Di cosa si tratta?
Di un semplice DVD, nel quale viene però
inserita solo la
musica. D'altra parte DVD sta per "digital versatile
disc" ed è quello che ci attendiamo da questo standard: essere
versatile.Il DAD (Digital Audio Disc) è un DVD di tipo "universale"
(quindi leggibile da qualsiasi lettore DVD) dove la musica è registrata
in formato 24bit / 96KHz. L'altro formato più recente, HDAD (Hybrid DVD
Audio Disc), arriva sino ai 24/192, utilizzando lo standard DVD-Audio. Richiede
un quindi lettore DVD che supporta anche il DVD-Audio (non tutti). Per
consentire di ascoltare il disco anche su lettori non multiformato e
quindi non DVD-Audio, o su PC (i software di lettura comuni, tipo WinDVD o
il lettore DVD standard del Mac, non lo supportano) il dischetto è a
doppia faccia, e sull'altro lato è in formato DVD universale a 24/96.Se il
lettore DVD è collegato a un monitor TV viene mostrato un semplice menu
con i titoli dei brani da selezionare. Nente frizzi tipo DVD-Audio,
interviste, videoclip, contenuti extra e simili (dei quali nessuno sente
la mancanza).
Come si sente?
Io ho provato un album a confronto in formato HDAD 24/192 e
CD. La scelta di titoli non è molto estesa e non tutti i titoli di
Classic Records sono facilmente reperibili anche su CD. Però qualcosa
c'è, ad esempio il classico di John Coltrane "Blue Train",
registrato nel 1957 (ovviamente su nastro analogico di tipo professionale)
dal famoso ingegnere del suono Rudy Van Gelder per la etichetta Blue Note.
Uno di quei dischi da sempre citati come esempio di corretta ripresa del
suono.
La versione in alta definizione è stata realizzata dalla
Classic Records a partire dal master originale (presumibilmente un nastro
da mezzo pollice a due piste) campionato in digitale a 24/192,
quindi alla massima qualità oggi possibile, con una gamma dinamica dichiarata
di 144 dB, quindi superiore a quella del nastro originale. La cui qualità
del suono dovrebbe essere quindi totalmente preservata, per cui il
marketing CR utilizza la
sigla MTS (Master Tape Sound).Come nel test precedente
(Diana Krall) ho messo i due dischi in due lettori diversi (un CD e un DVD
multiformato) e ho switchato tra l'uno e l'altro alla ricerca delle
differenze.
Dico subito che, grazie al cielo, non sono così evidenti.
Per fortuna, se no dovremmo gettare le nostre preziose collezioni di
CD e ricominciare da capo.
Nell'ascolto con il mio impianto (vedi il post precedente)
in entrambi i formati la timbrica degli strumenti risulta corretta e molto
simile. Quello che si nota però è una collocazione più netta e anche più
ampia degli strumenti. La batteria nel primo brano nel CD sembra in zona
semi centrale, molto vicina al pianoforte, mentre nel HDAD si posiziona
sulla destra, ben lontana dal sax al lato opposto. Un effetto piuttosto
evidente e anche apparentemente più naturale e probabilmente più vicina al
master (anche se non è riportata sui dischi la posizione degli strumenti,
presumo che Van Gelder li abbia posizionati ben scalati su tutto il fronte
sonoro).
Per un approfondimento ho anche ascoltato tutti i brani con
una cuffia elettrostatica Stax. Con questo componente, come noto superiore
come fedeltà a pressochè ogni sistema diffusore / casse di prezzo terreno,
si sente qualche altra differenza. Non tanto nella timbrica, e neanche nei
leggeri effetti di eco attorno al trombone e alla tromba, che sono
preservati, quanto nella separazione tra i vari strumenti, che risultano
più facilmente (e "naturalmente") distinti tra loro e
posizionati, ancora una volta, su un fronte sonoro più ampio, a conferma della
impressione avuta con l'impianto aperto. Sembra anche leggermente più
netta e precisa la resa del contrabbasso. E nessun segno di fatica
d'ascolto anche sugli alti (piatti della batteria in particolare).
Da notare che le prove a confronto erano rese meno semplici
rispetto al test del DVD-Audio versus CD dal fatto che questa volta
il livello sonoro più basso era quello dell'HDAD. Quindi non era possibile
sul mio impianto livellare le uscite e c'era quindi un tendenziale
sbilanciamento a favore del CD, che suonava a volume più alto.
Nessun problema comunque a indicare se si stava ascoltando
il CD oppure lo HDAD in alta definizione, e nessun dubbio su cosa poi si sceglie
di continuare ad ascoltare: la versione in HDAD.
Insomma la differenza c'è e si sente.
E a 96 KHz si perde
qualcosa?
Ovviamente ho provato ad ascoltare a confronto, in questo
caso in sequenza, le due versioni sui due lati dell'album. Dico subito
che la differenza non si sente proprio, come da altri notato,
almeno, non è alla portata del mio apparato uditivo. Bisognerebbe
vedere anche le prestazioni reali dell'Oppo a 192KHz, ma mi sento di affermare
che, anche se i 192KHz danno la piacevole sensazione psicologica di avere
il massimo, i 96KHz sono già sufficienti. Magari le case discografiche
arrivassero almeno sin qui.
Un altro ascolto
Ho provato anche un altro album del catalogo CR, in questo
caso un DAD 24/96. Si trattava di un altro classico tra gli album audiophile,
la registrazione della reunion dei Weavers alla Carnegie Hall di New York
nel lontano 1963 (ed era già una celebrazione dei primi 15 anni del primo
gruppo folk moderno!). A dispetto dell'età della registrazione e del fatto
che fosse dal vivo è un master celebrato per la grande naturalezza (set
tutto acustico) e già pubblicato più volte su vinile da mezzo chilo o giù
di lì.
Non ho però in questo caso nè la versione su vinile né su CD
e quindi mi sono limitato ad ascoltare, sia in campo aperto sia in cuffia,
l'impasto delle voci di Pete Seeger, Lee Hays e degli altri Weavers, la
nettezza delle chitarre e dei cori con il loro perfetto impasto di voci, e
l'eccellente effetto stereo nella ricreazione del fronte sonoro.
Un ascolto molto piacevole.
Ma quanto costano?
Meno del CD. Ebbene sì, nonostante un costo di spedizione
non certo economico (8 $) grazie al nostro caro Euro forte il HDAD viene
a costare intorno ai 20 € (20 $ in USA + spese di trasporto) e il
DAD addirittura 15 € (15 $ in USA, sempre escluse le spese di trasporto).
Peccato che il catalogo sia piuttosto ridotto (quasi tutta
musica classica, di orchestre e interpreti non sempre notissimi).
E peccato che le case discografiche non facciano questa
semplice considerazione che il successore del CD esiste già e che
forse provare a venderlo potrebbe essere una soluzione ai loro lamenti
sul mercato in perenne contrazione.
0 commenti:
Posta un commento
Sono stati segnalati occasionali problemi nell'inserimento dei commento con account Google con alcuni browser e impostazioni di protezione. In questo caso inserire il commento come "anonimo". Grazie