Era nato effettivamente in casa Philips per altri scopi, la registrazione amatoriale o professionale leggera. Per immortalare la poesia di Natale o le prime prove canore del bimbo di casa, quando il cinema casalingo era solo Super-8 e ogni bobina (piuttosto costosa) durava al massimo 5'. Oppure per dettare memo alla segretaria o registrare riunioni da verbalizzare in seguito.
Il primo modello di registratore che ha avuto una diffusione di massa è stato difatti il K7, con registrazione mono e dotato di serie di un microfono.
Un registratore a cassette professionale: il Tascam 133-AB |
Le cassette per la musica
Qualche anno dopo era stata la stessa Philips a tentare anche la strada dell'uso per la musica, mettendo sul mercato i primi modelli stereo e con risposta "musicale" (teoricamente 20-20000 Hz). Per risolvere il problema del soffio di fondo, diventato inevitabile ed evidente con le tracce ulteriormente ridotte in altezza, ora che i canali erano due per lato (già il nastro, come si ricorderà, era la metà di quello dei registratori a bobina, e la velocità di scorrimento la metà di quella inferiore) la Philips includeva un semplice riduttore di rumore, chiamato DNL (Dynamic Noise Limiter) che consentiva un livello di qualità accettabile, ma ben lontano dall'eccellenza del tempo (fine anni '60), quindi LP e bobina.
E' stato un giapponese creativo e un po' folle, Ted Nakamichi, assieme al fratello Niro, a puntare sulla cassetta, nel frattempo adottata da diversi altri produttori giapponesi come nuovo componente della catena alta fedeltà, la "piastra", per un prodotto "top". Utilizzando un riduttore di rumore di fondo più efficace, il Dolby B messo a punto dai Dolby Laboratories a fine anni '60 (già scoperto e adottato da altri costruttori), separando le testine di lettura e scrittura con una acrobazia tecnologica, beneficiando di nuovi nastri ad alta qualità messi nel frattempo in commercio dalla Basf, e infine con una costruzione estremamente accurata del registratore, raggiungendo così il risultato con il famoso modello Nakamichi 1000 del 1972.
Per farla breve e senza perderci in una storia della tecnologia, queste soluzioni sono state adottate nel corso degli anni da diversi altri produttori giapponesi, con in evidenza Technics e Teac, e all'inizio degli anni '80 piastre anche di classe media, di costo non basso ma accessibile, avevano tutto quello che serviva per estrarre dalla economica MC la massima qualità possibile (vedere nella immagine sotto di una cassetta aperta di produzione Philips dei metà anni '70, come fosse semplice la costruzione e l'assemblaggio dei componenti). Tre testine, riduttore del rumore Dbx (ancora più efficace del Dolby B), nastri a biossido di cromo o al ferricromo, limitati in durata 60 o 45', costruzione accurata e prestazioni controllate e rispettose delle specifiche, si trovavano in diversi modelli dei principali produttori.
Il suono
Il risultato era (ed è per chi li volesse usare ancora) una resa sonora senza evidenti limitazioni né di dinamica (principale limite all'origine), né di risposta in frequenza, né di stabilità dell'immagine e della ricostruzione spaziale della scena sonora. Allo stesso livello dei bobina e del vinile di classe media.
Chi avesse avuto all'epoca dei primi CD l'ardire di mettere a confronto una registrazione su cassetta con uno dei primi CD, e soprattutto, con uno dei primi decoder digitale / analogico, e avesse avuto anche l'accortezza di fare un confronto alla cieca e a mente aperta, avrebbe avuto qualche bella sorpresa.
Teac V-7010, un modello top: 3 testine a trazione diretta, Dolby B e C, HX-Pro |
Magia accessibile
Perché i noti vantaggi dell'analogico, la fluidità e la musicalità che tanti redattori delle riviste di alta fedeltà e recensori vari della rete si sforzano di descrivere, e che si può afferrare ascoltando per confronto un suono digitale non corretto (è qui che manca qualcosa) potevano essere trovati anche lì, nella riproduzione della "compact cassetta".
Un risultato inaspettato ma purtroppo solo teorico o quasi.
Cosa se ne può fare?
Il problema però era cosa farne di questo livello di qualità così faticosamente conquistato, a forza di acrobazie tecnologiche. La piastra a cassette ha avuto difatti nel tempo un uso primario e quasi esclusivo: la copia di LP e in seguito di CD, Anzi è stata proprio la maggiore dinamica dei primi CD (ora il problema non si porrebbe più, almeno per la musica pop e rock) la molla che ha spinto ancora più avanti le prestazioni delle cassette, per renderle adeguate anche alla copia dei CD.
E' evidente che se si cerca la magia dell'analogico e si parte dal vinile, copiare su cassetta non porta alcun vantaggio, mentre se si parte da un CD si registra anche la decodifica da digitale in analogico, se era carente, non migliorerà di certo.
E le cassette pre-registrate? Per motivi misteriosi, a differenza di quanto avevano fatto con i nastri pre-registrati delle bobine, le case discografiche non hanno mai curato la qualità di questi supporti. Quasi ogni uscita veniva pubblicata anche su MC, oltre che su LP e poi su CD, Ma su nastro di bassa qualità, gusci non perfetti, e soprattutto copie ad alta velocità che tagliavano le frequenze più alte, a quanto si diceva. In definitiva erano quasi sempre pessime, realizzate da laboratori professionali con risultati inferiori a quelli che poteva raggiungere in casa un qualsiasi amatore. In più, erano vendute allo stesso prezzo o quasi. Conveniva quindi comprare l'LP e farsi la cassetta in casa. E difatti quei milioni di cassette prodotte e vendute sono sparite, nessuno le cerca e le vende su eBay o altrove.
Technics serie RSB con riduttore di rumore Dbx |
La registrazione dal vivo
Per apprezzare veramente la magia dell'analogico con un cassette bisognerebbe provare a registrare dal vivo. Ne posso dare testimonianza perché l'ho fatto per la radio alla quale collaboravo per una rubrica di musica classica, con un registratore peraltro di qualità molto distante dal top, con due semplici microfoni dinamici di discreta qualità disposti a Y, ma correttamente posizionati e montati su treppiede, e i risultati erano sorprendenti, ascoltandoli in cuffia, almeno per gruppi strumentali semplici (quartetti, chitarra classica) si poteva apprezzare la correttezza timbrica e un grande realismo. Ben superiori sarebbero stati con un Teac o un Tascam o un Technics con Dbx e tre testine.
Ma nel frattempo arrivava il DAT, e poi la registrazione digitale in HD, e in parallelo i bobina erano sempre lì, molto più semplici nella loro architettura, e comunque più flessibili e performanti, e qualsiasi motivo di usare una piastra a cassette per questo scopo, a parte il mio (avevo solo quello) non se ne vedevano e non se ne vedono.
Chi trovasse in casa o da qualche zio una piastra di fascia alta (ripeto, tre testine, Dbx o Dolby B o C) può provare però a ripulire le testine con un cotton fiocc e (poco) alcool, ripulirlo dalla polvere, controllare la velocità, acquistare su eBay cassette vergini di buona qualità, ed usarlo, per registrazioni dal vivo o di altro materiale, e "assaggiare" così la magia dell'analogico.
Sono passati più di tre anni da questo articolo, che già parlava di un supporto che sembrava definitivamente tramontato, eppure non è così. Le musicassette o audiocassette vengono ancora prodotte e vendute (soprattutto per musica) e l'ultima fabbrica americana di audiocassette gode nel 2015 di ottima salute. Vedi articolo di oggi de Il Post che rilancia un video servizio della Bloomberg:
RispondiEliminahttp://www.ilpost.it/2015/09/07/fabbrica-audiocassette/
http://www.ebay.it/itm/Toshiba-PC-G1-Vintage-Cassette-Deck-Recorder-one-Touch-Record-Dolby-NR-/301995078134?hash=item46504f31f6:g:tf0AAOSwzJ5XbQqA
Eliminami chiamo alberto anche io aggiungo un 2 quindi alberto2
RispondiEliminaa supporto di quanto detto da alberto aggiungo di avere appena acquistato un quantitativo di cassette c60 dalla musicbox di brescia e di avere effettuato le prime registrazioni per provare la qualità del nastro al cromo che ho scelto.
il risultato con una corretta regolazione del bias e ottimo.
uso una piastra di registrazione teac 5000.
un saluto a tutti gli amanti dell'analogico.
mi chiamo alberto anche io aggiungo un 2 quindi alberto2
RispondiEliminaa supporto di quanto detto da alberto aggiungo di avere appena acquistato un quantitativo di cassette c60 dalla musicbox di brescia e di avere effettuato le prime registrazioni per provare la qualità del nastro al cromo che ho scelto.
il risultato con una corretta regolazione del bias e ottimo.
uso una piastra di registrazione teac 5000.
un saluto a tutti gli amanti dell'analogico.
Interessante.
EliminaMario.
Sono anch'io un amante dell'analogico e ho letto la notizia del ritorno delle audiocassette. Personalmente non credo che sia i dischi in vinile sia le audiocassette diventeranno un prodotto di massa come negli anni 70.
EliminaIl consumatore di musica odierno ha a disposizione ben altri mezzi molto più economici e pratici per ascoltarla. I giovani di oggi non li vedo proprio alle prese con braccetti, puntine, peso di lettura antiskating, equalizzatore, bias ecc.
Penso che le audiocassette e i vinili siano una trovata delle case discografiche visto il disastroso declino delle vendite dei CD.
Buona domenica.
Se si leggono le recensioni circa la qualità delle nuove audiocassette, c'è poco da stare allegri. Sembra anche che circolino dei veri e propri tarocchi, copie delle TDK e Sony di un tempo ma non certo prodotte dalle ditte in questione.
EliminaAnche i dischi in vinile, stampati partendo da un supporto digitale, non sono come quelli di un tempo.
http://www.walkman-archive.com/wa/2017/08/clone-tdk-sa-first-generation/
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