mercoledì 28 ottobre 2009

Ascoltiamo la musica in Flac

Quasi tutto il materiale in alta definizione o in qualità CD disponibile in rete è in questo formato, free lossless audio codec, uno standard piuttosto, recente, free, lossless (senza perdita di informazione) e in grado di supportare anche campionamento a 24 bit e frequenza fino a 192KHz, in altre parole, lo stesso livello di qualità dei master realizzati in studio di registrazione.
L'unico svantaggio che ha il formato FLAC è che non è supportato da tutti i software presenti sui PC per la lettura, dai masterizzatori per il trasferimento su disco, dai lettori DVD multiformato da casa.
Facciamo il punto della situazione ad oggi, ben consci che è in continuo movimento e che quindi questo post è destinato inevitabilmente a diventare obsoleto in breve tempo.

Lettori PC
Pochi problemi. Il popolare lettore Winamp supporta Flac, un altro lettore di ultima generazione che lo supporta è MediaMonkey, un altro prodotto con ottima reputazione, sempre gratuito, è Foobar2000. Da ricordare sempre che per un ascolto in vera alta definizione su PC è necessario che la scheda audio sia a 24 bit (cosa niente affatto scontata) e che la frequenza massima supportata sia superiore ai 44,1KHz, ed impostare correttamente questi valori, altrimenti si ascolterà a qualità CD (comunque superiore a MP3, ammesso che la qualità della scheda consenta di apprezzare la differenza). Ad esempio il mio notebook attuale, un HP piuttosto recente, gestisce l'audio a 24 bit ma solo sino a 48KHz. Da valutare attentamente anche la qualità e il rumore di fondo della scheda audio, specie nei notebook. Per ridurre al minimo questi fenomeni, sui sistemi operativi sino al XP è necessario disabilitare il "mixer" di Windows (vedere nei numerosi forum come agire), mentre con Vista o Windows 7 non è necessario, ma bisogna ricordarsi di eliminare, nella configurazione audio di default del pannello di controllo, i cosiddetti "miglioramenti audio".

Masterizzatori

Per il trasferimento in DVD Audio  o DVD universale rimando al precedente post. Ma se vogliamo semplicemente trasferire in formato CD  per ascoltare la musica in auto o in un formato compatibile per ascoltarla su iPod?
Il più diffuso masterizzatore, Nero della Ahead supporto il formato Flac dalla versione 6, richiedendo però la installazione di appositi plug-in reperibili in rete gratuitamente, almeno sino alla versione 7. Il principale concorrente di Nero, Easy CD Creator della Roxio, è in grado anch'esso di effettuare al volo la conversione da Flac al formato Wave (quello dei CD). Alcuni lettori (in realtà sono molto di più, veri e propri media player) come ad esempio Foobar2000 includono anche la funzione di masterizzazione.
Naturalmente si otterrà un CD standard, non un disco ad alta definizione.

Una strada alternativa è la conversione preventiva da Flac a Wave (o .Wav). Questa è anche la strada che consente il caricamento su iTunes e quindi su iPod.

I già citati Media Monkey e Foobar2000 possono svolgere anche questo compito.
In tutti i casi con pochi passi, familiari a chiunque armeggi con file audio su PC, si ottiene il risultato. Senza dover combattere, vantaggio non da poco, con lacci e lacciuoli imposti dai vari sistemi DRM. Ricordo a questo proposito che anni fa ho acquistato come test un brano dal sistema e-commerce di Alice (ora sparito) e non sono letteralmente riuscito ad ascoltarlo, se non dopo numerosi tentativi e aggiornamenti dei vari lettori, che avrebbero scoraggiato qualsiasi utilizzatore poco o mediamente esperto (o paziente).

Lettori DVD
Già ho detto che al momento nessun lettore di prezzo terreno supporta direttamente il Flac. E' iniziata però finalmente la distribuzione (in USA) del nuovo lettore Blu-ray e DVD di Oppo, il modello BDP-83 che supporta (a quanto mi hanno scritto dalla stessa Oppo) anche il formato Flac, in aggiunta agli altri standard di compressione. Costa in USA ca. 500 $ (i soliti 499) e quindi dovrebbe costare da noi (temo) intorno ai 500 € (ma comprarlo in USA non conviene per i ben noti problemi di diversa frequenza di rete). In ogni caso un prezzo più che ragionevole, se rapportato alle prestazioni e funzionalità eccezionali.


Si tratta del modo più comodo per ascoltare la musica "liquida" in formato Flac. Basta copiarla su una pen-drive e collegarla alla porta USB del lettore (tutti i migliori modelli di ultima generazione ce l'hanno).
Per ora bisogna passare per la conversione che ho già illustrato.



(L'immagine si riferisce ad un'altra cantante della "scuderia" Chesky, la nota etichetta audiophile: Rebecca Pidgeon, i cui dischi sono disponibili per il download digitale in alta definizione)

sabato 10 ottobre 2009

Dalla rete Internet all'impianto Hi-Fi

Riepilogando, abbiamo visto che qualche effetto positivo l'alta definizione ce l'ha, che i dischi HD (SACD o DVD-Audio) sono in via di estinzione per i noti motivi, che in rete si comincia a trovare musica in alta definizione (digitale e di qualità superiore al CD), che non è tanto facile ascoltarla in alta definizione sul PC sul quale l'abbiamo scaricata.

La nuova domanda alla quale cerchiamo di rispondere quindi è: come si porta la musica in HD dalla rete all'impianto Hi-Fi?

Escludendo i fortunati possessori dei pochissimi (due, al momento) lettori multistandard in grado di leggere direttamente file in formato FLAC, l'unica strada percorribile è il trasferimento su un DVD e l'utilizzo come sorgente di un lettore DVD di adeguata qualità.

Vediamo in breve come sono andati i test che abbiamo fatto.

I siti
La musica è stata scaricata dai due siti che presentano al momento un catalogo più completo: HDTracks e Linn Records. Su questi e su altre fonti di musica digitale HD abbiamo già pubblicato un post.

HDtracks
Il primo sito è una iniziativa della nota etichetta discografica Chesky Records, ma presenta molte altre etichette interessanti, tra cui la ECM. La maggior parte del materiale è in qualità CD ma è disponibile molta buona musica in formato SACD (riconvertita in PCM 88,2/24) e DVD-Audio PCM 96/24. La conversione in 88,2/24 è necessaria per poter ascoltare la musica anche sui PC, dove il formato SACD DSD solitamente non è supportato (tranne i recenti Sony Vaio). Non è al momento disponibile musica in formato 192/24.

Il sito teoricamente è accessibile solo per cittadini USA ma, come ci ha fatto notare un gentile visitatore, non viene effettuato il controllo se si passa subito al checkout con PayPal (non si sa le è una svista o la cosa è voluta) e quindi si possono acquistare tranquillamente brani o album interi.

I prezzi sono differenziati per qualità CD e alta definizione, in questo secondo caso arrivano a 18 $ circa (il solito 17,98 secondo le abitudini USA) per un intero album e 2,5 a brano. Sfruttando il cambio favorevole (forse è per questo che è disponibile solo per gli USA, i discografici di solito vogliono allineare i prezzi) la spesa si riduce a 12-13 € per album che è sempre un po' alta per musica "liquida", ma accettabile.

Comunque con l'album intero (per il download ci vuole un po': può essere ben oltre il GB) arriva anche la copertina e il booklet completo. Per ricrearlo completo (pieghevole eccetera) servirebbe però un centro stampa o una attrezzatura casalinga discreta (tipo stampante laser a colori). Se è questo l'obiettivo conviene controllare quanto costerebbe acquistare l'album su supporto fisico, se è disponibile.

Linn Records invece è in Europa (UK) ed è accessibile dall'Italia in modo regolare. Anche i prezzi sono regolari e quindi piuttosto alti. Si arriva a 23 € per un album completo in alta definizione e a 3, 5 o anche 11 € per brano (dipende dalla lunghezza). Anche qui viene spedito il booklet e tutto il resto, completo addirittura di matrice colore per la tipografia.

Sono disponibili anche album alla massima risoluzione possibile al momento (loro la chiamano Studio Master), vale a dire 192KHz e 24 bit e, come già scrivevo in precedenza, il catalogo è più ridotto e specializzato rispetto ad HDtracks.

Il trasferimento su DVD
Diciamo subito che si può puntare sia al formato DVD-Audio competo sia a creare un DVD solo audio. La qualità non cambia e dipende solo dalla traccia audio del DVD. nel secondo caso il dischetto sarà leggibile da qualsiasi lettore DVD e non solo da quelli di ultima generazione, ma occorre fare attenzione alle specifiche. In molti casi i convertitori arrivano solo a supportare la frequenza a 48KHz e quindi non si può sentire in pieno il vantaggio della musica in definizione 96/24 (e meno che mai 192/24).

Di programmi ne esistono diversi, ma dai test che abbiamo fatto o dalle recensioni in Internet quelli effettivamente usabili al momento sono tre:
  • free (licenza GNU): un programma veramente minimalista chiamato Lplex. Fa una sola cosa, crea un disco DVD solo audio (schermo nero) partendo da musica in formato FLAC 48/24 o 96/24. In uscita genera solo dischi in formato 96/24 sotto forma di file immagine (ISO) che poi bisogna masterizzare. Attenzione: è talmente minimale che per l'ordine dei brani utilizza un solo criterio: l'ordine alfabetico per nome. Quindi occorre premettere 01, 02, 03 ... Comunque è semplice ma funziona.

  • a pagamento (45 $): DVD Audio Solo di Cirlinca. E' un software di authoring completo ma di facile uso. Si può creare un DVD Audio con anche il supporto delle immagini oppure in alternativa un DVD universale e fare anche altre cose, per esempio leggere DVD Audio acquistati o registrare audio e trasferirlo su DVD Audio (o DVD). Supporta in ingresso anche i formati che Lplex non accetta (88,2 dei SACD o 192) ma in uscita arriva solo sino al 96/24 anche se questa limitazione non è evidenziata né nel manuale né sul sito. E' possibile scaricare la versione trial di durata 30 giorni e 5 album completi (ma senza limitazione di numero per dischi di prova sotto ai 700 MB). Il programma può masterizzare direttamente il DVD o creare un file ISO.

  • a pagamento (69 €): DiscWelder Bronze di Minnetonka, per ambiente Mac e ora anche Windows. E' il modello base di una vasta gamma di prodotti audio professionali ed è ovviamente molto completo (non l'ho provato) supportando in uscita anche il 192/24 e includendo funzioni quali la conversione da DSD (il formato dei SACD) a PCM. Non è disponibile una versione trial. Bisogna comprarlo a scatola chiusa, ma è un software ben noto nell'ambiente professionale Mac.
Il risultato è buono in entrambi i primi due casi (e sicuramente anche nel terzo): con pochi passi e senza impazzire per leggere le istruzioni o i siti (non se qualcuno in ascolto ha mai provato a creare un film in DVD) si ottiene un album che il lettore DVD legge senza problemi e si può immergersi nella musica.

Gli album del test
I dischi sui quali ho fatto il test sono ancora di jazz cantato (Christy Baron in questo caso, Take This Journey è il suo ultimo disco, 96/24), moderno jazz mainstream (Alyn Cosker, un batterista che incide per la Linn Records e che non conoscevo, sempre 96/24), classica da camera (concerti per oboe e archi di Mozart, 88,2/24 di provenienza SACD PentaTone) e classica per orchestra (il terzo concerto di Beethoven nella esecuzione della Scottish Chamber Orchestra, questo era 192/24, il pianista è un giovane pianista portoghese, Artur Pizarro, i grandi nomi non sono frequenti nelle etichette audiophile).

In tutti i casi il risultato è più che buono, eccellente per la resa del piano di Pizarro, anche se non ho potuto effettuare confronti con le stesse incisioni in qualità CD, ma occorre notare che sono state tutte evidentemente registrate già in alta definizione, quindi è necessario un "downgrade" per inciderle su CD, operazione che non può che abbassare la qualità.

E se li comprassimo già pronti?
In Internet i dischi si possono anche comprare e farseli spedire. Bisogna pagare qualcosa per la spedizione, avere un "fermo posta" sicuro (tipo le case con portiere, un genere in via di estinzione) e un po' di pazienza (un po' di più dagli USA). Esiste per i titoli disponibili su Linn Records o HDtracks questa alternativa?

Per Linn Records no, la etichetta inglese pubblica solo su CD e vinile, e quindi l'unica possibilità di acquisire le incisioni in qualità "studio master" e il download, il che dovrebbe giustificare l'alto prezzo (i CD corrispondenti costano 18-20 € sul catalogo online, a cui però dovrà essere aggiunto il costo di spedizione).

Chesky Records e le altre etichette presenti su HDtracks hanno anche, ma non sempre, le corrispondenti incisioni disponibili su supporto fisico. Ad esempio il disco di Christy Baron che abbiamo selezionato è disponibile solo su CD, mentre il precedente Steppin' era stato pubblicato anche su SACD (ma in multicanale, non è chiaro se ci fosse anche una traccia stereo, penso di no, comunque è un SACD ibrido). Altri album, ad esempio di Ana Caram o Rebecca Pidgeon (altre interpreti ben note nel circuito "audiophile" e di spicco per questa label) sono disponibili sia in CD sia in SACD (e ovviamente anche in download, in formato 96/24). Il costo? E' di poco superiore, circa 20 $ (il solito 19,98) contro i 18 del download, ai quali bisogna aggiungere però il costo di spedizione. Da notare che Chesky ha pubblicato quasi solo in formato SACD, poco o nulla su DVD-Audio.

Quindi riassumendo, come titoli in alta definizione la scelta è più ampia nella soluzione download, e la differenza non potrà che allargarsi nel tempo. Se però vi interessa proprio quel disco ed è disponibile già su supporto fisico, il mio consiglio è di acquistarlo già pronto.

In sintesi ...
... cosa vogliamo fare con questa musica ora disponibile in alta definizione? Acquistare solo questa perché è in alta definizione? O acquistarla solo se ha una qualità artistica superiore a quella disponibile su CD? Nel secondo caso (che sarebbe il più corretto) ne acquisteremo ben poca, sino a che le majors non decideranno di puntare all'alta qualità (se mai lo faranno).
E ancora, per noi è importante avere un disco fisico con una bella copertina e un bel libretto stampato su buona carta, o ci interessa solo quello che sentiamo?
Nel primo caso è consigliabile ricorrere alla musica liquida solo quando proprio il supporto fisico non è disponibile, per quanti sforzi si facciano, il dischetto e il suo contenitore rimarranno sempre "artigianali".

Nel secondo caso il percorso che abbiamo individuato, con la utility free Lplex, o con il più versatile prodotto DVD Audio Solo per un uso più frequente o che include anche formati diversi dal 96/24, che peraltro è il più diffuso.

domenica 4 ottobre 2009

DVD-Audio versus CD

Una prova sugli effettivi vantaggi dell'alta definizione a questo punto si impone. Nelle riviste specializzate di solito usano un SACD ibrido, confrontando lo strato CD con quello in formato DSD del Super Audio CD su un lettore appunto SACD. Non mancano quelli che pensano che le differenze siano enfatizzate ad arte (la traccia CD non è allo stato dell'arte, la sezione di conversione PCM del lettore non è al livello di quella SACD), non credo che sia così ma, anche per maggiore praticità, abbiamo organizzato una semplice prova (che non pretende certamente di essere esaustiva) partendo da due edizioni dello stesso disco. E dal formato DVD-Audio, che mi sta più simpatico.


Love Scenes di Diana Krall, un disco eccellente della cantante canadese accompagnata solo dal contrabbasso acustico del virtuoso Christian McBride e dalla chitarra semi-acustica di Russel Malone, oltre ovviamente al piano della stessa Krall, pubblicato in entrambi i formati, può essere un buon test.
Cominciamo a confrontare le confezioni e il contenuto, solo a livello di curiosità, ormai, essendo il formato DVD-Audio sulla via dell'abbandono senza essere mai arrivato al grande pubblico (e neanche a quello medio).


Il CD in questo caso era al suo meglio, in formato digipack (cartonato) e con ricco libretto interno con foto, testi e commenti vari.


Il DVD-Audio è invece in una specie di jewel-box di dimensioni intermedie tra quelle dei DVD per film e quello dei CD, più elegante (angoli arrotondati, come i jewel-box ultima generazione usati spesso in edizioni UK) e con lo stesso libretto interno leggermente più grande. Una confezione comunque piuttosto attraente, che da' una sensazione di valore all'oggetto, superiore comunque a quelle dei SACD, che di solito sono del tutto simili a quelle dei CD, in spregio a qualsiasi regola di base del marketing.
Il DVD-Audio contiene le canzoni in due formati, stereo e multicanale, assieme ad alcuni contenuti video (intervista alla cantante e pianista) visibili su un monitor TV collegato al lettore, dove è visualizzato anche il menu stile DVD. Per ascoltare la musica comunque lo schermo TV non è strettamente indispensabile e bastano il telecomando o i comandi frontali del lettore.

Il contenuto in formato stereo è digitalizzato a 24/bit - 96KHz, quindi non al massimo teorico del DVD-Audio (192 KHz). Il disco era stato registrato nel 2003 a quanto si capisce direttamente in digitale, con apparecchiatura a 20bit e frequenza non dichiarata (presumibilmente 48KHz, ma forse già a 96KHz) e poi portata a 96/24 con un remastering. L'alta definizione non è quindi al suo massimo teorico ma è già sufficiente per consentire un vantaggio apprezzabile sul 44,1/16 del CD.

La prova è stata effettuata con due lettori diversi, come si anticipava. Per il CD un lettore di fascia alta e di ultima generazione, un Audio Analogue Paganini 24/192, che quindi riporta preventivamente il campionamento CD al livello superiore del suo convertitore (DAC) interno (come altri lettori CD recenti). Per il DVD-Audio è stato invece usato un lettore multiformato ben noto e apprezzato, l'Oppo DV980H, di livello teoricamente inferiore, ma noto per la sezione di conversione che assicura un eccellente rapporto qualità/prezzo.

L'amplificatore era un Fase Evoluzione Audio e i diffusori due classiche Kef 103/4 da pavimento. Da aggiungere che il Paganini era collegato con un cavo di alta qualità in argento (cioè, non proprio di argento pieno, ovviamente) mentre l'Oppo con un cavo di buona qualità ma di tipo standard e, ovviamente, sono state usate le tracce stereo del DVD-A.

Allora, la differenza si sente?
Come sempre in questi casi non si avvertono stravolgimenti clamorosi (ci mancherebbe altro) ma, sì, la differenza c'è. Sul contrabbasso e la chitarra acustica il confronto non mostra differenze che catturano l'attenzione, e ancor meno il pianoforte; la prima cosa che si nota, dopo aver attentamente calibrato i livelli (cosa possibile perché l'Oppo include il controllo di volume) è la ricostruzione della scena sonora.
Sul DVD è più precisa e la voce della Krall sembra provenire da una posizione più alta, più naturale.

Non so come sia stata effettuata la registrazione originale e a che altezza abbia collocato la voce l'ingegnere del suono Al Schmitt, ma è presumibile che, essendo lei anche impegnata al pianoforte, fosse in una posizione seduta ma leggermente rialzata. Ed era lì che sembrava essere, rispetto alla posizione di ascolto (anch'essa da seduto, ovviamente). Anche il contrabbasso sembrava più stabilmente posizionato su un lato del pianoforte. Non che sul CD la scena sonora non ci fosse, sia chiaro, ma usciva fuori più netta sul formato ad alta definizione, prestando attenzione e dando tempo al tempo. Come per altro ci si aspetta.

La differenza più avvertibile è però sulla voce, più fluida, più naturale, in una parola più piacevole. Ho subito fatto attenzione alle "esse" per vedere se con l'alta definizione il classico accenno al sibilo ci fosse ancora e, sì, c'è ancora. Bisogna vedere se però c'era anche nel master originale o ... nella realtà. Infatti non poche persone, magari perché di origine emiliana (come me) lo producono naturalmente ...
In ogni caso anche su questo difficile fonema una differenza si avverte, anche in questo caso passa via meno avvertibile, per usare la terminologia tipica dei recensori delle riviste di alta fedeltà, "più naturale, più musicale".

Il test decisivo l'ho però fatto effettuare da una persona non coinvolta in diatribe sui formati e sulla tecnologia, non influenzabile da aspettative particolari, ma con un orecchio musicale superiore, vale a dire da una donna, nello specifico mia moglie. Che ha sentenziato dopo meno di un minuto di ascolto che la sua preferenza andava nettamente al DVD-Audio, proprio perché la voce era più naturale, addirittura meno aspra. Ovviamente era un test alla cieca ma, in ogni caso la cosa non avrebbe avuto influenza.


Sarà un test significativo? Con un lettore CD di ancora maggiore qualità si poteva diminuire la differenza? Non saprei, ma certo è sul lato DVD-Audio che si può teoricamente salire molto di più di qualità, soprattutto sulla parte analogica, che nell'Oppo è realizzata con componenti standard. Oltre che sul lato software con registrazioni ancora più recenti e già native a 24 bit e 192 KHz.

Quindi mi sento di concludere che ha ragione chi, come il DT di Audio Review Montanucci, esprime il suo rimpianto per l'occasione persa con questi formati ad alta definizione, dissennatamente gettata al vento dalla assurda rivalità dei costruttori di hardware e dalle paure della industria discografica, ossessionata dalle copie su PC, e che già vedeva milioni di DVD-Audio inesorabilmente copiati sui PC e distribuiti in rete con eMule e BitTorrent.

Ma se è una occasione persa per la industria discografica e per quella dell'hardware, non lo è per gli appassionati che, grazie alla rete, possono comunque acquisire contenuti in alta definizione dalle varie fonti che abbiamo già commentate e sulle quali torneremo.
Resta da dire qualcosa sul DVD-Audio e sul Super Audio CD in ambiente PC, ma lascio questo argomento ad un prossimo post. Assieme, ma qui è necessario un poco più di tempo, all'approfondimento su come si porta la musica digitale HD da Internet al nostro impiano Hi-Fi.

Nelle foto seguenti il digi-pack del CD aperto e come si presenta il DVD-Audio aperto e chiuso.





domenica 13 settembre 2009

Il PC può essere un componente Hi-Fi?

Nei post precedenti abbiamo esaminato le nuove interessanti possibilità che Internet propone (o che sono in arrivo) per ascoltare musica in alta definizione o almeno in qualità CD.
Per apprezzare l'alta definizione, così come serve uno schermo Full-HD nel settore video, così serve un impianto Full-Hi-Fi (sigla che sinora non usa nessuno) nel settore audio.
La sorgente del suono in questo impianto (che si può costruire. per chi non lo ha, seguendo i consigli del sito TNT-Audio, o anche quelli più semplificati e orientati ad un primo impianto che abbiamo pubblicato la scorsa settimana su Musica & Memoria) normalmente è il lettore CD, o un lettore multiformato.

Ma potrebbe essere invece, comodamente, proprio il PC? Si eviterebbe in questo modo la operazione di trasferimento di quanto scaricato con il download digitale su un CD o su un DVD. Operazione né complessa né costosa, ma da eseguire comunque con attenzione e che può richiedere tempo, variabile in funzione del formato HD o CD in ingresso.

La risposta sarebbe sì, se il PC avesse tre caratteristiche: 1) una uscita linea (non amplificata), 2) un convertitore digitale / analogico di qualità almeno pari a quella di un lettore Hi-Fi, 3) una silenziosità totale o quasi.

Il problema è che tutte e tre queste caratteristiche assieme non si trovano in nessun PC, fisso o notebook che sia, Windows o Mac che sia. Quindi al massimo si può trovare una soluzione di compromesso.
Vediamo:

La silenziosità
Per motivi misteriosi quasi tutti i PC con Windows sono rumorosi (la ventola di raffreddamento) e possono disturbare l'ascolto, mentre i PC della Apple, fissi o portatili, con una maggiore vocazione multimediale, invece non lo sono. Questa può essere una prima risposta.

Il convertitore digitale / analogico nei notebook
Quello inserito come standard nei notebook non è a qualità CD. Inoltre prevede molto raramente una uscita non amplificata (Line) ma solo una uscita cuffia, che passa per un amplificatore molto semplificato (un circuito integrato) e degrada ulteriormente il suono. Quindi, pur se sarebbero una soluzione comoda, potendoli spostare vicino all'impianto, i notebook non sono una soluzione adeguata con la dotazione standard. Richiedono una scheda audio specializzata e di qualità (con convertitori 96/24 o 192/24) che si può acquistare a parte e inserire nello slot PCMCIA se il notebook ancora la include. Non sono però così facili da trovare, la più nota (Audigy 2Z s della Creative) sembra essere uscita di produzione.
Una soluzione che invece si sta diffondendo è una unità DAC esterna, collegabile su una porta del PC, che può essere S/PDIF o FireWire (se presenti) e soprattutto la più diffusa USB.

Il convertitore digitale / analogico nei PC fissi (desktop)Anche in questo caso è necessaria una scheda audio di qualità, che però spesso è già presente e comunque è un componente piuttosto diffuso e non molto costoso.
Il problema è la rumorosità ancora più elevata, che pone ovvi problemi di inserimento nell'impianto.
Una volta dotato il PC di una scheda audio adeguata o verificata l'adeguatezza di quella a bordo, per utilizzare il PC come sorgente Hi-Fi si possono presentare due scenari:

Impianto già esistente:
a) basta collegare l'uscita della scheda audio o del DAC esterno ad un ingresso analogico dell'amplificatore, con un cavo RCA sbilanciato (terminato con un mini-jack stereo sul lato PC oppure, molto meglio, se la scheda lo consente, con un cavo terminato RCA anche da questo lato, che a questo punto potrà essere anche di elevata qualità); b) per risolvere il problema della rumorosità si può utilizzare un cavo lungo (fino a 5 m.) e sistemare ad opportuna distanza dal punto di ascolto il PC.

Impianto non esistente o impianto separato
La soluzione più semplice e funzionale è rappresentata da un paio di casse amplificate, come le Genelec 8050 in foto, che si possono collegare nello stesso modo dell'amplificatore Hi-Fi. Tutto l'impianto, estremamente compatto, sarebbe rappresentato dal notebook o dal PC fisso, dal DAC e da due casse da piedistallo (che si potrebbero anche mettere in libreria, ma sarebbe veramente un peccato mortificarle così).

NB: Questo post risale al  2009.
La tecnologia per l'ascolto della musica liquida nel frattempo ha
avuto notevoli evoluzioni. Per un quadro sintetico delle soluzioni
possibili per un impianto per l'ascolto della musica liquida
comprendente un PC si consiglia di consultare questo articolo.
(Nota 4.1.2015)

Ma ...
... non ci sono altre alternative, di cui parlano tutti?

Sì, potrebbe essere utilizzato un media center, o uno storage server dotato di uscite audio-video, oppure una connessione wireless, oppure una connessione power-line, oppure si potrebbe connettere il PC su un ingresso digitale ...

Wireless, powerline, connessione digitale: tutte soluzioni in fase di evoluzione, da vedere e approfondire caso per caso, modello per modello. Non si può certo farne una sintesi di valore generale. Sono comunque adatte a persone disposte a spendere tempo e pazienza nell'assemblare l'impianto e a manutenerlo.

Media center, storage server: non sono altro che PC specializzati (e silenziosi, allora si può). Ma non sono la soluzione: 1) la qualità dei convertitori non è "Full-Hi-Fi", non è questo il loro scopo; 2) non è detto che supportino i formati HD nuovi (al momento no) 3) richiedono comunque il trasferimento della musica scaricata da PC, con tempi non molto diversi dalla creazione di un disco HD (DVD-Audio o HDAD o simili) e del tutto analoghi a quelli di creazione di un CD.
Molto più comodi (anche per le tipiche esigenze di un media center) i lettori DVD o multiformato con ingresso USB 2.0.

In sintesi:
Il PC come componente Hi-Fi è una strada a cui si può anche pensare, soprattutto in situazioni nelle quali un completo impianto Hi-Fi è comunque complesso da installare per vincoli di spazio e di costo (e magari di tempo). E dobbiamo ancora approfondire cosa si può fare con gli Apple.

sabato 5 settembre 2009

Il download digitale HD in Internet

Qual era la domanda implicita nel precedente post? Riassumendo, era: "Quali risorse web esistono per scaricare musica in qualità superiore al CD o uguale al CD?"
Non avevamo trovato quasi nulla, in sostanza, perché HDtracks, l'unica iniziativa utile per un appassionato di musica (e non di tecnologia) rimane ufficialmente non disponibile al di fuori degli USA.
Cercando cercando qualcosa si trova, ma non abbastanza da abbandonare il CD, per ora è sufficiente solo per provare le differenze, o magari per scoprire qualche autore nuovo.
Anticipo che la musica in download digitale di maggiore qualità si trova sul sito della casa discografica della Linn (noto e storico produttore di alta fedeltà inglese) che è anche quello che propone il catalogo più vasto, pur se sempre ristretto alla propria etichetta e a poche altre piccole etichette indipendenti.
Approccio totalmente opposto è quello dell'altra iniziativa più interessante: Magnatune, la capofila delle "etichette Internet", punto di scambio tra musicisti senza contratto con una casa discografica e appassionati di musica, lo stesso modello seguito dalla nostra (nel senso di italiana) iniziativa OnClassical.

Quello che la rete propone oggi


MusicGiants (o HDgiants)
Sulla carta era la iniziativa più interessante. Aveva accordi anche con le majors ed il catalogo era quindi abbastanza ricco e con la possibilità di crescere. In parallelo c'era anche una sezione per film in HD. Prevedeva diversi sistemi di distribuzione.
Purtroppo la società ha dichiarato fallimento nella primavera del 2009. I tempi probabilmente non erano ancora maturi o hanno fatto il passo più lungo della gamba. Il sito però esiste ancora (anche se alcune pagine non sono disponibili). Non credo sia consigliabile concludere qualche acquisto.
La musica disponibile è tutta di artisti affiliati al sito, che percepiscono poi una quota in base allo scaricato (in percentuale molto superiorie a quella normalmente offerta dagli editori musicali).
Esiste da quattro anni e il catalogo è diventato nel tempo piuttosto ricco. Naturalmente i musicisti sono tutti sconosciuti o quasi e quindi non è qui che si può trovare il disco che stiamo cercando perché abbiamo letto una recensione positiva.
Per la musica classica il problema è minore. Se la ricerca è sull'autore o sul brano, si possono trovare molte interessanti esecuzioni, di livello professionale. Certo l'esecutore non sarà una star della classica come Anne Sophie Mutter o Lang Lang.
La qualità è dipendente dalla registrazione, che spesso è eseguita dalla stessa Magnatune (leggi qui le modalità di realizzazione dei master), riportata su formato FLAC (a quanto sembra in 48/24 e forse anche 88,2/24).
La modalità di vendita, oltre al download, prevede l'abbonamento con canone mensile e possibilità di scaricamento illimitato. Possibile anche lo streaming, senza pubblicità (in abbonamento) o con un messaggio tra un brano e l'altro, ma gratis.
I prezzi, vista la notorietà degli autori e degli esecutori, sono inferiori a quelli standard di iTunes.

Come già detto, è il negozio on-line della nota casa discografica creata dalla Linn diversi anni per produrre album registrati con la massima qualità possibile (audiophile). Comprende anche diverse altre piccole label specializzate. Oltre che su supporto fisico (CD, HDCD o SACD) ogni album è disponibile in "qualità master" quindi la massima possibile in base alla registrazione, fino a 192/24, quindi anche teoricamente superiore al SACD (equivalente a 88,2/24). Un album intero 192/24 ha una dimensione di 3GB.
Prezzi allineati a quelli di iTunes sino a livello CD (c'è quindi un vantaggio di qualità) e superiori salendo di qualità. Supporto fisico (CD, SACD, HDCD) 18 € + spedizione, download CD 11 €, download 192/24 23 €.
Altra iniziativa interessante, ma solo sulla carta. Il catalogo veramente ridotto (poche decine di titoli) rende al momento il sito di ben poca utilità.
L'idea sarebbe di trasferire in alta definizione (96/24) le registrazioni storiche public domain e distribuirle a basso costo su supporto fisico (DVD Audio) o via download digitale. I prezzi sono 16 $ nel primo caso e solo 4$ nel secondo.
Secondo i curatori del sito le esecuzioni diventano public domain dopo 28 anni, perchè considerano che dopo questa data la registrazione spesso non viene rinnovata e i diritti decadono (almeno in USA). Sarà. Mi pare di ricordare che i limiti siano superiori e quindi chissà se vendono qualcosa che ancora appartiene ad altri. Sta di fatto che il catalogo è molto ristretto e quindi probabilmente possono essere sicuri solo per pochi titoli.
In pratica quindi non vendono la musica in quanto tale ma il lavoro di trasferimento in digitale HD che hanno fatto.
Ovviamente si tratta in larga parte di musica classica, con diritti di editore quindi facilmente scaduti.
Una piccola iniziativa. Il catalogo sembra composto essenzialmente da esecuzioni di classica o jazz uscite in SACD o DVD-A su piccole etichette e rese disponibili, oltre che in questo formato fisico, con download digitale. Solito limite del catalogo ristretto.
La nota casa discografica, numero uno nella musica classica da decenni, ha aperto anche un negozio online (web shop) che risponde al link di sopra, dal quale si può scaricare la musica anche in qualità CD, oltre che acquistare i dischi per corrispondenza.
Il formato utilizzato è anche in questo caso il FLAC e quindi è anche DRM-free (caso eccezionale per una major). Il livello di qualità non sono riuscito a trovarlo ma non dovrebbe essere superiore a quello standard del CD (comunque superiore a iTunes, e nella classica si sente).
Disponibile anche il download brano per brano in formato compresso "alta qualità" (MP3 VBR 320Kbps, equivalente al formato alta qualità di iTunes). Catalogo ovviamente molto vasto (oltre 3000 titoli).
Si trova anche musica in alta definizione o qualità CD:
- nel sito della etichetta specializzata della Onkyo (ma bisogna conoscere il giapponese)
- nel sito Shockwave (che però è specializzato in musica di ambiente e license free


Da citare anche i siti di vendita on-line di due note case di dischi audiophile (quindi tipicamente specializzate in vinile). Vendono però solo supporti fisici.
Reference recordings: si scopre che vende anche in formato SACD
Classic Records: si scopre che invece, per il digitale, non ha scelto nè il SACD né il DVD-Audio, ma il formato HDAD (DVD-V solo audio 96/24), che può essere comunque letto da qualsiasi player DVD recente.


Qual è la prossima domanda?
A questo rimane da rispondere al quesito successivo: come e dove la ascoltiamo la musica digitale in alta definizione che abbiamo scaricato da Internet?


(Altri due strumenti che richiedono impianti ed incisioni ad alta fedeltà: il vibrafono e il contrabbasso)

venerdì 28 agosto 2009

Download digitale e alta definizione

Il download digitale della musica da Internet e l'alta definizione, come noto, non vanno troppo d'accordo. Il motivo è che, quando tutta la storia è iniziata (ai tempi di Napster) la maggior parte delle connessioni erano le prime ADSL (o DSL in USA e Nord Europa) a qualche centinaio di Kb, o addirittura ancora via modem. La bassa definizione, inevitabile conseguenza del sistema di compressione MP3 (un prodotto in parte italiano) era quindi un prezzo inevitabile da pagare per avere la musica gratis. Solo che poi è rimasto anche quando la musica non è stata più gratis (iTunes) e quando la velocità in ADSL è diventata di diversi Mb. Ora, con i tempi che occorrevano un tempo per scaricare una canzone o due, si può scaricare un film in formato compresso DiVX. E allora perché non si passa, non dico all'alta definizione, ma almeno alla definizione normale del CD?
Facciamo il punto:
  • MP3 128Kbps (compresso, bassa definizione): 3-4 MB per canzone
  • MP3 o AAC 320Kbps (compresso, media definizione): 6-7 MB per canzone
  • WAV 44.1KHz/16bit (standard CD, non compresso, media definizione): 40-50 MB per canzone
  • WAV 192KHz/24bit (alta definizione in formato DVD-Audio): 200-300 MB per canzone
  • DiVX (compresso, bassa definizione, video): 700-1000 MB per film
Visto che ormai si scaricano comunemente i film via Internet (non approfondiamo come) non dovrebbe essere un problema per nessuno scaricare:
  • un intero CD in formato standard (400-500MB, 200-250 se compresso lossless, senza perdita di qualità, ad esempio con il formato FLAC)
  • canzoni in formato HD (100 MB compresse MLP)
  • un intero album in formato HD (1-2 GB)
La maggior parte delle connessioni sono ADSL flat e quindi sarebbe solo questione di tempo maggiore di connessione, il costo sarebbe lo stesso. Dovrebbe esistere quindi ormai un mercato, magari piccolo, di nicchia, per gli irriducibili fanatici della qualità (come noi) che danno importanza alla differenza di suono tra MP3, CD, HD, magari pochi in percentuale, ma sempre molti nella mega dimensione di Internet. Invece di siti Internet che distribuiscono musica in formato non compresso (e quindi almeno con la qualità di un normale CD, uno standard ormai di 30 anni fa) o superiore ne esitono ben pochi. Ne commentiamo brevemente per ora due, uno è italiano:
  • il primo è HDtracks, una iniziativa coraggiosa della piccola etichetta Chesky Records, specializzata in dischi audiophile, discreto catalogo, comunque molto limitato, ma, come Hulu (o Napster 2, o Rhapsody) è ufficialmente disponibile solo per chi si connette dagli USA (soliti diktat delle case discografiche?); offre musica in media definizione compatibile con iTunes e in alta definizione;
  • il secondo è OnClassical, catalogo piccolissimo, solo musica classica, ma è italiano e forse indica che qualcosa si muove; offre musica in formato non compresso, qualità CD, e DRM-free (senza vincoli di copie successive) ed è a anche editore della musica che propone, con innovative condizioni per i musicisti.
OnClassical dimostra che anche in un mondo così difficile e così chiuso e vincolato come quello degli editori discografici è possibile muoversi sfruttando le possibilità sinora inesplorate della tecnologia.
HDtracks potrebbe dimostrare (vedremo i risultati l'anno prossimo) che un interesse esiste per l'alta definizione anche nella musica digitale. Il problema principale rimane sempre quello del catalogo. Sono presenti molte etichette anche importanti, come la ECM (con buona parte della produzione di Keith Jarrett o Jan Garbarek) o la Harmonia Mundi, o ovviamente la Chesky Records. Ma non ci sono, ad esempio, la Deutsche Grammophon o la Blue Note (le cito perché gli appassionati di classica e di jazz dovrebbero essere il primo target per queste operazioni). Non ci sono perchè le majors su HDtracks, almeno al momento, non ci sono (non basta loro evidentemente la limitazione agli USA, o chiedono troppo per HDtracks).

Siamo sempre al punto che la scelta viene fatta più sul formato che sul contenuto. Normalmente uno sceglie prima la musica e poi il formato migliore. Qui siamo ancora al processo opposto: vediamo qual è la musica più interessante su questo formato.

E i prezzi?
Allineati a quelli di iTunes (che fa il mercato per il download digitale) in entrambi i casi. In particolare una canzone costa 1,49 (contro 1,39 di iTunes per il formato AAC in alta qualitò) e un album 11,98. Con il vantaggio però che in entrambi i casi è DRM-free e comunque a definizione superiore.


E per ascoltare?
Chiaramente esistono software per PC che supportano il formato FLAC. Il problema è che il PC non è un impianto di alta fedeltà. Per il formato CD sarà opportuno appunto creare un CD e utilizzare un lettore CD hi-fi. Per sfruttare l'alta definizione del formato FLAC scelto da HDtracks sarà necessario utilizzare un lettore DVD-CD multiformato che legga anche questo standard (ad esempio il T+A E-Series o il Linn Klimax DS, macchine non propriamente economiche, ma certo altre arriveranno, gli aggiornamenti si possono consultare
qui) oppure effettuare una conversione su PC in formato DVD-Audio non compresso. E' ovviamente un settore agli inizi e quindi nuovi prodotti arriveranno.
Rimandiamo ai prossimi sviluppi per un approfondimento, sperando che il vincolo USA sia presto rimosso. E sperimentiamo OnClassical. E osserviamo le altre inizative in corso, che pure esistono (come High Resolution Music oppure Magnatune).


(Nell'immagine uno degli strumenti che più facilmente mette in risalto la differenza tra media e alta risoluzione, tra suono compresso e non compresso: il pianoforte gran coda)

giovedì 23 luglio 2009

Fine di una lunga storia (la Rollei)

Finisce la lunga storia della Rollei, uno dei marchi simbolo della storia della fotografia. Franke & Heidecke, i fondatori, avevano iniziato negli anni '30 del 900 in un vero e proprio mercato di nicchia, le macchine fotografiche stereoscopiche, ma poi avevano azzeccato il modello che sarebbe diventato la Rollei per eccellenza. Si trattava della prima reflex moderna, biottica (quindi più semplice rispetto ad una reflex vera e propria) ma altrettanto efficace, a parte la limitazione dell'ottica fissa. Con una solida costruzione in metallo e ottimi obiettivi la classica Rolleiflex (e, in parallelo, la più economica Rolleicord) è stata usata per decenni dai fotografi professionisti sia per il reportage sia per servizi fotografici, vincendo nel tempo grazie anche al plus della efficiente sincronizzazione del flash. Tra i numeri uno nel mercato fotografico grazie anche alla eccellente qualità sino agli anni '60 e all'avvento delle reflex moderne, ha comunque proposto modelli interessanti anche tra le reflex monobiettivo sia 35mm sia 6x6. E poi, proprio quando sembrava ormai un marchio del passato, ha azzeccato un altro modello-tipo, la prima compatta 35mm, la Rollei 35, prototipo di un tipo di macchina fotografica che sarebbe diventata la più diffusa tra tutte dagli anni '70 in poi.

La notizia completa, da PhotoNet Forum, racconta degli ultimi vani tentativi di mantenere una piccola produzione per il mercato professionale, con in prima fila i discendenti dei fondatori (si intravede una vicenda alla Heimat) e la riduzione finale di tutta la storia Rollei al solo nome, da utilizzare sul mercato delle macchine digitali fatte in oriente per chiedere qualche euro in più agli acquirenti. Pura immagine riflessa di una lunga storia, che ha lasciato sedimenti e vaghe memorie che evidentemente ancora sono presenti nell'immaginario collettivo.

Sad news. Yesterday, the business section of the Hannoversche Allgemeine, reported that the last remaining employees of Franke & Heidecke (formerlyRollei Fototechnik) in Braunschweig have now been made redundant, Thecompany filed insolvency in February and the liquidator now sees little chanceof the company recovering, as it has as good as no assets (its premises arerented and the machinery is leased). He did, however, mention that certainparties are still interested in maintaining the production of RolleiProfessional cameras - who they are was not disclosed, nor was how they intendto operate. Good news for the 16 apprentices at the factory, they have beenpromised an opportunity to complete their apprenticeships at other companiesin the region. So, it looks like the professional segment of Rollei has nowended its long history after a brave attempt to keep it afloat by messrsFranke and Heidecke (descendants of the original founders of Rollei). Thename of Rollei continues in the marketing organisation that was spun off a fewyears ago to market Rollei-branded digitals manufactured in Asia and moved toBerlin. (23 luglio 2009)
Una piccola storia delle macchine fotografiche? La puoi leggere qui.

mercoledì 22 luglio 2009

Pirate Bay diventa buona

Leggiamo su Key4biz che:

Il nuovo proprietario di Pirate Bay Hans Pandeya, amministratore delegato della società GGF ha dichiarato: “Pirate Bay ha bisogno di un nuovo modello di business che soddisfi tutte le parti in causa: i fornitori di contenuti, gli operatori a banda larga, gli utenti e la giustizia. Chi crea e chi fornisce i contenuti deve essere pagato”. e, prima:

La Baia dei Pirati è stata acquista per circa 5,6 milioni di euro dal gruppo svedese Global Gaming Factory (GGF).

e, ancora prima:

il tribunale svedese ha condannato a un anno di prigione i quattro responsabili, infliggendo loro anche un risarcimento pari a 2,72 milioni di euro a favore dell'industria musicale e cinematografica. L’accusa è quella di pirateria.

Quindi possiamo senz'altro concludere che i quattro fondatori di Pirate Bay, oltre a riuscire (indirettamente) a far eleggere al parlamento europeo il leader del Partito dei Pirati, dai giovani svedesi, hanno fatto alla fine anche un discreto affare, precisamente un affare da 5,6 - 2,72 = 2,88 milioni di Euro, 720 mila € per ciascuno, un appartamento a Roma potranno comprarselo, a Stoccolma forse anche due. E poi, la sentenza non è ancora definitiva.
Non è chiaro invece come quelli di GFG pensino di recuperare l'investimento. A 1 Euro per canzone comincerebbero a guadagarci (break even point) dopo aver venduto 5,6 milioni di canzoni. Ipotizzando ottimisticamente costi zero. Per un raffronto, l'intero mercato italiano 2008 del downlooad digitale (dati FIMI - Deloitte) è pari a 7 milioni di € = ca. 7 milioni di canzoni.
Certo, l'Italia è indietro sul download digitale (ma molto avanti sul P2P illegale) ma è un paese di 60 milioni di abitanti, mentre gli svedesi sono 9 milioni.
Probabilmente cercheranno di vendere spazi pubblicitari agli ignari visitatori ancora alla ricerca di musica gratis (per un po'). Quanto a trasformare un marchio famoso per la musica gratis in un posto dove si paga ... come dice lo stesso AD, si tratta di conciliare le esigenze di chi vuole farsi pagare con quelle di chi non vuole pagare. L'analoga iniziativa USA di Napster 2.0 non è stata un successo. Vivacchia perché fa parte di un gruppo, ma non è leader del settore.
Si sospetta che dietro ci siano le solite majors che finanziano chi libera la rete da pericolosi siti P2P ma ne dubito, non hanno più margini per queste operazioni.

Sicuramente quelli di GFG hanno dei finanziatori molto fiduciosi sulla musica in Internet come generatore di profitti e sul valore nel tempo dei marchi nel mondo Internet. Due elementi non sempre confermati dalla realtà.

giovedì 16 luglio 2009

Il CD è in omaggio

Agli inizi degli anni '80 il CD era qualcosa di prezioso. Prometteva "la perfezione del suono digitale" (pubblicità Philips) e costava più dell'obsoleto LP, con la sua testina che sfregava anacronisticamente contro il vinile nei (micro) solchi. Nella famosa (allora) catena di discoteche Ricordi, non avendo ancora espositori adatti, i CD li tenevano addirittura sotto chiave, in armadi con antine di vetro, per scongiurare il furto dei costosi dischetti (rubavano persino gli LP nascondendoli nei cappotti e negli eskimo, non avevano poi tutti i torti, a dire la verità).

Chi poteva mai prevedere che proprio la stessa Philips, con la mossa di mettere sul mercato il masterizzatore come componente "commodity" (dal prezzo calante velocemente, cioè), beninteso dopo aver abbandonato il mercato discografico cedendo la sua etichetta, avrebbe innescato una spirale interminabile di svalorizzazione del povero CD.
Che è arrivato infine al valore percepito ... zero. Apripista della nuova tendenza è la casa discografica Nonesuch per l'ultimo disco dei Wilco (che si chiama semplicemente The Album), un ottimo gruppo rock USA. E' disponibile in CD, d'accordo. Ma è disponibile anche in una bella versione in vinile da 180 grammi e in questo caso, per comodità dei compratori (per esempio per sentirlo in auto) è incluso gratuitamente lo stesso disco in formato CD. I prezzi? Tredici dollari (12,99) il CD e 20 dollari l'LP.

Così recita l'annuncio:

An audiophile, 180-gram vinyl pressing of Wilco (the album). This first edition pressing is manufactured in Germany and boasts a gate-fold cover. As a bonus, each vinyl copy also includes a copy of the album on CD. Side A: Wilco (the song) / Deeper Down / One Wing / Bull Black Nova / You And I / You Never Know Side B: Country Disappeared / Solitaire / I'll Fight / Sonny Feeling / Everlasting Everything

E' una mossa perfettamete logica, tenendo conto che il costo di una ulteriore copia su formato CD è di pochi centesimi, mentre il valore del grande LP si vede e si percepisce tutto. E i prezzi fotografano efficacemente i valori in campo.

Sarà alla fine l'LP il successore del CD come supporto fisico? Questo no, ma la ripresa del buon vecchio vinile continua.

mercoledì 25 marzo 2009

PrestoPRIME versus YouTube

Dalle newsletter specializzate: "Obiettivo dell'iniziativa PrestoPRIME, finanziata dall'Unione Europea e alla quale partecipano quindici partner, dall'Institut National de l'Audiovisuel francese alla Rai, con Teche e Centro Ricerche, dalla Bbc alla Orf, insieme a università ed altri enti, è trovare un linguaggio comune, uno standard internazionale, che permetta di conservare e preservare nel lungo periodo la memoria audiovisiva digitale già disponibile nelle teche degli enti radiotelevisivi europei e quella, su supporto analogico o su pellicola, che le teche stesse stanno recuperando e restaurando nei loro archivi."

Una buona notizia, apparentemente, forse il materiale audiovisivo contenuto nelle "teche" della RAI e delle altre emittenti, quando c'è e non è andato distrutto (per le trasmissioni dal vivo) e quando è già digitalizzato potrebbe diventare finalmente disponibile, invece di restare sepolto negli archivi, come ora. O messo in linea in modo frammentario o incomprensibile. Vedi su Teche RAI il materiale audio sulla storica trasmissione Alto gradimento di Arbore e Boncompagni; essendo incompleto abbiamo preso l'iniziativa di mettere in linea, quello che si trova, su Musica & Memoria (speriamo bene) anche se ovviamente parzializzato.

Il risultato è che su Google con la chiave di ricerca "alto gradimento" il primo sito è proprio Musica & Memoria .

E di Per voi giovani, ne vogliamo parlare? Nulla di nulla. Stiamo provando anche qui a mettere in linea qualcosa, con l'aiuto prezioso di volenterosi visitatori.

Leggendo invece il seguito della notizia, si ricava che possiamo anche metterci tranquilli, il progetto per ora si concentra su uno standard comune per la messa in rete dei documenti, che salvaguardi i diritti dei detentori del copyright sui materiali.

Ora, la parola standard in Europa è sempre un po' problematica, a parte la lingua, non sono standard neanche le prese della luce. Non lo vedo un percorso facile. Se poi ci aggiungiamo la paranoia della protezione dei diritti, le previsioni sui tempi diventano ancora più aleatorie.

Insomma vogliono prima riuscire a fare qualcosa del genere "determinare un insieme di regole che consentano “la generazione automatica di metadati standard che descrivono il diritto durante tutto il ciclo di vita del prodotto” e definire un modello standard di tracciamento del materiale che ne consenta l'utilizzo ripetuto, in toto o in parte, in contesti diversi da quello di origine."

Auguri. Ma non è materiale storico? Non è ormai public domain dopo 50 anni? Già puntano ai 90 anni degli USA? E, ancora, non ci hanno già pensato le case cinematografiche, Sony e Microsoft per il Blu Ray? O magari le iniziative di Chairiglione sul "copyleft" e dintorni? Devono inventare una specie di ISBN per le "teche"? Evidentemente hanno tempo da perdere, nazionalismi da coltivare, finanziamenti da raccogliere.

Nel frattempo le vere teche ci sono già. E' sempre qualcosa di anarchico, incerto, mutevole nel tempo, ma c'è. Si chiama YouTube e lì, se cerchi una registrazione di una vecchia Canzonissima o del Cantagiro, o anche qualcosa di maggiore spessore, può darsi che la trovi.

Il vero digital divide non è quello tra i vecchietti e l'ADSL, ma quello tra i detentori dei diritti e la nuova informazione globale e orizzontale di Internet.