domenica 7 novembre 2010

I prezzi dell'alta fedeltà

Da sempre oggetto di polemiche tra gli appassionati, la domanda che si continuano a porre è se siano proporzionati alla qualità e giustificabili in base alla costruzione, ai materiali, alla ricerca necessaria per produrre i componenti.

Qualche esempio
Ma per capire di cosa parliamo vediamo qualche esempio, preso a caso tra le prove dagli ultimi numeri della principale rivista italiana di Hi-Fi,Audio Review:
  • 314 (9/2010) - Lettore CD/SACD McIntosh MCD500: 11.600 €
  • 314 (9/2010) - Diffusori B&W 802D: 14.000 € (coppia)
  • 314 (9/2010) - Pre e finale a valvole VAC Signature Pre MkII e Phi 300.1: 39.500 €
  • 313 (7/2010) - Lettore multiformato McIntosh MVP881BR: 12.000 €
  • 312 (6/2010) - Diffusori Dynaudio Consequence Ultimate Edition: 54.800 € (coppia)
  • 309 (3/2010) - Preamplificatore Phono Accuphase C27: 10.250 €
  • 309 (3/2010) - Diffusori: Audio Physic Cardeas: 20.580 € (coppia)
  • 307 (1/2010) - Pre Phono Audio Research Reference Phono 5: 14.100 € 
  • 307 (1/2010) - Pre e finale a stato solido Viola Cadenza + Legacy: 70.000 €
Un elenco lungo, ma Audio Review da anni spara 3-4 prove di componenti super costosi a numero, e quindi potrei continuare per pagine e pagine. Ho anche scritto loro che una piccola moratoria non sarebbe male (diciamo, massimo uno a numero), ma sono stato totalmente ignorato.

Sorgono spontanee molte domande, ad esempio quanti tra i lettori di Audio Review siano in grado di pianificare un acquisto di questo impegno, quale sia il valore aggiunto, specialmente per componenti relativamente semplici come un pre phono, quale sarà il costo complessivo di un impianto se un solo componente costa alcune decine di migliaia di €, se effettivamente qualcuno mai comprerà o ha mai comprato questi oggetti a prezzo pieno, quanti ne siano stati prodotti e venduti (a parte le marche note), se in un confronto alla cieca sono effettivamente preferiti a prodotti di categoria media o addirittura budget.


Naturalmente quello che a un comune lavoratore dipendente appare un prezzo folle, perché superiore ad un anno di stipendio e perché dovrebbe lavorare 3 o 4 anni solo per pagarsi l'impianto, a qualcun altro potrebbe apparire un prezzo allineato ad altri oggetti di lusso. Senza andare ai classici yacht ormeggiati a Porto Santo Stefano o ad Antibes, anche una "normale" barca a vela da 12 metri costa 350 o 400 mila Euro e 30 o 40 mila all'anno di manutenzione. O una macchina tedesca di grossa cilindrata o un Suv si può avvicinare ai 100 mila €, e l'anno dopo già vale la metà. 
Per restare in ambito musicale, quanto costa un pianoforte a coda, o un violino o un violoncello di grande qualità? Stiamo sempre parlando di priorità, di scelte individuali che non fanno male a nessuno (a parte forse agli eredi) ma che fanno invece bene a qualcun altro.

Alla fine il mondo si divide sempre in due, tra gli scettici che disprezzano chi finanzia col proprio reddito, sudato o no, produttori dediti unicamente a vendere a 100 quello che a loro è costato 5, e appassionati più fiduciosi che ritengono questo un atteggiamento "la volpe e l'uva" e che solo con forti sacrifici si può accedere all'empireo del suono, che chi ne rimane fuori mai potrà capire.

Anche sui prezzi che appaiono totalmente sproporzionati rispetto ai componenti (la classica domanda / proposta dell'appassionato smanettone scettico è: datemi gli stessi componenti elettrici e te lo faccio a un decimo del prezzo") bisogna sempre considerare che si tratta di oggetti fatti in piccola o piccolissima serie. Pure una Panda se fosse prodotta in 80 esemplari costerebbe 50 mila € a macchina o più. Per ammortizzare i costi di progettazione e predisposizione della linea di produzione.


Qualche anno dopo
Ma almeno questo investimento iniziale poi si manterrà nel tempo? Comprando questi oggetti spesso dichiarati "definitivi" (nulla di meglio si potrà mai fare al mondo) si è a posto definitivamente, e anni dopo saranno sempre al top? 

Anche qui si può provare a fare qualche verifica, spulciando i vecchi numeri (è il vantaggio di chi li conserva tutti). Ad esempio alcuni numeri del 2003-2004, per confrontarci sempre in era Euro.

Nel numero 235 del maggio 2003 erano per esempio in prova le Triangle Magellan, il diffusore definitivo della casa francese, un oggetto che certo non passava inosservato con i suoi 218 cm di altezza, e che costava 32.000 € del 2003. Controllando sul loro sito queste ci sono ancora, e costano ora 43.000 €. Quindi un costruttore noto e stabilizzato può garantire una buona tenuta dell'investimento.

I diffusori sono però una tecnologia piuttosto consolidata. Vediamo le elettroniche, era in prova sempre a maggio 2003 un pre HT con decodifica audio / video di una casa americana collegata alla notissima Mark Levinson, la Proceed, con il modello AVP2. Che incautamente in copertina è definito "il pre che non invecchia mai" (perchè consentiva upgrade firmware). Purtroppo l'anno dopo questa marca è stata assorbita dalla Harman Kardon, marchio consumer, e la produzione è presto cessata. Quindi è invecchiato eccome, con le evoluzoni intervenute nel settore HT. Quanto era costato ai fiduciosi acquirenti? 14.160 Euro.


Passando allo stereo e a componenti tradizionali in genere si nota una certa resistenza dei modelli, per fortuna, oltre ai diffusori anche i produttori di amplificatori sia a stato solido sia a valvole mantengono in massima parte  i modelli per diversi anni, soprattutto quelli di fascia alta. Anche qui con qualche eccezione, come ad esempio il ben noto e apprezzato marchio inglese Musical Fidelity, che attua una politica di forte rotazione dei modelli. Spulciando sempre tra i vecchi numeri, a dicembre 2004, troviamo a circa 7.400 € un amplificatore integrato con alimentatore separato che aveva la caratteristica di avere una potenza di ben 500W, il modello KW500. Non più in produzione da tempo, ma non solo, Musical Fidelity non produce neanche più amplificatori con questa impostazione, ma i suoi modelli di punta sono di minor potenza (50-100W) ma in pura classe A.


Chiaramente invecchiano più facilmente i componenti digitali (qui l'evoluzione tecnologica è continua) e oggetti prodotti da ditte semi-artigianali, che a volte non resistono agli andamenti ciclici del mercato. Si suppone che chi spende cifre importanti per prodotti con queste caratteristiche è consapevole della quota di rischio che si sta accollando.

In conclusione
A chi interessano i componenti Hi-Fi "senza compromessi"? A me personalmente no, dato che, come la maggior parte delle persone, devo invece affrontare qualche compromesso tra gli investimenti nell'ascolto della musica e quelli necessari al resto della vita materiale, e anche ad altre piacevoli attività (non c'è solo la musica). Le riviste, come scusa per le prove di questi componenti, affermano spesso che è importante conoscere e ascoltare queste realizzazioni spinte all'estremo per confrontare ad esse i prodotti medi.
Mi pare invece scontato che un progettista o un produttore che non devono sottostare ad alcun compromesso per ottenere il miglior rapporto qualità prezzo, raggiungano un ottimo risultato. E mi stupisco quando avviene il contrario (capita). Mi interessano invece di più quelli che questo problema se lo pongono, e raggiungono prestazioni musicali elevate senza "sprechi".

Questo sì che è un compito difficile ed affascinante.
Ma poi ci sono quelli che leggono riviste di yachting anche se non possono comprarli, sublimano questa mancanza nella lettura, e lo stesso vale per le supercar o le case di lusso.
Che anche nell'alta fedeltà si scivoli pian piano verso la super-hifi solo da guardare (e difficilmente da ascoltare) penso sia una contraddizione con l'obiettivo di fondo. Ascoltare la musica al meglio, e non inseguire status symbol (che danno ben poco status in questo caso, al confronto di quelli che elencavo prima). Tenendo anche conto che pure per i prodotti "medi" occorre investire comunque cifre non indifferenti, perché si tratta sempre di oggetti che richiedono una elevata qualità di realizzazione e che vengono prodotti in piccola serie.

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