giovedì 21 marzo 2019

Gestione della libreria musicale: i metadati

I metadati di un file audio non sono altro che le informazioni sul contenuto musicale, come il titolo del brano e dell’album, l’interprete, il genere musicale e così via. Un particolare ma fondamentale tipo di metadato e’ l’immagine di copertina. Nei file audio comprati sono già presenti, mentre in quelli che creiamo noi con il ripping li dobbiamo inserire, e così accade anche per i file audio public domain o duplicati dei nostri che eventualmente individuiamo sul web.
Metadati completi e corretti sono fondamentali per la gestione di una libreria musicale digitale di dimensioni appena apprezzabili, di centinaia di album e oltre. Le operazioni non sono sempre così semplici e questo post intende essere una guida alla gestione dei metadati.


Formato dei file audio e metadati
La prima cosa da sapere e’ che non tutti i file audio possono archiviare i metadati, in particolare non consentono l’inserimento o sono limitati ad un set di informazioni minimo i seguenti formati non compressi:

  • WAV (PCM): il formato standard nato con il CD
  • AIFF (PCM): il formato non compresso adottato da Apple
  • DFF Audio (DSD): il formato audio per il SACD sviluppato e adottato da Philips
  • ISO (DSD): il contenitore dei file audio DSD di un album; tipicamente e’ il risultato del ripping di un SACD.

Se i file audio hanno questo formato e vogliamo archiviarli in una libreria digitale devono essere preventivamente convertiti in un formato che supporta i metadati.

Formati che supportano i metadati
Facciamo ovviamente riferimento ai soli formatI lossless. Sono stati tutti sviluppati quando l’era dei supporti fisici si avviava al tramonto (o lo si intravedeva ) e quindi supportano all’origine i metadati i seguenti formati di compressione lossless per digitalizzazione in PCM:

  • FLAC
  • ALAC
  • APE

Per il formato di digitalizzazione DSD, che è sempre non compresso, esiste un unico formato che consente l’archiviazione dei metadati:

  • DSF: il formato audio per il DSD sviluppato da Sony

Conversione in formato con metadati. PCM
Per i formati PCM la conversione e’ un’operazione molto semplice e anche veloce, il prodotto migliore per eseguirla e Foobar 2000 che è anche gratis. Il formato di output può essere indifferentemente FLAC o ALAC, sconsigliato invece APE (chiamato anche Media Monkey) che non è supportato da Foobar2000 e non da’ alcun vantaggio.

Conversione in formato con metadati. DSD
Qui le cose sono un po’ più complicate e bisogna dotarsi di programmi specifici e non molto diffusi.
Per i file ISO, dato che si tratta solo di un contenitore, e’ sufficiente estrarre le singole tracce in formato DSD ed archiviarle su un file in formato DSF. Software gratuiti che fanno questa operazione non sono molto diffusi, al momento l’unico disponibile con interfaccia utente GUI è reso disponibile da un produttore di DAC e altri apparati digitali particolari che si chiama Sonore. (www.sonore.us). Si trova nella sezione software del loro sito e si chiama, non sorprendemente, ISO2DSF. L’utilizzo e molto intuitivo (vedi screenshot). Supporta anche ISO multicanale estraendo i file in formato DFF.


Conversione da file DFF
Per i file audio DFF la ricerca di un prodotto free e facile da usare (i pochi altri richiedono di lavorare a livello di comandi) e’ disponibile al momento solo in ambiente Mac ovvero macOS, non sembra ce ne siano su Windows.
E’ prodotto da una benemerita system house che si chiama 2manyrobots (2manyrobots.com), si trova nella sezione “Free Apps” e si chiama anche questo intuitivamente DFF2DSF.
Una volta installato sul Mac il funzionamento è semplicissimo perché è unicamente drag & drop: si trascina il file o i files da convertire sulla immagine del robottino e lui effettua velocemente il repackaging nel nuovo formato. Sottolineo “repackaging” perché non viene effettuata alcuna operazione sul codice digitale in formato DSD, come nel caso precedente e come deve essere.


Tutti i file sono ora pronti, cosa si fa?
Quando tutti i file sono in grado di archiviare i metadati l’unica cosa da fare e’ inserirli, o integrare con ulteriori informazioni quelli comprati (per i quali potrebbe essere necessario anche modificare il genere se non si concorda con la scelta fatta da chi lo distribuisce). Una operazione che si può fare molto facilmente, e anche in un solo colpo per interi album, con i gestori di media library come il citato Foobar2000 così come con J River. È una operazione che richiede un po’ di tempo e di impegno, in particolare se dovete archiviare musica classica, ma il tempo impiegato ritornerà con interessi nell’utilizzo della libreria, grazie alla semplicità e velocità di ricerca di quello che desideriamo ascoltare. Unica notazione: Foobar2000 non gestisce il formato APE e quindi eventuali file in questo formato devono essere anch’essi convertiti.

Un notevole aiuto e’ fornito, come noto, dalle mega libreria di tagging come Freedb, supportate anche da Foobar2000. Basta selezionare tutte le tracce o il folder (o il CD di cui fare il ripping) e nel 90% dei casi FreeDb o i suoi equivalenti troveranno tutti i metadati da inserire. Controllarli però sempre e’ opportuno, non solo perché possono esserci più alternative, ma perché alcuni dati possono essere non corretti, in particolare la data per gli album meno recenti di solito e’ quella del CD ripubblicato e non quella di prima pubblicazione.

I metadati aggiunti dai media library
Bisogna anche dire che i media library, inclusi quelli citati, possono anche gestire i metadati dei file audio che non li supportano, semplicemente aggiungendoli alle informazioni di gestione della libreria.
Si tratta di una soluzione sconsigliabile, perché dovrà essere eseguita di nuovo qualora decidessimo in futuro di passare ad un diverso media server con la sua media library, e la stessa cosa potrebbe essere necessaria anche nel caso di spostamento fisico dei file audio, per esempio da un disco standard ad un NAS o ad un NAS più performante. Considerando il tempo impiegato per inserire i metadati fare una seconda volta le stesse cose e’ certamente una eventualità da evitare.
Archiviando i metadati direttamente sul file audio li rende invece indipendenti da ogni contenitore fisico o virtuale o libreria Windows o Mac.


Le immagini di copertina
Alla fine, anziché tramite titolo o interprete, non sarà infrequente che la ricerca più veloce sia proprio tramite l’immagine di copertina del’album. Questo metadato particolare non può essere registrato nel file audio, ma deve essere memorizzato a fianco ad esso, ovvero nella stessa directory. Per riconoscerlo come tale, non ci sono standard internazionali, comuni tra player e media library di diversi fornitori, e l’unica informazione che possiamo passare a questi software e’ il nome del file. I nomi standard riconosciuti da Foobar2000, J River e da molti player sono "folder" o “cover” o “front”, quindi ogni immagine individuata deve essere scaricata e memorizzata nella directory con questo nome. J River ha una funzionalità per individuare e gestire le copertine anche con altri nomi, ma è consigliabile ricondursi a questi.


2 commenti:

  1. Mi permetto di segnalare:
    1. un altro SW potentissimo e gratuito per gestire i metadati, imbattibile per la gestione di librerie di una certa dimensione: MP3TAG
    2. che le cover possono essere "inglobate" nei file audio (per esempio usando lo stesso MP3TAG) al pari dei metadati, rendendo la nostra libreria completamente indipendente. Anticipo l'obiezione della maggiore dimensione dei file; il peso di una cover e'di pochi KB rispetto ai vari MB del file audio.
    Saluti!

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    Risposte
    1. Grazie della segnalazione, sembra un prodotto molto interessante soprattutto per inserimento massivo di tag, come nel caso di ripping di librerie grandi. Peccato che a quanto vedo sia solo per Windows.
      La domanda però è: dove vengono memorizzati i tags per i formati che non li prevedono, come Wav? Temo che comunque siano archiviati sulla libreria di MP3TAG, come avviene per Foobar2000.

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