mercoledì 29 giugno 2011

Il Network Audio Player

Il Network Audio Player è il componente su cui puntano i tradizionali produttori di hi-fi per giocare un ruolo anche nella musica liquida. Modelli sono proposti ad esempio da Marantz, Yamaha, Linn, Naim; questi ultimi due, più costosi, includono anche l'amplificatore. Tutti supportano il protocollo standard che consente a questo tipo di componente di dialogare con il resto del mondo digitale, ovvero il DLNA (Digital Living Network Alliance, un subset dello standard di scambio multimediale UPnP - Universal Plug & Play). Alcuni supportano anche l'alternativa di mercato, il protocollo proprietario AirPlay di Apple.

Il Network Audio Player Yamaha NP-S2000
Con i Network Audio Player (o semplicemente network player) si può ascoltare la musica liquida, memorizzata in ambiente PC in un formato digitale supportato, anche senza un computer nella catena di riproduzione. Le conversioni da formato lossless a formato digitale non compresso (Wav in codifica PCM) e da quest'ultimo al segnale analogico da inviare all'ingresso dell'amplificatore, sono realizzate dal network player.


Il Network Audio Player Marantz NA7004
Per scegliere la musica da ascoltare, accedendo alla discoteca virtuale, in questa configurazione minimale,  illustrata nella figura seguente, l'ascoltatore ha a disposizione solo il display del player e il suo telecomando, con funzionalità molto limitate, rispetto a un media player come iTunes o Foobar2000.

Comandare il network player
Il protocollo DLNA comprende diverse tipologie di componenti, in particolare:
  • digital media server: distribuisce i contenuti in rete
  • digital media player: seleziona, riceve dal server ed esegue (visualizza o fa suonare: playback) i contenuti digitali trasmessi in rete
  • digital media controller: comanda le operazioni tra server e renderer
  • digital media renderer: riceve dal server i contenuti, dal controller i comandi, ed esegue i contenuti digitali trasmessi in rete
Nella configurazione semplice mostrata prima il network player funzionava come media player e i componenti in uso erano solo i primi due. Aggiungendo un media controller e facendo lavorare il network player come media renderer è possibile sfruttare le più estese possibilità di navigazione e selezione dei contenuti musicali all'interno della propria discoteca virtuale.

Usando il media controller l'ascoltatore di musica:
  • si collega alla discoteca virtuale (al media server) visualizzando i contenuti e organizzandoli (per genere, per musicista ecc.)
  • seleziona i contenuti e li organizza in una playlist (scaletta)
  • invia i contenuti all'ascolto e lo regola (controllo di volume ecc.)
E cos'è questo media controller in pratica? Niente altro che iTunes o uno dei suoi emuli, Foobar2000, MediaMonkey, persino Windows Media Player (WMP) nelle ultime versioni. Basta che sia compatibile con UPnP / DLNA.


In questa configurazione non fa nessuna operazione di elaborazione, trasforma solo i comandi dell'appassionato in comandi "digitali". Ad esempio la conversione da lossless a formato non compresso è eseguita dal renderer, che viene attivato con la funzione "play to" (in WMP) o similari in altri player.

Il telecomando
In questa seconda configurazione abbiamo reintrodotto un computer, con Foobar2000, ad esempio, che controlla da un lato l'archivio della musica digitale, e dall'altro il componente che la trasforma in musica da ascoltare. Immaginiamo quindi che nella sala di ascolto dell'appassionato di musica ci sia, accanto alla sua poltrona preferita, davanti ai suoi diffusori acustici hi-fi, un notebook sul quale ha organizzato il suo ascolto. Che resterà acceso come una console di comando di uno studio di registrazione per tutta la durata della musica che vuole sentire, anche se, una volta scelto il voilume, almeno lo schermo potrà essere spento.

Esiste però una alternativa più comoda rispetto a questa, completa e versatile ma forse non gradita a tutti gli audiofili, utilizzando un altro oggetto elettronico che molti hanno già con sé. Sto accennando, ovviamente, ad uno smartphone, e in particolare allo smartphone del momento, l'iPhone di Apple.

Uno smartphone non è altro che un computer di forma più compatta (e incidentalmente dotato di antenna per connettersi alla rete di telefonia mobile) e quindi può far girare senza problemi una applicazione conforme ad un media controller DLNA. Ne esistono diverse, ad esempio media:connect di Persona Software o Wizz App, fornita direttamente assieme al network player della Marantz, il NA7004. Con queste applicazioni si possono fare le stesse operazioni fornite da un media player su PC, con minori funzionalità per via dello schermo più piccolo e della tastiera miniaturizzata, ma con maggiore comodità perché è un oggetto che sta in mano come un telecomando, che si accende subito, che non fa alcun rumore e che ci si dimentica quando la musica parte. E che funziona a prescindere dal PC.

La stessa cosa si può fare anche con i concorrenti di Apple, che utilizzano il sistema operativo Android di Google, cercando tra molte applicazioni apparentemente simili quella giusta. Non si è ancora affermato, infatti, un leader di mercato.

Il remote control
Lo stesso iPhone (o smartphone Android) può anche fungere da telecomando per il PC, con apps come Apple Remote. Il PC in questo caso dovrà rimanere acceso da qualche parte della casa (anche diverso dalla stanza da musica) e l'iPhone accederà alla libreria (alias discoteca) iTunes selezionando il programma musicale. Ma la stessa modalità si potrà ottenere con MediaMonkey e la sua apps iMonkey, sempre per iPhone. Per Android ci sono diverse soluzioni (è un settore in sviluppo), ad esempio Gmote per il noto player universale freeware VLC, o VideoLAN.

Nel mondo Apple
Il mondo Apple è basato su standard proprietari, non c'è scelta ma in compenso funziona tutto con molte meno sorprese. E' possibile ottenere le stesse funzionalità di distribuzione e ascolto della musica in rete mediante: Airport Express (il media server) e iTunes (il media controller); il network player può essere lo stesso, se gestisce anche il protocollo sviluppato da Apple, e che si chiama AirPlay. E' questo il caso del Marantz NA7004, che include questa funzionalità (come add-on).
Come telecomando si può usare, ovviamente, un iPhone con la applicazione Remote già citata prima.

Ma nel mondo Apple c'è un altro componente che per questo uso è veramente l'ideale, il tablet iPad. Questo è un vero e proprio computer portatile, l'unica differenza è la eliminazione della tastiera e del mouse, sostituiti dallo schermo touch screen. E sull'iPad è incluso (come in tutti i computer Apple) il software iTunes ed è supportato il protocollo AirPlay. Quindi basta collegare l'iPad alla rete domestica con wi-fi per avere sottomano tutta la discoteca virtuale, comodamente navigabile, con un telecomando interattivo un po' più grande del normale, ma che si accende subito, è silenzioso e quando non serve più e ci si vuole concentrare sulla musica si spegne anche subito.

La stessa cosa con un tablet non Apple? Come già scritto in precedenza, il mondo Android per la musica  è molto meno stabilizzato, media player evoluti e completi come iTunes, Foobar2000 o mediaMonkey in questo ambiente non ci risulta siano disponibili, anche se è probabile che la situazione cambi presto. Mentre i tablet con ambiente Windows devono ancora arrivare, si parla del 2012.

Apple e l'alta risoluzione in musica
Non c'è dubbio quindi che per i pigri e per gli appassionati puri la soluzione Apple abbia una forte attrattiva. Anche se un paio di punti aperti rimangono:
  1. la impossibilità di gestire file audio in formato Flac, i più diffusi. Precisa scelta Apple, ma aggirabile con un minimo di impegno in più, come abbiamo già documentato in un post, empo fa;
  2. l'alta definizione: rimane o no dopo gli avanti e indietro con AirPlay? Sul predecessore AirTunes sicuramente no, i file audio anche Alac in HD venivano "abbassati" a 16/44.1; 
  • AirPlay dovrebbe invece gestire senza "downgrade" anche file audio a 24/96, ma non è che ci sia molta chiarezza in merito; sicuramente Apple, se pur questo livello di qualità è ora raggiungibile, non lo enfatizza per nulla. E' necessaria una indagine approfondita che ci ripromettiamo di fare presto. 
In sintesi
Con queste ultime considerazioni, che però dovevano pure essere poste per non lasciare il quadro della situazione incompleto, ci siamo un po' allontanati dall'obiettivo. Che era illustrare il ruolo centrale di un network player nella catena di ascolto per la musica liquida, e le possibili alternative per comporre un impianto che usi questo componente assieme al media server illustrato nel post precedente.
Come si vede, il punto di arrivo è veramente affascinante, comodità e qualità ai massimi livelli sono ormai alla portata dell'audiofilo, e senza costi iperbolici. Manca ancora qualche mattone alla costruzione completa, ma sembra che non si debba attendere ancora molto.

sabato 11 giugno 2011

Un media server su PC

Nel precedente post abbiamo mostrato il modello generale di un impianto per ascoltare la musica liquida, ed osservato che viene sempre più spesso proposto un sistema di archiviazione centralizzato e specializzato per i media video e audio, anche in alta definizione, il media server.

Vediamo quindi ora in maggiore dettaglio come funziona un media server, cominciando dalla configurazione più semplice (ma non la più facile da realizzare): un media server implementato su un PC. In questa configurazione un normale PC fisso (nel nostro caso un Mac) svolge il ruolo di archivio multimediale, rendendo disponibili i contenuti a tutti i client presenti nella rete domestica, purché siano conformi allo standard Universal Plug 'n Play (UPnP) ora standardizzato come DLNA.

I client potrebbero essere network player audio o console per giochi, o anche un altro PC, magari un notebook connesso ad un DAC e tramite questo all'impianto Hi-Fi. In questo caso un Vaio con Windows 7.

Una soluzione utile per riusare componenti già presenti in casa o per sperimentare questa soluzione, ma una installazione non così semplice come sembrerebbe, che ha richiesto diversi tentativi, sicuramente istruttivi per capire come funzionano questi componenti, e che quindi propongo in questo post, confidando che siano utili anche a qualcun altro.

Usando lo schema a blocchi già proposto, la configurazione sarà quella mostrata sotto, con la parte PC Mac in verde e quella notebook in azzurro.

Scegliere un media server
Ce ne sono veramente molti e molti sono gratuiti, come sempre, si inizia da questi ultimi. Su Mac il più noto è Plex, che però era giudicato particolarmente pesante in alcuni forum. Quello che proprio nessuno vuole è "windowsizzare" un Mac, quindi la scelta è caduta su un altro prodotto nuovo, che si presenta molto bene, TVMobili.


La installazione è molto semplice e con pochi clic si ha il software pronto all'uso, bisogna poi fargli vedere i file musicali che si vogliono condividere, e per questo scopo è presente una interfaccia molto intuitiva, nel pannello "setting", e inoltre le librerie musicali (ad esempio quella di iTunes) vengono caricate automaticamente, come in molti prodotti analoghi. Ovviamente ho inserito file musicali di tutti i tipi, Flac a 16 bit e a 24 bit, Wav idem, Alac a 24/96, compressi AAC e MP3.



Il servizio in rete
Si tratta solo di verificare se da Windows 7 si vede, e anche qui tutto funziona senza grandi difficoltà. Dal pannello di controllo Rete si vede il nuovo servizio (dopo aver dato l'assenso al Firewall di Windows). probabilmente non è lo stesso con Windows XP, perché si tratta di una evoluzione inserita in Vista/7, a quanto ho letto. Aprendo il service si attiva Windows Media Player e parte la riproduzione, come ci si attende. Tutto bene, ma solo per MP3, per i noti limiti del player di casa Windows in configurazione standard. In particolare, niente Flac, a meno di acrobazie che proprio mi rifiuto di fare per principio. Si decidesse Microsoft a fornire un lettore adeguato.

Il player UPnP
Usiamo quindi un player un po' più universale e versatile, ovviamente è il solito Foobar2000, al quale abbiamo già dedicato alcune guide. Bisogna installare il componente "terze parti" foo_upnp e il media player mette a disposizione un completo ambiente UPnP, con player, server e render. Il primo è quello che serve a noi. Dal menu View > UpNP Browser si apre una finestra pop-up che consente di selezionare il server TVMobili e di arrivare alle canzoni che vogliamo ascoltare, che sono inserite automaticamente nella finestra playlist di Foobar.

Scegliendo brani in MP3 e poi in AAC va tutto bene, in pochi attimi inizia la riproduzione esattamente come ci si aspetta. Magari si troverà qualche differenza nella visualizzazione dei contenuti non musicali, qualche altra configurazione da fare, ma la funzione di base c'è e funziona perfettamente.

Passando ad un formato lossless in alta definizione (Alac 24/96) arriva la prima sorpresa (NB: in foobar per ascoltare Alac, il formato lossless di Apple, alternativo a Flac, occorre installare su Foobar2000 un componente aggiuntivo).
Si scopre che la dimensione del buffer può essere critica per audio a 24 bit: usavo sul notebook 1970 ms ed in un caso è andato in memora insufficiente (pur avendo 4GB di RAM), ho dovuto impostare il valore a 770 ms. Dipende ovviamente da cos'altro stiamo facendo sul PC, in precedenti prove non ho avuto problemi. E in tutti i casi l'inizio dell'ascolto non è immediato, occorre prima che si riempa il buffer. Possono essere necessari anche 30" o più.
Con buffer piccolo però si rischiano interruzioni se in rete ci sono rallentamenti (es. qualcuno in casa che sta facendo qualche altra cosa). Il valore di 770 ms sembra essere un buon compromesso.

E gli altri formati?
La seconda sorpresa è un po' più fastidiosa, il player non legge file audio Wav (sia 16/44,1 sia 24/96) e neanche Flac (anche in questo caso SD e HD). Non è dichiarata la incompatibilità né lato server né lato client e quindi la cosa è inaspettata. E' vero che lo standard UPnP non contemplava il Flac (ma il Wav sì) ma tutte le implementazioni successive lo hanno inserito.
In particolare i file in formato Flac non vengono proprio visti dal browser UPnP e quindi non vengono inseriti nella playlist. Quelli Wav vengono invece inseriti ma, se 24/96, vanno in errore con questa diagnostica:

Unrecoverable playback error: Unsupported stream format: 32000 Hz / 24-bit / 1 channels  (24/96 WAV)

Se invece sono 16/44.1 dopo un po' più tempo vanno comunque in errore con quest'altro messaggio:

(Unsupported format or corrupted  file): "http://192.168.0.2:30888/__contentStreamUPnP/e0ed165a6d142d93b88c501a640e6467/TVMOBiLi/0-29721fe5257a862adddd946aa383b1ffx77904y20z1307129798"

Strano che ci fosse una incompatibilità così evidente, ho cercato tra i post e i forum e non ho trovato nulla che potesse chiarire il problema In alcuni thread molto tecnici alcuni scrivono che il formato Flac non è supportato in modo nativo in UPnP, e che la implementazione specifica (codice Mime) in foo_upnp non è conforme a quella normalmente usata nei media server. Stessa spiegazione per i Wav, ancora più contorta perché pare si possa forzare una conversione durante la trasmissione. Ho provato anche questo e nulla cambiava.  Ho provato allora ad inserire io questo quesito, ma dopo diversi giorni e un paio di sollecitazioni (altri post) nessuna risposta è giunta.

Un altro player
Va bene, c'è un problema di incompatibilità, nel mondo degli standard accade. Sarà lato player o lato server? Il player sembra un componente più semplice, per il quale esistono più alternative, quindi partiamo da qui. E si scopre che di alternative non ce ne sono poi molte.
Winamp era dato per player Flac con un plugin che lo estendeva a player UPnP/DLNA, chiamato On2Share. Andandolo a cercare si scopre però che si tratta però di un prodotto (tedesco) piuttosto vecchio, non c'è neanche più il sito e il dominio. Il prodotto si trova però ancora in giro, sui soliti siti di dowload (quelli legali). Installato e provato funziona, individua il server UPnP, mostra la directory musicale nella playlist di Winamp, come promesso, e però tutto si ferma qui, perché Winamp poi la playlist non la suona. Incompatibilità con Winamp che nel frattempo è andato avanti? In ogni caso i file Flac non li vedeva neanche On2Share.


Passiamo ad un altro player veramente universale, un fantastico prodotto free superiore a tutti i prodotti a pagamento: il ben noto VideoLAN, o VLC, un software gratuito, sviluppato da anni da ottimi programmatori in giro per il mondo, che suona e mostra ogni formato al meglio. E supporta anche UPnP. Più o meno.


Difatti nella versione per Windows il modulo "services discovery" che serve appunto per attivare il servizio di ricerca in rete di server UPnP attivi, pur se documentato - vedi nel seguito la documentazione sul wiki on-line del prodotto - non si attiva proprio.

When VLC is compiled with UPNP support, you will still need to enable UPNP service discovery:
  • either on command line via $ vlc --services-discovery upnp_intel
  • or in the playlist menu: File/Service discovery/UPNP
Then discovered UPNP servers will be listed on the playlist.

Quindi non è possibile navigare tra i contenuti musicali come si fa con il browser di foo_upnp. 


La sorpresa è però che nella versione per Mac la funzionalità esiste e viene mostrata. Quindi sembra proprio essere una omissione nella distribuzione per Windows. In qualche forum viene data infatti questa spiegazione, pare perché ancora non stabile in questo ambiente (anche se esiste da 5 anni o più), sia stata riservata solo alle distribuzioni per Mac e per Linux. Sempre cercando sui forum si trovano anche dei sorgenti che sembrano dei fix per questi problemi, ma modificare il kit di distribuzione o ricreare l'eseguibile con questi sorgenti, senza documentazione, è oltre le mie capacità.

Il workaround
Si può però tentare un'altra strada. Poiché i messaggi di errore di foo_upnp restituiscono l'indirizzo di rete http, come si è visto prima, e VideoLAN consente di indicare l'Url, ho provato a lanciare il file remoto in questo modo. E funziona, sia in Wav 16/44.1 sia 24/96. L'ascolto parte subito e senza problemi. I Flac, come dicevo prima, non vengono proprio visualizzati, ma ho aggirato anche questo problema con un trucco. Rinominati in mp3, foo_upnp li vede e si possono lanciare. Arriva poi subito il messaggio di errore, ma con la indicazione dell'Url, e quindi si possono lanciare anche loro con VLC. E funziona perfettamente anche in questo caso, come si vede nell'immagine sotto per Poinciana nella esecuzione di Ahmad Jamal.



Perfettamente per modo di dire perché, non potendo navigare, la funzionalità che ho individuato è praticamente inutile. In ogni caso ho potuto provare che si può fare, sia TVMobili sia UpNP lo consentono, se solo si trovasse un player compatibile con TVMobili, cosa che foo_upnp non è, a meno che qualcuno mi indichi un qualche sistema per superare l'ostacolo.

Tutti oggetti freeware sinora, forse devo arrendermi all'evidenza e provare qualcosa a pagamento, forse solo così si può ottenere questa funzionalità. Proviamo quindi un software citato e consigliato su alcuni forum (di VLC), dal nome invitante, 4u2Stream. C'è una versione trial e quindi si può fare una prova.
Installato, si dimostra essere molto facile nell'uso, con una interfaccia minimale ma sufficiente allo scopo. In pochi attimi funziona tutto ma ... nello stesso identico modo di foo_upnp: Flac non visibili e Wav che vanno in errore (senza messaggi però).

Cambiamo media server
Non voglio credere che quelli di foo_upnp abbiano messo sul mercato (per modo di dire, è gratuito) un prodotto per il più noto media player Flac senza un test con questi file. Quindi bisogna provare, proseguendo secondo la nota metodologia di problem solving Kepner & Trigoe, a cambiare il media server.
La scelta anche per Mac è ampia, ma poi cercando sui foirum o sulle specifiche dei singoli prodotti si scopre che alcuni non supportano tutti i formati, e in particolare non supportano il Flac. Non so come facciano a non supportarlo, visto che la decodifica la fa il player, ma evidentemente il trasferimento è in qualche modo dipendente dalla codifica.

Per non andare a tentativi e non impiegarci settimane non rimane che una scelta: passare ai media server a pagamento. E visto che ci siamo, al più diffuso attualmente: TwonkyMedia Server della PacketVideo di San Diego. Prima bisognerà provarlo, e sul sito non pare ci sia una versione trial. Non costa molto, ma visto le esperienze precedenti è meglio cercare in  rete. E la versione trial (per Mac) esce fuori, non si sa come, sui soliti siti (legali, ripeto) tipo download.it. La versione provata è la 6.0.28, l'ultima è la 6.0.32.

E stavolta, a conferma che ogni tanto per la qualità bisogna pagare, la funzionalità c'è ed è completa, per tutti i formati di file audio che avevo inserito sul Mac. Come si può vedere nelle videate che seguono, che riguardano tutti i file che ho provato.


Twonky ha una interfaccia (su PC) veramente minimale, ma molto funzionale, a scelta di tipo HTML (la più minimale, quella che ho usato) o flash (più ricca, ma sempre molto semplice nella impostazione) e con poche operazioni molto intuitive si può condividere tutta la musica (o i materiali video) che vogliamo mettere a disposizione di altri player nella rete domestica.



Il comando è Basic Setup > Sharing nel pannello Setting (quello con la chiave inglese), condividendo una directory root si condivide tutto l'albero di sottodirectory (quindi tutta la musica contenuta). Il passaggio da un pannello all'altro avviene semplicemente con i comandi di navigazione del browser, essendo la interfaccia completamente "browsed".


 Nel pannello Setting si trovano poi tutti gli altri comandi di configurazione, ma l'unico che serve obbligatoriamente è Sharing. Un altro comando interessante può essere Media Receivers, che mostra tutte le unità DLNA compatibili che, nella rete domestica, sono connesse al media server.

Nella immagine che segue la interfaccia flash, per chi la dovesse preferire.


Always On
Un'altra cosa da notare, ovvia ma importante, è che, se il media server è su PC, per essere accessibile il PC deve essere sempre acceso. Il Mac, come molti computer moderni, ha una funzione risparmio energia e si spegne automaticamente a tempo. E non si riaccende automaticamente se un receiver chiede accesso all'archivio. Se si vuole quindi seguire questa strada bisogna disabilitare questa funzione o decidere quando attivare manualmente il media server. Da notare anche che il Twonky si ripresenta in rete automaticamente una volta "risvegliato" il PC, mentre TVMobili va in una stato non gestito ed è necessario disattivarlo e riattivarlo con l'apposito comando in alto (quello col simbolo universale on/off) per farlo vedere di nuovo dalla rete.
Ulteriore conferma che Twonky è effettivamente un prodotto ben realizzato.

E la qualità?
Gli appassionati di Hi-Fi sono attentissimi ad ogni possibile degrado del suono dovuto al trasferimento dei preziosi flussi di dati che racchiudono l'amata musica, sino a discettare su cavi digitali che possono avere influenza sul suono (cosa che appare proprio impossibile), e quindi come potranno considerare questa configurazione? Dove i suddetti dati passano da un software all'altro, vengono scomposti, incapsulati, memorizzati localmente, magari codificati e decodificati. Quante alterazioni potranno subire? Quanto potranno essere sensibili alla implementazione, a software non perfettamente a punto, a differenti interpretazioni degli standard?
All'ascolto, per quello che si può appurare in questo modo, non si percepisce alcun degrado, e il player Foobar2000, come si vede nelle immagini, vede i file audio nei formati HD originali, quindi non dovrebbero esserci problemi, ma gli audiofili hanno spaccato il capello in quattro per molto meno, e non sarebbe male se riviste specializzate con laboratori in grado di fare misure controllassero i molti passaggi di questa interfaccia.

In sintesi
Tirando le somme, abbiamo visto che si può benissimo organizzare la nostra discoteca liquida usando un PC come server, magari con dischi Usb esterni. Il software per il media server, a meno che qualcuno più paziente di noi ne individui uno freeware all'altezza di Twonky, occorre acquistarlo, ma il costo non è davvero elevato, 19 $, quindi ca. 15 € al cambio attuale, per la licenza d'uso.
L'alternativa è quella di acquistare invece tutto il media server come unità separata e dedicata. Diverse società specializzate in storage server li stanno proponendo (Lacie, Iomega, Western Digital), e hanno di solito la Twonky come media server software, già incluso.
Hanno di solito capacità disco superiori a quelle interne dei PC (0,5 o 1TB e oltre) e sono progettate per essere "always on", oltre ad avere spesso altre funzioni di connettività (tipo interfaccia HDMI per TV HD).
Costano anche relativamente poco (anche meno di 200 €) e sono effettivamente una soluzione molto efficiente.

Nel seguito, come sempre, alcune videate esplicative del funzionamento di Foobar2000 connesso al media server TwonkyMedia.


Il browser UPnP di Foobar2000 mostra i servizi di rete disponibili


La selezione dell'album da ascoltare.


L'ascolto di un brano (As Tears Go By) codificato in formato Flac SD 16/44.1.


L'ascolto di un brano in formato Wav HD 24/96 (Goodbye Pork Pie Hat nella versione di Bert Jansch e John Renbourn).


Un brano in Flac HD (24/96) da Tapestry di Carole King.

sabato 4 giugno 2011

Un impianto per la musica liquida

La fantasia dei produttori di hardware per l'ascolto della musica liquida è in continuo aumento, con combinazioni e varianti sempre diverse, ed è utile quindi riassumere quali sono i componenti elementari sui quali giocano i progettisti per creare queste combinazioni, ovvero quali sono i componenti che servono per comporre un impianto per la musica liquida (cliccare sull'immagine per visualizzare gli schemi in dimensioni originali):

La prima suddivisione è tra il dominio informatico (digitale) e quello analogico, con componenti necessariamente tradizionali del mondo Hi-Fi.
I componenti sul lato informatico possono essere applicazioni software che girano su un PC o componenti specializzati (in gergo appliance, PC che svolgono una sola funzione, per la quale sono ottimizzati).
Un componente però è sempre obbligatoriamente su PC (fisso o notebook che sia) negli impianti attuali: l'acquisizione della musica liquida, ovvero il digital download in qualsiasi forma.

Anche gli altri due componenti indicati in azzurro sono quasi sempre una applicazione software. Il primo è il media player, il sistema per organizzare, ricercare e ascoltare la musica (iTunes, Foobar2000, MediaMonkey, J.River Media e così via). In alcuni casi però può essere integrato in componenti specializzati di tipo all-In-1, pur se con modalità operative forzatamente più semplificate (Olive O3HD o O4HD) o veramente minimali (network player come lo Yamaha NP-S2000 o il Marantz NA7004).
L'altro è il sistema per trasformare CD (o anche materiale analogico) in musica liquida. Anche in questo caso si usano normalmente applicazioni per PC (come Foobar2000, vedi la nostra mini-guida in proposito) ma alcuni componenti all-in-1 come Olive includono anche questa funzionalità, pur se limitata ai CD.

Gli altri due componenti in verde possono essere implementati anche su PC, ma sempre più spesso sono utilizzati componenti esterni specializzati. Nel caso del DAC è praticamente un obbligo per raggiungere prestazioni Hi-Fi, e il mercato produce ormai sempre nuovi modelli in un range diventato molto vasto sia per costo sia per prestazioni. E' giusto perché è il componente che influenza maggiormente l'ascolto, che ha il compito più difficile, passare dal mondo digitale a quello analogico.

La strategia per lo storage
Sullo storage, ovvero su dove archiviare questa famosa musica liquida, occorre un approfondimento. La scelta di dove archiviare dipende più da esigenze di praticità che da esigenze musicali, anche se non è priva di effetti collaterali. In  pratica esistono 3 alternative:
  • il disco interno del PC
  • un disco esterno connesso ad una porta USB o Firewire
  • uno storage server
La prima soluzione è la più semplice da realizzare e la più stabile, tutti i componenti girano sullo stesso PC e sullo stesso sistema operativo e sono meno soggetti a problemi di configurazione. Per 800-1000 album codificati in lossless servono circa 250 GB e quindi anche dal punto di vista delle prestazioni richieste al PC nulla di troppo difficile (neanche se è un notebook).

E' però la soluzione meno flessibile: solo usando quel PC (e non altri di casa) si potrà ascoltare la musica liquida contenuta nella "discoteca" virtuale, e il suddetto PC mentre "suona" dovrà essere posizionato solitamente nei pressi del DAC, al quale sarà collegato tipicamente con una connessione USB.

Per questo motivo si stanno diffondendo sempre di più storage server esterni: la discoteca virtuale su un disco rimovibile e collegabile via USB, la soluzione più semplice, ma che obbliga comunque a rendere disponibile la libreria solo ad un PC alla volta, o la più completa, lo storage server.

In questo ultimo caso, se il disco esterno che ospita i file musicali è accompagnato da un apposito software, un media server, e se questo presenta i suddetti file musicali alla rete secondo un protocollo di comunicazione ampiamente accettato, i file musicali (ma anche video) saranno visbili e suonabili da tutte le unità nella stessa rete domestica (cioè dovunque posizionati nella casa).
Quindi non solo il DAC, che ora diventerà un network player, perché dotato anche di questo software di comunicazione in rete, ma anche componenti audio o video non alta fedeltà (per ascolto multi room, integrato nell'apparecchio TV ecc.).

Il protocollo DLNA
I protocolli di comunicazione disponibili sul mercato sono per fortuna soltanto due, DLNA (Digital Living Network Alliance, standard condiviso da più fornitori, riferito anche come il predecessore UPnP, Universal Plug 'n Play) e AirPlay (proprietario di Apple). Quest'ultimo è al momento limitato a 48KHz, anche perché, come si capisce dal nome, è orientato al wireless, e quindi una volta tanto si può prescindere dalle soluzioni della casa della mela, almeno per chi punta all'alta definizione (a differenza, evidentemente, di loro). Ci concentriamo nel seguito quindi su DLNA.

Quella che vediamo sopra è quindi la configurazione su cui la industria sta puntando maggiormente ora, composta da:
  • un PC per il download digitale e la scelta della musica da trasmettere (media player);
  • uno storage server per centralizzare tutta la musica (e i video, e le immagini) della casa e presentarlo ai codec DLNA presenti, associato ad un media server (Twonky Media Server, TVMobili, Assets);
  • un network player, cioè un DAC in grado di connettersi allo storage server via DLNA e prendere da lì i file audio da codificare, su comando del media player.
In particolare, i nomi usati nel protocollo DLNA alle diverse tipologie di componenti sono:

  • digital media server: distribuisce i contenuti in rete
  • digital media player: seleziona, riceve dal server ed esegue (visualizza o fa suonare: playback) i contenuti digitali trasmessi in rete
  • digital media controller: comanda le operazioni tra server e renderer
  • digital media renderer: riceve dal server i contenuti, dal controller i comandi, ed esegue i contenuti digitali trasmessi in rete.
Questi sono i componenti che possono essere utilizzati, non è detto che un impianto debbano essere presenti tutti e che debbano essere componenti separati. Ad esempio un Media Player come iTunes può svolgere anche i compiti di Media Controller. La novità importante introdotta con questo protocollo è che, se un componente è conforme ad essa, può operare con qualsiasi altro componente in varie combinazioni e in modalità "plug 'n play", quindi con una complessità di configurazione minima.
(Approfondimento successivo: gli schemi base di un impianto hi-fi con musica liquida)


Il telecomando
Per decidere cosa ascoltare si rimane però sempre legati ad un PC per accedere al media player. Ma poiché ormai la musica, le centinaia di Giga Byte per archiviarla, stanno da un'altra parte, nello storage server, questo PC può anche non avere esigenze così stringenti di potenza. Potrebbe essere quindi anche un notebook compatto, collegato in Wi-Fi, dove gira solo il media player, iTunes o Foobar2000 che sia, e attraverso il quale selezionare ed organizzare con la massima comodità la musica da sentire accedendo alla vasta libreria sullo storage server.

Potrebbe essere anche un iPad, con il vantaggio dell'avvio immediato, della compattezza e della comoda interfaccia touch screen, che veramente lo farebbero diventare un super telecomando. Al momento però solo in ambiente tutto Apple, con iTunes, uno storage server Airport Express e un network player (che include il DAC) compatibile AirPlay, come il Marantz NA7004. (Approfondimento successivo: iPad come gestore di una libreria musicale).

Ma potrebbe essere anche un qualsiasi altro tablet PC con Android, o anche un iPhone, o un altro smart phone con Android, usati veramente come telecomando, con display, interattivo, touch screen, ricerca testuale e tutto quanto un normale telecomando difficilmente farà, collegati a iTunes o Media Monkey, che possono essere comandati anche dall'esterno in questo modo, sempre via Wi-Fi. (Approfondimento successivo: iPhone come telecomando di una libreria musicale)

Bello. Peccato solo che mettere assieme i vari pezzi, a dispetto di quanto affermano i produttori, non sempre è lineare e immediato. E quando non lo è, quando non funziona al primo colpo, bisogna diventare esperti di PC, lettori di forum, investigare su protocolli, sicurezza e firewall, per venirne fuori. Per questo motivo il mondo Apple, tutto ben coordinato perché proprietario, pur con le sue irritanti limitazioni (no FLAC, alta definizione al minimo) rimane così attraente. E da questo motivo nasce anche il grande interesse per i sistemi all-in-1, che saranno pure poco flessibili e meno pronti per gli sviluppi futuri, ma che funzionano al primo colpo. Ad esempio l'Olive O3HD, con riferimento allo schema, copre da solo tutti i componenti nell'area ombreggiata, pur se con limitazioni operative per il media player integrato.

Rimane quindi ancora molto spazio per approfondimenti e test sulle tante alternative che il mondo della musica liquida propone, con particolare attenzione ai media server.

domenica 8 maggio 2011

Magnatune

Tra i vari servizi online gratuiti per ascoltare musica non posso non tornare ancora su Magnatune, che consente lo streaming in ottima qualità di tutto il suo catalogo, in edizione integrale. Per diffondere la conoscenza del portale è possibile anche inserire il player su altri siti e blog, come facciamo anche qui.
Ascoltiamo ad esempio le ottime esecuzioni di una selezione di lavori per pianoforte di Mozart, realizzate dal pianista e insegnante olandese Willem Brons. Un Mozart molto spettacolare, particolarmente sottolineato nella dinamica e nella cantabilità, per quanto posso capire io.


 
Mozart Piano Works by Willem Brons

Un altro esempio tratto invece dalla raccolta di jazz. Un quartetto del pianista italo-tedesco Antonio Ciacca, genere direi new hard bop, classico e piacevole.



Driemoty by Antonio Ciacca Quartet

Un terzo esempio, chitarra acustica in atmosfera world, suonata da un musicista che è anche un polistrumentista, di nome Jerry Palmer. Semplice ma molto piacevole.



Soul Gardener by Jerry Palmer

Qualità audio
Come può sperimentare chiunque cliccando sui player "embedded" in questo post, la qualità dell'ascolto è buona. Secondo le notizie reperite in rete sarebbe equivalente a MP3 a 128 Kbps, ed effettivamente l'impressione d'ascolto sembra confermarlo.

Misurare il bitrate effettivo non è semplice, consideriamo però che il media player di Magnatune utilizza il diffuso Adobe Shockwave (come si vede dal codice) e quindi si tratta di file in formato SWA (ShockWave Audio), quindi un formato di compressione lossy, costruiti con Adobe Director.
La qualità è a scelta del creatore e in questo caso sarà sicuramente a 16 bit e 44,1KHz (anche se normalmente i file SWA sono a 22.050 KHz). Vediamo allora le istruzioni di Adobe Director per creare audio ad alta qualità e notiamo che il bitrate consigliato più elevato è a 128 kbps, anche se bitrate superiori sono supportati (è citato il 160 Kbps). E' probabile quindi che Magnatune usi normalmente il bitrate 128 Kbps ed è possibile che in alcuni casi adotti anche un livello superiore. Ad esempio le registrazioni di Mozart citate sembrano superiori a quelle di jazz.


Da aggiungere solo che per l'ascolto ho usato un DAC esterno e una cuffia elettrostatica, condizioni quindi ottimali per apprezzare la qualità.


Una ulteriore informazione da aggiungere è che l'ascolto non è completamente "commercial free". Brevi messaggi informativi ricordano alla fine del brano e poi ad intervalli regolari nel corso degli album che si tratta di audio proveniente da Magnatune. Anche per prevenire il download e il riutilizzo del materiale.



Il download
Lo streaming è gratuito e senza pubblicità, e Magnatuna il suo guadagna lo fa perciò solo con il download, che da qualche mese è soltanto in abbonamento. In precedenza era possibile anche il download per album o singoli brani, ma questa modalità è stata poi abbandonata perché meno interessante commercialmente sia per Magnatune sia per gli utenti. Un post sul forum del servizio dello stesso fondatore e factotum John Buckman spiega in dettaglio i motivi.



L'abbonamento costa 15 $ al mese e il taglio minimo è di 3 mesi, quindi 45 $. Al cambio attuale sono circa 31 €, quindi poco più di 32 € pagando con PayPal, 11 € al mese, meno di un CD. Comunque i primi 7 giorni sono gratis ed entro questo periodo è possibile sospendere l'abbonamento. La fiducia nell'onestà dei clienti è una costante per Magnatune (no DRM ecc.) e anche in questo caso non si preoccupano troppo di scaricatori folli che passassero sette giorni insonni a scaricare tutto il catalogo. Anche dopo i 7 giorni iniziali comunque la sospensione dell'abbonamento si può fare con un semplice comando.



Scaricato uno degli album che proponiamo, quello dove l'ascolto sembra avere qualche limitazione, il jazz di Antonio Ciacca, facciamo una prova a confronto. Ho scelto il formato Flac, il più comodo, e il download avviene con un unico file da 298MB (è un album lungo 51'), più comodo quindi dei tipici servizi Rapidshare e simili, anche se non velocissimo, almeno nei primi test effettuati.
Per ricomporre l'album si possono scaricare a parte le copertine e anche in molti casi le liner notes.

All'ascolto con Foobar2000 il jazz acustico è più dettagliato, il piano emerge in modo più nitido e alcuni particolari, come le spazzole sui piatti della batteria, si percepiscono in pieno. Nell'insieme però la distanza con il suono in streaming non è così abissale come ci si aspetterebbe. In una parola, l'ascolto in streaming (come avviene anche con Qriocity) non penalizza la percezione musicale, si può apprezzare il valore della musica a sufficienza. Anche se ascoltandola al meglio si apprezza, ovviamente, anche di più.


Il catalogo
Ma chi sono questi bravi musicisti che si possono ascoltare gratis in buona qualità da Magnatune, o scaricare in qualità CD (16 bit, 44.1 KHz) con pochissima spesa dallo stesso portale?

Chiaramente non sono musicisti noti anche se, come si può verificare dagli esempi riportati o da altri che si possono selezionare dal portale, sono certamente in possesso di una ottima tecnica.
Non sono musicisti in classifica (neanche di classica) o di cui trovate le recensioni sulle riviste specializzate.


Ma anche questo criterio non è più tanto facilmente praticabile, nel mondo attuale della discografia  dalla produzione sempre più vasta. Per fare un esempio negli ultimi due numeri di Audio Review nella sezione musica moderna, pur essendo una persona che si interessa molto di musica, non avevo mai sentito parlare di almeno i tre quarti dei musicisti proposti, e del restante quarto di più della metà non avevo mai avuto l'opportunità di sentire nulla.
Detto in altre parole: c'è talmente tanta nuova musica in giro che anche Magnatune e i suoi musicisti meno noti (ma ben determinati di farsi conoscere) hanno le stesse difficoltà di farsi spazio di quelli che hanno trovato il modo di avere contratti discoghrafici con majors o indies.


Nella ricerca sul catalogo di Magnatune quindi più che il musicista la chiave di riecerca è la musica, almeno all'inizio. Il genere che si vuole ascoltare o l'autore o il brano, nel caso della classica. Forse non è neanche un criterio sbagliato, almeno in fase esplorativa.


E per finire un'altra proposta dal catalogo Magnatune ascoltabile direttamente qui. Questa volta è musica medievale inglese.


 

Gabriels Message - Festive Music From Medieval England by Mediva

domenica 24 aprile 2011

Archiviare per genere musicale

Chiunque ha molti dischi si è dovuto porre prima o poi il problema di archiviarli. Non tanto per esigenza astratta di ordine, ma semplicemente per ritrovarli, oltre la soglia di memorizzazione "a vista" di ciascuno (100 dischi? 500 dischi?). Qualcuno ingenuamente punta alla soluzione più semplice: l'ordine alfabetico per autore. Il problema, almeno con i supporti fisici, è che se si comprano 2 o 3 nuovi CD, poniamo, di Aretha Franklin, bisogna spostarli quasi tutti o quasi.
Per questo di solito si suddivide l'insieme degli album per generi, in modo che per ciascuno ci siano 50 o 100 unità, e si possano gestire più facilmente gli inserimenti.
Per i generi più consolidati, la musica classica, il jazz, il reggae, il progressive, la individuazione non è troppo difficile. Ma quali generi possiamo usare per classificare la musica "moderna", quella che potremmo chiamare pop-rock , in una fase nella quale si mischiano sempre di più le influenze, e il genere predominante sembra diventare il "crossover"?

Una classificazione per stile e ascolto
Cercando "generi musicali" su wikipedia si possono consultare elenchi con centinaia di generi, dai confini però piuttosto incerti. Ma anche su quelli più normalmente usati mi sorgono dubbi di fondo di difficile soluzione: Il rock diventa pop quando vende molto? (es. Coldplay). L’alternative (o avanguardia) è rock che però è poco conosciuto? Quando è lento è pop e quando c’è il “beat” è rock? Allora nello stesso album di un musicista rock si trova anche del pop? Come si fa di preciso a riconoscere un album "grunge" da un album rock? O la "new wave", da cosa è caratterizzata?

Per la musica moderna propongo invece una sistematizzazione più semplice, non "culturale", ma basata sullo stile della musica, partendo da alcuni criteri di base:
Acustica ßà Elettronica
Strumentale ßà Cantata
Ritmica ß à Melodica

Sono questi gli elementi che indirizzano maggiormente il “desiderio di ascolto”. Oggi mi va di sentire … una musica che da’ energia, che mi trascina … una musica raffinata, che mi fa pensare a serate eleganti o a situazioni fuori dal tempo … una musica rilassata, che mi accarezza le orecchie … una musica per musicisti, da ascoltare con attenzione per coglierne i particolari …?
Sarà questo il criterio più comodo da utilizzare: cosa mi va di ascoltare oggi? E ci dirigiamo in una parte della discoteca (virtuale o reale) per farci venire una idea.
Bisogna però prima prendere in considerazione altri due elementi che potremmo usare per una classificazione.

L'elemento tempo
Ha senso raggruppare la musica per epoche? Dividere il rock classico da quello posteriore? I Beatles dagli Oasis? E' una classificazione che nasce spontanea. Ma a mio parere ora non ha senso. Aveva senso negli anni '70, o prima, quando la musica del decennio precedente veniva definitivamente archiviata. Ora che viene continuamente citata, e che quindi rimane viva, conviene raggrupparla assieme.

L'elemento geografia o lingua
Mettere assieme il rock americano e inglese o lasciarli separati? Raggruppare il progressive italiano con il progressive inglese? Qui lascerei una suddivisione solo in base alla lingua, o meglio alla lingua conosciuta da chi ascolta (ma in famiglia potrebbe non andare bene per tutti). Sempre con una logica di predisposizione all'ascolto, non è la stessa cosa ascoltare un album di cui si comprendono le parole (e che quindi apprezzeremo anche per i testi, ma che richiederà una attenzione anche a questa dimensione) ed un altro del quale sappiamo magari di cosa parla, ma non riusciamo a seguire completamente parola per parola i brani.

Il giudizio implicito
Altre classificazioni includono un giudizio sulla musica, opinabile come tutti i giudizi. La musica colta sarebbe la musica classica o contemporanea; e l'altra cosa sarebbe, musica incolta? O la musica "commerciale", in cosa si differenzia dalla musica rock? Sono classificazioni soggettive, che possono variare in funzioni dei gusti musicali, e abbastanza inutili.

La classificazione della musica moderna
Vediamo subito la classificazione proposta, e poi approfondiamo come può essere individuata la musica per genere, e i possibili sotto-generi che si potranno applicare se gli album di un genere superano i 50 (o altro limite che si vuole applicare).

Club Jazz
Classico
New Jazz
New Folk
Cantato
Strumentale
New Soul
Black
UK / Others
Contemporary Song
Mainstream
Avantgarde


Club Jazz
Strumenti acustici (prevalentemente) / Sempre cantato.
Ritmica variabile e non uniforme come nel rock, andamento musicale derivato dal jazz o dal musical, con un riconoscibile contenuto di "swing" 
Esempi: Diana Krall, Holly Cole, Michael Bublè, …
La differenziazione può essere tra chi introduce varianti significative ai modelli (Sarah Vaughan, Billie Holiday, Frank Sinatra, ecc.) e chi invece li cita esplicitamente.

New Folk
Strumenti acustici (prevalentemente)
Solitamente senza batteria, strumento maggiormente caratterizzante la chitarra acustica, influenze blues, country o musiche popolari di vari paesi, ritmo moderato
Esempi: Emiliana Torrini, Eva Cassidy, Katie Melua, Norah Jones, Devandra Banhart, Kings Of Convenience, Jack Johnson, ma anche Penguin Cafè Orchestra, Pentangle, Incredible String Band, Belle & Sebastian ... e gli iniziatori del genere: Simon & Garfunkel, Joni Mitchell, ...

New Soul
Strumenti elettrici e fiati, sempre batteria / Sempre cantato
Elemento caratterizzante i fiati (sax e tromba), riprende gli esempi musicali R&B e soul degli anni '60, e anche a volte elementi di rap o addirittura di hip-hop, ma può anche pendere dal lato del pop. E' quella che molti chiamano semplicemente "black".
Esempi: Amy Winehouse, Adele, Joss Stone, Erykah Badu, John Legend, Alicia Keys, ...
la ulteriore suddivisione qui può essere per geografia


Contemporary Song
Sulla stessa base ritmica del rock e con gli stessi strumenti, aggiungendo solo (ma non sempre) una dose più elevata di melodia, c'è tutta la canzone moderna, da quella scritta con puri intenti commerciali, a quella che aspira alla poesia. Non volendo sezionare l'archivio per giudizio di valore in questa sezione andrebbe tutto il rock proposto da un cantante o una cantante che "non ha un gruppo rock" stabile, che segue la "forma canzone" sia negli album sia nei concerti, che non insegue lunghe suite od assoli dei vari strumenti ma mette al centro la canzone e il suo testo, ma che insegue l'energia del rock.
Esempi: Elton John , Billy Joel, Van Morrison, Amy MacDonald, Dido, Madonna, ... ma anche Bob Dylan o Leonard Cohen
La suddivisione ulteriore può essere basata anche qui sugli elementi di originalità o di adesione ad un modello, che danno conto anche degli obiettivi dell'autore / interprete. Oppure, se si preferisce un criterio più oggettivo, per area geografica.

In questi quattro segmenti si riesce a suddividere tutta la musica occidentale del nostro tempo, i confini certo non sono sempre netti, soprattutto per i sotto generi, e conviene quindi, se gli album non sono veramente tanti, organizzarli al secondo livello semplicemente per autore / interprete.

I generi tradizionali
Oltre a questi si potranno utilizzare poi i generi più codificati e più facili da individuare, la cui consistenza varierà in funzione dei gusti del proprietario della discoteca. Anche qui proponiamo una suddivisione per sotto-generi o sotto-classificazioni per il caso che gli album siano molto numerosi.

Rock
USA / UK
Rest Of The World
Jazz
(Strumenti)

Soul / R&B
(Autore/Interprete)

Reggae
Jamaica
Rest Of The World
Folk
(Paese)

World
(Paese)

Progressive
(Autore/Interprete)
Contemporary Instrumental
Soundtracks
New Age
MPB
Classica
Contemporanea
Italiana
(Autore/Interprete)

Classica
(Epoca)
(Autore / Forma)

Sono tutti facilmente individuabili. Occorrono solo alcune note per alcuni casi.

Rock
Qui vanno i dischi che vedono all'opera la classica formazione rock: basso, batteria, chitarre elettriche, eventualmente tastiere, interpretata da un gruppo o da un band leader che sia un vero rocker con il suo gruppo.
Il tasso di blues può essere più o meno elevato, il tempo può essere lento o veloce, ma lo stile è quello codificato negli anni '60 da Beatles e Rolling Stones e poi ripreso in infinite varianti sino ad ora. 
Esempi: Beatles, Stones, Cream, Deep Purple, Jefferson Airplane, Neil Young, Bruce Springsteen, Nivana, Pearl Jam, Ben Harper, ...
Include anche il blues rock, anche di solisti (Muddy Waters, BB King, Robert Cray, John Mayall, Dr. John, ...) che è molto affine.
La classificazione proposta a secondo livello è semplicemente per area geografica e lingua. Ma il rock ha di suo sviluppato molti sotto-generi negli ultimi quarant'anni e quindi, in base ai gusti, potranno essere create sotto-sezioni dedicate al blues-rock citato prima, al metal, al grunge, alla new wave, al british rock e così via.

Folk e World
Nel primo caso si intende il folk filologico, quello che vuole recuperare in pieno la tradizione della musica popolare. World è la musica che contamina influenze popolari con il ritmo e gli stili della musica moderna occidentali. In entrambi i casi far precedere la suddivisione per paese a quella per autore / interprete può essere una semplificazione.

Italiana
Essendo l'elemento caratterizzante la lingua, all'interno potrebbe essere riclassificata per tutti o quasi gli altri generi elencati. Come al solito dipende dalla numerosità. Se i numeri sono elevati si possono introdurre altre classificazioni (per esempio per cantautori o gruppi). Altrimenti una suddivisione per autori è sempre la più immediata.

Generi a cavallo
Dove collocare il folk rock o la fusion, ovvero il jazz rock, o il latin rock? O Ben Harper e altri adepti del crossover, è veramente rock, o folk o qualcos'altro? Dipende sempre dal volume e quindi dal peso nella discoteca. Se sono poche unità conviene associarli nel settore più affine (il rock, probabilmente).

L'archivio della media library
Questa suddivisione semplificata ma in grado di poter essere consultata in base ai "desideri" musicali del momento può essere ovviamente applicata anche all'archivio su storage server di una media library per musica liquida. In questo caso gli spostamenti e gli inserimenti sono più agevoli, ma per centinaia di titoli la pura e semplice suddivisione per autore è poo mnemonica, non aiuta a "suggerire" l'album che ci va di ascoltare al momento.

(Nelle immagini, dall'alto: Holly Cole, la Penguin Cafè Orchestra (cover), Jack Johnson, Alicia Keys, Eddie Vedder, Ben Harper)