sabato 30 marzo 2019

Come convertire un vecchio DAC in un DAC per cuffie

Ascoltare in cuffia musica in HD da un PC, da uno smartphone o da un tablet non è difficile, basta collegare la cuffia all’apposito jack (o porta lightning nel caso degli ultimi iPhone). In questa configurazione però la parte più critica del lavoro la fa il DAC interno del dispositivo e la sua sezione di output analogica. Inoltre, la frequenza di campionamento potrà essere “tagliata”, per esempio a 48KHz come negli iPhone.

Gli appassionati più sensibili al buon suono, e in particolare quelli che spendono centinaia di Euro per le cuffie stereo, sono invece probabilmente interessati a componenti in grado di incrementare la qualità del suono, sostituendosi al DAC interno. Un mercato in crescita visto il grande successo (dal 2012) del noto Dragonfly DAC (dalle dimensioni di una pendrive) e degli appena più ingombranti modelli della iFI, come il recente XCan.

Hanno tutti ingresso USB e richiedono un adattatore per le device mobili, mentre sono collegabili e (immediatamente) riconoscibili su qualsiasi PC. Tipicamente hanno un controllo di volume a bordo per garantire una trasmissione bit-perfect dal PC (eliminando dal percorso il suo driver e il suo DAC) mentre il super compatto Dragonfly usa un suo driver. E hanno ovviamente un’uscita mini-jack stereo. Possono essere naturalmente usati anche come DAC per la connessione all’impianto, pur se le dimensioni compatte sono pensate per l’uso in mobilità.

Un DAC tradizionale può essere usato allo scopo?
Apparentemente no, visto che non ha né la uscita jack né il controllo di volume. Ma, se la sorgente è un PC, ho scoperto (magari era ovvio, ma non ci avevo mai pensato) che si può fare, grazie a questo semplice accessorio, dal costo di pochi Euro.


Come vedete è un semplice cavo di connessione tra PIN-jack RCA e mini-jack stereo femmina. Ne ho scoperto l’esistenza verificando se qualcuno lo produceva, e così è, viene usato soprattutto per ascoltare in cuffia da TV sprovviste dell’uscita jack o per altri usi particolari. Così l’ho acquistato per vedere se potevo in questo modo collegare il mio vecchio HRT Music Streamer II al PC (un notebook) e usarlo per l’ascolto in cuffia in unione a Foobar2000.
Un riuso che può essere utile sia per chi (come me) ama mantenere attivi tutti i suoi componenti hifi, ma anche per gli appassionati che passano a un DAC superiore, magari per aggiungere la conversione DSD, e quindi ne hanno uno riconvertibile a questo scopo.

Primo ascolto standard
Con soddisfazione ho appurato che non ci sono problemi di impedenza o di attenuazione, né di configurazione. Il Music Streamer II viene immediatamente riconosciuto dal notebook HP in Windows 10 e a questo punto basta selezionarlo come output su Foobar2000 e si può ascoltare tramite una cuffia (Grado SR80 nel caso delle mie prove) connessa al doppio cavo, la regolazione del volume è corretta, né troppo basso né troppo alto.

Secondo passo: l’ascolto bit perfect
Con la connessione standard, ovvero usando il driver audio principale, il prezioso materiale audio in HD passa per il driver del PC con le ben conosciute conseguenze.
Per un ascolto in bit perfect sono necessarie alcune configurazioni sul PC che riassumo:

  • nel pannello di controllo, selezionando il Music Streamer II, andare in impostazioni avanzate e selezionare le sue prestazioni massime (24/96)
  • per ascoltare anche file audio SACD, in Foobar2000, dopo aver installati gli upgrade che abilitano la funzione DSD2PCM (vedi questo post) in preferences > tools > SACD selezionare:
    • PCMsamplerate: 88200
    • DSD2PCMmode: Direct (32 bit, 30KHz lowpass)
  • in Foobar2000 selezionare il driver bit perfect Wasapi:
    • Preferences > Output > WASAPI (event): Altoparlanti Music Stramer II

Fatte queste operazioni si potrà verificare che il trasferimento è effettivamente bit perfect agendo sul volume del PC. Ci si accorgerà che la variazione non ha effetto, come volevasi ottenere, l’unico controllo del volume efficace sarà quello di Foobar2000. Tranne che ponendo il cursore a zero, il che equivale a mute.
Con un DAC diverso, in particolare se 24/192, le operazioni sono quasi simili con l’unica differenza che si potranno scegliere parametri di frequenza più elevati, quindi 24/192 per il driver e 176400 per la conversione da SACD a PCM.

Terzo passo: il resampling
Se, inoltre, il DAC (come nel caso del Music Streamer II) è limitato a 96KHz come frequenza di campionamento, e volete ascoltare anche file audio 24/192, è necessario aggiungere e configurare un altro component a Foobar2000, un “resampler”.
Quello che fa allo scopo si chiama foo_dsp_src_resampler.fb2k-component. La configurazione è molto semplice, bisogna andare in Preferences > Playback > DSP Manager e spuntare “+” accanto al SRC Resampler e quindi con ADD aggiungerlo ai DSP da attivare online (sarà l’unico attivo, tipicamente, a parte il limiter a 0dB o -6dB che sono sempre consigliabili nell’ascolto in cuffia, specie se creativo).
Dopodiché, cliccando sul resampler, ora a sinistra tra i DSP da applicare, si può scegliere il target rate, che sarà ovviamente 96000 nel nostro caso, e la modalità operativa (da massima qualità e maggior impegno di CPU, al viceversa). Conviene cominciare dalla prima, la massima, e scendere solo se il PC mostra qualche difficoltà (micro o macro interruzioni). Si possono anche escludere le frequenze inferiori ma probabilmente conviene lasciare la funzionalità di upsampling che qualche vantaggio può dare.

Se il DAC visualizza la frequenza in input (come il Music Streamer) si può anche verificare che Foobar2000 mostra nel display la frequenza in input (192) mentre il DAC quella dopo processamento DSP (96).

L’ascolto
Dopo queste brevi configurazioni iniziali l’appassionato puo’ dedicarsi all’ascolto della sua preziosa musica in HD, sia se acquisita in download sia se in streaming da Qobuz, essendosi garantito le migliori condizioni di base per un ascolto appagante, senza alcun costo aggiuntivo.

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