Mentre una parte degli audiofili si dispiace per la transizione all'alta definizione che non arriva mai, anche la transizione dalla musica compressa almeno alla qualità CD non è che stia molto meglio.
E' stato annunciato da Spotify nel 2017 come una nuova opzione che avrebbe allineato il servizio ai concorrenti (che proponeva già quasi tutti anche la qualità CD), è rimasto nel limbo fino all'inizio del 2021 quando era annunciata la disponibilità entro la fine dello stesso anno, ma non è successo niente. Ora le ultime notizie lo danno come non pianificato, cioè, non esplicitano che non lo faranno mai, ma non lo fanno lo stesso.
Perché Spotify è importante?
Perché il servizio di streaming nato in Svezia è di gran lunga leader del settore con il 31% del mercato globale, includendo anche Paesi "extra Google" ovvero Cina e Russia. Nel solo nostro mondo "occidentale" (culturalmente parlando) la quota di mercato equivale quasi alla somma del mercato dei servizi streaming delle tre big del web (Apple, Amazon e Google)..
Spotify sta inoltre ulteriormente crescendo anche al di fuori della musica, essendo la piattaforma di riferimento per i podcast, il nuovo apprezzatissimo canale per le news e l'intrattenimento (come noto stiamo abbandonando progressivamente la scrittura per tornare gradatamente al "verbo", quindi all'inizio).
E' quindi molto importante approfondire le scelte del n.1, tenendo conto che anche due dei tre "followers" sono anch'essi ancora "lossy". Se non si decide ad un passo che peraltro non richiede grandi investimenti avrà i suoi buoni motivi, ed è interessante quindi comprenderli. Che sono di due tipi: economici e tecnici.
Motivi economici: ma la domanda esiste?
Spotify ha lanciato il progetto Hi-Fi ovvero la disponibilità dell'ascolto lossless, in risposta alla competizione, quasi tutti gli altri servizi stavano proponendo la qualità CD con un sovrapprezzo (e solo a pagamento), un plus che, speravano, avrebbe avuto un riscontro in termini di abbonamento e di fatturato. Per prudenza o forse per motivi organizzativi stavano arrivando comunque tardi e hanno fatto in tempo a verificare che l'attesa domanda e progressivo abbandono della codifica complessa "lossy" premium a favore della qualità CD non c'erano stati.
Anzi, i principali promotori (Tidal e Qobuz) hanno rilanciato puntando all'alta definizione, e trovando una nicchia di audiofili interessati che comunque, per quanto piccola, è stata sufficiente per ora per sostenere i costi, garantire un margine e rendere così stabile il servizio (anche con successiva riduzione del prezzo).
Per gli utenti generici l'attrattiva si è rivelata trascurabile, per gli stessi motivi già proposti come spiegazione nel post precedente.
A fronte di questo traino insufficiente per Spotify poteva essere anche un rischio: è un servizio che è gratuito con pubblicità o premium, il servizio gratuito da' il maggior numero di abbonati, quello premium la maggior parte dei ricavi. Affiancare a premium un'alternativa dichiarata migliore ne abbassa il valore e anche l'attrattiva. In assenza di un vantaggio percepito e condiviso e senza una politica di prezzi aggressiva (= riduzione dei margini) il ritorno economico diventava problematico. Essendo per loro anche più costoso tenendo conto del grande numero di utenti che hanno. Probabilmente hanno fatto 5 anni di risk analysis e il risultato è stato sempre lo stesso.
Motivazioni tecniche: la percezione della migliore qualità
Sono regolarmente accolte con interesse le continue novità nel settore dei monitor TV (e dei contenuti) o delle fotocamere degli smartphone, senza polemiche sull'interesse delle case produttrici, quindi deve esserci una differenza ed elementi specifici che la generano. Ed in effetti:
- il nostro senso della vista è molto più addestrato ad osservare le differenze rispetto al senso dell'udito, in special modo se utilizzato per seguire suoni "astratti" (la musica) e non rumori e suoni di ambiente
- la ricerca della "qualità" non è detto che sia la ricerca della "fedeltà"
Meglio restare alla qualità premium (320Kbps) risparmiando gli investimenti sulla piattaforma di diffusione della musica in streaming.
Senza andare lontano, di questo paradosso siamo testimoni tutti quando fotografiamo col nostro smartphone. Il processore interno è programmato proprio per realizzare foto "infedeli", che trasformano un giorno di colori spenti in un giorno di colori accesi, che correggono l'incarnato, che, addirittura, negli ultimi modelli trasformano una scena di notte in scarse condizioni di luce in una scena illuminata. E regalare al possessore immagini che sembrano più vere del vero, come questa che ho scattato io con un iPhone neanche recentissimo, qualche mese fa.
Condivido il pensiero.
RispondiEliminaUn appunto: le due foto sono identiche ;)
E' vero, grazie della segnalazione, ho inserito due volte la stessa. Ho corretto, ma comunque si nota poco, devo trovare un altro esempio partendo da una foto originale mia ne sto cercando una adatta.
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