martedì 13 marzo 2012

La composizione dell'impianto hi-fi

Prima che la musica liquida divenisse un'alternativa concreta, la composizione dell'impianto hi-fi era molto semplice e ripetitiva: dalla seconda metà degli anni '80 era formato da un lettore CD, un amplificatore integrato (o un pre + finale), una coppia di casse. Il "contagio" con il mondo dell'informatica e del computer rende le cose più complicate e le alternative possibili sono molte e intrecciate tra loro.
A giudicare dalle email che ci arrivano questo sembra essere uno dei punti meno chiari e una continua fonte di dubbi. Anche se diversi articoli del blog sono dedicati a descrivere queste alternative, è probabilmente utile riassumerle in un unico post, almeno le principali, collegandole alle "tipologie" di ascoltatore. Limitandoci ad impianti solo audio e solo stereo, altrimenti le cose si complicano troppo.

0. Rimango al CD almeno per un po' 
L'impianto standard per l'audiofilo che non si pone al momento l'obiettivo di passare all'alta definizione o alle comodità della musica liquida, ma anche alla necessità di essere coinvolti nelle complessità del download digitale. Con il costo in discesa dei CD può essere una scelta giustificata. L'impianto è sempre quello tradizionale, illustrato in figura.

Per chi ascolta ancora in vinile, o l'ha riscoperto in tempi recenti, basta aggiungere un giradischi e un preamplificatore phono.


1. Preferisco lasciare a distanza il mondo del PC
La musica liquida può anche essere vista come un canale alternativo di distribuzione, particolarmente interessante per l'audiofilo interessato all'alta definizione o al multicanale, ma che ha ancora un'ampia collezione di CD, o anche di vinili, ai quali non vuole rinunciare e che normalmente ascolta. Non ha problemi a gestire una libreria musicale fisica e non è interessato a comporre playlist al volo, a cercare ispirazione nella sua raccolta per la scelta della musica, ascolta ancora gli album per intero e con calma, uno alla volta. E preferisce lasciare separato il mondo dell'informatica e quello dell'ascolto hi-fi, anche se sa perfettamente come usare il PC per tutte le operazioni di acquisizione e gestione.

La soluzione ideale è in questo caso l'utilizzo, al posto del lettore CD, di un lettore multiformato, dotato anche di ingresso USB (ormai tutti ce l'hanno). La musica liquida in media definizione sarà trasferita ("solidificata") su CD, quella in alta definizione su DVD, eliminando ogni dubbio su come vengono gestite le conversioni dai vari strati del software, se da qualche parte viene fatto un downgrade o se in qualche modo si creano alterazioni nel suono. Il lettore multiformato potrà inoltre accogliere supporti fisici in formato SACD o DVD-Audio.
In più, per ascolti al volo potrà usare la porta USB trasferendo i file audio al lettore con una pen-drive o con un hard disk USB, senza alcuna perdita di qualità.


2. Basta con i CD, ma per semplificarsi la vita, non per complicarla ancora di più
L'audiofilo che fa questa scelta è interessato soprattutto alla praticità, alla possibilità che la sua intera libreria musicale, che occupa pareti intere a casa sua, possa essere ridotta e racchiusa dentro a un componente delle stesse dimensioni del lettore con, in più, la possibilità di cercare comodamente ogni singolo album o singolo brano, raggrupparli per genere o in qualsiasi altro modo o addirittura provare anche un ascolto creativo, creando proprie playlist in pochi minuti.
La soluzione ideale, sia per chi ha già una discoteca di CD, sia per chi parte da zero, è un componente all-in-1, un "music server" che racchiude tutto quello che serve, dall'archiviazione alla decodifica alla organizzazione della libreria.

3. Musica liquida sì, ma con la stessa flessibilità e selettività del mio impianto hi-fi
L'appassionato che punta allo stesso risultato, ma che non vuole rinunciare alla flessibilità e alla scelta del componente con miglior rapporto qualità / prezzo per ogni funzione, preferirà invece mantenere separate le funzioni di decodifica da quelle di archiviazione. La struttura e la installazione dell'impianto saranno più complesse, ma non di molto, e potranno crescere in modo meno vincolato. E rimarrà sempre la separazione tra l'impianto e il mondo dei computer e di Internet che, anche in questo caso, serviranno solo per caricare la musica sul nuovo componente specializzato: lo storage server.
Per eventuali CD che ancora girano per casa potrà essere presente, a fianco del network audio player che è la sorgente primaria in questo impianto, un normale lettore CD, a questo punto anche di fascia media.
In più, come nello schema precedente, ma con ancora più estese possibilità operative, l'appassionato potrà comandare tutto l'impianto, libreria musicale compresa, con un telecomando veramente potente ed interattivo, un iPhone (o anche un iPad, ancora più comodo) collegato in wi-fi al network player.


4. Non ho problemi a collegare il PC all'impianto hi-fi
Anzi, in questo modo ho tutti i programmi di gestione sotto mano e posso aggiornarli continuamente alle mie esigenze. E poi, siccome il PC ce l'ho già, spendo anche meno.
Lo schema è quello illustrato nella figura seguente. E' indicato un notebook perché sarà la soluzione più comune, grazie alla sua versatilità e portabilità. Ma potrebbe anche essere un PC fisso dedicato a questo scopo, in particolare un Mac Mini che sembra progettato apposta per questo scopo. Anche se ha bisogno di un monitor, che potrebbe essere anche un apparecchio TV, ma avevo premesso che non si volevano complicare le possibili combinazioni aggiungendo anche le funzioni video.

Il PC con un media player installato (ad esempio Foobar2000) può anche includere la libreria musicale, ed essere quindi un componente all-in-1 quasi completo, con l'unica esigenza di avere a disposizione un DAC esterno collegato in USB.
In più il PC può essere comandato con un iPhone e le apposite App, in modo anche più completo rispetto ad un network player, eliminando la esigenza di interagire con esso mediante tastiera, mouse e monitor. Il monitor anzi può essere anche spento, ed è consigliabile farlo.


In alternativa la libreria musicale può essere archiviata, come nel caso precedente, su uno storage server collegato in rete. Per la rete è indicato l'utilizzo della tecnologia powerline, per preservare le massime prestazioni nel caso di materiale in alta definizione, infatti, al momento non è consigliabile utilizzare il diffuso wi-fi. Ci vuole una connessione via cavo e, in un ambiente domestico, normalmente non cablato con cavi dati, l'unica alternativa è usare i cavi elettrici, come fanno per l'appunto i comodi e affidabili componenti a tecnologia powerline.


In sintesi
Riepilogando, abbiamo visto le 4 alternative principali per comporre un impianto che consenta di utilizzare la musica liquida. Quello che cambia nei 4 casi è la sorgente:
  1. Solo download di musica liquida, libreria musicale ancora solida e ascolto incentrato sui supporti solidi: sorgente = lettore multiformato.
  2. Passaggio completo alla musica liquida e massima semplicità di gestione e configurazione: sorgente = music server con storage integrato.
  3. Passaggio completo alla musica liquida e massima flessibilità: sorgente = network audio player supportato da uno storage server separato.
  4. Integrazione completa con il mondo PC: sorgente = PC (notebook) supportato da un DAC esterno.
     

domenica 19 febbraio 2012

La posizione degli strumenti

Uno dei più efficaci risultati che può fornire un buon impianto stereo correttamente installato, e ancor più un impianto multicanale, è la ricostruzione spaziale, ovvero la possibilità di ricreare nell'abitazione la distribuzione degli strumenti mentre suonavano la musica che stiamo ascoltando, quando è stata registrata, il realismo che è associato appunto ala definizione di alta fedeltà.
Ha senso ovviamente solo per musica acustica e per esecuzioni effettuate come se fossero dal vivo, senza sovraincisioni o aggiunta di strumenti "sintetici", anche se pure in questo caso l'ingegnere del suono ha dovuto decidere dove posizionare le sorgenti di suono.

Per ricreare questo palcoscenico virtuale l'impianto, oltre che realmente hi-fi, deve essere anche correttamente posizionato, quindi (per lo stereo) con i diffusori ai due vertici di un triangolo equilatero dove al terzo vertice c'è il punto di ascolto, con i tweeter all'altezza dele orecchie dell'ascoltatore (seduto, di solito) a meno che i diffusori non siano del tipo tower (nel qual caso il problema è già risolto), con uno spazio da 50 cm ad un metro dietro e ai lati del diffusore, senza alcun oggetto di arredamento tra i diffusori e il punto di ascolto, e il tutto in una stanza sufficientemente assorbente (per maggiori dettagli sul posizionamento dell'impianto consigliamo di visitare il sito TNT-audio),

A questo punto, se il disco o il file audio che stiamo ascoltando è ben registrato, potremo individuare la posizione degli strumenti come se fossimo al concerto, con una impressione di realismo che sale con la classe dell'impianto (e con la efficacia della installazione).

Per giudicare se la riproduzione è veramente realistica può mancare però un ulteriore elemento, che è poi l'oggetto di questo post: è necessario sapere dove effettivamente erano posizionati gli strumenti, e i musicisti che li suonavano nella registrazione che stiamo ascoltando.

La classica
Nel campo della musica classica la distribuzione degli strumenti segue una sorta di standard, che vede però numerose variazioni per gli strumenti a fiato e per le percussioni, principalmente, e dipende anche dalla scelta di strumenti che prevede la composizione, che è, come noto, variabile.

Idealmente in ogni disco di classica dovrebbe essere indicata la disposizione (seating) dell'orchestra scelta dal direttore, che dipende a sua volta dalla scelta dell'organico dell'orchestra fatta dal compositore.

Alcuni benemeriti LP di classica, ad esempio della CBS, lo prevedevano ed era indicata la disposizione, ma col tempo questa buona abitudine si è persa ed è rarissimo che questa informazione sia reperibile. In questa incisione del 1967 dell'Alexander Nevsky della New York Philarmonic l'orchestra era disposta come indicato nello schema seguente, pubblicato sul retro della copertina.


In questo caso l'orchestra non è disposta secondo lo schema classico: al centro sono disposti i fiati ad ancia (clarini, fagotti ecc.) e le viole sono spostate sulla destra. L'appassionato che ascolta questo disco e sente le viole a destra, potendolo sapere, può evitare di pensare che ci sia un difetto nella sistemazione del suo impianto.


Una disposizione più standard la possiamo vedere in questo altro esempio, le viole sono al centro in prima fila, gli ottoni sulla sinistra in quarta fila e i corni e le percussioni sono meno in evidenza, una disposizione quindi più in linea con le composizioni classiche di Mozart o Beethoven. Più comune, in molti casi può essere questa la disposizione, ma può variare, se ad esempio, la composizione include un pianoforte, che sarà di solito lo strumento solista. e quindi al centro del palcoscenico.


Da notare inoltre che di solito il palcoscenico per i concerti di musica classica è digradante, in modo che le file posteriori possano vedere il direttore d'orchestra, e in generale per facilitare l'amalgama del suono.

In generale quindi dovremo poter distinguere i violini sulla sinistra,  i violoncelli sulla destra, i fiati in posizione centrale e gli ottoni, i più facilmente distinguibili, in posizione più elevata al centro o leggermente sulla destra o sulla sinistra. Le percussioni alte (vibrafono, triangolo, piatti) al centro in alto mentre quelle basse (timpani, grancasse) saranno per la natura di questi suoni meno distinguibili posizionalmente.  Il primo violino è, come dice il termine stesso, quello in prima fila più vicino al direttore, se è un concerto per strumento solista suonerà di solito in piedi. Il primo violoncello è, ovviamente, in prima fila a destra. Eventuali altri strumenti solisti nei concerti saranno solitamente al centro del palcoscenico o comunque della registrazione effettuata in studio.

La musica da camera
Nel caso di piccoli gruppi strumentali la disposizione segue di solito in scala ridotta quella dell'orchestra, con i violini sulla sinistra e viole e violoncelli sulla destra. Come ad esempio in questa esecuzione del Tokyo Quartet.


In alternativa il violoncello può essere in prima fila.


Nel caso del trio con pianoforte lo schema si ripete. In questo caso è il Trio Debussy impegnato in una registrazione.


Le possibili combinazioni di strumenti sono molte altre ma riprendono in generale lo stesso schema.

Il jazz
Per la classica la disposizione è abbastanza standardizzata e consente all'appassionato di prevedere dove dovrebbero essere posizionati gli strumenti e quindi procedere per differenze. Nell'altro genere di musica prevalentemente acustica la organizzazione degli spazi per i suonatori è meno codificata, anche se alcune regole generali si possono trovare anche qui.
Cominciando dall'equivalente, nel mondo jazz, della formazione dedicata alla esecuzione delle composizione più complesse, la orchestra jazz. L'organico è più limitato e specializzato, l'elemento portante sono gli ottoni, e la posizione più comune è quella indicata in figura.


Come si vede dallo schema, sulla sinistra sono posizionati gli strumenti di accompagnamento ritmico (pianoforte, chitarre, batteria), in prima fila i sassofoni, iniziando dal contralto per finire al baritono sulla destra; in seconda fila i tromboni e in terza fila i flicorni e le trombe. Anche se qui non è indicato, a fianco della batteria potrebbe essere posizionato il contrabbasso, e nella fila dei tromboni potrebbe essere presente una tuba. Nel jazz ogni strumento può essere anche occasionalmente solista ed eseguirà il suo assolo dalla posizione standard.

Vediamo una disposizione simile ad esempio nella esecuzione di Paolo Fresu del classico arrangiamento di Gil Evans di Porgy & Bess, originariamente creato per Miles Davis negli anni '60.


In questo caso il solista, anche per motivi mediatici, per la sua notorietà, è in prima fila accanto al direttore d'orchestra.

La maggior parte degli album di jazz però sono per un piccolo gruppo composto dal solista e dall'accompagnamento ritmico (basso e batteria, a volte chitarra, a volte vibrafono) con il solista che può essere un sax o una tromba, in alcuni casi accompagnato da un secondo strumento a fiato, oppure un cantante o una cantante.

In questo caso la disposizione classica degli strumenti è solitamente quella che si può vedere nella immagine seguente (tratta dal sito di un conservatorio USA, il Lehman College) con il pianoforte a sinistra, il secondo strumento di accompagnamento a destra (un vibrafono in questo caso) la ritmica in seconda fila e il solista al centro.


Ovviamente possono esserci numerose varianti a questo schema, se i solisti si alternano al sax e alla tromba, come in molti album e concerti di Miles Davis, saranno probabilmente entrambi in posizione centrale, affiancati, se non c'è una seconda ritmica il contrabbasso nella registrazione potrebbe essere spostato sulla destra, e così via.
In generale questa è la disposizione di base e comunque nel piccolo gruppo jazz, essendo pochi gli strumenti e molto diversificati tra di loro, la individuazione della posizione non è particolarmente difficile.

In sintesi
Partendo da queste indicazioni di massima e facendo attenzione in ascolto alla individuazione degli strumenti, aiutandosi eventualmente con indicazioni nelle note che accompagnano il disco, ci si può impegnare in una fruizione della musica che ponga attenzione anche a questo aspetto, aumentando il coinvolgimento nell'evento musicale,

Formati audio e lettori multiformato

Nei commenti al post sull'Oppo BDP-95 sono stati inseriti diversi commenti sui formati audio e video supportati, e soprattutto non supportati, dal lettore multiformato americano. Non è un aspetto che è stato trattato diffusamente nel blog perché non lo considero, forse a torto, essenziale, essendo possibile senza grande fatica (nell'audio, almeno) passare da un formato all'altro. D'altra parte è vero che un lettore multiformato dovrebbe onorare il suo nome leggendo tutti i formati utilizzati o quasi.
Questo probabilmente avverrebbe, perché non ci sono vincoli tecnologici o limitazioni economiche significative che lo impediscano, se non ci fossero ostracismi da parte delle case discografiche e cinematografiche verso alcuni formati utilizzati massicciamente nel download, in maggior parte al di fuori dai canali legali.

Formati e lettori 
Limitandoci alla musica e ai formati lossless, a integrazione delle precedenti rassegne su lettori e portali, vediamo qual è la situazione, iniziando dai formati audio che sono attualmente distribuiti dai portali e dai siti che commercializzano materiale in alta definizione (HD) e in qualità CD (standard definition o SD).


SitoRes.FlacWMAAlacWAVAiff
HDtracksHDX
HDtracksSDXX
iTraxHDXX
eClassicalHDX
HyperionSDXX
Deutsche GrammophonSDX
Linn RecordsHDXX

Nella seconda tabella vediamo invece la situazione dal lato dei lettori multiformato o dai network player più diffusi (informazioni riprese da Audio Review n. 329, integrate con quelle relative all'Oppo BDP-95 e all'Olive O4-HD).

Network Player Flac WMA Alac WAV Aiff
Marantz NA 7004 (1) (2)
Denon DNP-720AF (1) (2)
Linn Akurate DS X X X X
Linn Klimax DS X X
Olive O4-HD X X
Oppo BDP-95 X X

Dove:
(1) Limitato a 96KHz
(2) Limitato a 16 bit / 48KHz

Come si può vedere, almeno nella situazione attuale, la necessità di effettuare conversioni di formato audio, per "normalizzare" il materiale acquisito dai diversi siti con quelli gestiti dal lettore multiformato / network player in uso è limitata al materiale a 24/192, con alcuni lettori, e al materiale distribuito da iTrax, che è un portale specializzato soprattutto in audio multicanale.
Come già anticipato in altri post, una sezione di conversione che può trattare tutti i formati e con elevata velocità di esecuzione è inclusa nel media player gratuito Foobar2000 per ambiente Windows. XLD è invece un versatile convertitore, sempre free, per ambiente Mac

Nel mondo PC ovviamente le limitazioni sono praticamente assenti, i media player come Foobar2000 o Media Monkey, con appropriati plug-in, possono leggere e convertire tutti i formati, anche quelli di uso meno comune come WavPack o APE, e trasferirli ad un DAC esterno per la conversione.

La situazione è diversa e più complessa per materiale multicanale e soprattutto nel mondo del video, le conversioni sono inoltre meno agevoli e soprattutto meno veloci, e quindi le limitazioni dei lettori possono avere maggior peso.

venerdì 10 febbraio 2012

Hyperion

Hyperion è una nota etichetta discografica inglese indipendente del settore della classica, che si è affermata in origine per la sua specializzazione nella musica barocca e nella musica antica, ai tempi in cui è rinato un grande interesse, una riscoperta di questa parte della storia della musica, e che poi ha esteso il suo raggio d'azione a tutto l'ambito della cosiddetta "musica classica".
Ha avviato in tempi recenti un proprio sito per la distribuzione via Internet della propria produzione, in "digital download" a cui dedichiamo questo post.

Viola da gamba Tenore
Una iniziativa particolarmente interessante, perché è disponibile tutta la produzione della casa inglese e non solo una parte come nel caso del sito della Deutsche Grammophon a cui abbiamo dedicato a suo tempo un articolo (almeno questa è la situazione alla data di questo post), perché tutto il materiale è disponibile in qualità CD, 16 bit / 44,1 KHz, perché i prezzi sono corretti, inferiori ai CD "fisici"e con gli album vengono inviate copertine (su file, ovviamente), note e metadati associati alla musica, e infine perché, caso unico a nostra conoscenza, oltre al diffuso formato FLAC il materiale è disponibile anche in ALAC, lo standard per la compressione lossless equivalente di Apple. Una possibilità particolarmente comoda per chi vuole utilizzare come media player il popolare e diffusissimo iTunes, come descritto nel nostro precedente post.

Non è disponibile materiale in alta definizione o in multicanale, a differenza di quanto propongono altre piccole etichette specializzate come la BIS o la 2L Records, ma il catalogo della Hyperion è molto più vasto, e un appassionato di classica ha a disposizione una scelta coerente con le sue esigenze. Gli interpreti e le orchestre sono mediamente note, comunque affermati professionisti. Non ci sono le "star" della classica come Lang Lang o Hélène Grimaud, che bisogna cercare in casa DG o Decca o presso le major, ma non mancano incisioni di riferimento, soprattutto nell'area della musica antica e barocca, con uso di strumenti originali e spesso con registrazioni di elevato interesse "audiofilo".

Il sito comprende anche la produzione della etichetta parallela Helios, una etichetta "low cost". Un fenomeno presente da alcuni anni nella classica, dove alcune etichette si sono specializzate in esecuzioni professionali, ma da interpreti ed orchestre meno note, spesso dell'Est Europa, registrate magari in esecuzioni pubbliche (quindi a costi molto bassi) e vendute quindi su CD a prezzi altrettanto bassi. Una produzione orientata all'appassionato, spesso neofita, interessato più alle composizioni piuttosto che alla interpretazione di pezzi che già conosce. Un settore nel quale evidentemente anche Hyperion ha deciso di entrare, e che arricchisce ancor più il catalogo.

Proviamo il sito della Hyperion
Che si presenta discretamente bene, senza fronzoli e con una grafica molto semplice, quasi dimessa, ma che consente di trovare facilmente, senza dover entrare nei processi mentali del web designer (spesso diversi dai nostri, o almeno dai miei) la lista degli artisti o degli autori (Fig. 1). Ovviamente è richiesta una registrazione, una procedura semplice e senza domande inutili, e poi si può cercare la musica che ci interessa, oppure affidarci alle novità o altri raggruppamenti per trovare stimoli alla nostra curiosità.

Nel primo test ho scelto un compositore del '600 francese, musica da camera per viola da gamba di Marin Marais, abbastanza noto a suo tempo grazie alle interpretazioni che diede di alcune sue suite il famoso violoncellista Jordi Savall. Come si vede (Fig. 2) c'è nella produzione Helios, una registrazione del 1998 nella interpretazione del violista William Hunt con il Quartetto Purcell.
Il prezzo è di poco meno di 6 sterline per 60' di musica, il CD completo (che si può ordinare dallo stesso sito e far recapitare per posta) costa ca. 8 sterline, a cui bisogna aggiungere le spese postali. L'equivalente (quasi) nella interpretazione di Savall su Amazon (inglese) costa 17 £ su CD e ben 31 £ su SACD (ci sono meno svendite per la classica di qualità, a quanto pare). In definitiva un prezzo equo e allineato al mercato.
E' possibile un preascolto di circa 1', che pare essere in standard compresso MP3 (altra opzione possibile, allo stesso prezzo, non molto conveniente), quindi superiore a quanto possibile sul sito DG , che però consente una sorta di preascolto a costo molto basso ma integrale. (FIg. 3)

La procedura di download, come per molti altri siti analoghi, prevede la installazione (non obbligatoria, in questo caso) di un download manager, molto semplice e veloce nell'utilizzo. Alla fine si ottengono come al solito file musicali della qualità desiderata, effettivamente molto ricchi in fatto di dati aggiuntivi testuali (e immagini, la copertina), i metadata promessi e già citati. (Fig. 4)

Anche se nella classica è meno frequente questo approccio, è possibile selezionare e scaricare anche brani singoli (movimenti di composizioni, in genere, nel nostro caso) o singoli concerti e composizioni, anziché album completi assemblati con una qualche logica dalla casa discografica per arrivare alla durata standard prevista prima dal LP e poi dal CD. Se ci interessa una particolare composizione possiamo limitarci a questa, il costo sarà esattamente proporzionato alla durata, come in altri portali dedicati alla classica.
Nell'esempio di figura 5 supponiamo che il nostro interesse sia per il celebre concero K622 per clarinetto di Mozart. Come si vede è disponibile in una valida esecuzione della English Chambers Orchestra. L'intero album costerebbe quasi 8 sterline, ma il solo concerto K622 meno della metà, 3,85 £. L'album intero di solito è scontato, e quindi in questo modo si perde qualcosa, ma la politica della Hyperion non prevede grandi penalizzazioni: ad esempio in questo caso lo sconto è di un centesimo.

In sintesi
Un sito molto interessante, dal quale l'appassionato di musica classica che voglia passare alla musica liquida non può prescindere. Peccato la mancanza di coraggio che ha condotto la Hyperion a non puntare subito all'alta definizione (non dico il multicanale che richiede investimenti più consistenti). Sarebbe stato perfetto.

Il sito per immagini
Come al solito riprendiamo il test per immagini alla fine del post per facilitare la lettura:



Fig. 1 - Il sito della Hyperion, la pagina iniziale e un esempio di ricerca per autore



Fig. 2 - Cercando per autore le pubblicazioni della musica di Marin Maais


Fig. 3 - La possibilità di preascolto in audio compresso (notare le indicazioni relative al file alla base)


Fig. 4 - Il download dei brani acquistati


Fig. 8 - Nell'ascolto con Foobar2000 vengono mostrati i metadata associati


Fig. 9 - Selezionare e acquistare una singola composizione (il K622 di Mozart nell'esempio)
 

domenica 29 gennaio 2012

iTunes per la musica lossless e in alta definizione

In ambiente Windows il media player di riferimento per riprodurre musica in alta definizione o in qualità CD senza perdita di informazioni, "lossless", è sicuramente Foobar2000, una applicazione gratuita, di alta qualità e molto versatile, un poco complessa nell'uso e alla quale abbiamo dedicato diverse guide.
Il primo e più popolare media player, iTunes della Apple, continua però ad essere una valida alternativa per la grande semplicità d'uso e la perfetta integrazione con altre periferiche e prodotti Apple. iTunes è stato progettato in unione con il portale di download omonimo, leader di mercato, e quindi è indirizzato in primo luogo alla musica in formato compresso (AAC di Apple in questo caso), ma può essere usato senza problemi anche per archiviare, organizzare e suonare musica in formato non compresso, fino all'alta definizione, anche se ancora con limitazioni, come vediamo tra poco.
In ambiente Apple Mac, come abbiamo visto in un altro post, è anzi il media player di riferimento, eventualmente con prodotti integrativi, anche perché Foobar2000 per Mac non è disponibile.

Inserire i CD nella libreria iTunes
Per creare una libreria musicale "liquida" la prima operazione, nella gran parte dei casi, sarà il trasferimento dei propri CD. Una operazione che iTunes fa di default quando si inserisce un CD nel lettore, a meno di disabilitare questa funzione. Bisogna però selezionare in precedenza la modalità di importazione in modo che il contenuto musicale del CD sia mantenuto in formato non compresso.
iTunes supporta tre formati senza perdita (lossless): quello standard del sistema di campionamento PCM, ovvero il WAV, quello equivalente proprietario di Apple, AIFF, e lo standard di compressione lossless di Apple, ALAC. Il terzo formato supporta l'audio in alta definizione, consente di risparmiare spazio in memoria, prevede tutti i tag e le informazioni associate ai brani e agli album e quindi è sicuramente da preferire.

Nel pannello Modifiche > Preferenze > Generali > Impostazioni di importazione occorre selezionare  Importa usando > Codificatore Apple Lossless e tutti i file musicale importati saranno in formato Alac (Fig. 1, Fig. 2)
E' possibile anche richiedere in importazione un controllo più approfondito sulla eventuale presenza di errori nel CD (Fig. 3), sul tipo di AccurateRip disponibile su Foobar2000 (vedi la guida). Anche qui nel caso di errori non è che rimanga molto da fare, a parte pulire il CD se è sporco in modo visibile, ma non si tratta di situazioni frequenti per chi ha un minimo di cura dei propri CD.

Non resta quindi che provare la funzionalità. Usiamo prima un CD nuovo, l'eccellente Into The Labyrinth dei Dead Can Dance, uno dei migliori album del duo australiano, che viene acquisito in pochi minuti (< 10') ed inserito nella libreria di iTunes con foto, titoli e tutto, in modo automatico. Come si vede in Fig. 4 il formato è Alac 16 bit / 44.1, quindi nessuna perdita del prezioso contenuto audio originale, in questo caso peraltro proveniente da una registrazione ottima, disponibile un tempo anche su SACD, per chi riesce ancora a trovarlo (i prezzi su eBay sono in salita).

Ho fatto un altro test anche con un CD meno recente e più usato, Someday My Prince Will Come di Miles Davis, che nella conversione con Foobar2000 e AccurateRip aveva rilevato alcuni "minor problems", ma in questo caso nulla è stato individuato. Il controllo probabilmente è di tipo diverso e anche il tempo necessario per l'acquisizione, che non aumenta, sembra dimostrarlo.

In sintesi la funzione appare più veloce che con Foobar2000, allo stesso livello di comodità, e probabilmente meno selettiva rispetto allo stato del CD, ma non bisogna esagerare in questo tipo di pignolerie.

Importare musica liquida
Qui emergono le limitazioni principali di iTunes. Per scelta precisa della Apple, che difende le proprie "proprietà", il formato standard per il download della musica liquida, vale a dire il FLAC, non è supportato, e non lo sono neanche i formati alternativi (WMA lossless, WavPack, APE). E, per finire, su iTunes la musica non compressa in formato Alac o Aiff non è in vendita. Bisogna per forza passare per una conversione.

(Aggiornamento 6/6/2014: Nel frattempo Apple ha reso pubblico il formato ALAC e progressivamente i siti di download hanno iniziato a rendere disponibili i contenuti anche in questo formato. Nel 2014 tutti i maggiori siti, Qobuz, HDtracks, Linn Records, Hyperion Records forniscono direttamente i file audio anche in ALAC. La necessità di conversione però può rimanere ancora per vari motivi e questa sezione quindi può essere ancora utile)

In ambiente Mac, come avevamo visto a suo tempo (vedi la guida), è disponibile una comodissima applicazione chiamata XLD, gratuita, che fa tutto in un clic, conversione in Alac e inserimento nella libreria iTunes.
In ambiente Windows però XLD non è disponibile e bisogna individuare una alternativa. Che gratis e affidabile al momento non c'è, o è molto ben nascosta.
Il principale e più diffuso tool per questa operazione è dBpoweramp di Illustrate, un tempo leader del settore, gratuito, leggero ed efficiente, ora espanso ad ambiente omnicomprensivo, a pagamento (e anche abbastanza caro relativamente a prodotti analoghi) e senza versione trial per capire se fa al caso nostro (si trova, ma bisogna cercare in rete).
Una alternativa è un prodotto analogo ma molto più leggero e specializzato per la sola conversione (e meno caro: 10 $) che si chiama Xrecode II.

Il funzionamento è molto semplice, una volta installato il software (che si fa all'antica, semplicemente "unzippando" il kit in una directory): si individua la directory che contiene l'album da convertire, si seleziona il formato (Alac, nel nostro caso), si definisce la directory di output e si avvia la conversione.
Bisogna solo fare una operazione preliminare obbligatoria. Il decoder Alac incluso in xrecode è limitato a 16 bit, come abbiamo sperimentato, e quindi bisogna aggiungere e poi selezionare un decoder esterno, funzione prevista dall'applicazione. Il decoder esterno si chiama qaac.exe e con un po' di pazienza si trova e si recupera dalla rete (ovviamente è free), bisogna solo copiarlo poi in una directory a nostra scelta e farlo sapere a xrecode. (Fig. 5). A questo punto si può selezionare il comando Configura e nel successivo pannello Supporta 24 bit Audio e non si avranno più limitazioni in conversione. Per gli altri vanno bene i default.

Sono previste alcune opzioni per la conversione ma conviene lasciare solo quella di base, xrecode pensa lui, oltre a convertire in Alac, a riempire tutti i tag (titolo canzoni ecc., illustrazione album inclusa). La importazione in iTunes, che si può fare anche semplicemente trascinando i brani convertiti con il mouse, è quindi immediata. Il primo test l'abbiamo fatto con un album di Springsteen proveniente da un dual disc a 24/48 e senza tag nei nomi file e tutto ha funzionato ottimamente (Fig. 6). Trattandosi di un Dual Disc era stato convertito con DVD Extractor e non erano stati creati in automatico i titoli dei brani.

Il secondo test è stato di un album all'origine in alta risoluzione 24/96, la famosa reunion dei Weavers del 1963, un classico tra i dischi test per audiofili. Anche in questo caso nessun problema, la musica in alta definizione si inserisce tranquillamente in ambiente iTunes. (Fig. 7)

Infine un test per materiale alla massima risoluzione attualmente disponibile, quindi a 24 bit e 192KHz, si tratta di un noto album della Linn Records con registrazioni dei concerti per piano di Beethoven n.3,4 e 5 eseguiti dalla Scottisch Chamber Orchestra (la Linn è scozzese, casualmente). Nessuna sorpresa neanche in questo caso. (Fig. 8)

Ascoltare con un DAC esterno
Visto che l'obiettivo è usare iTunes con l'alta definizione, il decoder interno del PC, anche se recente, non può certo dare giustizia delle possibilità di questi formati, Serve un DAC esterno come più volte visto in questo blog. I più diffusi, collegabili su una porta USB del computer, una volta connessi normalmente diventano il device audio di default e quindi, per ottenere l'ascolto, di solito non si deve fare nulla di più che connetterli.
Abbiamo visto però a suo tempo che bisogna evitare che il prezioso flusso audio passi per strati software del sistema operativo o del media player che potrebbero modificarlo, e che appositi driver audio sono stati introdotti a questo scopo su Windows Vista e Windows 7.

Analoghe operazioni preparatorie per un ascolto audio ottimale sono quindi da effettuare (una volta per tutte) anche per iTunes. Il player utilizzato da iTunes (e che quindi decodifica, ovvero decomprime, il formato Alac) è Quicktime di Apple, e quindi è in questo prodotto che bisogna intervenire per la configurazione. Occorre chiudere iTunes se no non parte (almeno nella mia configurazione) e poi selezionare Modifica > Preferenze di QuickTime > Audio. In questo pannello (Fig. 9) bisogna selezionare WAP, ovvero Windows Audio Session, e il trattamento in digitale sarà passato al driver "exact bit" di Windows. Nel caso si voglia usare il driver interno ricordarsi di selezionare il formato di uscita al massimo gestito dal DAC esterno, quindi 24/196 o 24/96.

Altra operazione consigliabile su iTunes è la disabilitazione dell'equalizzatore incluso nel media player. Di default è attivo, ma in flat (Fig. 10), ma la prudenza consiglia di disattivarlo, non si sa mai cosa ritengono di fare questi software quando non li si disabilita. Il percorso è Vista > Mostra Equalizzatore. Anche i parametri in Preferenze > Riproduzione devono essere tutti disattivati, ma in questo caso dovrebbe essere il settaggio di default. Conviene comunque controllare.
I super diffidenti possono poi disabilitare anche il microfono di Windows dal pannello di controllo (questo vale comunque per qualsiasi player).

La integrazione con iPhone, iPod e iPad
Collegando un device esterno Apple al computer la connessione con la libreria iTunes è automatica ed è possibile sincronizzare il contenuto musicale nei due ambienti con un solo comando. Non tutto il materiale in alta definizione viene però trasferito, sulla base dei test eseguiti. Nessun problema con il materiale compresso lossless in qualità CD (16/44.1) come ci si aspetta considerando che nella documentazione Apple questo è dichiarata essere la massima risoluzione supportata da questi apparati. Viene trasferito e si può suonare senza problemi anche il materiale audio in risoluzione 24/48, come le Seeger Sessions di Bruce Springsteen che abbiamo usato come test (vedi videata a lato catturata da iPhone). A frequenza superiore il trasferimento su iPhone non è possibile, a meno di accettare nel pannello di sincronizzazione per la musica il downgrade a musica compressa. Senza questo settaggio (che nessun audiofilo selezionerà mai) non è possibile né la sincronizzazione né il trasferimento diretto (trascinando il file). Stesso comportamento usando un iPad anziché un iPhone. Se l'obiettivo è anche ascoltare in mobilità usando uno smartphone o un tablet della Apple si deve scegliere se "normalizzare" tutta la discoteca in qualità CD (o 24/48) o mantenere copie duplicate per la musica in HD. La Apple dovrebbe decidersi però prima o poi a fare qualche passo verso l'alta definizione per l'audio, non soltanto per il video.


L'ascolto in alta definizione su Mac
Una volta archiviata la musica in alta definizione sulla libreria musicale di iTunes l'obiettivo sarà ascoltarla, possibilmente in alta definizione. Il player iTunes di default gestisce audio sino a risoluzione 16/44.1 e sulla documentazione nulla è riportato riguardo all'ascolto di audio in alta risoluzione, tutto l'audio HD e multicanale è assai trascurato da Apple, o è molto ben nascosto. Cercando su forum e siti specializzati, ad esempio quello di MacWorld, si può individuare il modo per superare questa limitazione, che non risiede in iTunes ma nel settaggio del driver di output utilizzato in ambiente Mac, che è l'applicazione Audio/MIDI. Accedendo al pannello di configurazione e selezionando l'output si può vedere che di default, almeno sul Mac Mini che uso io, il setting è 24 bit e 44.1 KHz (figura a lato).

Occorre quindi cambiare il parametro della frequenza di campionamento e portarlo al massimo, che in questo caso è limitato a 96KHz (non so se in altri modelli Mac arriva a frequenza superiore, in ogni caso non è un aspetto fondamentale).
A questo punto, sempre secondo la documentazione acquisita, il flusso sarà inviato senza downgrade al driver interno o, ancora meglio, ad un DAC esterno. Ho precisato "secondo la documentazione" perché non sono in possesso di strumenti o modalità di verifica per una comprova.
Da aggiungere che tutti i file audio, anche quelli a bitrate inferiore, saranno upgradati a 24/96, senza benefici sul suono, ovviamente, e che altre applicazioni che usano la scheda audio e che non supportano questo bitrate potrebbero non funzionare. Esistono quindi media player specializzati, come il (costoso) Amarra, che aggiungono queste funzionalità ad iTunes in modo "automatico".

L'ascolto in alta definizione su Windows 7
Meno chiara la situazione quando si usa iTunes in ambiente Windows. Qui il driver audio è quello di Windows e applicando gli stessi setting la situazione non dovrebbe essere diversa. Anche nei forum, incluso quello di Computer Audiophile, sono presenti numerose domande in questo senso, senza risposte esaustive, e su altre fonti si parla di un downgrade a 16/44.1 che iTunes effettua di default. Per verificarlo, ho fatto un semplice test utilizzando il DAC che uso soprattutto per ascolto in cuffia, il Musiland Monitor 01 US. Il suo pannello di controllo evidenzia infatti sia il tipo di driver in uso sia la frequenza di campionamento del file audio in riproduzione.
Con Foobar2000, ad esempio, come si vede nella figura a lato, ascoltando un brano codificato a 24/96 (i Caravan in questo caso) l'indicatore che in precedenza era a 44.1 passa a 96.

Proviamo quindi con iTunes e uno degli album in alta definizione che abbiamo caricato nella libreria sfruttando le potenzialità della codifica Alac. Controlliamo prima tutta la catena, quindi anche i valori di setting del driver audio. Seguendo lo stesso approccio dell'ambiente Mac imposto i valori identici a quelli del file da riprodurre, quindi 24/48 per l'album di Springsteen.
Come si vede nella immagine, il Musiland vede effettivamente un file audio a 48KHz e tutto funziona quindi secondo le aspettative.

Ulteriore test a 96KHz con  un brano dei Weavers, per verificare se il limite individuato in precedenza per il playback su iPad è confermato, ma in questo caso va tutto bene e in Musiland si accende la spia 96, secondo le aspettative.

Per una controprova proviamo ad inviare un file a minore risoluzione. Se iTunes e tutta la catena dei driver non interviene sul bitrate del file audio ci aspettiamo che, come avviene con Foobar2000, sul pannello del Musiland compaia il bitrate del nuovo file inviato. Così però non avviene, e il bitrate rimane quello impostato sul driver. Che quindi effettua un upgrade al bitrate impostato, se il file in input ha una risoluzione inferiore.
Questo è effettivamente il comportamento documentato in ambiente Mac, che quindi sarebbe trasferito anche in ambiente Windows utilizzando iTunes. Un comportamento differente da quello totalmente "trasparente" di Foobar2000 sia con il driver ASIO sia con il driver WASAPI.

Possiamo quindi concludere che iTunes non effettua alcun downgrade? Non con questa configurazione, se lo effettuasse sarebbe comunque mascherato dal successivo upgrade del driver audio. La ricerca quindi continua.

(Aggiornamento 14/4/2012: La ricerca è continuata, e con le versioni Windows e iTunes alla data la risposta è negativa. In ambiente Windows il player iTunes riproduce solo sino a 16bit/44.1KHz. Si possono leggere i dettagli nei commenti)


Cosa rimane da provare?
Rimane da provare l'utilizzo di iTunes con audio multicanale, che è più complesso perché Alac supporta solo i 2 canali stereo, oltre all'effettivo mantenimento della risoluzione HD usando iTunes.

iTunes pronto all'uso
Fatte tutte queste operazioni preliminari iTunes è pronto per accogliere altra musica, organizzarla e suonarla, non mi soffermo sulle altre funzioni perché sono molto intuitive e anche probabilmente già familiari a quasi tutti. In particolare si potrà utilizzare con grande facilità e immediatezza un diffuso iPhone, o ancor più comodamente un iPad, come telecomando per navigare nella libreria musicale e selezionare gli ascolti, come documentato a suo tempo in un altro post, mediante la App Remote di Apple.
In definitiva, la scelta tra iTunes e Foobar2000 dipende essenzialmente dai gusti personali e dal peso che ciascuno darà alla minore flessibilità del primo o alla relativa complessità di gestione del secondo, a fronte però della disponibilità di driver audio più "trasparenti".





La mini guida per immagini
Come sempre concludiamo con le immagini esplicative. Aggiungendo che in questo test la versione di iTunes era la 10.5.3.3, quella di QuickTime la 7.7.1, xrecode II 1.0.0.185 e Windows 7 versione  6.1 Service Pack 1. Il computer un Sony Vaio VPCF1 e il DAC il Musiland Monitor 01 US. Le altre immagini si riferiscono alle Seeger Sessions per l'album We Shall Overcome di Bruce Springsteen, più volte citato nel post, e in particolare alle registrazioni nella sua casa di campagna e al successivo tour.


Fig. 1 - Operazioni preliminari per usare iTunes come media player lossless


Fig. 2 - La operazione di importazione



Fig. 3 - Per abilitare il controllo errori nella importazione dei CD


Fig. 4 - Il CD è importato e il formato audio su iTunes è Alac 16/44.1 lo stesso dell'originale


Fig. 5 - Il pannello di conversione dell'applicazione Xrecode II per la conversione in Alac. La configurazione del decoder esterno


Fig. 6 - L'album convertito in Alac, The Seeger Sessions di Bruce Springsteen, è stato inserito nella libreria iTunes. I brani, come si vede, sono in formato Alac e hanno mantenuto il livello di qualità in alta definizione 24 bit/48KHz.



Fig. 7 - Secondo test con un classico album dal vivo dei Weavers in alta definizione 24/96.


Fig. 8 - Infine il test con il massimo livello di risoluzione attualmente disponibile in distribuzione: la "qualità master" 24 bit / 192 KHz, con registrazioni di musica classica della Linn Records.



Fig. 9 - Il pannello di controllo di QuickTime. Per la massima qualità selezionare la modalità WAP (Windows Audio Session). 


Fig. 10 - Come disabilitare l'equilazzatore presente in iTunes. Di default è attivo


lunedì 23 gennaio 2012

CD a un centesimo

Il precedente post su questo argomento è uno dei meno letti del blog, mentre basta inserire incautamente la parola "gratis" associata alla parola "musica" per avere, come nel caso della recensione su Deezer.com, migliaia di accessi (destinati in questo caso a rimanere delusi).
Neanche al prezzo veramente a saldo di un centesimo l'uno i poveri CD suscitano ancora un residuo interesse? Proviamo a parlare di nuovo di questa possibilità. Utile non solo per i residui cultori della "discoteca" fisica, ma anche a chi ha fatto una scelta diversa, per arricchire la propria libreria musicale liquida. Con la scarsa offerta attuale di download digitale almeno in qualità CD, soprattutto nella musica moderna, è la strada più semplice e in certi casi unica. Anche con gli altri generi, se non si cerca l'alta definizione, si ottiene il risultato a costi molto più bassi. Basta solo mettere in conto una settimana o poco più per ricevere i CD e un quarto d'ora per il trasferimento in formato liquido.

Chiarisco subito che si tratta di CD usati, venduti attraverso Amazon inglese da negozi affiliati. Il prezzo minimo a cui sono venduti è appunto di un centesimo (di sterlina), e si tratta in genere di CD che hanno avuto al loro tempo ampia diffusione, quindi successi pop e rock (e affini) di 5-6 anni fa o poco più, in condizioni dichiarate "very good". Altri album meno comuni possono avere prezzo superiore, ma in molti casi, se non sono rari o import (in UK) rimangono sotto alle 2-3 sterline, e lo stesso vale per gli oggetti in condizioni "like new".

Si deve aggiungere il prezzo di spedizione che attualmente è, per tutti i negozi di questo tipo, di 1,26 sterline, e quindi tutta l'operazione viene a costare intorno ai 2 Euro o pochi centesimi in più, a seconda delle quotazioni del cambio. E arrivano in poco tempo, una settimana- dieci giorni. Più avanti alcune videate su questi acquisti di prova.

Sono CD rovinati o quasi inservibili? No, nessuno di quelli che ho acquistato era difettoso, e in ogni caso vale come sempre il feedback negativo e tutte le pratiche tipiche dell'acquisto via Internet, anche a questi livelli di costo.
Il booklet (l'elemento forse più prezioso, questo non si può scaricare via Internet) l'ho sempre trovato  integro, problemi possono esserci sull'elemento più delicato, il famigerato "jewel box", la confezione in plexiglas dei CD. Ma al limite basta sostituirlo con il modico importo aggiuntivo di 10 o 20 centesimi. E poi, chi non ne ha a casa qualcuno riutilizzabile come risultato di CD omaggio di ogni tipo? Anche i CD in digipack cartonato possono avere qualche traccia di usura sulla parte più delicata, il dorso, ma si tratta proprio di piccolezze.
Per verificare il CD in quanto tale ho provato a fare il ripping con Foobar2000 con la funzione AccurateRip, ovviamente dopo una veloce pulizia con un semplice panno per occhiali; il controllo è andato sempre bene, a volte rilevati dei "minor problems", ma questo è avvenuto anche occasionalmente con i CD nuovi.

Il business model?
Resta da spiegare il mistero della convenienza economica dell'operazione (per chi vende). Evidentemente su ogni CD rivenduto a 2 € non possono guadagnarci più di 2 €. Anche ammettendo che il CD originale sia stato ceduto gratuitamente da qualcuno che se ne voleva disfare e che la tariffa postale sia super scontata o che ne abbiano un certo numero in omaggio, resta la busta protettiva per CD, che in una cartoleria costa 40 o 50 centesimi, e poi c'è il lavoro di chi controlla, imbusta e prepara i CD per la spedizione.

Sta di fatto che Zoverstocks (il negozio on-line con i numeri più elevati, ma ce ne sono diversi altri) totalizzava in autunno 2011 (data delle foto) oltre 1 milione e 300 mila vendite via Internet (non tutte a questi prezzi), adesso sta ad oltre 1,7 (con il 97% di feedback positivi) e continua ad offrire CD a partire da un centesimo, non si trattava di una specie di offerta temporanea.

Possiamo supporre che, almeno in UK, la transizione dal CD alla musica liquida sia già in atto, e che parecchie persone diano via i dischi che ingombrano le loro case. Se sono molto comuni  preferiscono cederli gratuitamente, anche la vendita su eBay risulta difficile, sarebbe impossibile battere questi prezzi. In pratica non hanno più un valore residuo.

Un potenziale acquirente  interessato ad un disco classico nel suo genere come Demon Days dei Gorillaz, ultimo esempio del test alla data del post (ultima foto) ha l'alternativa di comprare il CD nuovo da Amazon a 3,89 £, usato da Zoverstocks a 1 centesimo di sterlina, oppure scaricarlo via MP3 da Amazon a 4 £ (un po' assurdo in questo caso) o da iTunes a 5,99 (Euro in questo caso).
Ed è possibile invece che, nonostante questi prezzi, lo cerchi in rete gratuitamente sui vari sistemi di download illegale che continuano ad esistere nonostante il contrasto delle case discografiche.
Che ricordano sempre che in questo modo si deruba chi crea la musica (Damon Albarn e soci nel nostro caso). Che però mi chiedo come vengano compensati dalla vendita a un centesimo, pur perfettamente legale, e in generale dalla vendita dell'usato, e ben poco riceveranno pure dalla vendita super scontata di Amazon.

Riflessioni da approfondire in un prossimo post. Per ora mi limito a segnalare queste possibilità e queste contraddizioni. Nel seguito le videate per i test effettuati.


Alcuni dischi in offerta da Zoverstocks (settembre 2011). Notare il numero di feedback ricevuti.
Il pagamento, tre dischi a poco più di 6 Euro.
La consegna. L'etichetta sulla busta speciale per CD. Nessun problema  con la dogana, tra l'altro.

Le offerte di oggi, alla data del post.
E i dischi precedenti? Tutti ancora disponibili a un centesimo.
Solo quello dei Kosheen è aumentato un po'. Ora servono 50 centesimi.