martedì 29 gennaio 2013

Un compressore dinamico in prova

Un precedente post era dedicato agli effetti negativi della compressione dinamica sui buoni ascolti e a tutta la polemica su questo argomento che normalmente è indicata con il termine "loudness war".
La compressione dinamica rende la musica meno realistica all'ascolto, ma più adatta ad essere suonata su impianti non hi-fi (i più diffusi) o in situazioni in cui ascolti hi-fi non sono possibili.

La compressione dinamica può però aggiungere al nostro corredo di applicazioni per la gestione dei contenuti una funzionalità utile per l'ascolto di materiale musicale ad alta dinamica in ambienti o situazioni nei quali la gamma dinamica non è sufficiente. Esempio tipico è l'ascolto in auto di musica classica, un ambiente che non può essere silenzioso come una stanza della nostra casa e contenuti musicali che, come abbiamo visto nel post precedente dedicato alla misura della dinamica con il metodo DR (dynamic range) possono raggiungere anche i 16-17 dB di variazione rispetto al valor medio pesato. Questo post è dedicato alla verifica dell'efficacia di questa soluzione.

Il compressore di dinamica
Un compressore di dinamica è un algoritmo della categoria DSP (digital signal processing) che alza opportunamente i passaggi a basso livello, quelli che sarebbero coperti dal rumore di fondo, e abbassa quelli ad alto livello, che porterebbero l'impianto in zona distorsione e/o sarebbero troppo elevati in auto e anche non sicuri perché mascherano i rumori esterni. Dovrebbe fare il tutto in modo automatico e più efficace quello che facciamo noi istintivamente in questa situazione, abbassando e alzando continuamente il volume, e perdendo molto presto ogni interesse a proseguire l'ascolto in questa situazione.
L'ideale sarebbe che questa funzionalità di elaborazione audio fosse inclusa direttamente negli impianti di serie delle vetture, ma così non è, e una diversa strategia può essere quella di preparare preventivamente il materiale compresso per l'ascolto in auto, partendo da quello non compresso che ascoltiamo a casa.

Il component Effect DSP di Foobar2000
Un compressore di dinamica può essere un componente specializzato professionale per studio di registrazione ma può essere anche una applicazione per PC. Ne esistono diverse ed una che gode buona fama si chiama vlevel ed è stata sviluppata per ambiente Linux. E' stata portata anche in ambiente Windows con la realizzazione di un component per Foobar2000, ma provando ad installarlo sull'ultima versione del popolare media player da' un errore di incompatibilità. Problemi di aggiornamento evidentemente. Ho ripiegato quindi su un diverso component, che aggiunge alle funzioni DSP già presenti di default sul media player la compressione dinamica.

Preparazione del materiale
Una volta installato, il component, che si chiama Effect DSP (foo_dsp_effect) è auto-installante e si trova alla solita pagina dei componenti aggiuntivi, non fa altre che aggiungere, tra molte altre, una nuova funzionalità "dynamic compressor" alla lista di quelle attivabili nella sezione processing del converter setup, come si vede nella figura sotto. Per ottenere un brano o un intero album compresso dinamicamente l'unica cosa da fare quindi è convertirlo in questo modo. Ricordandosi poi di deselezionare questa funzionalità e di rinominare i file o la cartella per riconoscerli come compressi.


Con il tasto Configure selected si possono variare i parametri della compressione. Nel test che ho fatto ho lasciato i valori di default, confidando che non siano scelti a caso ma perché sono quelli comunemente più efficaci.


Per verificare l'efficacia bisogna fare una prova d'ascolto, ma per rendere più oggettivo il test si può anche misurare l'effetto del processamento usando proprio la utility dynamic range già analizzata in un precedente post, prima e dopo la cura. I brani che ho scelto erano di musica classica, ovviamente, provenienti da un eccellente disco della BIS (un SACD, ma ho usato lo strato CD) e da un altro CD sempre di musica per piano, ma più semplice, e sempre di Prokofiev:


  • Prokofiev: Piano Concerto No. 2 in G minor, Op. 16 - III. Intermezzo- Allegro moderato - Pianista Freddy Kempf, Bergen Philharmonic Orchestra diretta da Andrew Litton
  • Prokofiev: Piano Sonata No. 2 in D minor, Op. 14 - IV. Vivace, Moderato, Vivace
  • Prokofiev: Toccata da 10 Small Pieces, pianista Eteri Andjaparidze

L'analisi mostrava sul primo pezzo un DR pari a 15, 16 sul secondo e 12 sul terzo. Tutti brani quindi effettivamente ad alta dinamica. Dopo il trattamento il primo scendeva a 12, il secondo a 14 e il terzo a 11 DR. Qui nel seguito i dati del primo pezzo prima e dopo la compressione.


Come si vede dai log riportati sotto il programma ha anche livellato i due canali e ha alzato di parecchio il livello più basso (RMS è il punto medio) mentre non ha agito sul massimo ovviamente, che era già prossimo allo 0dB,



Per l'ascolto in auto occorre poi trasferire i file audio convertiti su un CD o su una pen-drive USB a seconda degli ingressi disponibili sul lettore dell'auto. Io ho usato un CD. L'importante è scegliere l'ingresso sul quale non viene fatto alcun pre-processamento, normalmente il lettore CD (se ancora c'è) dovrebbe essere "pulito".

L'ascolto in auto
Occorre fare una doverosa premessa. Un impianto di serie, tranne (forse) alcune auto alto di gamma, è in criticità proprio all'origine per un ascolto con una escursione dinamica elevata, perché ha difficoltà a produrre alti volumi senza distorcere in maniera udibile. I risultati ottimali richiedono un impianto realizzato da un installatore specializzato con amplificatori dedicati alle diverse vie e altri accorgimenti connessi. Come quello che ho in auto e su cui ho fatto la prova, che non si applica quindi ad impianti di serie dove, ritengo, l'effetto potrebbe essere meno evidente.
Nel CD avevo semplicemente alternato gli stessi brani non compressi e compressi e ho proceduto all'ascolto in un normale trasferimento in città quindi in condizioni di rumorosità ambientale medie. Per fornire tutti i dati aggiungo che l'auto è una Mini ultimo tipo, quindi un'auto di impostazione sportiva ma non troppo, quindi non ai massimi livelli di silenziosità ma comunque con buon livello di insonorizzazione rispetto ai rumori esterni (non avevo a disposizione un'Audi A8 per fare una prova comparativa).

Risultato ottenuto
Il risultato all'ascolto, anche con i parametri di default è stato molto positivo. Tutti e tre i brani, ma più marcatamente il secondo, senza compressione risultavano molto difficili da ascoltare con soddisfazione, i frequenti passaggi a basso livello diventavano meno intellegibili perché disturbati dal rumore di fondo. La compressione invece era molto efficace. Per prima cosa, non avvertibile alcun effetto artificioso né un abbattimento eccessivo della dinamica, che sembrava anzi ancora più evidente, paradossalmente, perché percepibile per intero. Basta solo trovare il volume giusto (non troppo alto nei fortissimo) e poi godersi la musica, anche nei momenti più critici rumoristicamente parlando, come gli occasionali passaggi sul mitico sampietrino (pavé) romano. Uno strumento molto utile.

domenica 6 gennaio 2013

Foobar2000 versione 1.2: Aggiornamenti

I prodotti software evolvono, arrivano nuove versioni, e le guide in Internet inevitabilmente invecchiano. Succede anche per quelle che abbiamo pubblicato per Foobar2000, arrivato ora alla versione 1.2. Ora un po' più semplice da configurare.
Questo post è quindi un aggiornamento alle precedenti mini-guide di Foobar2000 elencate nel seguito:
1. Dopo l'installazione
La versione 1.2 comprende già una serie di componenti (vedi figura) e all'avvio la prima volta consente di scegliere "a vista" la interfaccia che si vuole usare tra una decina di configurazioni (si può cambiare anche dopo). Ho scelto quella più semplice che mostra i dati dell'album che si sta eseguendo. Si può anche inserire in una delle finestre la libreria (album list) oppure lasciare la visione della libreria in una finestra a parte, attivabile con Library > Album List e poi configurabile.
Questa configurazione a vista è anche richiamabile in seguito con View > Layout > Quick Setup.




2. Quello che è già incluso

Playback
Sono già inclusi nel kit quasi tutti i formati audio lossless, sono da installare a parte solo Monkey Audio (.APE) e SACD (.DFF). Quelli inclusi quindi sono:
  • non compressi: WAV, AIFF
  • compressi lossless: WMA, FLAC, ALAC, WavPack
  • compressi lossy: AAC, MP3, MusePack
Convert
Come in precedenza il kit arriva con inclusi soltanto i convertitori ai formati non compressi WAV e AIFF. Per tutti gli altri formati occorre inserire in una directory del PC l'appropriato encoder e selezionarlo la prima volta. Dopodiché penserà Foobar2000 a ritrovarlo e a procedere con la conversione. Gli encoder bisogna cercarli pazientemente in rete ma quasi tutti i formati sono già preconfigurati sul media player e quindi non bisogna fare nulla di più.

I formati lossless di Apple (ALAC) e Microsoft (WMA) non sono invece preconfigurati e quindi occorre anche creare un nuovo formato nella sezione converter. In sintesi:
  • formati output non compressi supportati: WAV, AIFF
  • formati output compressi lossless preconfigurati da aggiungere: FLAC, WavPack
  • formati output compressi lossy preconfigurati da aggiungere: AAC, MP3, Musepack, Ogg Vorbis
  • formati output compressi lossless non preconfigurati: ALAC, WMA, APE (vedi nel seguito)

Driver bit perfect
Nella versione standard i driver vengono selezionati tra quelli installati sul sistema, incluso quello dell'eventuale driver esterno. Volendo utilizzare un driver bit perfect (WASAPI o ASIO) bisogna procedere con la installazione di un componente aggiuntivo (vedi dopo).

DLNA / UpNP
La configurazione di Foobar2000 per funzionare con protocollo DLNA come media renderer o media library è un'altra operazione che bisogna fare a posteriori.

Masterizzazione CD (Burn Audio CD)
Un'altra funzione molto utile che deve essere installata a parte. Consente di creare CD Audio standard da qualsiasi formato gestito da Foobar2000 e si aggiunge alle funzioni di Convert.

3. Mini guida alle personalizzazioni più utili
Sono disponibili nella libreria di Foobar2000 i components già pronti per aggiungere le seguenti personalizzazioni:
  • supporto WASAPI
  • supporto ASIO
  • supporto APE (MediaMonkey)
  • supporto DFF (file audio DSD - SACD)
  • funzionalità DLNA/UpNP
  • funzionalità Burn Audio CD
E' invece necessario rivolgersi a componenti esterni per i convertitori in formato ALAC e WMA.
Un'altra novità è che per molti components è ora disponibile un kit auto-installante. Basta quindi attivarlo cliccandovi sopra per inserire la nuova funzionalità in Foobar2000. Per gli altri bisogna invece procedere come prima, quindi: 1) estrarre dal file zippato l'eseguibile in formato .dll  2) trascinare col mouse il component estratto nel pannello che si apre con la sequenza Preferences > Components  3) selezionare il componente da installare e cliccare sul tasto Apply.

WASAPI
A differenza che in precedenti configurazioni il supporto WASAPI deve essere installato a parte. Il component si scarica sempre da http://www.foobar2000.org/components e per la ricerca si può usare CTRL-F > wasapi. Il componente specifico è foo_out_wasapi ed è auto-installante: si lancia, si aggiunge agli altri automaticamente , bisogna solo selezionare il pulsante Apply in Preferences > Output.
La novità è che ora sono presenti due modalità, Events e Push tra le quali si può scegliere (vedi figura). La modalità Events secondo la documentazione è quella preferibile, se il DAC USB la supporta.


ASIO
Identiche operazioni per il supporto ASIO. In questo caso è prevista una sola opzione e procedendo come sempre viene aggiunta la nuova funzionalità.


Player: Supporto APE
Anche in questo caso il component scaricato è auto installante e tutto funziona in pochi attimi, consentendo si ascoltare mediante Foobar2000 anche file audio in questo formato.

Player: Supporto DFF
Sono i file per PC convertiti da album in formato SACD, quindi in risoluzione 24/88.2.
Il component in questo caso non è auto installante e bisogna inserirlo a mano, come anticipato in precedenza. Almeno su Windows 7 ho notato che l'unico sistema che funziona è il drag & drop. In altre parole bisogna aprire il pop-up Preferences > Component e trascinare il file .dll dalla directory in cui è stato decompresso e salvato sull'elenco dei componenti. Dopodiché si procede con Apply come negli altri casi.

Conversione in ALAC
E' il  formato più compodo per chi usa anche iTunes e quindi inserisco alcune informazioni aggiuntive perché l'installazione è un poco laboriosa.
L'encoder si chiama qaac.exe e si trova (almeno attualmente) in questo sito della organizzazione che lo ha sviluppato. Nel testo descrittivo a un certo punto viene indicato dove scaricare gli eseguibili (... download latest version here ...).
Si deve inserire in una directory a propria scelta e poi configurare un nuovo encoder nel pannello Convert > Choose Output Format di Foobar2000.
Per aggiungere un nuovo convertitore utilizzare il pulsante Add New  e poi nel menu a tendina la opzione Custom (vedi figura).
I vari campi del pannello vanno compilati esattamente come indicato nella seconda figura, nel primo campo va inserita la directory dove è stata salvata l'applicazione qaac.exe, nel secondo la estensione del file che verrà creato, nel terzo i parametri e così via. Usare esattamente questi valori e selezionare l'ultima versione (la 2.10 in questo momento).
Importante, per funzionare deve essere installato anche Quick Time, che sarà però presente già se avete installato iTunes.
Fatte queste operazioni preliminari la conversione si potrà eseguire nel solito modo e sarà come sempre molto veloce.



Nota 1: La verifica delle funzionalità a cui si riferiscono gli screenshots pubblicati nel post è stata effettuata con Foobar2000 alla versione 1.2 su sistema operativo Windows 7 Home Premium aggiornato a Service Pack 1.
Nota 2: Possono esservi modalità diverse in altre versione del sistema operativo, nel caso ciò avvenga, può essere segnalato nei commenti.

giovedì 3 gennaio 2013

Dynamic Range: prova pratica

Proseguendo il discorso iniziato con il post precedente, e prendendo spunto dai commenti, proviamo ad approfondire gli strumenti e le analisi sulla tecniche di registrazione utilizzate negli ultimi anni e soprattutto sulla tendenza a utilizzare compressione dinamica ed equalizzazione loudness per far suonare "forte" le ultime produzioni, con possibili effetti collaterali negativi sulla qualità del suono.

Rendere (nuovamente) piacevole la musica
L'associazione che ho citato nel post precedente, e alla quale ha fatto riferimento in più riprese TNT-Audio, che ha preso il nome di Pleasurize Music Foundation, è nata proprio con lo scopo di proporre e diffondere una misura della dinamica per ogni nuovo album in uscita che, secondo le loro intenzioni, avrebbe aiutato, come una specie di marchio DOC, la diffusione di registrazioni migliori e quindi la fine di quella rincorsa senza fine a cui è stato dato il nome di loudness war.
Intenzione lodevole ma a quanto sembra poi arenatesi, visto che gli ultimi aggiornamenti sul sito risalgono al 2010 (l'iniziativa era partita nel 2009), nonostante il buon interesse riscontrato, con oltre 20 mila sostenitori, in grande maggioranza operatori del settore.

Il Dynamic Range (DR)
La misura del Dynamic Range è però rimasta come risultato, oltre che tutto il sito dove, nelle interessanti FAQ si possono leggere informazioni sugli effetti negativi che la compressione ha sul risultato all'ascolto, secondo i componenti dell'associazione (in gran parte professori universitari e simili). In particolare, è stato sviluppato un software open source e portabile per misurare questo dato, ed è stato possibile per sviluppatori di ogni parte del mondo crearne altre versioni. Tra questi un benemerito programmatore olandese ha sviluppato anche un component per Foobar2000, che ha il vantaggio di poter applicare la misura a quasi tutti i formati supportati dal popolare media player, oltre che di rendere molto agevoli le operazioni. Il programmatore si chiama Soerin Jockan e il component per Foobar2000 si può scaricare da questo link. Ovviamente l'ho provato, sembra che funzioni correttamente, e nel resto dell'articolo sono commentati i risultati delle prove.
(Se il link non fosse disponibile è possibile recuperare il component a questo link sul nostro blog).

Le misure di Dynamic Range 
Valutare in modo oggettivo la qualità di una registrazione non è impresa facile, ammesso che sia possibile, l'obiettivo quindi è più limitato, un indicatore della dinamica effettivamente presente nella registrazione, e dell'eventuale ricorso alla compressione. Come spiegato nel sito dell'associazione che ha introdotto la misura non si tratta di un semplice rapporto tra il livello sonoro più alto e il più basso nel pezzo musicale da analizzare, ma della misura della distanza in decibel tra il livello medio di attenuazione rispetto allo zero e il livello di picco presenti nella registrazione, applicando anche opportuni correttori, per esempio per eliminare l'effetto dell'intro o della coda. Una sorta di media pesata della variazione dinamica, che può essere applicata alla durata di un brano o di un intero album. In questa sezione del sito (finché rimane accessibile) per chi voglia approfondire c'è una spiegazione più ampia del metodo seguito.

Il risultato tipico della misura è tra 8 e 12, ma il significato può variare in base al genere musicale, e quindi alla variabilità dinamica intrinseca che si porta dietro. In questa tabella, ripresa sempre dal sito, sono indicati i livelli di DR ottimali, buoni, o indicativi di compressione (verde, giallo, rosso) per i vari generi musicali.


Le misure
Prendendo come riferimento questa tabella ho iniziato a misurare alcuni album, per verificare se con questo metodo si possono recuperare informazioni più oggettive sullo stato della musica registrata.


La prima misura si riferisce al risultato più elevato in termini di dinamica che ho rilevato. Di 3 dB superiore al livello ottimale secondo la tabella (quindi un incremento consistente, essendo una scala logaritmica), è il dato ottenuto dalla registrazione diretta e senza editing della Chesky Records di un set tutto percussivo, lo stesso di cui ho parlato nel post dedicato all'audio binaurale.
L'applicazione è fatta molto bene e prevede anche un log con il dettaglio delle operazioni di misura effettuate.


Come si può vedere in questo brano il valore efficace del segnale (root mean square) è posizionato a meno 21 dB circa rispetto allo zero, e il valore di picco è prossimo allo zero. Con i correttivi previsti la misura secondo il metodo fornisce un valore di 17 per il Dynamic Range, o DR.

Con altri album di jazz e di classica che ho provato siamo sempre in zona verde, sopra al 12, fino anche al 16.




Vediamo come va sul rock
Ho iniziato da un album famoso per la qualità della registrazione, Dark Side Of The Moon, il risultato almeno da questo punto di vista, e secondo questo metodo di misura, è medio, DR11 sul brano più "dinamico".


Si trattava di una edizione rimasterizzata su CD, quindi sperabilmente corretta. Per scrupolo ho provato anche una versione in alta definizione (SACD) ma convertita per PC. Il risultato è simile, d'altra parte il livello di risoluzione non dovrebbe avere relazione con la dinamica.
Ho cercato quindi se altre registrazioni rock avevano una gamma più ampia. Andando un po' a caso ho trovato risultati prossimi all'ottimale con due incisioni sempre anni '70 degli Audience e dei Creedence Clearwater Revival (o CCR come li chiamavano i numerosi fans).



Con altri album eravamo sempre sopra al 10, quindi non in zona critica. Anche con album di musica soul recente e quindi apparentemente diretta ad un pubblico non da hi-fi casalingo, come Get Lifted di John Legend. Ma si tratta di una edizione in Dual Disc 16/48, forse questo fa la differenza.


Alla ricerca della compressione
A questo punto non restava che cercare qualche registrazione più recente, per vedere se effettivamente la gamma dinamica teoricamente riproducibile viene effettivamente compressa in alcuni casi. Proviamo con un album dell'anno scorso e di grande successo di una interprete molto trendy, Lana Del Rey.


Qui effettivamente siamo a livelli molto inferiori, prossimi alla zona rossa. Analizzando anche il log si vede che la attenuazione parte proprio dallo zero e in questo brano il livello medio è a meno di 7dB sotto lo zero.


Può darsi che questo dipenda dal tipo di musica, da un brano che per sua natura ha poche variazioni di dinamica. Per tentare una controprova ho pensato di esaminare qualcosa che intrinsecamente ha poca dinamica, per esempio un brano folk con solo chitarra, voce e armonica. Ad esempio un classico di Bob Dylan.


E' lo strato CD di un SACD recente, quindi rieditato con tutti i crismi, ma anche con un contenuto musicale così semplice la dinamica c'è. E anche un altro album di Dylan che era invece un CD standard aveva gli stessi valori. Sembra proprio che nell'album di Lana Del Rey, come in altri di genere analogo e recenti che ho provato (es. Avril Lavigne, DR7) la compressione dinamica sia applicata. Insomma, è una questione di genere musicale, ribadisco quello che scrivevo nel post precedente, esiste, c'è un motivo perché esiste, non si può farci molto (come dimostra indirettamente la apparente conclusione degli sforzi della associazione citata) e per il resto è anche questione di gusti musicali.

Prove aperte
La installazione del component è molto semplice e segue le solite regole per Foobar2000, la misura è molto veloce (pochi secondi per un brano, un minuto o anche meno per un album intero) e quindi eventuali lettori curiosi possono fare le loro prove, per esempio per verificare se ci sono differenze tra case discografiche o se altre registrazioni hanno valori ancora più elevati di quelli che ho trovato, o se successive edizioni dello stesso album presentano valori diversi. E magari condividerle qui.

domenica 30 dicembre 2012

La Loudness War

Pare sia in corso una guerra in campo musicale: la loudness war. Ne parla anche Wikipedia e sugli ultimi numeri di TNT-Audio editoriali del direttore e lettere dei visitatori evidenziano questa gara al peggio ingaggiata, a quanto pare, da fonici, produttori e, ovviamente, case discografiche, tra di loro, ma con destinatari ultimi noi poveri appassionati dei buoni ascolti.

Come si ascolta la musica, oggi?
Come ascoltano la musica, oggi, i consumatori ai cui puntano i suddetti produttori, editori  e case discografiche? Questa è la prima domanda da porsi per cercare di capire questo fenomeno.

  1. Con l'iPod e gli auricolari in dotazione
  2. Con l'iPod (o altro lettore, o smartphone) e una cuffia di caratteristiche hi-fi
  3. Con un notebook o un tablet e il sistema audio incluso
  4. Con un sistema 2+1 collegato al PC o al notebook
  5. Con un iPhone collegato a un dock amplificato
  6. Con un sistema multi-room con diffusori a parete o dissimulati
  7. Con un sistema portatile da esterni lettore + radio 
  8. In auto con l'impianto di serie
  9. In auto con un impianto car-audio
  10. A casa con un mini coordinato hi-fi
  11. A casa con lo stesso impianto Home-Theatre del televisore (2+1, 5+1 o soundbar)
  12. A casa con un impianto hi-fi 
A parte la configurazione numero 12 e, in parte, quella numero 8, appare chiaro a chiunque che in tutti gli altri casi non si può parlare di riproduzione con caratteristiche hi-fi. Anche quando (non sempre) la correttezza timbrica e la distorsione sono ancora accettabili mancano, per pura limitazione fisica dell'impianto, ed in misura più o meno marcata, la possibilità di riprodurre la gamma dinamica e la distribuzione spaziale dei suoni di un evento musicale. Che sono invece i parametri che caratterizzano un sistema hi-fi.

In particolare, la "potenza" dell'impianto non è in grado in nessun caso di ricreare una pressione sonora che si avvicina a quella di un evento reale (tranne forse nel caso 8) e, in più, la presenza di un rumore di fondo più o meno invasivo, tipico dell'ascolto in mobilità, rende la dinamica effettivamente udibile molto inferiore a quella che sarebbe richiesta. Inoltre, la ricostruzione spaziale richiede una precisa disposizione dei diffusori, impossibile con questi sistemi di ascolto.

Chi ascolta la musica e come?
All'elenco manca un elemento importante, la percentuale per ciascun tipo di ascolto, magari con il dettaglio per genere e per paese. Non so se le case discografiche abbiano questo dato, ne dubito. Ma sono certe, credo a ragione, che l'ascolto di tipo 11 (quello che interessa a noi e al quale è dedicato questo blog) è largamente minoritario e limitato a consumatori di musica interessati alla classica, al jazz, al new folk, al genere "adult contemporary" e, in misura minore, all'alternativa.

Tutti gli altri generi, quelli scaricati in grandi volumi, a volte persino a pagamento, quelli che producono fenomeni di divismo e di interesse che riempiono stadi per i concerti, o che producono passaggi radio o inserimenti in pubblicità e conseguenti ricchi copyrights, quelli, in definitiva, che producono la maggior percentuale dei magri ricavi che rimangono alle case major superstiti in questi anni di crisi inarrestabile del CD, sono ascoltati in prevalenza con gli impianti non hi-fi che sono elencati sopra. E a questa destinazione è rivolto il pensiero di produttori, fonici e, penso, anche dei musicisti.


Il loudness
Il loudness è la soluzione. Non è altro che una curva di equalizzazione che esalta i bassi e gli alti contemporaneamente. Era un controllo nato per consentire di ascoltare correttamente la musica anche a basso volume. Una condizione nella quale il nostro sistema uditivo privilegia le frequenze medie; esaltando gli estremi si ottiene un riequilibrio che consente di apprezzare, per esempio, i violoncelli o i contrabbassi in un concerto per pianoforte o in una sinfonia. Negli amplificatori anni '70 era sempre presente un pulsante o anche un potenziometro apposito. Poi caduto in disuso assieme ai controlli di tono.
Ma di nuovo utile per rendere più emozionante l'impressione d'ascolto quando si utilizza un altro sistema che si rende obbligatorio con sistemi di riproduzione carenti di dinamica: la compressione della dinamica. Così, ironia della sorte, il CD è stato introdotto negli anni '80 perché si diceva che la dinamica dell'LP era insufficiente, e ora proprio l'elevata dinamica è diventata un ingombro inutile.

Ma funziona?
Certamente. Per sincerarsene basta provare ad ascoltare un brano di musica classica in auto. Per esempio il primo movimento della IV di Beethoven, o una sonata per pianoforte del periodo romantico. Ci accorgeremo subito che la musica nei momenti di piano orchestrale sembra sparire sotto l'inevitabile rumore di fondo (dell'ordine dei 45 dB in un'auto moderna media e anche più ad alta velocità, quindi 10 dB in più, ed è una scala logaritmica, rispetto ad una stanza di casa) mentre, se aumentiamo il volume per sentire qualcosa, nei pieni orchestrali l'impianto o non ce la fa e distorce, oppure si supera il livello sopportabile per noi. Un ascolto molto irritante che conduce molto presto a cambiare musica o a spegnere.
E le case discografiche dovrebbero distribuire la musica che è il loro pane, il pop, il rock più recente nei suoi vari sotto-generi, l'electronica, con registrazioni quasi inascoltabili sugli "impianti" che i loro clienti più numerosi e importanti (i giovani) utilizzano? Ovviamente no, e così ad ogni nuovo album che esce la compressione aumenta e il volume apparente anche. La "loudness war" o "loudness race", appunto.

Qualcuno non se n'è neanche accorto
Come in tutte le guerre esistono anche delle zone neutrali. Sono appunto le produzioni dei generi "per adulti" che ho citato prima, con in grande evidenza la classica. Dove anzi c'è una piccola rincorsa a produzioni di qualità sempre più elevata, con elevata dinamica, più canali, utilizzo di nuovi supporti come il blu ray. Senza preoccuparsi della necessità di upgrade dell'impianto che possono indurre. E' un settore di nicchia, per quanto vasto a livello mondiale, e per chi segue questi generi la produzione continua ad essere accurata e priva di qualsiasi artificio peggiorativo. Certo, un contagio sui generi di confine può esistere. Casualmente, me ne sono reso conto scrivendo questo post, la grande maggioranza della musica che acquisto e ascolto io è di questo tipo, e quindi effettivamente della loudness war me ne sono accorto solo perché ne ho letto su vari media.

E c'è anche musica dove non ha effetto
Ci sono anche generi musicali naturalmente a limitata dinamica. In primis il folk, voce umana non impostata, chitarra acustica, contrabbasso o piccole percussioni non hanno escursioni dinamiche molto elevate, e si possono ascoltare piacevolmente a volume adeguato anche in situazioni dove la gamma dinamica a disposizione è naturalmente ridotta. Lo stesso discorso vale, all'opposto (verso gli alti livelli di pressione sonora) per la musica techno o house. Non è quindi un problema universale.

Una possibile soluzione
Uno dei cortesi visitatori che ha scritto a TNT-Audio proponeva come soluzione equalizzazioni personalizzate in base all'uso. A dinamica piena per impianti hi-fi o supporto vinile, a dinamica compressa per gli altri. Sarebbe logico, e anche molto bello, ma nell'attuale situazione del mercato discografico è pura teoria. Perché mai case discografiche in difficoltà e in continua riduzione dei margini dovrebbero investire risorse, non cospicue ma non nulle, per mercati assolutamente marginali e in contrazione come quello dell'hi-fi di livello? Senza alcuna garanzia di un ritorno dell'investimento. 

La vera soluzione
Sarebbe la valorizzazione della qualità. Ma i molti scettici del settore hi-fi, tra cui è inclusa anche la altrimenti encomiabile TNT-Audio (non in solitudine, assieme alla maggioranza degli audiofili) si sono sempre schierati contro i timidissimi tentativi dell'industria della musica di introdurre sistemi di maggiore qualità, prima il SACD e il DVD-Audio, e ora l'alta definizione in digital download. Se anche il target di mercato a cui erano diretti rifiutava i nuovi formati, come proporli al grande pubblico? E hanno rinunciato quasi subito. 
Il risultato è che la qualità non è un valore vendibile in musica e che è un concetto ignoto al grande pubblico, a cui va benissimo l'MP3 (e se va bene a loro va ancora più bene alle case discografiche). A questo punto è inutile lamentarsi, per giustificare le funzionalità dei nuovi supporti la qualità e la dinamica non avrebbero potuto essere limitate ma casomai esaltate, o addirittura sarebbero nate registrazioni di serie A e di serie B, con inevitabile movimento verso la seria A.

Segnali di luce in fondo al tunnel?
Per fortuna almeno la Apple un minimo di attenzione la mantiene e ha introdotto autonomamente l'AAC a 256kbps che con musica semplice da' risultati più che accettabili, quasi indistinguibili dal CD. Grazie anche a validi DAC sugli iPhone. E alcuni ragazzi se ne sono accorti e vanno in giro con cuffie semi chiuse di buon livello (e buoni ascolti: provare per credere). Ma da questo a pensare che si stia diffondendo uno spontaneo movimento verso la qualità, come ho letto in qualche ottimistico editoriale recente, penso proprio che ce ne corra. Manca come minimo anche la sola consapevolezza di come si può sentire con un impianto hi-fi pur semplice ed economico, e anche un approccio diverso all'ascolto.

In sintesi
Contrastare le leggi di mercato è una impresa piuttosto difficile. Encomiabili gli sforzi di chi ci prova, come appunto TNT-Audio o l'associazione Pleasurize Music Foundation, ma fino a che non arriverà un nuovo Rinascimento audiofilo bisognerà scegliere la musica tra i generi rimasti nei territori neutrali o, se proprio si vogliono praticare i generi più popolari si dovranno ascoltare per come sono prodotti ora e per come la maggior parte degli ascoltatori (e dei musicisti) li concepiscono, magari anche sui sistemi per cui è pensato il loro mastering. 

(Nelle immagini due dock per iPhone ultima generazione, il Viso 1 della NAD e lo Zeppelin Air della B&W. Prodotti sicuramente validi ma con quello che costano si possono comprare un amplificatore in classe D e due casse compatte e ascoltare in alta fedeltà vera, seppur ai limiti inferiori. Ma sono sicuramente due sistemi più attraenti e giusti come look, oltre che più comodi da posizionare e installare. Chi vincerà?)

sabato 8 dicembre 2012

L'ascolto binaurale

La stereofonia, con soli due diffusori, può riprodurre un evento musicale in tre dimensioni? Grandi polemiche e dibattiti in rete su questo assunto, ma per un'altra tecnica che utilizza sempre due canali, quindi stretta parente della stereofonia, la risposta è sicuramente affermativa.

Prima di iniziare a descriverla, dovremmo forse chiederci come è all'origine il suono e come facciamo a individuarne la provenienza, e quindi a collocarlo nello spazio che per noi è, come sappiamo, in tre dimensioni. Nel paese di Flatlandia immaginato dallo scrittore inglese Edwin Abbott lo spazio era a due dimensioni, magari in qualche altro universo è a quattro o anche di più, ma per ora penso che tre dimensioni possano bastare.

Il suono, come noto, si propaga nell'aria con onde sonore di compressione e decompressione e il nostro sistema uditivo riesce a individuarne l'origine grazie al fatto che siamo dotati di due microfoni chiamati comunemente orecchie (come i nostri parenti mammiferi e la maggior parte degli esseri viventi) e di un raffinato sistema di elaborazione dei suoni posizionato nel nostro cervello che, attraverso le differenze di tempo, di intensità e di fase con cui arrivano i suoni (oltre una certa frequenza) ci informa della provenienza del suono stesso, con una buona approssimazione.

Una buona approssimazione che era particolarmente utile per l'uomo quando era ancora cacciatore (o preda) e doveva individuare al volo nella foresta un uccello verso cui scagliare una freccia o un giaguaro pronto a saltargli addosso.
Adesso ci serve per evitare di essere investiti da un'auto contromano o da uno scooter salito sul marciapiede, ma anche per godere nel modo più completo di una esecuzione orchestrale, individuando e localizzando la posizione degli strumentisti sul palco (vedi anche: La posizione degli strumenti).

Risulta quindi abbastanza intuitivo il motivo per cui Blumlein e altri hanno avuto l'idea della riproduzione stereofonica, che però nella seconda fase, la riproduzione, si porta dietro parecchie elementi di complessità rispetto al modello all'origine semplice di "2 microfoni - 2 diffusori - 2 orecchie".

L'ascolto binaurale
Neumann KU100
Con la tecnica binaurale ci si può invece ricondurre proprio a questo schema. Su Wikipedia e su altre fonti sono presenti trattazioni più approfondite, ma l'essenza è molto semplice: i due microfoni sono posizionati in una testa artificiale (o dummy head) in pratica la testa di un manichino nella quale sono riprodotti anche con precisione i padiglioni auricolari di un umano. I due microfoni, che dovranno essere ovviamente di buona qualità, posizionati dentro le "orecchie", cattureranno i suoni con lo stesso ritardo reciproco, la stessa fase, la stessa frequenza, la stessa intensità di una persona posizionata nello stesso punto dello spazio. Una volta registrati con un sistema di buona qualità e infine riprodotti con una cuffia stereo riproporranno alle nostre orecchie lo stesso mix di onde sonore che avremmo percepito se fossimo stati sul luogo della registrazione.

Già da questa breve descrizione si può capire che il sistema può funzionare, ma è possibile sincerarsene di persona grazie al fatto che per apprezzare il realismo della riproduzione non sono necessarie attrezzature di elevatissima qualità e neanche l'alta definizione. Basta una cuffia di buona qualità e un audio anche compresso, come quello che si può veicolare su YouTube. Dove infatti digitando "binaural" si trovano più di 20.000 risultati, tra cui molti video/audio intesi a produrre rilassamento e distensione attraverso la immersione virtuale in suoni pensati allo scopo.

Tra tutti ne segnalo due, uno musicale ed uno no, che possono togliere ogni dubbio e fornire anche una esperienza di ascolto interessante e divertente. Ovviamente bisogna indossare le cuffie. E anche fare attenzione ad indossare correttamente.



E anche quest'altro con diverse esperienze sensoriali comuni. Parecchi altri esempi si possono ascoltare da questo sito.

La suggestione
Come si può notare il messaggio sonoro inviato dalle cuffie è in grado di ingannare molto bene il nostro sistema di percezione, facendo credere che dietro di noi o intorno a noi ci siano effettivamente persone che suonano o fanno azioni che producono i rumori che stiamo ascoltando. Questa individuazione è facilitata ovviamente anche dalla nostra esperienza, ovvero dalla memoria uditiva acquisita nel tempo. Ad esempio individuiamo più facilmente il suono dei fiammiferi o delle forbici perché ne abbiamo avuto esperienza nella vita reale, fosse un suono a noi non familiare la suggestione sarebbe meno efficace. Lo stesso avviene per la musica, la immedesimazione nello spazio sonoro funziona maggiormente se abbiamo frequentato le sale da concerto e ascoltato musica dal vivo.

La musica in binaurale
A parte gli effetti speciali e le registrazioni ambientali intese a dimostrare la potenzialità del sistema, esiste anche musica registrata in binaurale per poter finalmente ottenere una vera ricostruzione spaziale. Alcune etichette specializzate stanno iniziando a produrla, utilizzando microfoni come il Neumann UK100 che si può vedere sopra. Una è la nota Chesky Records di David Chesky che gestisce anche il portale HDtracks, che ha una piccola sezione in binaurale (4 album al momento) distribuiti anche in HD con la registrazione a scelta in binaurale o con registrazione stereo con microfoni disposti in "Blumlein pair".

This recording was done in two versions. The first, like all Chesky recordings, was done with the Soundfield microphone configured as a Blumlein Pair, which is a stereo recording technique that produces an exceptionally realistic soundstage.
The second version was recorded with a Neumann KU-100 binaural microphone, which consists of a "dummy" head with a microphone implanted in the head's ear canals, to record a sound image as it would be heard by a human. When played over a good-quality full-size system or through in-ear headphones, the binaural version will give a stunningly accurate and realistic 3D reproduction of the original sound field.

La posizione della testa artificiale si può vedere in questa foto ripresa dal sito di head-fi.org relativa a una delle registrazioni, una sessione jazz con un gruppo di noti percussionisti.

Durante la registrazione di Explorations In Time and Space, con il batterista Lenny White,
a suo tempo nei Return to Forever, Jamey Haddad e Mark Sherman 
Ho scaricato qualche brano dall'album cui si riferisce l'immagine ed effettivamente l'ascolto in cuffia da' l'impressione di essere assieme ai musicisti che stanno suonando. Da provare.

E con due casse non si può fare la stessa cosa?
Non è così semplice. Con l'ascolto in cuffia si evitano all'origine due cause di distorsione del messaggio sonoro originale: le riflessioni nell'ambiente d'ascolto e la interferenza (derivata anche dalle riflessioni) tra i due canali stereo (l'orecchio destro sente inevitabilmente anche i suoni emessi dal diffusore sinistro e viceversa, in inglese crosstalk). Per questo motivo la ricostruzione spaziale in un ambiente diverso da quello originale (e sarà sempre così) potrà essere al massimo una approssimazione dell'evento originale e non potrà essere ottenuta con la tecnica binaurale ma con opportune tecniche di registrazione dell'evento originale. Sempre per questo motivo nel corso del tempo sono state proposte diverse tecniche che tentavano di realizzare la riproduzione binaurale anche in campo aperto eliminando il crosstalk (ambiophonic) oppure di catturare e riprodurre anche i suoni riflessi (quadrifonia e, in seguito, multicanale in diverse implementazioni).
Sulle potenzialità della semplice stereofonia nella riproduzione di una immagine spaziale proverò ad andare in maggiore dettaglio, anche con prove pratiche, in un prossimo post.

Hyperion in HD

Interessanti novità da Hyperion. Da una nuova sezione "studio master" è possibile ora scaricare materiale in qualità HD ad un prezzo base per album di 9-10 € circa. Rimane sempre disponibile la qualità CD a prezzo inferiore. Simpatica anche la possibilità di scaricare un brano sample gratis per diversi album, anche a qualità HD.  La risoluzione va da 20/44.1 sino 24/96 in base alla tecnica di registrazione, la maggior parte è produzione recente a 24/96. Il sito della casa discografica inglese specializzata nella musica classica presenta la lodevole iniziativa così:

An ever-increasing number of our albums offer Studio Master FLAC & ALAC files. These are 24-bit (or 20-bit in the case of some older recordings) and at whatever sampling frequency (44.1 kHz, 48 kHz, 88.2 kHz or 96 kHz) was used by the recording engineer at the time of recording (hence 'Studio Master'). These files are anything up to five times the size of their 16-bit 44.1 kHz equivalents and are more expensive. You should check the documentation of your playback equipment for compatibility with higher bit-rates and frequencies; most of our newest albums offer sample tracks for you to download and test free of charge.


Nel dorato mondo della classica si conferma quindi che la musica liquida e l'alta definizione sono già una alternativa reale a disposizione degli appassionati, senza che per questo debbano abbandonare per forza il tradizionale CD, in questo caso non con una proposta di nicchia, considerando la vastità e l'interesse del catalogo Hyperion. Vediamo velocemente alcune caratteristiche di questa nuova sezione e un aggiornamento generale sul sito, uno dei migliori in assoluto nel settore.

Codifica
Come nel resto del sito della casa britannica è possibile scegliere per la codifica tra il formato FLAC, comoda e preferibile per chi usa Foobar2000 o J.Media River come media player, e in generale più universale, e il formato ALAC di Apple per chi preferisce iTunes. La selezione è in alto a destra e in base ad essa vengono visualizzati i pulsanti di download diversi. Che per facilitare la scelta "switchano" anche loro tra i due colori adottati (verde per ALAC e blu per FLAC). I prezzi per il download sono i medesimi.

Prezzi
Sono variabili in base alla durata degli album e vanno da 7.45 sterline (poco più di 9 € al momento) per album in offerta intorno ai 60 minuti a 12 £ (quasi 15 €) per album tra i 70 e gli 80 minuti, e ancora più per i "doppi" da 125' e oltre. Prezzi competitivi rispetto a quelli di HDtracks e allineati a quelli di eClassical. Selezionando un album si possono anche scegliere singoli brani o movimenti di una sonata, altro vantaggio rispetto a HDtracks dove spesso per l'HD è possibile solo l'acquisto dell'intero album.


Sample
Come si vede nella videata di esempio in molte registrazioni recenti (questa è di dicembre 2011) è presente una traccia esemplificativa del lavoro, che si può acquistare e scaricare, al prezzo di zero sterline (you have nothing to pay è il messaggio prima del checkout), anche in qualità HD. Una scelta molto simpatica che secondo me invoglia l'appassionato a sperimentare e magari scoprire nuove cose nel vasto mondo della classica. Una soluzione a mio avviso migliore di quella scelta da Deutsche Grammophone, che offre il pre ascolto dell'intero album, ma in bassa qualità (90kbps) e pagando, anche se con un costo molto contenuto.


Download
Per completare il test di aggiornamento sul sito Hyperion ho proceduto nell'acquisto di un album, dopo aver scaricato alcuni sample gratuiti, anche per verificare l'efficacia del download. La scelta è caduta, tra le molte interessanti novità, su un album con musiche per violoncello e orchestra ispirate alla tradizione ebraica, dei compositori Bloch e Bruck, in risoluzione 24/96 e formato ALAC; perché il test questa volta l'ho fatto su un Mac, Un album che è anche incluso tra le offerte di Natale a 7.45£ in HD. Il checkout è molto semplice, per il pagamento l'unica cosa da notare è che non è incluso tra i sistemi accettati il popolare PayPal. Bisogna quindi usare la carta di credito che si usa per gli acquisti su Internet (e sulla quale consiglio sempre di attivare la notifica via SMS con soglia bassa).


Il download standard richiede la installazione di una applicazione ad hoc, Adobe Air, e quindi non è il massimo della comodità. E' possibile però in alternativa anche il download via browser, come per eClassical.  Tutto avviene comunque con grande facilità e gli stessi contenuti acquistati rimangono a disposizione per essere scaricati da PC diversi in tempi successivi.


Offerte speciali
Come iscritto al sito mi è arrivata oggi una email che elencava una serie di offerte speciali per le festività natalizie, con prezzi anche inferiori alle 6 sterline (per HD). L'aspetto economico, di una certa attualità ultimamente, è in evidenza anche nella pagina iniziale, che consente di cercare gli album con prezzo inferiore alle 6 o alle 4,5 sterline. Da aggiungere infine che il sito consente anche di acquistare i CD fisici via posta, con prezzo escluso spedizione di solito sotto le 10 sterline.


Altre simpatiche caratteristiche
Hyperion fornisce anche i dettagli di ogni registrazioni, luogo di registrazione, ingegnere del suono, produttore, oltre che risoluzione utilizzata (quella della copia in qualità "studio master" e inserisce perfino nei CD qualcosa che sarebbe previsto e possibile sin dai primordi, dallo standard Red Book ma che, per motivi misteriosi, le major e le altre case non hanno inserito quasi mai sui CD prodotti, il mitico CD text, quello che compare sul display del lettore.

Recording details: September 2011
City Halls, Candleriggs, Glasgow, United Kingdom
Produced by Simon Kiln
Engineered by Arne Akselberg
Release date: August 2012
Total duration: 61 minutes 29 seconds

Almost all newly manufactured Hyperion CDs (new releases and back catalogue) include CD-TEXT which can be read by many computer-based CD players as well as some of the more advanced free-standing players. Data is formatted as illustrated above.

E le major?
Sempre ferme allo stesso punto. Diffidenti verso gli utenti Internet anche nel mondo della classica. Ecco ad esempio una email promozionale di Ariama (della Sony) e che cosa viene risposto al potenziale cliente italiano interessato all'acquisto. Le major nel frattempo sono rimaste in tre, si estingueranno pur di non cambiare idea sull'utilizzo della rete o si fermeranno prima del precipizio (il cliff he ultimamente va così di moda)?



domenica 25 novembre 2012

Il vinile in pratica

Per chi ha iniziato ad ascoltare la musica ai tempi in cui il disco era di vinile, le azioni e gli accorgimenti per trattare in modo corretto i suddetti dischi erano noti ed  applicati da ogni appassionato appena un po' attento alla propria preziosa discoteca.

Il CD ha però generato una pausa di almeno 25 anni, una generazione, fino al ritorno del vinile (pur se non di massa) e può darsi che un ripasso di questi accorgimenti possa essere utile a chi l'ha scoperto o riscoperto.
Per tutti gli altri sono suggerimenti veramente banali, almeno credo. Al massimo possono costituire un ripasso.

La discoteca
La prima necessità da affrontare e' dove mettere i dischi e come disporli. Non è un problema se sono pochi, ma si spera che nel tempo diventino molti di più e di conseguenza bisogna trovare uno spazio adeguato. L'ingombro è ben maggiore rispetto ai CD, le copertine cartonate hanno una dimensione di 31x31 cm e quindi serve un ripiano di libreria di altezza adeguata, come quelli per i libri fotografici o per le enciclopedie, per chi ancora le ha. Perché i vinili vanno posizionati in piedi, mai sdraiati uno sull'altro. Perché pesano e il peso diseguale potrebbe deformarli, e certo nessuno vuole trovarsi nel tempo con i propri preziosi vinili ondulati.

LP pronti all'uso, ma sempre in posizione verticale.
L'archiviazione invece in una libreria chiusa e al riparo dalla polvere.

La copertina, la busta e le protezioni
I vinili nuovi a volte sono sigillati (sealed) con un rivestimento di plastica leggera che serve per proteggere la copertina cartonata durante il trasporto e/o l'esposizione nel negozio. Una volta aperta bisogna però toglierla perché è pensata per una tensione su quattro lati, e con un lato aperto potrebbe provocare una deformazione del vinile. Il rivestimento deve essere sostituito con una busta di plastica apposita, che si può trovare senza grandi difficoltà nei negozi specializzati di buste e cellophane o in rete.

Un classico di Miles Davis, Tutu, con la busta esterna di protezione
e la busta interna di carta originale per contenere il vinile.
La stessa cosa e' consigliabile fare per i dischi non sigillati o acquistati usati.

Il vinile e' poi protetto da una busta interna, normalmente di carta. Se fosse di plastica (e' molto raro), e' consigliabile cambiarla con una in carta perché può caricare elettrostaticamente il disco. Se l'album e' usato e la busta e' in buone condizioni si può lasciarla, negli altri casi, a meno che non sia una busta con foto o altro (come nel caso del disco di Miles Davis in figura) si può sostituire con una nuova, anche queste si trovano ormai con facilità.



Mettere il vinile sul piatto
Come tutti sanno la superficie del vinile si può sporcare e le tracce di polvere o altro possono avere effetto sulla riproduzione. In particolare sono molto temute le ditate che le mani anche minimamente sudate possono lasciare. Si possono togliere trattando il disco in vari modi ma è meglio evitarle, come è ovvio. Per estrarre il disco senza toccare le tracce con le dita bisogna farlo scorrere dalla busta di carta sulla mano aperta, fermandolo sul bordo con il pollice e bilanciandolo con il dito medio sul foro centrale della etichetta.


Come estrarre un vinile dalla busta interna
senza toccare i solchi con i polpastrelli
Il passo successivo sarà prenderlo con l'altra mano soltanto sul bordo e posizionarlo sul piatto, facendo attenzione a centrare il perno centrale del giradischi.
Una mano di dimensioni normali non ha problemi a tenere un disco in questo modo, anche se fosse la mano di una appassionata di vinile di genere femminile. Ho fatto fare con esito positivo un test di conferma  a mia figlia (che non è una appassionata di vinile, ma ha le mani piccole).

Per rimettere il disco nella copertina si seguiranno le stesse operazioni in sequenza inversa. Fare attenzione nell'infilare la busta con il vinile nella copertina cartonata a mantenere il lato aperto nella parte alta. In questo modo si protegge maggiormente il vinile stesso dall'ingresso della polvere e si evita anche che, prendendo l'album in mano, il vinile, più pesante, possa uscire e cadere dal lato aperto della copertina.

La puntina sul solco
La puntina deve scendere pochi millimetri prima del primo solco, dove ci sono i solchi guida; con un minimo di attenzione è possibile riuscire in questa operazione senza farla scendere a musica iniziata (dove i solchi sono fitti) e possibilmente senza mancare il piatto. Se si sente un po' di rumore all'inizio nessun problema, e' la testina che cerca il primo solco guida. Conviene pero partire con il volume più basso de normale. È un mondo dove tutto è manuale.

Altra questione è selezionare e ascoltare una traccia interna. Per chi viene dal CD ed è abituato a creare una propria scaletta di ascolto può essere una sorpresa. I vinili sono fatti per ascoltare i brani in sequenza, dall'inizio alla fine. Ma con un po' di abilità si può far partire l'ascolto anche da una traccia interna. D'altra parte ai tempi del vinile questi dischi venivano usati anche dalle stazioni radio, e i tecnici di studio dovevano per forza individuare la traccia del brano scelto per l'ascolto dal conduttore o dal DJ. Erano però spesso facilitati da giradischi professionali come i leggendari EMT, che avevano una piccola luce sulla testina per illuminare la pausa tra un solco e l'altro e facilitare così la operazione. Chi abbia la stessa esigenza può provvedere posizionando una luce diretta sul piatto (ad esempio una lampada da tavolo) e facendo un segno sulla testina (una striscia di etichetta adesiva) per individuare dall'alto la posizione della puntina.



La pulizia del disco
Se il disco e' gestito con un minimo di attenzione l'unica pulizia che occorre fare consiste nella rimozione della polvere, che fatalmente si accumula nel tempo anche nelle case più pulite e per i dischi più chiusi in sportelli e simili (ma non a grande velocità, non occorre essere ossessivi, ovviamente si suppone che i dischi e i giradischi siano in un ambiente ragionevolmente pulito e adatto al soggiorno di umani).

Il sistema più efficace e ormai rodato negli anni (o nei decenni) sono le spazzoline con elementi in fibra di carbonio tipo "record brush". Il carbonio e' conduttore e quindi durante la pulizia può scaricare le eventuali cariche elettrostatiche, quelle che provocano i piccoli "tic" che a volte si ascoltano. E le setole sono abbastanza sottili da entrare nei solchi. La polvere poi si vede, se c'è, e si sposta gradatamente con un movimento a spirale fuori dal disco, pulendo poi ovviamente la spazzola dopo ogni passata sul bordo del supporto.



L'operazione di pulizia è semplicissima e intuitiva e deve seguire, come viene logico fare, lo stesso verso del movimento che farebbe il disco sul piatto. Ovviamente il piatto deve essere fermo.


Un accessorio ancora più efficace per togliere la polvere dalla superficie dei vinili è il sistema Nagaoka Rolling Cleaner, anche questo in uso da decenni e nuovamente in vendita da diversi anni. Un rullo con un materiale adesivo che cattura la polvere anche all'interno dei solchi, costa un po' di più ma è certamente più efficace, ma non essenziale per dischi ben tenuti. Da non utilizzare sul piatto del giradischi ma su un piano di appoggio diverso. Si può leggere una recensione dell'oggetto su TNT-Audio.

La pulizia della puntina
La puntina e' meglio lasciarla in pace il più possibile. Ma ovviamente può raccogliere la polvere per come lavora e quindi ogni tanto occorre controllarla ed eventualmente pulirla. Normalmente l'accumulo di polvere si può vedere in controluce e anche sentire (come distorsione) quindi non bisogna ripetere l'operazione tutte le volte.

Un'operazione molto semplice, lo strumento da utilizzare e' un normale pennello per dipingere (quadri ovviamente, non muri), di misura ridotta e con setole morbide. Il detergente, normale alcool denaturato. L'unica accortezza e' muovere il pennello 2-3 volte nel verso del cantilever (il braccetto sul quale è incernierata la puntina, molto delicato) quindi dalla testina verso l'esterno del braccio. Il tutto ovviamente con la massima delicatezza e attenzione.

E se il disco e' proprio sporco?
Si può lavare. Le macchine per farlo sono piuttosto costose e se i dischi da lavare non sono decine costa meno ricomprarli. Pochissimi super appassionati hanno nell'impianto anche questi oggetti, i "lava dischi". Alcuni negozi specializzati forniscono il servizio a 5-10 euro a disco inclusa busta interna nuova. Bisogna cercarli, ma almeno nelle grandi città si dovrebbero trovare. Esistono poi diversi sistemi casalinghi per la pulizia di dischi talmente sporchi da essere inascoltabili ma, a mio parere, in questi casi un recupero è veramente improbabile. Se non è proprio anche questo un hobby e se il contenuto non è proprio introvabile conviene ricomprarlo, magari in CD o con download digitale.

L'ultimo solco
Tutti i giradischi hi-fi sono manuali e quindi al termine dell'ascolto di una facciata occorre sollevare il braccio con la stessa levetta usata per calarlo sui solchi, spegnere il motore, riprendere il vinile e riporlo nella busta interna con le stesse operazioni manuali viste prime, al contrario. Se però bisogna passare alla seconda facciata occorre ruotarlo tenendolo con il palmo delle due mani, e aiutandosi con una rotazione del polso. Più difficile da spiegare a parole che da farsi, è un movimento che viene naturale se teniamo ben in mente che la cosa fondamentale è evitare di mettere le dita sui solchi e toccare solo il bordo del disco. Ovviamente in questa operazione di rotazione bisogna stare attenti a non far cadere il prezioso vinile. Non è fragile come il suo predecessore, il 78 giri, ma è meglio evitare di metterlo alla prova.

L'etichetta rivelatrice
Appoggiare il disco sul piatto centrando il perno centrale non è una operazione così facile come sembra. Inevitabilmente si appoggia quasi sempre il perno sulla etichetta di carta centrale una-due volte prima di infilare il foro. E si lascia così un segno rivelatore sulla etichetta stessa. Visibile in controluce, e che è una sorta di memoria del numero di volte che il disco e' stato suonato. Un disco nuovo non dovrebbe aver alcuna traccia sull'etichetta.

Chi rovina gli LP
La polvere che riesce comunque ad entrare nonostante le protezioni, la puntina che scende sui solchi anziché nelle pause, i numerosi ascolti, non sono queste le cause del degrado dei dischi in vinile, sino alla impossibilità di ascoltarli in modo decente. Un LP può essere invece rovinato in modo irrimediabile in due modi: 1) utilizzare un giradischi di bassa qualità o applicare un peso di lettura sbagliato in modo consistente (troppo elevato o troppo basso è la stessa cosa). Prima della diffusione di massa dell'hi-fi (seconda metà anni '70) si usavano giradischi con testina piezolettrica, se un disco è passato su un giradischi di questo tipo, anche per poche volte, è irrecuperabile per un ascolto adeguato. In seguito si sono diffusi giradischi e testine molto economiche, ma non erano in grado da sole di rovinare gli LP. Potevano esserlo invece la scarsa attenzione alle regolazioni di base, in particolare il peso di lettura o la correzione anti skating starata. Oppure: 2) archiviare i dischi senza copertine interne, senza copertine del tutto, appoggiati uno sull'altro, sotto libri pesanti. Tutte modalità che provocano irrimediabili graffi e ondulazioni della plastica con cui sono realizzati.

In sintesi, se siete interessati a LP usati, o qualche parente o amico ve li offre perché sta facendo trasloco e non sa più dove metterli, la prima cosa da chiedere è su quale impianto sono stati usati e come sono stati tenuti. Se non era a caratteristiche hi-fi e/o se sono stati archiviati male, possono essere interessanti solo per le copertine.

Il vinile non è affatto complicato