domenica 30 ottobre 2011

Un digital media controller DLNA su iPhone

La app Remote di Apple consente di usare un iPhone come telecomando evoluto di un media player iTunes con la sua libreria musicale, come abbiamo visto nel post precedente.
Si può raggiungere lo stesso risultato anche con il media player preferito dalla maggioranza degli appassionati di musica in alta definizione, a cui abbiamo dedicato diversi post, vale a dire Foobar2000.

Il tutto utilizzando sempre una connessione Wi-Fi ma, allo strato di protocollo superiore, invece di AirPlay, il sistema di condivisione "standard" DLNA (Digital Living Network Alliance), evoluzione del UPnP (Universal Plug 'n Play).

Fooobar2000 infatti, con il componente aggiuntivo foo_upnp, può presentarsi su una rete sia come Digital Media Server, sia come Digital Media Renderer.
Sull'iPhone la app da caricare dovrà implementare rispettivamente:
  • un Digital Media Player che accede ai contenuti del Media Server e li suona (sull'iPhone stesso)
  • un Digital Media Controller che accede ad un Digital Media Renderer DLNA conforme in rete dandogli i comandi per selezionare e suonare la musica delle librerie a cui è connesso.
App realizzate a questo scopo ce ne sono più di una, quella che proviamo e Media:Connect di Persona Software, una delle più citate in rete, cui si riferisce l'immagine a lato con l'ascolto in streaming dei Belle & Sebastian.
La app non è gratuita come sembra accedendo all'App Store. La versione gratuita consente solo di eseguire i primi 3 brani di ogni album. Per un uso effettivo occorre la versione a pagamento che costa 5,99 €. App alternative, sempre a pagamento, sono PlugPlayer o Twonky Mobile, un prodotto della suite del noto media server prodotto da Packet Video Corp. Entrambe queste ultime due sono disponibili anche per Android oltre che per IOS, mentre Media:Connect è solo per iPhone.

Operazioni preliminari
Media:Connect implementa entrambe le funzioni elencate sopra più la funzione di download in locale, sullo smartphone, dei file musicali.
Il secondo uso elencato sopra, di media controller, è quello che più ci interessa, anche se il primo può essere anch'esso di interesse (vedremo in un prossimo post per che cosa).

Media:Connect fa molte cose e la interfaccia forzatamente semplificata non è di immediato utilizzo. Aiutandoci con alcune immagini della videata dell'iPhone vediamo i passi necessari per configurare l'applicazione e per utilizzarla al fine di controllare il media player Foobar2000 da remoto.

Come per la applicazione Remote di Apple prima sarà necessario creare (in reti non Wi-Fi) una rete wireless ad hoc tra due dispositivi. E' una funzione standard in Windows 7 e Vista (l'ambiente operativo supportato da Foobar2000, come si ricorderà) che si attiva da Pannello di controllo > Centro connessioni di rete e condivisione. E' piuttosto semplice ma occorre fare attenzione in un paio di punti. In fondo al post una guida per immagini per questa semplice operazione.

Una volta attivata la rete wireless ad hoc occorre ovviamente connettere ad essa l'iPhone con le solite funzioni (Impostazioni > Wi-Fi), inserendo, la prima volta, la password WEP scelta.

La seconda operazione preliminare è ovviamente lo startup di Foobar2000 e, nella sua configurazione, lo startup delle funzioni di media server e media controller. Come sempre si dovrà operare dal pannello di configurazione File > Preferences > Tools > UPnP > Server > Basic Settings)., come si vede nella figure seguente.


Un digital media controller conforme DLNA su iPhone
Media:Connect si attiva come tutte le altre app e dopo qualche secondo (non è istantaneo) vedrà la connessione Wi-Fi e i server attivi su di essa, in questo caso il Foobar2000 Media server in precedenza attivato che, una volta aperto, mostrerà i suoi contenuti (elenco delle playlist o media library). Aprendo la media library si possono selezionare le diverse categorie di ricerca, che includono anche una ricerca per codec (Flac, Alac, ecc.).

Il nostro scopo è di utilizzarlo come media controller, e vediamo quindi, aiutandoci ancora con alcune figure, i passi che bisogna seguire per selezionare e poi ascoltare la musica:
  • selezionare la funzione Controller, verranno mostrati i media renderer disponibili (foobar2000 Renderer in questo caso)
  • il Media renderer può fornire alla unità remota "metadata" per la gestione, se così non è (il nostro caso, a quanto pare, probabili problemi di incompatibilità nell'implementazione) bisogna attivare l'altra funzione Content Directories per navigare sulla libreria (media server) connessa al media renderer (che è sempre Foobar)
  • Content Directories consente di selezionare le playlist già disponibili nella libreria Foobar o di cercare nella Media Library per artista, genere, ecc., come abbiamo visto nelle videate precedenti; 
  • si sceglie in questo modo la musica che si vuole ascoltare, per esempio, per artista, Aretha Franklin:
  • si sceglie un brano, sempre da Contect Directories (in alternativa si possono selezionare tutti i brani di un album con il comando Select All in alto a destra)
  • compare una ulteriore videata che chiede di scegliere di nuovo il Media Renderer (inutile ce n'è uno solo ...); si seleziona e compare un cerchietto verde, poi si deve pigiare Done
  • a questo punto finalmente parte la musica
  • per vedere cosa si sta suonando (Save Me nel nostro caso) si seleziona di nuovo Media Renderers; la stessa visualizzazione compare su Foobar2000 nel PC
  • con l'icona in alto a destra si può visualizzare la lista dei brani selezionati, lista che si potrà modificare con le funzioni Edit e Clear.

Un poco macchinoso, ma funziona senza incertezze, solo qualche lentezza di acquisizione dei dati del server in alcuni casi. Dopo un po' ci si prende la mano, anche se siamo molto lontani dalla immediatezza di utilizzo dell'applicazione sviluppata da Apple. Come sempre l'ambiente proprietario Apple è di più semplice utilizzo, a prezzo di una minore versatilità.

Da aggiungere solo che abbiamo visto una delle funzioni di Media:Connect, che può essere usato anche con altri DLNA Media server, e anche per contenuti non audio, video e immagini in primo luogo.

Appendice. Creare una rete wireless ad hoc in Windows 7
Come accennavo in precedenza, si parte da Pannello di controllo > Centro connessioni di rete e condivisione:

Il centro di connessioni di rete e condivisione di Windows 7
Il pannello che si attiva selezionando Crea una connessione di rete.
La funzione che ci interessa è l'ultima e bisogna far scorrere  il menu a tendina.
Nel creare la rete ad hoc non bisogna accettare il default per la password WPA2, ma selezionare WEP.
Altrimenti la rete non sarà supportata e accessibile dall'iPhone.
Bisogna ricordarsi anche di selezionare il flag "salva questa rete" per gli utilizzi futuri.
Alla nuova accensione bisognerà riattivare la rete ad hoc selezionando
"Connessione ad una rete" e poi la rete sul pannellino.

domenica 23 ottobre 2011

iPhone telecomanda iTunes

Nel post nel quale era descritto lo schema di un impianto per la musica liquida citavo brevemente la possibilità di usare uno smartphone o un tablet per scegliere la musica che vogliamo ascoltare. Proprio come un telecomando, ma con una scelta di funzioni ben più vasta di "controlla il volume", "seleziona il brano", "vai al successivo" e magari (non sempre) "cambia l'ordine dei brani".

Ora si può fare molto di più, si può scegliere nella nostra discoteca liquida l'album o il brano che vogliamo ascoltare, e anche creare e memorizzare una playlist con brani scelti da album diversi. Il tutto comodamente seduti sul divano davanti al nostro amato impianto hi-fi.
Tutto quello che serve è uno smartphone con collegamento wi-fi, un media player anche lui ospitato da un ambiente in grado di connettersi in Wi-Fi (cioè, per farla semplice, un PC) e una quantità adeguata di musica in formato digitale.

Vediamo in pratica come funziona il tutto, partendo dal caso più semplice, e dai componenti più facili da configurare, quelli di casa Apple:
  • uno smartphone iPhone 4
  • una app per iPhone fornita dalla stessa Apple, chiamata Remote
  • un media player iTunes versione 10.5
  • un Mac Mini con Mac OS X
  • una rete Wi-Fi
La prima cosa da fare è creare la connessione di rete tra l'iPhone e il Mac. Se in casa usate già una rete Wi-Fi l'unica cosa da fare è impostare l'iPhone per collegarsi alla rete e inserire la password prevista. Se invece usate una rete su cavo (come nel mio caso, utilizzo una rete PowerLine) bisogna anche creare una mini-rete a due tra il PC e lo smartphone.
E' una funzione disponibile sul Mac per il protocollo AirPort. Come si vede nelle due figure che seguono, dopo aver attivato AirPort, si seleziona dal pannello la funzione "Crea Network da computer a computer", si trova un nome per la rete, una password (che deve essere proprio di 5 caratteri) e la rete sarà attivata. L'unica cosa cui fare attenzione è che il sistema di protezione della password sia WEP, l'unico supportato dall'iPhone. Sul Mac Mini è il default, ma in Windows 7 (e Vista) no, e quindi occorre selezionare questa modalità.



Perché, ancora non l'ho detto, la stessa cosa si può fare anche lanciando iTunes in ambiente Windows.

L'altra operazione preliminare è la configurazione dell'iPhone su iTunes, ma questo l'avremo già fatto comunque, perché è proprio tramite iTunes che viene eseguita la configurazione iniziale dello smartphone di Apple. Comunque, se abbiamo più installazioni di iTunes, è quella dove è stato configurato, che l'iPhone potrà controllare.

Per configurare l'iPhone a vedere la rete Wi-Fi appena creata bisogna andare su Impostazioni, selezionare Wi-Fi e nel riquadro "Scegli una rete ..." pigiare sul simbolo del lucchetto e digitare la password che abbiamo scelto (la prima volta). Dopodichè si attiva la app Remote, che avremo scaricato e installato in precedenza, che ha come icona il simbolo del comando "play". La prima volta Remote chiederà di fare un "handshacking" con iTunes, proponendo un codice numerico di 4 cifre, che iTunes chiederà di confermare. Dopodiché partirà con la scritta "Libreria di ..." consentendo di scegliere, con le iconcine in basso, la visualizzazione per playlist, per artisti, la ricerca testuale, per album.

Una volta selezionato un brano, come nel caso dell'album di Bruce Springsteen che abbiamo scelto, sull'iPhone si visualizzerà la immagine relativa all'album e i comandi base (avanti / pausa, brano precedente e successivo, volume).
Con un'unica importante differenza: non è l'iPhone a suonare, con il suo altoparlantino, ma il Mac, che potrà essere collegato a sua volta al sistema hi-fi, anche in un'altra stanza della casa. La configurazione molto semplice ipotizzata per questo test vede infatti il Mac Mini collegato all'impianto secondo lo schema:

Mac Mini (Storage Server + Media Player ) --> DAC esterno --> Amplificatore --> Casse

E ce ne accorgiamo anche perché riusciamo a suonare anche la musica in alta definizione caricata su iTunes usando il formato Alac, musica (in questo caso un album di John Coltrane) che invece l'iPhone (limitato a 16/44.1) non poteva suonare. 



Da aggiungere che nella figura mostrata sopra si vede come sarebbe la videata di iTunes, ma nella pratica Apple iPhone con la app Remote prescinde totalmente da quello che avviene sul mac Mini, basta che sia acceso, iTunes può anche girare in background a video spento. Da aggiungere anche che tutte le applicazioni citate sono gratuite.

Se qualcosa non funziona, se Remote dichiara di non vedere alcuna rete Wi-Fi, è probabilmente perché la rete a 2 non è stata riattivata. Con le configurazioni standard infatti deve essere riattivata ad ogni riavvio del PC dove è stata creata.

Nelle immagini successive vediamo come si presenta la app su iPhone nelle fasi di selezione di un album, di creazione di una playlist, che rimarrà peraltro memorizzata su iTunes, di ascolto  (su Mac) di un brano in alta definizione codificato Alac 24/96.


Questa è soltanto una delle possibilità di uso di uno smartphone come telecomando evoluto. Le altre configurazioni possono vedere:
  • iPhone che comanda iTunes su un sistema Windows 7 (o Vista)
  • iPhone che comanda Foobar2000 con un component apposito
  • iphone che comanda MediaMonkey con la app (a pagamento) iMonkey
  • iPhone che si presenta come media controller DLNA attraverso la applicazione Media:Connect, comandando un qualsiasi componente compatibile DLNA, ad esempio un network player.
  • l'utilizzo di iPad invece di iPhone
  • l'utilizzo di smartphone o tablet Android anziché di quelli Apple, ovviamente non con le stesse applicazioni e al momento non per tutte le combinazioni.

giovedì 13 ottobre 2011

Altre strade per la musica liquida

Dalla ricognizione che si può leggere nei due post precedenti emerge con ragionevole certezza che l'offerta di musica acquisibile in modo legale e in qualità CD, e ancor più in alta definizione, è veramente limitata, in particolare per la musica moderna (pop, rock, folk, new jazz, ecc.). Una offerta maggiore, ma sempre molto limitata se riferita alle major, si può trovare nel settore della musica classica.

Che fare?
Cosa può fare quindi un appassionato che ha deciso di passare ad una discoteca liquida, per dotarla della sua musica preferita? Una considerazione che balza all'occhio è che gli album disponibli per il download in Flac hanno un costo molto vicino a quello dei CD corrispondenti, se acquistati nei negozi online più convenienti, per esempio Amazon.co.uk. La soluzione più praticabile, anzi l'unica al momento per tutta la produzione non disponibile in digital download, è quindi molto banale: continuare ad acquistare i CD e poi trasferirli nello storage server con una operazione di ripping (vedi il post nel quale si forniva una breve guida in proposito, usando Foobar2000).
Bisognerà aspettare alcuni giorni per ricevere il CD, bisognerà decidere cosa farne dopo, se tenerlo, avendo così a disposizione anche il libretto interno e una copia usabile per ascolti fuori casa, per esempio in auto, oppure se disfarsene, se proprio i problemi di spazio fossero insormontabili. Si potrebbe addirittura anche venderlo, non sperando però di guadagnraci molto (i prezzi dei CD usati sono in costante discesa).

La legge della domanda e dell'offerta
Uno scenario che non è esattamente quello che ci si aspetta in un settore in forte crescita, nel quale le case di hardware investono e propongono sempre nuovi sistemi. Le case discografiche, major o indie che siano, stanno invece da un'altra parte, ancorate al supporto fisico e ostili al download digitale, non solo ad alta definizione (non ci pensano proprio, sempre con l'eccezione della classica, sicuramente non ci pensano per le novità) ma neanche per la qualità CD. Fiduciose contro ogni logica e pur dopo una esperienza pratica ormai decennale, continuano a confidare nelle leggi anti-pirateria, la cui efficienza, o meglio inefficienza, chiunque può verificare, e continuano a puntare sul CD fisico (copiabilissimo) e sulla musica compressa (destinata a scivolare velocemente nell'immagine come "bassa qualità") senza alcuna strategia alternativa visibile. Evidentemente hanno deciso di sparire progressivamente, senza fare troppo rumore.

Risorse alternative per l'alta definizione?
Se per il software a qualità CD la soluzione per alimentare la discoteca liquida nella attuale situazione è il ripping di CD acquisiti in modo tradizionale, per l'alta definizione la cosa è più complessa.
Alcuni benemeriti portali propongono un discreto catalogo, ma per chi sia interessato alle novità e abbia l'abitudine di scegliere la musica da ascoltare in base ai suoi gusti e non al formato nel quale viene distribuita, la soluzione al momento non c'è.

Le case discografiche principali hanno smesso da tempo di pubblicare nuovi titoli in SACD (il formato HD che preferivano) sia per la moderna, sia per la classica. Nuove uscite si registrano solo da etichette indipendenti specializzate in classica, la maggior parte in SACD, qualche volta in PCM (Pure Audio Blue Ray). Anche qui si potrebbe pensare al ripping, ma il processo è in questo caso molto più complicato, se ne parla brevemente sul sito Computer Audiophile e in futuro, se ci riusciamo, ne parleremo anche qui. Anche sui prezzi ci sono differenze. A conferma del fatto che le case discografiche non sanno quello che fanno, sta succedendo che, mentre il materiale in formato CD costa sempre meno (tranne che nei negozi, poi si lamentano che sono in crisi) e l'usato è ormai in svendita, il materiale in formato HD, sia SACD sia DVD-Audio, raggiunge quotazioni sempre più elevate nelle aste eBay, e anche nuovo (SACD) su Amazon ha quotazioni costanti ed in crescita.

Altre alternative? 
Non vorrei sembrare reticente. Materiale HD su canali non ufficiali ce n'è, come sempre. Ovviamente non posso dare alcuna indicazione in merito. Ma la disponibilità è ben diversa da quella del materiale CD. Alla fine parliamo sempre degli stessi album digitali già veicolati su supporto fisico o dai portali citati prima o, al massimo, di trasferimenti in digitale HD da dischi in vinile realizzati da generosi appassionati audiofili. Alta definizione, in questo caso, opinabile e legata all'effettiva qualità dell'originale. Ancora una volta, materiale da catalogo. Nessuna soluzione quindi per chi cerca le ultime novità HD. Al massimo, se è fortunato e confidente che sia effettivamente superiore, potrà acquistarle su vinile. Perché invece questa alternativa al CD, per la moderna, viene sempre più spesso proposta dalle case discografiche.

Le cover si riferiscono a due SACD recenti prodotti da Channel Classics Records e BIS Records e a due CD di ben noti gruppi UK selezionati tra i molti disponibili in vendita a 1 centesimo (usati) su amazon.co.uk.

sabato 8 ottobre 2011

Il download digitale in qualità CD

Nel precedente post abbiamo fatto il punto sui siti che in rete consentono di acquisire musica in alta definizione per la nostra discoteca liquida. Avendo come obiettivo un catalogo che consenta un minimo di scelta la gamma si restringe a due siti: HDtracks e iTrax, con la possibile new entry di Qobuz. Esistono anche altri siti, ma la loro offerta è concentrata su materiale auto-prodotto, o di piccole etichette, o di specifici generi musicali di nicchia.

Resta quindi da vedere se, almeno per il materiale in qualità CD, 16bit e 44,1 KHz, lossless, la possibilità di scelta rispetto a due anni fa, quando facemmo un primo rilevamento, è ora più ampia, grazie al forte interesse degli appassionati verso la musica liquida, confermato dalla offerta sempre più estesa di componenti specializzati (DAC, server, sistemi all-in-1) che il settore hardware propone.

Le case discografiche e la musica liquida
Qualcosa si è mosso, le majors o le indies hanno preso coraggio e hanno seguito finalmente la domanda con la loro offerta? La risposta è no, non esisteva due anni fa e non esiste ora un iTunes per la musica lossless, nè un'offerta consistente. A cominciare dallo stesso iTunes che, probabilmente per vincoli imposti dalle suddette case discografiche (per la Apple non cambierebbe nulla) continua ad essere solo lossy (compresso).

Si registra solo qualche timido passo, ad esempio da parte di Universal Music Group. E' attivo ora un negozio on-line che offre una parte (piccola) della produzione della principale major anche per download, addirittura DRM free. In maggioranza in formato MP3 lossy, ma una parte (ancor più piccola, dai primi test effettuati) anche in Flac. La iscrizione sembra possibile da vari paesi ma non dall'Italia, sono riuscito però ad iscrivermi lo stesso lasciando come indicazione del paese il default (UK), ma forse questo dipende dal fatto che ero già iscritto ad un sito di UMG, quello di Deutsche Grammophon.  Dopodichè gli acquisti di test (Morissey e Paul Weller) in mp3 e Flac sono andati a buon fine, pagando con PayPal.
I prezzi sono peraltro inferiori a quelli di iTunes.


UMG inoltre ha tra le sue label Deutsche Grammophon e Decca e il sito di download digitale di DG rimane ancora una delle risorse di rete più ricche di contenuti, anche se l'offerta, anziché aumentare, pare diminuita in percentuale.

Una ricerca per le altre 4 major non ha dato risultati significativi. Sony BMG ha il sito principale solo USA e punta molto sullo streaming con le iniziative Vevo e Music Unlimited / Qriocity, della quale
ultima ho parlato a suo tempo.


Sony BMG ha avviato inoltre una iniziativa per il settore della classica, Ariama, che sembra simile come approccio al ben noto sito DG ma che, come riportato nella home page, risulta ancora in beta test (almeno alla data di questo post) e piuttosto povero di contenuti (comunque provenienti, ovviamente, da Sony Classical) ma che soprattutto ... non sono disponibili per l'Italia. Anche iscrivendosi (la iscrizione la fanno fare e mandano pure la newsletter) non solo non si può acquistare nulla, ma neanche vedere in quali formati sono disponibili i vari album.


Anche EMI punta sullo streaming, ma solo per la sezione classica con EMI Classical. E' in realtà un sito vetrina che presenta la produzione EMI e Virgin Classics, per ogni album fornisce i puntatori per comprarli e farseli spedire via posta nei vari paesi. In più c'è un "listening club" ad iscrizione gratuita, accedendo al quale si può ascoltare una selezione della produzione delle due etichette, del tipo un brano o due per album (ma, almeno, integrali) su alcuni album scelti da loro (da promuovere, presumo). L'ascolto, benché compresso, è di discreta qualità ma, in sintesi, questa iniziativa EMI non è di alcun interesse per il nostro obiettivo.


Nulla a livello globale anche per la quarta, la WMG (Warner Music Group). Ma il mondo delle case discografiche è molto più complesso, sono in pratica contenitori (holding) di altre etichette, anche decine, e ognuna ha il suo sito, spesso con possibilità di digital download, e questo è il caso della Rhino, che fa parte della WMG, che ha un suo proprio sito molto completo e con parte del materiale anche in qualità CD, e disponibile addirittura anche per l'Italia. Ma poi ci sono anche i siti dei musicisti, anche loro a volte con il loro settore commerciale per il merchandise e il digital download (oltre che la vendita del CD fisico, normalmente nello stesso paese del sito). Lo standard però sembra essere il solito MP3.


Deutsche Grammophon
Un approfondimento lo merita il sito della principale casa per la classica, tornato in linea dopo un completo reset, comunicato a suo tempo agli iscritti. L'offerta è strutturata più o meno come prima, con la possibilità per tutti gli album dell'acquisto in rete (con spedizione per posta) e per alcuni del download in formato compresso MP3 "alta qualità" (320Kbps) o qualità CD (16 bit / 44.1KHz) in formato Flac.

La differenza che si nota tra la vecchia e la nuova versione è che i titoli disponibili in formato Flac sembrano essere attualmente meglio nascosti. Con il motore di ricerca interno infatti, selezionando il formato lossless, la risposta è sempre "niente" anche cercando su tutto il catalogo. Mentre cercando album per album (io ho cercato quelli che erano disponibili su HDtracks) riemergono. Sembra essere un problema momentaneo (ho scritto al sito e mi hanno risposto che è un malfunzionamento e che stanno provvedendo) e non dervante dai soliti problemi legati al nostro infido paese (come se in USA o in UK non copiassero a mani basse), ma accedendo all'album l'acquisto si può fare senza ostacoli.

Qobuz
Il portale francese attivo da quest'anno, del quale abbiamo già parlato nel precedente post sulla musica in alta definizione, potrebbe rivelarsi interessante anche per la musica in qualità CD. Tutti gli album presenti, che coprono vari generi, dalla classica al jazz, dalla world al rock, sono disponibili infatti  in qualità CD, oltre che in formato compresso e, in numero minore ma non trascurabile, in alta definizione.
A differenza degli altri siti citati Qobuz non è legato ad una singola etichetta o ad una specifica major, ma tratta produzioni di diversa provenienza, e non di artisti che si auto producono o legati a micro etichette. ma di musicisti conosciuti, per i quali esistono recensioni e informazioni, che pubblicano su etichette altrettanto conosciute, anche se non ci sono i campioni di vendite.
Ad esempio nella world sono presenti album recensiti di recente su Audio Review, come i Tinariwen o Fatoumata Diawara.

Il sito è solo in francese, ed evitiamo commenti in tal senso, ma il limite principale è rappresentato dalla disponibilità per paese. Per i soliti vincoli delle mai abbastanza sorprendenti case discografiche, piccole o grandi che siano, buona parte della produzione non è disponibile in Italia. Qualcosa resta, ma quello che cerchiamo non è certo un portale nel quale fare slalom tra i divieti, ma un iTunes per la musica non compressa, e neanche questo, almeno per ora, lo è.


Un test
Verificare in modo approfondito l'offerta effettiva in digital download è impresa improba per la frammentazione del settore (e non ho neanche provato a cercare tra le indies) e la mancanza di un portale universale (anni fa l'avevo chiamato XYZ Music) come iTunes.
Per provarle proprio tutte facciamo quindi un test. Prendiamo i primi 5 titoli di album consigliati sull'ultimo numero di Audio Review per moderna e classica e vediamo se salta fuori qualche altra fonte.

Moderna
Jonathan Wilson - Gentle Spirit - Bella Union / Universal
- Disponibile sullo store UMG: no (la label è una indie acquisita recentemente da UMG)
- Disponibile per download MP3: no (altri titoli della label, dal sito Bella Union, ma non questo)
- Ascolto in streaming integrale: no (non dal sito della label, ma su YouTube, per diversi brani, sì)
- Disponibile su supporto fisico: sì (al prezzo di 10.99 £, in Italia nei negozi costa 18 € ...)

Jeff Bridges - Jeff Bridges - EMI
- Disponibile sullo store Blue Note: no (altri titoli, ma non questo, CD a oltre 17 $)
- Disponibile per download MP3: no, nessun download dal sito della label
- Ascolto in streaming integrale: con Spotify, che però non è disponibile in Italia ...

Ry Cooder - Pul Up Some Dust And Sit Down - Nonesuch / Warner
- Disponibile sullo store Nonesuch: no (altri titoli dallo store Nonesuch, ma non questo)
- Disponibile per download MP3 320 Kbps: non questo, altri titoli a 10-12$
- Disponibile su supporto fisico: non questo


St. Vincent - Strange Mercy - 4AD / Self
- In breve: nessuna vendita CD (semplicemente indicano Amazon)
- No download, un brano per album scaricabile liberamente in MP3 192

Cults - Cults - Columbia / Sony
- Sito con una interfaccia allucinante (ma che dovrebbe essere modernissima, secondo loro), il web designer della Columbia dovrebbe essere incarcerato, è impossibile o quasi navigare e trovare i contenuti che comunque ci sono (e non funziona su Chrome)
- Comunque, non c'è nulla neanche qui, e se c'è è veramente ben nascosto

Quindi verificando con tecnica a campione 4 etichette delle 4 label e una indie non abbiamo trovato alcun contenuto acquistabile in rete né in qualità CD né, meno che mai, in alta definizione, per uscite recenti. Alcune label hanno contenuti lossless MP3 e DRM free e in qualità superiore a quella dei contenuti in iTunes, per uscite meno recenti.

Classica
La situazione per le major nella classica l'abbiamo già vista. Concentriamoci sulle etichette indipendenti.

Tchaikovsky - V. Kissine - Trii con pianoforte - ECM
- Il sito della ECM non prevede il digital download se non per i titoli che sono stati concessi ad HDtracks. E' precisato inoltre che la possibilità ci sarebbe per i soli residenti in USA. Mentre sappiamo che questo vincolo è aggirabile. Per gli altri è possibile il pre-ascolto in discreta qualità dei brani, ma sempre per i reticenti e asfittici 45" iniziali. Più l'acquisto online del CD fisico.


Beethoven - Symphonies - Czech Philharmonic Orchestra / Paul Kletzki - Supraphon
- Il sito della storica etichetta ceca ha anche una sezione per il digital download, con una lista di tutte le uscite. Si scopre però subito che: 1) questa di Kletzki recensita come disco del mese non è ancora inclusa: 2) le altre sono disponibili in formato compresso su iTunes.

Mi fermo qui con la ricerca perché avrete capito che le case indipendenti si dividono in due categorie, quelle che puntano sull'alta definizione, che pubblicano da tempo in SACD, e che si stanno attrezzando o si sono già dotate di una sezione per il digital download, delle quali si è già parlato nel precedente post, e le altre che puntano ancora sul CD con magari un digital download in MP3.  In mezzo (qualità CD via rete) come per la musica pop-rock, non c'è nulla o quasi.

I prezzi 
DG per gli album chiede 9,49 £ (il sito è ora esercito in UK) per un album originariamente su 1 CD. Il prezzo per brano nella classica è proporzionale alla lunghezza e può essere anche sopra le 2 £ per salire anche a 5-6 per suite lunghe. Comunque acquistando singolarmente tutti i brani il costo è sempre superiore rispetto all'album originario.
Gli stessi prezzi si trovano anche negli altri siti grandi e piccoli di digital download. Qobuz sta tra gi 8,99 e 9,99 €. Qualcuno anche scrive (shiremusic) che sotto 0,79 $ a brano probabilmente è pirateria, visti i costi di gestione e la quota che si prendono le case discografiche.

Probabilmente è vero, ma certo che a questi prezzi viene spontaneo chiedersi quanto costerebbe il CD. Nella classica non ci sono forti ribassi, di solito, ma cercando su Amazon inglese si scopre che "Sempre libera" della Netrebko con Abbado (uno dei titoli disponibili in Flac) si può comprare nuovo a 7,99 £ o anche meno nei negozi affiliati. Con la spedizione siamo lì ma in questo modo c'è il libretto e tutto. I CD più nuovi si trovano a 9,99 £ su Amazon e quindi ancora una volta, viene il dubbio su quale canale seguire.

In sintesi
Una opinione comune è che, con questi prezzi, il download digitale non è concorrenziale con il CD (che da' di più: cover, utilizzo, commerciabilità). Dovrebbe costare meno, altrimenti non si affermerà.
L'esperienza di iTunes mostra invece che non è questo l'elemento determinante, anche gli album sul portale Apple costano più o meno le stesse cifre, eppure si vendono. Si tratta comunque di cifre non rilevanti, per chi non compra decine di album al mese, e il plus che fa scattare la scelta del digital download è la comodità.
In iTunes, la comodità di caricare di musica in tempi rapidissimi e senza problemi l'iPod, grazie alla completa e perfetta integrazione tra lettore, media player, e store online, e di trovarla sempre grazie al catalogo completissimo. Qui in modo del tutto analogo, potrebbe essere la comodità di trovare facilmente la musica che interessa e caricare lo storage server mantenendo la massima qualità e senza lavoro aggiuntivo.
Ma come abbiamo visto un portale XYZ-music per la musica liquida al momento ancora non c'è.

Non resta che approfondire, in un prossimo post, le possibili alternative.

mercoledì 5 ottobre 2011

Il download digitale in alta definizione

NB: L'analisi della situazione del download in alta definizione è stata aggiornata in successivi post nel 2012 (analisi completa con approfondimenti sulla classica) e nel 2014 (stato della disponibilità e ricerca della musica HD in rete).
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Tutti parlano di musica liquida, ogni settimana esce un nuovo modello di DAC, network player e soluzioni all-in-1 non si contano, gli audiofili un tempo fermamente ostili al SACD e al DVD-Audio mostrano grande interesse e spesso hanno inserito già nei loro preziosi impianti sorgenti per suonare la musica proveniente da Internet via computer, ma la musica vera e propria dove la si trova?

Due anni fa avevo fatto una ricerca abbastanza approfondita ed era emerso con evidenza che di portali in Internet che vendevano musica liquida in formato non compresso (lossless) non ce n'erano molti, ancora meno che commercializzavano musica in alta definizione, ancora meno in alta definizione e multicanale.

I siti che avevamo descritto, in grado di proporre un catalogo vero e proprio, accessibili anche dall'Italia, erano, per l'alta definizione:
  • HDTracks (alta definizione, numerose label Indie e major, vari generi, catalogo ampio, comprendente anche alcune novità)
  • LinnRecords (alta definizione, propria etichetta, jazz, acustica e classica, catalogo limitato)
  • iTrax (alta definizione, numerose label Indie, vari generi, catalogo ampio)
  • High Definiton Tape Transfers (alta definizione, pochi titoli, classica e jazz)
Per qualità CD:
  • Deutsche Grammophon (qualità CD, etichette DG e Decca, classica, catalogo ampio)
  • Magnatune (qualità CD, propria etichetta, vari generi, produzione spesso amatoriale)
  • OnClassical (qualità CD, propria etichetta, classica, catalogo ridotto)
A distanza di due anni, con una domanda di musica liquida in alta definizione in continua crescita, ci si aspetterebbe un forte incremento dell'offerta, ma così pare non sia, dagli elenchi pubblicati sulla rivista online Computer Audiophile o da quelli riportati sulla rivista cartacea Audio Review.
Sono citati altri piccoli siti specializzati (ad esempio nel trasferimento in digitale di vecchi nastri master) ma non sono certo questi che fanno la differenza tra la disponibilità di musica in formato liquido rispetto a quella su supporto fisico. Facciamo il punto cercando quello che c'è effettivamente in rete, e che è disponibile dall'Italia, iniziando da quello che ci interessa di più e rinviando ad un successivo post l'analisi della situazione per la qualità CD.

Cosa c'è di nuovo in alta definizione
Nei due anni intercorsi dalla precedente ricerca (risalente a ottobre 2011) hanno avuto uno sviluppo significativo sia il sito HDtracks sia, in misura maggiore rispetto alla situazione di allora, il sito iTrax. Tra le nuove iniziative le uniche due che sembrano avere un catalogo non composto solo da interpreti semi-sconosciuti e produzioni home-made o quasi, o assolutamente di nicchia, appaiono essere il sito francese  Qobuzper la musica moderna, e il sito svedese eClassical per la musica classica. Sono inoltre tuttora attive due iniziative che non avevo trattato all'epoca, Naim Label e Society of ound di B&W. L'elenco si allunga quindi con:
  • Naim Label (alta definizione e qualità CD, propria etichetta, classica e jazz in massima parte, catalogo ridotto)
  • B&W Society Of Sound (alta definizione max 24/48, classica e avanguardia, solo abbonamento)
  • Qobuz (qualità CD e alta definizione 24/96, più MP3 e streaming, tutti i generi principali, buon catalogo, commercializzazione limitata ad alcuni paesi e spesso non per l'Italia)
  • eClassical (alta definizione, qualità CD e MP3, classica, nessuna restrizione per paese, ampio catalogo proveniente da etichette indipendenti di musica classica)
Naim Label è sul tipo di LinnRecords con un catalogo più ridotto.
Society Of Sound di B&W (Bower & Wilkins, il principale produttore mondiale di diffusori hi-fi) consente agli abbonati (ca. 40 £ per 6 mesi) di scaricare un album al mese, l'album è scelto da un famoso musicista (al momento, Peter Gabriel) in formato non sempre HD (anche 16/44.1 e, a quanto si capisce, spesso 24/48. La sottoscrizione free esiste e consente di scaricare una canzone, e non di più, dall'album del mese ...


Qobuz
Una iniziativa che nel medio periodo potrebbe anche rivelarsi interessante è rappresentata da questo portale francese, Qobuz, di recente apertura (è attivo da quest'anno).
Tutti gli album presenti, molti, che coprono vari generi, dalla classica al jazz, dalla world al rock, sono disponibili anche in qualità CD, e un discreto numero (attualmente alcune centinaia, soprattutto classica e jazz) anche in alta definizione. E sono di produzione nota, sia a livello di case discografiche che di musicisti. Si può verificare la disponibilità sulla sezione La boutique studio masters. Come si vede sono oltre 300 gli album di classica e oltre 100 quelli di jazz e anche qualcuno di pop-rock. Titoli non tutti conosciuti, ma tra questi ultimi si nota ad esempio Anna Calvi.


Una alternativa molto interessante a HDTracks, con solo due limiti, uno veniale ed uno più sostanziale: per prima cosa il sito è tutto e solo in lingua francese, inutile cercare bandierine per la versione inglese, un limite magari irritante ma aggirabile per noi latini, anche grazie al traduttore di Chrome. Ma il problema più pesante è rappresentato dalla disponibilità per paese. Per i soliti vincoli delle mai abbastanza deprecate case discografiche, piccole o grandi che siano, una parte del materiale HD (e ancor più per quello in qualità CD) non è disponibile in Italia. Persone particolarmente pazienti possono però cercare materiale in alta definizione anche qui, oltre che su HDtracks.

iTrax
Un discorso a parte va fatto per iTrax, che nel frattempo è cresciuto molto come titoli e come generi coperti (ed è accessibile senza problemi dall'Italia). Si tratta sempre di produzione di micro-etichette e di interpreti in massima parte al di fuori dai canali delle recensioni, quindi sostanzialmente sconosciuti (il che non vuol dire che non siano validi).
Il vero plus è la disponibilità di gran parte della produzione in audio multicanale, addirittura con due equalizzazioni a scelta: platea (audience) e palcoscenico (stage). La prima è quelle tradizionale, la seconda consente di mettersi idealmente sul palcoscenico assieme agli esecutori.
Simpaticamente sul portale come benvenuto è disponibile un download gratuito di musica corale per provare le varie possibilità.



Deutsche Grammophon
Un approfondimento e un aggiornamento lo merita anche il sito della principale casa per la classica, tornato in linea dopo un completo reset, comunicato a suo tempo agli iscritti. L'offerta è strutturata più o meno come prima, con la possibilità per tutti gli album dell'acquisto in rete (con spedizione per posta) e per alcuni del download in formato compresso MP3 "alta qualità" (320Kbps) o qualità CD (16 bit / 44.1KHz) in formato Flac. Niente alta definizione sul sito DG, a differenza di quello che mi rispose a suo tempo una persona del marketing di DG interpellata via email, ma un numero ridotto di titoli DG è disponibile in alta definizione su HDTracks, in massima parte in risoluzione 24/88.2 (quindi proveniente da edizioni SACD, probabilmente) ma in alcuni casi (sembrano i più recenti) a 24/96. Quindi non era poi inesatto quanto mi aveva risposto. Questi album, per esempio alcuni della stella nascente della lirica Anna Netbreko o della pianista Helene Grimaud si possono avere a scelta sia in qualità CD sia in qualità HD.


Le altre etichette per la classica
Non c'è solo la DG in rete. Molte piccole etichette si sono specializzate in questi ultimi anni nella produzione di album di musica classica di alta qualità, sfruttando le varie tecnologie disponibili, SACD, DVD-Audio (poche) e ora Pure Audio Blu-Ray, quasi sempre in multicanale non compresso, negli ultimi anni quasi sempre in 5.0 (senza subwoofer). Possiamo citare, ma ce ne sono molte altre, la BIS, la 2L, la italiana Velut Luna, e la Channel Classics Records. Maggiormente attente alla qualità e stimolate da clienti anch'essi sensibili alle nuove risorse che la tecnologia mette a disposizione per consentire un ascolto sempre più fedele della musica, si stanno muovendo attivamente anche verso la musica liquida.

Channel Classics Records
Un esempio è questa etichetta "audiophile", che merita un approfondimento perché è una delle prime che si è attrezzata per il digital download, proponendo in vendita, direttamente dal sito, la sua vasta produzione in SACD, sempre di tipo ibrido, stereo e multicanale 5.0. Un catalogo che conta, attualmente,  120 titoli in SACD, e prevede frequenti nuove uscite, anche con musicisti di fama internazionale, come Ivan Fischer, del quale hanno pubblicato recentemente la 9° di Schubert con la Budapest Festival Orchestra, recensita sull'ultimo Audio Review.
Il download è possibile per ogni titolo (anche per quello molto recente citato prima), a scelta nei formati MP3 320 (9 €), Flac qualità CD (14 €), Flac 24/96 (17 €) e anche qualità "studio master" Flac 24/192 (20 €). Il SACD, che ha qualità più o meno simile al 24/96, coerentemente costa 17 € (più la spedizione). Per verificare la qualità, collegandosi al loro sito si può richiedere un sample (corposo) in HD.


eClassical
Altre etichette, come la BIS, si appoggiano invece al portale eClassical, citato in precedenza, una iniziativa svedese, che ha iniziato a commercializzare musica online sin dal 1999, e che ora sta puntando decisamente verso la musica in alta definizione, specializzandosi nella classica. Il materiale disponibile è quello prodotto da molte label indipendenti del settore, ed è quindi ampio e spesso di ottima qualità. Per l'acquisto è richiesta solo la registrazione (chiedono anche pochissimi dati) e si può pagare anche con PayPal. Da nessuna parte si parla di restrizioni per paese, dichiarano che operano in accordo completo con la SIAE svedese, ed effettivamente nel test che abbiamo fatto (esecuzioni per viola e orchestra di Maxim Rysanov e lieder per orchestra interpretati da Katerina Karneus) non abbiamo incontrato alcun problema.
Il livello di risoluzione della musica a 24 bit disponibile sul sito per il download non sempre è a 96 KHz, viene dichiarato che è variabile in base alla registrazione di origine. Nei test che abbiamo fatto (due album provenienti da BIS Records) era a 44,1 KHz (come buona parte degli album 24 bit attualmente disponibili sul sito), ho scritto loro e mi ha risposto direttamente il CEO della BIS Records, assicurando che si tratta della frequenza di campionamento a suo tempo da loro prudenzialmente adottata per i SACD originali, e che nel frattempo sono passati a 24/96. Quindi si conferma che eClassical distribuisce materiale HD al livello di risoluzione originale.


I prezzi
L'alta definizione in rete costa di più della musica su iTunes (questo è logico) ma spesso anche della musica su supporto fisico. Il più caro al momento è iTrax, con album completi a oltre 21 $. HDTracks è intorno ai 17-18 $, Qobuz è più economica e un album HD 24/96 piò costare al momento 14,99 €. Interessante la politica di pricing di eClassical: si paga esattamente in base alla durata dei brani o degli album, con tariffe differenziate in base alla risoluzione (24 bit, 16 bit, MP3). In questo modo un brano di 4' a 24 bit costa meno di un dollaro e un album intero meno di 10 $ (i prezzi sono in dollari, la Svezia è fuori dall'eurozona).

Tirando le somme per la musica in HD
In sintesi l'unico portale realmente utilizzabile per creare una discoteca liquida in alta definizione per la musica moderna (pop, rock, folk, jazz, ecc.) continua ad essere HDtracks il cui catalogo si è anche ampliato mediante accordi con etichette importanti come ECM o Harmonia Mundi (ma sempre per una parte minima della loro produzione). Il limite è sempre lo stesso: quello che si trova è quasi tutto materiale da catalogo, pochissime le novità (il contrario di quello che ci si aspetterebbe se vivessimo in un mondo governato dalla logica) e quindi il target sembra sempre il solito audiofilo adulto che compra sempre gli stessi dischi in sempre nuovi formati, o recupera grazie alla curiosità tecnologica i dischi che non ha potuto o voluto comprare quando era il loro tempo. Per le persone pazienti e che non si innervosiscono a scoprire al momento dell'acquisto che quell'album non è disponibile per l'Italia, un complemento a HDtracks può essere rappresentato da Qobuz.


Per la musica classica la situazione è migliore, grazie ai siti delle etichette "audiophile" e a siti come eClassical o iTrax si può acquistare molto materiale interessante, pur se rimane sempre non disponibile gran parte della produzione delle major, e quindi degli interpreti più noti. Nella classica, inoltre, è accettabile che l'autore prevalga sull'esecutore.

Non resta che analizzare, in un prossimo post, le possibili alternative.

(Nelle immagini in alto due interpreti best seller su HDtracks, Diana Krall e Christy Baron)

giovedì 29 settembre 2011

Lavare i CD

Sul numero della settimana scorsa di TNT-Audio è stata pubblicata una recensione di un altro liquido speciale per pulire i CD. Non è una novità, ne sono stati proposti nel tempo molti, ma il recensore della ben nota rivista on-line, normalmente scettica su prodotti miracolosi che cambiano il suono, ne parla molto positivamente, dopo approfondite prove d'ascolto.

A dir la verità le prove, da come sono descritte, sembrano abbastanza soggettive. Non sono, infatti, a "doppio cieco" o a "cieco", con uso di due CD uguali (uno pulito ed uno no) e di due lettori identici e successivi confronti alla cieca per individuare le differenze. Che, leggendo la recensione, si dovrebbero percepire anche su CD nuovi, perchè, secondo il produttore (Chisto, dall'Ucraina) "i residui chimici del processo di fabbricazione dei CD (nella fattispecie si tratterebbe di agenti utilizzati per facilitare il distacco del disco dallo stampo) fanno si che anche i CD nuovi non siano affatto puliti". Proprio questo consentirebbe di fare prove in cieco, altrimenti bisognerebbe normalizzare il livello dello sporco ...

Trattandosi però di un recensore piuttosto esperto, tendo a crederci che gli avvertibili miglioramenti descritti siano effettivi e non effetto di suggestione.
Però questa confidenza nel risultato della prova mi fa concludere che bisogna abbandonare il CD il prima possibile!

Come è concepibile infatti l'ostinazione ad usare ancora un supporto che, con il suo sistema di lettura a raggio laser, è così sensibile ad ogni traccia di sporco o addirittura, arriva "sporco" all'origine? Quando esistono alternative di pari costo, anche molto più pratiche, derivate dal mondo del PC, come le schede di memoria SD o le pen-drive, per non parlare della musica liquida?

Tutta la colpa sarebbe proprio del principale elemento di vantaggio che i primi (ingenui) estimatori del CD esaltavano negli anni '80: il sistema di correzione degli errori. Un mio amico ricordo che mi raccontava entusiasta di un CD che aveva inavvertitamente graffiato con una forbice e continuava a suonare come nulla fosse, con la nuova meravigliosa tecnologia digitale. Altro che i delicati LP!

Ora proprio questo sistema di correzione (che lavora per interpolazione sui flussi di bit, immagino) sarebbe la causa di quella "asprezza di suono" da sempre addebitata al bistrattato CD.
Bisognerebbe suggerire a qualche produttore di lettori CD di progettarne un modello con correzione di errore disattivabile  e vedere cosa succede: magari non riuscirebbe a leggere neanche un CD, magari il suono sarebbe finalmente liberato dai nefasti effetti del sistema di correzione. Magari c'è già e io non lo so.

Ma c'è un sistema ancora più radicale, del quale avevo parlato molti mesi fa, riferendo dei timidi (e abortiti, per ora) tentativi di distribuire la musica su memorie a stato solido. Il decoder o DAC non è altro che una applicazione informatica che gira su processori dedicati e che prende l'input da una memoria a stato solido, una matrice di circuiti integrati. Il trasferimento dei dati (i nostri preziosi file musicali) avviene su un "bus" interno ad alta velocità nel quale circolano solo elettroni, e nessun sistema ottico o meccanico è coinvolto. Una memoria esterna è per il DAC del tutto equivalente ad una memoria interna e i produttori di accessori esoterici avrebbero veramente grosse difficoltà a inventare qualcosa per pulire le memorie a stato solido (anche se temo che, se si affermeranno, ci proveranno lo stesso).

Nella musica liquida il processo è esattamente lo stesso e, se qualcuno avesse anche un minimo dubbio sui tempi di trasferimento, sarebbe possibile, con le velocità di trasferimento in gioco, anche copiare preventivamente tutto il contenuto della memoria esterna su quella interna e mettere quindi il DAC nelle migliori condizioni operative possibili.

Sempre che sia questo il problema. Per una controprova che forse è applicabile e forse no, per un altro post che sto preparando sui CD usati e superscontati ho provato ad acquisire con AccurateRip (un trasferimento exact bit copy con controllo della perfetta conformità del trasferimento rispetto ad un processo di ripping ideale) tre CD sicuramente non intatti, puliti solo con un panno per gli occhiali, ottenendo una copia senza errori. Il lettore CD del mio notebook, di qualità del tutto standard, ce la faceva quindi a leggerlo senza errori.

In sintesi: passiamo il prima possibile alla musica liquida in alta definizione!

(Photo credit: owlbookdreams on Flickr)

martedì 6 settembre 2011

Foobar2000 come Media Player

Nei precedenti post dedicati a Foobar2000 abbiamo visto come configurarlo ed usarlo per le funzioni essenziali, come ottimizzare la resa audio scegliendo i driver migliori e come utilizzarlo per caricare contenuti dai CD alla "discoteca liquida".
Non abbiamo approfondito l'utilizzo della popolare applicazione per scegliere e suonare la musica, dopo averla organizzata in una "media library", in altre parole, l'utilizzo come "media player", come iTunes, per capirsi. Abbiamo descritto le funzioni, ma ora andiamo in profondità provandone l'utilizzo.

Perché questa attenzione a Foobar2000? Perché è il media player più flessibile, veloce e con migliori prestazioni audio, oltre ad essere gratuito. iTunes ha una interfaccia sicuramente più gradevole e immediata, ma ha diversi vincoli legati alle scelte Apple, aggirabili in parte, ma che lo rendono meno diretto nell'uso. JM River dovrebbe coniugare le caratteristiche positive di iTunes e Foobar2000, ma è a pagamento (anche se certo non costa molto). MediaMonkey è meno flessibile, cerca di fare tutto da solo, può essere comunque un'alternativa a Foobar2000, ma personalmente preferisco la maggiore flessibilità, anche a prezzo di un minimo di complessità in più.

Le funzioni di base di un media player
Torniamo con il supporto di esempi (figure come sempre in fondo per rendere più fluida la lettura) sulle funzioni di base, quelle che useremo quando finalmente la nostra discoteca liquida conterrà molta musica, e l'unica cosa che ci rimarrà da fare sarà cercare quella che ci va di ascoltare, organizzarla in una scaletta ... e ascoltarla. Quindi parliamo di:
  • organizzare la discoteca (o la library, se preferite)
  • cercare la musica nella discoteca
  • creare una scaletta personalizzata dei brani da ascoltare (la famosa playlist)
Prima di partire è necessario precisare che per Foobar2000 sono disponibili molte interfacce alternative a quella standard (GUI: Graphical User Interface), realizzate dal gruppo di sviluppo di Foobar o da terze parti, che possono rendere il prodotto anche simile a iTunes, e che naturalmente possono essere abbinate tra loro con moltissime combinazioni. Chi ne ha voglia e tempo può sicuramente sperimentare molte alternative. Per evitare di perderci tra le infinite possibilità, peraltro variabili nel tempo con le successive versioni dell'applicazione e dei componenti (e conseguente perdita veloce di utilità di questa guida) mi limito invece a utilizzare le due interfacce base di Foobar2000 (facets, illustrata nella mini-guida già pubblicata, e Columns Gui, la più intuitiva e da molti preferita). Con queste GUI di base si riesce a fare tutto (e ottimamente).

1. Organizzare la discoteca liquida
La nostra musica sarà archiviata su un disco locale o remoto, o anche su più dischi. Per farla gestire da Foobar2000 occorre solo fargli sapere dov'è (e poi, non spostarla). Il comando è:
Library > Configure > Music folders > Add
Come si può vedere dalla interfaccia (fig. 1) è possibile escludere alcuni tipi di file o altre funzionalità minori. Se si tratta di un disco collegato ad una unità USB, nel quale quindi la lettera identificativa dell'unità (F:, G: ecc.) è assegnata di default dinamicamente e in ordine alfabetico, è opportuno assegnare in modo fisso la lettera di unità in modo che Foobar2000 la veda in qualsiasi situazione (anche con pendrive o altre device USB connesse). Per farlo si usa una funzionalità apposita del pannello di controllo (Strumenti di amministrazione > Gestione computer) documentata ampiamente in Internet. Ovviamente si assegnerà in modo fisso una delle ultime lettere dell'alfabeto.

2. Cercare la musica nella discoteca liquida
Fatta questa operazione preliminare il comando per la ricerca e la selezione della musica è:
Library > Album List > View | Filter
Nel pop-up (fig. 2) si può vedere che sono disponibili due potenti filtri.
Il primo, View, consente di visualizzare i contenuti musicali per artista, per genere, per anno, o per directory disco (by folder). Il secondo, Filter (vero e proprio) consente di selezionare i contenuti in base alle informazioni aggiuntive (tag) associate ai file musicali. Ad esempio il nome della canzone. Ma ci torneremo sopra, a questa potente funzione.
Posizionando poi semplicemente il mouse o selezionando Send to current playlist con il tasto destro si potrà mandare in esecuzione l'album o il brano desiderato.
Sembra tutto molto più facile e immediato che cercare un CD tra i 1000 che abbiamo, se non siamo dei maniaci dell'ordine.
Ma, come sempre, le cose non sono così semplici, e dobbiamo fare un passo indietro.

0. Preparare la discoteca liquida 
In un mondo ideale dal passo 1 si va al passo 2 senza dover fare nient'altro e avendo a disposizione alla fine una library già pronta all'uso. Nel mondo reale è necessario invece un passo preliminare, di cui parlo ora, per non bloccare subito la lettura sui molti particolari cui fare attenzione. Il fatto è che tutto funziona perfettamente se le informazioni associate ai contenuti musicali, i famosi tags, sono complete, corrette e, soprattutto, quelle che servono a noi.
Se i contenuti provengono da siti di download commerciali le informazioni dovrebbero essere complete e corrette, anche se non sempre è così, ma i contenuti potrebbero avere altra origine (bisogna sempre ricordare che dal punto di vista legale, se abbiamo il CD o il vinile originali, una copia è sempre ammessa), o essere stati creati da noi, trasferendo i nostri CD in musica liquida. E in questi casi, informazioni carenti possono esserci.
Ma le informazioni potrebbero essere anche diverse da quelle che servono a noi, ad esempio, perché Patti Smith dovrebbe fare musica "alternative"? Noi pensavamo che facesse semplicemente del rock.
E poi c'è la musica classica. Chi è l'"artista": il compositore o l'esecutore? E come facciamo a organizzare album con più compositori o con più sottogeneri?

Il lavoro preparatorio: i tags
In sintesi, prima di cominciare, e in genere per ogni nuovo inserimento, bisogna sobbarcarsi un lavoro preparatorio sui tag. E' tutto abbastanza semplice, ma ci vuole il suo tempo, e bisogna anche aver chiara una strategia per evitare di dover poi rifare tutto.
Per ogni album che inseriamo nella discoteca liquida (eh sì) bisognerà quindi controllare la situazione dei tags, come indicato in fig. 3 e 4. Dopo aver selezionato l'intero album (The Notoriuous Byrds Brothers, in questo caso) con il tasto destro del mouse si seleziona Properties e un pop-up menu le mostra. Come si vede non tutti i tag sono inseriti, manca l'anno di pubblicazione.
Si può inserirlo a mano, ma la cosa più semplice è far fare il lavoro al programma, selezionando Tagging e accedendo al popolare database pubblico e volontario freedb (fig. 5). Se si trova l'album e i dati sono corretti (è volontario, come dicevo) basta selezionare Update files e il lavoro è finito (fig. 6).
In alcuni casi freedb propone più scelte e bisogna selezionare quella corretta.
Se l'album non c'è su freedb bisogna inserire i campi (o tags) mancanti o da modificare a mano (fig. 7, inserimento del tag genre a Jazz). Si può fare in un colpo solo per tutto l'album.
Come si vede è un lavoro abbastanza veloce, ma bisogna farlo in modo sistematico per poter poi cercare nella discoteca in modo efficace.

I generi musicali
Dove bisogna prendere una decisione è sui generi musicali. La ricerca per genere sarà probabilmente una delle più intuitive e utilizzate (vedi anche il post su questo argomento) ma l'attribuzione di un album ad un genere è molto soggettiva. Per la musica classica o jazz non si usano in genere sotto generi (tipo be-bop o swing) e quindi il problema in genere non si pone. Ma per il rock e il pop la fantasia si scatena con avantgarde, darkwave, electronic, post-rock, alternative-rock, space-age pop, folk-pop e così via. Sulla voce "generi musicali" di Wikipedia ne sono elencati a centinaia.
Possiamo decidere di lasciare quello che troviamo o imporre una nostra personale scelta. Dipende dal tempo che vogliamo dedicare a questa organizzazione. Poiché rimane sempre la possibilità di ricerca per artista penso sia conveniente intervenire solo nei casi più distanti dal nostro modo di vedere.

La musica classica
Nel caso della musica classica l'autore, o meglio il compositore, ha molta più rilevanza che nel pop, nel rock e nel jazz. Nei tags sono previsti i campi Composer e Performer, ma non sono quasi mai usati. Bisognerà quindi decidere chi indicare come artista (e quindi utilizzare nella ricerca), se il compositore o l'interprete (o gli interpreti) e come far sì che si possa ricercare sia per l'uno che per l'altro. Normalmente nei tag l'artista (il titolare dell'album) è l'interprete, o l'interprete principale, anche perché nell'album potrebbero essere eseguiti brani di più compositori. Il nome del compositore di solito è inserito nel titolo della traccia, o nel titolo dell'album, e questo è sufficiente per ricercare poi per compositore, usando la funzione Filter di Album List già visto in precedenza.

Se gli interpreti sono più di uno, come nel caso di un concerto (solista, direttore, orchestra) conviene che  nella voce Artista siano elencati tutti per facilitare le ricerche e i raggruppamenti futuri.

Infine c'è la questione delle forme musicali (più che dei sotto generi), che per la classica sono categorie più standardizzate e codificate e possono essere molto utili nella ricerca e nella organizzazione. Parliamo quindi di concerto, sonata, sinfonia, musica da camera, lieder e così via. I tags standard non li prevedono ed esistono applicazioni che ne consentono una estensione.
Con Foobar2000 e il suo sistema di ricerca si può evitare di complicarsi la vita e semplicemente usare il campo Comment, inserendo in esso la forma musicale. L'unica avvertenza è usare sempre la stessa definizione (italiano o inglese, al singolare o al plurale) per rendere coerente la ricerca. Il campo Comment è libero e si possono usare quindi anche più chiavi, ad esempio "musica da camera" e, assieme, "quartetto", o "sonata" e "violino".
In questo modo in futuro si potranno ricercare solo i quartetti, o le sonate con pianoforte.
Tutto dipende dalla pazienza e dal tempo che dedicheremo a questa attività.

L'immagine della copertina
Importantissima, a giudicare dal fatto che i media player professionali prevedono di solito un proprio database "a bordo" con una gran quantità di copertine. E' la funzionalità molto visiva e intuitiva che ha reso popolare iTunes e l'iPod di Apple. Non è fondamentale per la ricerca ed è qualcosa, tra l'altro, molto legato alla musica "solida", ma è un complemento gradevole nell'utilizzo. Nella versione standard della interfaccia che stiamo illustrando la copertina viene visualizzata in una sezione Artwork view in basso a sinistra. A patto che sia presente nella directory del disco dove è presente la musica e che sia in formato compatibile.
Chiaramente Foobar2000 deve sapere quale immagine è la copertina, e di default la selezione se è un file JPG con nome "front" o "cover" (si può anche personalizzare questa scelta ma non complichiamoci la vita). Il sistema di riconoscimento non è tanto di bocca buona. Se l'immagine non compare controllate che sia proprio in formato JPG (non PNG, non PDF) e che abbia l'estensione .jpg, se ha l'estensione .jpeg (di solito, per altri software, è lo stesso) non la riconosce, e bisogna rinominare il file.
O cercare un'altra immagine, che probabilmente, se non si tratta di un album raro, è la cosa più semplice.
Perché le immagini di copertina possono essere incluse nel download che abbiamo fatto da HDtracks o da Deutsche Grammophone, ma potrebbero anche non esserci, o essere in formato PDF.
In sintesi anche in questo caso un minimo di attività preparatoria per avere la interfaccia più gradevole si rende necessaria.
Fatte queste operazioni nella visualizzazione per colonne Foobar si presenterà come in fig. 7.

2bis. Cercare la musica nella discoteca liquida
A questo punto possiamo tornare alla funzione di ricerca cui, prima, avevo solo accennato. La discoteca, o la library, ha ora contenuti tutti "taggati" e quindi dotati di informazioni che consentono una ricerca con diversi metodi e strategie. Ovviamente potranno essere anche combinate, utilizzando assieme i selettori View e Filter. Le viste consentite da View sono (vedi fig. 8):
  • Per artista (Artist): la più semplice e intuitiva
  • Per Album: se ci ricordiamo il titolo
  • per artista + album: presenta più righe per ogni artista, ancora più intuitiva ma, ovviamente, più prolissa
  • Per genere (Genre): come riportato sopra, la utilità dipende molto dalla classificazione che abbiamo fatto
  • Per anno: se vogliamo scegliere proprio la musica di un particolare anno ...
  • Per archiviazione (Folder / Structure): può essere utile se abbiamo la musica archiviata su più unità.
La funzione Filter invece ricerca la chiave testuale che inseriamo su tutti i tags. Quindi se vogliamo cercare all'interno del genere jazz solo gli album di Miles Davis basta inserire "Miles Davis" (o anche solo Miles), oppure se tra le esecuzioni di Martha Argerich vogliamo cercare solo le sonate di Schumann basta inserire in Filter il nome del compositore e così via. Molto semplice.
E anche estendibile come uso. Nell'esempio di fig. 9 per esempio selezionando la View By Artist e la parola chiave "river" abbiamo creato automaticamente una scaletta che contiene tutte le canzoni con questa parola nel titolo presenti nella nostra discoteca liquida.

La qualità audio dei contenuti
Un'altra interessante possibilità offerta dal pannello Album list è la selezione della qualità dei contenuti tra lossy e lossless e tra diversi formati. Basta usare in Filter la estensione del file, anche assieme ad altre chiavi. Quindi inserendo flac, wv (per wavpack), wav, ape (per MonkeyAudio), alac (per Apple lossless) si selezioneranno solo contenuti lossless (tranne, ma è un caso molto raro, per l'uso lossy di wavpack), mentre con mp3 o aac si selezioneranno contenuti compressi, se ancora ne abbiamo. Se poi vogliamo anche selezionare la musica in alta definizione dobbiamo per forza introdurre questa informazione nei commenti. Una operazione sicuramente consigliabile e che diventerà utile quando la discoteca virtuale raggiungerà significative dimensioni.

3. Creare le playlist
La nostra discoteca dopo tutte queste attività preparatorie, che dovremo ovviamente ripetere ad ogni nuovo album aggiunto (e che sono comuni anche agli altri media player, con qualche facilitazione in più, come si accennava, per l'acquisizione delle copertine) sarà pronta per la sua funzione fondamentale: ascoltare la musica, in modo tradizionale, ovvero scegliendo un album e ascoltandolo per intero, o in modo più creativo, creando una propria scaletta personalizzata, una playlist.
Ai tempi delle cassette si chiamavano compilation e venivano amorevolmente preparate e regalate alle fidanzate, che apprezzavano almeno l'impegno profuso nell'operazione, perché richiedevano una discreta quantità di tempo.
Con la musica liquida è veramente un altro mondo, e in pochi minuti si può realizzare una playlist, ascoltarla e salvarla.

Per prima cosa occorre creare una playlist con il comando:
File > New Playlist (o CTRL-N)
Verrà visualizzata nel riquadro a sinistra in alto (stiamo usando la default user UI che per questa attività è più comoda) e conviene subito cambiare nome (Rename col tasto destro) per poterla poi identificare facilmente in seguito (fig. 10).

La seconda cosa da fare sarà cercare nella discoteca i brani da inserire. Non dovremo andare a recuperare per tutta la casa i vinili e scoprire che proprio quello che ci interessava è stato prestato al nostro migliore amico che nel frattempo è partito per la Grecia. Dobbiamo solo aprire il pop-up Album list, cercare i brani in base alle nostre preferenze e trascinarli sul nome della playlist. Vedremo anche progressivamente aumentare il numero di tracce e la durata complessiva sino a quella desiderata.
Come test per le figure abbiamo creato una playlist semplicissima che alterna brani di jazz cantato a jazz strumentale.
Finita questa fase, selezionando semplicemente la playlist con un doppio clic, i brani saranno visualizzati nella finestra principale e potremo spostarli o eliminarli in base alla nostra idea di assonanza e sequenza tra essi (fig. 11).

Oltre che ascoltarla, se la consideriamo sufficientemente riuscita, potremo salvarla (sempre dal comando File > Save playlist) e riprenderla in seguito (File > Load playlist) avendo cura di individuare una directory nella quale le archivieremo tutte (fig. 12).

Potremo anche trasferirla su CD se ci piace particolarmente, per regalarla o ascoltarla in auto, con il comando Convert > Write Audio CD, dopo aver selezionato tutte le tracce (fig. 13).
Per quest'ultima operazione, per avere un prodotto finale piacevole, sarà preferibile normalizzare i l livello tra le varie tracce, che potranno suonare più forte o più piano a seconda delle scelte di editing nell'album di provenienza. Anche questa è una funzione possibile con Foobar2000, selezionando prima di avviare la masterizzazione Replay Gain. Si aprirà un secondo menu nel quale bisognerà scegliere la normalizzazione a livello di album (Nel campo Source Mode) e converrà selezionare l'opzione apply gain and prevent clipping according to peak (evita automaticamente eventuali distorsioni del suono) nel secondo campo Processing.

In sintesi
Come si vede anche Foobar2000 è un media player completo ed efficace, forse più essenziale nell'aspetto ma sempre molto veloce e immediato nel funzionamento. Nel seguito come sempre la guida illustrata per immagini.

Note
La interfaccia Columns UI si abilita installando il relativo componente con le modalità già illustrate nella precedente parte della guida. La versione di Foobar2000 a cui si riferiscono gli esempi è la 1.1.5 e l'ambiente operativo è Windows 7.


La guida per immagini
Il primo passo consiste nel configurare la libreria, ovvero informare Foobar2000 su dove è archiviata la musica.


Fig. 1


Fig. 1b

La ricerca con il pop-up Album List e le funzioni View e Filter


Fig. 2

Controlliamo le proprietà (le informazioni) associate ad un album (The Notorious Byrds Brothers)


Fig. 3


Fig. 4

Cerchiamo con freedb se esistono già descrizioni pronte all'uso


Fig. 5


Fig. 6

Inseriamo a mano un tag (genre: Jazz, per l'album di Chet Baker). A proposito: attenzione alle minuscole e maiuscole, la ricerca è case sensitive.


 Fig. 7


Fig. 7b

Il pannello di ricerca Library > Album List nel caso di vista per Album + Artista e di filtro per data.


Fig. 8

Un altro esempio di ricerca: tutte le canzoni con "river" nel titolo.


Fig. 9

Infine creiamo una playlist, cominciando a selezionare i brani. Per ora si chiama ancora "Playlist 1".


Fig. 10

Continuando a trascinare i brani scelti per la nostra playlist di prova (un brano di jazz strumentale alternato ad uno di jazz cantato) abbiamo composto una playlist di 13 pezzi che ora stiamo ascoltando


Fig. 11

Possiamo salvarla per poi riprenderla in futuro, usando il comando Save Playlist


Fig. 12

Possiamo anche trasferirla su CD, per ascoltarla in auto o regalarla a qualcuno o qualcuna che apprezza il jazz.


Fig. 13

Infine, ecco come appare la Playlist appena creata selezionando invece la interfaccia Columns UI.


Fig. 14

E come si fa a selezionare questa interfaccia? Semplicemente da File > Preferences > Display


Fig. 15

E' tutto: enjoy the music!