giovedì 15 dicembre 2016

Finalmente lo streaming in HD. Ma solo per la classica

Attenzione:  ClassicsOnline ha annunciato il 25 gennaio la chiusura delle attività il 31 gennaio 2017. Quindi anche del servizio streaming in alta definizione provato in questo post e nel successivo. Nei commenti è riportato l'annuncio per i clienti a pagamento e in trial. Nel frattempo però Tidal ha annunciato l'avvio ufficiale del suo servizio di sreaming in HD, non solo per la classica, che utilizza il sistema di compressione lossless MQA. Il post successivo  illustra le principali caratteristiche di Tidal con MQA.

Mentre aspettiamo da circa due anni Tidal con il promettente sistema di elaborazione HD MQA (vedi articolo) qualcuno lo streaming in alta definizione l'ha effettivamente lanciato sul mercato. Anche da un po', io l'ho appreso da un articolo (che parlava d'altro) del noto sito Audiostream. Nel mondo piuttosto statico dell'hi-fi italiana (sia web sia cartaceo) non pare che se ne sia accorto ancora nessuno.

ClassicsOnline
Così si chiama il servizio proposto dalla nota etichetta indipendente (di classica, ovviamente) Naxos con il partner tecnologico OraStream (basato a Singapore). E' disponibile tranquillamente in Italia, costa poco, funziona molto bene e il catalogo (che comprende anche altre etichette) è piuttosto ampio. Anche se ovviamente i divi della classica non ci sono.
I benefit di un servizio come questo sono i soliti: se non tutta, una grande quantità di musica a disposizione al costo di un CD al mese (o anche meno in qualità CD), la possibilità di ascolto in mobilità e su più device, la possibilità di selezionare quello che veramente vale il nostro tempo (in base ai nostri opinabili gusti) senza comprare un CD o un SACD ma, in più, con la superiore qualità dell'alta definizione.

ClassicsOnline si present così sul nostro browser

Prova pratica

Per provare il servizio (come per tutti gli altri analoghi) non serve abbonarsi a scatola chiusa, è disponibile un trial breve di 7 gg. senza carta di credito e uno più lungo, con carta di credito ma senza addebito (come tutti gli altri da Spotify in poi) di 30 giorni. Nessuna limitazione durante il periodo (e meno male).

Il catalogo
Ovviamente bisogna iscriversi. Ma senza neanche iscriversi si può già fare un giro sul catalogo. Che è piuttosto vasto e variegato, un po' in stile Hyperion: non solo classici classici ma anche molti autori minori e di varie geografie, quindi classica da scoprire, nonché contemporanea (vera, ovvero di oggi). Non tutto il materiale è in HD, gli album che lo sono (non molti al momento, apparentemente) hanno un piccolo logo HI-RES e possono essere 24/48, 24/96 o 24/192. Tutti gli altri in qualità CD 16/44.1. Niente multicanale.

La ricerca sul catalogo (si può anche avere come lista)

La iscrizione

Per la prova di 7 giorni basta una email e il proprio nome e cognome (possibilmente reali, se poi vogliamo procedere). Una volta completata la classica form iniziale ed eseguito il login con la password che abbiamo creato noi si accede ma passa un breve periodo prima di essere attivati. Senza essere attivati si sfoglia solo il catalogo, e si selezionano i brani, e inoltre si possono definire i vari parametri per l'ascolto (es. HD solo in wi-fi, consigliabile se non si ha sufficiente capienza contrattuale, ma il 4G è sufficiente per ascoltare). Poi quando passa (automaticamente) in stato attivato si può procedere alla normale operatività in streaming.

Utenza non attiva

E' possibile cambiare i parametri

Dopo 2-3' l'utenza è attiva

Alcuni ascolti
Ho cominciato in qualità CD, con un brano di Hindemith da camera. Tutto fluido, nessuna interruzione, audio buono. Gli ascolti sono stati fatti con un set molto semplificato (ero molto curioso di provare questo nuovo servizio) ovvero un iPad con la app di ClassicsOnline e una buona cuffia (Grado RS80). Mi riprometto di provare in seguito con l'impianto principale.

Come si vede viene mostrata in alto la risoluzione e anche il bitrate istantaneo. Che è adattivo. all'inizio quando il caching è meno efficace è più basso (120-160) poi si assesta sui valori standard per la risoluzione del file sorgente (qui 16/44.1)

Poi arriviamo al plus di questo servizio, l'HD: cominciamo da una novità discografica per solo pianoforte, la risoluzione è 24/48. Un pianoforte veramente eccellente, esteso, presente. Uno di quei casi in cui il test si prolunga perché facciamo fatica a interrompere un ascolto così piacevole. Ho anche scoperto un Busoni classico ma comunque creativo che non conoscevo proprio in una eccellente esecuzione.

Qui la risoluzione della registrazione originale è 24/48 e il bitrate ovviamente superiore.

Continuo con qualcosa di più impegnativo e rivelatore: un classico quartetto d'archi (Brah        ms) in risoluzione 24/96. Ottimi violini e viole, il violoncello un po' meno presente: sarà la registrazione o la cuffia o il DAC interno di un iPad 2? Comunque un ascolto piacevole, da riprovare.

La risoluzione qui è 24/96 e il bitrate supera i 2300kbps a regime
Ancora in 24/96 un classico di Stravinky, l'Histoire du Soldat, che ha anche parti parlate: presenza, timbrica eccellente dei vari strumenti ad arco e a fiato, spazialità (in cuffia, ma si capisce che è assai promettente con una separazione così netta e precisa), niente da obiettare e tutto da ascoltare.

Nello screenshot della Histoire du soldat un esempio dell'algoritmo adattativo: la risoluzione è 24/96 ma all'inizio bastano 360Kbps di bitrate (anche perché è il parlato)
Ancora un ascolto di archi: ho trovato questa incisione della Chamber Symphonie di Schostakovich, bella la esecuzione e anche la registrazione, anche la sezione bassi sulla destra (sembra violoncello e contrabbasso) è molto naturale, presente e anche giustamente profonda.

Prova di ascolto con l'orchestra

Interessante, ma quanto costa?
Costa poco, confrontato con gli altri servizi streaming:


Per circa 5 € al mese o 40 all'anno abbiamo una quantità di musica classica in grado di soddisfare qualsiasi appassionato, e ci resta anche qualche soldo se vogliamo comprare l'ultima esecuzione di qualche funambolica diva cinese del pianoforte (anche ben dotata sul lato glamour) tipo Yuja Wang.
La scelta di questo servizio rispetto a quelli in qualità CD (che hanno anche un'ampia sezione di classica) dipende dalla quantità di materiale in HD, che attualmente non è molto ma è sicuramente in crescita.

Cosa ci danno per questa modica cifra è dichiarato nella stessa pagina:

ClassicsOnline is the first High-Resolution and Lossless CD QUALITY classical music streaming service to use adaptive bitrate streaming technology which allows subscribers to listen to classical music at the highest possible sound quality available on their home or mobile networks with minimal loss of sound quality. More than 250,000 tracks and over 12,000 albums from the following labels: Naxos, Ondine, Capriccio, Altissimo, Dynamic, Marco Polo, SWR Classic, Orfeo, Amadis, Grand Piano, CPO, Proprius and Swedish Society, available for streaming at up to 192khz/24 bit.

E la loro mission dichiarata è questa qua:

Naxos developed ClassicsOnline service with the classical music and audiophile consumer in mind. An intuitive search engine crafted specifically for classical music provides users unprecedented search options, allowing them to discover new repertoire and recordings.

Come fanno ad avere questi costi?
Sorge spontanea la domanda su come facciano a tenere così bassi i prezzi, considerando che nella musica moderna i costi sono 2 o 4 volte superiori e nessuno dei player attuali (neanche Spotify) sta in realtà facendo ricavi, a quanto pare. Ma bisogna notare che le registrazioni di musica classica sono già pagate, nel senso che gli esecutori di queste piccole etichette sono praticamente nella totalità già stipendiati da varie orchestre nel mondo. Quindi l'album serve anche a loro per aumentare il loro valore come esecutori e si accontentano della giornata, come i turnisti, quando non sono addirittura esecuzioni dal vivo in concerto. La produzione ormai costa poco e abolendo anche i costi del supporto fisico (soprattutto quello della distribuzione) magari ci rientrano più facilmente dei big dello streaming.

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