lunedì 3 gennaio 2022

Vinile e fotografia analogica: un destino comune?

Di cosa si parla in questo post: 

  • il vinile è solo una moda passeggera e sparirà come la fotografia analogica?
  • quali sono le differenze tra due passioni (od hobby) che hanno molti punti in comune?
  • ha invece qualche possibilità di tornare anche la fotografia analogica, nonostante o magari grazie al progresso inarrestabile della fotografia digitale?

Il vinile è una moda passeggera?
Ovvero, è solo uno sfizio per nostalgici benestanti destinato a durare poco, perché l'alternativa digitale è vincente da tutti i punti di vista? Così ha scritto qui sul blog in un commento un visitatore molto scettico sulla "moda del vinile". Come cultore della fotografia oltre che della musica il dubbio mi ha interessato e mi sono ripromesso di approfondire, anche per capire se il vinile ha effettivamente un futuro oppure, al contrario, se anche la fotografia analogica potrebbe tornare, tra la sorpresa di tutti.

Somiglianze e differenze
Per prima cosa fotografia e ascolto della musica sono espressioni artistiche che richiedono anche conoscenza della tecnologia, forse anche per questo motivo hanno coinvolto lo stesso genere di appassionati (spesso cultori di entrambe) e hanno avuto sviluppo nello stesso periodo, ovvero dagli anni '70 agli '80, con un po' di anticipo per la fotografia analogica.
Le differenze però ci sono e sono significative:

  • la fotografia analogica è un hobby o una passione attiva, la tecnologia serve per creare le foto e per fare belle foto bisogna dominarla molto bene, la fruizione (guardare le foto) è alla portata di chiunque e non richiede alcuna tecnologia 
  • l'ascolto della musica in alta fedeltà è una passione soprattutto passiva, la tecnologia serve per scegliere e configurare l'impianto per ascoltarla, solo per pochi (musicisti professionali o amatoriali) dominare la tecnologia è necessario per crearla (per suonare o per registrarla);
  • nella fotografia il passaggio al digitale ha costituito una semplificazione  molto significativa, mentre nella musica ha comportato solo un cambiamento del supporto e della sorgente;
  • sul piano della qualità, nella musica, si è passati da un primo periodo nel quale il digitale era considerato superiore, poi a un secondo periodo nel quale (anche se non all'unanimità) si è considerato superiore il vinile analogico, a un terzo periodo (attuale) nel quale le aspettative si equivalgono;
  • nella fotografia invece la superiore qualità della fotografia analogica, con processo chimico, è stata riconosciuta dai professionisti solo nei primi anni di diffusione del digitale  (primi anni 2000) poi anche la maggior parte (se non la totalità) dei professionisti è passata al digitale, che nel frattempo è arrivato a livelli di qualità e di possibilità di cattura di immagini irraggiungibili per l'analogico.
La produzione di nuova tecnologia analogica
Le differenze riassunte sopra hanno comportato la più evidente e radicale divaricazione tra i due mondi: per il vinile la produzione di giradischi, testine e preamplificatori ha visto (soprattutto in questi ultimi anni) una fortissima espansione: i produttori sono molti di più (penso anche più di 10 volte tanto) di quelli attivi ai tempi in cui il vinile dominava incontrastato e, inoltre, sono presenti molti modelli che puntano ai più alti livelli di qualità con prezzi elevatissimi (ma che pare abbiano anche acquirenti).

La Nikon F6, ultima reflex analogica. Ha resistito in produzione fino al 2020. Si trova ancora semi-nuova su e-Bay e simili a partire da 1.100 € solo corpo.

In fotografia invece, dove il tipo di macchina fotografica quasi universale era diventato da anni la reflex 35 mm, ormai con esposizione e messa a fuoco automatica, era rimasto in produzione fino al secondo decennio del 2000 un unico apparecchio, la Nikon F6, la cui produzione è però stata sospesa nel 2020. Unici apparecchi che si possono comprare nuovi rimasti sono solo due modelli Leica a telemetro, la Leica M-P (con  esposimetro) e la Leica M-A (solo manuale) ovviamente non molto economici e diretti a quella nicchia di fotografi che ancora preferivano (o accettano) le macchine con mirino (rangefinder).

La Leica M-A, a fine 2021 unica macchina fotografica analogica in produzione. Unica ancora funzionante con le pellicole 35 mm, assieme alla sorella M-P con esposimetro TTL. Costa 4.575 €

Poi rimangono alcuni apparecchi a grande formato per foto architettoniche (Linhof e altre), un settore molto specializzato che non ha suscitato un grande interesse per i produttori di apparecchi digitali, ma che non comporterebbe nessuna difficoltà pratica e realizzativa, se volessero a indirizzarlo.

Un problema di domanda
Non è una questione di scelta specifica ma solo un problema di domanda, difatti anche in musica la produzione di registratori analogici a bobine (che pure hanno qualità del suono superiore al vinile) è cessata da anni e per il nuovo c'è un solo produttore, ma dall'incerto futuro e con costi altissimi. Non sarebbe difficile, se ci fosse una domanda appena percettibile a livello mondiale, rimettere in produzione a prezzi umani una reflex classica di fascia media come la Asahi Pentax K1000 o la Yashica FX oppure un registratore come il Revox A77. Ma non c'è una domanda percepibile che possa supportare l'investimento. Sia in fotografia che in musica (per i registratori reel-to-reel) i pochi appassionati si rivolgono quindi all'ancora vasto mercato dell'usato, dove sono presenti anche diversi laboratori che forniscono un prodotto dell'epoca refurbished.

Perché in musica sì e in fotografia no
Per il vinile, per motivi essenzialmente simbolici, d'immagine, un mercato esiste ed è anche in crescita. Motivazioni pratiche non esistono, ma se un numero imprecisato di persone ritiene che un giradischi in casa fornisca al proprietario della casa un'immagine raffinata, la risposta a questa domanda da parte dell'industria discografica (reduce dal tracollo dei primi due decenni del 2000) e di una pletora di produttori semi-artigianali (più uno industriale: Pro-Ject) non si fa attendere.
Per fortuna, per di più, il vinile ascoltato con un buon impianto garantisce un ascolto di alta e anche altissima qualità e quindi questa scelta, seppure in gran parte simbolica, non penalizza il vero risultato finale (ascoltare la musica in alta fedeltà). Di conseguenza la previsione di molti è che resterà con noi ancora per un bel po'.

In fotografia invece no
Ed è comprensibile. Esistono tre tipi di fotografia: 1) la fotografia per ricordo; 2) la fotografia professionale; 3) la fotografia amatoriale, con pretese artistiche e di qualità.
E la situazione è questa:

  1. Il primo tipo di fotografo ormai usa in prevalenza il suo smartphone, ma quando anche cerca una qualità superiore (ma gli smartphone crescono in qualità anno dopo anno) non prende neanche lontanamente in considerazione un ritorno alle scomodità della foto analogica;
  2. i fotografi professionisti sono ormai passati tutti al digitale;
  3. i fotografi amatoriali vorrebbero sentirsi professionisti e hanno seguito senza tentennamenti il loro passaggio al digitale.
Esiste ancora uno spazio per la fotografia analogica?
Anche in musica per almeno 2 o 3 decenni un ritorno del vinile sembrava impossibile, eppure è successo. In fotografia però è molto più difficile, non basta comprare un buon giradischi e far montare in negozio una buona testina e collegarlo a un buon amplificatore. Bisogna dominare una tecnologia con la quale, è vero, era più difficile sbagliare una foto nell'ultima generazione di macchine fotografiche (le SLR con messa a fuoco automatica motorizzate) ma con la quale raggiungere la stessa qualità d'immagine garantita ormai anche dagli ultimi iPhone 12 o Samsung richiede attenzione estrema (e a volte, in scarsa luce, è proprio impossibile). E poi, per essere veramente un fotografo analogico, bisognerebbe seguire anche le fasi successive di sviluppo e stampa, come facevano i fotoamatori del secolo scorso. E qui, le difficoltà crescono di molto.

La Nikkormat della Nikon, un buon apparecchio non elettronico e non autofocus che consente di sperimentare la fotografia analogica raggiungendo ottimi risultati. Si trova usata in buone condiziona a 300-400 € e sono reperibili facilmente anche molti obiettivi Nikkor.

Potrebbe essere una sfida
La fotografia digitale con gli ultimi apparecchi professionali (ma anche con gli ultimi modelli di smartphone) sta raggiungendo anno dopo anno livelli di qualità di ripresa anche nelle situazioni più difficili (scarsa luce, elevata gamma di luce, soggetti in movimento) talmente elevati da rendere quasi impossibile la foto tecnicamente sbagliata. E a questo si aggiunge la possibilità di interventi radicali in post produzione.
In pratica la capacità tecnica diventa alla portata di tutti, con la conseguenza di produrre migliaia e migliaia di foto buone, mettendo in crisi il fattore tempo per la scelta delle foto giuste, assieme al fattore distintivo della competenza. Un fattore tempo al quale la tecnologia sta pensando ma la strada è più lunga e difficile.

La sfida alla base di un ritorno all'analogico potrebbe essere quindi:
  • dimostrare la propria capacità di raggiungere risultati di qualità elevati con un apparecchio analogico;
  • riappropriarsi della scelta delle foto, non fare cioè centinaia di foto per perdere poi decine di ore a scegliere le migliori, ma fare le scelte direttamente in ripresa, con il film da 36 pose.
Vedremo come andrà, per un fotoamatore nostalgico (anche giovane) può essere anche un obiettivo divertente. E anche per amici e familiari un modo per vedere veramente qualche foto non virtuale, invece che migliaia di foto virtuali viste per un attimo via whatsapp e poi perdute, o mai viste da nessuno.

4 commenti:

  1. Anonimo5/1/22

    Analisi molto interessante. Complimenti per l'acume e grazie per la pubblicazione.
    Sì, per la fotografia analogica il discorso è molto più complesso e molto meno sfruttabile commercialmente.
    Il vinile non può che essere una moda, per quanto molto ben costruita; quanto "passeggera", questo è da vedersi. Potrebbe durare anche un bel po', anche perché l'alternativa al vinile, è il digitale, sì, ma streaming, quindi molto, molto etereo e impalpabile. E qui ritornerebbe il discorso sui CD. Una newslewtter che seguo (Mostly Weekly) ha proposto questo simpatico articolo sui cd:
    https://www.wired.com/story/you-should-listen-to-cds/
    ciao!
    enrico

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    1. Grazie dell'apprezzamento e interessante l'articolo che hai segnalato. Effettivamente anche a me pare di scorgere alcuni accenni di ritorno del CD, ma sono solo indizi. Non sufficienti per farci un post. Le motivazioni potrebbero essere proprio quelle descritte con brillante prosa da Wired: quello che è troppo facile alla fine emoziona poco. E nella musica ci mette un attimo a diventare un sottofondo.

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  2. Anonimo6/1/22

    Come hai indicato, per essere veramente un fotografo analogico, bisognerebbe seguire anche le fasi successive di sviluppo e stampa, magari anche solo per il B/N, allora avrebbe un senso trafficare ancora con le pellicole. Senza contare l’ulteriore attrezzatura, ci vogliono tempo, spazio e soprattutto passione, ma qui cominciamo già ad entrare nel professionale. Però la soddisfazione finale è garantita. Personalmente ho salutato con gioia l’avvento del digitale in fotografia. Quante volte ritirando le foto dal laboratorio erano delusioni. Ora seguo personalmente tutte le fasi dallo scatto alla stampa e (per stare in tema) è tutta un’altra musica. Per il vinile non è proprio la stessa cosa ma alcune similitudini ci sono; bisogna avere amore e passione altrimenti diventa tutto troppo complicato. D’altro canto che gusto c’è ad acquistare un giradischi già pronto all’uso se io stesso non ho da fare le accurate e opportune regolazioni? Viene a mancare tutto il suo fascino. Per non parlare della cura e delicatezza nel custodire e maneggiare i dischi. Penso che sia per il vinile che per la pellicola fotografica è finita un’era. Lo sanno benissimo i laboratori di sviluppo e stampa che hanno chiuso, idem per i negozi di hi fi, dischi e relative riviste. Se per il vinile si assiste ad un timido ed effimero ritorno dettato più che altro per ragioni commerciali (il CD non va più) la pellicola è proprio morta. Mi dispiace per tutta la forza lavoro e per il know how perduti. Purtroppo per praticare ancora questi hobbies bisogna avere i capelli bianchi. Scusa se mi sono dilungato, ho espresso solo il mio pensiero, il post è interessante. Un saluto.

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  3. Anonimo22/1/24

    Io fino all ultimo ho scattato foto con la mia polaroid pro pack con oro flash k ultima packfilm camera per le vecchie pellicole a strappo;le Fuji fp 100 c di tipo peel apart erano eccezionali in qualità;purtroppo defunte definitivamente nel 2018;uso ancora la polaroid slr 680 che era nel 1982 reflex autofocus a soffietto che si chiudeva piatta stando nella tasca interna della giacca con autofocus sonar a ultrasuoni a 124 zone che funziona anche al buio e che ora ha anche pellicole bianco e nero;uso ancora la top gamma instax wide di Fuji la 500 af per foto istantanee panoramiche nitide e sature a sufficienza e altre macchine istantanee;nel 2018 ho usato anche per l ultima volta la mia polaroid studio express macchina foto tessera oggi guasta;e ho pure una macchina istantanea con rivestimento in cuoio e cromata una moderna biottica stile rollei che usa pellicole instax mini che è spettacolare da mostrare il suo mirino al sole;ultimamente è uscita la versione per le pellicole instax square;e la stessa azienda sta per lanciare sul mercato la replica della rollei 35 in versione autofocus usando la tecnologia LiDAR dell iPad Pro per l autofocus

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