Il vinile oggi, ha ancora un senso? O, per essere più precisi, esiste una motivazione razionale per dotarsi di questo affascinante sistema di riproduzione?
Escludendo ovviamente quelli, ragazzi degli anni '60 o '70 per lo più, che hanno una grande discoteca di centinaia o migliaia di vinili e non perseguono l'insano proposito di liberarsene.
Se la motivazione è ascoltare la musica beneficiando dei vantaggi reali o presunti del suono analogico, la risposta non può che essere negativa o almeno dubbia. Perché la produzione nuova, pur abbastanza ampia ormai, è una goccia nel mare della produzione totale. Ed inoltre, è analogica per modo di dire, perché la registrazione e' praticamente sempre in digitale.
Più estesa la scelta tra le ristampe, anche perché il target sono essenzialmente i sopra citati ragazzi degli anni '60 e '70, che hanno la tendenza, come noto, di ricomprare sempre gli stessi dischi. In questo caso, gli LP comprati appena usciti, risparmiando sulla paghetta, poi rovinati o persino venduti, poi ricomprati in CD ora abbandonati e negletti e sostituiti con vinili da 180g.
Un ecosistema premium
Ma il vinile e tutto il suo affascinante corredo di strumenti per suonarlo, non deve essere visto come un mezzo per ascoltare la musica, ma come un ecosistema (ora si usa questa parola) che trasmette sensazioni di autostima, di differenziazione, di apprezzamento per il bello seppur per altri superfluo, di raffinata estetica. In altre parole quello che nel marketing e' indicato spesso come "premium" pensando soprattutto alle auto pensate per distinguersi e dare una sensazione di unicità ai proprietari. Sulla scia della riuscita riedizione della Mini curata dalla BMW.
In un mondo più vicino ai dischi si può fare un parallelo, con i libri d'arte o di fotografia. Per vedere le foto di McCurry o di Salgado ci basta un buon PC con uno schermo HD, ma il grosso e pesante libro di fotografia, appoggiato casualmente e in bella vista nella nostra libreria, trasmette messaggi positivi e gratificanti al visitatore occasionale, e fornisce anche a noi il piacere di sfogliarlo e godere delle immagini, pur ben note, in grande formato ed eccellente stampa.
Ma il vinile e tutto il suo affascinante corredo di strumenti per suonarlo, non deve essere visto come un mezzo per ascoltare la musica, ma come un ecosistema (ora si usa questa parola) che trasmette sensazioni di autostima, di differenziazione, di apprezzamento per il bello seppur per altri superfluo, di raffinata estetica. In altre parole quello che nel marketing e' indicato spesso come "premium" pensando soprattutto alle auto pensate per distinguersi e dare una sensazione di unicità ai proprietari. Sulla scia della riuscita riedizione della Mini curata dalla BMW.
La copertina folding (doppia e apribile) di un LP che è un tipico esempio di copertina da collezione, di grande impatto. Stranded dei Roxy Music. |
Ma la nostra libreria non è costituita solo da libri d'arte, si tratta di scelte mirate, e che vogliono anche veicolare un messaggio su di noi, sulle nostre preferenze, sulla nostra cultura nel campo dell'arte e della fotografia, o della nostra originalità o capacità di essere controcorrente. Un esempio di questo uso ormai tipico del libro d'arte si può vedere nel noto film Carnage di Roman Polansky. Analoghi messaggi possono essere veicolati dai grandi LP con le loro colorate e originali copertine, come quella di Stranded che si può vedere sopra, ma anche con il messaggio insito negli artisti scelti e nei loro album. Meno esteticamente gestibili e mostrabili dei libri d'arte però, soprattutto se disposti, come richiesto dalle buone norme di conservazione, all'impiedi e di costa. Qualcuno particolarmente amato dovrà essere ben visibile.
Gli LP però hanno anche l'esigenza di non essere uno sparuto gruppetto, indice di una passione molto superficiale e poco sincera. Ne serve qualche scaffale, come mostrato in un altro divertente film con Ben Stiller e Naomi Watts (Giovani si diventa) quando il protagonista entra nella casa della sua controparte Adam Driver (il giovane) che invece che una parete di CD come lui, ha una parete di LP, ovviamente d'epoca.
Quindi per concludere questa premessa sulla possibile spinta "estetica" alla costituzione di una discoteca di LP da zero, oggi, bisogna anche preoccuparsi di acquisire una discreta collezione, cosa non difficile intercettando i non pochi che se ne vogliono liberare per motivi di spazio o di irreversibile scelta digitale.
Lo strumento giusto
Per completare il percorso verso il vinile come affascinante ecosistema d'immagine occorre anche prevedere una giusta scelta per il giradischi e i suoi necessari accessori. Qui non servono quei giradischi esagerati da mostra d'alta fedeltà, pesanti come una Harley Davidson e costruiti con leghe usate solo per le navicelle spaziali. Basta molto meno, anche se non quei giradischi super essenziali tipo Rega Planar 3 o Pro-Ject Debut, ma comunque qualcosa che mostri sostanza e peso, e materiali esclusivi o pregiati, quindi a scelta legno, perspex o acciaio. Preamplificatori phono o testine sono meno critici perché meno visibili e dall'utilità ignota ai più.
Non è il caso di mettere qui come suggerimento uno o più modelli in commercio, il blog sembrerebbe una classica rivista del settore con articoli redazionali, quindi come esempio di giradischi di sicuro effetto inseriamo qualcosa che non è più in produzione da tempo, per esempio il lineare e splendido Luxman PD 277. Una trazione diretta, alcuni appassionati storceranno il naso ma, state sicuri, il suo lavoro lo fa comunque bene.
Oppure un super-classico di sicuro effetto (e qualità sonora); un Linn Sondek LP12 usato.
Oppure, volendo spendere meno, un classico intramontabile, che può funzionare anche ottimamente se in eccellenti condizioni e posizionato perfettamente, e con testina adatta a un braccio non perfetto (o con braccio non standard): il Thorens TD160:
Non è il caso di mettere qui come suggerimento uno o più modelli in commercio, il blog sembrerebbe una classica rivista del settore con articoli redazionali, quindi come esempio di giradischi di sicuro effetto inseriamo qualcosa che non è più in produzione da tempo, per esempio il lineare e splendido Luxman PD 277. Una trazione diretta, alcuni appassionati storceranno il naso ma, state sicuri, il suo lavoro lo fa comunque bene.
Oppure un super-classico di sicuro effetto (e qualità sonora); un Linn Sondek LP12 usato.
Oppure ancora qualcosa di tecnologicamente vintage sino ad un pizzico di bizzarria, altro classico dell'alta fedeltà d'annata, il Denon DP62L, un altro esempio perfetto della stagione d'oro del direct-drive.
La soluzione per appassionati di musica
Ma chi non è interessato alla propria immagine e ai benefici che ne possa ricavare da un oggetto affascinante come un giradischi, accompagnato da una piccola ma raffinata collezione di vinili, ma ha invece come interesse solo la musica, può seguire anche un diverso approccio per scegliere il vinile come sorgente aggiuntiva.
Il motivo sono gli LP acquistabili sul mercato dell'usato. Non si trovano forse più le eccezionali occasioni di qualche anno fa, ma i proprietari di vinili che vendono la loro collezione sono ancora molti e i negozi che fanno da intermediari altrettanto. Quindi soprattutto sulla classica o sul rock meno noto e meno oggetto di collezionismo si trova ancora molto e a costi ragionevoli.
Aggiungendo che non è vero che il vinile sia così delicato e anche gli album usati possono essere perfettamente ascoltabili, avendo le necessarie attenzioni nella scelta e nella verifica preventiva.
Così con uno sforzo economico limitato si può mettere insieme una libreria musicale analogica di tutto rispetto, anche se non costituita dai 1000 dischi citati di solito nelle lettere degli appassionati (ma sarà vero?), ma grazie alla quale si potrà ascoltare molta buona musica e anche scoprire, grazie alla casualità del mercato usato, nuovi mondi musicali.
E beneficiando, soprattutto, del suono del vinile che, per motivo mai ben spiegati, risulta al nostro ascolto particolarmente gradevole, caldo, musicale, naturale.
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