lunedì 9 luglio 2012

ALAC versus FLAC

L'uscita progressiva della musica liquida dal recinto ristretto e low-fi del suono compresso, dei lettori portatili e degli auricolari, per approdare finalmente al suono in alta fedeltà, è strettamente collegata alla affermazione come nuovo formato standard del FLAC, Free Lossless Audio Code, lo standard di compressione senza perdita, lossless, open source.

Ci siamo occupati già diverso tempo fa di questo standard di compressione e delle caratteristiche che hanno consentito la sua affermazione, ma ora sta emergendo una alternativa.

Il FLAC ha in effetti un limite, pur se non intrinseco, che dipende dalla scelta della principale industria che opera nel settore (e ormai dell'intero IT) la Apple, di non includere questo popolare formato tra quelli supportati, e di proporre in alternativa un proprio formato, proprietario già dal nome, ALAC, o Apple Lossless Audio Code. Con scarso esito sino a novembre scorso, perché ben pochi siti di download proponevano questo formato (neanche quello della Apple, peraltro) e la carenza di convertitori ostacolava l'unificazione su questo formato.

Da novembre 2011 però la Apple ha deciso di rendere pubbliche le API che consentono di scrivere convertitori da altri formati ad ALAC, e di conseguenza questo formato è diventato una valida alternativa, forse preferibile per flessibilità e praticità. Come vediamo nel resto del post, che ovviamente è consigliato solo a chi riesce a sopportare la gabbia di un ambiente proprietario. Gli altri possono anche chiudere qui ...

Un unico formato per tutti gli usi
Abbiamo un album in qualità CD o definizione standard (SD) o addirittura in alta definizione (HD), di un artista che apprezziamo e seguiamo, e lo abbiamo acquisito in formato liquido, abbiamo quindi una cartella di file musicali. Possiamo ascoltarlo in molti modi, con la tecnologia attuale: dal nostro sistema hi-fi con un network player o un PC che si connette via rete all'hard disk che contiene i file, da una device mobile sulla quale abbiamo scaricato gli stessi file, oppure da una device mobile che accede agli stessi contenuti musicali trasmessi in un'area di rete, sul cloud, secondo la definizione attuale.

Se le device mobili sono quelle di casa Apple, le prime e più diffuse, quindi iPhone o iPad, e la modalità di trasferimento della libreria musicale e' quella di Apple, ovvero iTunes Match (peraltro l'unica disponibile in Italia) scegliere FLAC come il formato di archiviazione comporta la necessita' di utilizzare un formato compatibile con il mondo Apple, che poteva essere solo un formato non compresso, WAV standard o AIFF di Apple. Con le dimensioni dei dischi attuali e con le velocità di rete disponibili non e' in teoria un grande problema. In teoria, perché una libreria e file musicali più leggeri sono una grande comodità nell'uso pratico, a cui e' difficile rinunciare.

Tutto in ALAC
Ora e' possibile una alternativa: convertire tutto in ALAC. Vediamo nei dettagli come funzionerebbe una libreria musicale multi-uso, una volta scelta questa strada.

Prima di tutto sarà consigliabile selezionare questo formato, quando disponibile, sui siti di download dove acquistare la musica. Come ad esempio sul sito della casa discografica Hyperion.
In tutti gli altri casi sarà necessario passare per una conversione dal formato originale, che sarà spesso il diffuso FLAC. Alle tecniche di conversione dedicherò un prossimo post, per ora anticipo solo che lo strumento giusto e preferibile e', ancora una volta, proprio Foobar2000.

Il secondo passo sarà quindi la organizzazione dell'archivio fisico nel quale generare i file convertiti, per esempio raggruppando le cartelle per genere o per artista.

Per collegare iTunes alla libreria fisica si utilizzerà il comando "aggiungi cartella" e una volta completata questa fase tutte le funzioni elencate prima saranno disponibili esattamente come se i file fossero nello standard per iTunes, vale a dire AAC, mentre ora l'ascolto non sarà più in formato compresso ma, al minimo, in SD.

In ambiente Mac non sarà necessario nulla di più anche per gestire e ascoltare materiale in HD, tranne forse un player specializzato per questo uso, come Fidelia.

In ambiente Windows invece, come sappiamo, iTunes e' limitato ancora a 16/44.1 e quindi occorrerà ancora fare ricorso al nostro preferito media player, il già citato Foobar2000.
La stessa libreria fisica può essere vista da due o più media player e quindi la funzionalità complessiva sarà salvaguardata, con appena un po' di complessità in più.


Il terzo passo in ambiente Windows sarà quindi la configurazione dei due media player sulle stesse cartelle sul disco fisso o sullo storage server che contengono i file audio in formato ALAC. In Foobar2000 e in iTunes. L'ascolto in alta definizione si effettuerà da PC tramite Foobar2000, mentre iTunes sarà usato solo per gestire la libreria musicale su cloud (sincronizzare le librerie, sistemare le immagini e i metadati, e così via), a beneficio delle altre device mobili o fisse che la condividono. Se però nella libreria non è presente musica in alta definizione e se non si pensa di passare a questo formato ancora per un po' iTunes può anche essere l'unico media player anche in questo ambiente operativo.


Nella figura seguente è schematizzata questa organizzazione con due media player, per ambiente Windows.


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In alternativa per il caricamento dei CD si potrà utilizzare la funzione prevista in iTunes, avendo cura di selezionare preventivamente "apple lossless" come modalità di importazione, e il controllo di errori opzionale, come mostrato nella immagine seguente. Sarà poi Foobar2000 in questa seconda modalità a dover vedere i file lossless Alac nella libreria iTunes. La loro collocazione si potrà visualizzare facilmente tra le opzioni di iTunes. Il caricamento sarà più veloce (ca. 4-5' per album) ma si rinuncia in questo modo al controllo in fase di ripping con Accuraterip. A mio parere è preferibile il primo sistema ma cito anche questo, appena più semplice, per completezza.


5 commenti:

  1. Anonimo7/1/13

    Spesso condivido quanto scrivi sù questo blog, ma in questo caso non capisco proprio il messaggio di fondo. Cioè si dovrebbe preferire il formato ALAC al formato FLAC solo perchè l'ITunes di Apple non supporta il FLAC? E che problema c'è? Sù PC utilizziamo Foobar2000 e sù MAC si possono utilizzare player alternativi ad ITunes come Fidelia o Amarra.

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    1. Il fatto è che non c'è nessun messaggio di fondo. Questo è un blog che non sostiene alcuna tendenza o visione dell'hi-fi ma vuole documentare quello che la tecnologia mette a disposizione man mano per ascoltare la musica con la maggiore qualità e comodità. Come scrivevo nel post si tratta solo di una alternativa, da non molto disponibile, che può essere più comoda per chi vuole utilizzare una stessa interfaccia e uno stesso media player su varie device.
      Inoltre, diversi negozi online consentono ora il download direttamente su ALAC (oltre a Hyperion citato, da quest'anno anche HDtracks) diminuendo ancor di più le necessità di conversione.
      Dopodiché, ognuno sceglierà tra le varie alternative quella che preferisce, in questo caso, per di più, potrà anche sperimentarne diverse senza spendere nulla.

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  2. Anonimo8/1/13

    Io vorrei solo che un formato non avesse la meglio sull'altro. O per meglio dire, che ALAC non avesse la meglio sù FLAC, visto lo strapotere della Apple. E non lo dico perchè sono un fan di Windows, anzi penso che i Mac utilizzando un solo driver per tutto l'audio (il Core Audio), siano anche più congeniali per la riproduzione musicale, ed anche per la produzione musicale, basta vedere nei studi di registrazione che nove volte sù dieci hanno un Mac. Però dico solo che mi piacerebbe che entrambi i formati continuassero ad esistere e che possa essere poi l'utente a decidere quale utilizzare, secondo le proprie esigenze. Ma forse andrà proprio cosi e sono io che mi faccio troppe paranoie... :-)

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  3. Anonimo9/1/13

    Cortesemente, mi toglieresti una curiosità tecnica....sò di persone che convertono dei loro vinili (di recente pubblicazione) in file FLAC 24bit/96khz. Ma non è una cosa senza alcun senso visto che la base di partenza (un vinile) dovrebbe essere a 16bit/44.1khz?

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    1. Il sistema di registrazione usato per il vinile (microsolco) è analogico e quindi non si può classificare in termini di frequenza di campionamento (44.1KHz) e ampiezza del campione (16 bit). Per trasferire un LP in digitale occorre fare appunto un campionamento del segnale musicale "estratto" dal vinile e quindi teoricamente più ampia è la dimensione del campione e più estesa la frequenza di campionamento più vicino all'originale sarà il trasferimento (esiste tutta una letteratura su questi aspetti che volutamente ometto qui per brevità). Poiché i convertitori analogico / digitali anche non professionali disponibili attualmente consentono di raggiungere appunto i 24/96 è logico che sia utilizzata questa risoluzione, che è di solito la migliore possibile. Non basta però questo aspetto per raggiungere i risultati ottimali, il trasferimento in digitale è una operazione che deve essere eseguita con attenzione per garantire la massima qualità. Forse hai visto da qualche parte parlare di equivalenza di un vinile medio con un CD standard a 16/44.1 ma secondo me è un concetto che lascia il tempo che trova.

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