mercoledì 28 marzo 2018

La pulizia dei dischi in vinile

Un problema sconosciuto a chi è passato al digitale dematerializzato (o musica liquida) e anche a chi rimane con i CD. Uno dei motivi della iniziale fortuna del CD, peraltro. Ma abbastanza sconosciuto anche per chi mantiene i vinili con ragionevole cura.
Per me ad esempio si pone solo nel caso di vinili ritrovati da amici o parenti che me li offrono perché magari non hanno un giradischi, o di dischi veramente rari trovati casualmente in qualche mercatino. Per i vinili che ho comprato io, anche se magari hanno 30 anni basta la normale spazzola con fibre di carbonio tipo record brush o simili. Lo stesso vale per i vinili che compro su eBay, che sono sempre di classica ben tenuti, ascoltati poco o in qualche caso apparentemente mai. Ma in generale su eBay la classificazione dello stato del disco e' veritiera e quindi basta acquistare solo near mint o very good++

Quando c'è bisogno di una pulizia incisiva
Premessa: chi si ostina ad utilizzare ed ascoltare i vinili, riconoscendo in essi un particolare ed esclusivo anche se indefinibile fascino del suono (come me), sa che qualche occasionale disturbo può capitare di doverlo ascoltare, ed è in grado di sopportarlo, se è limitato. L'esigenza di pulizia è limitata quindi, a parte l'esigenza di una costante manutenzione (ovvero: evitare che si raccolga troppa polvere) ai casi difficili ma recuperabili.


Quando NON E' recuperabile
I casi non recuperabili sono quelli di vinili graffiati o con fruscio. I graffi si vedono facilmente ad occhio nudo, e comunque sono evidenti anche all'ascolto, sono il toc che si ripete a intervalli regolari, ad ogni giro del disco. Deriva ovviamente da una passata di puntina per braccio caduto sul disco o da altre "effrazioni" al sacro disco nero. Il fruscio invece si riconosce solo all'ascolto. È un disturbo continuo che incide anche sulla qualità del suono, che sembra distorto. Deriva dal passaggio del vinile su un giradischi non ben tarato o con puntina rovinata o, peggio, su uno dei proto giradischi con puntina piezolettrica, responsabili della irrimediabile distruzione di tanti vinili dell'epoca d'oro.
Per un disco frusciato non si può fare nulla, può servire solo come oggetto d'arredamento. Un disco graffiato, ma solo se il contenuto è veramente raro, può essere recuperato digitalizzandolo ed eliminando gli effetti del graffio con un editor audio come Audacity e una buona dose di pazienza.

Un vero peccato: una copia di In The Wake Of Poseidon dei King Crimson
rimasta per 20 anni in uno scatolone in un box, in ottime condizioni generalie ma,
prima di finire nello scatolone, forse un passaggio maldestro, e questo bel graffio su una facciata
Quando e' recuperabile
L'altro disturbo udibile sono i crich-crack (li chiamavamo così) a periodicità variabile; possono avere due cause: polvere annidata nei solchi (che il record brush non riesce a togliere) o cariche elettrostatiche. Nel primo caso (polvere) esiste uno strumento di rimozione relativamente economico e di efficacia dimostrata, che l'appassionato di vinile dovrebbe sempre procurarsi assieme alla spazzola record brush e allo spazzolino per pulire la puntina. Si chiama Nagaoka Rolling e, dopo che per anni è stato fuori produzione, da qualche tempo è di nuovo disponibile su Amazon (potenza del grande ritorno del vinili). Attenzione però: ci sono diverse imitazioni e l'unico efficace è quello nella scatola speciale di plexiglas (e con recensioni) indicato in figura. E che è anche inevitabilmente il più costoso (non è un oggetto economico).

Il vero Nagaoka, distribuito tramite Amazon da un noto negozio online specializzato per il vinile
Non economico, però molto efficace, è un rullo di un materiale speciale che riesce a entrare dentro ai microsolchi e sul quale la polvere si attacca. La comprova si ha dopo la pulizia di un certo numero di LP, quando ci si accorge che non è più appiccicoso e bisogna lavarlo (seguendo attentamente le istruzioni). Dopo il lavaggio torna efficace come prima, anche per anni o decenni come testimonia la prova di Lycio Cadeddu su TNT-Audio cui rimandiamo per altri dettagli.

Le cariche elettrostatiche
Per quest'altro fenomeno sono stati prodotti nel tempo diversi strumenti di usi casalingo. Il record brush dovrebbe fare qualcosa grazie alle setole conduttrici (in fibra di carbonio) ma quasi sempre serve un intervento più radicale. Il più efficace strumento casalingo, secondo quasi unanimi recensioni è la "pistola" Zerostat (anche questa tornata in commercio da poco a seguito del rinascimento vinilico) da usare con una certa attenzione e lontano dal giradischi. Eliminando l'elettricità statica dal disco previene anche l'accumulo di polvere.
Non l'ho mai acquistato e quindi provato perché sono passato invece direttamente all'intervento definitivo, quindi non posso confermarne l'efficacia, ma le opinioni in rete sono convergenti in tal senso.

La macchina lavadischi
Questo è l'intervento definitivo, dopo il lavaggio con una macchina professionale più pulito il vostro disco non diventerà. Ce ne sono diverse, funzionano all'incirca secondo lo stesso principio (lavaggio con liquido e asciugatura), ma sono accomunate dal costo molto elevato e dall'uso quindi riservato tipicamente ai soli negozi specializzati, che chiedono il pagamento per singolo lavaggio, eventualmente accompagnato dalla consegna di una busta di carta protettiva per il 33 giri. Il costo varia tra 1,5 e 3 euro a disco, più eventualmente un tot per la busta (o per la spedizione per i negozi che fanno il lavaggio solo per corrispondenza).

Io ho fatto lavare con la macchina illustrata qui sotto in un noto negozio specializzato di Roma (Elastic Rock, un omaggio penso ai miei amati Nucleus di Ian Carr). Il risultato è stato molto positivo, per dischi recuperati dal box citato prima, dove erano rimasti più di 20 anni (ma ben imballati) e già passati per il Nagaoka il progresso è stato udibile e l'ascolto, a livelli quasi ottimali.
La macchina lavadischi del negozio Elastic Rock che ho (indirettamente) provato.
E' la nota Clearaudio Smart Matrix, una delle migliori.
Essendo pochi i dischi da trattare questa soluzione è senz'altro non solo la più efficace ma anche la più conveniente. L'acquisito di una macchina lavadischi può essere giustificato solo da chi deve recuperare una grande quantità di vinili. Se siete in questa invidiabile o non invidiabile situazione (dipende dai punti di vista) esistono alternative più economiche rispetto alla Clearaudio, che credo sia una delle più costose (intorno ai 1.000 €) inclusa una soluzione proposta da Pro-Ject con costo circa la metà ed altre simili.

Conclusione 
Il delicato vinile si conferma molto più resistente e duraturo della sua fama denigrata all'epoca del CD, e ascoltare un disco pazientemente e amorevolmente recuperato che suona splendidamente è sempre emozionante. In minore, può ricordare il recupero di un affresco o di uno strumento musicale storico dalle offese degli anni. Anche se magari bastava comprare il CD o al massimo il trasferimento in HD dello stesso album.

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