Parliamo naturalmente del multicanale audio, quello che condivide con il multicanale che tutti conoscono, quello dei film e del cinema in casa, l'home theatre per intenderci, la stessa tecnologia su 5 canali più un subwoofer, ma con lo scopo di rendere ancora più realistico, rispetto alla stereofonia, la riproduzione in casa di un evento musicale.
Senza la "scusa" del multicanale audio infatti il formato BD non ha alcun motivo di essere preferito al comunissimo DVD, perché su un DVD un album stereo, anche in alta definizione alla massima risoluzione possibile (24/192), anche non compresso lossless, anche molto lungo, ci sta comodamente.
Eppure 5 canali per ricostruire una scena sonora sono sicuramente più efficaci di 2, si possono riprendere in modo più completo le riflessioni dell'ambiente originale, si può rafforzare il solista con il canale centrale, gli elementi a disposizione del tecnico del suono sono di più. Se li sa usare può raggiungere meglio il risultato.
Ma non tutto è così semplice.
Un piccolo test
Per sapere se il multicanale audio può interessare è sufficiente rispondere a un piccolo test:
1) sei disposto a spendere almeno 5 mila euro (meglio però ... 25 mila) per il tuo impianto?
2) hai un ambiente molto grande dove installarlo e la possibilità di sistemarvi 6 casse, ognuna con i suoi cavi da passare per tutta la stanza?
3) ascolti solo o in prevalenza musica acustica o concerti?
4) sei disposto ad acquistare musica scegliendo in base al formato invece che al contenuto, almeno fino a che il multicanale diventerà lo standard (se mai accadrà)?
Se la risposta è SI per tutte e 4 le domande siamo in presenza di un potenziale audiofilo interessato al multicanale. Non saranno molti, con questi vincoli, ma qualcuno pur ce ne sarà nel vasto mondo globalizzato, e potrebbe essere l'avanguardia di una nuova fase dell'alta fedeltà.
Allora perché le majors trascurano in modo così palese questo mercato potenziale, tanto da aver cessato la produzione di dischi multicanale in SACD (in DVD-A hanno sempre prodotto poco)?
Non lo ritengono un mercato potenziale, evidentemente, e le probabili motivazioni sono:
A) gli audiofili che si smuovono e spendono per amplificatori a valvole, giradischi, bracci e testine, pannelli elettrostatici e altri componenti costosi e complessi, continuano ad essere indifferenti, o anche pregiudizionalmente contrari al multicanale;
B) i non audiofili ma semplici consumatori non si imbarcheranno mai nella installazione di 6 casse in casa, neanche se gli impianti costassero poco o nulla, ma 6 diffusori e 6 finali, per quanto fatti in Cina o in Cambogia, non potranno mai costare pochissimo, mantenendo una qualità decente.
Risultato, il multicanale continua a restare lì come semplice esercizio tecnologico, e per quanto mi riguarda continuo a considerare ragionevole la iniziativa we support real stereo (le motivazioni più dettagliate si possono leggere qui): concentriamoci su un buon stereo che già arriva ad un livello di fedeltà e di realismo che ben pochi sospettano possano essere raggiunti.
Cominciando da una domanda che lasciamo al prossimo post: non potrebbeto essere invece utilizzati o fungere da base per il nuovo standard gli impianti HT per la TV e il cinema in casa, già relativamente diffusi? Non potrebbe essere questa la base per un nuovo mercato a cui le majors potrebbero puntare?
(La immagine in basso illustra il set di connessioni di un versatile amplificatore multicanale per home cinema, il Denon AVP-A1HDA, non è proprio necessario collegare tutto, ma una discreta parte sì ...)
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