Il NAS
Si tratta come sappiamo di un componente hardware che è diventato uno standard da almeno due decenni nei CED, ma che da almeno 10 anni è arrivato anche nelle case, con lo scopo di memorizzare in un unico punto condiviso le immagini, i video e la musica per una famigia, sia che si tratti di contenuti acquistati (la musica, di solito), sia auto prodotti (le foto, di solito), sia entrambi (i video).
Ed è arrivato in particolare nel mondo della musica dove, grazie al protocollo DLNA, può centralizzare tutta la nostra musica digitalizzata, o musica liquida, in qualità CD o in alta definizione, in PCM o in DSD, e metterla a disposizione a player di qualsisi tipo accessibili in rete, via wi-fi o via powerline.
Non è altro che un computer specializzato (o "appliance") per l'archiviazione dei dati, a disposizione per tutti i computer di una rete locale. Con l'arrivo degli smartphone e del wi-fi la soluzione si è estesa anche a tutte le device mobili.
Si compone quindi di due parti: una CPU che gestisce la condivisione in rete e i procolli di comunicazione specializzati per i vari media, e i dischi di archiviazione, che possono essere i tradizionali dischi magnetici o, meno di frequente, ma in crescita, veloci dischi virtuali a stato solido. La CPU, in più gestisce anche, se prevista, la sicurezza dei dati.
I due tipi fondamentali di NAS
Proprio la gestione della sicurezza dei dati (ovvero il backup e restore automatico) distingue i NAS in due grandi famiglie: i NAS ad 1-slot (ovvero con un solo disco) e quelli a più slot (con sicurezza dei dati più o meno spinta).
- NAS a uno slot: la gestione del backup è a cura dell'utente esattamente come per i normali dischi USB,, quindi manuale o con software da acquistare a parte
- NAS a due o più slot: possono essere dotati da due dischi in su in base alla capienza del case, per aumentare la capacità ma soprattutto per consentire un backup automatico effettuato direttamente dall'unità. Che può essere un semplice mirroring nel caso di NAS a due slot (ogni dato viene copiato due volte in due dischi distinti, quindi se sono da 2TB la capacità totale rimane di 2TB) opure con tecnica RAID da 3 in su.
- Nei dischi RAID la scrittura avviene in parallelo su più unità per ottenere una velocità di scrittura più elevata (sono utilizzati in parallelo più braccetti di scrittura) ma inserendo anche informazioni per il recupero dei dati che utilizzano tecniche ottimizzate di protezione che sfruttano l'insieme dei dischi. Il risultato è che lo spazio utilizzabile per i dati è maggiore di quello dedicato alla loro protezione e sicurezza. Con tre dischi da 2TB (6TB complessivi) e tecnica RAID 5 si hanno ad esempio a disposizione 4GB di spazio, e 2TB sono utilizzati per la protezione.
- La tecnica RAID 5 garantisce sempre il recupero se una unità si guasta, se se ne rompono 2 o più assieme il recupero non è garantito se il numero di dischi non è sufficiente, per esempio se sono 3 non basta e ne servirebbero 5 e così via. Si tratta comunque di un evento (due assieme) che per un uso casalingo ha una probabilità molto bassa.
- La tecnica di mirror tradizionale ovviamente fornisce lo stesso livello di sicurezza del RAID 5 (se si guastano i due dischi assieme di perdono i dati).
Nel caso di un NAS a 2 o più dischi sono dolenti note solo per il portafoglio perché sarà necessario ricomprare il disco guasto (costo dai 100 € in su per i dischi di tipo RED, adatti ad un uso continuativo, che si usano tipicamente nei NAS) e poi effettuare le operazioni di ripristino con le utility fornite dal produttore del NAS.
Cosa si può fare nel caso di unità singole
Passiamo alle dolenti note più serie. Nel senso che si scopre che:
- La riparazione del guasto non è prevista dal fornitore:
- se è in garanzia è prevista la sostituzione dell'unità senza costi (o al massimo coi soli costi di spedizione) ma ovviamente con perdita completa dei dati contenuti;
- se non è in garanzia è lo stesso, soltanto che bisogna pagare di nuovo il NAS, ammesso che sia ancora in produzione (di solito quindi lo sfortunato utente ne comprerà uno nuovo di un'altra marca);
- laboratori anche privati che ci mettono le mani non si trovano, il problema è che anche il file system può essere proprietario.
- Il recupero è possibile ma ha un costo, che può essere molto consistente (anche da 600 € in su). Ci sono molti laboratori che offrono questi servizi con varie modalità (per esempio selezionare i file da recuperare) e alcuni grandi nomi del settore (come Seagate) che offrono un servizio specifico con varie opzioni non solo per i propri prodotti, ma anche per la concorrenza. Pare che il recupero dati sia un buon business, a giudicare dal numero di laboratori. I guasti quindi non devono essere pochi e rari.
Se abbiamo quindi fatto un backup manuale o con qualche software specifico sarà necessario in entrambi i casi (garanzia e non) ricopiare tutta la musica andata persa sul disco guasto dal backup. Perdendo probabilmente quella caricata dopo l'ultimo aggiornamento (nel post successivo saranno illustrate le varie strategie di backup).
Se invece sono anni che non facciamo nessun backup l'unica alternativa sarà tra pagare il consistente importo e recuperare i dati (e non è certo il successo) oppure ripartire da zero e riflettere sulla opportunità di passare ad un NAS Raid 5.
Il piano di servizio recupero dati
Un noto produttore, tra i principali (Seagate) propone da alcuni anni un'alternativa interessante: un piano di servizio di recupero da sottoscrivere come abbonamento, e che comprende fino a 2 recuperi nel periodo. Non costa molto (29,99 € per 2 anni) e qindi conviene comunque attivarlo. Si applica anche a prodotti dei competitori (come il recupero in laboratorio su richiesta che comunque Seagate fornisce) ed è ovviamente indirizzato a dischi nuovi e non usati da tempo.
La mia ipotesi era che con questi costi il servizio fosse basato su un backup in cloud, del tipo di iCloud di Apple versione full. Solo che qui il volume dei dati e' 20 o 30 volte superiore. Ma non è così, il loro efficiente servizio di numero verde (disponibile in 7 lingue, la settima è la nostra) mi ha chiarito che si tratta di assicurazione pura, che sfrutta la capacità dei loro laboratori (ed il fatto che evidentemente i dischi non si guastano così spesso e/o il recupero non è così arduo).
La mia ipotesi era che con questi costi il servizio fosse basato su un backup in cloud, del tipo di iCloud di Apple versione full. Solo che qui il volume dei dati e' 20 o 30 volte superiore. Ma non è così, il loro efficiente servizio di numero verde (disponibile in 7 lingue, la settima è la nostra) mi ha chiarito che si tratta di assicurazione pura, che sfrutta la capacità dei loro laboratori (ed il fatto che evidentemente i dischi non si guastano così spesso e/o il recupero non è così arduo).
Questo servizio consente di includere per i NAS sicuri anche quelli ad uno slot, come il compatto Western Digital nella figura qui accanto. Per un costo di ca. 220 € al momento, quindi comunque minore di un 30% rispetto ad un NAS "autonomo" RAID 5 a 3 slot.
In sintesi
L'archiviazione della musica digitalizzata è un'area da non trascurare per chi vuole estendere le possibilità di ascolto anche all'alta definizione. Le diverse soluzioni e i vari produttori non introducono alcuna differenza nell'ascolto ma non deve essere affatto dimenticata la massima attenzione alla sicurezza, rispetto alla perdita dei dati. Nel prossimo post una soluzione alternativa di NAS fai-da-te e un approfondimento sul salvataggio della nostra preziosa "musica liquida".
Per ulteriore informazione, queste cose le ho apprese quando si è guastato il mio NAS ...
(Nelle immagini 3 NAS ad 1 slot del tipo "pronti all'uso", dall'alto il Personal NAS MyCloud di Western Digital, il modello 119i di Synology e il My Cloud Home sempre di Western Digital)
Per ulteriore informazione, queste cose le ho apprese quando si è guastato il mio NAS ...
(Nelle immagini 3 NAS ad 1 slot del tipo "pronti all'uso", dall'alto il Personal NAS MyCloud di Western Digital, il modello 119i di Synology e il My Cloud Home sempre di Western Digital)
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