La soluzione però esiste, ed è praticamente obbligata, è il NAS (Network Attached Storage).
Non avevano senso per i PC quando in casa ce ne era uno solo, i dati da memorizzare non erano molti e non erano particolarmente preziosi, e soprattutto, non esistevano gli smartphone.
Ma il mondo è cambiato e i NAS, in versione miniaturizzata, sono entrati nelle case e vi si stanno diffondendo. Forniscono:
La cosa vale anche per la libreria musicale, e quindi è evidente il beneficio di avere un NAS anziché la libreria connessa ad un PC, anche a chi potrebbe non interessare (ad esempio un/una single, ma il NAS può essere acceduto anche da un suo ospite).
Quando le foto erano analogiche e cartacee il backup erano i negativi, e anche per i vinili i più prudenti facevano una copia su cassetta. Ma c'è una differenza fondamentale: i dischi si possono ricomprare, quasi sempre, le foto fatte da noi, no. E questo vale per ogni altra nostra produzione digitale, incluso il nostro libro di memorie rimasto da anni a pagina 20, le registrazioni del saggio al piano della figlia, le prime email scambiate con la futura moglie o magari la musica composta e suonata e registrata da noi.
I dischi dei computer non sono eterni e possono rompersi, e il recupero dei dati non è affatto scontato né economico (vedi
altro post precedente) e quindi è necessario avere almeno una copia dei contenuti più preziosi.
Teoricamente, per le foto, sarebbe sufficiente ricordarsi di farlo sistematicamente ogni volta che le carichiamo su PC da una scheda, ma le esperienze di decenni di informatica hanno insegnato che nessun umano è così sistematico da farlo proprio tutte le volte e, in base alla legge di Murphy, il disco si guasterà proprio quella volta che per giorni non ha potuto farlo, per i più diversi motivi. Per questo, sempre da decenni, esistono le applicazioni automatiche di backup incrementale, che copiano quindi le differenze (file modificati o file nuovi) e consentono di recuperare i contenuti originali.
Usare un NAS per il backup dei dati
Il NAS viene utilizzato per tre scopi: 1) garantire con il mirroring dei supporti di memorizzazione (dischi o SSD) la sicurezza in tempo reale dei dati critici, 2) lavorare soltanto su dati salvati in tempo reale 3) archiviare in modo sicuro il backup incrementale automatizzato.
- Ridondanza mirata: i dati sono memorizzati automaticamente e in tempo reale su 2 o più dischi dal NAS, se uno si guasta c'e l'altro (o gli altri) a mantenere i dati. E' una tecnica in uso da decenni chiamata RAID (Redundant Array of Independent Disks) e può essere realizzata con due dischi (RAID 1) o più dischi, con efficienza (ma costo) via via maggiore. Nel caso più comune la ridondanza è riservata solo ai dati critici, per esempio le foto o la musica vengono memorizzate direttamente sul NAS, scaricando la scheda SD o facendo il download da un sito, o rippando un proprio CD)
- Ridondanza completa: tutti i dati, quindi anche i file di lavoro, appunti ecc. sono memorizzati direttamente sul NAS, che viene usato come se fosse un disco interno del PC. Ovviamente la capacità del NAS in questo caso deve essere superiore.
- Backup incrementale automatizzato: è un'applicazione non inclusa nel NAS che deve essere installata sul PC, ce ne sono diverse free, per esempio Uranium Backup. Si selezionano le directory su cui fare il backup e si schedulano i tempi (ad esempio uno a settimana) scegliendoli ovviamente quando il notebook è di solito acceso. E' importante considerare che questo è un backup che salva solo le variazioni, ma mantiene anche le versioni precedenti dei file. Oltre ad essere più efficente e anche più sicuro perchè consente di recuperare anche i dati cancellati per un errore umano (cancellazione di file sbagliati, infauste cancellazioni di intere directory, cut and paste maldestri ecc.).
Combinando il backup automatizzato e la memorizzazione su NAS si garantisce la massima sicurezza rispetto alla perdita di dati, sia per guasto del supporto (copia ridondante in tempo reale) sia rispetto all'errore umano (backup incrementale, si può risalire sempre alla versione precedente).
In ambito professionale è richiesto un ulteriore livello di sicurezza, il disaster recovery, cioè un'ulteriore copia di sicurezza dei dati critici in una location diversa e fisicamente distante e non correlata. Ma per i nosri scopi sarebbe eccessivo.
Ma nella musica serve un backup?
Non è critico come per le nostre foto o i nostri documenti. Ma la perdita della musica digitale causa guasto del disco dove è archiviata può essere comunque un problema. Molto dipende da dove proviene, quindi dalla possibilità e dai tempi per recuperarla:
- acquistata da un sito di digital download (HDtracks, Qobuz, Highresaudio, ecc.): può essere sempre scaricata nuovamente, eventualmente con una procedura di autorizzazione che il sito richiede; l'unica possibiltà di perderla è che il sito sia nel frattempo fallito e sparito (può succedere, ma non di frequente);
- "rippata" da un CD che ancora abbiamo: bisogna fare di nuovo l'operazione; 15-20' a CD, e se sono 1000 può essere un discreto problema; può succedere anche che alcuni CD non siano più leggibili dopo anni (evento comunque raro);
- "rippata" da un CD di cui ci siamo disfatti (venduto o rottamato): si perde tutto e l'unico rccupero possibile è comprarlo di nuovo (o rinunciare e passare allo streamng); quindi metteteli magari in cantina ma non disfatevi mai dai CD;
- digitalizzata da un LP che ancora abbiamo (non prendo neanche in considerazione l'ipotesi che sia stato, dopo, venduto o rottamato): come per il ripping dei CD ma il tempo occorrente è molto di più, almeno 2-3 volte tanto, e richiede un'attenzione cotinua al processo;
- scaricata da un sito di digital download "free": non sono legali e cambiano di continuo e quindi difficilmente si ritrovano nello stesso posto, elevata probabilità di non trovare più gli album scaricati.
Quindi, in sintesi, serve. Ed è quasi obbligatorio se la libreria digitale è consisternte (500, 1000 album e più) sia per la buona probabilità di perdere qualcosa, sia per il costo in termini di tempo e a volte anche di denaro che comporta.
Il NAS nell'impianto stereo dell'audiofilo digitale
Quindi è inevitabile che l'audiofilo digitale o ibrido analogico-digitale debba inserire questo nuovo componente nel suo impianto H-Fi. Quindi un riepilogo dei punti da considerare, più che una prova, può essere utile. Preliminarmente però dobbiamo individuare un dimensionamento, considerando l'uso previsto. Considerando tre parametri tipici:
- spazio di archiviazione
- velocità di trasferimento dati
- ridondanza
Il primo dipende dall'ampiezza della libreria musicale che a sua volta dipende dal formato. Ad esempio un album di 60' in FLAC e qualità CD richiede 250MB circa, mentre in DSD64 non compresso più di 1GB. Difficilmente però un appassionato avrà 1000 album in formato DSD e quindi per una classica libreria da 1000-1200 album già 1TB è sufficiente. Come sempre però bisogna largheggiare.
La velocità di trasferimento dati può essere critica per film in HD o in 4K da trasmettere su uno smart TV che accede al NAS, non lo è certamente per audio in PCM archiviato in FLAC. Potrebbe esserlo forse per formati estremi come DSD256, ma si può risolvere incrementando il buffering. Non molto critica per la musica.
La ridondanza deve esserci ma non particolarmente critica, anche per la dimensione dello spazio di archviazione. Non serve quindi un RAID 2 o superiore ed è sufficiente il RAID 1, ovvero banalmente due dischi gemelli sui quali viene memorizzato automaticamente e in parallelo lo stesso file audio. Probabilità quasi nulla che si rompano entrambi nello stesso momento, rimarrebbe solo il disaster recovery ma in ogni caso non potrebbe essere realizzato nel NAS.
In sintesi, il NAS tipico per la musica è un 2-bay (2 dischi) in RAID 1. Come ad esempio il Synology DS220J mostrato prima oppure questo modello Terramaster dove i due slot per i dischi sono visibili anche esternamente.
La scelta dei dischi
Un NAS è un server di archiviazione e quindi l'elemento fondamentale sono i dischi: cominciamo da loro. Anche perché le opzioni sono poche e semplici. Per prima cosa, esistono dischi progettati apposta per i NAS, "rinforzati" per uso inteso e continuo, come quelli ben noti della Seagate (la maggior azienda del settore attualmente, credo) battezzati dal produttore IronWolf, come si vede nell'immagne successiva sul disco stesso è specificato NAS (la serie progettata per uso interno al PC si chiama invece Barracuda).
La capienza attualmente può essere 1, 2, 3, 4, 6, 8 o 12 TB con costo ovviamente crescente, mentre con la gamma Pro ancora più adatta ad uso intenso arriva fino a 18 TB.
Per un NAS RAID 1 occorrono dischi di buona capienza, mentre per RAID con più dischi potrebbero essere usati di capienza minore (leggermente più veloci). Per archiviare la libreria musicale è consigliabile un 4TB perché probabilmente il NAS potrà servire anche ad altri scopi (foto e video della famiglia in primis) e il costo è ancora accettabile (110-130 €). Da ricordare che il disco contiene anche il sistema operativo e le applicazioni del NAS (che è un computer specializzato) e quindi lo spazio effettivo sarà circa di 3,6TB per un disco 4TB.
La scelta del NAS
Esistono molte alternative, proposte sia di produttori di dischi sia da società specializzate, e il mercato inoltre si sta espandendo con nuovi produttori provenienti di solito dalla Cina. Il produttore più popolare, non so se anche il numero uno per vendite, è certamente Synology. Orientarsi sui suoi modelli è la scelta più facile, anche perché il costo è all'incirca lo stesso dei competitori. I puristi non l'apprezzano molto perché adotta alcune scelte proprietarie, come il sistema di archiviazione ridondante SHR (Synology Hybrid RAID) e qundi preferiscono i NAS ad esempio della QNAP, molto apprezzati.
La differenza sarebbe che si avrebbero dischi con una formattazione standard, più facile da recuperare in caso di improbabilissimo doppio guasto contemporaneo, ma in compenso la configurazione sarebbe più complessa.
La configurazione iniziale
Invece con il Synology (mia scelta, è il modello DS220J 2-bay della prima immagine) è tutto molto semplice, a cominciare dall'assemblaggio iniziale (che consiste nell'aprire il NAS e infilarci i dischi) che è documentato con istruzioni stile Ikea (solo figure) e si completa in 4 passi. Dopo di che si collega il NAS al router principale con un cavo Ethernet (attenzione, è obbligatorio, no Wi-Fi, no Powerline) e si inserisce sul browser l'indirizzo http://find.synology.com, si attende che venga individuato il NAS nella rete e da questo punto in poi occorre solo seguire le istruzioni (in italiano), saltando e rinviando (suggerimento) l'installazione dei pacchetti opzionali. Ovviamente durante l'installazione dovremo decidere il nome del NAS e creare l'utenza amminstratore e la password, da scegliere con cura ed evitare di dimenticare. Le solite cose. Alla fine rientrando dal browser sul NAS si vede questo pannello home (i monitoraggi a destra possono essere selezionati su più indicatori), mentre dai PC Windows della rete casalinga sarà visibile su Explorer andando al settore Rete.
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Accesso al NAS. La grafica di Synology è piuttosto old-style |
La configurazione della libreria musicale sul NAS
Selezionado Rete e fornendo le credenzali di amministratore si attiva il pannello di controllo del NAS già visto prima e, selezionando Disk Station si possono creare le aree condivise, che saranno viste, ciascuna di esse, come "unità" su Windows o Mac, ovvero come se fossero dischi interni o esterni del PC. Su ciascuna unità si potranno poi creare directory e sub-directory come sempre. Il disco fisico del NAS non è quindi visto come disco dal PC, che vede invece i dischi virtuali creati come "cartelle condivise". Per queste cartelle condivse si potranno definire criteri di accesso (per esempio solo amministrtore o più aperte) e le solite cose.
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Creare una cartella condivisa con il pacchetto Disk Station su un NAS Synology |
Per vedere questi dischi-cartelle condivise dal PC bsogna connetterli, il comando si trova da Explorer (Eplora file) selezionando "Questo PC" e, nella barra dei menu in alto,"Connetti unità di rete". Si apre questo pannello dove viene mostrata la prima unità libera (partendo dalla Z) alla quale collegare la cartella condivisa indicandola semplicemente come \\NOME-NAS\Nome Cartella.
Completata la connessione le nuove unità su NAS sono mostrate su Explorer come:
Nome Cartella (\\NOME-NAS) (X:)
e con un simbolo diverso dai dischi standard. E sono utilizzabili come qualsiasi disco da qualsiasi applicazione. Per esempio da Foobar2000 che, se configuriamo la music-library sulla cartella condivsa Music-Library, la può indicizzare come sua libreria musicale, cercare per genere, per artista ecc. Quindi conviene pensare come "dischi" le cartelle condivise, crearne poche e organizzare le directory al loro interno.
La struttura della libreria
L'indicizzazione, Foobar2000 , J River e gli altri media server, la fanno basandosi sui tags presenti nei file audio, ma è sempre consigliabile archiviarli su disco in modo organizzato, per una gestione più ordinata, gestibile anche dal PC. E' sufficiente una semplice struttura a due livelli di directory. Quella che uso io ad esempio utilizza solo 4 macro generi (Classica, Jazz, Rock, World) e all'interno di essi suddivide i file audio per qualità (CD, HD PCM, DSD); all'interno di ogni directoy, ovviamente, una directory per ogni album.
Le porte opzionali USB
I NAS spesso hanno anche alcune porte USB disponibili per collegare hard-disk esterni aggiuntivi o anche al limite pen-drive. E' il caso anche del Synology DS220 che ha due porte. Gli hard-disk una volta collegati sono automaticamente riconosciuti e collegati come cartelle condivise con i nomi. standard "usbshare1" e "usbshare2" (oppure usbshare1-1 ecc. se sono partizionati). Per vederli da qualsiasi PC della rete (sharing, appunto) è sufficiente connetterli con questo nome. Ovviamente non beneficiano del backup, il NAS fa solo da connettore in rete.
Dopodichè potranno essere usate come memoria aggiuntiva esattamente come se fosse connessa al PC che stiamo usando (che magari è un MacBook senza porte USB o uno di quei notebook sottilissimi recenti con poche porte USB). Possono essere anche sede del backup incrementale degli archivi su NAS, essendo i dischi eterni collegabili via USB ormai anche a capacità di diversi TB. Essendo collegati in locale la velocità di trasferimento sarà superiore e i tempi di copia più ridotti.
Nel caso che siano hard-disk usati anche su PC Mac (quindi tipicamente con file system exFAT), per collegarli è necessario installare sul NAS Synology il pacchetto exFAT Access (a pagamento, ca. 5 €)
Il collegamento diretto di un disco esterno può servire anche per trasferire grandi quantità di dati sul NAS, beneficiando della velocità di trasmissione dati tipicamente superiore a quella attraverso la rete locale, via cavo o Wi-Fi, come anicipato.
Altre funzionalità del NAS
Almeno per Synology sono parecchie, a giudicare dal grande numero di pacchetti disponibili. La più richiesta è sicuramente la possibilità di usarlo anche come multimedia server, installando un pacchetto che implemeta DLNA come ad esempo Plex (che è incluso, quindi è gratuito).
In sintesi
L'audiofilo digitale non solo fa molta fatica a dimenticarsi dell'onnipresente PC per ascoltare la sua musica preferita, ma deve anche occuparsi di sofisticate e potenti periferiche aggiuntive, un tempo presenti solo nei CED.
Quando si parla di backup e raid occorre sempre ricordare che "il raid NON è un backup".
RispondiEliminaMeglio dirlo una volta in più piuttosto che scoprirlo poi a proprie spese
Dal punto di vista informatico hai ragione, si possono confondere le due funzioni, infatti per questo ho illustrato la differenza tra la semplce copia dei dati e il backup incrementale.
EliminaIl termine "backup" in inglese indica genericamente una copia (o anche un supporto) e in italiano è stato adottato tra i molti altri termini inglesi in informatica ed indica normalmente entrambe le azioni.
Per semplicità, parlando della sicurezza dei dati in musica, ho adottato il termine più conosciuto. In un libreria musicale peraltro il problema di salvare le versioni successive dello stesso file non esiste. Potrebbe esistere per chi produce musica digitale.
Tra l'altro è un problema che era molto margnale con i sistemi operativi che salvavano automaticamente più versioni dello stesso file, come il VAX/VMS di qualche annetto fa.
Questa è la guida per principianti che cercavo, grazie mille. È possibile vedere al televisore i film dentro il Nas? Come? E come raggiungere i file audio sul Nas da un lettore digitale tipo il Cambridge CXN? Grazie in anticipo
EliminaGrazie a te per l'apprezzamento. Lo streamer Cambridge CXN supporta il protocollo UpNP e quindi si può collegare a una libreria musicale caricata su un NAS. Al link che segue si può accedere al manuale di configurazione. La operatività dipende però dal tipo di NAS e dal suo software, bisogna in altre parole strutturare la libreria per facilitare le ricerca, a quanto afferma la breve descrizione il Cambridge si limita a mostrare il contenuto del NAS.
Eliminahttps://manuals.cambridgeaudio.com/it/cxn-v2-network-player-old/operating-instructions
Riguardo all'accesso da TV dipende dalle funzionalità attive nel modello che hai, quasi tutte le smart TV hanno il sistema operativo Android TV che supporta il protocollo DLNA (che è una estensione del UpNP) e quindi se nella tua è indicato questo protocollo tra quelli supportati può collegarsi. Attenzione che anche qui non è detto che sia una connessione che si attiva al primo colpo. In altre parole se il NAS è configurato bene ed è visibile dal tuo PC alla fine della sua configurazione e se lo smart TV è configurato standard, selezionando il tasto che mostra le sorgenti disponibili via rete (Source o simili ) dovrebbe vedere il NAS e accedendo dovrebbe mostrare le cartelle con i file video e farli partire. Se però non lo vede inizia la classica ricerca sul web della possibile causa, dall'esito variabile.
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