con il fondatore e padrone della ditta Heinz Lichtenegger, che ha sbloccato velocemente la situazione mobilitando il suo marketing manager e l'importatore, ora improvvisamente sollecito e non evasivo.
Perché riporto anche questi piccoli contrattempi? Per testimoniare che non sempre pagando (non poco) si ottiene quel servizio sollecito che ci si attenderebbe e che, nel caso, e' meglio andare alla fonte, l'hi-fi e' un mondo piccolo.
Il montaggio
Alla fine e' arrivato, l'abile commesso del noto negozio di hi-fi e strumenti musicali della capitale ha montato la testina (la stessa che avevo prima, un passo alla volta) e abbiamo rimesso il tutto nella scatola. Perché l'assemblaggio completo dovevo comunque farlo io, una volta montato è meno facile da trasportare. Ci sono appassionati che trovano divertentissima e appagante questa fase, io preferisco andare subito al risultato, ma cos
ì era previsto e non potevo fare altrimenti. Ho indossato i guanti bianchi forniti con il package per non lasciare ditate sulla bella veste estetica del giradischi, suscitando divertito stupore in mia moglie e mia figlia, e ho proceduto all'assemblaggio, che è durato un paio d'ore (e per fortuna la testina, la installazione più delicata, era già montata). Non era complessa, l'unica difficoltà è sorta con il montaggio del contrappeso, ce ne erano quattro differenti per quattro range di peso della testina, io non avevo le specifiche della mia Grado e comunque, anche una volta individuato su Internet, il posizionamento del giusto contrappeso al giusto peso appariva complicato e poco stabile.
Ho risolto usando un diverso sistema che consiglio comunque sempre: l'utilizzo di una bilancina di precisione per testine. La produce ad esempio la Shure e si trova facilmente in rete a prezzo più che ragionevole (tecnicamente è semplicissima).
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Il Pro-Ject Perspex 6 in funzione |
Il risultato
Collegato finalmente il tutto, anche con un layout diverso per avvicinare il pre phono e consentire la connessione del cavo di massa previsto, potevo finalmente suonare qualcosa e vedere se le mie aspettative di incremento qualitativo molto limitato sarebbero state confermate. Perché limitato? Perché tutti gli altri componenti coinvolti erano gli stessi di prima.
Ma non è andata così. La qualità del suono era molto superiore. Il primo LP che ho suonato era uno dei classici di Sade, Stronger Than Pride, poi sono seguiti altri album più acustici (Quah di Kaukonen) e infine quello che uso di solito come disco test, Winter Light degli Oregon, registrato benissimo e con strumenti acustici e piccole percussioni che possono essere riprodotte in modo molto realistico da un impianto adeguato. In tutti i casi gli ascolti procedevano molto più del necessario perché scoprivo continuamente nuove sfumature e una grande naturalezza musicale in dischi che conoscevo sicuramente molto bene.
E' possibile che il vecchio Thorens avesse bisogno di una seconda revisione a fondo, ma è più probabile che il progresso tecnico nel settore abbia lasciato il segno. Sta di fatto che il salto di qualità era molto netto. E' proprio vero, il vinile ha grandi potenzialità e può tenere testa efficacemente anche all'alta definizione, ma richiede una catena di componenti, un controllo delle interazioni e una continua attenzione alla messa a punto che sono adatti a chi vive (o vorrebbe vivere) "a un'altra velocità", come cantava Battiato.
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Primo piano del braccio in fibra di carbonio. Sul piatto: i Nucleus su un LP Vertigo.
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