Se sentiamo citare un quadro o una scultura non abbiamo difficoltà a visualizzarlo nella nostra mente, sono arti figurative e quindi basta recuperarli nella memoria con la loro immagine, memorizzata perché l'abbiamo vista coi nostri occhi in una galleria o in museo, o perché l'abbiamo vista con una riproduzione stampata o sul web.
Per i libri è diverso, è letteratura, dobbiamo ricordare la trama, o alcune parti, o i personaggi, tutte informazioni da ritrovare nella nostra mente, che possiamo aiutare solo chiedendo al web o agli amici.
Per la musica è ancora diverso, è l'arte più astratta che ci sia, se è musica strumentale non fa riferimento a nulla di reale, se non quanto è legato alla sua creazione (strumenti, citazioni ecc.) mentre se è accompagnata da un testo vuol dire che è un'opera in parte letterario e vale quanto detto per i libri.
L'immagine della musica
E quindi come fa a ricordarla, a ricrearla nella mente chi non conosce la musica (quindi la maggioranza delle persone) e non la sa riprodurre se non con grande approssimazione? E, se è una canzone straniera, chi non conosce la lingua?
Forse proprio per questo dagli anni '50 e '60 in poi, per ricordarla meglio e quindi anche comprarla meglio, è stata aggiunta alla musica un'immagine, la copertina, aggiungendo un'informazione visiva che aiuterà molto il ricordo, tanto più quanto più è efficace. Un ausilio strettamente legato al modo con cui si è venduta tutta la musica fino al 2000, ovvero con un supporto fisico che deve essere protetto con una confezione, che è il veicolo ottimale per aggiungere alla musica la sua immagine.
Quando però i supporti fisici sono diventati superflui, per l'ascolto della musica scelta e acquistata da noi l'immagine, ora solo simbolica, è rimasta lo stesso anche se la confezione non c'era più, e in tutti i servizi di digital download o di streaming l'album o la canzone da acquistare o da ascoltare è accompagnata dall'immagine di copertina, anche se (per alcuni album succede) il supporto fisico proprio non è stato realizzato.
Sentiamo la mancanza di un supporto fisico?
Il fatto che, seppur simbolico e dematerializzato, continuiamo a usarlo, fa propendere per il sì, ma forse è solo una comodità, un segnaposto per aiutare la memoria. Ed è in effetti così per chi la musica la usa come un rullo senza fine, melodie e parole da ascoltare come sottofondo o occasionale fonte di emozione e poi da sostituire con altre.
Ma per tutti quelli per cui la musica è importante, per chi costruisce nel tempo, come per i libri, le proprie preferenze e i propri punti fermi nel mondo della musica, per chi va ai concerti degli artisti preferiti, per chi quindi costruisce nel tempo la "sua" musica è diverso. Serve qualcosa di più di una immagine di copertina virtuale, utile e visibile solo per sé stesso, una specie di libreria personale, interiore, privata.
Come in fondo è anche la libreria di libri di chi li prende solo in biblioteca e li restituisce o di chi, più numerosi, usa solo Kindle o Kobo.
Per gli altri, quelli che desiderano trasmettere (anche a sé stessi nel tempo) la loro storia personale di conquista della cultura e della bellezza e non viverla solo nel loro mondo interiore l'unica opportunità sono i supporti fisici superstiti, da riservare agli artisti e alle opere da non dimenticare, ovviamente.
Questo è il motivo per cui i supporti fisici sono ancora prodotti e venduti, nonostante non abbiano più alcuna motivazione pratica, dal momento che è possibile ascoltare con i servizi streaming la stessa musica con la stessa qualità (a volte anche superiore) con costi molto inferiori e impegno molto ridotto. Sono (siamo) non molti a comprarli, una piccola percentuale dei consumatori di musica, ma sufficienti per sostenere, seppure sempre a livello di nicchia, la crescita del vinile, il ritorno (che ormai si intravede) dei CD e persino delle musicassette.
In sintesi
Concentrarsi, come rifugio rispetto alla enorme e inarginabile produzione musicale odierna, nelle musiche che sappiamo di nostro gradimento e consolidare la "nostra" musica su supporti fisici, oppure esplorare liberamente ma inevitabilmente a caso tutte le musiche del mondo e del tempo grazie allo streaming? Il bello di questa nuova e inedita possibilità è la possibilità di scelta, e di passare liberamente da un approccio all'altro. Nei tempi d'oro era impossibile e anche inimmaginabile, e anche ora è possibile solo nella musica, non nel cinema, non nella letteratura.
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