sabato 7 gennaio 2012

Il multichannel in USA

Ci ha scritto un visitatore del sito Musica & Memoria che vive a New York, Riccardo Fontaine de Trembley, esprimendo un diverso parere riguardo ai nostri dubbi sul multicanale. Dubbi che nascono dalla situazione americana, molto diversa dalla nostra, e che ci racconta. Poiché è abbastanza frequente che le tendenze USA anticipino le nostre, mi sembra assai utile riportare la sua testimonianza.

"Il punto sul quale rispettosamenbte dissento da voi riguardo alla Vera Sterofonia.... Quella a due canali era un compromesso che e' sempre andato stretto: voi avete citato il tentativo della quadrifonia fine '60 inizio '70 (che ricordo bene in Matrix e SQ credo) ma ve ne furono anche di altri approntati con linee di ritardo prima analogiche poi digitali per tentare di ricostruire le delicate riverberazioni di una sala da concerto e porre il palco in un dominio spaziale credibile e non avulso ed astratto.

Ed e' proprio questo quello che il multichannel sa fare; se il CD ha regalato la pulizia e la dinamica al suono di un brandeburghese, il multichannel lo ha ricollocato in un ambiente vero, che respira e risuona ... credetemi non e' solo un fatto di applausi... Ultima osservazione ... la convenienza per un dato badget di spesa; certo 5 canali costano piu' di 2 ma si puo' ovviare. Nella stereofonia vi era lo spreco del doppio woofer (senza significato spaziale) ma, di più, vi era anche il tentativo dispediosisimo di avere un miglior angolo di diffusione per i medio alti con uso di cupole, teweeter posteriori e sistemi omnipolari o dipolari. che avevano lo scopo di consentire all'ascoltatore di essere piu' di un punto geometrico adimensionale posto all'itersezione di due rette ... questo, in buona sostanza, si ottiene facilmente con il multichannel che consente ottimi risultati con diffusori piu' semplici, razionali ed economici.


I sistemi da meno di 1000 $ con 5 medioalti e 1 subwoofer potrebbero essere assimilati a buoni sistemi a 2 vie (e non saro' io a ricordarvi tutta una serie di problematiche inerenti i diffusori a 3 vie: filtri crossover, frequenze di taglio e pendenze etc...e come la teoria avrebbe desiderato un perfetto ed ideale diffusore ad una via.... corrispettivo del "filo che amplifica" nel campo dei diffusori). Certo sarebbe importante avere una sorgente piu' seria ed affidabile del classico Prologic II codificato da due canali ma ci si arrivera' se non tramite i defunti DVD-A e quasi defunto SACD,  tramite nuovi standard "liquidi" od il banale Blu Ray."


"I CD li acquistiano in libreria... classicamente da Barnes & Noble, negozi belli grandi (circa le dimensioni del Virgin di Milano) dove sfogli libri, seduto ad un tavolino come in un bar, gustandoti un cappuccino (vabbe' il cappuccino magari e' migliore da voi :) ) e ci sono le famose cuffie per i test di ascolto che un'idea della qualita' di registrazione te la danno. 


Quindi di scelta ne abbiamo... e anche riguardo agli impianti: con meno di $2000 vai da Walmart o da Best Buy e torni con un impianto che suona davvero bene....ed infatti la stereofonia bicanale e' praticamente scomparsa dalle case degli americani, sostituita da questi HT che si sono "multicanalizzati" ed ovviamente dotati di implementazioni per la musica liquida quali intefacce iPod/iPhone/USB lettori di memorie SD etc... di vinile invece se ne vede sempre di meno (e non e' che io sia felice al riguardo). Insomma almeno da vista da qui la prospettiva appare diversa... ed i preampli passivi, magari in cablaggio d'argento, con ingressi bilanciati (in tempi di connessioni ottiche e digitali) sembran davvero puri oggetti da feticsmo (nulla di male ovviamente, l'edone' puo' assumere varie forme).


La mia obiezione è stata ancora sul software. Una grande diffusione, almeno in USA, di impianti in grado di suonare il multicanale, ma pochissimo materiale moderno registrato con queste caratteristiche. Una situazione ben diversa da quella del lancio dello stereo nella seconda metà degli anni '60, quando le case discografiche iniziarono a produrre la maggioranza e poi la totalità dei nuovi album a due canali.

"L'home theater qui in USA ce l'hanno tutti, proprio tutti, assieme al TV flat screen, magari non hanno gli incisvi (data la politica delle assicurazioini sanitarie) ma l'HT e' un must. Ora, dato che un buon HT puo' imitare il 2 canali (con l'opzione dell'uso di 2 o 4 diffusori), ed infatti la maggior parte di essi incorpora un sintonozzatore FM e HDFM e le interfacce USB/SD/IPOD e lettori SACD/DVD-A (cose ovviamente orientate alla musica), ed essendo il budget delle famiglie medie non esuberante di questi tempi, avendo, ad esempio, a disposizione 5000 dollari per l'home entertainment, credi che li spenderanno ... 2000 per il TV, 1000 per l'HT e 2000 per l'hi-fi? Non mi pare probabile.


Il boom dell'hi-fi, un poco in tutto il mondo, esplose per la concomitanza di tre fattori; a) il benessere post bellico che dopo venti anni dalla fine della guerra (anni' 60) avendo saturato il mercato "essenziale" (auto, TV, radio elettrodomestici), cercava nuovi "bisogni" b) l'arrivo dei giapponesi che, almeno per l'entry level fecero crollare i prezzi, proponendo prodotti pieni di gadgets che attiravano l'occhio piu' che l'orecchio c) la configurazione di "gusti" musicali della famiglia media anni '70 nella quale il nonno ascoltava musica classica (o lirica), il padre amava il jazz, ed il nipotino progressive rock; il tutto in un contesto "ante walkman natum", cioe' quando l'ascolto non aveva ancora perduto il suo fattore sociale ed aggregante per trasformarsi nell'isolamento semi autistico della cuffietta. 


Oggi e'diverso: il 90% della musica si consuma in MP3 (orrore e perdita di preziosa informazione) o con l'Ipod/iPhone o in auto, ll fattore agregante si e' spostato sulla TV (con HT) e sui videogiochi ad effetto (che richiedono l'HT essendo graficamente "cinematografici").  Quindi non e' l'HT mulltichannel oggi il "di più" nelle case degli americani, ma lo stereo tradizionale.... ed (esattamente come accade a me quando mostro i miei transceivers da appassionato radioamatore (piuttosto costosi) e mi sento dire: "ahhh hai ancora i baracchini, ma non usi internet per chattare?)", la stereofonia tradizionale verrà compresa sempre di meno ... temo."

Uno scenario quindi ben diverso da quello auspicato dai cultori della "vera stereofonia". La musica moderna può anche continuare ad essere registrata in studio a due canali, senza impegnarsi in costi aggiuntivi. Così potrà essere compatibile senza problemi con l'ascolto in mobilità in cuffia, con l'ascolto su PC e in auto. Chi a casa ha un impianto multicanale HT per il cinema potrà ascoltare in stereo o, più probabilmente, in multicanale simulato, aggiungendo ambienza "sintetica", il che può non essere un grande problema con musica che all'origine già non è "naturale" ma creata in sala di registrazione con strumenti elettrificati.

Poi ci sono gli appassionati della classica e della lirica, divisi tra i tecnologici, che passano gradatamente al multicanale solo audio (5.0) e possono scegliere tra un numero crescente di titoli, pubblicati da piccole etichette specializzate in SACD, Blu Ray o in formato liquido. I costi di produzione sono coperti dalla attività concertistica e soprattutto dal fatto che, un po' in tutto il mondo, si tratta di musica finanziata dal comparto pubblico, e i vinilisti che puntano al suono vintage e alle incisioni storiche (tanto ... è musica classica). Due tipici e ricchi mercati di nicchia.

Rimangono fuori gli appassionati di musica acustica moderna, folk e jazz per i quali non viene prodotto materiale in multicanale e che aborrono l'idea di ricorrere al multicanale simulato. Probabilmente in buona parte si rivolgono al vinile di ritorno anche loro, anche se molti sperimentano in parallelo la musica liquida. E la preferenza per il vinile spiega anche perché non viene prodotto materiale moderno in multicanale: troppo pochi gli interessati (ma non si sa se nasce prima l'uovo o la gallina).

Ultima domanda: veramente anche in questo caso i trend USA anticiperanno quelli europei ed italiani?
Forse solo in parte. Da noi c'è un altro vincolo notevole: la diversa tipologia di abitazioni. In America è prevalente la "house", villetta unifamiliare, il costo per metro quadro è molto più basso, lo spazio per un impianto HT c'è. Anche da noi c'è questa tipologia e per molti è un obiettivo. Ma è più frequente la tipologia "appartamento" (rara in USA) con costi al metro quadro che, almeno nelle città principali, sono tra i più alti del mondo. L'HT farà fatica a diffondersi.

(Le immagini ritraggono solisti e orchestra impegnati nella registrazione dell'album in Pure Audio Blu Ray della etichetta norvegese 2L Records, TrondheimSolistene "In Folk Style", giudicato tra i migliori per la classica in multicanale e premiato con un Grammy a dicembre 2010)





0 commenti:

Posta un commento

Sono stati segnalati occasionali problemi nell'inserimento dei commento con account Google con alcuni browser e impostazioni di protezione. In questo caso inserire il commento come "anonimo". Grazie