Come ascolta la musica la gente? Non ci sono statistiche che possano rispondere a questa domanda ma un primo dato possiamo dedurlo: sono molto pochi quelli che l’ascoltano in “real stereo” ovvero con due casse acustiche con estensione sufficiente e ben posizionare, nonché pilotate da un front end hi/fi. Lo si deduce dal fatto che questi componenti sono spariti ormai da più di un decennio dai mega-store di elettronica tipo Media World e simili e che i negozi specializzati superstiti sono pochissimi (meno di 5 a Roma).
Non è un acquisto che si può fare su Amazon (anche se qualcosa c’è) e quindi è evidente che la domanda di nuovi impianti è minima, è un settore di nicchia riservato ai pochi che vengono a sapere magari col passa parola che un altro ascolto è possibile, oltre ovviamente ai “boomers” contagiati dalla passione Hi-Fi negli anni '70-'80. Che sono poi quelli che ancora sostengono questo strano mercato con centinaia di produttori e prezzi spesso senza senso.
Quindi proseguendo con l'ascolto della musica, che si sceglie, e calando in qualità di ascolto, possiamo incontrare una nuova generazione di ascoltatori che scelgono componenti all-in-one come il Naim Muso, o utilizzano (a volte per un ascolto da scrivania) casse attive economiche, ma comunque quasi hi-fi, in vendita su Amazon collegate a un PC o a uno smartphone/tablet. Per restare in campo hi-fi da citare ovviamente anche le cuffie stereo per smartphone/tablet. Che anzi possono avere qualità e prezzo molto elevati.
Andando più giù troviamo ancora i pesanti “compattoni” con bassi pompati, dedicati ai cultori della musica techno o simili, per ascolti anche in esterni oppure come colonna sonora dei game preferiti. Ma siamo ormai del tutto fuori dal concetto di H/Fi.
Più o meno allo stesso livello di qualità (molti meno bassi ma minore distorsione) c'è il mezzo probabilmente più usato in assoluto, ovvero lo smartphone, con gli auricolari, con una cassettina Bluetooth o anche da solo .
Un ascolto che quindi nel minore dei casi fa i conti con molti compromessi, ma nella maggio parte dei casi inevitabilmente in BASSA FEDELTA' , una scelta molto spesso inconsapevole.
Ma si può fare di peggio ...
Sì, perché finora ho considerato gli ascoltatori che scelgono la loro musica: il brano o l'album oppure la stazione radio o web conforme ai propri gusti oppure all'umore del momento. Ma la musica ci insegue in ogni ambiente, anche i più incongrui, cercando a quanto pare di cancellare un benefico e preferibile silenzio da ogni momento della nostra vita in città. In ogni supermercato, dal barbiere o dal parrucchiere per le donne, nelle sale d'aspetto, nei negozi di abbigliamento e in particolare in quelli di moda per giovani (fascia 15-55 al momento) anche con invasiva musica techno a tutto volume, in palestra,al ristorante (esclusi in genere quelli stellati: il silenzio si paga e pure caro), negli stabilimenti balneari, nei bagni degli autogrill, perfino, e siamo forse al punto più basso, nel parcheggio dei centri commerciali o dei supermercati.
E arrivare alla INFIMA FEDELTA'
La salsedine di una spiaggia e del vento del mare, i gas di scarico e l'umidità di un garage, l'umidità e l'aria stagnate di un bagno pubblico, sono minacce pericolose per un altoparlante se non è ben protetto (esistono gli altoparlanti per esterni). Però ne servono parecchi, e i gestori delle spiagge attrezzate, i celebri "balneari" spesso protagonisti della politica italiana (siamo un Paese speciale) e i proprietari dei centri commerciali vogliono senza dubbio osservare l'obbligo (evidentemente è cosi, ma non so da chi sia stato imposto, forse da Soros e Bill Gates) ma non spendere troppo. Tanto la qualità non è un problema, basta che si capisca che è musica. e così adottano altoparlanti come quelli della foto sopra, fotografati nello storico centro commerciale Cinecitta 2 di Roma (storico perché stato il primo nella capitale) aperto negli anni '80.
Invitando così a salire al più presto in macchina, a chiudere i finestrini e lasciare al più presto il parcheggio. Ma forse era questo il vero obiettivo di questa sonorizzazione.
In sintesi
Noi sappiamo che è possibile un ascolto coinvolgente della musica, e ci sono anche nuove generazioni che ne sanno qualcosa, ma non hanno probabilmente interesse a sperimentarlo, considerando questa alternativa troppo costosa ed essendo convinti che basta così per quello che la musica da a loro. E bisogna dire che se la musica che interessa e’ quella di Lazza o Ariete forse hanno anche ragione. Non per disprezzare questa musica, ma perché obiettivamente l’ascolto hi-fi in questi casi aggiunge poco.
Il silenzio.
Ma l'abitudine a sentire male la musica rende evidentemente anche sopportabile sentirla pesantemente distorta nei luoghi più impensati, tagliata in basso in alto, la espressività del o della cantante svanita, le parole quasi incomprensibili. E fa dimenticare il meraviglioso suono del silenzio, di un lago, di un bosco, di una notte d'estate a finestre aperte in campagna, rendendo sopportabili, o anche preferibili, i suoni distorti che accompagnano quasi tutti i nostri passi.
(Rantasalmi, Finlandia, Foto di A,M, Truffi)
La mia convinzione da persona attempata, che ha conosciuto momenti migliori in cui la musica era veramente gradevole ascoltarla, ma dai classici impianti Hi-Fi di alta qualità degli anni '70 e '80, comprese le casse audio, anch'esse rigorosamente Hi-Fi , anche ingombranti per spazio se vogliamo, ma anche costosi, cosi come le allora cuffie Sennheiser.
RispondiEliminaPenso che oggi, si è arrivati a un punto tale di condizionamento di mercato, forse per consentire a tutti e con poca spesa, di acquistare un qualsiasi artificio che riproduca musica, o forse rumore e chi si accontenta...
Anch'io nel 1970 da ragazzo avevo poche disponibilità economiche, guadagnavo appena 60.000 lire al mese e avevo una certa difficoltà ad acquistare la citata tecnologia, ma con qualche sacrificio con le rate, ero riuscito nell'intento e ne valeva veramente la pena, così che le orecchie, non potessero ribellarsi e rifiutarsi di rispondere come senso uditivo.
La diffusione della musica in vari centri commerciali e non solo, come hai ricordato tu, mi mette veramente tristezza per la scarsissima qualità e il rumore distorto insopportabile.
Cordiali saluti
Ignazio