Love Scenes di Diana Krall, un disco eccellente della cantante canadese accompagnata solo dal contrabbasso acustico del virtuoso Christian McBride e dalla chitarra semi-acustica di Russel Malone, oltre ovviamente al piano della stessa Krall, pubblicato in entrambi i formati, può essere un buon test.
Cominciamo a confrontare le confezioni e il contenuto, solo a livello di curiosità, ormai, essendo il formato DVD-Audio sulla via dell'abbandono senza essere mai arrivato al grande pubblico (e neanche a quello medio).
Il CD in questo caso era al suo meglio, in formato digipack (cartonato) e con ricco libretto interno con foto, testi e commenti vari.
Il CD in questo caso era al suo meglio, in formato digipack (cartonato) e con ricco libretto interno con foto, testi e commenti vari.
Il DVD-Audio è invece in una specie di jewel-box di dimensioni intermedie tra quelle dei DVD per film e quello dei CD, più elegante (angoli arrotondati, come i jewel-box ultima generazione usati spesso in edizioni UK) e con lo stesso libretto interno leggermente più grande. Una confezione comunque piuttosto attraente, che da' una sensazione di valore all'oggetto, superiore comunque a quelle dei SACD, che di solito sono del tutto simili a quelle dei CD, in spregio a qualsiasi regola di base del marketing.
Il DVD-Audio contiene le canzoni in due formati, stereo e multicanale, assieme ad alcuni contenuti video (intervista alla cantante e pianista) visibili su un monitor TV collegato al lettore, dove è visualizzato anche il menu stile DVD. Per ascoltare la musica comunque lo schermo TV non è strettamente indispensabile e bastano il telecomando o i comandi frontali del lettore.
Il contenuto in formato stereo è digitalizzato a 24/bit - 96KHz, quindi non al massimo teorico del DVD-Audio (192 KHz). Il disco era stato registrato nel 2003 a quanto si capisce direttamente in digitale, con apparecchiatura a 20bit e frequenza non dichiarata (presumibilmente 48KHz, ma forse già a 96KHz) e poi portata a 96/24 con un remastering. L'alta definizione non è quindi al suo massimo teorico ma è già sufficiente per consentire un vantaggio apprezzabile sul 44,1/16 del CD.
Il contenuto in formato stereo è digitalizzato a 24/bit - 96KHz, quindi non al massimo teorico del DVD-Audio (192 KHz). Il disco era stato registrato nel 2003 a quanto si capisce direttamente in digitale, con apparecchiatura a 20bit e frequenza non dichiarata (presumibilmente 48KHz, ma forse già a 96KHz) e poi portata a 96/24 con un remastering. L'alta definizione non è quindi al suo massimo teorico ma è già sufficiente per consentire un vantaggio apprezzabile sul 44,1/16 del CD.
La prova è stata effettuata con due lettori diversi, come si anticipava. Per il CD un lettore di fascia alta e di ultima generazione, un Audio Analogue Paganini 24/192, che quindi riporta preventivamente il campionamento CD al livello superiore del suo convertitore (DAC) interno (come altri lettori CD recenti). Per il DVD-Audio è stato invece usato un lettore multiformato ben noto e apprezzato, l'Oppo DV980H, di livello teoricamente inferiore, ma noto per la sezione di conversione che assicura un eccellente rapporto qualità/prezzo.
L'amplificatore era un Fase Evoluzione Audio e i diffusori due classiche Kef 103/4 da pavimento. Da aggiungere che il Paganini era collegato con un cavo di alta qualità in argento (cioè, non proprio di argento pieno, ovviamente) mentre l'Oppo con un cavo di buona qualità ma di tipo standard e, ovviamente, sono state usate le tracce stereo del DVD-A.
Allora, la differenza si sente?
Come sempre in questi casi non si avvertono stravolgimenti clamorosi (ci mancherebbe altro) ma, sì, la differenza c'è. Sul contrabbasso e la chitarra acustica il confronto non mostra differenze che catturano l'attenzione, e ancor meno il pianoforte; la prima cosa che si nota, dopo aver attentamente calibrato i livelli (cosa possibile perché l'Oppo include il controllo di volume) è la ricostruzione della scena sonora.
Sul DVD è più precisa e la voce della Krall sembra provenire da una posizione più alta, più naturale.
Non so come sia stata effettuata la registrazione originale e a che altezza abbia collocato la voce l'ingegnere del suono Al Schmitt, ma è presumibile che, essendo lei anche impegnata al pianoforte, fosse in una posizione seduta ma leggermente rialzata. Ed era lì che sembrava essere, rispetto alla posizione di ascolto (anch'essa da seduto, ovviamente). Anche il contrabbasso sembrava più stabilmente posizionato su un lato del pianoforte. Non che sul CD la scena sonora non ci fosse, sia chiaro, ma usciva fuori più netta sul formato ad alta definizione, prestando attenzione e dando tempo al tempo. Come per altro ci si aspetta.
La differenza più avvertibile è però sulla voce, più fluida, più naturale, in una parola più piacevole. Ho subito fatto attenzione alle "esse" per vedere se con l'alta definizione il classico accenno al sibilo ci fosse ancora e, sì, c'è ancora. Bisogna vedere se però c'era anche nel master originale o ... nella realtà. Infatti non poche persone, magari perché di origine emiliana (come me) lo producono naturalmente ...
In ogni caso anche su questo difficile fonema una differenza si avverte, anche in questo caso passa via meno avvertibile, per usare la terminologia tipica dei recensori delle riviste di alta fedeltà, "più naturale, più musicale".
Il test decisivo l'ho però fatto effettuare da una persona non coinvolta in diatribe sui formati e sulla tecnologia, non influenzabile da aspettative particolari, ma con un orecchio musicale superiore, vale a dire da una donna, nello specifico mia moglie. Che ha sentenziato dopo meno di un minuto di ascolto che la sua preferenza andava nettamente al DVD-Audio, proprio perché la voce era più naturale, addirittura meno aspra. Ovviamente era un test alla cieca ma, in ogni caso la cosa non avrebbe avuto influenza.
Sarà un test significativo? Con un lettore CD di ancora maggiore qualità si poteva diminuire la differenza? Non saprei, ma certo è sul lato DVD-Audio che si può teoricamente salire molto di più di qualità, soprattutto sulla parte analogica, che nell'Oppo è realizzata con componenti standard. Oltre che sul lato software con registrazioni ancora più recenti e già native a 24 bit e 192 KHz.
Quindi mi sento di concludere che ha ragione chi, come il DT di Audio Review Montanucci, esprime il suo rimpianto per l'occasione persa con questi formati ad alta definizione, dissennatamente gettata al vento dalla assurda rivalità dei costruttori di hardware e dalle paure della industria discografica, ossessionata dalle copie su PC, e che già vedeva milioni di DVD-Audio inesorabilmente copiati sui PC e distribuiti in rete con eMule e BitTorrent.
Ma se è una occasione persa per la industria discografica e per quella dell'hardware, non lo è per gli appassionati che, grazie alla rete, possono comunque acquisire contenuti in alta definizione dalle varie fonti che abbiamo già commentate e sulle quali torneremo.
Resta da dire qualcosa sul DVD-Audio e sul Super Audio CD in ambiente PC, ma lascio questo argomento ad un prossimo post. Assieme, ma qui è necessario un poco più di tempo, all'approfondimento su come si porta la musica digitale HD da Internet al nostro impiano Hi-Fi.
Nelle foto seguenti il digi-pack del CD aperto e come si presenta il DVD-Audio aperto e chiuso.
Un chiarimento sulla necessità di avere un monitor TV collegato al lettore per utilizzare il DVD Audio. Può essere utile / comodo nel caso (comune) di contenuti musicali in due formati (stereo e multicanale), anche perché solitamente il formato stereo (quello che ci interessa) è il secondo. La selezione però si può fare normalmente con il selettore joystick del telecomando anche senza accendere il monitor. Se il lettore non è collegato al monitor bisogna vedere quali informazioni sono visualizzate sul display di quel modello. Per sapere l'ordine dei due formati potrebbe essere necessario ricorrere al monitor TV, perché non è detto che sia specificato sulla copertina.
RispondiElimina"...la voce della Krall sembra provenire da una posizione più alta, più naturale.
RispondiEliminaNon so come sia stata effettuata la registrazione originale e a che altezza abbia collocato la voce l'ingegnere del suono Al Schmitt, ma è presumibile che, essendo lei anche impegnata al pianoforte, fosse in una posizione seduta ma leggermente rialzata. Ed era lì che sembrava essere..."
Un appassionato di hi-fi si può autoconvincere di qualsiasi cosa, anche della posizione in altezza di uno strumento/voce.
Non esiste nessuna tecnica di registrazione che permetta di piazzare uno strumento più o meno in alto nel panorama sonoro.
Dal sito The Soundmaster "La tecnica stereofonica ha lo scopo di ricostruire, nella percezione dell'ascoltatore, l'esatta distribuzione nello spazio delle sorgenti che contribuiscono a creare un evento sonoro. La consueta riproduzione monofonica del suono per mezzo di un altoparlante si può definire come avente dimensione spaziale zero, in quanto la sorgente sonora è puntiforme. Compito della stereofonia è di fornire le coordinate spaziali dell'immagine sonora (larghezza, altezza e profondità)" (ma la stessa definizione poteva essere ripresa da molti altri).
EliminaPenso che se hai avuto l'occasione di ascoltare impianti stereo di qualità avrai potuto notare le differenze nella ricostruzione dell'immagine spaziale, anche in altezza.
Quindi perché questa polemica e l'inutile sarcasmo che la pervade?
Lo scopo del post era unicamente documentare una verifica sulla effettiva differenza di ascolto tra un supporto a definizione standard ed uno ad alta definizione. Un semplice test che, se vuoi, puoi fare anche tu.
Polemica e sarcasmo, boh, se lo dici tu... non era mia intenzione.
RispondiEliminaAl limite ironia, ma capisco che tra ironia e sarcasmo il confine è sottile e di solito passa nelle orecchie di chi ascolta.
Qualunque cosa dica il sito The Soundmaster, la tecnica stereofonica prevede la registrazione su due canali (L e R), la profondità può essere resa dal volume relativo o dall'uso di diversi riverberi su alcuni strumenti.
Regolazioni in altezza del suono non ne esistono, punto. Se sei mai stato in uno studio di registrazione dovresti sapere che questa è una cosa davvero fuori discussione.
Sono contento di leggere che non c'è nessuna tua intenzione di dare il via a quelle diatribe tra opposte visioni ideologiche che animano a volte i forum dedicati all'hi-fi.
EliminaPero' una risposta a livello di chiarimento devo pur darla. In una registrazione (di musica acustica, ovviamente) oltre al mixer ci sono anche i microfoni, che possono essere posizionati da due a molti con una grande varietà di tecniche diverse, per cercare di catturare al meglio la posizione degli strumenti nello spazio e le riflessioni nell'ambiente, e poter riprodurre l'evento sonoro con "alta fedeltà", che è sempre un'approssimazione dell'evento originale ma a volte, se l'impianto è valido, è anche piuttosto vicina alla realtà da essere appagante. E' proprio nella capacità di ricreare la impressione della profondità e dello sviluppo in altezza che si riesce a distinguere un impianto di qualità.
Scusami se insisto, non esiste nessuna tecnica di registrazione al mondo che possa rendere la posizione in altezza degli strumenti, punto.
RispondiEliminaI microfoni sono collegati a un mixer che alla fine della catena ha un'uscita stereofonica, altre informazioni oltre a destra/sinistra e vicino/lontano non c'è modo nè di registrarle nè di riprodurle.
Scusami anche tu, ma quindi a quale altezza sarebbero posizionati gli strumenti nella immagine stereo? Tutti sullo stesso piano in orizzontale? Anche se erano in origine a diverse altezze? Supponiamo che dobbiamo registrare una orchestra classica, avrai assistito ad un concerto, immagino, e notato che i violini sono alla stessa altezza del direttore d'orchestra, poco più in altro della platea, di solito, e invece i fiati sono su scranni più elevati. Quando siamo nella sala da concerto percepiamo che il suono delle trombe o dei corni arriva da più in alto, anche se siamo ad occhi chiusi. Oppure immagina una chiesa con un coro gregoriano posizionato in alto sulla balaustra sopra l'altare, e la orchestra o l'organo in basso. A casa invece, in un impianto stereo, sentiremmo invece a due dimensioni?
EliminaLa registrazione stereo, se è fatta bene e i microfoni sono posizionati in modo da catturare le riflessioni in ambiente, e se l'impianto è in grado di riprodurle in modo simile ed è posizionasto correttamente in un ambiente adeguato, si può raggiungere una ricostruzione dell'immagine spaziale tridimensionale, come puoi leggere in qualsiasi descrizione di questa tecnica. Certo non è facile raggiungere una effettiva fedeltà all'evento originale in un ambiente diverso, e per questo è stata introdotta ormai molti anni fa la tecnica multi canale che consente di controllare anche le riflessioni. Anche se qualcuno, e in particolare la ben nota rivista online TNT-Audio, contesta questa esigenza sostenendo che la tecnologia stereo, se ben utilizzata, è già sufficiente per la ricostruzione spaziale (campagna Real Stereo).
Mettimi pure un link a qualche descrizione della tecnica di registrazione stereo che spieghi come sia possibile ricostruire un'immagine tridimensionale.
RispondiEliminaRegistro musica su multitraccia da 25 anni e non mi sono mai accorto di questa possibilità, nè in sala prove nè in studio di registrazione: probabilmente mi sono perso qualcosa.
In un impianto stereo sentiamo a due dimensioni?
Per quanto ne so io, sì. Lo implica la parola stessa.
Il suono può essere posizionato ("pan-pot") da sinistra a destra, e tramite qualche "trucco" (volume e riverbero) vicino e lontano.
Alto e basso, mi sfugge completamente come sia possibile farlo tecnicamente.
Ti devo una risposta su questa questione della musica orizzontale che ti interessa tanto.
EliminaPer prima cosa fissiamo un paio di punti per verificare se parliamo la stessa lingua.
1) In una sala da concerto (e in generale) se uno strumento suona a un'altezza e un altro più in basso il nostro sistema uditivo percepisce anche ad occhi chiusi che siano a due altezze diverse. Siamo d'accordo?
2) Se registriamo i due strumenti con due microfoni e li riproducevano in casa con due diffusori uno posto in alto ed uno più in basso, anche in casa li percepiamo a due altezze diverse. Siamo ancora d'accordo?
Ora la stereofonia secondo tutte le descrizioni (Wikipedia EN, TNT-Audio, lezioni di scuolasuono, le prime che ho trovato) è definito come un sistema in grado di ricostruire, grazie alla collaborazione dell'hw e sw del nostro raffinato sistema uditivo, una immagine spaziale tridimensionale, cioè, evidentemente, anche in altezza.
Naturalmente si tratta di una percezione soggettiva che si ottiene grazie alla distribuzione dei suoni emessi dai due altoparlanti nella stanza e alle riflessioni nelle pareti, che fa sì che i suoni provengano apparentemente anche al di fuori degli altoparlanti. Il più appariscente fenomeno in questo senso è la materializzazione apparente di uno strumento o di una voce al centro, dove diffusori non ce ne sono.
Trattandosi di una percezione soggettiva può essere descritta soltanto dagli interessati, ovvero dagli ascoltatori. Che in generale nel mondo dell'alta fedeltà affermano di poter cogliere anche questo aspetto della riproduzione in impianti correttamente installati, sia in assoluto sia in confronto tra due impianti o due componenti. Non mancano gli scettici che invece sostengono che non si possa o non si riesca a sentire, ma ovviamente non potranno mai essere certi se sono loro a non sentirla o gli altri ad essere suggestionati.
Esistono comunque in commercio dei dischi test progettati proprio per generare un suono che si sposta anche sull'asse verticale e verificare quindi se l'impianto è a punto anche rispetto a questo parametro. Puoi trovare un articolo che descrive questo disco test, chiamato "Listening Environment Diagnostic Recording" o LEDR sul sito della rivista stereophile.com. Tracce analoghe sono inserite in altri dischi test.
Probabilmente rimarrai comunque del tuo parere, ma se ti avessi instillato un minimo dubbio non dovresti fare altro che fare una prova tu stesso presso un negozio di alta fedeltà o nelle lezioni / dimostrazioni sull'hi-fi che vengono fatte periodicamente (per esempio all'auditorium di Roma). A parte i dischi test un buon esempio di spostamento spaziale che potresti utilizzare è la traccia con l'arrivo dell'elicottero in The Wall dei Pink Floyd (The Happiest Days Of Our Lives).
ciao,
RispondiEliminaconcordo con allelimo.
Suggerisco anche ad Alberto una controprova più banale: scambia le casse L con R così quello che sentivi "in alto" lo dovresti sentire "in basso"...
...temo che resterai deluso, ma comunque facci sapere.
(possibilmente la prova sarebbe da fare alla cieca con un collaboratore che ti scambia i canali a tua insaputa)
Prima di proseguire questa interessante discussione, un paio di domande per verificare se parliamo la stessa lingua e utilizziamo lo stesso sistema di riferimento:
Elimina1) Hai mai avuto l'occasione di ascoltare un concerto di musica classica in un auditorium nel classico posizionamento(scusa la domanda banale)?
2) Ascoltando un'orchestra in una sala da concerto ritieni che sia possibile percepire ad occhi chiusi se uno strumento suona in una posizione più elevata (ad esempio i fiati, nel posizionamento tipico) o più in basso (ad esempio gli archi)?
1) si, a livello amatoriale sono stato in tutte le posizioni possibili durante un concerto: pubblico, musicista, luci, mixer, backstage...
RispondiElimina2) si, più in generale il nostro udito ci consente di capire se i vicini di casa che stanno litigando sono quelli del piano di sopra, di sotto o di fianco.
A mio parere, questo non significa che un impianto stereo (2.0) riesca a darci la sensazione che un rumore arrivi dal soffitto o dal pavimento della stanza. Neanche un surround 5.1 o 7.1 ci riesce.
Spero di essere riuscito a spiegarti la prova da fare: la voce che senti leggermente dall'alto, a scena capovolta dovresti sentirla dal basso, giusto? Prova quindi a scambiare le casse e ripeti la prova con tutti i brani dove ritieni di percepire un posizionamento verticale di un suono.
Bene, quindi siamo d'accordo che noi umani siamo in possesso (come gli animali peraltro) di un sistema uditivo che ci consente di individuare la provenienza dei suoni nelle tre dimensioni. Una capacità fondamentale per la sopravvivenza, almeno sino a un certo punto dell'evoluzione.
EliminaSiamo anche sicuramente che siamo in possesso dello stesso sistema uditivo anche a casa, quando ascoltiamo un evento sonoro di qualsiasi genere registrato e riprodotto.
Quindi possiamo passare alla domanda successiva: vuoi dimostrare che:
1) non esiste alcun sistema di registrazione e riproduzione in grado di riprodurre un evento sonoro mantenendo la collocazione spaziale delle origini del suono presenti nell'evento originale;
2) esiste, non è il sistema stereo e neanche il multicanale (come hai anticipato) ma è un altro sistema, e in questo caso ci farai sapere qual è.
Grazie e alla prossima
La mia risposta è (2).
EliminaSi può seguire la strada che hanno fatto per farci sentire i suoni da dietro e cioè aggiungere altre casse al soffitto e al pavimento.
Più semplicemente, dato che nel 5.1 c'è un canale centrale dedicato ai dialoghi dei film, si può provare a mettere la cassa centrale più in alto o più in basso per vedere se gli attori ci sembrano sopra o sotto di noi.
Apprezzo molto questo blog, aspetto volentieri aggiornamenti sulle prove che ti ho proposto, anche solo per dire che non le ritieni valide:
a) inversione in 2.0 di casse L e R
b) spostamento verticale della cassa centrale in 5.1
Pablox, ti ringrazio per l'apprezzamento, il mondo della musica e delle tecniche per riprodurla non manca mai di fornire spunti di approfondimento interessanti.
EliminaPensavo che citassi la registrazione binaurale. Con questa tecnica e con la testa artificiale (o dummy head) si riescono sicuramente a catturare e registrare quegli elementi fisici del suono che consentono al nostro apparato uditivo di ricostruire mentalmente la loro origine. Su Internet si trovano diversi esempi di registrazioni tridimensionali effettuate con questa tecnica, per verificarne la notevole efficacia (ovviamente con una cuffia).
Con due diffusori in campo aperto e in una stanza con tutte le riflessioni le cose sono parecchio più complicate, anche se si possono realizzare effetti 3D con varie tecniche (vedi Wikipedia inglese per qualche sintetico esempio).
Riguardo al test che proponi non penso proprio che nel caso che ho citato cambierebbe qualcosa, perché la voce era al centro. In ogni caso questi spostamenti di altezza apparente della voce sono udibili per mia esperienza con impianti di qualità (parlo sempre di differenze tra ascolti in configurazioni diverse) e possono derivare dalla catena come dalla registrazione (secondo alcuni essenzialmente dalla catena). Questo non significa che l'una o l'altra situazione sia quella più "fedele" perché bisognerebbe avere informazioni sulla registrazione che normalmente non si hanno (come cercavo di spiegare nel post). Si tratta comunque di un tema, quello della tridimensionalità dello stereo, molto dibattuto, a quanto ho visto, e che ho intenzione di approfondire al di la' di quello che si può fare in commenti. Mantenendo però ben fermo il principio che un impianto serve per ascoltare la musica con soddisfazione e non per ascoltare l'impianto stesso alla ricerca dei suoi limiti.
Dunque: ho letto del LEDR, roba forte.
RispondiEliminaCon una tecnica del tutto esoterica vengono registrati APPOSITAMENTE degli spostamenti alto-basso del suono, che però sono difficili da sentire per una serie di ragioni (diversità delle proprie orecchie dal modello di riferimento (?) usato per la registrazione, oppure non perfetta taratura del proprio impianto, o non sufficiente qualità dello stesso) che sono l'epitome della patafisica.
Ovvero, il LEDR dimostra quello che sto dicendo dall'inizio: i sistemi stereo NON POSSONO riprodurre la posizione verticale del suono, punto.
Se a te fa piacere credere il contrario, per me va bene lo stesso.
La prova d'ascolto con "The Wall" dei Pink Floyd, uno dei dischi che meno mi piacciono al mondo, grazie no.
Oltretutto, mi sfugge la valenza musicale del suono dell'elicottero... :)
Questa cosa della riproduzione della spazialità verticale tramite due altoparlanti posti uno a destra e l'altro a sinistra NON mi interessa tanto, anzi: è una cosa assolutamente secondaria.
Che dimostra però pienamente il fatto che, volendo farlo, si può credere a qualsiasi cosa, al di là di ogni dimostrazione razionale della sua impossibilità tecnica.
Come ho già detto qui sopra, per me va bene lo stesso.
Anche per me va bene lo stesso. Rimani della tua idea che la riproduzione stereo è a due dimensioni e amici come prima.
RispondiEliminaNon è un'idea, è un dato di fatto: qualsiasi tecnica microfonica tu usi per registrare in stereofonia divide il segnale tra destra e sinistra.
RispondiEliminaNon esiste nessuna manopolina su nessun mixer per piazzare un segnale in alto o in basso.
Mi sembra che tu non abbia ancora fornito nessuna prova concreta del contrario.
Al contrario, ho provato a fornire diversi argomenti e riferimenti, a porre domande e proporre test, però senza alcun riscontro.
RispondiEliminaAlberto, va bene così.
RispondiEliminaCon una cassa a destra e una a sinistra è assolutamente possibile riprodurre la posizione in altezza delle diverse sorgenti sonore, scemo io a non capirlo prima.
Perchè? Direi piuttosto scettico. E molto fiducioso nella prove teoriche piuttosto che nelle prove pratiche.
EliminaEsatto.
EliminaScettico io a fidarmi di soli trent'anni passati a registrare musica, quando la pratica dimostra senza ombra di dubbio quello che dici tu.
:)