All'Auditorium sono riprese anche quest'anno le "Lezioni d'ascolto" curate (almeno le ultime due) dall'importatore del più importante marchio hi-fi per i diffusori (e uno dei più importanti in assoluto), mi riferisco ovviamente alla Bowers & Wilkins. Che è anche partner dell'Auditorium perché ha fornito la sonorizzazione di alcune sale studio. Tra cui quella dello Studio 3 dove sono organizzate per l'appunto queste serate, di cui riferisco alcuni risultati che ritengo interessanti, perché non capita di frequente l'opportunità di ascoltare un impianto di sonorizzazione al massimo livello, che difficilmente potremo avere nella nostra abitazione, ma di impostazione analoga a quello di un impianto casalingo.
Peter Gabriel mostra il suo studio compatto The Shed al congresso della Audio Engineering Association (2007, da Wired) |
Il tutto veniva suonato, nella grande sala perfettamente insonorizzata con pannelli curvi in legno del Trentino, su un impianto con diffusori B&W 800 (il top della casa inglese) tri-amplificati con tre ampli professionali da 600 W e guidati da un pre a due telai della Classé Audio (la casa canadese entrata da qualche anno sotto il controllo della B&W). E cavi top, ovviamente. La sorgente era molto semplice a confronto: un MacBook Air collegato a un DAC USB della HRT (il modello con uscite bilanciate). Un impianto ovviamente molto costoso (molto, nell'ordine dei 100 mila €), analogo a quello usato negli studios Abbey Road di Londra, ma non incompatibile con un ambiente casalingo.
Gli ascolti erano in sequenza e mettevano anche a confronto tre diversi media player, iTunes "nativo", Amarra, il noto media player di fascia alta per Mac, e il gratuito VLC (o VideoLan). Gli ascolti hanno mostrato in modo abbastanza chiaro il miglioramento ottenibile con Amarra anche su file compressi e la validità di un prodotto free come VLC. Foobar2000 era fuori gioco perché l'ambiente informatico era su Mac, altrimenti sarebbe stato un altro ascolto interessante. Da aggiungere che il curatore degli incontri, il simpatico e competente Giancarlo Valletta, responsabile marketing di Audiogamma, ha anche introdotto ogni ascolto con una spiegazione teorica, rapida ma esauriente, sui fondamenti della musica digitale.
Da precisare che gli ascolti non erano in blind test e neanche a commutazione istantanea e quindi fatalmente l'effetto suggestione poteva esserci, ma sarebbe stato probabilmente troppo complesso e dispendioso in termini di tempo un approccio diverso. D'altra parte lo scopo non era scegliere l'impianto, ma avere la possibilità di verificare realmente le sensazioni che può dare un impianto di alta fedeltà stereo perfettamente assemblato e a punto e di avere un aggiornamento sullo stato della musica liquida.
Visto che gli ascolti erano in gran parte di musica rock abbiamo anche potuto sfatare il pregiudizio che le B&W siano casse troppo neutre e asciutte per questo genere. Se opportunamente amplificate riempivano di musica ad altissimo volume, e con bassa distorsione, la grande sala con 50 persone sedute.
Una curiosità l'ascolto a confronto di un cavo di segnale buono e di uno top e costosissimo (oltre 1000 € al metro se ben ricordo), nonostante lo scetticismo generale l'uditorio (anche io e mio fratello, lo ammetto) una differenza l'ha percepita, essenzialmente, per quanto mi riguarda, costituita da un dettaglio superiore. Sfumature, ovviamente, che non saprei se giustificano la spesa e soprattutto se si ripetono in tutte le situazioni.
Lo studio anni '70 di Peter Gabriel |
Il secondo incontro era dedicato al confronto tra vinile e alta definizione, e ne parlerò nel prossimo post.
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