sabato 11 marzo 2023

Un nuovo supporto fisico analogico: la cassetta audio

Vintage + analogico è una formula che suscita interesse crescente, al punto che è ormai avviato il ritorno in vendita anche per le cassette audio, ovvero le musicassette Philips (sigla MC), che chiamerò nel seguito, semplicemente cassette, come abbiamo sempre fatto. Accompagnato dal ritorno in produzione  dei registratori a cassette, i componenti hi-fi  che gli anglosassoni chiamano "cassette deck" e noi traducevamo come "piaste a cassette",

Sembra una cosa priva di senso, ricordando i limiti di questo sistema che quasi tuti i boomers hanno ampiamente sepimentato, ma forse per i  millenials il presunto "suono analogico" del nastro  costituisce una attrattiva sufficiente, che giustifica un vero interesse commerciale, speciale..

La produzione di registratori cassette nuovi
Chi ha in casa filmini Super-8, registrazioni audio o nastri preregistrati su bobine (reel-to-reel), video in formato VHS, Betamax o DV, diapositive 35 mm o 120, DAT, mini-Disc se vuole riprodurre i contenuti di questi supporti ha co e sola opzione di cercare e comprare sul mercato dell'usato.

C'era sinora un solo supporto fisico che si era sottratto al progressivo oblio e alla necessità di cercare nell'usato componenti in grado di ascoltarli o vederli, ed è ovviamente il disco microsolco, il vinile come ormai universalmente chiamato. Anzi, marche e modelli di giradischi sono ora in numero molto superiore a quelli disponibili nei tempi d'oro, quando il microsolco non aveva alternative o quasi.
Ma l'unica alternativa analogica al vinile, la cassetta, pare abbia trovato qualcuno che crede in lei come alternativa anche in questo bizzarro mondo vintage e analogico, ed è ricominciata sia la pubblicazione di nuovi album su cassetta che di "piastre" a cassetta nuove. Vediamo.

Entra sul mercato un nuovo supporto fisico analogico: la cassetta
C'erano stati tentativi di piccole etichette ma ora pare proprio che l'industria del disco sia puntando seriamente a rimettere in produzione le cassette, intravvedendo un mercato promettente, sulla scorta  della crescita costante del vinile, Perché non proporre un'alternativa? E così anche le ultime uscite della cantautrice numero uno al mondo, senza rivali, ovvero Taylor Swift sono state pubblicate anche su cassetta. I tre screenshot da Amazon italiano il 10 marzo 2023 illustrano meglio di mille parole la motivazione economica e marketing di questo ritorno, che qualche riga sopra avevo definito insensato.





Come si vede il prezzo è basato sull'aspettativa del potenziale cliente. Chi si limita desiderare un supporto fisico come testimone della "sua" musica (vedi post precedente) ha il CD, chi ha fede nel "suono analogico", con soli 10 euro in più del CD può sperimentarlo senza le complicazioni e i costi di un set giradischi, basta magari solo tirare fuori da qualche cantina la "piastra cassette" (cassette deck) e infilarci una inattesa cassetta del 2023. E infine, per chi non accetta compromessi e cerca il vero e indubitabile "suono analogico" con solo altri 10 euro in più rimane comunque il mitico vinile.

I nuovi registratori a cassette
Da molte parti si ripete che la produzione di registratori-lettori a cassette è ripresa, ma in realtà si trovano solo, almeno per ora, alcuni componenti della Teac, più altri, molto simili, commercializzate da una ditta USA che si chiama Pyle, che in catalogo ha anche forni per esterni, termometri industriali e una quantità di altre cose. Visto che le piastre Teac non hanno nulla a che fare con la produzione storica viene il dubbio che siano entrambi oggetti economici made in Ciina brandizzati. Quello disponibile anche in Italia su Amazon e altri shop Online a un prezzo tra i 350 e 450 € è questo modello W-1200.

Come si vede già dall'immagine e poi si conferma leggendo le funzionalità, sembra prodotto per altri scopi, diversi dal godimento del vero "suono analogico". E' un dual cassette, funzionalità un tempo usata per fare due copie in un colpo solo del disco appena comprato o prestato da un amico, e non si capisce a chi possa essere utile ora, poi è anche digitale, può convertire al volo in digitale, ma solo in MP3 a 128Kbps, ed è un tradizionale modello con testina lettura /scrittura Dolby B.

L'impressione è che sia pensato per un mercato rimasto a 50 anni fa, nel quale le cassette ancora sono usate e servono per  copiare e moltiplicare i CD, ancora cari. Paesi così ce ne sono.
Sono presenti nel sito anche altri modelli, non si capisce se ancora in produzione, accoppiati con lettore CD o radio.e senza doppia cassetta.

Se l'obiettivo è ascoltare il suono analogico, bisogna suonarle bene queste cassette
Non è facile capire cosa sia questo suono analogico, ma l'unica cosa certa è che distinguerlo non è facile, e serve un impianto in grado di percepire le differenze, e valutarle. Ma, prima ancora, serve una sorgente che riproduca il master con precisione e un lettore che la trasformi in audio senza introdurre distorsioni e altre alterazioni.

La cassetta preregistrata
Riguardo alla prima esigenza, la cassetta preregistrata (quelle di Taylor Swift lo sono) ha una pessima fama di bassa qualità, giudicata universalmente inferiore al CD ma anche agli stessi album registrati con cin cura con la piastra di casa, E magari dipendeva anche dal nastro, che non era dei tipi più evoluti come i famosi nastri al cromo. Erano quindi poco diffuse  ma non solo per questo motivo, anche perché costavano quasi come un LP e quindi conveniva comprare l'LP e registrarlo, e si aveva anche la grande confezione con la copertina 30x30.  Erano vendute essenzialmente per l'ascolto in auto da parte di persone che non avevano né registratore né impianto.

Secondo alcune rare recensioni che danno importanza a questo tema le la qualità del suono delle cassette di Taylor Swift prese a esempio è ottima e a livello del CD.
Mi accontenterei di sapere su quale tipo nastro sono registrate, se standard o CR02 (biossido di cromo) e con quale sistema di riduzione del rumore di fondo (qui dovrebbe essere Dolby B).
Ma non si trova da nessuna parte questa informazione di base (cercherò ancora) il che però mi fa temere che non sia la qualità (vera) la caratteristica più ricercata,

Il lettore di qualità
Diciamo "lettore" perché la funzione di registrazione, comunque sempre presente (e tuttora disponibili le cassette vergini) non ha senso nei Paesi con una rete Internet e 4G-5G diffusa e a basso costo, a meno che ci sia qualcuno convinto che copiando un CD su una cassetta con il registratore di casa si ottiene il sullodato "suono analogico".
Ma sulla scarsa qualità delle cassette come supporto  fisico bisogna sfatare un mito. Negli ultimi anni, prima di essere spazzate via dai masterizzatori, le cassette avevano raggiunto una qualità che poteva realmente stare testa a testa col vinile.

Technics RS-B100 (1984)

Questo grazie alla disponibilità su piastre dal costo accessibile della brillante soluzione di Ted Nakamichi delle testine separate per lettura e scrittura, Una testina dedicata consente di ottenere la massima qualità, mentre la testina unica è una soluzione di compromesso con i relativi e inevitabili limiti.

Seconda innovazione sono stati i riduttori di rumore di fondo superiori al Dolby B standard (comunque  benemerito per il successo del supporto). Erano il Dolby C e il  DBX.

TEAC V-5000 (1991)

Trovando sul mercato dell'usato piastre di questa classe come i registratori a cassette con 3 testine  TEAC V-5000  (con Dolby C) e Technics RDS-B100 (con DBX e compensazione di fase) visibili in queste foto, si poteva effettivamente copiare su cassetta un LP senza riduzione della qualità e con una correttezza di ascolto comparabile al vinile,  anche con musica più complessa e ad alta dinamica come la classica o il progressive. Si trovano usati in buine condizioni entrambi intorno ai 500 €.

Questo servirebbe, assieme ovviamente ad una cassetta di qualità,  per verificare veramente un livello di qualità superiore (o comunque preferibile in base ai gusti personali) rispetto al CD o alla musica digitale in genere, che giustifichi i costi e  l'impegno dell'ascolto "moderno" su cassette,

In sintesi
Le motivazioni economiche delle case discografiche le intuiamo, i margini con lo streaming sono ridotti e si compensano solo con grandi numeri di vendita, i supporti fisici invece consentono alti margini anche con numeri ridotti. Se si crea una moda e un mercato di nicchia come per i vinili l'interesse economico c'è, a maggior ragione perché i costi della produzione delle cassette sono anche inferiori.

La motivazione per gli acquirenti è invece meno chiara, e difatti nei vari articoli che con parole molto simili annunciano questa nuova era digitale (c'è il sospetto che la fonte sia chi li produce) viene sempre ripetuta la possibilità che offrono di accedere al mitico "suono analogico" che ho citato più volte.
Un risultato improbabile, de non nella propria immaginazione, per chi pensa di raggiungerlo solo con le cassette ma non ha un impianto adeguato. Più probabile per chi invece ha già un buon impianto e investe nella ricerca e acquisto di un registratore a cassette top come quelli citati (ma ce ne sono altri), Qui ancora una volta prevale la soddisfazione e il piacere di far rinascere tecnologie del passato e dimostrare la validità che conservano, 

7 commenti:

  1. Anonimo12/3/23

    StereoOtto... Prossima Frontiera..

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  2. Anonimo16/3/23

    E' tutto molto ridicolo. Il "vero suono analogico", ma che vuol dire? Davvero la prossima sarà il 78 giri, il vero analogico. Bell'articolo, forse fin troppo indulgente nei confronti delle cassette 🙂

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    1. "Il vero suono analogico" in linguaggio marketing si chiama claim e serve a vendere il prodotto a un target che si suppone sensibile e interessato a questa ipotetica esperienza. Ognuno fa il suo mestiere.
      Riguardo alla "benevolenza" in parte è vero e dipende dal destino delle cassette, come di altri supporti fisici, di essere arrivati al massimo delle loro potenzialità proprio quando la loro storia finiva, e venivano superati da qualcosa presentato come enormemente superiore ma che poi non si è rilevato tale e ha raggiunto gli stessi livelli anni dopo. E' successo col vinile che con la tecnica direct to disc e la cura nella stampa arrivava a livelli eccellenti, superiore ai primi CD letti da DAC primitivi, è successo con le cassette sostituite (teoricamente) dal Mini-Disc con audio compresso o dal fallimentare DCC della Philips. E infine anche col disco ottico, che stava arrivando all'alta definizione per tutti con il SACD e il DVD-Audio impegnati però in una gara tra loro tra chi faceva più errori. Per questo la economica cassetta che arriva a un passo dall'empireo ma cade prima di raggiungere la cima mi fa simpatia.

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    2. Anonimo17/3/23

      Certo; la mia non voleva essere una critica a quanto hai scritto, ma solo una "sfumatura".
      Sai, l'essermi liberato dall'ascolto obbligato di dischi e cassette (che entrambi ancora posseggo) non ha prezzo per me, soprattutto, poi, a vantaggio di una qualità molto superiore (ascolto quasi solo liquida e cd; no streaming).
      E quindi trovo quasi folle tutto questo, anche se si trattasse di cassette di ultima generazione (me le ricordo, anche quelle).
      Grazie sempre per i tuoi articoli.
      Enrico (nel precedente commento ho dimenticato di firmarmi).

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    3. Grazie Enrico, non l'avevo percepita come una critica comunque, piuttosto, come un'osservazione interessante. Però ti chiedo: perché "no streaming"?

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    4. Anonimo19/3/23

      Be' perché, sebbene sia riuscito a liberarmi dal bisogno di possesso fisico dell'Lp o del CD, tuttavia continuo ad avere la necessità di riempire terabyte di musica (da 16/44 in su) da possedere e che devo poter gestire in autonomia. In più, ho sempre la paura che se, all'improvviso, per una qualche ragione (politica, tecnologica o economica), si spegnessero gli operatori di streaming, rimarrei senza la mia musica, senza le mie catalogazioni e i miei percorsi che ho costruito in decenni e decenni di ascolti. 😊

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  3. Anonimo22/1/24

    Le cassette le ho al 99% buttate nella spazzatura;rarissimi i collezionisti:già il cd non “vale” quasi nulla perché musica 80 90 era mass market;le cassette “antiche” anni 60 e 70 erano di qualità zero;buttate anche quelle anni prima ancora;anche nei mercatini usato Comunque;il vinile vende poco colpa ristampe viniliche in edicola nuove 180 grammi;nessuno vuole la cassetta perché in macchina non c è più il lettore;in casa la fiesta di mamma era l ultima piastra a cassette sulle nostre auto:le comprammo la radio cd 3 anni prima di rottamare l auto;in cantina invece devo ancora avere la radio originale della mia fiesta mk3 del 1990 (la radio Sony a cassetta che era stata spostata dalla Citroen ax di mamma alla mia fiesta mi fu rubata e poi la sostituii con una pioneer a cd)
    Invece vorrei gli stereo 8;mio padre li buttò tutti quando negli anni 70 gli rubarono l autoradio dalla Fiat 127 prima serie comprata nel 1975;non ebbe più la radio su quella;)lo stereo 8 lo vedo sempre invenduto sia lettori che cartucce coi nastri;eppure potevi scegliere come il cd la traccia senza scorrimento sequenziale;oggi secondo me un mercato di estrema nicchia per lo stereo 8 ci sarebbe

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